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La centrale nucleare di Fukushima


Ora incomincian le dolenti note a farmisi sentire; or son venuto là dove molto pianto mi percuote.
Dante


La centrale di Fukushima è un bestione composto da 6 unità per quasi 5 gigawatt di potenza: la centrale potrebbe soddisfare da sola un decimo del fabbisogno italiano di energia elettrica e rappresenta un quarto della produzione di energia nucleare in Giappone. Costruita nel '66, la centrale utilizza reattori Bwr (Boiling Water Reactor) costruiti da General Electric, Toshiba e Hitachi ed è stata progettata per resistere a sismi fino alla magnitudo 8.
Il nocciolo di un reattore Bwr può essere immaginato come la resistenza elettrica che scalda l'acqua in un comune bollitore da cucina. Come la resistenza elettrica di un bollitore, il nòcciolo è immerso nell'acqua e diventa molto caldo a causa delle reazioni nucleari del combustibile. L'acqua lo raffredda e allo stesso tempo trasporta via il calore, in parte sotto forma di vapore che far girare le turbine che generano elettricità. Se l'acqua smette di fluire, nasce un problema. Il nòcciolo si surriscalda e sempre più acqua si trasforma in vapore. Il vapore causa una forte pressione nella camera interna del reattore, un vessel di acciaio sigillato dello spessore tra i 15 e i 20 cm.. Se il nòcciolo - composto principalmente di metallo - diventa troppo caldo, tande a sciogliersi e alcune componenti possono infiammarsi. Nella peggiore delle ipotesi, il nocciolo si scioglie completamente e buca il fondo del vessel, cadendo sul pavimento della camera di contenimento, un altro contenitore sigillato. Questo secondo "schermo" in cemento armato è progettato proprio per evitare che in caso di fusione del nocciolo possa fuoriuscire del materiale radioattivo. Il danno a questo secondo contenitore può essere anche grave, ma in linea di principio dovrebbe poter evitare una fuga radioattiva nell'ambiente circostante. L'espressione "in linea di principio", però, è sempre relativa. I reattori sono progettati per avere diversi livelli di sicurezza, in modo da far scattare un'altra procedura se la prima fallisce. Ma quel che è successo a Fukushima dimostra che non sempre si riesce a mantenere il controllo del sistema. Il sisma di magnitudo 9 ha fatto spegnere automaticamente i reattori in funzione, ma ha anche tolto la corrente alle pompe che facevano fluire l'acqua di raffreddamento del nòcciolo. I generatori diesel che si sarebbero divuti attivare autonomamente per alimentare le pompe non sono partiti, non si sa perché. Questo ha scatenato il surriscaldamento dei reattori.
Nel caso di Three Mile Island, non si è arrivati alle estreme conseguenze, perché la camera di contenimento ha tenuto. A Cernobyl, un reattore considerato inaccettabile in base agli standard occidentali proprio per la mancanza di sistemi multipli di sicurezza, la fuoriuscita di materiale radioattivo avvenne a causa dell'esplosione, che scagliò in aria il combustibile nucleare, non in seguito a una fusione. Nel caso di Fukushima il monitoraggio dell'International Atomic Energy Agency (il braccio di sicurezza nucleare delle Nazioni Unite) ci dice che i reattori sono stati spenti subito, ma che il riscaldamento è continuato attraverso le reazioni nucleari. Giova notare che l'IAEA già da qualche anni aveva suggerito lo spegnimento di reattori del tipo di quelli di Fukushima.

