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Come gestire i propri dipendenti. Il rapporto impresa - dipendenti.

Un grande uomo mostra la sua grandezza dal modo in cui tratta gli altri.

Carlyle


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L'impresa moderna è, costantemente, costretta a cambiare e adeguarsi alle trasformazioni del mercato, ma, oggi, come nel passato, sono ancora poche le persone in grado di modificare in modo significativo un'impresa. Queste persone possono essere definite con l'espressione di leadership (1) imprenditoriale.

Ogni nuova idea nasce, generalmente, dal pensiero di un uomo ed è per questo che, in un'epoca caratterizzata dalla creatività, la leadership assume un ruolo ancora più importante che nel passato; il leader deve possedere una visione del "mondo" tale, che gli consenta di vedere più avanti degli altri e di conseguenza di agire in anticipo sui tempi.
Forse qualcuno si chiede perché affronto il problema della gestione del personale parlando di leadership. Perché, specialmente in una piccola o media impresa (Pmi), è, generalmente, l'aggregazione di una leadership, l'imprenditore, e una squadra di collaboratori (2) che conoscono e difendono i valori dell'impresa.

Sull'argomento della leadership è opportuna una riflessione, poiché, se leadership equivale a imprenditore e imprenditore equivale a impresa, sarà necessario "conoscere" questo soggetto, al quale la società civile ha affidato il compito di creare ricchezza.
Pur attribuendo un ruolo centrale alla figura del leader, vorrei subito in guardia dal considerarlo una figura eroica e solitaria che scarica di ogni responsabilità i propri collaboratori, ma, bensì, un soggetto capace di creare valore grazie a   collaboratori responsabilizzati, autonomi e soddisfatti.

Nel tratteggiare il profilo della leadership mi sono ispirato fondamentalmente ad un certo numero di imprenditori e manager incontrati nel corso delle mie attività di dirigente e di imprenditore.
Ogni impresa eccellente mira al raggiungimento di un ruolo di preminenza nei rami di attività in cui opera. Alla leadership spetta il compito di incubare, stimolare, sostenere, conquistare questo obiettivo, per il cui conseguimento la leadership deve metabolizzare una serie di "valori".

  • Creare la cultura della collaborazione e, quindi, trasformare i dipendenti della propria impresa in collaboratori.
  • Essere elemento trainante ed esempio per i collaboratori, con i quali costituire una vera e propria partnership.
  • Possedere la vision (3) mirata al raggiungimento del successo dell'impresa.
  • Essere creativa.
  • Essere in grado di "cambiare" l'impresa, in un processo continuo di rinnovamento.
  • Riuscire a creare valore per l'impresa.
  • Monitorare continuamente il vantaggio competitivo dell'impresa.
  • Orientare l'impresa al marketing.
  • Curare attentamente la comunicazione d'impresa.
  • Essere in grado di valutare lo stato di salute dell'impresa non tanto e non solo dagli indicatori economico-finanziari, ma da indicatori di natura intangibile o da segnali provenienti dal mercato e dai collaboratori.

Giova affermare che la leadership è cosa diversa dal management. La differenza non ha nulla a che fare con il carisma o con altri tratti della personalità degli uomini. Leadership e management sono due funzioni dell'impresa distinte e complementari, entrambe necessarie per il successo della grande, come della piccola impresa.
Al management è affidata la gestione della complessità, alla leadership è affidato il cambiamento; oggi, la maggior parte delle imprese di tutti i paesi industrializzati soffre di eccesso di management e di carenza di leadership, conseguentemente, ne risultano gravi difficoltà nel gestire i cambiamenti. Anche nelle piccole e medie imprese (Pmi) l'imprenditore, a volte, tende ad assumere più il ruolo di manager che quello di leader.

