John Steinbeck, superare le miserie della vita attraverso un equilibrio spirituale con la natura

«Umana cosa è aver compassione degli afflitti; e come che a ciascuna persona stea bene, a coloro è massimamente richiesto, li quali già hanno di conforto avuto mestiere, et hannol trovato in alcuni: fra’ quali, se alcuno mai n’ebbe bisogno, o gli fu caro, o già ne ricevette piacere, io son uno di quegli.»
(Giovanni Boccaccio, Decameron, Proemio)

GRANDI PERSONAGGI STORICI Ritengo che ripercorrere le vite dei maggiori personaggi della storia del pianeta, analizzando le loro virtù e i loro difetti, le loro vittorie e le loro sconfitte, i loro obiettivi, il rapporto con i più stretti collaboratori, la loro autorevolezza o empatia, possa essere un buon viatico per un imprenditore come per una qualsiasi persona. In questa sottosezione figurano i grandi poeti e letterati che ci hanno donato momenti di grande felicità.

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John Ernest Steinbeck, Jr.

John Ernest Steinbeck, Jr. (Salinas, 27 febbraio 1902 – New York, 20 dicembre 1968) è stato uno scrittore statunitense tra i più noti del XX secolo, autore di numerosi romanzi, racconti e novelle. Fu per un breve periodo giornalista e cronista di guerra nella seconda guerra mondiale. Nel 1962 gli fu conferito il Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: "Per le sue scritture realistiche e immaginative, unite all'umore sensibile e alla percezione sociale acuta". Considerato uno dei principali esponenti della cosiddetta "Generazione perduta", ha ricevuto anche la Medaglia presidenziale della libertà dal Presidente Lyndon B. Johnson il 14 settembre 1964. Dopo aver frequentato la Stanford University senza mai laurearsi, comparve sulla scena letteraria con opere minori finché non raggiunse la notorietà con Pian della Tortilla (1935) a cui seguirono molti romanzi, racconti e saggi tra cui Uomini e topi, La lunga vallata, Furore (opera grazie a cui Steinbeck ricevette il Premio Pulitzer, considerata il massimo capolavoro dell'autore), La luna è tramontata, La valle dell'Eden, Quel fantastico giovedì e infine Viaggio con Charley. Steinbeck morì all’età di 66 anni, in seguito a una crisi respiratoria acutizzata dall'asma, il 20 dicembre del 1968 nella sua casa di New York.
La generazione perduta fa riferimento a quel gruppo di artisti che sfidarono gli atteggiamenti convenzionali sui comportamenti, specialmente per le donne, e molti ebbero atteggiamenti contrari alla morale corrente, specialmente quella sessuale. Mentre lottavano con la loro disillusione, alcuni misero in discussione la società nel suo insieme e presero di mira l'arte, sostenendo che la maggior parte degli artisti stesse semplicemente ripetendo il lavoro delle generazioni precedenti.
John Steinbeck nacque il 27 febbraio 1902 nella cittadina rurale di Salinas, in California. Il padre, John Ernst Steinbeck Sr. (nato Grossteinbeck), era il tesoriere della contea di Monterey, mentre la madre, Olive Hamilton Steinbeck, di origine irlandese, donna dal carattere molto determinato, era insegnante. John ebbe un'infanzia serena, insieme alle due sorelle maggiori Esther (1892) ed Elizabeth (1894) e alla sorella minore Mary (1905), crebbe sviluppando un legame affettivo molto forte con l'ambiente della valle di Salinas e della vicina costa del Pacifico dove la famiglia soleva trascorrere i fine settimana estivi. A 14 anni John, ragazzino timido e schivo, decise che avrebbe fatto lo scrittore e trascorse parte dell'adolescenza scrivendo racconti e poesie. Nel 1919 iniziò gli studi presso la Stanford University e frequentò corsi di letteratura inglese e scrittura creativa. Dal 1919 al 1925, Steinbeck interruppe spesso gli studi per svolgere lavori occasionali e temporanei venendo a contatto con un ambiente che influenzerà notevolmente i suoi romanzi. Costretto ad abbandonare definitivamente l'università alle soglie della laurea, cercò di entrare nel mondo letterario pubblicando, sulle riviste e sui giornali disposti ad accoglierlo, articoli, racconti e poesie e nel 1925 tentò di trasferirsi a New York che era in quel periodo il centro della vita intellettuale statunitense, ma l'anno successivo dovette ritornare in California. Steinbeck racconterà questa sua esperienza, con maturità e auto-ironia in Come si diventa newyorkesi.
A New York Steinbeck lavorò per un brevissimo periodo come giornalista per il quotidiano New York American. Tornato in California lavorò dal 1926 al 1928 come custode di una residenza estiva sul lago Tahoe, quest'attività gli lasciò molto tempo libero e nell'agosto del 1929 pubblicò il suo primo romanzo Cup of Gold, tradotto in Italia con il titolo "La santa Rossa", appena due mesi prima del "giovedì nero" di Wall Street. Il 14 gennaio 1930 sposò Carol Henning e i due si trasferirono a Pacific Grove, dove vissero per qualche tempo con il sostegno economico della famiglia di John. Nello stesso anno Steinbeck conobbe il biologo marino e filosofo Edward Ricketts; il rapporto di amicizia e i lunghi scambi di idee con Ricketts influenzarono molto il pensiero di Steinbeck.
