La Cina

L'intervista di Vladimir Putin all'agenzia di stampa cinese Xinhua in occasione della sua visita ufficiale in Cina:
- In Russia, non dimenticheremo mai che la resistenza eroica della Cina è stata uno dei fattori cruciali che hanno impedito al Giappone di pugnalare alle spalle l'Unione Sovietica durante i mesi più bui del 1941-1942. Questo ha permesso all'Armata Rossa di concentrare i suoi sforzi per schiacciare il nazismo e liberare l'Europa.
- I popoli dell'Unione Sovietica e della Cina hanno sopportato il peso maggiore dei combattimenti e subito le perdite più gravi. Sono stati i nostri cittadini a sopportare le maggiori difficoltà nella lotta contro gli invasori e a giocare un ruolo decisivo nella sconfitta del nazismo e del militarismo. Attraverso queste dure prove, sono state forgiate e rafforzate le migliori tradizioni di amicizia e mutuo aiuto – tradizioni che oggi costituiscono una solida base per le relazioni russo-cinesi.
- Russia e Cina condannano con fermezza ogni tentativo di distorcere la storia della Seconda Guerra Mondiale, glorificare nazisti, militaristi e i loro complici, membri di squadre della morte e assassini, o diffamare i liberatori sovietici. I risultati di quella guerra sono sanciti nella Carta delle Nazioni Unite e in altri strumenti internazionali. Sono inviolabili e non soggetti a revisione. Questa è la nostra posizione condivisa e ferma con i nostri amici cinesi.
- Le relazioni economiche tra Mosca e Pechino hanno raggiunto un livello senza precedenti, la Cina è il principale partner commerciale bilaterale della Russia.
- Le transazioni Russia-Cina vengono effettuate in rubli e yuan, con la quota di dollari o euro "ridotta a una discrepanza statistica".
- La Russia mantiene saldamente la sua posizione di principale esportatore di petrolio e gas verso la Cina. Da quando il gasdotto Power of Siberia ha iniziato a funzionare nel 2019, le consegne cumulative di gas naturale hanno già superato i 100 miliardi di metri cubi. Nel 2027 prevediamo di avviare un'altra importante rotta del gas, la cosiddetta Rotta Estremo-Orientale. Stiamo inoltre collaborando efficacemente su progetti di GNL nella regione artica della Russia.
- La Russia è uno dei principali mercati mondiali per le esportazioni di automobili cinesi.
- La cooperazione tra Russia e Cina nelle Nazioni Unite, nell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) e nei BRICS è un fattore significativo nella politica globale.
- La Russia si aspetta che la presidenza del G20 del Sudafrica consolidi i risultati del Sud Globale.
Tramite Laura Ruggeri

putin


Qualche giorno fa a Pechino il presidente cinese Xi Jinping ha accolto i Capi di Stato di Russia, India, Pakistan, Iran e altri 22 Paesi non occidentali in occasione del 25 esimo vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco). Nel suo discorso davanti alla platea degli altri leader Xi ha criticato il “comportamento prepotente” di altri paesi e, pur senza nominare Donald Trump, ha esortato i partecipanti a opporsi alla “mentalità da guerra fredda”, per costruire un nuovo modello più giusto di “vero multilateralismo”. Si è trattata di una vera prova di nuovo ordine mondiale. Ma è interessante proprio il passaggio sulla mentalità da guerra fredda: negli anni ‘60/‘70/‘80 si viveva la contrapposizione tra due blocchi, quello orientale con l’Urss e tutte le nazioni controllate e dall’altra parte gli USA e gli alleati europei. Oggi si potrebbe dire altrettanto? L’arrivo di Trump ha condotto gli States a relazioni tese con l’Europa: ci è stato chiesto di comprare gas, pagare dazi, aumentare il contributo sulle armi e ci è stato chiesto senza particolari giri di parole o approcci diplomatici. Anche nel secondo dopoguerra era l’America a guidare le danze ma l’incubo di un’espansione comunista in Occidente ci rendeva preziosi per gli USA. Oggi quel pericolo non c’è più e ciò rende gli europei meno solidi (oltre che come sempre divisi). In una simile condizione di subalternità, l’Europa è così utile agli USA nella contrapposizione al modello emergente “dell’altro mondo”? I 25 paesi dello Sco rappresentano il 40% della popolazione del pianeta e il 25% del Pil mondiale. Il futuro dell’Europa sta tutto qui: tornare ad avere una rilevanza internazionale, avere leader capaci di dettare una linea incisiva e quindi tornare a essere partner essenziali per gli USA. Riusciremo a riacquistare un ruolo di primo piano nel nuovo scacchiere mondiale? E in che modo? O dovremo rassegnarci a una irrilevanza politica e quindi economica nel nuovo ordine mondiale?

