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La gestione degli impianti di depurazione


sistema è pertanto fattibile. La scelta fra filiere alternative verrà effettuata sulla base del VAN maggiore realizzabile.
A causa della difficoltà a monetizzate costi e benefici indiretti ed a confrontarli con costi finanziari, la valutazione può essere condotta in modo separato per gli aspetti finanziari e per quelli economici.
In tal caso vengono calcolati dei VAN finanziari, valutati sugli effettivi flussi di cassa ipotizzati, e dei VAN economici che tengono invece conto anche dei costi e dei benefici diretti ed indiretti.

7. L’analisi del ciclo di vita (LCA)

L’analisi del ciclo di vita (LCA – Life Cycle Assessment) è una metodologia riconosciuta a livello internazionale e standardizzata attraverso le norme serie ISO 14040.
L’LCA quantifica gli impatti sull’ambiente del ciclo di vita di un prodotto/servizio. Tale esercizio avviene attraverso la contabilizzazione di tutti i consumi di materie prime e fonti energetiche e tutte le emissioni in aria, acqua e solide della filiera considerata, dalla culla alla tomba, ovvero dall’estrazione delle materie prime allo smaltimento finale.

La filiera di trattamento, smaltimento e recupero di fanghi è a tutti gli effetti una filiera industriale; l’analisi in termini di LCA può permettere di valutare sia i consumi di materie prime e di energia, sia le emissioni inquinanti ma anche i risparmi ambientali dovuti alla produzione evitata di materiali od energia grazie al riutilizzo come ammendante/concime, allo sfruttamento del biogas prodotto nei processi di stabilizzazione anaerobica o nelle discariche controllate od alla termovalorizzazione come rifiuto o come CDR.
Si individuano innanzi tutto gli scambi, in termini di effetti ambientali, con l’ambiente esterno, costruendo uno schema di flusso delle filiere da esaminare.

Le realizzazioni impiantistiche individuabili nelle filiere sono:
la linea fanghi degli impianti di depurazione
gli impianti dedicati al post-trattamento dei fanghi
gli impianti di utilizzo/smaltimento (compostaggio, trattamento termico, discarica)

Nel caso di valutazioni alternative, nell’ambito delle filiere, di interventi sulla linea liquami finalizzati al contenimento delle quantità di fango prodotte, anche la linea liquami degli impianti di depurazione può essere individuata come impianto appartenente alla filiera.

Nello schema di flusso devono essere individuati anche possibili conferimenti di fanghi da trattare prodotti all’esterno del sistema; aspetti ed impatti ambientali legati alla produzione di tali fanghi possono essere considerati in prima analisi invarianti rispetto alle scelte alternative di filiera e quindi esclusi dall’analisi.

Tutte le realizzazioni impiantistiche di trattamento hanno un impatto sull’ambiente in quanto:

  1. occupano suolo togliendolo ad altri utilizzi
  2. consumano la risorsa acqua
  3. consumano combustibile, energia elettrica e materiali (prodotti chimici) forniti da sottosistemi esterni
  4. provocano emissioni inquinanti aeriformi (fumi, biogas), liquide (scarichi, percolato) e solide (rifiuti)
  5. emettono rumori e odori
  6. modificano il paesaggio

Al riutilizzo agronomico sono legati impatti negativi correlati all’apporto di sostanze inquinanti nel suolo, nelle acque superficiali e nelle acque di falda ed alla possibile emissione di odori; sempre a tale fase sono associabili impatti negativi relativi all’utilizzo di macchine agricole: consumo di combustibile, emissione di gas di scarico, rumore

Ad alcune delle linee di flusso individuate nello schema può essere associato un trasporto fisico del fango o del prodotto derivato (ammendante, CDR) su strada o ferrovia.
In tal caso si individua un ulteriore punto di impatto negativo, caratterizzato da consumo di carburante o di energia elettrica, da emissioni di inquinanti in atmosfera e di rumore.

Gli effetti positivi del sistema verso l’ambiente esterno sono costituiti dal recupero di materiale, di combustibile e di energia che vengono ceduti come risorse immediatamente disponibili all’esterno, con conseguente risparmio ambientale per la mancata produzione nel contesto di altri sottosistemi.

Fanno parte degli effetti positivi:

  1. l’ammendante organico utilizzato in agricoltura in sostituzione di prodotti chimici (devono essere valutati i parametri che possono quantificare la domanda agricola / disponibilità allo smaltimento in agricoltura)
  2. il compost utilizzato in sostituzione alla torba
  3. il CDR avviato alla cocombustione
  4. l’energia elettrica e/o il calore prodotto e ceduto dagli impianti di termoutilizzazione
  5. l’energia elettrica (od il calore) prodotta e ceduta dagli impianti di trattamento anaerobico
  6. l’energia elettrica prodotta e ceduta dagli impianti di sfruttamento del biogas prodotto in discarica

Per poter giungere ad un ecobilancio complessivo è necessario individuare i sistemi al contorno che interagiscono con il sistema trattamento, smaltimento e recupero fanghi.