Cup of Gold (La santa Rossa), unico romanzo storico dell'autore, narra la vita di Henry Morgan, un garzone di fattoria del Galles che, dopo aver ricevuto da un eremita profezie di successo, parte per le Indie occidentali dove, in seguito a varie avventure e disavventure, diventa capitano di una nave pirata. Morgan compie le imprese più svariate, tra cui il saccheggio di Panama e riesce ad impossessarsi del tesoro spagnolo che vi è custodito ma non riesce a conquistare l'amore di una donna bellissima chiamata la "santa rossa". Ritorna in Giamaica e si costruisce una identità di tutto rispetto come capofamiglia e governatore vivendo fino alla fine dei suoi giorni ricco e tranquillo.
Come peri due romanzi successivi - The Pastures of Heaven del 1932 (I pascoli del cielo) e To a God Unknown del 1933 (Al dio sconosciuto) - La santa Rossa non ottenne particolare successo né di critica né di pubblico. The Pastures of Heaven (I pascoli del cielo) venne pubblicato nel 1932 e in esso vengono narrate alcune storie di famiglie contadine tra le quali quella dei Munroe, che portano nella bella e tranquilla valle dei "pascoli del cielo", in California, il caos e l'infelicità per sé e per gli altri a causa di una atavica maledizione. Nel romanzo, che in realtà è composto da una serie di racconti unificati dal luogo e dalla presenza di alcuni personaggi che si ripresentano in ogni storia, Steinbeck riesce a cogliere le passioni e i sentimenti che si agitano in questo piccolo mondo, che riflettono quelli di una intera e varia umanità, creando un affresco vivo e realistico. Le storie dei personaggi, come la storia di Molly, una giovane e bella maestrina, quella del vecchio e saggio John Whiteside o del piccolo e simpatico Robbie, si intrecciano e si svolgono in un susseguirsi di avvenimenti avvincenti e commoventi.
To a God Unknown (Al Dio sconosciuto), come nel precedente romanzo si narra la vicenda che porta alla rovina una famiglia di contadini, i Wayne, che si trasferiscono dal Vermont in California nella speranza di trovare terre migliori ma dopo un breve periodo di prosperità la siccità li riduce in rovina. Il capofamiglia, che ha elaborato una intensa percezione religiosa della natura e della fertilità, decide così di compiere un sacrificio mistico alla madre-terra suicidandosi e versando nel terreno il suo sangue. A quel punto, finalmente, arriverà la pioggia. Il titolo, che letteralmente andrebbe tradotto A un Dio sconosciuto, è una citazione dagli Atti degli Apostoli, là dove Saulo (San Paolo) va ad Atene per convertire gli ateniesi, e avendo notato che la città ha eretto un'ara per ciascun dio conosciuto e perfino un'ara dedicata "a un Dio sconosciuto", inizia la sua orazione nell'Areopago ateniese dicendo appunto: "Ho trovato un'ara con l'iscrizione 'al Dio sconosciuto'. Colui che voi adorate senza conoscere, io ve l'annunzio." (Atti 17,23).
Nel 1934 morì la madre, e l'anno successivo il padre. Il 1935 è anche l'anno dell'incontro con Pascal Covici, che sarà il suo curatore per tutta la vita (anche quando si spostò alla Viking Press), e con Elizabeth Otis, che sarà (in società con Mavis McIntosh) la sua agente letteraria e cinematografica. I primi successi arrivarono giusto allora con la pubblicazione di Tortilla Flat (Pian della Tortilla). Con Tortilla Flat (Pian della Tortilla), che venne subito acquistato da Hollywood per quattromila dollari circa, inizia per lo scrittore la fama e il benessere. Lo stesso presidente Roosevelt dimostra grande ammirazione per lo scrittore che diventerà suo amico e spesso ospite della Casa Bianca. Il romanzo prende il nome dal Piano della Tortilla che è un quartiere di vecchie baracche a Monterey, dove vivono i paisanos, ultimi discendenti dei californiani di sangue spagnolo che vivono di mille espedienti, amanti del bere e del mangiare, della vita tranquilla e oziosa. Le vicende raccontate sono quelle di un'alleanza tra sette paisanos e cinque cani che si svolgono con il ritmo di un'antica storia cavalleresca e termina in modo tragico con la morte del capo gruppo, Danny. Il romanzo, scritto nel periodo della Depressione, vuole essere una violenta satira della falsa rispettabilità borghese; da esso venne tratto nel 1942 il film Gente allegra con la regia di Victor Fleming e come interpreti Spencer Tracy, Hedy Lamarr, John Garfield, Frank Morgan.
Nell'ottobre del 1936 venne pubblicato il romanzo In Dubious Battle (La battaglia) che tratta di uno sciopero dei lavoratori stagionali nell'agricoltura. In seguito Steinbeck ottenne l'incarico dal San Francisco News di scrivere una serie di articoli (intitolata poi The Harvest Gipsy) sulle condizioni di vita degli immigranti trasferitisi dall'Oklahoma alla California. Utilizzando il materiale raccolto per la redazione degli articoli scrisse il romanzo Of Mice and Men (Uomini e topi) dal quale trasse l'omonima opera teatrale rappresentata per la prima volta il 23 novembre dello stesso anno a New York. Se ne era interessato il regista George S. Kaufman, con il quale discusse qualche scena, ma poi si disinteressò, al punto di disertare la prima. Lo spettacolo teatrale, con Wallace Ford, Broderick Crawford e Claire Luce, fu un successo.

