Clima: gli eventi estremi non sono più un'eccezione


Non esiste alcun sentiero verso la felicità; la felicità è il sentiero.
Buddha


Le cronache di questi ultimi mesi ci mettono in guardia sulla vulnerabilità del nostro territorio, soprattutto rispetto a fenomeni meteorologici intensi che si ripetono con una frequenza che per alcuni aspetti non ha più il carattere di eccezionalità. Dopo le elevatissime piogge di questo mite inverno, che hanno raggiunto livelli record sul crinale appenninico con oltre 1400 mm registrati in circa due mesi, e le numerose piene fluviali che ne sono conseguite, siamo stati testimoni di una primavera all’insegna della variabilità e caratterizzata da fenomeni temporaleschi localmente molto intensi, fenomeni che ci hanno accompagnato anche lungo tutta l'estate. Si ricorderanno per esempio la nuova tromba d’aria che ha colpito la pianura modenese o le numerose esondazioni di torrenti e rii minori in molte aree. Come non ricordare poi il nubifragio che ha investito la città di Rimini solo un anno fa. Il 24 giugno 2013 la città di Rimini è stata investita da un temporale di fortissima intensità, che rimanendo stazionario per oltre un’ora, ha scaricato l’incredibile quantità di 123.6 mm in un’ora, di cui 93 mm caduti in solo mezz’ora. Questi dati, misurati dalla stazione meteorologica di Rimini Ausa, di Arpa-Servizio IdroMeteoClima, rappresentano a oggi il record della regione Emilia Romagna d’intensità di pioggia dall’inizio delle osservazioni strumentali sulla regione, ovvero a partire dai primi decenni del 1900. Sebbene non sia possibile attribuire ogni singolo nubifragio al cambiamento climatico, l’osservazione degli ingredienti fisici necessari per tali eventi mostra però un deciso aumento dei fattori ambientali che concorrono alla loro formazione. L’aumento della temperatura media del mar Mediterraneo, con temperature elevate che dall’estate si protraggono fino ai mesi autunnali, l’aumento della temperatura delle masse d’aria d’origine subtropicale, cosi come il maggior contenuto di vapor d’acqua in atmosfera sono tutti fattori che determinano una maggiore instabilità e quindi una maggiore frequenza dei sistemi temporaleschi intensi. Il Quinto rapporto dell’ Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), pubblicato nel 2013, inoltre conferma che l’aumento della variabilità climatica osservato è imputabile ai cambiamenti climatici e delinea un ulteriore aumento di questa variabilità sul bacino del Mediterraneo per i prossimi anni, con estati sempre più calde, lunghe e siccitose e, al contrario, l’autunno e la stagione invernale con precipitazioni in graduale intensificazione. Anche il clima dell’Emilia-Romagna risente quindi in modo tangibile di questo quadro generale di aumentata variabilità. Le nostre estati sono già adesso sicuramente più calde e più lunghe, la media estiva delle temperature massime regionali è aumentata di circa +2.5°C rispetto al periodo 1961-1990, preso come periodo di riferimento. Il numero di giorni con temperature massime superiori ai 35°C in pianura è quasi raddoppiato, passando da una media stagionale di 5 a oltre 10 giorni. Allo stesso tempo assistiamo a un aumento delle precipitazioni intense in autunno e in inverno, come già abbiamo avuto modo di discutere in alcuni recenti articoli apparsi su questa rivista. La somma di tutti questi segnali ci deve quindi spingere ad aumentare la resilienza delle nostre città, adeguando per esempio le opere coinvolte nella gestione e smaltimento delle acque al fine di poter sopportare maggiori afflussi. In secondo luogo anche il sistema di previsione e di allertamento sarà presumibilmente sempre più sollecitato nel futuro per la previsione e il monitoraggio di eventi intensi: occorre quindi adattare e sviluppare nuove procedure che permettano una comunicazione efficace e più tempestiva di situazioni potenzialmente pericolose ai comuni e ai cittadini. Su questa linea sono stati avviati da qualche mese dei tavoli di lavoro, in collaborazione con il Dipartimento di Protezione civile e con l’Agenzia di Protezione civile regionale, per arrivare a procedure di allertamento specifiche per i fenomeni temporaleschi e al tempo stesso più snelle e omogenee su tutto il territorio nazionale.
Federico Grazzini
Arpa Emilia-Romagna



LOGO ... Tratto da ecoscienza.it

8 settembre 2014

IMPRESA OGGI. Giova notare che le previsioni dell'IPCC su estati calde e siccitose per quest'anno sono state smentite alla grande: l'estate è stata caratterizzata da piogge violente e molto freddo. Inoltre, se si controllano i siti web con le previsioni per l'estate 2014, tutti prevedevano un grande e lungo caldo.

alluvione

Immagini dell'alluvione sul Gargano di questi giorni


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