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Mitigazione dei cambiamenti climatici

E’ stato approvato il 4 maggio a Bangkok il terzo capitolo del Quarto Rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). Il rapporto intende chiarire cosa è necessario e possibile fare, già oggi, a livello scientifico e tecnologico per mitigare l’effetto serra che, secondo esperti mondiali, è per il 95% di origine antropica.

Con mitigazione l’IPCC intende la stabilizzazione dell’aumento della temperatura terrestre entro 2 – 2,4 gradi centigradi; operazione possibile solo con una drastica riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2050, grazie al sempre maggior ricorso a forme di energia che non prevedono emissione di CO2.

Per stroncare l’obiezione dei costi che sarebbero necessari per attuare una politica energetica “a basse emissioni di CO2”, l’IPCC sottolinea che tali risultati potrebbero essere raggiunti spendendo, annualmente, lo 0,12% del PIL mondiale, a fronte di costi anche 20 volte maggiori in termini di vite umane, disastri naturali, causati dal moltiplicarsi dei fenomeni estremi, impatti sul turismo, sull’agricoltura, sulle imprese, e, in generale, sull’economia mondiale, qualora non si facesse nulla.
Il rapporto definisce il grado di consenso e di certezza scientifica delle proprie conclusioni attraverso i termini di “agreement” ed “evidence”.
“Agreement”  è il livello relativo di convergenza nella letteratura ed “evidence” è la quantità di informazione tecnico-scientifica sulla quale sono basati i risultati trovati.

Nel sito Impresa Oggi è stata data voce a scienziati cosiddetti "scettici", che non condividono le opinioni espresse dall’IPCC; ci sembra corretto lasciare spazio alle posizioni, dell’Intergovernmental Panel on Climate Change.

Resta, comunque, opinione di Impresa Oggi, che non esistano conferme certe che avvalorino il dato secondo il quale il 95% dell'effetto serra sia di origine antropica; un altro aspetto che ci preme sottolineare è l'atteggiamento poco scientifico che vede scontrarsi, senza esclusione di colpi, catastrofisti e scettici. Vorrei ricordare, a esempio, l'eruzione del vulcano Pinatubo del giugno 1991 nelle Filippine, la seconda più grande e violenta eruzione del XX secolo. Gli effetti dell'eruzione furono avvertiti a livello planetario. Essa iniettò nella stratosfera un'enorme quantità di gas superiore ad ogni eruzione successiva a quella del Krakatoa del 1883. Gli aerosol formarono uno strato oscurante di acido solforico, nei mesi successivi. La temperatura globale diminuì di mezzo grado Celsius e il buco dell'ozono crebbe sostanzialmente. I vulcanologi affermarono che solo quella eruzione equivaleva a un anno di emissioni antropogeniche.

Per la lettura del rapporto vai al pdf dell’articolo.

Agosto 2007


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Tratto da Rappporto ICPP 2007

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