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La banda larga arriva dal satellite

Nel 2010 il giro d'affari dei satelliti geostazionari per le telecomunicazioni dovrebbe assestarsi a quota 11 miliardi di dollari, in crescita del 6% rispetto al 2009. «La domanda televisiva e la corsa dei paesi emergenti- spiega Pacome Revillon, ceo di Euroconsult - hanno sostenuto il mercato. Senza dimenticare l'internet veloce». Come ribadisce lo stesso presidente di Eutelsat, Giuliano Berretta. «Il nuovo propellente per i nostri ricavi? Certamente arriverà dalla banda larga». Per Berretta il web via "spazio" è essenziale nello sviluppo del business. «Entro dicembre – spiega – lanceremo, primi al mondo, un grande satellite dedicato all'internet veloce. A pieno regime servirà circa 700mila utenti per un fatturato annuo attorno a 100 milioni. L'obiettivo è raggiungere nuovi clienti, soprattutto nelle periferie delle città». Con il che Eutelsat farà concorrenza alla telecom? «Assolutamente no – risponde Beretta –, siamo complementari alla rete fissa: offriremo una connessione di 10 megabit al secondo, a circa 30 euro al mese: se possibile faremo accordi con gli operatori per la banda larga».Ovviamente nel menù satellitare di Eutelsat non c'è solo l'Adsl2. «Un'altra gamba del nostro sviluppo – spiega il manager italiano – è l'innovazione televisiva: prima è stato il digitale, poi è arrivata l'alta definizione, infine, sarà il 3D. Negli ultimi tempi si scommetteva sul crollo della domanda di capacità di trasmissione via satellite: rispetto all'analogico infatti, nella stessa quantità di banda, ci stanno più canali. Ebbene, la previsione era sbagliata. È successo che i grandi broadcaster, invogliati anche dal calo del costo unitario di trasmissione per utente, hanno investito per sfruttare le economie di scala: più spettatori, più canali, più servizi interattivi, più pay per view». Insomma, più satellite. Un trend di crescita che ha coinvolto anche l'alta definizione. «Attualmente – spiega Berretta – abbiamo 150 canali di questo tipo; nei prossimi 5 anni vogliamo raggiunge quota 500. Sky Italia, per esempio, con noi ne ha già 36».Così, nonostante la crisi abbia colpito duro anche le tlc, Eutelsat è riuscita a sorvolare la recessione. Il gruppo quotato all'Euronext di Parigi, nell'esercizio chiuso il 30 giugno scorso, ha raggiunto 1,047 miliardi di ricavi, con l'utile in rialzo del 9 per cento. «Per l'anno in corso – spiega Berretta – stimiamo un fatturato superiore a 1,120 miliardi e il Mol oltre gli 875 milioni. Tra il 2010 e il 2013, invece, prevediamo di mantenere l'Ebitda margin sopra al 77 per cento». Al di là dei buoni numeri di Eutelsat, nel freddo e silenzioso mondo degli spazi siderali attraversati da immagini tv o servizi per Internet c'è anche chi ha qualche problemino. Un esempio? Intelsat, un'impresa big del settore. Nel secondo trimestre, il gruppo guidato da David McGlade, ha realizzato ricavi per 635,3 milioni di dollari in calo dell'1% rispetto ai primi tre mesi del 2010. E, sull'ultima riga di bilancio, ha postato una perdita netta di 180,6 milioni. Tuttavia, a parte le difficoltà legate alle singole storie societarie, non può negarsi che il mondo delle tlc spaziali viva una realtà diversa rispetto all'economia "terrestre" e alla sua recessione. Una differenza che, guarda caso, non è sfuggita agli investitori in Borsa. Proprio Eutelsat da inizio anno ha messo a segno una crescita di oltre il 28% (-5,4% il Cac 40) . Un performance che si ripete anche in un altro gruppo del settore: Ses. Il titolo della società, dal primo gennaio 2010, ha guadagnato oltre il 13 per cento. Se poi si guarda sull'altra sponda dell'oceano Atlantico, si trova un'altra conferma del buon momento dei satelliti nei mercati finanziari: a Wall Street il colosso Viasat, a fronte di una performance praticamente piatta dell'SandP500, ha guadagnato oltre il 20% da inizio anno. Insomma, i numeri descrivono un settore industriale che funziona. «I grandi braodcaster televisivi sono queli che ancora trainano il comparto -spiega Euroconsult-. Nel 2009 hanno rappresentato il 42% della capacità di trasmissione e oltre il 50% dei ricavi globali. Circa 27.000 canali sono stati gestiti via satellite con una crescita, rispetto al 2008, di 3mila unità». E così, sempre secondo Eurocosult, le previsioni di lungo periodo per i satelliti rimangono buone.«Nel 2019 -scrivono gli esperti della società di ricerca- il valore del mercato legato alla capacità dei trasmissione raggiungerà i 14,8 miliardi di dollari. La crescita di questo settore sarà attorno al 4% annuo». Il satellite va! Poichè l'Italia ha una discreta posizione in questo settore, le imprese legate alla realizzazione di satelliti dovrebbero risentire i benefici di questo trend positivo.

IMPRESA OGGI 20 settembre 2010

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