Task force? Inutili come il governo

Qualche giorno fa ho pubblicato un articolo nel quale denunciavo la pletora di comitati, commissioni, task-force create dal governo per avere qualcuno su cui scaricare la responsabilità della propria incompetenza. Bene ho trovato questo articolo di Giancristiano Desiderio che, con maggior ironia della mia, descrive lo stesso fenomeno.

Il numero degli esperti, dei consulenti, dei commissari sta per raggiungere e superare il numero dei contagiati dal coronavirus. Ogni giorno aumenta lo stock delle cosiddette task force. Si tratta di capire quale sia il fattore “R0” degli esperti ma, anche così a naso, si può capire che sia maggiore rispetto al numero di riproduzione di base dello stesso virus.
Insomma, ogni esperto-consulente-commissario è in grado con la sua bacchetta magica di creare almeno altri due esperti-consulenti-commissari e questi a loro volta sono in grado di crearne altri con una crescita esponenziale che è sufficiente a capire perché il governo italiano è la prima macchina al mondo nella produzione di commissioni speciali che sono specializzate non nella soluzione di problemi bensì nella loro creazione ad hoc. Se non avete problemi non preoccupatevi, ci penserà a crearvene sicuramente una delle decine di task force ideate e volute dal professor Giuseppe Conte, l’Azzeccagarbugli degli Italiani.
“Se c’è un problema e si fa una commissione ci saranno tre problemi: il problema originario, la commissione, le decisioni della commissione”. Lo scrivevo qualche giorno fa. Ma non per sarcasmo o per ironia. Per semplice descrizione dei fatti. Al principio di questa tragicommedia il capo del governo, specializzato in decreti amministrativi che si son messi la Costituzione più bella del mondo sotto i piedi, nominò Domenico Arcuri commissario per l’emergenza. Il suo compito, che già fu della task force della Protezione civile, era quasi unico: trovare le mascherine. Sapete come è andata a finire.
Siamo arrivati alla Fase 2 e il governo che sforna task force col bollino blu a ciclo continuo ha pensato bene di affidarsi a un altro commissario per la nuova emergenza che ci deve portare fuori dalla vecchia emergenza: Vittorio Colao che da Londra deve pensare, capire come far ripartire l’Italia. In pratica, a Palazzo Chigi si ritiene che governare equivalga a creare commissioni speciali che dovranno capire cosa fare per governare. È come se il governo dicesse: io sono inutile. Ma questo già si sapeva. La cosa importante è che non sia dannoso. Ma, ormai, è fatto sia il danno sia la beffa.
Con il lockdown si è fermato il Paese e ora con la pomposa Fase 2 tutti sono alla ricerca della chiave dell’acqua con cui il Paese deve ripartire a comando. Ecco qui: siamo dentro non solo un delirio di onnipotenza ma ancor meglio in un delirio comandato ossia nel tentativo di comandare scemenze alla vita. Ma la vita – metteteci voi il contenuto che più vi aggrada: uomini, donne, famiglie, imprese, commerci, abitudini, bisogni, affetti, amori, sacrifici – si fa comandare fino ad un certo punto e quando si rende conto che la stupidità ha ormai raggiunto il colmo, beh, passa oltre e si riprende come è giusto che sia i suoi diritti. Se li riprenderà ovunque, nei ristoranti, sulle spiagge, in fabbrica, negli uffici, negli incontri clandestini degli amanti e persino a scuola. Perché per nostra fortuna la vita ne sa più di noi e, soprattutto, ne sa più delle task force del governo inutile. Anche se qui ci vuole davvero poco.

Giancristiano Desiderio, 18 aprile 2020 - C/O nicolaporro.it

IMPRESAOGGI. In questo articolo si è parlato della casta dei tecnici, ma Luttvak ci ricorda che in Italia esiste una casta molto più potente che ostacola il progresso delo Paese. . La casta dei giudici.

Le cifre parlano chiaro: dopo il coronavirus, l'Italia sarà il Paese più colpito dalla recessione. Come uscirne? La domanda è stata girata in un'intervista pubblicata su Affari Italiani ad Edward Luttwak, il quale spiega quelle che a suo giudizio sono le ragioni di simile crisi. E aggiunge che, probabilmente, c'è ben poco da fare: "Secondo le statistiche tra i i 196 Paesi del mondo l’Italia è il numero 8 per ricchezza totale. L’Italia è uno dei Paesi più ricchi del mondo eppure deve andare in giro come un mendicante perché è occupato da una casta. Questa è la ragione del perché lo Stato italiano non può funzionare - picchia durissimo il politologo Usa -. E non può funzionare a causa del sistema legale che è il sistema nervoso dello Stato. Ogni volta che qualcuno ha cercato di riformare questo sistema legale italiano, per aver una magistratura europea, viene bloccato dai magistrati che aprono un qualche processo contro di te o un parente". Dito puntato contro la magistratura: "In Italia non c’è giustizia. L’Italia è un Paese occupato da caste. E la principale casta è quella dei magistrati, uno dei corpi più lenti e improduttivi del mondo. Qualcuno non ti paga, tu lo porti a processo, lui perde, va in appello, riperde, va in appello di nuovo, poi va in Cassazione e il giudice della Cassazione non scrive la sentenza per un anno, per due anni, per tre anni", ricorda Luttwak. Quando gli ricordano che i magistrati dicono di non avere mezzi e strutture per rendere la giustizia più snella ed efficiente, Luttwak replica in modo secco: "Hanno sé stessi perché i giudici della Cassazione italiana sono pagati molto meglio che la media dei giudici in Europa. Si lamentano? Non hanno i mezzi perché costano troppo, sono molto ben pagati. Troppo. I giudici della Cassazione guadagnano più dei giudici della Corte Suprema americana che sono solo 7. Loro sono più di un centinaio", conclude.

IMPRESAOGGI - 17 aprile 2020



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