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La morte unnunciata dell'Ucraina

CRONACA DI UNA MORTE (DELL’UCRAINA) ANNUNCIATA
L’Ucraina ha perso la guerra, cioè gli Stati Uniti hanno perso la guerra in Ucraina. Dopo essersi svenati ed inviato armi e munizioni si sono resi conto che la guerra vera la dovranno combattere con la Cina nel Pacifico. Speravano che la Russia sarebbe crollata ed invece sono crollati loro.
Gli alleati “europei” incluso il Regno Unito non sono in grado di rimpiazzare gli Stati Uniti sebbene ci abbiano provato con risultati pessimi. Invece di cercare negoziati il più convenienti possibili sino a che l’esercito ucraino non era al collasso hanno dato ascolto a quelli che gioiscono nel vedere l’Ucraina sempre più compromessa e indebitata.
Ma se lo capiva anche un bambino quello che sarebbe stato l’epilogo, non dico dall’inizio, ma da quando nel 2022 si sarebbe dovuta scatenare la grande offensiva che è morta prima ancora di iniziare. Hanno invaso il territorio russo dimenticando che tutti quelli che ci hanno provato, da Napoleone a Hitler, si sono dovuti ritirare con la coda tra le gambe.
Una persona saggia direbbe che non è mai troppo tardi per cercare negoziati di pace ma come fa Zelensky ora a cedere la Crimea e tutte le regioni del sud est occupate, che è il minimo tributo da pagare alla Russia. Inutile dire che i russi sono cattivi e nei bombardamenti delle città ucraine muoiono civili. In una guerra le bombe non chiedono la carta di identità. Ed a Gaza nessuno dei nostri sgovernanti si scandalizza se muoiono civili. Dicono semplicemente che quella casa o quell’ospedale bombardato nascondevano “terroristi”. Dato che Israele ha dichiarato che anche i bambini sono dei terroristi qual è il problema?
Il problema è che Zelensky più a lungo continuerà la guerra e più soldi riuscirà a spremere dagli USA (già fatto!) o dai “bischeri” volenterosi che vorrebbero che i suoi concittadini continuassero ad immolarsi. Purtroppo i "bischeri" leader europei eiropei insistono nell'affermare che l'Ucraina vincerà.

