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Un orizzonte roseo per l'economia mondiale del 2007

I rapporti delle agenzie di rating, delle banche nazionali e centrali, degli Istituti di analisi internazionali e degli Istituti di statistica riportano che nel corso del 2006 l’economia mondiale si è sviluppata ad un ritmo sostenuto e che anche il 2007 è partito con lo stesso passo.

Sul fronte dell’Unione Europea si è assistito ad un trend positivo, come da tempo non si vedeva, e la Germania ha riacquistato il proprio ruolo di locomotiva d’Europa; l’area dell’euro si è agganciata saldamente all’espansione mondiale, anche se con tassi di crescita più contenuti.

Gli analisti più accreditati sostengono  che l’attuale fase espansiva dell’Europa si fonda su basi più solide rispetto a quelle del passato: la crescita dell’UE sarebbe, infatti, sostenuta da un deciso recupero del settore industriale favorito sia dal ciclo internazionale positivo, sia dall’accelerazione del commercio mondiale. Il recupero industriale delle imprese europee è da attribuirsi, anche, agli investimenti in R&S e in nuove tecnologie, ai nuovi assetti organizzativi e alle liberalizzazioni attuate, iniziative che hanno consentito di ampliare il gap tecnologico-organizzativo con i paesi emergenti.

In questo scenario incoraggiante, dai primi mesi del 2006, gli Stati Uniti d’America hanno mostrato in modo convincente di trovarsi in uno stato di buona salute, dando impulsi positivi ai mercati, peraltro, già orientati positivamente.

Spostandoci all’Oriente,  si nota che il Giappone sta vivendo il suo miglior momento di crescita, come non si vedeva dagli anni novanta, e mostra un trend che lo porterebbe a raddoppiare i propri investimenti all’estero nell’arco di un triennio. Per la Cina è prevista un’ulteriore crescita, sia sull’onda dell’ininterrotta espansione delle esportazioni, sia sull’incremento degli investimenti nazionali ed esteri nel sistema produttivo. L’India, dopo aver fatto registrare una crescita costante negli ultimi quattro anni, beneficerà, nel 2007, dell’ulteriore sviluppo del settore terziario e, in particolare, del comparto dell’Information and Communication Technology.

A fronte di uno scenario particolarmente positivo, persistono alcuni elementi di preoccupazione dovuti all’instabilità geo-politica del Medio Oriente, alle tensioni inflazionistiche, al continuo aumento dei prezzi del petrolio e delle materie prime, il carburante di tutte le imprese industriali.

Il made in Italy ha ripreso a correre, ma le imprese italiane devono persistere nell’individuare e monitorare quelle nicchie di mercato che si stanno creando in tutti i paesi del mondo, e nello sfruttare le occasioni offerte da una domanda mondiale sempre più dinamica e aperta a nuove idee e opportunità.

Le principali Organizzazioni Internazionali prevedono, per l’economia mondiale, nel quinquennio 2007-2011 una crescita annua media del 4.3%. Per l’area euro si prevede una crescita del 2,1%, lievemente superiore a quella registrata nel triennio 2004-2006. Il commercio mondiale dovrebbe, nel quinquennio, mettere  a segno un incremento medio del 7,8%.

Revisione del 30 aprile
L’obiettivo di una crescita europea del 3 per cento nel 2007 ha buone probabilità di riuscita. Se nei giorni scorsi erano stati gli economisti della Bce a rialzare per primi le previsioni di crescita dell'area euro, subito dopo sono arrivati quelli di Goldman Sachs che sono stati ancora più ottimisti. Contro una stima del 2007 pari al 2,5 per cento di crescita della Bce, Goldman Sachs si è spinta a ipotizzare una crescita del 2,7 per cento. Un valore molto vicino al 2,8 per cento realizzato nel 2006.
Ma siamo appena a maggio e quindi sono possibili altre revisioni al rialzo. Anzi, c'è chi ne è quasi sicuro sulla base di un semplice ragionamento. La crescita finirà, nel giro di qualche mese, per tradursi in aumenti salariali, in investimenti da parte delle imprese e in nuovi posti di lavoro. Quindi in una maggior capacità di spesa dei consumatori, e questo dovrebbe far decollare anche la domanda interna, che oggi è l’elemento critico della ripresa europea.
Pertanto, non è azzardato sostenere che il 2007 potrebbe chiudersi con una crescita europea del 3 per cento o anche più. Se questa è la situazione dell'area euro, quella italiana non è molto diversa. Anche qui non è esagerato pensare a una crescita a fine 2007 del 3 per cento. E questo sarebbe un grandissimo risultato dopo il 2 per cento del 2006. Per ottenere questo risultato non manca molto. Le esportazioni vanno bene, le imprese si sono riorganizzate in modo adeguato, la produttività sta migliorando.
Il paese, trainato dalla ripresa mondiale, si è risvegliato, ha voglia di crescere e ne ha anche i mezzi. Tutto quello che gli serve è un quadro esterno di riferimento (la politica) che sia fonte di tranquillità e di certezze e non di inquietudine e vaghe promesse.

5 aprile 2007-04-07
Eugenio Caruso

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