22a Giornata  di Studio
di Ingegneria Sanitaria – Ambientale
OTTIMIZZAZIONE DEL  TRATTAMENTO – SMALTIMENTO E
    RECUPERO DEI FANGHI
Criteri per la  redazione di un piano per il trattamento – smaltimento dei fanghi 
    (R. Bianchi,  M.Zanoni)
1. Premessa
La legge n°  36/94 (meglio conosciuta come legge Galli) rappresenta una innovazione radicale  nella gestione dell’acqua in quanto introduce per la prima volta in Italia il  concetto di risorsa idrica da considerare unitariamente nelle diverse fasi di  captazione, distribuzione e depurazione   e di gestione industriale del servizio integrato.
La  riorganizzazione dei servizi idrici deve avvenire sulla base di Ambiti  Territoriali Ottimali (ATO) e mediante il superamento della frammentazione  delle gestioni, con il conseguente conseguimento di adeguate dimensioni  gestionali sovracomunali.
Per dare  attuazione alla legge, i comuni e le province di ciascun ATO devono predisporre  un Piano d’ambito, comprensivo della ricognizione aggiornata delle opere e  delle gestioni esistenti relative agli acquedotti, alle fognature e agli  impianti di depurazione, della programmazione degli interventi necessari alla  risoluzione delle problematiche, della redazione di un piano finanziario,  dell’individuazione dei modelli gestionali per il servizio idrico integrato e  dell’ipotesi tariffaria per l’ATO.
  Per ciascun ATO  si dovrà costituire una autorità di governo che affiderà ad uno o più soggetti  gestori il servizio, definendone i contenuti e gli obiettivi.
La problematica  dei fanghi riguarderà sul piano organizzativo di governo le Autorità d’Ambito e  sul piano operativo i soggetti gestori degli ATO. 
Il D.lgs. 152/99, all’art. 48, prescrive che i fanghi  derivanti dal trattamento delle acque reflue siano sottoposti alla disciplina  dei rifiuti, che i fanghi debbano essere riutilizzati ogni qualvolta ciò  risulti appropriato e che le modalità di smaltimento debbano rendere minimo  l’impatto negativo sull’ambiente.
Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti il decreto  Ronchi prevede che le regioni provvedano ad elaborare i piani regionali di  gestione dei rifiuti all’interno dei quali è prevista la definizione dei  fabbisogni impiantistici e la pianificazione solo per gli impianti di  trattamento – smaltimento dei rifiuti solidi urbani ma non per quelli speciali,  nei quali sono classificabili i fanghi.
In  sintesi, il Piano d’Ambito per la riorganizzazione del servizio idrico e il  Piano rifiuti per i rifiuti solidi urbani rappresentano una fonte di dati, di  informazioni e di vincoli per la redazione di un Piano per il trattamento e  smaltimento dei fanghi.
Quest’ultimo rappresenta quindi uno strumento operativo  indispensabile per il gestore del Servizio Idrico Integrato (SII) che  consentirà di gestire la problematica in modo conforme alla legislazione  vigente e agli indirizzi stabiliti dall’Autorità d’Ambito, oltre che in modo  economico, sostenibile per l’ambiente e valido nel tempo.
  Il Piano sarà costituito da un insieme di interventi  coordinati, integrati e programmati che saranno individuati e potranno  modificarsi nel tempo in relazione all’evolversi dei diversi fattori  condizionanti.
Tali  interventi dovranno riflettere gli obblighi del gestore in relazione al  programma degli interventi  e alla  qualità e continuità del servizio idrico, secondo quanto sarà stabilito nella  Convenzione tra l’Autorità d’Ambito e il gestore. Il gestore avrà quale  riferimento economico la tariffa del SII (che in quota parte deve coprire il  costo del trattamento – smaltimento fanghi), i suoi meccanismi di regolazione e  i prezzi del mercato per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti speciali.
2. Struttura  e contenuti del Piano
Le  attività per la redazione del Piano saranno suddivise in due fasi successive:
  - fase conoscitiva;
 
  - fase propositiva.
 
La  fase conoscitiva sarà finalizzata alla raccolta ed elaborazione dei dati  necessari alla individuazione delle azioni da intraprendere per il  conseguimento del sistema ottimale di trattamento-smaltimento fanghi.
La  fase conoscitiva riguarderà in particolare la raccolta e l’elaborazione dei  dati relativi a:
  - l’inquadramento territoriale dell’ATO;
 
  - lo stato di fatto del servizio della depurazione  nell’ATO;
 
  - lo stato di fatto delle tecnologie e della  normativa;
 
  - la situazione del mercato per lo smaltimento dei  fanghi dell’ATO.
 
La  fase propositiva dovrà individuare gli interventi del Piano ritenuti necessari  per attuare il sistema di trattamento – smaltimento ottimale, che comprenderà  un insieme interconnesso di fasi di trattamento – smaltimento (filiera di  trattamento – smaltimento).
In  particolare:
  - verranno definite e messe a confronto le filiere  di trattamento – smaltimento alternative;
 
  - verranno individuati gli interventi necessari  per realizzare la filiera ottimale e procedere quindi alla sua realizzazione.
 
Il  Piano dovrà individuare gli interventi necessari a realizzare il sistema  ottimale per il trattamento e lo smaltimento dei fanghi.
  Un  allegato della relazione generale sarà costituito dalle schede di fattibilità  di ciascuno degli interventi individuati. Ogni intervento sarà descritto con un  livello di approfondimento analogo a quello di un progetto di massima; saranno  quindi evidenziati, tra l’altro, gli obiettivi dell’intervento, i tempi  necessari per la sua attuazione e i costi previsti.
Un  ulteriore allegato della relazione sarà il programma di attuazione del Piano,  che individuerà gli interventi prioritari, le interconnessioni temporali tra i  vari interventi e le criticità del programma.
3. Redazione  e gestione del Piano Fanghi
I  due soggetti che possono essere coinvolti nella redazione e nella gestione del  piano sono l’Autorità d’Ambito ed il Gestore del SII. Essendo il Piano, nella  valutazione degli autori, uno strumento operativo e dinamico inquadrato nel  Piano d’Ambito e nel Piano Rifiuti, si ipotizza un percorso che coinvolga, già  nella fase redazionale, il soggetto Gestore.
E’  ipotizzabile ad esempio l’individuazione di un gruppo di lavoro al quale  partecipino sia il Gestore del SII che l’Autorità d’Ambito che, coordinato dal  gestore del SII, provveda alla redazione del Piano.
  L’approvazione  dello stesso potrà essere di competenza di un Comitato Direttivo formato dai  due soggetti o costituita da due fasi sequenziali di verifica, prima a carico  del Gestore del SII ed infine, quale approvazione definitiva, da parte  dell’Autorità d’Ambito.
Una  volta definito e approvato il Piano si deve dare corso alla sua attuazione .
  Nel  periodo di tempo previsto per l’attuazione del Piano si presenteranno diverse  esigenze, che sarà necessario affrontare e risolvere per garantire il  conseguimento degli obiettivi del Piano.
In  particolare si dovrà:
  - definire il progetto definitivo o esecutivo di  ciascuno degli interventi al fine di poterne affidare l’esecuzione;
 
  - monitorare l’esecuzione degli interventi per garantire  i tempi di esecuzione previsti e l’aderenza delle attività svolte ai risultati  attesi;
 
  - aggiornare il Piano stesso in relazione al  modificarsi dei fattori che incidono sulla problematica, quali il panorama  normativo e quello tecnologico.