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Comunicazione d'impresa. N.2 - La rivista specializzataLa teoria stabilisce cosa debba essere osservato. Einstein
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Le riviste specializzate nel proprio settore sono … |
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Utili per tenersi aggiornati |
89,1% |
Utili per capire come cambia il settore |
83,4% |
Utili per conoscere le opinioni di esperti |
76,0% |
Utili per conoscere nuovi prodotti o soluzioni |
75,8% |
Interessanti |
75,4% |
Utili per conoscere innovazioni scientifiche, tecnologiche, organizzative |
74,3% |
Utili per sapere come cambiano leggi e norme italiane ed europee |
71,5% |
Utili per chi vuole arricchire le proprie conoscenze scolastiche |
58,5% |
Indispensabili perché non esistono altri strumenti di informazione specializzati |
28,6% |
Utili per trovare o cambiare più facilmente lavoro |
25,4% |
Affrontando il problema, sulla base delle risposte ottenute anche con altre domande, si ricava che:
Nell’ambito del citato convegno gli operatori hanno concordato sull’ipotesi che, nel prossimo futuro, caduta la falsa idea che non esiste pubblicità se non con la televisione, il modo di fare pubblicità cambierà e la stampa giocherà un ruolo sempre più importante.
La stampa tecnica specializzata, infatti, è il primo vero grande bacino dove depositare il seme di un prodotto che vuole arrivare ad essere leader di mercato.
(1) Anche sotto la spinta della nuova politica delle poste italiane che ha reso più oneroso l’invio della carta stampata.
(2) Molte imprese creano una lista di distribuzione di ciascuna rivista tra le persone interessate alla sua consultazione.

Come illustrato finora gli articoli della rivista specializzata rivestono un ruolo rilevante nell’ambito della formazione continua delle risorse umane, sia dell’impresa, sia della pubblica amministrazione.
Pertanto tali articoli devono soddisfare una serie di requisiti.
Nel mio percorso professionale mi è capitato spesso di svolgere il compito di supervisore interno di articoli scientifici o tecnici e di referee per riviste italiane e straniere. Ho avuto, pertanto, l’occasione di constatare che, a volte, gli articoli scritti dalle strutture tecniche sono pesanti e poco chiari.
La mia esperienza parte dal periodo in cui, giovane professore universitario, ero stato accolto sotto la protezione di un professore anziano che non perdeva, però, occasione di umiliarmi (così credevo) mostrandomi come fossero poco chiari gli articoli scientifici che mi apprestavo ad inviare a qualche rivista.
Il rispetto che provavo per il mio mentore mi consentì di far tacere l’orgoglio e di imparare a scrivere un articolo tecnico o scientifico, avendo come obiettivi i seguenti punti.
Con il tempo si acquisiscono le tecniche della comunicazione scritta e ciascuno può elaborare il proprio articolo secondo i vari schemi che si trovano nei manuali della comunicazione.
Io personalmente, ho elaborato il seguente schema, che, con alcune semplici regole, consente di rendere gli articoli "leggibili".
Articolare l'elaborato in tre periodi.
Altre regole sono.
Ulteriori regole importanti per la compilazione di un buon articolo tecnico scientifico sono.
Un ruolo altrettanto importante svolge, nella rivista specializzata, l’inserzione pubblicitaria. Basta pensare che gli investimenti pubblicitari nei giornali di settore sono in continua crescita segnando addirittura un +30% nel 2005.
In generale, in questo ambito la pubblicità non sottostà alle regole e alle mode imposte dagli art directors perché, anch’essa, svolge un ruolo prevalentemente informativo, anche se non può sfuggire ad alcuni principi base che la rendono efficace.
Decenni di pubblicità e di esperienze sul campo hanno mostrato, infatti, l'importanza degli aspetti scientifici della pubblicità.
Oggi si sa come e perché la pubblicità funziona, come costruire una strategia della pubblicità che dia ai creativi la possibilità di sviluppare il proprio ingegno, come superare le "obiezioni" di un cliente sempre più smaliziato e preparato, come superare le critiche di coloro che affermano che la saturazione pubblicitaria porta a limitare la forza del messaggio.
Va comunque sottolineato che la pubblicità è una comunicazione persuasoria che, paradossalmente, spesso, non parte dall'impresa ma dal cliente. Infatti, mode, struttura dei bisogni, sistema dei valori, atteggiamenti, comportamenti professionali condizionano fortemente il messaggio pubblicitario in una sorta di circolo virtuoso tra i bisogni consci o inconsci dei clienti e la risposta in termini di offerta pubblicitaria.
È ovvio che il messaggio pubblicitario, destinato al cliente, raggiunge indirettamente tutto il sistema degli stakeholder, pertanto l'immagine che si vuole trasmettere deve essere chiara e veritiera, deve mettere in rilievo che l'eccellenza dell'impresa si fonda su competenze distintive reali ed essenziali per il fruitore del messaggio. Pertanto.
