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La creatività, fondamento dell'impresa eccellente


L'uso dei sei cappelli è, come già detto, uno stratagemma psicologico, ma, da quanto si è visto, l'uso del pensiero secondo mappature, dovrebbe diventare una consuetudine in ogni meeting, discussione, documento programmatico che coinvolgano in qualche modo la gestione di un'impresa.
L'impresa moderna poggia più sulle risorse umane e sull'intelligenza, che sui beni materiali; ebbene queste risorse umane e queste intelligenze devono anche essere messe in condizioni di sfruttare al meglio il proprio potenziale intellettuale.
È frequente, viceversa, imbattersi in ricerche di marketing, piani di marketing, business plan, disarticolati e confusi, nei quali sono mescolati dati oggettivi, sensazioni personali, analisi finanziarie, suggestioni, senza un percorso di facile "leggibilità".

3. Introduzione al pensiero laterale

E' noto che le reti nervose del cervello consentono alle informazioni in arrivo di organizzarsi in una sequenza di stati. Con il passare del tempo ciascuna sequenza diventa una sorta di modello preferenziale; ogni volta che dal bacino di raccolta degli stimoli esterni viene fatto scattare un modello noi pensiamo, analizziamo, critichiamo in base alle esperienze precedenti, pertanto, quando osserviamo il mondo esterno siamo pronti a vederlo in funzione dei nostri modelli precostituiti.. La capacità delle reti neurali di formare e utilizzare modelli è alla base della nostra vita. Questo comportamento "condizionato" del cervello spiega perché la pura analisi delle informazioni non può produrre idee nuove, ma occorre sfruttare un altro parametro, la creatività.
Ma cosa accade se lungo una sequenza lineare di un modello esiste una deviazione laterale? Lungo la sequenza, arrivati alla deviazione, dovremmo fermarci per analizzare quale direzione seguire. Se così fosse, la nostra vita avrebbe un andamento esasperatamente lento. In pratica, però, questa condizione non si presenta mai perché il percorso principale prevale sulla deviazione e il pensiero scorre lungo quel percorso lineare; tuttavia se dovessimo entrare nella deviazione da un'altra strada potremmo seguire a ritroso questo percorso fino al punto di partenza.
 Seguimo il percorso del pensiero lineare da A a B. Improvvisamente la nostra mente si porta su un percorso parallelo laterale, nel punto C. I percorsi da A a B e da C ad A sono semplici e diretti, mentre quello da a B a C può essere molto tortuoso, ed è proprio da questa configurazione asimmetrica che ha origine la creatività. Ad esempio una battuta umoristica segue un tragitto logico da A a B (l'inizio del racconto), poi compie un salto «apparentemente illogico» da B a C (la battuta che nessuno si aspetta), che mostra invece la sua logica nel tragitto da C ad A (la comprensione a posteriori della battuta).
Lo schema dell'umorismo è anche il modello della creatività. La sequenza della nostra esperienza ci fa vedere le cose in un certo modo e ci aspettiamo che le cose procedano in quel dato modo (percorso da A a B), tuttavia se riusciamo a deviare dal tracciato principale a quello laterale (da B a C), possiamo risalire al punto di partenza A e avere un'intuizione creativa, in quanto abbiamo seguito un percorso al di fuori dei modelli preferenziali della mente.
Da questa analisi nasce in De Bono l'espressione pensiero laterale, nel senso di deviazione dai modelli concettuali abituali che si seguono nel pensiero normale. E' opportuno notare che, servendoci di questo modello, ogni idea creativa risponde sempre ad una logica a posteriori, infatti si può tornare al punto di partenza A; se invece dopo un salto laterale non si è in grado di ritornare al punto di partenza (non si riesce a dare una spiegazione ex-post) vuol dire che non siamo in grado di inserire quell'idea nel quadro attuale delle nostre conoscenze.
In sintesi il cervello è un sistema che consente alle informazioni in arrivo di organizzarsi secondo modelli. Una volta che i modelli si sono formati, con i loro ampi bacini di raccolta, noi li utilizziamo nel processo noto come percezione. Questi modelli non sono simmetrici ed è proprio questa mancanza di simmetria che dà luogo alla creatività.

