Le recenti follie del governo Conte


La ferita più grande che questo governo sta producendo in Italia è la totale mancanza di buon senso che lo contraddistingue. E una certa assuefazione che ne consegue. Il discrimine non è più adottare politiche economiche liberali (queste sconosciute) o socialiste. No, qua si tratta proprio dell’Abc. Senza nessuna pretesa di esaustività, segnaliamo dieci piccole-grandi follie di questi giorni, che da sole danno il senso della totale confusione che governa Palazzo Chigi. E che purtroppo scende per i rami e contagia un apparato burocratico che sembra vivere in un altro mondo.
1. In Italia, dice l’Inps, hanno ricevuto un assegno di assistenza 16 milioni di residenti. Il buon senso dovrebbe far capire che questo genere di intervento non è sopportabile e che una volta finite le risorse o meglio le linee di credito, questi 16 milioni faranno le barricate. Si aspetteranno dallo spacciatore Stato la dose di assistenza che esso non sarà più in grado di fornire.
2. Lo sciagurato decreto Dignità, votato anche dai leghisti, ha ridotto la possibilità di fare contratti a termine. I diversi decreti delle ultime settimane hanno cercato di cambiare le cose. Sapete cosa ne è uscito? Una proroga dei contratti per i giorni eventualmente non lavorati in periodo Covid. Nel frattempo i contratti a tempo sono crollati di circa mezzo milione. Insomma le imprese che hanno un futuro incerto dovranno presto licenziare tutti i contratti a termine che hanno già fatto un giro, perché qualche genio pensa che si possa abusare di questo strumento contrattuale. Risultato finale: più disoccupati.
3. Il governo che assiste 16 milioni di cittadini non poteva lasciare fuori gli happy few che vivono nelle Ztl e ha loro concesso 120 milioni con il bonus monopattini. Per l’80 per cento fabbricati in Cina e Usa. Alle auto ha concesso 100 milioni. In questo settore l’Italia è il secondo produttore in Europa, la Bmw compra circa 4 miliardi di componentistica in Italia, circa la metà del parco auto è maggiorenne (ha più di 18 anni) e al governo hanno litigato per introdurre una nuova rottamazione. Quest’anno comporterebbe un costo fiscale, e l’anno prossimo genererebbe un surplus. E questi sono ancora lì che discutono.
4. A proposito di discussioni, il Consiglio dei ministri si riunisce per fare un decreto Semplificazioni in cui tutti bisticciano con tutti. Il Pd contro i Cinque stelle sul codice degli appalti e sull’abuso di ufficio. Ogni norma sarà frutto di un compromesso della politica e non già una soluzione al problema dei cittadini. E poi dopo la lite, scrivono che hanno raggiunto un accordo «salvo intese». Ma qualcuno ci spiega cosa sia un accordo salvo intese, se non un disaccordo? Questo il titolo: via libera alle semplificazioni, salvo intese. Vi sembra semplice? Non è dunque un caso se il 27% (fonte Openpolis) dei provvedimenti attuativi del decreto rilancio siano scaduti.
5. Un italiano su dieci vive di turismo. La nostra perla è la Sardegna. Arriva un aereo privato con degli americani, che cacciamo perché a rischio Covid. E ne parla persino il New York Times, facendoci una bella pubblicità. Nelle stesse ore arrivano centinaia di clandestini e li accogliamo dopo averli sottoposti al tampone, negato ai danarosi americani, per poi disperderli sul territorio. Anche di questo ne parlano – facendoci un bel po’ di pubblicità -, ma nei campi in Libia.
6. In quanto a spiagge non è male neanche la Liguria. Peccato che dal ministero abbiano deciso di controllare tutte le sue gallerie (che il ministro dice essere la metà di quelle presenti nel Paese) con regole ferree a partire da giugno. Dopo tre mesi di lockdown. E tutte insieme. Risultato: corsie uniche, il governatore Toti disperato, turisti che scappano, porto di Genova mollato per quello di Rotterdam, e sicuramente in autunno inoltrato avremo una bella certificazione e si potrà riprendere a viaggiare. Peccato che nel frattempo siano scappati turisti e soldi. Quelli con i quali si pagano gli stipendi dei funzionari del ministero, che, rigorosissimi, non tollerano, dopo trent’anni di sonno, sbavature concessorie.
