La ragione č condannata a porsi degli interrogativi ai quali sa di non poter rispondere.
Immanuel Kant
La  maggior parte degli economisti concorda sul fatto che il sistema produttivo  mondiale sta affrontando i marosi di un vero e proprio rivolgimento che va  sotto il nome di new-economy. 
Io  ritengo, peraltro, che, contrariamente a quanto riportato dai media, la nuova  economia, che ha iniziato a svilupparsi negli anni '90, non è solo tecnologie,  media e telecomunicazioni, ma che questi elementi non sono altro che la punta  dell'iceberg di una vera rivoluzione del  sistema economico che sta conducendo la massa delle imprese dei paesi più  industrializzati a modifiche  culturali e organizzative. 
La  rivoluzione succitata è caratterizzata da una serie d'elementi distintivi che non  possono non rientrare in un concetto di nuova economia. 
  Ieri  l'impresa era focalizzata su aspetti tangibili o misurabili; oggi sono gli  aspetti intangibili che dettano le regole della competitività tra le imprese . I manager devono  fronteggiare situazioni contraddittorie e dilemmi, ma sono impreparati a  fondere gli opposti, ad affrontare il paradosso, a misurare l'immisurabile. La  strategia del miglioramento continuo (kaizen) (1) viene affiancata dal  modello dei miglioramenti drastici, i breakthrough (2), che, creando forti discontinuità  con il passato, fanno fare salti qualitativi e quantitativi all'impresa. 
  Le  imprese hanno compreso la necessità del cambiamento e cercano di cambiare;  esse, infatti, specie le grandi, sono state investite da ondate di proposte  d'innovazione delle strutture organizzative, ma, spesso i risultati sono stati  modesti e si sono tradotti, sostanzialmente, in tagli nel costo del personale,  nell'applicazione del buon senso (3) e nel superamento  delle logiche burocratiche e gerarchico-funzionali. 
Ma  ora, la nuova economia richiede a imprenditori e manager, sia un salto rispetto  alla tradizione deterministica, sia l'abbandono di regole, definizioni e  paradigmi che sono ancora alla base della vecchia cultura. Correttamente ha  osservato Franco Bernabè «Old economy e new economy sono due definizioni che  ben presto spariranno. E il perché è semplice. L'economia è una sola.  L'attività economica consiste nel produrre beni e servizi che il mercato è  disponibile a comprare».
Nel  1996 Lester Thurow, con un'acuta metafora geologica, definì «placche  economiche» i processi strutturali in corso che, attraverso movimenti  impercettibili, trasformano radicalmente il mondo dell'economia, proprio come  l'attività delle placche della crosta terrestre ha determinato la nascita, la  deriva e la scomparsa di continenti e oceani.
 Le cinque placche di Thurow sono: 
  - la conversione al  capitalismo dei paesi ex-comunisti e l'ingresso sulla sua scena economica di un  terzo dell'umanità,
 
  - l'irresistibile  successo d'imprese ad alto contenuto di capitale intellettuale,
 
  - la mutata composizione  demografica dei paesi industrializzati, con un numero sempre crescente di  pensionati e milioni di persone che emigrano dai paesi poveri,
 
  - la compiuta globalizzazione  dei mercati,
 
  - l'assenza di una  potenza politica egemone.
 
L'esistenza  delle cinque placche economiche aveva convinto Thurow, già nel 1996, che  l'economia capitalistica sarebbe andata incontro ad un'epoca di profondi  cambiamenti e di straordinarie opportunità. 
  Con  un'altra metafora, questa volta biologica, Thurow confrontava la rivoluzione in  atto nel mondo dell'economia con la scomparsa sulla terra dei dinosauri e la  nascita dei mammiferi. Secondo l'economista del Mit (4), i paesi, le imprese,  gli individui in grado di comprendere il significato delle trasformazioni in  atto sarebbero i "mammiferi" della nuova era economica.
Un  elemento pervasivo dell'impresa moderna, e che è alla base della vitalità di  un'impresa, nell'era dei "mammiferi di Thurow", è il vantaggio  competitivo. Espressione con la quale si sintetizzano i fattori che possono  offrire un vantaggio nella competizione per la conquista, il mantenimento o  l'ampliamento di una posizione di mercato.
L'idea di vantaggio competitivo ha cominciato ad  attirare l'attenzione degli specialisti, quando ci si è accorti che alcune  imprese riuscivano ad acquisire significative posizioni in segmenti specifici  di mercato, grazie all'uso di strumenti di gestione, che altre imprese non  riuscivano a sfruttare, almeno nella stessa misura.
La  nozione di vantaggio competitivo ha iniziato a collegarsi strettamente alla  visione più moderna di strategia, la quale prevede un uso ampio e selettivo  dell'innovazione, che può essere a un tempo distruttrice e creatrice. 
È  distruttrice di vecchie tecnologie, di vecchi modelli di gestione, di vecchi  prodotti, di vecchi modelli di consumo. 
È  creatrice di nuove tecnologie, di nuovi modelli di management, di nuovi  prodotti, di nuovi modelli di consumo. 
Si  osservano imprese che si mostrano capaci di sfruttare l'innovazione per  costruirsi nuovi mercati  o per aggredire  le imprese concorrenti; vi sono imprese che appaiono incapaci di abbandonare  opzioni strategiche oramai superate. 
Oggi, il vantaggio competitivo incorpora comportamenti  strategici, rispetto ai  quali il vecchio  universo di ispirazione classica appare lontano. 
  Anche gli economisti classici parlavano di vantaggio  competitivo (5),  ma lo facevano individuando nel fattore lavoro l'elemento fondamentale che  faceva la differenza. La specializzazione produttiva di ciascuna impresa era,  quindi, il risultato della comparazione statica   dei costi di produzione misurati   in termini di unità di lavoro. 
  Già allora, tale schema rappresentava una pallida  rappresentazione della realtà e, soprattutto, non prendeva in considerazione la  capacità del mondo dell'impresa di mutare, al mutare delle condizioni  dell'economia, della scienza, dei mercati; non prendeva in considerazione le  leggi del darwinismo economico. 
      