Pare accertato il processo di scioglimento di parte delle barre di uranio nel nòcciolo dei tre reattori in funzione al momento del sisma. Quello che si domanda la gente è se ci sia il rischio di un'esplosione come quella di Cernòbyl. A parte l'accanimento della sorte su una centrale squassata dal più forte terremoto mai registrato e spazzata dallo tsunami, i reattori, anche se vecchi di 40 anni, sono stati progettati per resistere alla fusione del nòcciolo. Il "vessel" d'acciaio corazzato è circondato da una struttura di cemento armato di notevole spessore. Infine, questa struttura interna di cemento è avvolta da un secondo edificio di contenimento di cemento armato, anch'esso a prova di esplosione. D'altra parte ci troviamo sempre di fronte a una centrale di vecchia impostazione. A esempio, le Centrali previste dal piano nucleare italiano sono quelle di III generazione a sicurezza intrinseca passiva.
Ovviamente è completamente esclusa la possibilità di un'esplosione atomica; essa, infatti, ha bisogno di condizioni di innesco che si possono creare solamente in modo artificiale. Problemi catastrofici ce ne sono molti, in quella centrale, ma difficilmente di proporzioni devastanti all'esterno. Le esplosioni sono dovute al fatto che, in particolari condizioni, il vapore d'acqua, sottoposto a condizioni particolari di temperatura e in presenza di metallo, che fa da catalizzatore, tende a dividersi nei suoi due elementi, l'idrogeno e l'ossigeno. Nei vessel di alcuni reattori della centrale di Fukushima è accaduto questo, la scissione dell'acqua in idrogeno e ossigeno. Una miscela esplosiva. Sabato il nòcciolo del Reattore 1 stava surriscaldandosi. La pressione del vapore interno era superiore alla pressione esercitata dai compressori di emergenza che servono a pompare acqua fredda dentro al reattore. L'unico modo di poter iniettare acqua fredda nel nòcciolo era alleggerire la pressione all'interno. È stata chiesta all'autorità nucleare di poter scaricare vapore radioattivo in atmosfera e alle 14,30 (ora giapponese) del 12 marzo è stata aperta una valvola di sfiato da cui sono usciti idrogeno e ossigeno, i quali sono esplosi con la classica combustione senza fiamma. Ed è scoppiata la copertura esterna leggera dell'edificio, la parte non blindata. Subito dopo, alleggerita la pressione nel vessel, è stata pompata acqua di mare mescolata con boro, elemento che rallenta la reazione nucleare. Lo stesso fenomeno si è ripetuto nel Reattore tre. Qual è il pericolo maggiore? La paura è che questi scoppi di idrogeno possano danneggiare la capacità di contenimento del nòcciolo e delle altre strutture. Il Reattore 2 è stato lasciato sfiatare, ma finora senza conseguenze esplosive. Però l'apertura delle valvole ha svuotato i reattori di parte dell'acqua, lasciando scoperte le barre. Lo sfiato del vapore ha liberato in aria acqua leggermente radioattiva.
Nei reattori nucleari deve essere costantemente assicurata la presenza di un livello d'acqua sufficiente a coprire interamente gli elementi di combustibile. In caso contrario, il calore che si genera nel combustibile può essere sufficiente a determinare, in sequenza, l'insorgere della reazione metallo-acqua (con produzione di idrogeno), il danneggiamento delle barrette di combustibile (e la conseguente fuoriuscita di isotopi radioattivi nell'acqua di raffreddamento) e la fusione del combustibile. I tecnici della Tepco cercano ancora di raffreddare i tre reattori della centrale. Che cosa sta succedendo nei tre noccioli? La fusione del combustibile in parte sarebbe già avvenuta, poiché la temperatura ha raggiunto, sicuramente, livelli molto elevati. Certamente la centrale, dal punto di vista industriale, ormai è data per persa. Dovrà essere smantellata o sarcofagata, d'altra parte aveva già l'età per andare in pensione. Il rischio che appare più plausibile è che qualche elemento strutturale si sia fessurato; questa situazione potrebbe portare al riliscio di sostanze radioattive anche per un lungo periodo di tempo e anche in alte quantità.
14 marzo 2011

