Lo Stige e la rabbia dei nuovi leader greci.



Io ho detto che l'ira nasce dal desiderio di vendicare un'offesa ma non che ne abbia, in concreto, la capacità.
Seneca, De ira


Pochi giorni fa ho scritto sul mio sito di facebook un celebre verso di Virgilio "Timeo Danaos et dona ferentis" ("Temo i Greci anche quando portano doni"). Tsipras e Varoufakis dopo il tour europeo durante il quale hanno presentato le loro "proposte indecenti" si sono vendicati del mancato sostegno dell'Italia e Varoufakis ci ha spedito il suo regalo affermando: "Funzionari italiani mi hanno detto che non possono dire la verità. Anche l'Italia è a rischio bancarotta ma teme ritorsioni da parte della Germania". Varoufakis, parlando di "solidarietà" di Roma con Atene, si è chiesto: "A chi toccherà dopo di noi? Che succederà quando l'Italia scoprirà che è impossibile restare all'interno dell'austerity?", e ha anche definito il debito italiano "insostenibile". I nuovi leader della Grecia sembrano immersi in una sorta di Stige dantesco dal quale inviano farneticazioni rabbiose accusando tutto e tutti per colpe che sono solo loro. D'altra parte non dimentichiamoci che l'Istituto di statistica greco falsificò i dati economici del paese per entrare nel'euro. I funziionari ellenici dell'ente sostennero che era una atto di patriottismo quello di dare buone notizie per non turbare il sogno del popolo. Sogno che Tsipras continua ad alimentare.
«Mi impegno a rispettare in pieno il programma del partito con cui ho vinto le elezioni». Così il primo ministro greco Alexis Tsipras nel suo discorso programmatico al Parlamento di Atene, sfidando l’Europa e il rispetto del piano concordato da Atene con la Troika. «La Grecia vuole pagare il suo debito ma vuole raggiungere un’intesa comune con i partner per l'interesse di tutti: il problema del debito greco non è economico ma politico», ha aggiunto il neopremier, sottolineando che Atene non vuole un prolungamento del piano di salvataggio concordato con la Troika (Banca centrale europea-Unione europea-Fondo monetario), ma un programma ponte - che assicuri fondi fino a giugno - per avere il tempo di onorare il suo debito monstre da oltre 240 miliardi. Atene non vuole più negoziare con la Troika ma «con gli altri membri della Ue per definire i mezzi tecnici per saldare i debiti» e non con i tecnici. Illustrando il programma di governo al Parlamento, Tsipras ha annunciato che il debito ha «superato il 180%. Il nostro governo non deve chiedere il suo prolungamento: chiede un nuovo accordo-ponte sino a giugno per rinegoziare il suo debito. La Grecia vuole un accordo sostenibile con i partner e, ad essere sincero, sono sicuro lo raggiungeremo», ha proseguito Tsipras. Certezza che al momento si scontra contro le perplessità dei più benevolenti e la netta contrarietà dei più scettici, su tutti la Germania. Il Governo chiederà anche una commissione parlamentare d’inchiesta sul memorandum, “non per fare rivendicazioni sul documento ma per far prevalere la giustizia”. Tsipras ha annunciato che il suo governo si appresta a combattere la corruzione e a varare una profonda riforma fiscale, il cui obiettivo è assicurare un sistema più equo e soprattutto in grado di fare pagare («metteremo in moto un meccanismo di controllo per monitorare le liste degli evasori»), e che non ha abbandonato il proposito di alzare il salario minimo da poco più di 500 a 751 euro, ma «gradualmente entro il 2016». Nel quadro della spending review alla greca, poi, «la rete statale Nerit sarà riorganizzata da zero e saranno anche messe in vendita auto blu ministeriali per 700mila euro e uno dei tre aerei di proprietà dello Stato». Tsipras ha parlato anche di sforbiciata ai costi della politica: taglio del 30% dei funzionari del Megaro Maximou, il palazzo dove ha sede il governo; e taglio del 40% anche per il numero degli agenti di polizia preposti alla sicurezza dell'edificio. Nel suo discorso programmatico, Tsipras ha sganciato anche la “bomba atomica” delle «riparazioni di guerra della Germania», che, ha detto, «è un obbligo storico chiedere». Il riferimento è al 50% del debito che venne abbonato nel 1953 alla Germania Federale per i danni dovuti dalla Germania nazista (e solo in parte ancor quelli del Trattato di Versailles della Prima guerra mondiale) a tutti i Paesi, inclusa la Grecia. Rispettare il programma elettorale di Syriza significa rifiutare gli accordi sottoscritti con la Troika di ispettori Ue, Bce e Fmi, che hanno portato tagli lacrime e sangue in cambio di finanziamenti internazionali. La