Occorre inoltre osservare che la crescente omogeneità e standardizzazione dell'offerta e la sua preponderanza sulla domanda, uniti ad una concorrenza, spesso sleale dei paesi di nuova industrializzazione, portano, necessariamente, a dematerializzare il messaggio pubblicitario e a creare un mondo complesso e fatto di sfumature che vanno trattate con estrema sensibilità, proprio come se il prodotto fosse una persona della quale apprezzare la personalità, il carattere, lo stile, i valori, la missione.
Tradizionalmente si distinguono, a grandi linee, due stili di messaggio pubblicitario che sono funzione del fatto che ci si voglia rivolgere alla testa o al cuore del cliente.
Lo stile emozionale tocca un vasto spettro di stati d'animo. Specialmente quando si deve vendere un bene del quale il cliente non ha un bisogno immediato e prioritario, la pubblicità deve saper offrire la risposta ai bisogni di sicurezza e di appagamento, perché essi sono gli elementi che rendono desiderabile il prodotto e, soprattutto, lo differenziano dalla concorrenza.
L’importanza dello stile emozionale è stato messo in evidenza dal rinnovato interesse dei pubblicitari (negli spot televisivi e nella cartellonistica) per i messaggi subliminali che fanno riferimento al sesso.
È interessante notare che, nel settembre 2006, Ernesto Pala, Presidente del centro media Zenith Optimedia, e quindi persona neutrale rispetto ai vari strumenti della Comunicazione, ha osservato. «Noi pubblicitari usiamo solitamente questo tipo di prodotti come complemento a campagne di più ampio respiro che coinvolgono più mezzi». Confermando che le inserzioni sulle riviste di settore sono tra le più efficaci in assoluto ha completato il proprio pensiero concludendo «A ben vedere nei momenti di maggiore intimità, come può essere quello in cui si va a letto, si porta con sé la propria rivista preferita. E, solitamente, la si legge dalla prima all’ultima pagina. In altre parole, l’empatia tra lettore e il prodotto editoriale è altissima».
Un discorso specifico merita la pubblicità nel business to business (4), in particolare quello che riguarda la piccola e media impresa.
È difficile che la piccola e media impresa abbia le risorse economiche per ricorrere alla televisione o alla radio, d'altra parte, nel b2b, anche la grande impresa, generalmente, non ha interesse a questi mezzi di comunicazione, in quanto, per lo più, poco efficaci. Fanno eccezione le multinazionali e i grandi gruppi che con la pubblicità mediatica sostengono la forza del marchio.
L'azione pubblicitaria delle piccole e medie imprese, nel b2b, si sviluppa sostanzialmente con inserzioni nelle riviste specializzate, altroché con qualche sponsorizzazione e la presenza su Internet.
S'è detto, precedentemente, che la pubblicità si articola in due momenti, quello razionale e quello emozionale.
Lo stile logico razionale è rappresentato dalla pubblicità comparativa, dalla comparazione indiretta (5), dagli articoli tecnici e dalla pubblicità che troviamo nelle riviste specialistiche.
Ma, le moderne tecniche di comunicazione fanno entrare lo stile emozionale anche in quello razionale. Sfogliando le riviste tecniche possiamo trovare compressori sui quali sono adagiate belle ragazze, impianti chimici utilizzati come strutture per acrobati da circo, macchinari con lo sfondo di una superficie lunare o di una catena montuosa. Molto apprezzata è stata, ad esempio, l’inserzione pubblicitaria di una marca di trattori, apparsa nel 2006 su riviste di settore, che mostrava la notissima locandina del film Il Signore degli Anelli ove il titolo era sostituito da Il Signore dei Trattori.
Giova, però, notare che l’abuso o il ricorso banale all’emozione possono portare ad un rifiuto da parte del potenziale cliente che si accorge dell’intento manipolatorio della comunicazione pubblicitaria..
Un’indagine condotta dall’ANES ha messo in evidenza che il 90 % degli inserzionisti delle riviste specializzate, una volta presa la decisione di avviare una campagna pubblicitaria, si rivolge direttamente alla redazione della rivista individuata come più adeguata per le proprie intenzioni comunicative.
Il rimanente 10 % si rivolge a ad uno studio di grafica pubblicitaria oppure ad un’agenzia pubblicitaria.
Io stesso ho avuto modo di verificare la professionalità dei grafici e dei creativi delle case editrici di periodici specializzati. Inoltre, una casa editrice ben strutturata è spesso in grado di offrire un servizio più completo come l’organizzazione di convegni, eventi o altre manifestazioni.
Nel caso in cui un imprenditore decida di avviare una campagna di comunicazione può pertanto affidarsi a tre soggetti.