Aggiornamento del 15 marzo 2011. Il livello delle radiazioni nei pressi della centrale di Fukushima è «considerevolmente aumentato»: la popolazione entro un raggio di 20 km è stata sfollata e la popolazione entro un raggio di 30 chilometri dall'impianto deve rimanere nelle proprie abitazioni: lo ha annunciato il premier nipponico, Naoto Kan. Successivamente alcuni rappresentanti del governo hanno parlato di un livello di radiazioni in calo rispetto al momento in cui la radioattività aveva raggiunto il suo culmine, ma il livello di attenzione resta alto. Intanto è salito a quattro il numero delle esplosioni verificatesi all'interno dell'impianto. Dopo i reattori 1 e 3, interessati da scoppi venerdì e sabato, anche il numero 2 e il numero 4 - dove si è sviluppato anche un incendio che ha favorito la fuoriuscita di radiazioni, secondo quanto rivelato dall'IAEA - hanno registrato deflagrazioni tra lunedì e martedì. Benchè il reattore numero quattro fosse fermo per lavori di manutenzione quando venerdì scorso l'area è stata investita dal terremoto, secondo il capo portavoce del governo giapponese, Yukio Edano, «il combustibile nucleare esausto si è surriscaldato, generando idrogeno e innescandone l'esplosione». Sono dunque quattro su sei i reattori dell'impianto nei quali si sono verificate esplosioni. Nei due rimasti fino ad ora indenni, ha rivelato lo stesso Edano, si è registrato un lieve aumento della temperatura. Mentre potrebbe essere addirittura in ebollizione l'acqua di raffreddamento del combustibile nucleare esausto custodito nel bacino di stoccaggio presente all'interno del reattore numero quattro, almeno secondo quanto reso noto dalla Tepco. (Giova ricordare che quando viene caricato nel reattore il combustibile nucleare nuovo, le barre usate vengono calate in vasche adiacenti al nocciolo, in modo che dopo una decantazione appropriata nell'acqua perdano gran parte del calore. Passato il tempo necessario (in genere, mesi), diventano scorie e vanno al trattamento).
Stando a fonti della compagnia, a causa dell'ebollizione il livello dell'acqua potrebbe dunque abbassarsi, rendendo più grave il pericolo di fusione del combustibile. In precedenza il governo giapponese, le cui dichiarazioni erano state riprese dall'IAEA, aveva annunciato che era stato spento l'incendio scoppiato nello stesso reattore per il surriscaldamento del combustibile esausto, che generando idrogeno aveva portato a un'ennesima esplosione. Edano ha spiegato che il livello delle radiazioni è attualmente di 30 millisievert tra i reattori numero due e tre, di 400 millisievert nei pressi dello stesso reattore tre e di 100 vicino al reattore quattro. Una singola dose di un sievert , può causare malori temporanei quali nausea e vomito; una di 5 sievert è in grado di uccidere entro un mese circa la metà di coloro che l'hanno ricevuta. Livelli così alti di radioattività nei pressi delle centrali fanno pensare alla rottura di qualche elemento strutturale di contenimento; come già detto il rischio è quello di avere il rilascio di sostanze radioattive per un lungo periodo di tempo. Livelli anomali di radioattività sono inoltre stati registrati a Tokyo, ma un rappresentante dell'amministrazione metropolitana, Sairi Koga, ha precisato che non sono considerati tali da nuocere al corpo umano. Fonti municipali hanno riferito in effetti che in mattinata sono stati rilevati 0,809 microsievert in città: dunque una quantità di radiazioni superiore alla norma ma non particolarmente elevata, sebbene comunque venti volte superiore a quella che si era registrata il giorno prima. Per comprenderne l'entità, basti pensare che una normale radiografia al torace di solito comporta una dose di 20 microsievert. Invece livelli di radioattività dieci volte superiori alla norma sono stati registrati a Maebashi, città situata circa 100 chilometri a nord di Tokyo e quindi più vicina alla zona della centrale di Fukushima, che dalla capitale dista 250 chilometri.