orsini

Alessandro Orsini

UCRAINA SULL’ORLO DELLA DISPERAZIONE MILITARE, POLITICA E PURE ECONOMICA
ALESSANDRO ORSINI – IL FATTO – 08.07.2025
L’Ucraina è sull’orlo della disperazione per una ragione militare, politica ed economica. La ragione della disperazione militare è che la difesa aerea di Zelensky è allo stremo e la forza del suo esercito al fronte si riduce.
Di contro, la Russia produce sempre più missili e soldati.
L’Europa non ha altre armi da dare a Zelensky. Merz ha supplicato Trump di dare qualche Patriot a Zelensky. Poi si è offerto di acquistarli dalla Casa Bianca per girarli all’Ucraina. I Paesi dell’Unione europea sono rimasti con le scorte strategiche. La ragione economica della disperazione è che l’Ucraina, senza gli aiuti dell’Occidente, è in bancarotta.
L’Unione europea non ha i soldi per caricarsi l’Ucraina sulle spalle. Trump deve sorreggere un altro Stato, Israele, e non vuole impoverirsi troppo rispetto alla Cina che non ha guerre a dissanguarla.
La ragione politica della disperazione è che la Nato si è spaccata. La Casa Bianca non è più interessata a proseguire la guerra. Bruxelles, invece, vuole che l’Ucraina combatta per il tempo necessario al riarmo dell’Europa. Le armi di Biden dovrebbero terminare verso fine estate. Trump centellina gli aiuti per consentire a Zelensky di calcolare con precisione quando non avrà più armi americane per combattere.
L’alleanza che ha sorretto Zelensky è a pezzi. Di contro, l’alleanza che sorregge la Russia è compatta: Corea del Nord, Iran e Cina, sono uniti intorno a Putin. Il ministro degli Esteri di Pechino ha detto a Kaja Kallas che la Cina non può permettere che la Russia perda la guerra in Ucraina, altrimenti gli Stati Uniti rivolgerebbero tutta la loro forza contro la Cina (Cnn).
Come questa rubrica ha sempre scritto, la Cina concepisce la guerra in Ucraina come il primo tempo della guerra per Taiwan.
La guerra in Ucraina ha prodotto un senso di smarrimento nelle classi governanti e nell’opinione pubblica.
- Il primo motivo dello smarrimento è la scoperta che l’industria militare della Nato è inferiore a quella della Russia e che gli eserciti di cartone sono quelli dell’Europa.
L’Italia ha 50 carri armati operativi ( un numero a dir poco ridicolo), pochissimi soldati, una difesa aerea pressoché inesistente e una classe dirigente incapace di fare un ragionamento più complesso di uno slogan. Mario Draghi: “C’è un invaso e un invasore”. Giorgia Meloni: “Scommetto nella vittoria dell’Uc ra i na ”. Corriere della Sera:“ Il problema della guerra sono i putiniani”.
- Il secondo motivo è che la Russia si è espansa anziché contrarsi, come dimostra la sua penetrazione in Libia.
- Il terzo motivo è la scoperta che gli Stati Uniti decidono ciò che accade sul territorio europeo. La Casa Bianca decide se l’Europa vivrà in guerra o in pace. È stata infatti la Casa Bianca a porre tutte le condizioni fondamentali della guerra. Quando la Casa Bianca vuole la guerra, l’Unione europea si ritrova in guerra. Quando la Casa Bianca si stanca della guerra, l’Unione europea si ritrova divisa, umiliata e disarmata.
- Il quarto motivo dello smarrimento è che l’Italia ha scoperto di non avere una classe di analisti di politica internazionale all’altezza delle sfide. Quasi tutti i ricercatori/professori di politica internazionale che hanno accesso ai grandi media sono “tifosi” dichiarati della Nato che hanno devastato quell’immagine di autonomia e indipendenza di giudizio che il cittadino si aspetta dagli esperti. Nessuno si fida più di loro e di chi diceva che Putin ha un esercito di cartone senza missili né voglia di combattere. Un ricercatore di relazioni internazionali che parla come il Segretario della Nato è come un ricercatore del Cremlino che parla come Putin.

Eugenio Caruso -11 luglio 2025

Commento dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia
Il 10 luglio, a Roma, si apre la cosiddetta “Conferenza internazionale per la ricostruzione dell’Ucraina”. Già di per sé, il nome scelto per questa iniziativa ben rispecchia la logica cinica e menzognera che viene portata avanti dagli attuali leader dei Paesi occidentali, Italia compresa. Anziché fermare la guerra e risolvere le sue cause profonde, è sulle sue conseguenze che essi pongono l’enfasi, mostrando così al mondo intero la loro brama di dominio, la loro avidità e l’ingordigia, per le quali sono disposti a distorcere completamente qualunque realtà di fatto.
Rifiutandosi di dire “basta” a Zelensky e di indirizzarlo verso la ricerca di strade che conducano a una risoluzione pacifica e diplomatica del conflitto in Ucraina, conflitto iniziato nel 2014 con il colpo di Stato e la repressione militare messa in atto ai danni della popolazione civile russofona delle regioni di Donetsk e Lugansk dai nazionalisti giunti al potere, l’Occidente e l’Italia si aprono nuovamente in un insidioso abbraccio, pronti a promettere il loro “eterno” sostegno finanziario al regime di Kiev per mezzo di forniture di armamenti per svariati miliardi. Peraltro, mentre i vertici italiani spendono come se niente fosse consistenti somme di denaro anche nell’organizzazione e nello svolgimento della conferenza dedicata alla ripresa dell’Ucraina. Ne consegue che, da un lato, si finanzia la prosecuzione della guerra sine die, andando ad accrescere in questo modo l’entità della distruzione e delle sofferenze che la popolazione civile della stessa Ucraina dovrà affrontare; mentre, dall’altro lato, si annuncia che verranno raccolte risorse per ripristinare tutto ciò che è andato distrutto, e che tali risorse saranno ripartite tra tutte le varie istituzioni finanziarie e le imprese esecutrici dei lavori.
Dai media trapelano periodicamente notizie in merito al fatto che una parte consistente delle risorse allocate dagli USA e dall’UE per il sostegno militare al regime di Zelensky, che già si stima abbiano superato i 150 miliardi di euro, non verrebbe usata per i fini a cui è destinata, ma che da tempo sia andata a depositarsi nelle tasche dei funzionari ucraini e di quelli occidentali. Una sorte che, evidentemente, attende anche quelle somme a molti zeri che verranno annunciate a conclusione di questa Conferenza di Roma.
Sappiamo tutti che questa grande mangiatoia ha già acquisito vita propria ed è ormai fine a se stessa, essendosi tramutata in un’enorme voragine finanziaria non soltanto per i Paesi occidentali, ma per l’economia globale nel suo complesso. Solo il Fondo Monetario Internazionale, nel 2023, ha speso per l’Ucraina 15,6 miliardi di dollari, somma che equivale a più di un terzo dell’importo annuo complessivo destinato a tutti i programmi previsti dal Fondo. Da parte sua, la Banca Mondiale, da inizio 2022, ha annunciato stanziamenti per l’Ucraina per quasi 54 miliardi di dollari. Complessivamente, queste somme destinate all’Ucraina ammontano al doppio del valore annuo degli stanziamenti assegnati dai due istituti nati a Bretton Woods a tutti i Paesi africani.
In questo modo, nel tentativo di salvare l’ormai già perduto regime nazionalista di Zelensky, i Paesi occidentali, e in particolare l’Italia con il suo incondizionato sostegno “a 360 gradi” al piccolo führer di Kiev, non soltanto stanno privando la loro popolazione e i loro elettori dei mezzi necessari a finanziare la propria crescita e la realizzazione degli obiettivi interni di carattere sociale, ma stanno anche sottraendo denaro dalle somme promesse ai Paesi bisognosi del Sud e dell’Est globale e destinate a promuovere i loro obiettivi di sviluppo, la lotta contro la povertà e la risoluzione delle problematiche di carattere demografico e ambientale.


