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Il fallimento dell'Ospedale San Raffaele

La Procura di Milano ha chiesto il fallimento dell'Ospedale San Raffaele, gravato da un passivo di circa 1 miliardo e mezzo di euro e da una "crisi non gestita" di cui non si prevede a breve termine una via d'uscita. Mentre il nuovo consiglio di amministrazione, targato Ior-Malacalza (Malacalza il 7 luglio 2011 è entrato a far parte del consiglio direttivo dell'Ospedale per volere del Segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone insieme a Giuseppe Profiti (già presidente dell'Ospedale Bambin Gesù di Roma), al giurista Giovanni Maria Flick, al presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, a Maurizio Pini, professore di accounting della Bocconi e a Massimo Clementi, preside della facoltà di medicina dell'Università Vita-Salute San Raffaele), è al lavoro per presentare una proposta di concordato preventivo per salvare il gruppo ospedaliero fondato da Don Luigi Verzè, i pm Luigi Orsi e Laura Pedio hanno depositato l'istanza al Tribunale fallimentare per bloccare, come spiega lo stesso procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, "ulteriori dissipazioni patrimoniali".
La mossa dei pm, da quanto si è saputo, è anche utile per andare avanti nell'inchiesta penale sul dissesto finanziario della Fondazione. Con la richiesta di fallimento, infatti, gli inquirenti hanno la possibilità di effettuare, se non è già stato fatto, iscrizioni nel registro degli indagati per reati fallimentari, come la bancarotta.
Nell'atto della Procura viene segnalato, tra l'altro, che dalla analisi dei documenti trovati negli uffici e in casa di Mario Cal, l'ex braccio destro di Don Verzè morto suicida a luglio, sono "emersi ulteriori fatti di reato", come l'ostacolo agli organi di vigilanza e l'utilizzo di false fatture per operazioni inesistenti. Gli inquirenti, dunque, stanno accelerando nelle indagini, dopo aver interrogato nelle scorse settimane anche l'ex direttore finanziario Mario Valsecchi, che risulta indagato.
L'istanza, inoltre, ha un obiettivo: mettere pressione al nuovo board del San Raffaele che dovrà presentare il concordato entro il 10 ottobre. Per il 12, infatti, il Tribunale fallimentare ha già messo in calendario un'udienza per discutere, con la richiesta di fallimento pendente, la proposta di accordo con i creditori che verrà avanzata e che i giudici dovranno decidere se omologare o meno.
Il cda del San Raffaele, intanto, fa sapere in una nota di aver "preso atto del deposito dell'istanza" e "conferma che il piano di risanamento sarà asseverato fra poco più di 10 giorni". Le attività dell'ospedale, in ogni caso, andranno avanti regolarmente.
Il procuratore Bruti Liberati, parlando in una nota dello "stato di insolvenza" del gruppo, ha voluto anche mettere in luce che finora il "proposito" di concordato "non risulta essersi" concretizzato. E a fronte, ha scritto Bruti, "di una situazione, prevedibilmente suscettibile di ulteriore aggravamento, si è imposta una richiesta - quella che la legge fallimentare affida al pubblico ministero - orientata a perseguire l'interesse pubblico, sotto molteplici profili". Quello di "arrestare ulteriori dissipazioni patrimoniali" e di "perseguire l'interesse pubblico nella sfera del quale rientra la posizione dei soggetti a vario titolo coinvolti in questo grave default, quali i creditori, i dipendenti, i collaboratori e gli stessi utenti del servizio sanitario gestito dalla fondazione". Nella richiesta, infatti, i pm sottolineano come la Fondazione continui a perdere "circa 100 milioni di euro" al mese.

3 ottobre 2011


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