Il ministro per la Strategia nazionale giapponese, Koichiro Genba, assicura che «non c'è assolutamente alcun rischio Chernobyl». Ma le attenzioni del mondo intero sono puntate sul Giappone e sui rischi di una contaminazione radioattiva su vasta scala. Le stesse autorità nipponiche, secondo la Bbc, hanno chiesto ufficialmente aiuto agli esperti dell'IAEA, per fronteggiare la crisi nucleare. Non solo: la Nuclear Regulatory Commission americana ha fatto sapere che il governo di Tokyo ha chiesto formalmente anche l'aiuto degli Stati Uniti per raffreddare i reattori nucleari danneggiati. L'Nrc dice che sta rispondendo alla richiesta e sta pensando di fornire al Giappone consigli tecnici (i reattori sono di progettazione Usa della GE). Dalla Francia, invece, l'Autorità per la sicurezza nucleare fa sapere che gli incidenti ai reattori nucleari giapponesi dovrebbero essere classificati ad un livello di 5 o di 6 sulla scala internazionale di riferimento che arriva a quota sette e non solo a 4, come le stime giapponesi fanno supporre.

Aggiornamento del 16 marzo 2011. Un nuovo incendio è scoppiato nella centrale di Fukushima. Le fiamme sono divampate presso il reattore numero quattro per poi spegnersi da sole nel giro di 30 minuti, secondo quanto reso noto dall'agenzia per la sicurezza nucleare nipponica. Ma intanto una colonna di fumo è cominciata a fuoriuscire dal reattore 3. Secondo la Tepco, la compagnia elettrica che gestisce l'impianto, potrebbe trattarsi di vapore, e il capo portavoce del governo giapponese, Yukio Edano, ha affermato che sembra provenire dalla vasca di contenimento del reattore stesso: «Il contenitore ha un ugello di scarico», ha osservato, «ma, a parte quello, non dovrebbe uscire alcun gas». Edano ha dunque ipotizzato che la vasca possa aver subito danni. E infatti intorno alla centrale i livelli di radioattività si sono all'improvviso impennati, il personale è stato temporaneamente fatto sgomberare: lo hanno reso noto fonti governative nipponiche. Verso le 2.45 ora italiana le misure all'ingresso dell'impianto segnalavano un picco di 6,4 millisievert, livello successivamente sceso a 2,9 mSv, comunque rischioso per la salute. L'impianto di Fukushima ha subito finora quattro esplosioni e due incendi. Ma il governo rassicura: le radiazioni oltre un raggio di 20-30 km dalla centrale di Fukushima 1 non costituiscono «immediato rischio per la salute». Lo ha detto il portavoce del governo, Yukio Edano. La televisione pubblica giapponese Nhk ha trasmesso riprese in cui si mostrava un elicottero militare da carico in volo verso la centrale di Fukushima 1: il velivolo cercherà di riversare acqua sul Reattore 3 dell'impianto.

Aggiornamento del 17 marzo 2011. Nel tentativo di raffreddare i reattori della centrale nucleare, l'esercito giapponese ha fatto cadere, utilizzando elicotteri, 7.500 litri di acqua dell'oceano sulla parte superiore delle unità surriscaldate e la polizia ha utilizzato una decina di cannoni ad acqua. Nel pomeriggio dovrebbe ritornare l'elettricità nell'impianto con i cavi di alimentazione che partono da una fonte esterna, in modo da poter alimentare altre pompe permettendo così un flusso stabile di acqua ai reattori e alle vasche di combustibile esausto. Nonostante l'acqua riversata, la radioattività è in aumento: la Tepco, ha affermato che intorno alla centrale il tasso radioattivo è salito a 3 millisievert. Un millisievert è considerato il tetto massimo cui un essere umano può esporsi nell'arco di un intero anno, senza rischi per la salute. Sono state mantenuti i 20 km (sgombero) e i 30 km (allerta) come raggi delle aree a rischio per la popolazione. Ma secondo Gregory Jaczko, capo dell'ente nucleare americano la situazione è già compromessa: la centrale nucleare di Fukushima sta diffondendo «radiazioni estremamente forti, potenzialmente letali per le persone che stanno cercando di limitare la fuoriuscita di sostanze radioattive». Gli Usa suggeriscono, inoltre, di portare a 80 km il raggio di sicurezza. Nel frattempo i venti sulla centrale nucleare stanno soffiando verso sudest, cioè verso l'Oceano Pacifico.