7. Le aziende private, capofila Salini-Impregilo, hanno concluso in un annetto il Ponte Morandi crollato a Genova, ma i commissari – che hanno fatto un grande lavoro – non sanno a chi consegnarlo. Ditelo a vostro figlio piccolo e non ci crederà. Il premier dopo la tragedia del ponte disse, da avvocato del popolo, che ai Benetton gliela avrebbero fatta pagare, anche senza rispettare i tempi della giustizia. Sono passati due anni. Le autostrade dei Benetton sono ancora là; se fossero dei criminali, sarebbe grave, se non lo sono è ancora peggio. Nel frattempo il sindaco e commissario del Ponte, Marco Bucci, non sa a chi dare l’infrastruttura nuova di zecca. E quelli si vedono a Villa Pamphili. Mentre le autostrade dei Benetton non sono proprio nelle condizioni migliori per investire e manutenere ciò che non sanno per quanto rimarrà nelle loro mani. Giusto o sbagliato che sia. (In tanto il governo ha deciso l'affidamento "provvisorio" del ponte ad ASPI - Vedi nota a margine).
8. Il governo ha bloccato sfratti e licenziamenti. Ci vorrebbe solo un po’ di buon senso, e non già le basiche nozioni economiche del funzionamento dei mercati, per capire che questi blocchi servono a nulla o peggio sono dannosi. Il mercato funziona come un essere vivente (da cui in fondo è composto) e a forza di comprimerlo, come è naturale, scoppia. Le imprese che non fatturano e non licenziano saltano e mandano a casa tutti, non solo una parte dei propri collaboratori. La proprietà edilizia che non sfratta, non affitterà e i prezzi dei canoni invece di scendere, saliranno (l’equo canone non ha insegnato nulla).
9. La storia del Mes è favolosa. Come ha calcolato ieri bene sul Corriere Giuditta Marvelli, gli interessi che pagheremmo su un prestito da 10 miliardi emettendo titoli di Stato è di 122 milioni l’anno. Gli stessi 10 miliardi presi dal Mes ci costano 13 milioni. È ovvio che i Paesi virtuosi non sfrutteranno il Mes: per loro emettere titoli pubblici, a differenza nostra, ha costo zero. Persino Spagna e Grecia hanno tassi più bassi dei nostri. Ebbene si obietta che potremmo mettere la testa nelle fauci del leone ad accettare quel prestito. Può essere. Ma avere il debito pubblico al 170 per cento (come minimo nel 2021), accettare i 170 miliardi del recovery fund, e altre bazzecole del genere, non ci mette comunque in una situazione di debolezza in Europa? Il buon senso dice che siamo già a rischio. E la follia vuole che si rinunci a un prestito (agevolmente restituibile) che ci permetterebbe su dieci anni un risparmio tra i tre e i quattro miliardi di euro.
10. L’ultima questione di buon senso riguarda gli uomini a cui è stata affidata la soluzione dell’emergenza. All’Inps, l’agenzia che appunto dovrebbe erogare l’assistenza a 16 milioni di italiani, è stato piazzato il grillino Pasquale Tridico, che un giorno sì e l’altro pure dice che ha riempito di soldi gli italiani e che tutto funziona a dovere. Ai vertici dell’agenzia che si occupa delle politiche attive del lavoro, cioè l’uomo che dovrebbe far funzionale i centri per l’impiego, hanno messo un professore del Mississippi, Mimmo Parisi, con il mal di schiena, e inventore degli inutili navigator. A capo delle emergenze sanitarie, Domenico Arcuri, abilissimo a mantenere il suo stipendio, dice la Corte dei conti, sopra ai limiti di legge, molto meno a far funzionare le gare. Ecco i tre assi nella manica: Arcuri, Tridico e Parisi. Basterebbe solo un po’ di buon senso....

Nicola Porro - nicolaporro.it - 9 luglio 2020

Nota a margine

IL PONTE MORANDI

Confermo che il nuove Ponte Morandi sarà gestito da Autostrade. Ho scritto io la lettera al sindaco Bucci. La gestione va al concessionario, che oggi è Aspi ma sulla vicenda c'è ancora l'ipotesi di revoca". Lo ha detto la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli a Radio 24 Mattino, come riportato anche da un tweet della trasmissione. "Con Bucci -  ha aggiunto De Micheli - avevamo avuto una riunione qualche  giorno fa in cui lui aveva chiesto quali fossero i percorsi  prima dell'inaugurazione del ponte e io gli ho confermato  tutta la procedura di collaudo, della consegna e ovviamente  quella della gestione post-inaugurazione, che va al concessionario. Ovviamente in questa fase il concessionario  è Aspi e questa vicenda è soggetta a un'ultima fase, dopo  questo faticosissimo percorso che dura da nove mesi sulla  vicenda della revoca e sulla vicenda degli adempimenti delle  manutenzioni". "Questa - ha concluso - è l'opzione che io ho  firmato e inviato al commissario".