La distinzione tra leadership e management non è né arbitraria né semantica, è, all'opposto, molto forte. Quelle imprese che confondono la leadership con il management saranno in grado di gestire i piccoli miglioramenti incrementali, ma non saranno in grado di introdurre modifiche di ampio respiro, quei salti in avanti, che possono consentire di cogliere l'occasione di un nuovo business ed evitare il declino.
Moltissime imprese, nel corso della loro storia, hanno tentato cambiamenti culturali e organizzativi, ma poche sono quelle che hanno coronato con il successo il loro obiettivo. Per lo più, le azioni di cambiamento organizzativo incappano in qualche forma di resistenza; in particolare, i lavoratori resistono ai cambiamenti perché pensano di perdere qualcosa, o perché non hanno capito quali sono le ragioni del cambiamento, o perché non vedono una leadership credibile, o perché temono di non essere all'altezza di eventuali nuovi compiti che potrebbero esser loro assegnati.

La leadership deve individuare e stabilire rapporti con tutti i soggetti che possono contribuire alla crescita di valore dell'impresa o che, indirettamente, hanno rapporti con l'impresa, gli stakeholder (4), ma un'attenzione particolare essa dovrà avere con i propri collaboratori.
A questo punto giova fare un'osservazione che è sempre più cogente. Se è pur vero che un'impresa non esiste senza leadership è anche vero che numerosi studi affermano che i leader non contribuiscono per più del 20%, in media, al successo dell'impresa, mentre i collaboratori sono l'elemento critico per il restante 80%.
Come mai, allora, le librerie sono piene di libri che parlano di leader e di leadership e pochi parlano dell'importanza dei collaboratori?
Peraltro, il culto "eroico" del leader, cultura di estrazione statunitense, è stato intaccato dalle gravi colpe attribuite alle leadership nel collasso di grandi imprese al di qua e al di là dell'Atlantico.

La cosiddetta "sindrome del cavaliere solitario", dell'imprenditore "faccio tutto io" (5) deve tendere a scomparire, salvo rischiare la scomparsa delle aziende, specie per i problemi generazionali connessi con la successione.
L'imprenditore, che ha interiorizzato l'importanza di circondarsi di validi collaboratori, dovrebbe essere in grado di dare una risposta alle seguenti domande, per ciascuno di essi.


(1) Nella letteratura scientifica, si utilizza, normalmente, la dizione leadership poiché, se nella piccola o micro impresa, la leadership coincide, solitamente, con l'imprenditore, che, quindi, può essere definito il leader, nella media e grande impresa la leadership, generalmente, è costituita dai più alti dirigenti.

((2) In questo articolo per collaboratore non si intende un lavoratore esterno che collabora con l'impresa, ma l'accezione più moderna del termine dipendente. Per alcune imprese l'equivalenza dipendente = collaboratore è una realtà, per le altre un obiettivo.

(3) È la capacità di un imprenditore o di un top manager di indicare la direzione verso la quale sviluppare l'impresa. Vision è anche intuizione, immaginazione, al limite, paradosso.

(4) Gli stakeholders sono tutti coloro, che, in modo più o meno rilevante, o in modo attivo o passivo, possono influenzare o contribuire alla crescita del valore dell'impresa. Gli stakeholders possono essere quindi:

  •  gli imprenditori delle Pmi (sono esclusi gli azionisti delle  grandi imprese),
  • i dipendenti,
  • i clienti,
  • i fornitori,
  • i sindacati,
  • i collaboratori esterni,
  • le società collegate,
  • le banche,
  • le associazioni di categoria.

(5) Il "delirio di onnipotenza" è, purtroppo, una sindrome che l'autore ha incontrato, non raramente, tra gli imprenditori; l'autostima è patologica e il timore di perdere il "contatto" con l'azienda li porta ad assumere soltanto personale esecutivo.

(6) La mission può essere definita la ragion d'essere di un'azienda e può essere formulata rispondendo alle seguenti domande. Perché esistiamo. Qual è il nostro mercato. Quali sono i nostri principali clienti. Quali sono i nostri principali prodotti. Quali sono i nostri valori. Si tratta, quindi, della descrizione del business, della tipologia dei prodotti o dei servizi, dei mercati, delle tecnologie, dei valori fondamentali e delle priorità strategiche di medio termine di un'azienda.



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