Un punto d'eccellenza ambientale in Italia

Un oggetto perfettamente dritto una volta immerso nell'acqua restituisce all'osservatore un'immagine spezzata.

Non importa ciò che vedi, ma come lo vedi.

Seneca Lettere morali a Lucilio


Varese Ligure, paesino dell’entroterra spezzino con 2.230 abitanti sembrava uno dei tanti borghi destinato a scomparire  a causa della fuga dei suoi abitanti verso la città; ma, dai primi anni novanta, è avvenuto qualcosa che ha attivato un’energica inversione di tendenza.
Il sindaco, Michela Marcone, afferma “Il saldo tra arrivi e partenze è diventato positivo”. 
Che cosa ha di particolare Varese Ligure?

  1. E’ il primo paese europeo con due certificazioni ambientali (ISO 14001 ed EMAS),
  2. ha vinto un premio speciale come comunità rurale dell’Unione Europea  che ha riconvertito il 98% dell’agricoltura al biologico,
  3. produce con le energie rinnovabili (eolico e fotovoltaico) più energia elettrica di quanto consumi. Ha impianti eolici per sei milioni e mezzo di kilowatt; una potenza in grado di soddisfare le richieste di energia elettrica di 10.000 persone.

In questo percorso verso la qualità dell’ambiente hanno contribuito imprenditori illuminati che, con le loro imprese, hanno investito nella trasformazione dei processi agricoli e nella produzione di energia elettrica da fonti alternative.
Ma come mai queste caratteristiche hanno fatto sì, che in una zona che non ha certo il fascino delle Cinque Terre, si sia attivata una tendenza al ritorno dalle città. Perché la fama acquisita dal borgo ha attirato un forte flusso di turisti che cercano l’ecocompatibile e perché la nuova economia ha creato molti posti di lavoro.
Varese Ligure è diventata, pertanto, la punta di diamante dell’azione volta ad una rapida approvazione della legge sui piccoli comuni, a tutela dei 5.800 borghi italiani sotto i 5.000 abitanti.
Si tratta di far sì che servizi essenziali, come scuole, farmacie, ambulatori medici, poste vengano mantenuti poiché la presenza di questi servizi rappresenta il crinale tra la sopravvivenza o la scomparsa del piccolo comune.
I 145 milioni di euro in tre anni, previsti dalla legge, non sono molti, pertanto, ogni comune dovrà ingegnarsi, come ha fatto Varese Ligure, per valorizzare qualche propria caratteristica (l’agricoltura biologica piuttosto che il parco archeologico, le proprietà termali delle sue acque piuttosto che la qualità dei prodotti dell’artigianato locale) e, fondamentalmente, dovrà avviare una seria politica di realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica a zero emissioni. Queste iniziative hanno, infatti, un forte impatto emotivo sui media e sulle persone.
La mia personale esperienza mi porta ad affermare che sta aumentando notevolmente un turismo intelligente:

  1. che cerca il borgo arrivato miracolosamente a noi nel suo “vestito medioevale o rinascimentale”,
  2. che cerca un posto che sia immerso in una natura intatta,
  3. che cerca una gastronomia che valorizzi la tradizione culinaria locale,
  4. che cerca la storia e il passato.

Giova sottolineare che questo turismo intelligente e amante dell’ambiente è prevalentemente straniero.
 In questa azione di rivitalizzazione i comuni possono agire da catalizzatori, ma l’iniziativa spetta agli imprenditori e alle imprese. In particolare ritengo che in questi anni la realizzazione di impianti a energie rinnovabili sia un’opportunità di business particolarmente interessante, come dimostrano le realizzazioni che vengono attuate diffusamente, in particolare, nei paesi del nord Europa.

