Un nuovo modello di impresa sociale.


La virtù ha le sue dolcezze in mezzo alle asperità che la circondano.
Confucio, I detti


Uno dei più innovativi modelli di impresa 3.0 è caratterizzato dai cosiddetti Commons collaborativi; una logica derivazione del modello economico dell’accesso. Si tratta di un modello legato all’accesso a servizi, realizzati e prodotti da prosumers.
Di esempi ce ne sono a migliaia. Si parte dalla rivoluzione nel mondo dell’informazione e della comunicazione, dove oggi milioni di persone sono in grado di realizzare musica, video, notizie, a costi marginali vicini allo zero e di renderli disponibili gratuitamente in tutto il pianeta. Così sta succedendo all’energia. Migliaia di abitazioni in Germania e Danimarca producono esclusivamente l’energia elettrica necessaria grazie alle rinnovabili, immettendola in rete, così da essere disponibile per l’intero sistema e dove ce n’è più bisogno. Questo ha ridotto la dipendenza dai combustibili fossili e aperto una nuova era, ovvero quella dell’internet dell’energia. E così ai trasporti. Già oggi grazie ai sistemi di condivisione dell’auto, si possono eliminare 15 auto ogni auto condivisa. Secondo Larry Burns, ex vicepresidente di General Motors, siamo già in grado di eliminare l’80 per cento delle auto in circolazione. “Pensate cosa significa eliminare dalla circolazione più della metà della auto”, sottolinea Rifkin nel suo La società a costo marginale zero.
In una società così delineata si risparmieranno risorse, energia e materie prime, con un fortissimo impulso alla riduzione delle emissioni e della nostra impronta ecologica, senza rinunciare a benessere e consumi.
Troviamo Commons nella finanza con il cosiddetto crowfunding. Kickstarter, la principale iniziativa ha visto la luce nel 2009, allo scopo di contrastare la crisi bancaria. La società di “prestito sociale paritario” raccoglie via web capitale finanziario da gente comune, anche piccole somme di qualche decina di dollari. Chi ha un progetto lo espone su un sito internet indicando un termine entro il quale i fondi per il progetto devono essere disponibili. Se alla scadenza del termine le condizioni per avviare il progetto non si sono realizzate i fondi non vengono erogati. Nel novembre 2013, grazie a Kickstarter erano stati finanziati 51.000 progetti, per un successo delle iniziative del 44% e un totale di 871 milioni di dollari di investimenti. I finanziatori possono dare denaro a titolo gratuito o ricevere interessi o altro nel caso di successo del progetto.
Nel campo dell’abbigliamento ThredUP consente ai soci di scambiarsi capi di abbigliamento che si presentino come nuovi. Chi deroga viene eliminato dalla lista dei soci.
Esiste poi l’enorme bacino delle valute alternative; valute che possono essere: tempo da dedicare a qualche iniziativa, cure mediche, collaborazioni, beni e servizi; queste iniziative partono dal principio che chi dà qualcosa riceve qualcosa.


Eugenio Caruso - 7 luglio 2015

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