linea del partito radicale è dunque rompere ogni trattativa con i funzionari internazionali, che d'altra parte non sono riconosciuti come interlocutori legittimi, per tracciare nuovi accordi direttamente con i partener europei. Anzi, Tsipras ha annunciato una Commissione d'inchiesta sul memorandum, "non per fare rivendicazioni sul documento ma per far prevalere la giustizia". La prima promessa che Tsipras intende mantenere è quella di riaprire la tv pubblica greca, 'Ert', la Rai ellenica, che venne chiusa perchè secondo i precedenti governi, si scoprì essere un pozzo senza fondi di sprechi. "La strada per la ricostruzione della nostra patria sarà lunga ma renderemo il nostro sogno realtà", ha detto ancora Tsipras ai parlamentari, spiegando che il vecchio piano di salvataggio, è fallito e che il debito ha superato il 180% del Pil. Il leader ha ricordato che il mandato elettorale chiaro è "fermare l'austerity e cambiare la rotta politica". Ha ribadito quindi la richiesta di un "prestito ponte" per arrivare all'estate senza estendere l'attuale programma di finanziamento, in scadenza a fine mese, per trovare nel frattempo un nuovo accordo complessivo evitando il default. "Nonostante le difficoltà, è possibile". E ancora: "La Grecia vuole pagare il suo debito, ma vuole raggiungere un'intesa comune con i partner per l'interesse di tutti: il problema del debito greco non è economico ma politico". Il programma di Tsipras prevede l'assunzione dei dipendenti pubblici "licenziati illegalmente" e anceh alcune misure di taglio, dall'aereo governativo alle auto a disposizioni dei ministri. Il suo ufficio vedrà la decurtazione della metà del personale e della sicurezza di un terzo. Ancora, "gradualmente porteremo a 751 euro nel 2016 il salario minimo", mentre si confermano le misure sull'elettricità e il cibo gratis per i poveri.
Quanto costa la Grecia all'Italia.
Al di là delle considerazioni di opportunità politica, la crisi greca ha avuto un costo per i conti pubblici italiani. L’Italia ha concesso alla Grecia due prestiti bilaterali per un importo di circa 10 miliardi di euro, spalmati nel 2010 e nel 2011. In quegli anni il rendimento del BTp decennale ha oscillato tra il 4% e il 6% con picchi oltre il 7%.. Il prestito bilaterale greco, invece, è stato ristrutturato: allungamento della scadenza di 15 anni (ora ha una vita media di 30 anni), un periodo di grazia sugli interessi di 10 anni e un abbattimento del tasso di interesse di 100 punti. Attraverso l’Efsf (European Fiancial Stability Facility), l’Italia ha aiutato la Grecia per 25 miliardi di euro (l’Italia pesa al 18% circa sul totale delle garanzie dell’Efsf e il fondo ha concesso alla Grecia 141,8 miliardi di euro, resta in bilico l’ultima tranche da 1,8 miliardi). L’Efsf ha già allungato le scadenze dei prestiti alla Grecia fino al 2054 (vita media oltre 32 anni) e ha concesso ad Atene un periodo di grazia sospendendo il pagamento degli interessi sul debito dal 2012 al 2023: con un risparmio per il budget di Atene di 8,6 miliardi nel 2013 e attorno agli 8 miliardi nel 2014 e 2015. L’Efsf e i suoi garanti non hanno perso il capitale investito in Grecia (non c’è stato haircut) ma l’investimento rende molto meno del previsto. Se rende. La Banca d’Italia, come tutte le banche centrali dell’Eurosistema, sta restituendo alla Grecia la plusvalenza realizzata tra il prezzo di acquisto dei titoli di Stato greci (comprati con il Securities markets programme al picco della crisi a prezzi ben sotto la pari) e il rimborso a 100. Il debito pubblico italiano sale, proquota, anche per quei 10,9 miliardi di Efsf bond trasferiti all’Hellenic Financial Stability Fund per ricapitalizzare la banche greche e dare collateral per i finanziamenti presso l’Eurosistema. La chiusura del programma di aiuti dell’Efsf alla Grecia (la cui scadenza è stata estesa già dal 31/12/2014 al 28/02/2015) costringerebbe la Grecia a restituire questi Efsf bond. Infine, nel caso in cui Atene dovesse richiedere nei prossimi mesi un nuovo programma di aiuti, questa volta con l’Esm, o l’accensione di una linea di credito precauzionale ECCL all’Esm (con acquisto di titoli di Stato in asta da parte dell’Esm per candidare i bond greci alle OMTs di Draghi e probabilmente anche al QE), l’Italia avrebbe aiutato la Grecia anche tramite la partecipazione al capitale dell’Esm, costata per il paid-in oltre 14 miliardi di euro.

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Eugenio Caruso - 9 febbraio 2015



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