Far pagare i servizi ecosistemici


La strada vecchia non lasciarla mai, perchè sicura è quella che i padri segnarono. Tu seguila e non infrangere le leggi dell'Universo.
Seneca, Medea


La comunicazione della Commissione europea 249 del 6 maggio 2013 Infrastrutture verdi. Rfforzare il capitale naturale in Europa definisce le infrastrutture verdi (IV) come “una rete di aree naturali e seminaturali pianificata a livello strategico con altri elementi ambientali, progettata e gestita in maniera da fornire un ampio spettro di servizi ecosistemici”. La Strategia europea sulla biodiversità si pone l’obbiettivo, entro il 2020, di preservare e valorizzare gli ecosistemi e i relativi servizi mediante l’infrastruttura verde e il ripristino di almeno il 15% degli ecosistemi degradati. La tabella di marcia per un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse indica, come elemento trainante per proteggere il capitale naturale, l’attribuzione del giusto valore ai servizi ecosistemici. I servizi ecosistemici sono, secondo la definizione data dal Millennium Ecosystem Assessment (2005), “i benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano” e si suddividono in 4 categorie:
- approvvigionamento
- regolazione
- supporto alla vita
- valori culturali.
Sulla base di queste premesse, si analizzano alcuni casi studio relativi a sistemi di valorizzazione economica delle infrastrutture verdi. Il fine è individuare possibili modalità di conservazione delle infrastrutture verdi sostenute attraverso forme di pagamento dei servizi ecosistemici (PES) da esse generati.
Il caso Vittel in Francia, pratiche agronomiche sostenibili
La fonte dell’acqua minerale Vittel si trova nella regione dei Vosgi, nel nord-est della Francia. L’utilizzo dei nitrati nelle attività agricole rischiava di contaminare le sorgenti d’acqua, pertanto Vittel, dopo una negoziazione decennale con i proprietari agricoli e forestali, ha attivato un PES affinché gli agricoltori adottassero pratiche più sostenibili. In questo modo gli agricoltori hanno potuto beneficiare di premi annuali commisurati ai mancati redditi dovuti al cambio di gestione delle pratiche agronomiche. Il PES consisteva nel pagamento di un premio di 200 euro/ha/anno e l’introduzione di altri benefici negoziati con le aziende locali (assistenza gratuita nei cambiamenti di pratiche colturali, contributo a fondo perduto fino a 150.000 euro ad azienda per il miglioramento delle infrastrutture aziendali, cancellazione dei debiti per l’acquisto dei fondi). Con il cambio di gestione delle pratiche agronomiche si è raggiunta una riduzione dei nitrati in falda e la conversione al biologico da parte di numerosi agricoltori. Inoltre 17.000 ha di mais sono stati convertiti in prati o in altre coltivazioni.
Dollars a day per l’ambiente in Alaska
L’Associazione per il turismo Alaska Wilderness Recreation and Tourism Association ha avviato l’iniziativa Dollars a day. Il programma è rivolto a tutte le associazioni di promozione e gestione turistica dell’Alaska. Ogni associazione che partecipa al programma offre ai propri clienti la possibilità di donare un dollaro o più aggiuntivo alla propria fattura che verrà devoluto a un fondo per la conservazione dell’ambiente naturale dell’Alaska. Nel primo anno di attuazione del programma hanno partecipato 35 associazioni turistiche raccogliendo oltre 25.000 dollari devoluti a organizzazioni per la conservazione del territorio.
La tassa “water penny” in Germania
La tassazione water penny nella regione della Bassa Sassonia, in Germania, riguarda una supercie agricola di 300.000 ettari e coinvolge 12.000 agricoltori. Un regolamento regionale volto ad abbassare l’inquinamento della falda acquifera ha dato la possibilità alle multiutility di inserire nella bolletta dell’acqua potabile una tassa nota come water penny, il cui ammontare viene reinvestito dalle multiutility in pagamenti diretti agli agricoltori per la conversione al biologico, la diminuzione di input chimici, il ripristino di aree umide e di ecosistemi fluviali. Annualmente la water penny raccoglie circa 30 milioni di euro.
