Salone del libro di Torino. Anche l'editoria in grave crisi

La crisi è così profonda e scontata che non si sono organizzati tanti incontri per parlarne, quest’anno, al Salone del libro. È bastato il quadro dell’indagine Nielsen presentata dall’Associazione Italiana Editori (Aie): i primi quattro mesi del 2013 segnano un -4,4% a valore e un -0,75% a copie. Cioè a diminuire è il giro d’affari. I prezzi dei libri sono in «caduta libera» perchè i lettori scelgono in base al prezzo basso. Basta guardarsi intorno fra gli stand del Salone: quelli con i libri in offerta a un euro spopolano.
In controtendenza i libri per ragazzi (+4% a valore e +6% a volume da gennaio ad aprile di quest’anno). Nel settore ragazzi, è la fascia dei più piccoli (0-5 anni), cioè delle giovani famiglie che stanno investendo sul futuro dei propri figli, a far crescere il segmento. Ma all’uscita dal tunnel non ci crede più nessuno. Nemmeno Marco Polillo, presidente Aie. «Stiamo attraversando una crisi che non è solo congiunturale, è strutturale. Non è “colpa” del digitale, ma sicuramente con Internet è cambiato l’uso del tempo libero. Quando il mercato si riprenderà, sarà diverso, perché è in corso un’evoluzione dei gusti dei consumatori e cambia l’utilizzo del libro: sopravvive solo chi lo capisce».
Nel 2012 le vendite di libri sono scese del 7,8% a valore e del 7% a copie tra librerie, online e grande distribuzione organizzata. «Si fa fatica a recuperare» ammette Stefano Mauri (Gruppo Gems). Nel 2013 le vendite online sono quelle cresciute di più, passando dal 5,5% del 2012 al 6,3% (escluso Amazon). Una crescita sia a copie sia a valore. I dati evidenziano la sofferenza delle librerie indipendenti: dal 37,1% del primo quadrimestre 2012 scendono quest’anno a una quota del 35,6% . Perde in particolar modo la «non fiction» (saggistica) pratica (guide cucina, viaggi, lifestyle ecc., -10,7% a valore), quella specialistica (testi di management, computer, professionale ecc., -8,7%). Più contenuto il calo per la fiction (-3,7%).
«La saggistica sta morendo, perché Internet ha cambiato il modo di leggere in tutto il mondo» commenta Marco Ferrario, cofondatore di BookRepublic, che gongola perché il mercato dell’ebook (vende tutti i 62 mila titoli esistenti in commercio in Italia) invece cresce del 300% nel primo quadrimestre di quest’anno: «Rappresenta meno del 3% del mercato del libro ma rispetto all’anno scorso è triplicato». Anche per Alessandro Laterza è colpa di Internet, che definisce «arma di distruzione di massa», perchè la gente non ha più tempo per la lettura. Per Mauro Zerbini (Ibs) «l’ebook ha un peso consistente. Da quando è uscito Inferno di Dan Brown è guerra tra vendite in copie cartacee e digitali» e auspica che si abbassi il tetto massimo di sconto della legge Levi. Alessandro Monti (Feltrinelli) invece esorta a «ripensare tutta la filiera e rifocalizzarsi sulla qualità». Perché ormai il digitale è una realtà con cui fare i conti.
Più di un italiano su due non ha letto nemmeno un libro nel corso degli ultimi dodici mesi. Mentre il 46% (oltre 26 milioni di cittadini) dichiara di averne terminato almeno uno per motivi non strettamente scolastici o professionali. Si riduce il numero di opere pubblicate (-9,4% in un anno), ma arrivano segnali più confortanti dal settore digitale: quasi 15 milioni di italiani usano Internet per leggere online giornali, news o riviste. Si fa strada, poi, il mercato degli ebook: il 15% delle opere andate in stampa nel 2011 ha anche un corrispettivo elettronico.
Sono questi i principali dati che emergono dal rapporto "La produzione e la lettura di libri in Italia" dell'Istat, pubblicato proprio in occasione dell'apertura a Torino del Salone. Proprio attraverso un videomessaggio inviato a Torino, il presidente della Repubbica Giorgio Napolitano ha commentato i dati sulla scarsa lettura in Italia: "Voglio sperare che la dovuta attenzione mediatica sul Salone costituisca uno stimolo per applicarci a contrastare un fenomeno tanto negativo. Lo è di per sé, perché non leggere significa privarsi di una delle principale fonti di piacere e di sviluppo personale. Lo è pure perché costituisce uno svantaggio oggettivo nella vita individuale e collettiva, anche sotto il profilo economico".
Donne e giovani - A leggere sono soprattutto le donne (51,9% rispetto al 39,7%) e i ragazzi in età pre-adolescenziale (60,8% tra gli 11 e i 14 anni). La presenza di entrambi i genitori lettori resta una discriminante importante per il 77,4% dei ragazzi tra 6 e 14 anni.
Divario Nord-Sud e centro-periferia - Resta forte, poi, il divario tra le diverse aree del paese. Se al Nord e al Centro legge oltre la metà della popolazione di 6 anni e più (52,2%), nel Sud si scende a quota 34,2%. Il Mezzogiorno ha fatto comunque registrare un lieve aumento rispetto all'anno scorso. Una forte discrepanza si conferma anche tra aree metropolitane (53,3%) e zone con pochi abitanti: nei centri con meno di 2000 abitanti si scende al 41,5%.
Lettori deboli - In Italia anche i lettori forti sono una minoranza: solo il 14,5% dichiara di aver terminato più di 12 volumi. La maggior parte (46%) resta invece un lettore debole (meno di 3 libri all'anno). In alcuni casi ad incidere è anche il fattore crisi: circa un lettore su tre ritiene di vivere in una famiglia con scarse risorse economiche.
Meno opere pubblicate - Nel corso del 2011 il mercato editoriale italiano ha fatto registrare una forte battuta d'arresto: è sceso sia il numero di titoli pubblicati (-9,4%) che la tiratura (-5,9%). Gli editori ritengono che sono ancora molti i fattori che disincentivano dalla lettura in Italia, tra cui la mancanza di efficaci politiche scolastiche, il sostegno inadeguato alla piccola editoria e i bassi livelli culturali della popolazione. Secondo un editore su quattro un altro limite resta il costo al pubblico troppo elevato.
Il mercato digitale - Circa il 15% dei libri pubblicati è stato messo a disposizione anche in formato ebook. Si tratta di circa 9.000 opere, in cui a far la parte da leone sono i testi letterari moderni (23,9%), seguiti da quelli professionali (diritto, storia, linguistica e scienze). Sono soprattutto i grandi editori a investire di più nel mercato digitale: la loro offerta elettronica copre ormai quasi tutta (89,8%) la produzione cartacea.
Non solo libri - Per circa 14,5 milioni di italiani Internet si conferma un media centrale per la lettura di giornali, news e riviste online. Solo una quota minoritaria (25,1%), però, utilizza la rete per acquistare libri e giornali: siamo ancora molto lontani dalla media europea (36,99%) o da paesi come la Germania (50,7%) in cui l'e-commerce editoriale è molto forte.

LOGO Eugenio Caruso - 18 maggio 2013




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