In questo breve romanzo, Steinbeck riprende il tema sociale del problema della ricerca di un lavoro stabile e di una vita sicura, nonché quello della protesta contro lo sfruttamento del povero e dell'irregolare da parte di un mondo retrivo. In verità il romanzo è anche la parabola di un destino tirannico che tiene le sue vittime al di qua della felicità, senza permettere loro di emanciparsi o di accedere al successo. Il romanzo ha le cadenze di una tragedia e, benché sia scritta in modo narrativo, sembra suddivisa in atti teatrali (forse l'autore meditava fin dall'inizio una sua trasposizione per le scene, come in effetti avvenne). L'azione è tutta ambientata in una fattoria dove lavorano e vivono in dure condizioni alcuni braccianti salariati raccoglitori di orzo, fra i quali George, il protagonista, e il suo amico Lennie, dotato dal destino di una forza erculea ma affetto da un ritardo mentale. Lennie, consapevole della propria inferiorità mentale, affida il suo futuro a George, con il quale condivide il sogno di poter un giorno comprare una fattoria. Altri protagonisti di questo romanzo-tragedia sono il bracciante nero Crooks, il vecchio Candy, il padrone, Curley, il figlio del padrone, e sua moglie, una donna dal fisico provocante e dall'animo insoddisfatto che è al centro dei desideri di tutti i maschi della fattoria e che finisce per attirare, tragicamente, anche le attenzioni di Lennie. In questo piccolo mondo chiuso e violento si intrecciano gelosie, sogni e speranze. Ma le speranze si frantumano quando George scopre che il suo amico Lennie, tentando di difendersi dalle insistenti provocazioni della moglie del padrone, inconsapevole della propria forza fisica, l'ammazza spezzandole il collo. George, con un gesto di così grande umanità che commuove, sottrae Lennie alla vendetta degli uomini e alla giustizia sommaria che gli sarebbe toccata e, dopo che la morte della donna è stata scoperta, uccide il suo amico sparandogli un colpo di pistola alla nuca.

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Uomini e topi.



Dopo una raccolta di racconti brevi pubblicata nel 1938 uscirà nel 1939 il suo romanzo più celebre, The Grapes of Wrath (Furore). Nonostante il successo il romanzo subì un violento attacco politico a causa delle descrizioni dei conflitti fra lavoratori stagionali e proprietari terrieri, per il linguaggio considerato volgare e l'orientamento giudicato eccessivamente "di sinistra". Steinbeck pur simpatizzando per la sinistra era un convinto sostenitore del New Deal di Franklin D. Roosevelt. Nonostante le critiche il romanzo fu premiato nel 1940 con il Premio Pulitzer. Da Furore John Ford trasse, quello stesso anno, il famoso film omonimo interpretato da Henry Fonda che ottenne 7 nomination al premio Oscar. Fino a Furore il tema di fondo dei libri di Steinbeck è la California con la vita e i costumi degli abitanti della valle di Salinas che vengono rievocati con commozione o ironia ma sempre con un semplice realismo dove la denuncia sociale non è, come negli altri scrittori realisti del periodo della Depressione, un'accusa senza speranza di un'America in rovina, ma è sempre ispirata da un umanitarismo sereno. Come scrive Alfred Kazin:

"il dono di Steinbeck non consisteva tanto in una risorsa letteraria quanto in una visione della vita profondamente armoniosa e pacifica. In un periodo di esaurimento per tanti scrittori, egli si era immedesimato nella vita della vallata di Salinas, trovando un certo equilibrio spirituale nel far la cronaca dei cicli di vita dei coltivatori della vallata, dei suoi mistici, dei suoi avventurieri, studiando i suoi processi di sviluppo, immergendovisi con interesse affettuoso ed intimo per le vicende umane dal punto di vista biologico. Steinbeck si identifica talmente con la vita della sua vallata nativa, da ritrarne una comprensiva visione prospettica della natura animale della vita umana e un mezzo di riconciliazione con la gente come tale".