La prevenzione incendi nel golfo di Saint-Tropez
Il Dipartimento forestale dell’Unione comunale polivalente francese (Sivom) ha revisionato il piano di prevenzione dagli incendi identificando due beni non sufficientemente protetti: la diga di La Verne e la foresta di Maures. La foresta demaniale del massiccio dei Maures, nell’area intorno alla diga di La Verne, soffre di un alto rischio di incendi, che generano effetti negativi anche sulla qualità dell’acqua del bacino. La diga di La Verne fornisce acqua potabile a 9 comuni del golfo di Saint-Tropez ed è gestita dall’Unione per la distribuzione di acqua potabile delle Corniche des Maures. Il bacino copre un’area di 2.000 ettari. Una convenzione tra Sivom e l’Unione per la distribuzione dell’acqua potabile prevede interventi di protezione della zona boschiva del bacino idrico. L’Unione per la distribuzione dell’acqua potabile garantisce un autofinanziamento pari al 20% del lavoro di creazione di nuovi spazi/rimozione/piantumazione e al 40% del lavoro di manutenzione, per un ammontare complessivo di 50.000 euro. Tale contributo corrisponde a 6,25 euro per ettaro all’anno.
Risorse dai permessi della raccolta funghi in Liguria
La Regione Liguria promuove la costituzione di consorzi volontari tra i proprietari, pubblici e privati, dei boschi, per la ricerca, la raccolta e la vendita dei funghi e per la conduzione della produzione agricola connessa. La ricerca e la raccolta dei funghi sono riservati, nei boschi e nei terreni appartenenti ai soggetti consorziati, ai soci partecipanti o a persone da questi autorizzate mediante il rilascio di appositi tesserini a pagamento. Una legge regionale stabilisce che i proventi derivanti dalla vendita dei tesserini per la raccolta funghi vengano impiegati in misura non inferiore al 50% del loro ammontare per la realizzazione di interventi quali:
- manutenzione dei boschi
- prevenzione degli incendi
- pulizia sentieri
- promozione di marchi di qualità e origine
- attività d’informazione sulla conservazione e tutela ambientale.
Crediti di CO2 con il progetto ForCredit nel Monferrato
Il progetto ForCredit nasce nel 2011 per iniziativa della Fondazione Fenoglio, centro studi piemontese che si occupa della promozione di politiche per l’ambiente in ambito regionale. L’iniziativa lega l’impronta di carbonio delle aziende a progetti di gestione forestale di alcune aree boschive il cui scopo è quello di accrescere gli assorbimenti di carbonio consentendo al contempo un fl?usso di reddito aggiuntivo attraverso la vendita di crediti di CO2. Il progetto ForCredit si è concluso a dicembre 2013 e ha interessato le aree forestali del comune di Lemie e alcune proprietà pubbliche e private nel Monferrato Astigiano. Nel comune di Lemie si è concordata con un operatore di mercato, nel 2014, una transazione di crediti stimati in circa 2.800 tonnellate di CO2 equivalenti nei primi cinque anni.
Il caso di Romagna Acque per ridurre l’erosione
Il caso di Romagna Acque riguarda la diga di Ridracoli e il fenomeno di erosione del suolo che causava problemi di interrimento della diga e di qualità dell’acqua. Nel 2001 la società ha attivato uno schema di pagamento per incoraggiare i proprietari di boschi ad adottare pratiche sostenibili di gestione forestale, che riducono l’erosione del suolo. L’ammontare del pagamento iniziale è stato di circa 200 euro/ha, sceso a 100 euro/ha dopo un paio d’anni, che corrispondevano al 7% e al 3% delle entrate della fattura dell’acqua.
Questi casi ci dimostrano come, attraverso l’attuazione di forme di pagamento dei servizi ecosisitemici, sia possibile applicare meccanismi di mercato finalizzati alla conservazione del capitale naturale.

Enrico Cancila, Alessandro Bosso, Irene Sabbadini

Ervet (Emilia-Romagna valorizzazione economica territorio)

da www.arpa.emr.it/ecoscienza

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Impresa Oggi - 15 maggio-2015


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