Per  la gestione del Piano, il gestore del SII individuerà un gruppo di lavoro ad  hoc  costituito da un rappresentante del  gestore stesso, da un rappresentante dell’Autorità d’Ambito e da uno o più  esperti, in relazione alle caratteristiche degli interventi contenuti nel  Piano.
Infine  per la revisione e l’aggiornamento del Piano , il gestore del SII definirà le  proprie procedure interne che dovranno garantire la continuità operativa del  gruppo di lavoro.
4. Piano degli interventi per  attuare il Piano
Al fine di attuare e  rendere operativa, portandola a regime, la filiera ottimale individuata si  renderà necessario individuare e realizzare un certo numero di interventi più o  meno numerosi e complessi in relazione alla caratteristiche della filiera  stessa.
Tali interventi potranno quindi  avere una diversa natura a seconda degli obiettivi che intendono raggiungere.
  Nel caso in cui sia necessario  mettere a punto o verificare particolari processi e/o tecnologie si avranno  interventi di sperimentazione e sviluppo.
  Qualora sia stata individuata la  necessità di realizzare impianti ex novo si avranno attività di fattibilità e  progettazione.
  Inoltre potranno essere necessari  approfondimenti di temi evidenziati nella fase conoscitiva, quali ulteriori  studi di mercato o studi relativi a particolari tecnologie individuate, e di  temi necessari per garantire un appropriato servizio di trattamento –  smaltimento fanghi durante eventuali periodi di transizione, prima  dell’attuazione della filiera ottimale.
  Infine si avranno attività finalizzate  al monitoraggio e al controllo, durante l’attuazione dell’insieme degli  interventi.
La filiera ottimale, l’insieme  degli interventi individuati e la loro programmazione costituiscono il Piano  per il trattamento-smaltimento dei fanghi dell’ATO.
Gli interventi che fanno parte  del Piano saranno descritti con un livello di dettaglio uguale a quello di una  progettazione di massima, comprendente quindi, per ogni intervento, una  previsione dei costi e del tempo necessario per la sua attuazione. Gli interventi  relativi alla realizzazione di nuovi impianti riguarderanno gli studi di  fattibilità e/o la progettazione preliminare.
Il programma temporale per  l’attuazione del Piano conterrà i seguenti punti:
  - l’indicazione  della data di avvio del Piano che potrebbe coincidere con la data della  costituzione di un gruppo di lavoro per il monitoraggio e il controllo del  Piano stesso (gestione del Piano);
 
  - l’indicazione  della data di conclusione del Piano, coincidente con la conclusione dell’ultimo  intervento previsto;
 
  - l’articolazione  degli interventi previsti secondo la loro durata, il grado di priorità e le  interconnessioni funzionali esistenti.
 
La programmazione temporale degli  interventi rappresenta uno strumento operativo per l’attuazione del Piano,  aggiornabile nel tempo in funzione delle esigenze che emergeranno in corso  d’opera.
5. Criteri per la valutazione  delle filiere alternative
Il sistema ottimale che  il Piano individuerà per il trattamento – smaltimento fanghi sarà costituito da  un insieme interconnesso di fasi di trattamento e di possibili modalità per lo  smaltimento finale, denominato “filiera di trattamento – smaltimento”.
Le fasi di trattamento  comprenderanno:
  - i trattamenti esistenti, alla data di elaborazione del  Piano, all’interno e all’esterno degli impianti di depurazione dell’ATO;
 
  - i trattamenti che è possibile e utile aggiungere a  quelli esistenti, all’interno dei depuratori, sia sulla linea liquami che sulla  linea fanghi;
 
  - i trattamenti che è possibile aggiungere a quelli  esistenti all’esterno dei depuratori, sul fango disidratato meccanicamente o  essiccato termicamente;
 
  - gli smaltimenti finali esistenti e aggiunti.
 