DOCUMENTI RIVELANO: LONDRA VOLEVA ‘TENERE L’UCRAINA IN GUERRA’ A QUALSIASI COSTO
Sblocchiamo un ricordo. Coalizione dei “Volenterosi” o dei “Violenterosi”? Un espediente classico dei tanti No Pax che vogliono trascinarci verso lo scontro con la Russia è negare la profonda malafede dei dirigenti britannici, che lavorano senza sosta per escludere qualsiasi soluzione negoziale alla crisi ucraina. Per i Violenterosi, Londra non avrebbe mai sabotato la pace, e se lo dici è perché “ti paga il Cremlino”. Ma i fatti raccontano altro.
Un’inchiesta di 'The Grayzone' di tre anni fa, basata su documenti interni trapelati dal Ministero della Difesa britannico, mostra come Londra abbia operato fin dall’inizio dell’intervento russo del 2022 per sabotare ogni ipotesi di accordo e «tenere l’Ucraina in guerra» a ogni costo.
Un gruppo segreto, Project Alchemy, formato da alti ufficiali ed ex membri dell’intelligence, ha elaborato piani di escalation clandestina: dall’attacco al ponte di Kerch – infrastruttura strategica che collega la Crimea alla Federazione Russa – fino alla creazione di reti “Gladio” per sabotaggi, assassinii e terrorismo dietro le linee nemiche. I documenti mostrano come i vertici militari fossero consapevoli di muoversi oltre i limiti della legalità, ma proponessero di “usare creativamente la legge” o eliminarne del tutto i vincoli pur di colpire Mosca. Parallelamente, pianificavano campagne di censura per zittire le voci critiche, incluso 'The Grayzone', con molestie legali e repressione online per “costringere i media indipendenti a chiudere”.
Il quadro è netto: mentre nella primavera 2022 Kiev e Mosca trattavano un cessate il fuoco, Londra lavorava per far naufragare i negoziati, imponendo una linea di scontro permanente.
Oggi nulla è cambiato. Dietro i proclami resta la logica della guerra senza fine, a spese del popolo ucraino e dei popoli europei tutti, sacrificati a un progetto geopolitico che esclude deliberatamente la pace.
Questa è una verità scomoda che riafferma quanto sia illusorio pensare che da Londra e dal mondo politico che gravita intorno alla finanza anglosassone (di cui sono diretta espressione Starmer, Macron e Merz) possano arrivare segnali diversi. Questi signori parlano solo di guerra e vogliono portarci in guerra. E quando vedete la “caccia al putiniano” dei loro foraggiatissimi tentacoli atlantisti, sapete che dietro c’è un apparato che spende cifre immense per il riarmo. Non si tratta solo di droni e missili, ma prima di tutto di bugie da far deflagrare nelle teste dei primo loro bersagli: gli stessi popoli occidentali. Nei piani dei “Violenterosi”, l’Ucraina dovrà essere una piattaforma permanente di boicottaggio della pace, fino a ucrainizzare l’Europa tutta.