4. Tecniche e strumenti del pensiero laterale

Coerentemente con il modello dei sei cappelli, De Bono afferma che l'atto della creatività richiede, innanzitutto, una predisposizione mentale verso tale processo e un impegno specifico (indossare il cappello verde). Come secondo strumento, De Bono, in sostituzione dell'utilizzo della tecnica del pensiero laterale, suggerisce di sfruttare la pausa creativa; è sufficiente fermarsi a riflettere e lasciare vagare la mente in libertà per un breve lasso di tempo, senza necessariamente focalizzarsi su un argomento specifico, e poi riprendere il corso dei propri pensieri. Non ci si deve sentire costretti ad ottenere un risultato immediato, la pausa creativa può essere fine a se stessa ed avere il carattere della casualità.

L'uso della tecnica del pensiero laterale è invece una metodologia che ci consente di effettuare un salto logico dal punto B al punto C.

Esistono diverse possibilità di uscire dai confini dell'esperienza passata e della "ragionevolezza"; si può saltare fuori da tali confini per caso, per sbaglio, per pazzia oppure per effetto di una provocazione intenzionale o di un paradosso (1).

Poiché non possiamo fare affidamento agli altri parametri, per uscire dagli schemi dei modelli precostituiti dovremo affidarci alla provocazione voluta, al paradosso, dovremo sforzarci di essere "irrazionali". La provocazione o il paradosso possono farci raggiungere uno stato instabile (un punto H, ad esempio), nella posizione H può nascere una nuova idea che ci consente di riassumere uno stato stabile (la posizione C), esattamente come in chimica, se si vuol passare da uno stato stabile A ad un altro stato stabile C, spesso occorre passare per una fase intermedia B di un composto instabile.

Un esempio di provocazione può essere «Mandiamo i nostri clienti dai concorrenti»; partendo da questa provocazione un'impresa, conosciuta dall'autore, è riuscita a conquistare la leadership nel proprio settore di mercato. Essa aveva adottato la tecnica di esaltare ai clienti "scomodi" l'abilità dei propri concorrenti.
Quando si pensa, normalmente, ogni fase del pensiero è strettamente collegata a quella precedente e quando si arriva ad una soluzione questa dipende dalla validità di ognuna delle fasi precedenti.
Nel caso della provocazione ci si sposta da un punto di una sequenza logica verso una provocazione, nell'esempio citato, «Mandiamo i nostri clienti dalla concorrenza», e da questa ad un'idea, «Mandiamo dalla concorrenza i clienti che non pagano, i clienti che ti fanno perdere tempo, i clienti in crisi finanziaria ecc». La validità di questo risultato non può mai essere giustificata dal cammino percorso, ma se riusciamo a risalire con il pensiero al punto di partenza ci rendiamo conto, a posteriori, della validità logica del risultato «Dobbiamo operare in modo tale che i nostri clienti siano migliori di quelli della concorrenza. Potremmo pertanto mandare dalla concorrenza i nostri peggiori clienti».
Il cervello funziona seguendo schemi prestabiliti e questa è la vera essenza dell'eccellenza del cervello; al tempo stesso, per essere creativi dobbiamo trovare il modo di uscire da questi schemi.
Giova notare che fare un'ipotesi è molto diverso dal creare una provocazione. Sia le ipotesi che le provocazioni sono speculazioni che costruiamo nella nostra mente e che utilizziamo per migliorare il nostro modo di pensare in merito ad un problema, ma mentre le ipotesi cercano di guidare le nostre percezioni in una certa direzione, le provocazioni tendono a far deviare le nostre percezioni dalla loro direzione abituale.

La provocazione può nascere in modo spontaneo e involontario oppure con atto deliberato e formale.
   
    Per ottenere provocazioni deliberate si possono utilizzare una serie di metodi.