Una volta individuato, il soggetto cui affidare l’incarico di avviare la campagna pubblicitaria, esso deve essere messo al corrente sul messaggio che si vuole trasmettere, e sul mercato target al quale si vuole far pervenire il messaggio.
Avendo come vincoli il "cosa dire" e "a chi dirlo", il soggetto attuatore si preoccupa del "come dirlo", anzitutto attraverso la scelta dei mezzi.
A livello di pianificazione della strategia pubblicitaria si suole affermare che occorre essere in grado di dare risposta alle seguenti domande: «A chi vogliamo dire cosa, perché, quando, con quali effetti».
Tuttavia la campagna pubblicitaria deve nascere sulle fondamenta di un’idea precisa del ruolo che la pubblicità deve giocare e qui si sviluppa la strategia creativa, il momento cardine della campagna pubblicitaria. Infatti la strategia creativa deve identificare gli elementi da evidenziare perché il cliente scelga quel prodotto e non quello della concorrenza.
Gli elementi sui quali agire sono sostanzialmente tre.
Occorre sottolineare che una “buona promessa” è la forza competitiva del prodotto se punta sul miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza del lavoro, sul risparmio di tempo, sulla riduzione di discussioni e riunioni, se incide sui costi e migliora la rapidità di intervento sul mercato.
(3) Frase verbosa: «Io penso che, a questo punto, sia chiaramente necessario mostrare come una frase chiara e scorrevole abbia una forza decisamente superiore ad una frase verbosa». Frase stringata: «Affronto ora l’argomento della necessità che il discorso sia chiaro e scorrevole».
(4) Ricordiamo che il business to business, spesso sintetizzato con b2b, rappresenta il rapporto di scambio tra due imprese. Si differenzia dal business to consumer (b2c) ove il rapporto è tra un’impresa e il consumatore.
(5) Ad esempio: I nostri elettro generatori funzionano a gasolio e a gas (sottinteso quelli della concorrenza no).
Parallelamente all’analisi sviluppata sulla rivista specializzata va condotta un’analisi sul libro specializzato o sul manuale tecnico.
Se la strada percorsa dalla rivista tecnica non è stata sempre scorrevole quella del libro, in generale, non lo è quasi mai.
L’ultimo rapporto Censis sui mass media conferma che gli italiani hanno un pessimo rapporto con i libri, rapporto che non accenna a migliorare se non a piccolissimi passi. Più della metà non li legge, e meno di un terzo ne legge tre in un anno. Le scelte di lettura vengono fatte in una sorta di circuito chiuso: si legge quasi "sempre lo stesso genere" (41%), o "si segue un autore" (38%), o "un determinato tema" (29%). Eppure non è un problema di costo, vi fa cenno solo il 18% degli intervistati dai ricercatori del Censis.
È opportuno, però, considerare che il rapporto non tiene conto dei libri venduti come allegati a quotidiani o riviste; prendendo in considerazione anche questa fetta di mercato il settore libri ha evidenziato, invece, un forte incremento nel numero di copie vendute (6); il notevole successo della vendita dei libri sotto forma di allegati dovrebbe far riflettere.
Forse non è cattivo il rapporto degli italiani con il libro, ma con le librerie; andrebbe individuata e sperimentata ogni strada che porti il libro dal lettore e non viceversa.
Una mia ricerca sul rapporto che l’impresa ha con i libri tecnici ha portato ad evidenziare alcuni aspetti negativi di tale rapporto.
La stessa ricerca mi ha portato a fare alcune valutazioni negative sulla qualità dei libri offerti dal mercato.
A fronte di questi aspetti negativi ho potuto rilevare alcuni importanti fattori positivi.
Il libro tecnico svolge un’azione importante nella strategia della Comunicazione aziendale. Infatti.
Arrivare alla prassi della lettura di libri tecnici può essere un percorso difficile, ma una volta superato l’ostacolo dell’indifferenza, della sottovalutazione o “della mancanza di tempo”, il libro svolge un’azione importante.
Esso può diventare, infatti, una sorta di detonatore di un circolo virtuoso che vede attivare una maggiore attenzione all’innovazione, un miglior approccio a manifestazioni come convegni, fiere, attività di formazione, una maggiore attenzione all’ottimizzazione dei processi, una migliore valorizzazione delle risorse umane e l’annullamento dell’eventuale gap tra le esigenze dell’azienda e le competenze del lavoratore.
Per un approfondimento del tema Comunicazione d'impresa si rimanda al seguente successo editoriale. Comunico quindi esisto.
Eugenio Caruso
13 marzo 2007
(6) È interessante notare che la casa editrice di questo volume è stata la prima, in Italia, ad allegare un libro ad una rivista.
(7) Le case editrici più avanzate utilizzano un book designer specializzato nell’ottimizzazione grafica complessiva del libro.
(8) È il circuito virtuoso “sbaglia e riprova”.