sco

3 settembre 2025


Nei giorni scorsi si è tenuto in Cina un doppio evento: la riunione della Shanghai Cooperation Organisation (Sco), che raggruppa i principali paesi dell’Asia continentale oltre a Russia e Bielorussia, e dall’altra i festeggiamenti per la vittoria della Cina nella guerra antifascista contro il Giappone. Si sono così trovati a discutere allo stesso tavolo i leader della Cina, della Russia, dell’India, del Pakistan e così via. Il vertice è stato un fatto di grande rilevo per vari motivi. Il primo è che ha riunito anche paesi che storicamente hanno avuto buoni rapporti con l’occidente – basti pensare all’India – segnalando così il declino dell’egemonia occidentale sui paesi del sud del mondo. In secondo luogo il vertice ha messo attorno allo stesso tavolo paesi che hanno vari contenziosi anche militari (Pakistan, India, Cina, ecc.). Importante che questi paesi invece di accentuale il conflitto preferiscano avere luoghi di mediazione, evitando che il singolo conflitto determini una situazione di conflitto totale. Il terzo motivo che segna l’importanza di questa riunione riguarda il peso degli interlocutori: che Cina, Russia e India si trovino a discutere di sicurezza comune, di sviluppo di una banca comune e convengano sulla necessità di una modifica della governance mondiale che porti alla democratizzazione delle relazioni tra le nazioni attorno alla proposta di rilancio e di riforma delle Nazioni Unite e delle istituzioni ad esse connesse, costituisce un fatto di grande momento. Non a caso nel documento finale, accanto alla scelta di sviluppare la cooperazione politica e militare tra i paesi partecipanti, viene sottolineata la condanna del terrorismo e l’inaccettabilità di doppi standard nella lotta contro di esso, il rigoroso rispetto delle disposizioni del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP), la necessità della cooperazione nella lotta contro il traffico illecito di droga, il mantenimento dello spazio cosmico libero da qualsiasi arma e la necessità di lavorare insieme per prevenire i rischi per la sicurezza legati all’intelligenza artificiale. Inoltre il padrone di casa Xi Jinping ha proposto una governance globale finalizzata alla cooperazione, tesa a ridurre le differenze tra Sud e Nord e fondata sulle regole, sui principi di uguaglianza sovrana, rispetto dello stato di diritto internazionale, multilateralismo. Il centro del vertice cinese è stato quindi la ricerca di gestire in modo pacifico la transizione da un mondo unipolare ad uno multipolare come provo ad analizzare in questo video. Si può essere concordi o meno, ma certo è impressionante la reazione dei paesi occidentali, a partire da quelli europei. I media mainstream, che propagandano il punto di vista delle classi dominanti occidentali, presentano i paesi del Sud del mondo che richiedono la sacrosanta costruzione di una giustizia su scala globale come una minaccia alla nostra esistenza, come nemici. Perché viene fatta questa scelta guerrafondaia? Il punto mi pare questo: le classi dominanti occidentali non sono disposte a passare da una governance mondiale unipolare gestita dagli Usa, e in generale dell’occidente, a una governance multipolare, fondata sulla cooperazione paritaria tra i diversi stati e sull’abbandono dei doppi standard. Non accettando la realtà dei fatti, costruiscono una campagna stampa in cui chi chiede giustizia viene dipinto come un nemico, un aggressore militare, che minaccia la vita dei popoli dell’occidente. In questo modo le classi dominanti occidentali vogliono raggiungere tre obiettivi: in primo luogo cercano di costruire il consenso all’aumento delle spese militari. In secondo luogo, attraverso le spese militari pongono le condizioni per la distruzione del welfare. In terzo luogo la distruzione del welfare apre un enorme mercato in cui i grandi fondi finanziari possono guadagnare a dismisura dalla costruzione di assicurazioni private sostitutive della sanità, dell’istruzione, della previdenza pubblica. L’invenzione del nemico e la costruzione artificiale di uno stato di guerra sono quindi la scelta delle classi dominanti europee e occidentali per giustificare le loro politiche guerrafondaie e antipopolari. E’ appena il caso di dire che i nemici dei popoli europei non stanno a Pechino, Mosca, Nuova Delhi o a Teheran, ma a Bruxelles, Roma, Parigi, Londra, Berlino. (Anco Radio)

5 settembre 2025

 



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