  • La fuga. Normalmente si dànno per scontate una serie di osservazioni (si va in ufficio per lavorare, un motore elettrico consuma elettricità, i ristoranti servono cibi); si può "fuggire" da tutto ciò che è dato per scontato per creare una provocazione. «Si va in ufficio per divertirsi».  «Un motore elettrico ad acqua». «Al ristorante si portano i cibi».
  • L'inversione. Osservare il modo in cui si fa una cosa e poi procedere nella direzione opposta. «Il telefono suona continuamente e cessa di suonare quando qualcuno chiama ».
  • L'esagerazione. Questo metodo si avvale di numeri e dimensioni, esagerando la condizione normale. «Ogni abitazione ha 100 telefoni».
  • La distorsione. In tutte le situazioni esistono relazioni normali tra le parti in causa e normali sequenze temporali. La distorsione modifica questi ordinamenti. «Sigillare una lettera dopo averla impostata».
  • La pia illusione. Si tratta di un'idea fantasiosa e positiva. «Comprando un biglietto di una compagnia aerea ne diventi azionista».
  • La tecnica delle parole casuali. Si tratta di abbinare alla parola oggetto del nostro focus, parole casuali; il nostro cervello ha una grande capacità di stabilire collegamenti e, quindi, provocazioni, anche se la parola casuale sembra molto remota dall'oggetto del nostro focus.

5. Il movimento

 Se fossero sottoposte a giudizio, le provocazioni (del tipo «Mandiamo i nostri clienti dalla concorrenza»), dovrebbero essere scartate immediatamente; ma in soccorso del pensiero creativo interviene il movimento, che si sostituisce al giudizio.
La differenza tra giudizio e movimento è la seguente: nel caso del giudizio, quando abbiamo un'idea la confrontiamo con i modelli frutto della nostra esperienza e se l'idea non si adatta a questi modelli la respingiamo. Nel caso del movimento, quando ci viene un'idea, non ci interessa se vada d'accordo con la nostra esperienza passata, ma ci interessa  solo capire dove essa ci può portare.
Senza il movimento non ha senso utilizzare la provocazione. Nella sua accezione generale "movimento" implica, quindi, la volontà di procedere avanti con intento esplorativo, anziché fermarsi a giudicare se qualcosa è giusta o sbagliata.

Tra i tanti esempi riportati da De Bono è interessante il seguente. Un creativo di un'agenzia pubblicitaria sta cercando un nuovo strumento pubblicitario con la tecnica del pensiero laterale. Esprime la seguente provocazione: «Ritorniamo al banditore pubblico». Da questa provocazione con il movimento risale a diversi concetti.

  • Il banditore pubblico può andare dove c'è la gente.
  • Il banditore pubblico può modificare il messaggio in funzione degli ascoltatori.
  • Il banditore pubblico può rispondere alle domande.
  • Il banditore pubblico è sempre aggiornato.
  • Il banditore pubblico non si può spegnere.

Tra i vari concetti presi in considerazione utilizza: «Il banditore pubblico non si può spegnere». A questo punto, sempre  con la tecnica del movimento, il creativo abbandona l'idea del banditore pubblico e cerca un mezzo di comunicazione promozionale che non si possa spegnere; questo gli fa venire in mente il telefono. Il passo successivo è quello di proporre un abbonamento telefonico a costi zero, in cambio di brevi messaggi pubblicitari introdotti durante le conversazioni. Strumento pubblicitario che è stato, recentemente, introdotto anche in Italia.
Durante un'esercitazione coordinata da De Bono qualcuno fece la seguente affermazione provocatoria «Le macchine hanno le ruote quadrate». Con la tecnica del movimento il gruppo di lavoro arrivò ad ipotizzare una macchina con le sospensioni intelligenti, atte ad ammortizzare i colpi derivanti dalla "rotazione" di ruote quadrate. Come è noto questa tecnica delle sospensioni intelligenti è adoperata nelle macchine della Formula 1.

6. Modelli di creatività

    La creatività si realizza in due diverse modalità, la creatività "quotidiana" che diventa parte del pensiero normale e può essere applicata in qualsiasi situazione che richieda riflessione. La creatività specifica, che si utilizza quando esiste un'esigenza ben definita.

