IO ACCUSO

ACCUSO: MI OPPONGO ALLA GUERRA E ALL'OCCUPAZIONE ISRAELIANA. ORA IL PARLAMENTO ISRAELIANO STA CERCANDO DI ESPELLERMI
Sono accusato di "sostegno al terrorismo" per aver sostenuto la pace. Ma i veri sostenitori del terrorismo sono nel governo Netanyahu, che conduce una Guerra di Annientamento a Gaza, legittimata dalla comunità internazionale e dal Presidente Trump.

Oggi la mia voce, il mio partito e la mia stessa presenza nel Parlamento israeliano sono sotto attacco. Ma questo non è solo un attacco: è un tentativo di cancellarmi, e di cancellare tutti coloro che si oppongono al governo Netanyahu, all'Occupazione e alla guerra a Gaza.
Membri sia della coalizione di governo che dell'opposizione stanno cercando di mettermi sotto accusa per un tweet che ho pubblicato su X quasi sei mesi fa, in cui scrivevo.

"Sono felice del rilascio degli ostaggi e dei prigionieri. Ora dobbiamo liberare entrambi i popoli dal giogo dell'Occupazione. Perché siamo tutti nati liberi".

Un tweet che sostiene una posizione umana, basata sul riconoscimento universale che la libertà di qualcuno non possa sopravvivere a scapito di quella di un altro. Ma qui, in Israele, parole come queste vengono distorte e interpretate come "sostegno al terrorismo".
Sia chiaro: chi sostiene il terrorismo non è, come me, un sostenitore della pace. Chi sostiene il terrorismo siede in questo governo israeliano. Sono loro gli estremisti, non io. Ma invece di assumersi la responsabilità delle proprie parole e azioni, ora mi giudicano per ciò che provo, per ciò che ho scritto.
Molti di questi estremisti, alcuni ministri di questo governo, hanno dichiarato, fin dai primi giorni di questa guerra:

"Gaza dovrebbe essere rasa al suolo". Altri hanno detto, senza vergogna: "I bambini di Gaza se la sono cercata". Alcuni si sono spinti oltre, proclamando: "Non ci sono innocenti a Gaza" e persino: "Gli uomini dovrebbero essere separati dalle donne e dai bambini, e poi giustiziati". Queste sono le parole dei membri in carica della Knesset, alcuni della coalizione di Netanyahu, altri dell'opposizione. Eppure vogliono mettermi sotto accusa e mettere a tacere tutti noi che ci esprimiamo contro la guerra.
Come Émile Zola, che gridò in difesa della coscienza umana durante l'affare Dreyfus, anch'io sento il dovere morale di gridare.