Varese ligure

Varese Ligure
La nascita del borgo trae la sua origine dalla posizione strategica posta all'incrocio delle strade transappenniniche dirette verso Parma e Tortona. Le vie che partono da Sestri Levante e Luni a Varese trovavano infatti facile accesso alla pianura Padana, con la conseguente creazione di un mercato di scambio. Nella zona dell'attuale Varese doveva esistere un insediamento di epoca bizantina, i cui resti sono stati rilevati sotto il castello. Ad avvalorare tale ipotesi sono alcuni toponimi di derivazione greca come il "Monte dei Greci" (antico nome del monte di Cento Croci), la località Baselica (che potrebbe indicare una selva imperiale o una strada) ed il quartiere di Grecino. Della presenza longobarda e dei monaci di san Colombano di Bobbio rimane anche traccia nella dedicazione delle chiese di Porciorasco e Ossegna (quest'ultima compresa nel comune di Maissana) a san Michele Arcangelo, al quale erano dedicati anche l'ospedale e la cappella di Cento Croci. Nell'alta val di Vara, pressoché disabitata, esisteva un'entità ecclesiastica importante, la pieve de Varia che aveva sotto la propria giurisdizione numerose terre: nel 1031 comprendeva, tra le altre, Cassego, Chinela, Trenzanasca, Scioverana, Zanega. La presenza dei conti di Lavagna nel territorio è datato all'inizio dell'XI secolo quando, nel 1161, ottennero l'investitura dall'imperatore Federico I. Alla fine del XII secolo i rami dei conti Fieschi e Pinelli si stabilirono nell'attuale Cassego e di lì iniziarono a disboscare, a costruire edifici in legno, a seminare, ad avviare l'agricoltura e l'allevamento. Quasi subito iniziò la lunga stagione dei conflitti tra le due famiglie, fin quando i Fieschi scacciarono i Pinelli da Cassego e li costrinsero a rifugiarsi nella vicina località Carbello dove costruirono una torre, detta appunto torre dei Pinelli. Con un successivo patto le due casate si spartirono il territorio: quello a ponente della torre spettava ai Fieschi, quello di levante ai Pinelli, mentre i terreni oltre il fiume Scagliana rimanevano di proprietà comune. La loro superiorità numerica portò i Fieschi a conquistare la supremazia nell'alta val di Vara entro la fine del XIII secolo. Avuta dunque la meglio, essi decisero di consolidare la propria presenza sul territorio fondando un borgo che potesse diventare il fulcro della vita dell'intera zona; si stilò quindi un progetto d'insediamento, che prevedeva case murate e tutte uguali tra loro. Determinante nella scelta del sito fu la variazione di percorso della strada diretta dal parmense al mare, che non seguiva più come un tempo la mezza costa, ma il corso del fiume Vara. Attraverso varie vicende storiche, i Fieschi tennero il feudo fino al 1386, anno in cui il doge genovese Antoniotto I Adorno lo acquistò dal conte Carlo Fieschi. Presto la famiglia ne tornò in possesso, ma nel XV secolo il suo dominio venne insidiato per ben due volte e nel 1435 Nicolò Piccinino, alla guida di una spedizione ordinata da Filippo Maria Visconti contro i Fieschi, arrivò da Borgotaro, si impossessò di Varese e del castello di Monte Tanano e distrusse il castellazzo di Montevecchio. Nel 1472 Varese passava sotto la dominazione dei Landi, feudatari dell'alta val di Taro, a seguito del matrimonio del signore di Compiano, Manfredo, con Antonia Maria Fieschi. Fu Gian Luigi Fieschi "il Vecchio", nel 1478, a riconquistare il feudo alla famiglia che lo resse fino al 1547 quando, in seguito alla fallita congiura del nipote Gian Luigi contro Andrea Doria, il potere della casata crollò e i suoi domini incamerati dalla Repubblica di Genova seguendone le sorti e divenendone un'importante punto strategico genovese nelle terre spezzine con la creazione dell'omonima podesteria. Nel 1797 con la dominazione francese di Napoleone Bonaparte rientrò dal 2 dicembre nel Dipartimento del Vara, con capoluogo Levanto, all'interno della Repubblica Ligure annessa al Primo Impero francese. Dal 28 aprile del 1798 con i nuovi ordinamenti francesi, Varese rientrò nel IV cantone, come capoluogo, della Giurisdizione del Gromolo e del Vara e dal 1803 centro principale del VI cantone dell'Alta Vara nella Giurisdizione dell'Entella. Dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel Dipartimento degli Appennini. Nel 1815 fu inglobato nel Regno di Sardegna, secondo le decisioni del Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1926 il territorio fu compreso nel VII mandamento di Varese del circondario di Chiavari della provincia di Genova; il mandamento, con l'istituzione nel 1923 della provincia della Spezia, venne inglobato in quest'ultima amministrazione provinciale. Assunse l'attuale denominazione di "Varese Ligure" dal 1862.

9 giugno 2007
Eugenio Caruso


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