Aggiornamento del 18 marzo 2011. I mezzi speciali delle Forze di autodifesa impegnati nei tentativi di raffreddare il reattore numero 3 hanno smesso per oggi di lanciare bombe di acqua contro il reattore della centrale, che è quello che più preoccupa le squadre impegnate. «Abbiamo concluso», ha annunciato il generale Shigeru Iwasaki, capo di stato maggiore delle Forze di autodifesa aeree. Il lavoro è stato interrotto alle 15 locali (ore 7 in Italia). Secondo l'alto ufficiale, i lanci di acqua hanno raggiunto il reattore. Il generale ha anche assicurato che i livelli di esposizione radioattiva non sono tali da impedire le operazioni sul sito. «Al massimo si tratta di qualche millisievert», ha detto l'ufficiale. Tuttavia la Tepco ha rilevato solo un abbassamento marginale dei livello di radioattività. Yukio Edano, portavoce del governo, ha chiesto di vedere in maniera positiva il fatto che dalla struttura che ospita il reattore s'innalza del vapor acqueo. «Dal momento che esce del vapore acqueo - ha spiegato - possiamo affermare senza dubbio che c'è acqua nella piscina» del combustibile esausto». Intanto l'IAEA ha innalzato il livello di gravità del disastro nucleare nella centrale di Fukushima da 4 a 5, (cioè da un incidente con conseguenze locali a incidente che coinvolge territori più estesi). La scala internazionale, dal punto di vista della sicurezza di un evento radiologico o nucleare va dal livello 1 («anomalia») a 7 («incidente gravissimo). Ogni livello della scala prevede una gravità 10 volte maggiore del precedente. L'incidente di Cernobyl, nel 1986, fu classificato di livello 7, Three Miles Island di livello 5.
"L'emergenza continuerà per molto tempo, il peggio potrebbe ancora arrivare". Questa la previsione di Michael Allen, che ha guidato per 14 anni i programmi sulla sicurezza dei reattori dei Sandia National Labs nel deserto del Nuovo Messico, dove metteva in atto, in ambiente controllato, gli incidenti più gravi, compresa la fusione del nocciolo, per studiarne le dinamiche. "Le esplosioni dell'idrogeno a contatto con l'aria, che hanno fatto saltare la copertura esterna dei reattori, non sono un problema, erano ampiamente prevedibili. Quella che mi preoccupa di più, invece, è l'esplosione del 15 marzo. Questa dev'essere stata interna al reattore ed è successa, probabilmente, quando parte delle barre esposte si sono fuse e sono colate nel bacino d'acqua sottostante. Quando accade questo, si sviluppa una massiccia esplosione di vapore, che crea una pressione estremamente alta nella camera interna del reattore. Ho fatto spesso esperimenti di questo tipo e se il nocciolo fuso cola nell'acqua, esplode sempre. Subito dopo la pressione è calata bruscamente e, in più, si è impennato il livello delle radiazioni all'esterno. Questo avallerebbe l'ipotesi che la camera di contenimento del reattore sia stata danneggiata o addirittura fessurata e stia rilasciando la radioattività interna. Se i tecnici giapponesi non riescono a trovare un modo per raffreddare il nocciolo dei tre reattori in avaria, il livello di radiazioni continuerà a salire e sarà sempre più pericoloso avvicinarsi e condurre le operazioni di raffreddamento. E' un circolo vizioso. Questi processi possono durare molto tempo, anche per mesi, molto più a lungo di quanto la gente si aspetti. Nel corso del tempo, reazioni analoghe potrebbero scatenarsi in tutti e sei i reattori, se non si riprende in mano il controllo della situazione. Se non riusciranno a pompare abbastanza acqua fredda nei reattori, tutto il nocciolo fuso colerà nel bacino d'acqua che sta sul fondo della camera interna. Il calore del nòcciolo farà bollire e poi evaporare tutta l'acqua. Si depositerà sul fondo di acciaio del bacino e se è ancora molto caldo lo bucherà, cadendo nel bacino sottostante, che sta sul fondo della camera di contenimento di cemento. Qui ci sarà sicuramente un'altra esplosione. L'acqua di questo bacino sarà fredda e l'improvviso contatto con il contenuto del reattore ad altissima temperatura può causare un'esplosione molto potente, quasi come una bomba. Con un'esplosione di questo tipo, è probabile che la camera di contenimento di cemento si fratturi e da qui potrebbe uscire all'esterno una nuvola molto radioattiva. Simili a quelle di Chernobyl. In questo caso, c'è solo da sperare che il vento spinga la nuvola verso Est e il vapore radioattivo si disperda sul Pacifico. Se incece i venti dovessero spingere la nube radioattiva verso Sud, il rischio è che raggiunga Tokyo, con i suoi 13 milioni di abitanti. In quel caso le conseguenze sarebbero ben più gravi di Chernobyl". Riporto le analisi di Michael Allen, anche se esse sembrano molto pessimistiche; a volte occorre dare la parola anche ai ricercatori, anche se le loro parole vanno sempre prese con molta cautela.