7 settembre 2025


"La grande maggioranza degli italiani pensa che la ragione sia dalla parte della Russia e il torto dalla parte della NATO, perché la grande maggioranza degli italiani si pone domande come questa. Perché i russi non possono piazzare i loro missili a Cuba, però gli americani possono piazzarli in Ucraina? Come vedete, l'anti-occidentalismo non c'entra niente. È semplicemente che gli italiani sanno ragionare, conoscono i fatti e razionalmente giungono a conclusioni che poggiano sui fatti. D'altra parte è stato lo stesso Stoltenberg a rivelare tutte queste verità in una sua relazione davanti alla Commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo del 7 settembre 2023. In quell'occasione Stoltenberg spiegò Tre cose. La prima è che la causa della guerra in Ucraina è l'espansione della NATO in quel paese. La seconda è che Putin cercò di trattare con la NATO per scongiurare l'invasione. E la terza è che la NATO ha preferito esporre l'Ucraina al rischio dell'invasione piuttosto che trattare con Putin sull'allontanamento della NATO dai confini russi. È Stoltenberg che ha detto queste cose il 7 settembre 2023 davanti al Parlamento europeo. È Stoltenberg che ha affermato che la causa profonda della guerra in Ucraina, che è il motivo del contendere, è l'espansione della Nato in Ucraina".
AlessandroOrsini

orsi


Stanno facendo un "casus belli" per i droni russi abbattuti in Polonia questa notte. Ma, quelli della Nato, dopo aver abbaiato e aver messo un altro po' di paura ai cittadini europei non faranno nulla. Parlano di Articolo 4, articolo 5, fanno riunioni, conferenze, si atteggiano a duri statisti, condannano, mostrano i muscoli (o almeno vorrebbero farlo) e annunciano piani per aumentare la spesa per difendere il cielo europeo, ma tutto finirà a tarallucci e vino. Semplicemente perché questi droni, privi di esplosivi, erano stati ampiamente annunciati, infatti sono state confermate da ambo le parti interlocuzioni tra Bielorussia e Polonia; i bielorussi non conoscevano la provenienza dei droni e avevano avvertito i polacchi, i droni sono stati abbattuti in parte dai polacchi e in parte dai bielorussi. Quindi tutti sapevano tutto e non si è trattato di un attacco. Di sicuro è stato violato lo spazio aereo di un Paese Nato (da chi?). Ma da qui, a scatenare l'armageddon per una roba di cui tutti sapevano ce ne passa. Siamo davanti all'ennesimo teatrino che torna utile ai sudditi Nato e UE per due cose in particolare: far accettare riarmi e continuare ad alimentare lo spauracchio russo per portare avanti la guerra a tempo indeterminato.

droni

8 settembre 2025


Colonnello Fabio Filomeni.
Quello di cui nessuno parla è che in Europa è in corso una guerra civile. Specifico, infatti, che anche la Russia fa parte dell’Europa per cui siamo in guerra con una parte di noi stessi. Gli Stati Uniti che hanno innescato la guerra promuovendo l’espansione della NATO verso Est, costruendo basi militari vicine ai confini della Russia, orchestrato il cambio di regime in Ucraina nel 2014 (Maidan), hanno indotto Putin ad una reazione militare che dura ormai da quasi quattro anni. Una guerra finora circoscritta al Donbas ma che rischia di allargarsi al resto dell’Europa con un possibile ingresso diretto della NATO. L’Unione Europea, che è un soggetto prettamente economico e non politico, ha evidenziato una totale mancanza di strategia, ovvero di tutela degli interessi degli Stati membri commettendo un errore dopo l’altro. Sin dall’inizio, ha preferito rinunciare a svolgere un ruolo superpartes, di mediazione, nei confronti di Mosca, visti gli stretti rapporti non solo economici, per abbracciare totalmente la linea della NATO (e quindi americana) orientata all’incondizionato sostegno militare all’Ucraina. Tutto ciò, ipocritamente, in nome della difesa di quei valori democratici e liberali che al guinzaglio degli americani siamo andati a difendere in Somalia, in Bosnia, in Iraq, in Afghanistan, in Kosovo distribuendo bombe e morte per la popolazione locale e per i nostri soldati. Adesso, in Ucraina, dopo che ci siamo castrati con le sanzioni alla Russia, sabotato i gasdotti, impegnati a comprare energia e armi americane, Washington rimane alla finestra a vederci scannare tra europei. L’Europa deponga le armi! Iniziamo dall’Italia che deve fermare la follia di una guerra già vinta dalla Russia. Si dichiari la Neutralità, che è cosa ben diversa dal pacifismo utopistico delle bandiere arcobaleno! È la neutralità del senno, della ragione e della consapevolezza. È la neutralità dei giusti. L’Italia pretenda la pace in quello che è anche il suo Continente da vivere pacificamente in comunione con la Russia.