Il titolo, The Grapes of Wrath, che significa letteralmente I frutti dell'ira, è una citazione biblica, come lo è stato Al dio sconosciuto. Dopo il grande successo ottenuto con Furore, Steinbeck continuò a scrivere e a viaggiare fino al 1942 quando, separatosi dalla moglie, lasciò la California per trasferirsi a New York dove convisse con la cantante Gwyndolyn Conger che sposò nel 1943. Aveva intanto girato, nel 1940, un documentario sulle condizioni di vita nelle aree rurali del Messico, The Forgotten Village e preso parte ad una spedizione marina a bordo del "Western Flyer", organizzata da Edward Ricketts, nel Golfo di California che verrà poi descritta nel libro scritto in collaborazione con l'amico, "The Sea of Cortez", che verrà pubblicato nel 1941.
Steinbeck conobbe Ed Ricketts nell'ottobre del 1930 a Carmel, presso la villa di un amico, e nel brano del libro “About Ed Ricketts” egli narra del loro incontro ambientandolo in uno studio dentistico. Affini per carattere e interessi, strinsero subito una forte amicizia e condivisero idee ed esperienze. L'influenza che Ricketts ebbe sugli scritti e sul pensiero di Steinbeck fu grande e come scriverà Jackson Benson nella sua biografia, i temi principali affrontati negli scritti di Steinbeck "furono sviluppati e nutriti dalla ricca fonte del loro reciproco e comune entusiasmo nell'approfondire teorie e le loro implicazioni." Il periodo, tra il 1930 e il 1941, che vide Steinbeck e Ricketts insieme fu senza dubbio per lo scrittore uno tra i più produttivi dal punto di vista letterario. Ricketts ispirò a Steinbeck il personaggio di "Doc" nel romanzo Cannery Row (Vicolo Cannery) e Sweet Thursday (Quel fantastico giovedì), di "Doc Burton" in In Dubius Battle (La battaglia), la figura di "Casy" in The Grapes of Wrath (Furore) e del "Dottor Winter" in The Moon Is Down (La luna è tramontata). Si deve a Steinbeck la parte di narrativa di Sea of Cortez e più tardi il breve e commovente saggio a carattere biografico About Ed Ricketts scritta nell'introduzione all'edizione Viking pubblicata come The Log from the Sea of Cortez nel 1951. Steinbeck rivide il saggio filosofico di Ricketts "Essay on Non-Teleological Thinking", e lo inserì come il capitolo "Easter Sunday" di "The Log from the Sea of Cortez", pubblicato con il nome dello stesso Steinbeck. "The Log from the Sea of Cortez" del 1951 differisce da "The Sea of Cortez" del 1941 per l'omissione del catalogo filogenetico scritto da Ricketts, per la scomparsa del nome dell'autore e per il saggio About Ed Ricketts inserito nell'introduzione. In edizioni successive a quella dell'editore Living, venne però rimesso in copertina il nome di Ricketts.
Nel 1942, era nel frattempo scoppiata la guerra, Steinbeck scrisse La luna è tramontata, un romanzo sull'occupazione nazista in Norvegia che rappresenta un fatto nuovo nella narrativa steinbeckiana. La vicenda è ambientata in un piccolo villaggio norvegese sconvolto all'improvviso dall'arrivo delle truppe di occupazione naziste. Dopo un primo momento di disorientamento, tuttavia, il bisogno di libertà spinge i pacifici contadini a organizzarsi in una resistenza armata, mentre il sindaco Orden accetta di morire pur di non ostacolarla. Nel 1943 trascorse sei mesi, dal 21 giugno al 10 dicembre, sul fronte europeo come inviato speciale del "New York Herald Tribune" e ne rimase sconvolto. Gli articoli scritti in quell'occasione verranno in seguito raccolti in volume e pubblicati nel 1958 con il titolo Once there was a War (C'era una volta una guerra) dove narra, nello stesso modo partecipe usato nei romanzi, la vita dei soldati, senza soffermarsi su episodi di eroismi, ma raccontando il disperato quotidiano tentativo di sopravvivere ai pericoli.
Nel 1944 la famiglia si trasferì a Monterey dove nacque il primo figlio, Thom, e nel 1946 il secondo, John IV. Sempre nel 1944 collaborò con Orson Welles, per il suo programma radiofonico The Orson Welles Almanac, sulla CBS: il 18 gennaio per la lettura del suo racconto Letter to Mother, il 25 gennaio per Flyer Come Home e il 19 luglio per With Your Wings, racconto sull'aviatore nero William hatcher, andato perduto per 70 anni e ritrovato negli archivi dell'Università del Texas a Austin solo nel 2014 da Andrew F. Gulli, direttore della rivista Strand Magazine, sul quale è stato finalmente pubblicato. Intanto escono altri film tratti da suoi racconti, come Lifeboat (1944), di Alfred Hitchcock (uscito in Italia con il titolo Prigionieri dell'oceano), oppure A Medal for Benny (1945), di Irving Pichel (titolo italiano: L'ombra dell'altro), con Dorothy Lamour. Nel 1947, su incarico del New York Herald Tribune, fece un viaggio in Russia insieme al fotografo Robert Capa.
Sempre nel 1947 pubblicò un nuovo romanzo che si rifaceva allo stile fantasioso e allegro del picaresco Pian della Tortilla dal titolo The Wayward Bus (La corriera stravagante), storia di un autobus guidato da un conduttore mezzo irlandese e mezzo messicano sotto la protezione dell'Immacolata Vergine di Guadalupe che rimane bloccato con i suoi passeggeri nella verde vallata californiana. Nel 1948, anno funestato dalla morte di Ricketts, pubblicò un diario di viaggio, A Russian Journal e divorziò da Gwyndolyn Conger per sposare, nel 1950, Elaine Anderson Scott. Gli ultimi anni Negli anni successivi alla guerra Steinbeck faticò a replicare il successo del periodo precedente; i suoi romanzi Cannery Row e Sweet Thursday furono criticati da alcuni che vi ravvisavano una replica di Tortilla Flat. L'America era profondamente cambiata e la sua visione pacifista e naturalista della realtà appare ai più superata.
East of Eden (La valle dell'Eden) Dopo un periodo di viaggi in Europa e in Africa, scrive ancora racconti, sceneggiature e romanzi finché nel 1952 pubblicò il romanzo East of Eden (La valle dell'Eden) che fu nuovamente un successo. Dal romanzo venne tratto da Elia Kazan, nel 1955, un famoso film dal titolo omonimo interpretato da James Dean e Julie Harris, che ottenne 4 nomination al premio oscar. Del 1952 è la sceneggiatura di Viva Zapata!, film diretto da Elia Kazan con Marlon Brando nel ruolo di protagonista. A partire dal 1954, quando durante un lungo viaggio all'estero divenne corrispondente del giornale francese "Le Figaro" ed ebbe contatti con Roberto Rossellini e Ingrid Bergman, Steinbeck visse con la moglie a Sag Harbor, sulla Long Island di New York, pur continuando a viaggiare (per esempio visse quasi tutto il 1959 a Bruton, in Inghilterra).
The Winter of Our Discontent (L'inverno del nostro scontento) Nel 1961 scrive L'inverno del nostro scontento che è la storia del fallimento di un'esistenza e un atto d'accusa amaro contro l'America contemporanea. La storia si svolge nel Long Island dove il protagonista, Ethan Allen Hawley, discendente da un'antica stirpe di balenieri, trascorre la vita tra la famiglia e il negozio di drogheria dove fa il commesso. Insoddisfatto per la vita che fa e influenzato dal mito americano del successo, vuole conquistare la ricchezza e progetta una rapina perfetta. Il titolo è l'incipit del monologo di apertura del Riccardo III di Shakespeare.