Aggiornamento del 19 marzo 2011. L'Agenzia di sicurezza nucleare ha annunciato per oggi il ripristino dell'alimentazione elettrica nei reattori 1,2,5 e 6 e per domani quella nei reattori 3 e 4. «Abbiamo previsto di ripristinare l'elettricità sabato nei reattori 1,2, 5 e 6 - ha detto un funzionario dell'agenzia - la corrente sarà ripristinata domenica nei reattori 3 e 4». Intanto sui tetti degli edifici dei reattori 5 e 6 della centrale nucleare sono stati praticati dei fori per evitare esplosioni di idrogeno. Il gestore dell'impianto, precisa infatti che «nel timore di un accumulo di idrogeno nei reattori 5 e 6, Tepco ha praticato tre fori da 3 a 7,5 centimetri nei tetti» dei loro edifici, ha dichiarato un portavoce della società. I reattori 5 e 6 sono i meno danneggiati della centrale perchè, diversamente da quanto accaduto nei reattori 1, 2, 3 e 4, i loro sistemi di raffreddamento hanno continuato a funzionare dopo il sisma e lo tsunami dell'11 marzo, grazie a un generatore diesel che è partito al momento del blackout. Tuttavia, a seguito del sisma anche in questi due reattori era stato registrato un aumento della pressione. Resta, comunque, la necessità di raffreddare con getti d'acqua 24 ore su 24 i reattori danneggiati. Questo l'obiettivo del piano messo a punto dalle autorità giapponesi assieme all'esercito e ai vigili del fuoco per cercare di diminuire la temperatura del combustibile radioattivo. Livelli anormali elevati di radioattività sono stati registrati nel latte e negli spinaci nella prefettura di Fukushima e Ibaraki, nei pressi della centrale nucleare. Lo ha dichiarato il portavoce del governo, Yukio Edano.
I sistemi di raffreddamento delle vasche di stoccaggio del combustibile esausto sono di nuovo in funzione nei reattori 5 e 6. L'alimentazione di energia, ora parzialmente ripristinata, si era interrotta automaticamente nella centrale al momento del sisma. Probabilmente già da domani potrebbe essere ripristinata l'elettricità nei reattori 1, 2, 3 e 4. A breve (le 22:00 di sabato in Italia) invece riprenderà il bombardamento di acqua sul reattore n.4 . Il primo elemento positivo della giornata era stato la stabilizzazione del reattore considerato più pericoloso, quello numero 3, nel quale il nòcciolo di uranio arricchito è stato parzialmente danneggiato. I tecnici, circa 300, che hanno lavorato nel cuore della zona più pericolosa della centrale, sono riusciti a far entrare dell'acqua nel reattore dopo averlo bombardato per sette ore di fila con gli idranti montati sui mezzi dei vigili del fuoco. Il portavoce del governo Yukio Edano ha sostenuto in una conferenza stampa che nel reattore «la situazione si è in qualche modo stabilizzata». Poi è stato rimesso in funzione il sistema di raffreddamento delle vasche di stoccaggio nei reattori 5 e 6. La svolta, riferisce la Tepco, è maturata dopo che gli ingegneri sono riusciti a far ripartire le pompe per garantire la fornitura di acqua marina alle vasche.
Il Wall Street Journal ha lanciato un'accusa alla Tepco. Il gestore della Centrale di Fukushima avrebbe potuto raffreddare i reattori con acqua di mare (che danneggia irrimediabilmente gli impianti) già da sabato 12 operazione rimandata al 14 perchè la Tepco pensava di poter salvare ancora tutti i reattori.

