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La pressione fiscale nel 2007

L’ISTAT ha trasmesso il seguente comunicato stampa polemico riguardante il livello della pressione fiscale in Italia nel 2007.

L’indicatore sulla pressione fiscale, pubblicato dall’Istituto nazionale di statistica, è ottenuto dal rapporto tra l’ammontare delle imposte (dirette, indirette e in c/capitale) e dei contributi sociali (effettivi e figurativi) e il Prodotto interno lordo (Pil): nel 2007 tale rapporto è risultato pari al 43,3 per cento, contro il 42,1 per cento del 2006.

Si ricorda che i conti delle Amministrazioni Pubbliche e tutti gli indicatori derivati sono elaborati dall’Istat secondo i principi e le definizioni stabiliti nel Sistema dei Conti Economici Europei (SEC 95 - Regolamento CE n.2223/96).


In merito alle osservazioni, riprese dai media, del Vice Ministro e Sottosegretario al ministero dell’Economia e Finanze, Vincenzo Visco
(che sostiene essere la pressione fiscale al 42,1% n.d.r.), sull’entità della pressione fiscale e sugli “aggiustamenti” derivanti da una diversa classificazione di alcune poste si ribadisce quanto segue:

• nei contributi sociali effettivi sono compresi i 5.508 milioni di euro versati all’INPS a titolo di TFR. Tali importi rientrano a pieno titolo nella categoria dei contributi sociali effettivi e la loro classificazione è stata operata in accordo con Eurostat;


• l’importo (pari a 562 milioni di euro), relativo all’erogazione del bonus agli incapienti (1), previsto dal D.L. 159/2007 art.44, è stato classificato tra le prestazioni sociali in denaro. Tale importo, essendo erogato ai soggetti passivi di IRPEF la cui imposta netta per i redditi del 2006 è risultata pari a zero, è assimilabile alla fattispecie di rimborso eccedente l’ammontare dell’imposta netta dovuta dal contribuente e quindi, secondo le raccomandazioni stabilite a livello internazionale, va classificato come prestazione sociale, in uscita del Conto delle Amministrazioni pubbliche e non a riduzione delle imposte dirette;


• l’importo di 4.939 milioni di euro conseguente al D.L. numero 248/2007 (cosiddetto milleproroghe) che ha soppresso l'obbligo dei versamenti in acconto da parte delle imprese Concessionarie della riscossione delle imposte è stato classificato tra gli altri trasferimenti in conto capitale. L’operazione corrisponde a un rimborso alle imprese concessionarie di imposte pagate una-tantum nel 1997 e negli anni 1998, 1999 e 2002 (anni in cui si è avuto un aumento di aliquota). Tale operazione, infatti, essendo disposta con un provvedimento legislativo ad hoc, genera un trasferimento straordinario da classificare nel Conto delle Amministrazioni pubbliche come un altro trasferimento in conto capitale, analogamente a quando già operato in occasione di rimborsi pregressi di imposte decisi unilateralmente dallo Stato (es. Eurotassa).

 Ufficio della comunicazione
4 marzo 2008


Al di là del linguaggio burocratese dell’ISTAT, che ha applicato principi e definizioni stabiliti nel sistema dei conti economici europei (Sec 95), emerge quanto da noi più volte sottolineato e cioè che con il governo Prodi la pressione fiscale è aumentata. Questo aumento della pressione fiscale, in un momento di depressione dell’economia è una delle cause del rallentamento dello sviluppo delle imprese e della frenata dei consumi.


6 marzo 2008

Il vice ministro Visco ha ribattuto all'Istat "Sul piano contabile è chiaro che loro hanno le loro regole. Sul piano della sostanza le cose stanno come abbiamo detto noi".

Giova notare che quando l'Istat dava valori dell'inflazione più bassi di quelli di altri istituti, allora l'Istat andava bene, ora invece sbaglierebbe "nella sostanza"? In statistica esistono solo regole e non sostanza o forma!


(1) Persone con un reddito annuo inferiore a 7.500 euro.

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Tratto da Rapporto ISTAT

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