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2000. Il delirio di onnipotenza


Il tuo spirito devi mutare, non il cielo sotto cui vivi.
Seneca, Lettere morali a Lucilio


Con questo articolo proseguo la pubblicazione di alcuni stralci del mio libro storico-economico L'estinzione dei dinosauri di stato. Il libro racconta i primi sessant'anni della Repubblica soffermandosi sulla nascita, maturità e declino di quelle grandi istituzioni (partiti, enti economici, sindacati) che hanno caratterizzato questo periodo della nostra storia. La bibliografia sarà riportata nell'ultimo articolo di questa serie di stralci. Il libro può essere acquistato in libreria, in tutte le librerie on-line, oppure on line presso la casa editrice Mind.
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Copertina

Dal 1998 al nuovo millennio
Afferma Vespa «La tragedia sta scritta sulla Stampa di sabato 15 aprile 2000 alla vigilia delle elezioni regionali». A Gallipoli, dopo aver battuto in lungo e in largo l'Italia per sostenere il centro sinistra nelle elezioni regionali, D'Alema concede all'inviato della Stampa, Geremicca, un'intervista nella quale mostra di essere sicuro di una fragorosa vittoria che avrebbe fatto mangiare polvere agli avversari. Le previsioni del presidente del consiglio, solitamente prudente, sono per una vittoria di dieci regioni a cinque, come punteggio sicuro, undici a quattro, come probabile.
Se D'Alema si lascia andare a un pronostico così sfavillante lo deve alla fiducia che ripone nell'istituto demoscopico di Trieste, Swg, che, durante la campagna elettorale, ha sempre dato il centro sinistra in netto vantaggio. Berlusconi, invece, è confortato da Datamedia che dà il Polo vincente. La notte della domenica 16 aprile 2000, si consuma, per D'Alema, il dramma; il Polo, presentatosi come Casa della libertà. non solo domina dalle Alpi al Po, ma conquista anche Abruzzo, Puglia, Calabria e Lazio. La vittoria, in Lazio, del "federale " Storace, su "monsignor" Badaloni, è, per D'Alema, l'ultima goccia di un calice amaro.
Il pronosticato undici a quattro si è rivelato un sette a otto, Emilia, Umbria, Toscana, Marche, Basilicata e Campania, contro Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Abruzzo, Lazio, Puglia e Calabria; la parte più ricca, popolosa e produttiva del Paese ha voltato le spalle al centro sinistra. Le analisi, a posteriori, dicono che l'errore dell'Swg è stato quello di non aver tenuto conto che Berlusconi ha basato la campagna elettorale sulla "Scelta di campo", più che sui nomi dei singoli candidati e questo spiega le sconfitte di Cacciari, della Turco, di Badaloni. In ogni regione italiana giganteggiano i poster di Berlusconi, non quelli dei candidati a governatore, alle tv nazionali si presenta Berlusconi. La decisione di percorrere le coste del Paese a bordo del traghetto Azzurra si rivela, infine, l'idea di un grande esperto di marketing della politica; con gli attracchi nei vari porti della penisola il leader di Fi può essere sempre al centro dell'attenzione dei media.
D'Alema cade nella trappola tesagli, risponde botta a botta, porta palazzo Chigi in giro per l'Italia, personalizza lo scontro. Però, mentre Berlusconi riesce a far serrare i ranghi ai partiti della coalizione, D'Alema deve vedersela con i vindici popolari e democratici, con Salvi che crea una sua corrente di sinistra, con Cossutta, che propone come candidato premier della sinistra Cofferati, con l'irrisolta incomunicabilità con Veltroni; la sinistra perde per due motivi perché l’ideologismo divora se stesso e perché l’appoggio della “grande” stampa insospettisce gli elettori. Scrive, ancora Bruno Vespa che un sortilegio perseguita i politici italiani: la maledizione divina che colpisce Nabucco quando afferma «Non son più re, son Dio!». Essi crollano rovinosamente quando credono di "poter sfidare il destino".

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20 settembre 2016

Eugenio Caruso da L'estinzione dei dinosauri di stato.


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Tratto da

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www.impresaoggi.com