La produttivitā delle imprese italiane inizia a salire

Ciò che chiamiamo caso, altro non è che la causa ignota di un effetto conosciuto

Marie Voltaire


E’ noto che, verosimilmente, il problema più grave che affligge l’economia italiana è il basso tasso di produttività delle nostre imprese.
Infatti, tra il 2001 e il 2005 la produttività del lavoro è diminuita in Italia dello 0,2% all’anno, contro un aumento dello 0,9% in Francia e dell’1% in Germania.
 La produttività è il combustibile primario della crescita delle imprese e se essa cala  il meccanismo di lungo termine dello sviluppo si inceppa.
Fortunatamente, il Bollettino Economico della Banca d’Italia informa che, nel 2006, la produttività è cresciuta per il totale dell’economia italiana ed è soprattutto migliorata nel settore industriale.
I dati del Bollettino permettono di fare un confronto trimestrale degli incrementi della produttività nel comparto dell’industria, al netto delle costruzioni, di Italia, Francia e Germania.
I dati mostrano che, specie nel quarto trimestre del 2006, l’Italia ha recuperato terreno allineandosi ai valori dell’economia francese e rimanendo poco sotto i valori dell’economia tedesca. Si tratta di una crescita annualizzata della produttività che nell’ultimo tratto del passato esercizio è giunta a rasentare il 4 per cento.
Il Bollettino Economico della Banca d’Italia conforta per un ulteriore dato positivo. La produttività, che è la misura del prodotto generato da un’unità di lavoro, è aumentata contestualmente con l’aumento del numero di occupati.
Nel corso del 2006 il prodotto per unità di lavoro dell’industria è cresciuto dell’1,2% e il numero di occupati è salito dell’1,3%. I due parametri sono tornati a combinarsi con segno positivo per la prima volta dal 1995.
Grazie ai guadagni di produttività e all’incremento del numero di occupati, nel 2006, il valore aggiunto dell’industria italiana è cresciuto del 2,5%.
Si tratta di un incremento analogo a quanto registrato in Francia. In Germania è andata meglio, ma il formidabile risultato (+5% di incremento reale del valore aggiunto nell’anno) realizzato dall’industria tedesca è stato favorito da un evento non ripetibile, come l’accelerazione di produzione e vendite verificatasi alla fine del 2006 in previsione dell’aumento dell’IVA attuato dal 1 gennaio 2007.

Il Bollettino Economico della Banca d’Italia sostiene che il buon risultato può sottendere alcuni "primi elementi di una ristrutturazione del sistema produttivo volta a superare le gravi difficoltà competitive emerse nell’ultimo decennio".
In effetti, sono numerosi i segnali che testimoniano un trend positivo dell’economia italiana, come gli andamenti dei valori medi unitari all’export, oppure la ripresa delle esportazioni da parte di settori tradizionali del made in Italy capaci di riposizionarsi su gamme più alte di prodotto/mercato. La ripresa della produttività e l’aumento del numero degli occupati sono ulteriori elementi che consentono di rafforzare il circolo virtuoso della ripresa del sistema economico italiano.

Giova sottolineare, peraltro, che  i segnali di ripresa della produttività  andranno confermati e consolidati. Il 2006 era stato preceduto da anni di arretramento che non possono essere recuperati nel volgere di alcuni trimestri. Tra il 2001 e il 2005 la produttività industriale era calata complessivamente di tre punti percentuali, di questi, uno è stato recuperato nel corso del 2006. Ne mancano due per tornare, almeno, alla base di partenza del conteggio.
I guadagni odierni e quelli futuri di produttività dell’industria andranno presidiati lavorando soprattutto su più fronti:

  1. formazione e riqualificazione dei lavoratori,
  2. investimenti in capitale umano, in ricerca e innovazione,
  3. miglioramento del livello delle infrastrutture.

Inoltre, la ripresa della produttività non può fermarsi all’industria, ma va estesa al settore dei servizi.
I dati del Bollettino Economico offrono utili spunti anche su questo aspetto. Mentre cresceva nell’industria, nel 2006 la produttività del lavoro è calata dello 0,3% nei servizi.
Dal 2001 al 2006 la diminuzione complessiva è stata dell’1,1% in Italia. Nello stesso periodo, la produttività nei servizi è aumentata dell’1,2% in Germania e del 3,1% in Francia.
Diversamente dagli altri grandi paesi europei, in Italia l’aumento di occupazione nei servizi non è stato accompagnato da una maggiore produttività degli occupati del settore.
Un’analisi condotta a livello europeo da un gruppo di economisti della BCE  offre una spiegazione interessante. Una crescita modesta o addirittura un arretramento della produttività nei servizi si verifica laddove barriere alla concorrenza e all’innovazione impediscono la diffusione delle nuove tecnologie e dei moderni modelli organizzativi. L’analisi condotta a livello europeo, trasferita alla situazione italiana fornisce, forse, un’indicazione preziosa: una maggiore produttività dei servizi discenderà da una più estesa liberalizzazione del settore.


5 maggio 2007

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