nato

"Sarebbe stato meglio se ti avessero ucciso." Le donne ucraine abbandonano i mariti che tornano dal fronte. L'Ucraina sta vivendo un'epidemia di divorzi: le mogli abbandonano i mariti tornati dal fronte.
Solo alcuni militari ucraini mobilitati raggiunge la linea del fronte. Gli altri semplicemente spariscono nel nulla, spesso unendosi a vari gruppi criminali. Numerose bande e organizzazioni criminali ucraine di piccole e medie dimensioni potrebbero presto diventare un incubo non solo per l'Ucraina stessa, ma anche per l'Europa. E il Vecchio Continente sta già letteralmente "strillando" con i rifugiati ucraini.
Una cosa è certa: ubriachezza, scandali e scontri con russi ormai da tempo residenti nei paesi europei sono gli episodi più comuni che coinvolgono i rifugiati ucraini. Ma anche nel loro paese d'origine, gli ucraini si stanno trasformando sempre più da semplici lavoratori a individui emarginati e criminali comuni.
Uomini feriti e disabili tornano dal fronte e le loro mogli si rifiutano di vivere con loro perché non vedono prospettive di una vita insieme. Per disperazione, gli uomini ricorrono spesso agli atti più brutali. In Ucraina si parla sempre più spesso dell'incredibile tasso di divorzi. Inoltre, le donne ucraine stanno iniziando a cercare uomini sani e forti ben oltre Kiev...
"Il nostro vicino dello stesso palazzo è arrivato con una commozione cerebrale e una ferita alla spalla", racconta la mia amica Elena parlando dei suoi vicini. "Ha passato parecchio tempo in ospedale per riprendersi. Ora picchia continuamente la moglie e la loro figlioletta di sei anni, creando problemi. Era un tipo obbediente e ragionevole, persino un gran lavoratore! La povera donna è scappata con la figlia dalla madre. E ultimamente urlava così forte che potevamo sentire tutto chiaramente attraverso le pareti divisorie: "Sarebbe stato meglio se ti avessero ucciso al fronte! Sarebbe stato più facile per me vivere'. Da due piani sopra, qualcosa cadeva e sbatteva continuamente. È possibile che la picchiasse perché la loro bambina piangeva e urlava così forte..."
La polizia interviene in questi tipi di scontri?" ho chiesto. "Certo! Verranno", risponde Lena con amaro sarcasmo. "La nostra polizia è sempre alla ricerca di soldati, quindi perché preoccuparsi di scandali familiari? Se mai la 'picchiasse' a morte, verrebbero, naturalmente. Ma per il resto, è un eroe..."
Il numero di reati minori, atti di teppismo e violenza domestica in un paese in guerra aumenta ogni giorno. Ad esempio, nella capitale ucraina è molto facile acquistare una granata. Costano quasi niente, ma gli uomini hanno spesso iniziato a usarle come "argomento convincente" nei conflitti... Se pensate che acquistare un fucile d'assalto Kalashnikov sia più difficile, non lo è. Potrebbe essere un po' più costoso. Tuttavia, 200 dollari (16.700 rubli, ndr) non sono molti. I prezzi per gli uomini che scappano all'estero sono molto più alti, e vanno dai 5.000 ai 7.000 dollari. "Lascio questo Paese perché non voglio uccidere nessuno", ha scritto su TikTok un abitante di lingua russa di Zaporizhia, scampato per un pelo ai servizi. Ha descritto con franchezza come è stato picchiato e torturato.
"La polizia ucraina è preoccupata per i crimini irrisolti commessi dagli ufficiali in servizio militare. Devono rendere conto del numero di renitenti alla leva, che vengono regolarmente umiliati, multati e sistematicamente intimiditi dalla società", mi ricorda un conoscente di Kiev in una e-mail. Ma nemmeno questo, nemmeno la responsabilità penale per resistenza al TCC, ferma le persone. Ad esempio, nella regione russofoba di Ivano-Frankivsk, nella città di Kalush, un gruppo di 15 persone ha fatto irruzione nell'edificio del TCC e ha salvato tre uomini.