Conte, situazione paradossale. Dossier va chiuso "Io sono stato molto chiaro, ho detto che questo dossier va chiuso". Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa congiunta con il presidente spagnolo Pedro Sanchez, parlando del caso della ricostruzione del Ponte Genova e di Autostrade. "Mi aspetto di poter chiudere questo dossier - vorrei ad horas - ma a fine settimana. Purtroppo la situazione è paradossale e può diventare assurda. Bisogna affrettarsi a chiudere questa procedura. Spero di chiuderla nel giro di qualche giorno", ha aggiunto il premier. 
La nota di Autostrade: "Da due anni supporto totale al progetto Genova" "Autostrade per l'Italia, nel corso di questi due anni, ha supportato in ogni modo la realizzazione del nuovo viadotto sul Polcevera facendosi carico della totalità delle spese di demolizione e costruzione. Le risorse complessivamente stanziate per Genova, sotto forme di indennizzi e sostegno a cittadini e imprese, sono superiori ai 600 milioni di euro". E' quanto afferma la società in un comunicato. Aspi - prosegue la nota - ha realizzato un profondo e radicale cambiamento del suo management e di tutti i suoi processi aziendali. Entro il 2023 la società investirà 2 miliardi di euro in spese di manutenzione e cura della rete, di cui 550 milioni di euro nel solo 2020. Ad oggi sono attivi oltre 300 cantieri di manutenzione sulla rete nazionale. Attività possibili grazie al finanziamento di 900milioni di euro messo a disposizione dalla Capo Gruppo Atlantia, poiché lo scorso gennaio Aspi, a causa dell'art. 35 del DL Milleproroghe, ha subito un downgrade del proprio rating a livello "spazzatura" che ha bloccato di fatto l'accesso al credito della società".
Toti: "Governo lo consegna ad Aspi dopo anni di minacce" "Ebbene, dopo due anni di minacce, immobilismo, proclami, giustizia promessa e rimandata il ponte di Genova verrà riconsegnato proprio ad Autostrade, come ha ordinato il Governo M5s-Pd". Lo dichiara il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti stamani via Facebook.    "Voi ridate il ponte ad Autostrade senza ottenere nulla. Noi continuiamo a lavorare per l'interesse dei liguri. E intanto per la tragedia del Morandi e per le sue 43 vittime nessuno ancora ha pagato. Mentre a Roma litigavate, noi in Liguria almeno abbiamo ricostruito il ponte. Forse abbiamo ringhiato meno di voi... ma visti i risultati...", commenta.  Poi, a margine dell'inaugurazione della Casa della Salute di Quarto, ha dichiarato: "Due anni di latrati, ringhiare, stridore di denti, tintinnare di manette e minacce hanno prodotto quello che si immaginava fin dall'inizio, cioè il fatto che la concessione autostradale è ancora lì, gli investimenti non sono stati fatti, i controlli sono partiti in ritardo e il ponte viene restituito a chi ha ancora la concessione nonostante i vaniloqui del governo".
Crimi: "Non permetteremo ritorno a Benetton" "Il ponte di Genova non deve essere riconsegnato nelle mani dei Benetton. Non possiamo permetterlo.Questi irresponsabili devono ancora rendere conto di quanto è successo e non dovrebbero più gestire le autostrade italiane. Su questo il Movimento 5 stelle non arretra di un millimetro". Lo scrive su Twitter il capo politico del M5s Vito Crimi.
Bonafede: "Decidere su concessione entro questa settimana" "Sulla concessione delle autostrade il governo ha lavorato senza sosta. Dopo aver raggiunto un risultato importantissimo, con il nuovo ponte Morandi costruito in meno di due anni, adesso è arrivato il momento di decidere, possibilmente entro questa settimana". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e capo delegazione del Movimento 5 Stelle in un giro di telefonate fatte stamane. Buffagni: "Ai Benetton? Non in mio nome" "Rinviare non significa risolvere i problemi! Il conto, salato, alla fine si paga sempre. I cittadini ci hanno eletto per cambiare e decidere e non per avere "l'anime triste di coloro che visser sanza 'nfamia e sanza lodo" scrive su Twitter Stefano Buffagni, viceministro allo sviluppo economico.