Accuso.
Accuso il governo israeliano, guidato da Benjamin Netanyahu, Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, di aver condotto una Guerra di Annientamento contro il popolo palestinese. Questo è un governo che ha abbandonato anche la più pallida parvenza di moralità. Il suo obiettivo non è la sicurezza, ma la vendetta, la Distruzione, il Dominio e l'Occupazione.
Accuso coloro che sostengono questo vergognoso, pericoloso e profondamente antidemocratico processo di impeachment. Non si tratta di un evento isolato. È l'ennesimo doloroso passo di una Campagna sistematica volta a Cancellare la rappresentanza politica dei cittadini arabi di Israele e a mettere a tacere ogni voce morale che osi parlare di uguaglianza, giustizia, democrazia e pace.
Accuso i media israeliani, che hanno ampiamente fallito nel trattare questo processo di impeachment con la gravità che richiede. Gli stessi media che oscurano gli orrori della guerra: la sofferenza dei bambini, la fame, la distruzione. Gran parte dei media israeliani ha scelto, fin dall'inizio di questa guerra, di servire il governo e di nascondere la realtà al pubblico. Questo non è giornalismo: è Complicità.
Accuso i capi dell'opposizione che non sono riusciti a offrire una vera alternativa a questa strada criminale. Hanno scelto di giocare secondo le regole scritte da un sistema che scivola verso il fascismo. Una democrazia senza un'opposizione morale non è affatto democrazia.
Accuso coloro che sostengono la Supremazia Ebraica, che si rifiutano di considerarci pari, che negano la nostra Umanità e che non riconoscono nemmeno un singolo combattente non violento per la libertà tra il popolo palestinese. Il popolo palestinese ha il diritto di esistere, il diritto di resistere all'ingiustizia e il diritto di cercare la libertà, attraverso la dignità, la perseveranza e la giustizia della nostra Causa.
Accuso la dirigenza del Movimento dei Coloni, l'avanguardia ideologica dell'Apartheid e del governo ombra di Israele. Predicano la Pulizia Etnica, glorificano la Supremazia Ebraica e lavorano quotidianamente per espellere e Cancellare il popolo palestinese, in Cisgiordania, a Gaza e nel Negev, in nome dell'ebraismo ma contro i suoi valori.
Accuso coloro che guidano la Campagna di Distruzione a Gaza. Hanno oltrepassato ogni linea rossa. Hanno perso ogni controllo. Agiscono con una crudeltà che la storia rabbrividirà a ricordare. Accuso coloro che demoliscono città, cancellano vite e perpetuano un'Occupazione illegale, tutto in nome della "sicurezza" di Israele.
Accuso i responsabili dell'orribile massacro del 7 Ottobre. Questo è un crimine imperdonabile. Uccidere innocenti, anziani, donne, uomini, giovani, compresi coloro che ballano a un festival musicale, è un crimine spaventoso. Ho condannato questi crimini orribili centinaia di volte. Ho visitato le famiglie degli ostaggi e le vittime. Porto con me il loro dolore. Riconosco il loro dolore. L'omicidio di persone innocenti deve essere sempre condannato. Questo è un principio morale che non abbandonerò mai.
I Crimini dell'Occupazione israeliana non potranno mai giustificare l'uccisione di un solo civile israeliano innocente il 7 Ottobre. E nulla di ciò che è accaduto il 7 Ottobre potrà mai giustificare l'uccisione di un solo civile palestinese innocente a Gaza.
Accuso la comunità internazionale. Sì, accuso il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e i suoi predecessori, che hanno legittimato la Guerra di Annientamento a Gaza e l'ascesa del fascismo in Israele. Trump ha parlato di annessione e Apartheid senza la minima empatia o consapevolezza del prezzo che ne sarebbe stato pagato. E accuso anche noi. Sì, accuso me stesso.
Non abbiamo fatto abbastanza. Non siamo stati abbastanza forti, abbastanza forti, per fermare questa catastrofe. Non abbiamo lavorato abbastanza per dare potere al voto arabo in Israele. Ma siamo qui. Siamo ancora in piedi. E non ci fermeremo. Non resteremo in silenzio. Non vacilleremo.
Ma non accuso le famiglie degli ostaggi e delle vittime del 7 Ottobre. Meritano ogni abbraccio, anche quando il loro stesso governo li ha abbandonati.
Non accuso il popolo arabo in Israele, che ancora una volta ha dimostrato di essere una bussola morale, una voce di riconciliazione in un mare di odio. E certamente non accuso il popolo palestinese di Gaza o della Cisgiordania. Gaza è il luogo più devastato sulla terra dalla Seconda Guerra Mondiale. Gli oltre 1.300 posti di blocco militari in Cisgiordania rendono la vita quotidiana dei palestinesi, che vivono sotto occupazione, quasi impossibile.
Vedo la loro sofferenza. Sento le loro grida. Vedo la distruzione. Conosco le scelte impossibili che affrontano ogni giorno sotto assedio, sotto Occupazione, sotto bombardamenti. Vedo persone che vogliono semplicemente vivere, che vogliono semplicemente crescere i propri figli nella dignità e nella pace, e realizzare il loro diritto all'autodeterminazione attraverso la creazione di uno Stato Palestinese. Vedo persone che sono state private della loro libertà e della loro Umanità, intrappolate tra i muri dell'oppressione e il fuoco della guerra.
E accuso l'Occupazione israeliana, che alimenta il dolore, la distruzione e l'infinito ciclo di violenza. Ecco perché credo che dobbiamo liberare entrambi i popoli, perché siamo tutti nati liberi.
Il percorso della destra israeliana è fallito. Questa Guerra di Annientamento non ha ottenuto nulla e non otterrà nulla. Alla fine, palestinesi e israeliani si solleveranno insieme. Solo una soluzione politica può portare giustizia, sicurezza e pace dal fiume al mare.
La storia giudicherà coloro che sono rimasti in silenzio e onorerà coloro che hanno resistito e creduto. Noi scegliamo di credere. Noi scegliamo di resistere.
Solo insieme possiamo costruire qualcosa di diverso: un futuro diverso. Un futuro migliore.
Perché i miei figli, proprio come ogni bambino, hanno una sete disperata di vita. Hanno sete di gioia. Hanno sete della semplice, ostinata speranza che si rifiuta di morire. Hanno sete di sicurezza, di pace, del semplice diritto di esistere.
E chi di noi non ce l'ha? Questa settimana, quando sarò messo in stato d'accusa per i miei principi, sarò alla Knesset a testa alta. Ogni parola che ho detto mi rappresenta pienamente e non mi rimprovero nulla. Non una frase, non una parola, non una lettera, non una virgola, nemmeno un punto.
Le mie posizioni sono posizioni morali. Offrono un'alternativa, un'alternativa di democrazia, uguaglianza e pace sia per il popolo ebraico che per quello palestinese. Perché la storia li giudicherà. E la storia mi renderà giustizia.