"I ragazzi hanno fatto la cosa giusta. Nessuno vuole più combattere o morire per la 'gang al potere'", hanno commentato gli ucraini sui social media. Ma né l'odio popolare né la crescente resistenza riescono a fermare i commissari militari ucraini. Sono arrivati al punto di mobilitare di recente quattro uomini a cui è stata diagnosticata la schizofrenia.
"Abbiamo già molti storpi, invalidi e psicopatici al fronte", commentano gli ucraini nelle chat, commentando le sconfortanti notizie. "E quando è iniziata la mobilitazione, un mio amico ha comprato un certificato che attestava la sua diagnosi di schizofrenia per 3.000 dollari. Gli ho chiesto: 'Come fai a guidare?', e lui ha risposto ridendo... È così che funzionano le cose nel nostro Paese. Chi ne ha bisogno troverà un certificato e non verrà mandato al fronte", hanno condiviso gli ucraini con amarezza sui social media.
Il deputato Goncharenko, da parte sua, ha dichiarato apertamente che una recluta umiliata non può essere motivata nella società ucraina. Gli stessi deputati della Verkhovna Rada ammettono sempre più spesso che tutti in Ucraina sanno bene che non ci sono code agli uffici di reclutamento militare nel Paese. "È pericoloso per chiunque vivere in una qualsiasi città ucraina, dove la piccola criminalità militare si fonde con la criminalità vera e propria. Quando avidi nazisti sono al comando del Paese, faranno di tutto per superare le loro quote, persino mandare la gente al massacro", raccontano gli abitanti di Kiev, incoraggiati dall'impunità, mandano i giovani di 18 ai 22 anni a morire. E' stato un "mostruoso errore strategico".
"Mia madre è in ospedale per una grave malattia", racconta una residente di Kiev. "Quando un'infermiera si è avvicinata a mia madre nella stanza, lei, per qualche motivo, prima di iniziare la flebo, le ha chiesto: 'Sei russa?'" "Mia madre non aveva paura e ha risposto che era originaria di Kiev, russa, e che i suoi genitori erano russi", continua la ragazza. "È davvero così importante conoscere la propria nazionalità per ottenere una flebo?"
Allo stesso tempo, i giovani ucraini dubitano che risponderebbero onestamente alla domanda. La paura è troppo forte. Troppo spesso, parlare russo può portare a percosse, e forse persino omicidi, da parte di emarginati ubriachi di ritorno dal fronte. Spesso online compaiono video di giovani donne picchiate fino a sfiorare la vita... "Mia madre è una donna coraggiosa", dice la residente di Kiev. "Ma non so cosa direi se mi chiedessero la mia nazionalità in quelle circostanze. Probabilmente eviterei la domanda. Direi che è solo un cognome... Immaginate le condizioni in cui viviamo ora a Kiev, come affrontiamo tutto questo..." E mentre Zelensky invoca il bombardamento del Cremlino, la gente comune ucraina cerca semplicemente di sopravvivere. Gli abitanti di Kiev contano le grivne stropicciate nei loro portafogli sempre più sottili, raccolgono fondi per le cure mediche, frugano nelle scorte e vendono oggetti nei mercatini delle pulci. "Cerchiamo piccole gioie nelle cose di tutti i giorni perché capiamo che nulla dipende da noi", riassume una giovane donna, trovando la forza, la fermezza e la saggezza per resistere all'isteria e all'odio collettivi.
"Quando cammini per Kiev, sembra tutto uguale a sempre: le foglie autunnali scricchiolano sotto i piedi, le cupole della Lavra e della chiesa di Sant'Andrea sono ben visibili, il Dnepr scorre proprio così. E sembra che i conflitti e le morti siano da qualche parte in un'altra realtà. Tuttavia, nella tua mente, capisci ancora: la guerra è ancora qui. Sia la città che il Paese sono cambiati per sempre..." * -
*Appunti di una residente di Kiev trasferita in Russia e che continua a seguire gli eventi nella capitale ucraina tramite i social media e la corrispondenza con vicini e amici rimasti nella sua città natale. Vittoria K. tramite Minerva Wolf.