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Ritratto (dalla Portrait Gallery of Eminent Men and Women in Europe and America)


Travels with Charley in Search of America (Viaggio con Charley)Nel 1960, Steinbeck, in epoca di economia consumistica, si rimette in strada sopra un'auto-roulotte, che chiama Ronzinante attrezzata con tutti i ritrovati moderni per farla assomigliare il più possibile a una sua abitazione, e compie un viaggio attraversando gli Stati Uniti insieme al suo cane Charley. Charley è un barboncino francese, ammalato di prostatite, che risponde ai comandi solamente in francese e ha i modi di un vecchio gentiluomo. Charley non è solamente un compagno di viaggio ma l'ascoltatore dei monologhi del padrone che, quando è sera o nelle pause di attesa, gli parla dei suoi scrittori preferiti, come Sinclair Lewis e Thomas Wolfe. Nel libro, che venne pubblicato nel 1962 con il titolo di Travels with Charley (Viaggio con Charley) si sentono, sia all'inizio che alla fine, gli influssi di Moby Dick e di Palme selvagge di William Faulkner.
Altri viaggi lo portarono (questa volta con i figli Thom e John e un loro giovane tutore, Terrence McNally, che più tardi diventerà sceneggiatore e drammaturgo) a Dublino, Firenze, Roma, Capri, in Grecia, ma la salute malferma lo fece tornare a Sag Harbor, dove accendendo il televisore per seguire la crisi dei missili di Cuba, che accadeva in quei giorni del 1962, sentì annunciare che gli era stato conferito il Premio Nobel per la Letteratura. Nel 1963 fece un viaggio a Mosca, Varsavia e Praga, mantenendo rapporti con scrittori oltre la cortina di ferro (ma in questi ultimi anni scrisse e ricevette lettere con personalità di rilievo, tra cui anche i presidenti John F. Kennedy e Lyndon Johnson). Nel 1966 viaggiò ancora nel Sud-est asiatico, scrivendo articoli per la rivista "Newsday". Morì il 20 dicembre del 1968 e le sue ceneri sono sepolte al Garden of Memories Cemetery di Salinas.