Toninelli: "Pd non faccia come Salvini, via Benetton da autostrade" "Salvini e la Lega sul Ponte di Genova devono solo tacere. Nel Conte 1 si sono opposti alla revoca quando avrebbero potuto votarla col M5s. Hanno sempre frenato e messo i bastoni tra le ruote. Ora il Pd non faccia come Salvini e ci permetta di togliere ai Benetton le nostre autostrade". Così, in una nota, il senatore M5s Danilo Toninelli.
Meloni: "Affidamento ad Aspi è de profundis per M5s" "L'annuncio dell'affidamento della gestione del nuovo ponte di Genova ad Autostrade dei Benetton è il De profundis del M5S che ha ufficialmente tradito tutto quello che aveva promesso agli italiani. Ora manca solo il Mes e provvederanno la prossima settimana quando diranno sì in Parlamento. Lunedì sarò a Genova per ribadire che per Fratelli d'Italia le attuali concessioni sono una truffa ai danni del popolo italiano, che vanno revocate e fatte nuove gare". Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.
Faraone: "Populismo si infrange su buon senso" "È matematico. Succede sempre. È il populismo che si infrange sulla politica, sul riformismo, sul buonsenso. Perché demagogia e retorica funzionano qui e ora, solo in un tempo presente. La buona politica, invece, risulta impopolare nell'immediato ma vincente nel tempo. Oggi l'ennesima dimostrazione. Sarà Autostrade per l'Italia a gestire il nuovo ponte di Genova. Sarà Aspi l'interlocutore per il passaggio di consegne del Ponte di Renzo Piano". Lo scrive il capogruppo di Iv al Senato, Davide Faraone, su Fb.
M5s: "Affidamento provvisorio" "L'affidamento della concessione ad Autostrade del nuovo ponte di Genova è assolutamente temporaneo e provvisorio. Visto che come al solito non si perde occasione per creare polemiche strumentali, ricordiamo che il tratto è già in concessione ad Aspi. Scorporare una parte del ponte dal resto della concessione avrebbe significato altre lungaggini, ritardando così la consegna dell'opera ai cittadini e il ritorno alla circolazione dei veicoli. Per questo si è optato per l'affidamento temporaneo. Perché qualsiasi tipo di intervento avrebbe arrecato ulteriori disagi ai cittadini e a Genova". Lo dichiarano in una nota le deputate e i deputati del Movimento 5 Stelle nelle commissioni Ambiente e Trasporti alla Camera.
Comitato vittime Morandi: "Capiamo affidamento temporaneo, ma vogliamo la revoca" "Da un punto di vista tecnico me lo aspettavo: non si può affidare un pezzetto di autostrada ad un concessionario e uno ad un altro. Capiamo l'affidamento temporaneo, ma vogliamo la revoca: non è accettabile che un'azienda che ha gestito le autostrade in questo modo per tutto questo tempo, possa continuare a gestire il nostro patrimonio autostradale". Lo dice all'agenzia Agi Egle Possetti, portavoce del Comitato Ricordo Vittime Morandi, commentando la decisione del Mit di affidare il nuovo ponte di Genova ad Aspi. Possetti aggiunge che "ci aspetteremmo la revoca entro la commemorazione del 14 agosto, perché saranno due anni" dalla tragedia. Nel crollo del Morandi persero la vita 43 persone. Comitato sfollati: "Basiti, sconfitta politica" "Siamo rimasti basiti. Io lo ha appreso pochi minuti fa, l'abbiamo socializzata sulle nostre chat ed e' emerso che di fatto e' un po' una sconfitta della politica". Così Franco Ravera, presidente dell'associazione 'Quelli del ponte Morandi' ex Comitato sfollati di Genova ha commentato a 'Radio 1 Giorno per giorno' la decisione di dare alla Società autostrade la gestione del nuovo ponte di Genova.
Attesa sentenza Consulta su decreto Genova Intanto è attesa per oggi la pronuncia della Consulta riguardo al decreto Genova. La Corte Costituzionale deve decidere se il provvedimento abbia o meno violato principi costituzionali e se l'esclusione di Aspi dalla demolizione e ricostruzione del nuovo ponte sia stata legittima.
Iniziata la stesura dell'asfalto sul nuovo ponte Nel giorno in cui arriva la notizia su chi lo gestirà, il nuovo ponte di Genova sta per assumere il suo aspetto finale. Sono iniziate questa mattina le operazioni di stesura del primo strato di asfalto, un tappeto spesso circa sette centimetri. Una volta completata la posa, verrà stesso un secondo "strato di usura" spesso di quattro centimetri. Il ponte dovrebbe essere pronto il 29 luglio e l'inaugurazione dovrebbe avvenire sabato 1 agosto.


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