    Nel primo caso la creatività non richiede un impegno formale e intenzionale, ma diventa parte del pensiero ordinario. Questa predisposizione può, generalmente, essere messa in relazione a specifiche tecniche e metodologie.

  • La pausa creativa. E' la disponibilità a fermarsi, durante il corso delle proprie attività, e lasciare libera la mente di vagare a piacimento.
  • La sfida. E' un elemento fondamentale della creatività "quotidiana". «Perché dobbiamo lavorare in questo modo? ». «C'è un modo migliore? ». «Esaminiamo questa possibilità».
  • La focalizzazione semplice. Comporta la definizione di un'esigenza. «Vorrei trovare alcune idee nuove in merito a questo punto o a questo scopo».
  • Le alternative. La ricerca delle alternative "insolite" fornisce l'occasione più ovvia per la creatività quotidiana. La creatività quotidiana favorisce maggiormente l'individuazione del massimo numero possibile di alternative, piuttosto che l'esame approfondito di ogni alternativa.
  • La provocazione. Quando la predisposizione alla creatività è ben radicata, la provocazione diventa parte della creatività di tutti i giorni. La disposizione naturale verso la provocazione ha due aspetti.
  • Ritenere che persino dalle idee più improbabili possa venire qualcosa di utile se ci si impegna nell'operazione mentale del movimento.
  • Credere che valga la pena predisporre idee provocatorie per scuotere la mente e farla uscire dai soliti modelli.
  • La sensibilizzazione. Se l'imprenditore di una Pmi o il management di una grande impresa dimostrano il loro diretto e personale interesse nella creatività, questa si diffonde in tutta l'azienda.
  • La formazione. Mediante l'addestramento nelle tecniche formali del pensiero laterale è possibile promuovere lo sviluppo della creatività quotidiana.

Nel caso della creatività specifica si ha un focus o compito creativo ben definito, a cui fa seguito un impegno sistematico e deliberato di generare nuove idee e nuovi concetti relativi a quel focus; in tal caso la creatività va imbrigliata per la soluzione di uno specifico problema.

La creatività specifica ha tre aspetti.

  • Definizione del focus o compito creativo. Alcuni problemi sorgono e si identificano da soli, ma esistono dei metodi, messi a punto da specialisti delle metodologie del pensiero creativo, atti a far emergere focus creativi.
  • Strutture per il pensiero creativo. Una volta definito, il focus può essere sottoposto all'esame del pensiero creativo. Questo può essere condotto in gruppo o individualmente. Può essere svolto nell'ambito di strutture esistenti, quali i circoli della qualità, oppure nell'ambito di gruppi creati ad-hoc.
  • Valutazione e attuazione. Il gruppo al quale è affidato l'esame del focus creativo può essere anche coinvolto nella valutazione delle idee emerse nel corso della sessione creativa. In questi casi il processo è continuo. Se il gruppo pensante è diverso dal gruppo responsabile dell'attuazione, occorre fare attenzione al trasferimento delle idee, in modo da non creare incomprensioni e attriti tra i due gruppi. Alcune unità aziendali (marketing, R&S, sviluppo nuovi prodotti, sviluppo strategie) hanno un gran bisogno della creatività quotidiana, ma hanno anche bisogno della creatività specifica. Questi gruppi sono spesso riluttanti a definire focus creativi e ad impegnarsi deliberatamente in modo creativo in quanto ritengono che, spendendo parte del loro tempo nella creatività quotidiana, non abbiano bisogno di un impegno creativo specifico. L'atteggiamento è errato perché anche gli individui più creativi possono trarre grande giovamento dalla natura intenzionale e guidata della creatività specifica.

Eugenio Caruso

Tratto da L'eccellenza nelle imprese


(1) Già affermava il filosofo danese Kierkegaard «Il paradosso è la fonte di ispirazione del pensatore e il pensatore senza paradosso è come un amante senza sentimento, un'insignificante mediocrità»


Tratto da Eugenio Carusi, L'eccellenza nelle imprese, Franco Angeli, 2000

http://www.francoangeli.it


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