Aggiornamento del 21 marzo 2011. Le autorità giapponesi hanno dichiarato ufficialmente per la prima volta che la situazione è migliorata. Il premier giapponese, Naoto Kan, ha assicurato che si stanno facendo «progressi lenti ma costanti» per mettere sotto controllo la centrale nucleare. La dichiarazione è arrivata mentre i tecnici sono al lavoro per collegare anche gli ultimi due reattori rimasti senza elettricità in modo da riattivarne il sistema di raffreddamento. Intanto sono aumentati i tecnici impegnati in prima linea nella battaglia per riprendere il controllo dei reattori danneggiati. Secondo il quotidiano Asahi Shimbun sono 580 i «samurai» (operai della Tepco, della Toshiba Corporation e dalla Hitachi Ltd., che hanno costruito l'impianto e altri della vicina centrale di Kashiwazaki-Kariwa) che stanno normalizzando la situazione nella centrale. Dei 50 operai della centrale più di venti di loro sono stati feriti nelle operazioni, uno in modo grave, anche se tutti indossano tute integrali protettive e portano con sè un misuratore che suona quando si raggiunge l'80% del massimo livello di radiazioni assorbibile in un giorno.
In quattro prefetture giapponesi è stato ordinato di sospendere la distribuzione di latte e di due tipi di vegetali, dopo la scoperta di radioattività in alcuni prodotti provenienti dalle zone vicine alla centrale nucleare. Anche l'Organizzazione mondiale della sanità ha definito «grave» la contaminazione radioattiva di cibo: «Il problema è più serio di quanto tutti avevano pensato in un primo momento, quando credevamo che la contaminazione fosse limitata entro 20-30 km» (dalla centrale). «Ora è lecito supporre che prodotti contaminati siano usciti dalla zona contaminata», ha aggiunto un portavoce..

Sull'onda dell'emozione del terremoto in Giappone e del rischio nucleare vorrei che non si procedesse sul solco di coloro che sostengono "quanto è buona la natura e quanto è cattivo l'uomo con le sue diaboliche tecnologie". Non dimentichiamo che la natura ha in poche ore fatto più di 20.000 morti (per ora), mentre i pur gravi incidenti ai reattori di Fukushima hanno causato zero vittime (per ora. Alcuni dei tecnici che hanno trascorso periodi prolungati in aree ad alta radioattività subiranno conseguenze anche mortali). «Il paradosso del progresso materiale e tecnologico - ha scritto il Wall Street Journal in uno dei migliori commenti che si siano letti sulla vicenda di Fukushima - è che noi sembriamo diventare tanto più avversi al rischio quanto più il progresso ci rende sicuri». Mi sia concessa un'ultima considerazione; durante l'incidente il fatto più grave è l'aver lasciato al gestore dell'impianto, la Tepco, la gestione dell'informazione che è stata spesso carente, sbagliata e difensiva. D'altra parte ho ammirato la compostezza del popolo giapponese, dai suoi leader ai suoi organi di inmformazione, che non hanno mai perso la testa. Ben diversa immagine hanno dato, Francia, Usa e Germania con atteggiamenti isterici e carichi di drammaticità.
21 marzo 2011

Eugenio Caruso

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