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La mappa del terrorismo islamico


Beato l'uom che inconosciuto fuor de' rischi sua vita a fin conduce! Men felice la sorte è di chi vive degli onor fra la luce

Euripide, Ifigenia in Aulide

Lo Stato islamico è oggi il gruppo terroristico più organizzato, e probabilmente, il più ricco al mondo. Con una folgorante offensiva, dal giugno scorso ha conquistato un territorio che spazia dalla Siria nordorientale all'Iraq nordoccidentale. In quest'area, estesa quasi quanto il Regno Unito, ha creato un Califfato, un'organizzazione radicata in tutti gli aspetti della vita quotidiana: sociali, culturali ma anche economici. Obiettivo dichiarato è quello di ristabilire la potenza del passato che si estendeva dall'Austria, ai Balcani, Nord Africa, e Spagna.
All'inizio del 2014 al-Qaeda ha preso le distanze dall'Isis condannandone i metodi e in parte gli obiettivi. Alcuni gruppi qaedisti presenti in Siria, come Jabat al-Nusra, hanno perfino ingaggiato sanguinosi scontri con i jihadisti del Califfato. Eppure sempre più movimenti qaedisti sparsi per il mondo hanno annunciato la loro alleanza con lo Stato islamico impegnandosi a seguirne i precetti e le direttive. Sequestrando e in alcuni casi decapitando cittadini stranieri.
Il Gruppo di al Qaeda nel magreb islamico (AQIM) è uno dei network jihadisti più spietati, che agisce nei territori desertici del Sahel ( Mali, Niger, Algeria e anche in Mauritania). Da poco anche l'Aqim è uscito allo scoperto dichiarando in un video il sostegno, e l'alleanza, all'Isis. Il leader del gruppo, Abu Abdullah Othman al-Assimi, ha criticato i membri di Aqim che non si sono esposti apertamente in favore del Califfato. L'Aqim ha giustiziato un cittadino Tuareg in Mali accusato di complicità con i Paesi che hanno aderito alla coalizione internazionale contro l'Isis.
Saliti alla ribalta dei media internazionali per il rapimento di centinaia di giovani studentesse nigeriane, i "Talebani d'africa" stanno terrorizzando da anni la Nigeria nordorientale con i loro kamikaze e attentati sanguinari contro la popolazione civile. Sono ormai migliaia le vittime del loro cieco fanatismo (Boko Haram significa "l'istruzione occidentale è vietata") volto a instaurare un Califfato islamico in tutta la Nigeria. Lo scorso luglio Abubakar Shekau, il leader di Boko Haram, ha dichiarato il pieno sostegno al Califfato. Seguendo l'esempio dell'Isis, in settembre il gruppo ha lanciato un'offensiva negli stati nigeriani di Adamawa e di Borno, dichiarando la creazione di uno stato islamico nella città di Gwoza.
Abu Sayyaf, anche conosciuto come al-Harakat al-Islamiyya, è uno dei diversi gruppi separatisti islamici, con base attorno alle isole a sud delle Filippine, in Bangsamoro (Jolo, Basilan e Mindanao). Dal 1991 il gruppo ha effettuato attentati con bombe, rapimenti e assassinii nel Paese. Il suo obiettivo è la creazione di uno stato islamico nel sud delle Filippine. Abu Sayyaf tiene in ostaggio due turisti tedeschi e ha minacciato di decapitarne uno se la Germania non pagherà entro il 10 ottobre un riscatto di 5,6 milioni di dollari e non interromperà ogni sostegno all'operazione lanciata dagli Stati Uniti contro l'Isis.
Attivo soprattutto nelle regioni desertiche dello Yemen, meglio conosciuta come al-Qaeda nella Penisola arabica (Aqap), è probabilmente il gruppo qaedista più pericoloso e anti-occidentale. In estate, Mamoun Hatem's, leader di in Ansar al-Sharia in Yemen, ha stretto un'alleanza con il califfato guidato da Abu Bakr al Baghdadi, ma già da prima ne aveva sostenuto la causa. Anche le costole di Ansar al Sharia in Libia e in Tunisia sostengono la causa dell'Isis, pur non avendo dichiarato esplicitamente la loro alleanza. Tuttavia il leader di Ansar al-Sharia in Tunisia si è recato in Siria proclamando un'alleanza con il Califfato.
Una dichiarazione di alleanza è arrivata anche da un gruppo di talebani presenti nel Karashan, regione del Pakistan, guidati dallo sceicco Abu Yazeed Abdul Qahir al-Khurasani. Anche il gruppo jihadista algerino «Jund al-Khilafa, che ha decapito l'ostaggio francese, ha abbracciato la causa del califfo al Baghdadi. In Egitto, nella regione del Sinai, agiscono piccole cellule di jihadisti, anch'essi fedeli alla causa dell'Isis, che si sono rese protagoniste di alcune decapitazioni.

Mentre cresce l'allerta attentati a Parigi e New York, il capo antiterrorismo Ue riferisce che 3mila combattenti arruolati tra le file dell'Isis sono europei. Intanto il Parlamento britannico ha approvato la mozione del governo Cameron dando il via libera ai raid inglesi contro lo Stato islamico in Iraq. In Spagna, invece, è stata smantellata una cellula jihadista: il capo, uno spagnolo, è finito in manette con 8 marocchini. Il leader è un ex militare spagnolo. Sono oltre 3mila gli europei che si sono arruolati nelle file dell'Isis per combattere in Iraq e in Siria. Lo ha ribadito alla Bbc il coordinatore europeo dell'antiterrorismo Gilles De Kerkhove il quale ha anche avvertito che gli attacchi aerei occidentali fanno aumentare il rischio di azioni di ritorsione in Europa. Nella cifra, ha precisato, sono inclusi anche i combattenti che sono poi rientrati in Europa e quelli che sono morti nei teatri di guerra. Intanto sale l'allerta a Parigi e New York. Cellule dell'Isis, ha detto il premier iracheno al Abadi a New York per l'Assemblea generale dell'Onu, stanno complottando attacchi a Stati Uniti e Francia e tra gli obiettivi ci sarebbero in particolare le stazioni della metropolitana. "Non ci sono conferme di minacce terroristiche come quelle denunciate dal premier iracheno al Abadi. Gli Usa stanno comunque verificando queste informazioni", ha invece affermato la portavoce del Consiglio nazionale della Casa Bianca, Caitlin Hayden. Cameron: "Quella in Iraq sarà una missione lunga, che durerà anni. Dobbiamo essere pronti a questo tipo di impegno". Così il primo ministro britannico David Cameron a Westminster prima del voto sul via libera agli attacchi contro l'Isis. Intanto nuovi raid aerei della coalizione arabo-occidentale hanno colpito alcune installazioni petrolifere di Mayadin, al confine con l'Iraq. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria.

da ilsole 24 ore.com
25 settembre 2014

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Tratto da www.ilsole24ore.it

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