L'energia nucleare in Italia


L'invidia se è rivolta ai meriti altrui è segno del difetto di meriti propri.
Schopenhauer


Il ritorno dell’energia dell’atomo è un tema d’attualità e di dibattito in molti paesi del mondo, così come lo è in Italia. I dati ufficiali confermano questo fermento: 65 nuove centrali sono in costruzione in 16 diversi paesi. Secondo alcuni la scelta del nucleare per l’Italia è una scelta giustificata da molteplici fattori tecnici, economici e geopolitici; altri si spingono oltre definendola una scelta quasi “inevitabile”. Quali sono quindi i presupposti affinché in Italia si possa tornare a costruire nuovi impianti nucleari per la produzione di energia elettrica? Le condizioni sono molteplici, tutte interconnesse ed è difficile poter individuare un ordine di priorità. È peraltro condivisa l’idea che il nucleare non debba essere l’obiettivo da perseguire, ma un mezzo per raggiungere una politica energetica equilibrata. Alla base della politica energetica sono le condizioni economiche dei progetti, la sicurezza d’approvvigionamento delle fonti e l’impatto ambientale. Il nuovo Piano Energetico Nazionale dovrà definire chiaramente gli obiettivi e le strategie energetiche che il governo attuale e quelli futuri si impegneranno a perseguire; il mix energetico che verrà identificato per la garanzia della sostenibilità ambientale dovrà, in maniera “inevitabile”, tenere conto della maturità e dei costi delle tecnologie esistenti, quindi meno petrolio e aumento di rinnovabili e nucleare. Il ruolo delle Istituzioni, non solo nazionali, ma anche locali (Regioni, Province, Comuni) ha quindi una parte importante nelle dare le garanzie necessarie per quanto riguarda l’iter autorizzativo, le tempistiche, le condizioni tecniche, i criteri di ripartizione dei benefici derivanti dalla localizzazione geografica degli impianti. Il conseguimento di un largo consenso a favore del nucleare è senza dubbio un fattore fondamentale: c’è bisogno di chiarezza, semplicità e concretezza nel messaggio. È necessario  poter spiegare i benefici del nucleare nel soddisfare i criteri di economicità, sicurezza delle fonti e assenza di emissioni di CO2 nell’ambiente; si deve mostrare la sicurezza della tecnologia, che ha ormai raggiunto standard di qualità e affidabilità altissimi. Servirà altresì spiegare come i processi di smaltimento delle scorie offrono soluzioni di riciclaggio come nei rifiuti convenzionali, opzioni queste che permettono alti fattori di riduzione del volume finale e diminuzione dei rischi sull’uomo e sull’ambiente. Qualsiasi campagna d’informazione troverà grande sostegno se si potranno, inoltre, presentare risultati concreti sulla messa in sicurezza delle attività nucleari ereditate dal passato, mostrando che il nucleare si alimenta di concretezza e fatti. Un ulteriore spunto di analisi riguarda la necessità, per il nucleare, di sapersi proiettare verso l’esterno. La globalità del fenomeno richiede, ora più che mai, una concertazione internazionale; a livello europeo una delle barriere più forti all’integrazione è stata la mancanza di connessioni libere che sono essenziali perché la rete europea dell’energia diventi realtà. L’Italia potrebbe avere, in questo ambito, un ruolo di esempio e guida. Infine, ma non per questo meno importante, i metodi di finanziamento del nucleare richiederanno soluzioni innovative che permettano di responsabilizzare, attraverso meccanismi  win-win, produttori, grandi e piccoli consumatori e comunità locali e consentiranno alle imprese italiane, una volta leader nel settore, di riappropriarsi di quelle competenze e di quella leadership perdute.

Progetto Interesse Nazionale

19 gennaio 2011


Decolla l'Agenzia nucleare.

Intanto l'Italia scalda i motori per il ritorno al nucleare. Con la nomina di Umberto Veronesi a presidente dell'Agenzia nucleare, e con la definizione degli altri quattro consiglieri che lo affiancheranno, parte di fatto l'iter per il rientro dell'atomo all'interno dei confini nazionali, stimabile entro il 2020, secondo il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia e l'amministratore delegato di Enel Fulvio Conti. L'Agenzia, le cui nomine sono state attese per mesi soprattutto a causa del ritardo accumulato nel periodo di interim dopo le dimissioni dell'ex ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, dovrà innanzitutto occuparsi della scelta dei siti per i nuovi impianti. La localizzazione delle centrali e l'individuazione del deposito per raccogliere le scorie radioattive rientrano infatti tra i compiti, certamente non facili, essenziali del nuovo organismo, a cui è affidato anche il ruolo di sorveglianza e monitoraggio dell'attività. "Sono orgoglioso di questa fiducia nei miei confronti", ha commentato Veronesi, dicendosi "convinto che l'Italia debba riprendere la sua avventura". Accanto a Veronesi, che ha annunciato le dimissioni da senatore del Pd assicurando invece continuità nel suo impegno nella lotta contro il cancro, siederanno nel consiglio dell'Agenzia scienziati esperti del settore e alti dirigenti ministeriali. In quota ministero dello Sviluppo economico sono stati nominati Maurizio Cumo e Marco Enrico Ricotti, entrambi professori universitari. Il ministero dell'Ambiente ha invece indicato Michele Corradino (capo di gabinetto del dicastero) e Stefano Dambruoso (magistrato, capo dell'ufficio per il coordinamento dell'attività internazionale del ministero della Giustizia). Ma è soprattutto sul nome del presidente che si è scatenata la polemica. Il più accanito è il Codacons che annuncia di voler ricorrere al Tar del Lazio contro Veronesi, colpevole, a dire dell'associazione, di aver "omesso di indicare le possibili conseguenze collegate all'installazione di centrali nel nostro Paese". Critico anche Ermete Realacci (Pd), che giudica la nomina dell'oncologo "un bluff per simulare la partenza di un piano fallimentare su cui già grava un pesante ritardo". Alla definizione dell'Agenzia brindano invece le associazioni e le aziende di settore. Per l'Enel la nomina di oggi "conferma la volontà di procedere in un grande progetto per il Paese" e così, gli fa eco il presidente dell'Associazione italiana nucleare Enzo Gatta, "prende finalmente avvio il programma nucleare italiano". Soddisfatto anche il Forum nucleare guidato da Chicco Testa: "le nomine - afferma - rappresentano un passo decisivo per lo sviluppo di questa opzione tecnologica e una garanzia di trasparenza e affidabilità per tutti". Secondo il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, infine, con le nomine "di garanzia e alto profilo" decise oggi "si è conclusa una fase di stallo".

19 gennaio 2011

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