  L'economista statunitense Michael E. Porter è stato il  primo ad affermare che il vantaggio competitivo è alla base del successo di  un'impresa che operi in un mercato competitivo; oggi più che mai.  In tutto il mondo, infatti, le imprese si  confrontano con tassi di crescita che tendono a diminuire e con concorrenti  globali e hanno capito che il tempo in cui la "torta continuava a crescere  e ce n'era abbastanza per tutti", forse, è finito. 
Giova osservare che uno dei guru del marketing d'impresa, Regis McKenna, sostiene che, oggi, non si puņ parlare di vantaggio competitivo se non si fanno i conti con due elementi.
Il grande  balzo in avanti della tecnologia, che ha  cambiato le abitudini dei consumatori e modificato i mercati.  A esempio,  in tre anni il mercato dei CD musicali è crollato perché i clienti scaricano la  musica da internet a 99 centesimi e la scambiano con gli amici. Come, nel passato,  il passaggio dal vinile al CD ha modificato le abitudini dei consumatori, così  l’I-Pod è diventato il simbolo di una nuova era, rendendo i CD obsoleti.  Lo  stesso può dirsi dei telefoni cellulari che, non solo hanno reso obsoleti i  telefoni via cavo, ma hanno cambiato sostanzialmente le abitudini di vita delle  persone. YouTube è diventata la grande televisione interattiva e planetaria che porrà alle case cinematografiche gli stessi problemi posti alle case discografiche dalla musica on-line; giova notare che il sito è molto utilizzato dai politici che vi illustrano i propri programmi elettorali e dagli avversari politici che li attaccano. La diffusione delle reti a larga banda, il miliardo e trecentomilioni  utenti internet, il continuo aumento delle capacità di calcolo e memorizzazione  accompagnati dalla riduzione delle dimensioni dei processori, l’affermarsi del  digitale hanno avuto un grande impatto sulle imprese e chi non si prepara al  cambiamento è destinato a soccombere. Nel campo dei materiali, l'introduzione delle nanotecnologie ha già rivoluzionato la produzione di farmaci, cosmetici, pneumatici, vernici, lavatrici; sono oltre 600 i nuovi prodotti messi a punto con questa tecnologia che sta velocemente entrando in quasi tutti i settori della produzione industriale.Con le nanotecnologie si possono ottenere prestazioni ampiamente superiori a quelle ottenibili con i materiali convenzionali e, anche in questo caso, se le imprese non interiorizzano questa tecnologia avranno amare sorprese. Entrando nel campo delle innovazioni future da qualche tempo si sente parlare del "computer quantistico"; l'ingresso nel settore informatico di un dispositivo in grado di effettuare un milione di operazioni in parallelo aprirà opportunità infinite, come porrà infiniti problemi al settore stesso poiché con questi dispositivi sarà possibile decriptare e saltare le barriere protettive di qualsiasi sistema informatico. Nel Sito Impresa Oggi abbiamo sempre affermato che l'innovazione è lo strumento principale del vantaggio competitivo, così come siamo sempre stati consapevoli che il marketing debba muoversi in completa sintonia con l'innovazione.
 La crescente  globalizzazione del mercato. L’ingresso  di tre miliardi di persone da Sud America, Cina e India, costituiscono una  formidabile spinta al cambiamento. All’esplosione del mercato potenziale a  tutto il pianeta è seguita, grazie alla tecnologia, l’implosione del mercato  nel villaggio globale. Anche in questo caso l'impresa dovrà trasformarsi per essere in grado di affrontare le sfide della globalizzazione acquisendo un vantaggio competitivo rispetto a quelle imprese che saranno più lente a recepire questo messaggio. 
Per approfondire le caratteristiche che dovrebbero distinguere l'impresa moderna si rimanda al seguente successo editoriale: L'impresa in un mercato che cambia. 
Eugenio Caruso 
 
  
 
1 Kaizen è il miglioramento ottenuto con il  coinvolgimento di tutto il personale dell'impresa e si realizza per piccoli passi. Richiede  grande impegno da parte del personale e modesti investimenti.
 
2 Salti in avanti, letteralmente penetrazione  nell'incognita del futuro.
3 Non a caso il prof. T. Asak afferma che «la  qualità totale è l'applicazione del buon senso».
4 Massachusetts Institute of Technology.
5 Alla fine del XIX secolo si parlava di  vantaggi comparati.
				Tratto da Eugenio Caruso, Come vincere le sfide della concorrenza, Teniche Nuove, 2003
			
				http://www.tecnichenuove.com