La crisi che attanaglia il Veneto.

Sta attraversando una tempesta che sembra coinvolgere le sue banche e imprese senza esclusioni di colpi, eppure è sempre stata una regione con un’economia fortemente radicata sul territorio, sostenuta dal credito e capace di raggiungere mercati lontani. Non solo.
Il Veneto, ha registrato un reddito pro capite tra i più alti nella Penisola e ha mantenuto un livello di disoccupazione tra i più bassi. Dai tempi del G4, che in Europa riunisce i big Francia, Italia, Germania e Gran Bretagna, il Veneto ha distanziato le altre regioni italiane.
Adesso quelle energie sembrano esaurite, quel vento in poppa indebolito, quella forza d’impresa scemata e il credito tramutato in una serie di vuote spirali burocratiche tra firme, ipoteche, protocolli, garanzie.
Dalla presenza stabile delle banche per offrire sostegno si è arrivati, all’opposto, al loro ritiro frettoloso dalla scena economica portandosi via i risparmi di tanti. Come uscire da questa tempesta? Non ce n’è una rotta sicura da seguire ma forse ce n’è qualcuna che dà maggiori garanzie di riscossa: ricordando per esempio che, tradizionalmente, tutti i cittadini del Veneto hanno avuto rapporti con il sistema bancario locale. Questo accadeva perché il tessuto sociale aveva maglie strette, banche e aziende si conoscevano bene da vicino eliminando ogni distorsione. Gli istituti di credito facevano meticolosamente quello per cui erano nati (dare credito per l’appunto) e le imprese seguivano la loro natura creando sviluppo. Il segreto è quindi recuperare quella sintonia sul campo, in modo da incanalare nella giusta direzione l’impegno che è il marchio di fabbrica dei veneti.
In economia si dice guardare “ai fondamentali” per indicare i valori essenziali che determinano lo stato di salute di un’attività. Il Veneto torni allora ai suoi di “fondamentali”, alla sua voglia di fare, al suo dna che gli ha permesso di tagliare più traguardi di altri. Non bisogna lasciarsi intimorire ma, anzi, occorre pensare a quanto lontano si può arrivare grazie alle congiunte sinergie, e a quanto ancora questa strada possa essere la rotta giusta anche per tutte le altre Regioni, per l’Italia e per l’Europa intera.

IMPRESAOGGI - L'acquisizione, via via, delle maggiori banche venete ha portato al dissesto le banche acquirenti. Speriamo che il matrimonio tra BPM e Popolare di Verona abbia un futuro più roseo.

Editoriale da www.platinum-online.com - 19 luglio 2016


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