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Ancora sul riscaldamento globale


Non c'è attività di coloro che amministrano la polis che sia della donna in quanto donna, né dell'uomo in quanto uomo.
(Platone, Repubblica)


L'atmosfera ha appena raggiunto un nuovo record negativo: la concentrazione di anidride carbonica è arrivata a 400 parti per milione, una soglia mai sperimentata prima e considerata il picco massimo per poter pensare di tenere l'aumento delle temperature rispetto all'era pre-industriale al di sotto dei 2°C. Ma i "non catastrofisti" non paiono ancora convinti dell'imminenza di un disastro; a suscitare i dubbi ci sarebbe, anche, l'osservazione che fino ad oggi il picco della temperatura più alta è stato segnalato nel 1998. Nonostante i 10 anni più caldi siano stati tutti dopo quella data, il picco di caldo del 1998 non è stato più raggiunto. Non ci troveremmo, però, di fronte a una "pausa" del cambiamento climatico, e uno studio appena pubblicato su Nature Geoscience spiegherebbe il perché. Fu El Niño a rendere il 1998 un anno infuocato, ma da allora la temperatura globale, secondo la maggior parte dei climatologi, sarebbe continuata a salire al di sopra delle media. Nonostante il singolo record non sia più stato raggiunto, fanno notare gli autori, "nell'ultimo decennio il pianeta nel suo insieme ha continuato a riscaldarsi, ma il riscaldamento si è verificato soprattutto sotto la superficie degli oceani piuttosto che sopra". Le grandi masse d'acqua del pianeta avrebbero insomma assorbito una quantità maggiore di calore rispetto a quella prevista nei modelli climatici più pessimisti, alcuni dei quali avanzavano ipotesi di un aumento della temperatura globale fino a oltre 6 °C. Se la curva del riscaldamento è stata più piatta di quello che si aspettavano gli scienziati più catastrofisti, il che rappresenta una buona notizia, quello che resta incerto è cosa succederà da adesso in poi. Quanto altro calore riusciranno ad assorbire gli oceani? Dato che i tagli alle emissioni per i quali molti paesi si sono impegnati non sono comunque ancora coraggiosi quanto dovrebbero, anche ammesso che le previsioni peggiori siano da escludere, quanto è probabile che l'aumento delle temperature si fermi davvero a quota +2 °C? Alexander Otto, climatologo dell'Environmental Change Institute dell'Università di Oxford e autore principale dello studio, si dice convinto che la variazione nei prossimi 50-100 anni starà probabilmente all'interno del range previsto dagli attuali modelli climatici, ma non verso l'estremo più alto. Reto Knutti, dell'ETH di Zurigo, coautore dello studio precisa che, nonostante l'escludere lo scenario in assoluto peggiore sia sicuramente positivo, "ci troviamo di fronte alla prospettiva di un riscaldamento ben superiore all'obiettivo dei due gradi sul quale i paesi hanno trovato un accordo". La previsione più probabile, secondo Reto Knutti, è che l'aumento delle temperature si attesti intorno ai 4 °C, tenendo conto di quanto registrato nel decennio passato. Siamo al doppio della soglia considerata ancora "sicura", e le conseguenze di un riscaldamento del genere sarebbero molto negative: siccità, alluvioni, ondate di calore e carestie. E intanto un altro studio pubblicato su Nature Climate Change, avanza già previsioni piuttosto accurate sul numero di morti che in futuro saranno causati dalle ondate di calore, sempre più frequenti a causa de clima che cambia. Nella città di New York i decessi dovuti al caldo in estate aumenterebbero del 22%. Questo aumento sarebbe in parte mitigato da una diminuzione delle morti durante i mesi invernali, dato che le temperature saranno meno rigide. Ma il saldo sarebbe comunque molto negativo: +6,2% di morti legate agli eventi atmosferici nel 2020 rispetto al decennio precedente. Questi dati vanno sicuramente seguiti con attenzione anche se personalmente sono sempre dell'idea che i cambiamenti climatici non si possano prevedere su dati statistici sull'arco di uno o due decenni. Giova notare che anche tra gli specialisti le opinioni divergono. Infatti il Met Office inglese ha ammesso pubblicamente che sono 16 anni che non si riscontra nessun aumento nella temperatura media globale. La notizia è apparsa in sordina, ma è ormai di dominio pubblico nei giornali inglesi.
Eugenio Caruso
20 maggio 2013

Tratto da

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www.impresaoggi.com