ayman

Ayman Odeh è un cittadino palestinese di Israele, membro della Knesset israeliana e leader del Partito Hadash-Ta'al.
Traduzione: La Zona Grigia Fonte: https://archive.md/57rfG
18 luglio 2025


Quello che sta subendo in queste ore il sindaco di San Giuliano Terme Matteo Cecchelli è sconvolgente e dà la misura del clima avvelenato e disumano a cui siamo arrivati. Qualche settimana fa Cecchelli aveva compiuto un gesto di grande, grandissima umanità, celebrando un funerale islamico per #Marah, la ragazza palestinese morta di fame all’ospedale di Pisa, e dandole una sepoltura in un’area del suo Comune rivolta verso la Mecca, smentendo anche chi aveva diffuso la falsa notizia della sua morte per lecuemia.
Per tutto questo Cecchelli è finito nel mirino di una campagna d’odio orchestrata da oltranzisti filo-israeliani e americani. Fino a poche ore fa quando il sindaco si è ritrovato addirittura sulla scrivania una lettera proveniente da Chicago piena zeppa di insulti e vere e proprie minacce per aver osato accogliere la giovane Marah.
Lui allora ha fatto una cosa semplice. Ha denunciato tutto alle autorità competenti. E poi ha risposto con parole da incorniciare.

"Il fatto che un sindaco italiano venga insultato e minacciato da Oltreoceano per aver accolto con rispetto e dolore una giovane vittima civile dimostra quanto sia profondo il clima di disumanizzazione e di avvelenamento del dibattito pubblico mondiale. Ma se chi minaccia crede di intimidirci, sbaglia profondamente.
Marah non è morta per caso. Marah è morta di genocidio, un genocidio portato avanti dal Governo Israeliano. È una delle oltre 64.000 vittime civili della carneficina in corso a Gaza, un'area martoriata dove i diritti umani vengono calpestati ogni giorno. E sconcertano il silenzio e l'indifferenza delle istituzioni più alte del nostro Paese".
Voglio esprimere tutta la solidarietà e ogni stima possibile al sindaco Cecchelli. Per quello che ha fatto, per quello che sta subendo, per quello che ha detto. Avercene oggi di esseri umani e politici come il sindaco Matteo Cecchelli.
Lorenzo Tosa