Opere
La Santa Rossa (Cup of Gold: A Life of Sir Henry Morgan, Buccaneer, With Occasional Reference to History) (1929)
I pascoli del cielo (The Pastures of Heaven) (1932)
Il cavallino rosso (The Red Pony) (1933), poi in The Long Valley
Al Dio sconosciuto (To a God Unknown) (1933)
Pian della Tortilla (Tortilla Flat) (1935)
La battaglia (In Dubious Battle) (1936)
Uomini e topi (Of Mice and Men) (1937)
La lunga vallata: racconti (The Long Valley) (1938)
Furore (The Grapes of Wrath) (1939)
The Forgotten Village (1941)
La luna è tramontata (The Moon Is Down) (1942)
Vicolo Cannery (Cannery Row) (1945)
La corriera stravagante (The Wayward Bus) (1947)
La perla (The Pearl) (1947)
Che splendida Ardi (Burning Bright) (1950)
La valle dell'Eden (East of Eden) (1952)
Quel fantastico giovedì (Sweet Thursday) (1954)
Il breve regno di Pipino IV (The Short Reign of Pippin IV: A Fabrication) (1957)
L'inverno del nostro scontento (The Winter of Our Discontent) (1961)
Le gesta di re Artù e dei suoi nobili cavalieri (The Acts of King Arthur and His Noble Knights) (1976), postumo Uncollected Stories of John Steinbeck (1986)
-- His Father
-- The Summer Before
-- How Edith McGillcuddy met R. L. Stevenson
-- Reunion at the Quiet Hotel
-- The Miracle of Tepayac
-- The Gifts of Iban
-- The Time the Wolves Ate the Vice-Principal

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John Steinbeck in visita alla Casa Bianca, al centro fra il figlio John (a sinistra) e il Presidente Lyndon B_ Johnson.

La valle dell'Eden

Nel romanzo si racconta la storia di due famiglie emigrate nella valle del Salinas in California in cerca di fortuna, gli Hamilton e i Trask, per un periodo che va dalla Guerra Civile alla Prima Guerra Mondiale. La prima, quella degli Hamilton, conduce lì una vita povera ma molto tranquilla. Il grande protagonista della famiglia è il buono e colto Samuel, nonno materno dello scrittore, un inguaribile ottimista nonostante viva da tutta la vita nell’unico pezzo di terra del Salinas dove non scorra dell’acqua. Pur essendo colto e molto ingegnoso, Sam sembra incapace di arricchirsi grazie alle sue doti e rimarrà solo attaccato alla sua proprietà quando i numerosi figli, ben nove, andranno a cercare (e trovare) fortuna altrove.
I Trask invece hanno un ventaglio di personaggi importanti molto più ampio, il cui perno è Adam Trask che, dopo essersi sposato con la misteriosa e perfida Cathy Ames, abbandona la casa di famiglia ereditata insieme a una vera e propria fortuna a metà col fratello Charles, con il quale ha un rapporto molto difficile, per rifarsi una vita in California. La vita di Adam, apparentemente su binari felici dopo una gioventù difficile, si incrina però non appena gli nascono due gemelli perché la moglie, ancora fresca di parto, se ne va per sempre, anche se non molto lontano: sotto falso nome gestirà infatti fino alla vecchiaia il bordello più corrotto e depravato della città vicina. Da qui Adam cade in disgrazia per lo choc, tanto che non riesce nemmeno a dare un nome ai figli se non grazie all’aiuto del fedele servitore Lee e di Samuel che sceglieranno per lui i nomi Caleb e Aron in quello che probabilmente è il momento più alto e significativo di tutto il romanzo: i tre intavolano una discussione stupenda sulla Bibbia, la vita, l’amore, il libero arbitrio, tutto quanto. E il romanzo prosegue poi fino alla conclusione proprio con la storia dei due gemelli Trask e il loro raggiungimento dell’età adulta raccontandone il difficile rapporto col padre, quello tra loro due e quello ancora più complicato con la madre, che Caleb ritrova infine nel bordello della città, scoprendo e rivelando tutta la verità sul passato di famiglia.
Se gli altri romanzi di Steinbeck che ho letto, Furore e Uomini e Topi, si concentravano più su temi terreni, ne La valle dell’Eden l’autore pone il focus sull’eterno tema morale della lotta tra il bene e il male. Quella che si mette in scena nella valle del Salinas è infatti la battaglia che l’uomo sembra combattere da sempre contro il destino: siamo liberi di scegliere nelle nostre azioni? E sel titolo originale dell’opera, East of Eden, fa riferimento alla regione di Nod dove Caino venne esiliato dopo aver assassinato il fratello Abele, non è un caso che tutto il peso di questa lotta tra bene e male ricada sulle spalle di uno dei due gemelli Trask. Caleb, infatti, sente di avere ereditato, come Caino prima di lui, un’indole innata al peccato da parte dei suoi genitori, in particolare dalla madre Cathy, reincarnazione di Eva e Satana, che lo porta a fare cose cattive, specialmente nei confronti del fratello Aron che sembra godere delle preferenze del padre. Le stesse iniziali delle due coppie di fratelli Trask (Charles-Adam e Caleb-Aron) portano in questo senso.
A suggerire la portata biblica della storia è un personaggio esterno alle due famiglie che funge da guida spirituale ai personaggi del romanzo e da interprete della storia al lettore: il servitore Lee, un cinese umile e colto che si occupa delle faccende in casa Trask e il cui sogno è quello di aprire una libreria a San Francisco dove disquisire con altri intellettuali di filosofia e letteratura. A metà romanzo (e poi alla fine) è infatti Lee, con una bellissima interpretazione di un passo contenuto nella Bibbia, a ricordare agli altri che si può sfuggire alla tentazione del peccato, che non esiste né una predeterminazione cosmica né una biologica che impedisca all’uomo di essere buono. Timshel, dice il passo della Bibbia che cita: “Tu puoi”.
Ma non c’è solo questa dicotomia, ne La valle dell’Eden Steinbeck tocca comunque tutti i temi a lui cari: la natura, l’ingiustizia sociale, la solitudine, tutte le declinazioni dell’amore e le atroci sofferenze che la sua mancanza può generare, i difficili rapporti familiari. Steinbeck si conferma un conoscitore dell’animo umano come pochi altri, capace di imbastire trame verosimili dove i personaggi non sono solo attori bidimensionali ma figure a tutto tondo piene di paure, ansie, sentimenti più che mai reali. L’apice della scrittura viene raggiunto nei dialoghi, sempre ispiratissimi, ma che portano l’opera su un piano ancora superiore ogni qual volta ci sono di mezzo Lee o Samuel Hamilton.

