Audizione del governatore di Bankitalia sul Dpef 2009 - 2013.

 "La politica economica deve ora abbattere il debito e contribuire alla ripresa della crescita con servizi pubblici migliori e una riduzione del carico fiscale". E' questa la ricetta indicata dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, durante l'Audizione in Parlamento sul Dpef 2009 -2013.

Il numero uno di Bankitalia ha anche anticipato che “nel 2008 i conti pubblici peggioreranno per il rallentamento dell'economia e le misure di bilancio. Il Dpef - ha sottolineato - conferma l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2011 nonostante la difficile situazione congiunturale. E' un segnale di continuità negli impegni del nostro paese nei confronti dei partner europei. Il raggiungimento del pareggio, affidato all'aumento dell'avanzo primario - Vedi nota 1- garantirà una rapida riduzione del rapporto tra debito e prodotto, un obiettivo essenziale alla luce delle sfavorevoli prospettive demografiche per i prossimi decenni".

Il governatore della Banca d'Italia non ha nascosto però che il programma di contenimento della spesa messo a punto dal governo è alquanto "ambizioso". "E' positivo che la riduzione della spesa svolga un ruolo preponderante nel processo di consolidamento dei conti pubblici". In questo senso, ha detto ancora Draghi, "la sfida più importante e difficile è quella sul pubblico impiego”.

"Gli interventi - ha spiegato il governatore riferendosi in particolare all'inasprimento dei limiti per il turn over - appaiono sostenibili solo in presenza di una incisiva riorganizzazione del lavoro pubblico che ne innalzi la produttività. L'introduzione di nuovi sistemi di valutazione del personale, la valorizzazione del merito e la maggior responsabilizzazione dei dipendenti pubblici che il governo intende perseguire con apposita legge delega, vanno in questa direzione".

Quanto alle politiche fiscali, Draghi ha ribadito che "la riduzione delle aliquote d'imposta gravanti su lavoratori e imprese rafforzerebbe gli interventi volti a dare sostegno alla crescita". Un intervento di questo genere, ha proseguito, "diminuirebbe le distorsioni dell'attività economica e migliorerebbe la posizione competitiva delle nostre imprese". Draghi ha prospettato poi anche la possibilità, "qualora si delineasse un andamento congiunturale più favorevole di quello atteso, di restituire il drenaggio fiscale per sostenere il reddito disponibile delle famiglie". E ha messo in guardia contro una rincorsa tra prezzi e salari, che non è da augurarsi, "anche perché l'esperienza degli anni Settanta e Ottanta ha dimostrato che questa rincorsa non ha tutelato il potere di acquisto dei salari". Quello che è essenziale, per Draghi, è "un ritorno alla stabilità".

3 luglio 2008


NOTA

1. L'avanzo primario del bilancio dello stato, può essere definito come la differenza fra le entrate e le spese pubbliche, senza considerare gli interessi da pagare sul debito.

L'avanzo primario è dato dalla formula AP = G – T – ∆BM, dove:

  • G è la spesa pubblica;
  • T sono le entrate tributarie ed extra-tributarie;
  • ∆BM è la parte di deficit primario finanziata con emissione di base monetaria.

Se la formula di cui sopra assume saldo positivo, non si parla di avanzo ma di disavanzo primario, ovvero di deficit. Oltre alla spesa per interessi, l'avanzo primario non ricomprede eventuali rimborsi od accensioni di prestiti. Il persistere di un avanzo primario nel bilancio dello stato, è considerato uno dei primi indicatori di salute della finanza pubblica.

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