  1. il sistema di produzione di combustibili e di energia elettrica (estrazione e trasporto del combustibile fossile, eventuali trattamenti di raffineria, utilizzo in centrali termoelettriche)
  2. l’intero ciclo di vita delle sostanze chimiche utilizzate nei processi di trattamento dei fanghi
  3. l’intero ciclo di vita di concimi e ammendanti sostituiti dagli ammendanti organici ricavati dal trattamento aerobico od anaerobico dei fanghi o dal riutilizzo diretto in agricoltura

Dovrebbero essere infine considerati anche gli aspetti ambientali legati all’intero ciclo di vita di impianti e macchinari utilizzati nelle filiere alternative esaminate.

8. Criteri di gestione del Piano Fanghi

Secondo l’impostazione proposta, il gestore del SII si trova ad operare, nell’ambito del sistema fanghi, su due livelli differenti:

  1. definizione e gestione del piano fanghi
  2. gestione impiantistica nell’ambito di operatività definita dal piano

Per entrambi i livelli possono essere individuati dei requisiti di servizio da rispettare garantendo efficacia, efficienza ed economicità e dei requisiti di compatibilità ambientale.
Se all’implicito obiettivo di individuare e perseguire tali requisiti si aggiungono obiettivi di quantificazione e monitoraggio delle proprie prestazioni e di continuo miglioramento delle stesse, si individua la necessità di realizzare e mantenere operativo ed efficiente un sistema di gestione qualità e ambiente del gestore del SII.
I requisiti per impostare, gestire e documentare tale sistema possono essere desunti dalle norme internazionali UNI EN ISO 9001/2000 e UNI EN ISO 14001/1997.
L’adesione volontaria a tali norme apre la possibilità di sottoporre il sistema di gestione integrato qualità e ambiente alla verifica periodica da parte di un ente terzo accreditato e di ottenerne la certificazione: il gestore del SII otterrebbe in tal modo uno strumento indipendente di verifica della propria organizzazione e delle proprie prestazioni ed un veicolo di comunicazione trasparente con i soggetti interessati: la propria clientela (l’utenza servita), i fornitori di materiali e servizi (fino al riutilizzo – smaltimento finale), tutti i soggetti insediati nel territorio impattato dalle attività di produzione, trattamento e smaltimento dei fanghi.

I percorsi di sviluppo e certificazione del sistema di gestione integrato, considerata la complessità e la numerosità delle attività e delle realizzazioni impiantistiche implicate, possono assumere configurazioni differenti.
La soluzione proposta mira a valorizzare il piano fanghi quale principale strumento sia di programmazione che di gestione nelle mani del gestore del SII.

Il processo di attuazione del piano e la struttura operativa coinvolta in seno al gestore del SII implicano l’attivazione di funzioni e procedure che possono essere impostate in termini di qualità e di prevenzione e miglioramento degli aspetti ambientali.
Il gestore del SII definirà pertanto, già in fase di predisposizione del piano, una politica della qualità e dell’ambiente che lo impegnerà a procedere nella gestione del piano stesso, oltre che nel rispetto della normativa applicabile, con l’obiettivo di perseguire il miglioramento continuo dei requisiti di servizio legati alle caratteristiche dell’utenza e delle prestazioni ambientali, in termine di prevenzione e di diminuzione degli impatti negativi. La politica conterrà l’impegno ad operare con procedure e registrazioni documentate, in prima fase nella gestione del piano ed in fasi successive nella gestione di ogni singolo impianto appartenente al SII.
Anche se non espressamente richiesto dalle norme, la politica potrebbe contenere l’impegno a rendere periodicamente pubblici i risultati raggiunti con la predisposizione e la divulgazione di una dichiarazione ambientale, nella quale sintetizzare sia i livelli di servizio e di efficienza raggiunti che le prestazioni ambientali riferibili al sistema.

La strutturazione del Piano precedentemente proposta è in linea con i criteri di gestione in termini di qualità e ambiente:

  • la fase conoscitiva identifica i livelli di servizio e l’analisi ambientale iniziale
  • la fase propositiva mette a punto obiettivi e programmi di miglioramento
  • sono identificati una struttura gestionale e dei criteri di gestione che consentono la programmazione, il monitoraggio e la revisione del piano stesso.

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Tratto da XXII Giornata di studio di ingegneria sanitaria - ambientale

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