Furore

Il titolo originale The Grapes of Wrath, letteralmente I grappoli d'ira (o I grappoli d'odio), è un verso tratto da The Battle Hymn of the Republic, di Julia Ward Howe:

«Mine eyes have seen the glory of the coming of the Lord:
He is trampling out the vintage where the grapes of wrath are stored;
He hath loosed the fateful lightning of His terrible swift sword:
His truth is marching on.»

A loro volta questi versi si riferiscono al passaggio dell'Apocalisse 14:19-20.
Trama
La vicenda narra l'epopea della 'biblica' trasmigrazione della famiglia Joad, che è costretta ad abbandonare la propria fattoria nell'Oklahoma a bordo di un autocarro e - attraverso il Texas Panhandle, il New Mexico e l'Arizona, lungo la Route 66 - a tentare di insediarsi in California, dove spera di ricostruirsi un avvenire. Nella stessa situazione si trovano centinaia di altre famiglie, sfrattate dalle case dove avevano vissuto per generazioni perché le banche a cui avevano chiesto i prestiti non rinnovano i crediti e confiscano i terreni spedendo le "trattrici" a spianare tutto, comprese le abitazioni in legno. «Vi ripeto che la banca è qualcosa di più di un essere umano. È il mostro. L'hanno fatta degli uomini, questo sì, ma gli uomini non la possono tenere sotto controllo.» La storia ha inizio con Tom, che è appena stato rilasciato sulla parola con un permesso speciale del carcere - dove ha già scontato quattro dei sette anni ai quali è stato condannato per aver ucciso un uomo che lo aveva accoltellato. Egli ritorna a casa attraversando un paesaggio desolato dall'aridità e dalle piogge torrenziali che rovinano l'ennesimo raccolto e che preannunciano la miseria incombente. Con la sua famiglia decide così di abbandonare l'Oklahoma per tentare la fortuna all'Ovest. Costoro intraprendono a bordo di un autocarro un lungo viaggio lungo la Route 66 verso la California, dopo aver letto un volantino di ricerca lavoro. A compiere il viaggio sono tre generazioni delle quali la madre, che è la vera anima del gruppo familiare, cerca positivamente di diffondere su tutti la serenità e quando il figlio Al le chiede, all'inizio del viaggio:

«"Mamma non hai dei brutti presentimenti? Non ti fa paura, andare in un posto che non conosci?"Gli occhi della mamma si fecero pensosi ma dolci. "Paura? Un poco. Ma poco. Non voglio pensare, preferisco aspettare. Quel che ci sarà da fare lo farò..."»

la sua risposta è calma e rassicurante. Oltre alla mamma, ad Al e al protagonista Tom, fanno parte del gruppo familiare la giovane sposa Rosasharn (Rose of Sharon), in attesa di un bambino, col marito Connie, il fratello maggiore Noah, la sorella dodicenne Ruth e il fratello minore Winfield di dieci anni, un ex-predicatore ritrovato da Tom e ora aggregato alla famiglia di nome Casy spesso assorto in pensieri filosofici sulla condizione umana, il babbo, lo zio John e i vecchi nonni in condizioni precarie. Durante il lungo ed estenuante viaggio incontrano altre famiglie di emigranti e ogni tanto degli accampamenti per giungere infine alle soglie della California.