sindaco

7 settembre 2025


IMBOSCATA di Israele a LEONE XIV
L’operazione di falsificazione del presidente di Israele Herzog, per fiancheggiare Netanyahu, è stata da manuale.
Vediamo come è andata. Herzog sa che per Bergoglio quello che si stava compiendo era un “genocidio”. Sostanzialmente identica la posizione del patriarca Pizzaballa, che pure è, dottrinalmente ed ecclesialmente parlando, uomo diversissimo dal pontefice defunto (un conservatore a tutto tondo, per intenderci). Medesimo il sentire di Padre Patton, custode della Terra Santa e di tutti i cristiani che vi abitano. Questa compattezza del mondo cattolico e cristiano è pericolosa per la narrativa di Israele, che vuole presentare lo scontro in atto, non per quello che è (lotta per un territorio), ma come una sorta di guerra religiosa tra i buoni sionisti (per lo più atei, ma questo di solito non si sa) e i cattivi islamici.
Bisogna incastrare il papa, basta poco: un incontro, una foto insieme da far girare in tutto il mondo. Così si potrà separare la posizione di Leone da quella di Pizzaballa, secondo una retorica già in atto.
Herzog chiede l’incontro al papa, che forse lo concede, come si può immaginare, controvoglia: non può dire di no, ma quello che doveva dire su Gaza lo ha già detto molte volte. Che ci sia spazio per il dialogo?
Nessuno. Herzog detta subito, prima dell’incontro, la linea ai giornali di tutto il mondo: è il papa che gli ha chiesto l’incontro, per parlare degli ostaggi e dell’antisemitismo nel mondo. Detta così è mette il carro davanti ai buoi. E’ come dire: parleremo di quanto noi israeliani siamo, ancora una volta, le vittime. Dopo l’incontro, Herzog detta ancora la linea: "Ringrazio il pontefice per l'accoglienza calorosa. Israele vuole la pace e sta facendo il possibile per restituire tutti gli ostaggi tenuti nella crudele prigionia da Hamas".
A questo punto il papa e il Vaticano reagiscono, smentendo tutto: a chiedere l’incontro è stato il Herzog, non il papa! E già questo non è poco. Inoltre non si è parlato solo degli ostaggi, ma, così recita il comunicato ufficiale,

è stata affrontata la situazione politica e sociale del Medio Oriente, dove persistono numerosi conflitti, con particolare attenzione alla tragica situazione a Gaza. Si è auspicata una pronta ripresa dei negoziati affinché, con disponibilità e decisioni coraggiose, nonché con il sostegno della comunità internazionale, si possa ottenere la liberazione di tutti gli ostaggi, raggiungere con urgenza un cessate-il-fuoco permanente, facilitare l’ingresso sicuro degli aiuti umanitari nelle zone più colpite e garantire il pieno rispetto del diritto umanitario, come pure le legittime aspirazioni dei due popoli. Si è parlato di come garantire un futuro al popolo palestinese e della pace e stabilità della Regione, ribadendo da parte della Santa Sede la soluzione dei due Stati, come unica via d’uscita dalla guerra in corso. Non è mancato un riferimento a quanto accade in Cisgiordania e all’importante questione della Città di Gerusalemme”.

Dunque Leone non ha affatto parlato dell’antisemitismo nel mondo, dal momento che la critica al governo israeliano non ha nulla a che vedere con l’antisemitismo; ha messo a tema anzitutto la situazione di Gaza, poi, oltre ovviamente agli ostaggi (le cui famiglie, va ricordato, spingono per una soluzione negoziale e avversano la guerra di Netanyahu), ha toccato almeno altri 5 punti dolenti per Israele:

"1) la ripresa dei neogoziati che Netanyahu continua a rifiutare, nonostante le pressioni di buona parte della sua opinione pubblica e di molti militari; 2)l’ingresso sicuro degli aiuti umanitari (la Santa Sede ha fatto capire più volte di non credere alla narrazione secondo cui la morte per fame dei gazawi è responsabilità di altri, o, addirittura, un falso); 3) “il futuro del popolo palestinese” e i due stati; 4) la questione della Cisgiordania, sotto attacco nonostante non vi sia Hamas, e con attacchi violenti anche ai cristiani; 5) la questione di Gerusalemme, che per la santa Sede, dai tempi di pio XII, dovrebbe essere a statuto internazionale e non possesso degli israeliani."
Quanto infine alla “calorosa accoglienza” dichiarata da Herzog e rilanciata da giornali come il Foglio, adusi alla falsificazione, bastino le immagini delle foto ufficiali: Leone tiene sempre un volto scuro e una distanza di sicurezza. Non apprezza affatto né le menzogne né l’imboscata. Davanti alle telecamere, di solito si sorride: Leone non lo ha fatto neppure una volta.

leone bis

8 settembre 2025
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