Una parte o tutti i trattamenti  previsti saranno all’interno del SII, di diretta pertinenza del gestore del  servizio, che dovrà quindi realizzare e gestire gli impianti relativi.
Una parte dei trattamenti e gli  smaltimenti finali saranno collocati all’esterno del SII e quindi di pertinenza  di soggetti, privati o pubblici, diversi dal gestore del servizio.
Sulla base dei dati emersi nella  fase conoscitiva dello studio e quindi con riferimento:
  - agli aspetti territoriali;
 
  - allo stato della depurazione;
 
  - allo stato delle tecnologie e della normativa;
 
  - agli aspetti di mercato,
 
si individuano le possibili  filiere teoriche alternative applicabili all’ATO in esame.
In linea di principio di potranno  avere tre filiere alternative così definite:
  - filiera interna al SII: tutti i trattamenti individuati  sono riferiti ai soli fanghi e sono realizzati e gestiti dal gestore del SII;  l’unica attività esterna al SII è lo smaltimento finale del prodotto risultante  dai trattamenti applicati;
 
  - filiera combinata con il servizio di smaltimento dei  rifiuti solidi urbani: una parte dei trattamenti individuati riguardano la  combinazione di fanghi e rifiuti solidi urbani e quindi il gestore del SII  realizza e gestisce solo una parte degli impianti previsti;
 
  - filiera basata sul mercato: parte dei trattamenti e gli  smaltimenti finali sono appaltati a terzi dal gestore del SII.
 
A titolo esemplificativo la prima  tipologia di filiera può prevedere la realizzazione di un inceneritore di soli  fanghi, per tutti i fanghi prodotti nell’ATO, realizzato all’interno di uno dei  depuratori o all’esterno, in un sito ex novo.
La seconda tipologia di filiera  può prevedere la realizzazione di impianti di co-trattamento (termoutilizzo o  compostaggio) fanghi e rifiuti.
La terza tipologia può basarsi  sulla capacità di trattamento – smaltimento rifiuti esistente sul territorio,  all’interno o all’esterno dell’ATO, che deve risultare economicamente  sostenibile, per il gestore del SII.
  In questo caso il servizio di  trattamento – smaltimento fanghi viene appaltato a cura del gestore del SII che  si preoccuperà di consegnare all’appaltatore un prodotto certificato, con le  caratteristiche qualitative richieste.
Per la valutazione di  sostenibilità finanziaria, sociale ed ambientale delle filiere e per  raccogliere e rendere obiettivi elementi che possano consentire al decisore di  individuare la filiera ottimale per l’ATO, si può fare ricorso a tecniche quali  l’analisi costi-benefici e l’analisi del ciclo di vita.
6. L’Analisi costi – benefici
Scopo dell’analisi  costi-benefici è di individuare fra più alternative progettuali la proposta  migliore o di verificare, in caso di alternativa unica, che i costi prevedibili  del progetto siano complessivamente inferiori ai benefici.
La filiera di  trattamento, smaltimento e recupero di fanghi, con le sue realizzazioni  impiantistiche dedicate o condivise con altri sistemi (es termovalorizzazione)  e le relative attività gestionali è da considerarsi, per i nostri obiettivi,  come un’opera pubblica: il giudizio di fattibilità e la valutazione delle  alternative non vengono ricercati solo sulla base di criteri di tipo  contabile-finanziario, ma anche su criteri di economicità o convenienza  sociale, cioè sull’accrescimento di benessere globale della collettività  apportato dalla realizzazione di un sistema piuttosto che di un altro. Oltre  agli aspetti finanziari è necessario pertanto valutare i costi ed i benefici  sociali legati alle filiere sottoposte ad esame.
   
  Trattandosi di costi e  benefici che si manifestano durante tutto il periodo di vita utile del sistema,  la comparazione avviene attualizzando i valori monetari secondo un tasso di  sconto definito: un tasso di sconto alto tenderà ad appiattire gli effetti più  lontani nel tempo rispetto a quelli immediati, assegnando così minore rilevanza  ai primi, mentre un tasso di sconto nullo o quasi nullo tenderà a mettere sullo  stesso piano effetti immediati ed effetti futuri.
L’indicatore sintetico dell’analisi è il Valore Attuale Netto (VAN): un  VAN maggiore di zero indica che la somma dei benefici (attualizzati) supera  quella dei costi ed il