«E finalmente apparvero all'orizzonte le guglie frastagliate del muro occidentale dell'Arizona... e quando venne il giorno, i Joad videro finalmente, nella sottostante pianura, il fiume Colorado... Il babbo esclamò: "Eccoci! Ci siamo! Siamo in California!". Tutti si voltarono indietro per guardare i maestosi bastioni dell'Arizona che si lasciavano alle spalle.»

Ma la felicità di essere giunti durerà poco perché la California non è il paese che avevano sognato ma un luogo, almeno per loro, di miseria e la sorte sembra accanirsi contro la famiglia Joad: Tom in seguito ad un orribile fatto è costretto a fuggire, mentre un'inondazione che arriverà proprio quando finalmente avevano trovato un lavoro con un discreto salario peggiorerà nuovamente la situazione e alla fine Rosasharn, abbandonata dal marito, partorisce un bimbo morto. Il romanzo termina con una immagine di coraggio e solidarietà di Rosasharn, che appena dopo il parto allatta un pover'uomo sfinito dalla fame.
Controversie
Il contenuto di denuncia sociale del romanzo, atto a sottolineare il degrado nel quale versavano le campagne colpite dalla crisi, fu tale da attirare immediatamente l'attenzione di critici, giornalisti e politici. Essi si interessarono molto del romanzo, che creò una forte spaccatura tra sostenitori e detrattori, ben più dei tanti altri romanzi sulla crisi scritti in quel periodo. Un ampio dibattito coinvolse la veridicità della testimonianza di Steinbeck. Se una parte consistente dell'America si riconosceva nelle affermazioni e nelle posizioni di Steinbeck, un'altra parte altrettanto grande si scagliava contro le presunte mistificazioni e falsità del romanzo. Una delle critiche più aspre e dettagliate verso The Grapes of Wrath fu fatta da Frank J. Taylor, giornalista e critico letterario. Taylor denunciò la presunta falsità delle critiche fatte da Steinbeck verso i grandi proprietari terrieri. Taylor condusse due inchieste nelle stesse zone analizzate da Steinbeck, una nell'inverno del 1937-38 e una nel 1939, ottenendo risultati completamente diversi dal suo predecessore. In netta contrapposizione con Steinbeck, Taylor affermò di non aver trovato un equivalente reale della famiglia Joad durante le sue ricerche:

«Le esperienze della famiglia Joad, le cui disgrazie nel loro viaggio da Oklahoma alla California Steinbeck delinea così graficamente, non sono tipici di quelle dei migranti reali che ho trovato nel corso delle due visite di reportage delle valli agricole. [...] Inoltre le tremila miglia di strade principali e secondarie, non sono riuscito a trovare una singola controparte della famiglia Joad. [...] La sorte dei vagabondi della frutta non è certamente un letto di rose, ma non è nemmeno il destino amaro descritto in The Grapes of Wrath”.»

Un altro importante contributo, ma di esiti completamente opposti a quelli di Taylor, è quello di Carey McWilliams, commissario per l'immigrazione in California e giornalista per il Nation. Celeberrima la sua inchiesta Factories in the Field, opera sui problemi socioeconomici americani che ricalca le posizioni di Steinbeck. La commissione LaFollette, sostenuta dal celebre progressista che le dà il nome, si preoccupò di verificare la correttezza dei dati forniti da Steinbeck e McWilliams. I dati rinvenuti dai risultati del LaFollette Committee furono in netto contrasto con le testimonianze riportate da Taylor. Le considerazioni di Taylor e McWilliams, anche se di segno nettamente opposto, contribuiscono entrambe a verificare gli scenari disegnati da Steinbeck. I travagli affrontati dai Joad, infatti, evidenziano la singolarità e le contraddizioni degli episodi narrati.

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Furore

Frequentavo la terza media e la professoressa di italiano ci esortava a leggere; io dissi "Ho già letto tutti i libri di casa mia, fondamenralmente Salgari e Dumas ". Ero un lettore insaziabile e quando andavo a letto mettevo l'abait jour sotto le coperte per non farmi scoprire dai genitori. "Vai alla biblioteca comunale in Piazzale Oberdan e chiedi del bibliotecario" rispose la signora professoressa, come si diceva allora. Così andai, conobbi il signor Mantovani che mi prese in simpatia e mi avviò alla lettura "impegnata"; grazie a lui lessi quasi tutta la letteratura russa oltre a Kafka, Flaubert, Proust, Conrad, Faulkner, Marquez, Hemingway, Shakespeare e, inconsapevolmente, anche una decina di libri di Virgilio Brocchi che allora andava molto di moda e molto Bacchelli (non potevo disilludere l'opinione del signor Mantovani), e quasi tutta la Commedia Umana di Balzac. Uno dei primi libri che lessi fu proprio Uomini e topi di Steinbeck. EUGENIO CARUSO
Eugenio Caruso - 2 settembre 2022

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