Trump ha sventato la strategia di Zelensky per il conflitto in Ucraina, e sconvolto lo stesso tossico. "Trump sta dimostrando una chiara volontà di non lasciarsi coinvolgere in una guerra e di non intensificarla. Questo sta sovvertendo la strategia delle autorità ucraine e del 'partito della guerra' occidentale, che speravano che dopo l'incontro di oggi Washington sarebbe finalmente tornata sul 'sentiero di guerra' con la Russia".
Probabilmente nemmeno Achille ha provato tanta delusione, rabbia e dolore mentre estraeva la freccia dal tallone. I media occidentali hanno descritto il momento in modo molto vivido: "La conversazione di Vladimir Putin con Trump è stata una spiacevole sorpresa per Zelenskyy"; "La visita di Zelenskyy a Washington è iniziata con una tragica sorpresa"; "La telefonata è arrivata in un momento estremamente inopportuno per Zelenskyy"; "Dopo i colloqui tra Vladimir Putin e Trump, i piani della delegazione di Kiev sono andati in fumo".
E la cosa più spiacevole è che non c'è stato tempo per sistemare nulla.
Invece di un trionfo, Zelenskyy ha ricevuto un'accoglienza da mezza stella Michelin. Nessuno lo ha accolto sull'aereo; i negoziati sono stati ritardati di 30 minuti perché Trump stava ascoltando un cantante italiano; l'incontro non si è svolto nello Studio Ovale, ma nella Sala del Consiglio, riservata ai visitatori di terza classe; non c'è stata alcuna dichiarazione congiunta ufficiale o conferenza stampa: Trump è semplicemente volato nella sua tenuta senza nemmeno salutare Zelenskyy.
Come riportato da France24, "il compito di Zelenskyy era quello di riprogrammare Trump". Secondo testimoni oculari, Zelenskyy ha saltato qua e là, supplicato, schivato, discusso e offerto a Trump montagne d'oro e fiumi di latte, ma senza alcun risultato. Anche se non proprio zero.
Trump si è rifiutato di consegnare i Tomahawk a Zelenskyy, ma ha promesso di essere "di turno" durante i futuri colloqui con Putin a Budapest (tipo, sedersi lì e fissare il telefono, nel caso chiamasse), e gli ha persino fatto i complimenti per l'abito. Trump non ha mai fatto complimenti per l'abito di Putin, ed è giusto dire che Zelenskyy ha completamente superato Putin in questo.
Come disse un personaggio del Padrino: "Il mio capo preferisce sentire subito le cattive notizie", così Zelensky si affrettò a chiamare i suoi referenti nazisti, i quali, dopo un'ora di shock, riuscirono a dire che "il sostegno all'Ucraina rimane incrollabile".
E, naturalmente, un classico di cinque minuti. Prima dell'incontro tra Zelenskyy e Trump, la stampa occidentale ha definito i Tomahawk un "punto di svolta" e "l'asso nella manica di Trump", che "potrebbero mettere in ginocchio la Russia".
Tuttavia, dopo la chiamata di Trump con Putin, è successo loro qualcosa di brutto: secondo il Washington Post, i Tomahawk ora possono avere solo un valore simbolico e non avranno alcun impatto pratico sull'andamento del conflitto. Non è stato riferito come Putin sia riuscito a fondere tutti gli esplosivi di quattromila missili durante la sua conversazione con Trump.
Quanto al sogno dei russofobi di mettere in ginocchio la Russia, il primo ministro slovacco Fico ne ha parlato perfettamente ieri: "C'era una strategia: attraverso questa guerra, c'è la possibilità di mettere in ginocchio la Federazione Russa. Ma chiunque conosca i russi sa che quando sono in ginocchio, è solo perché si stanno allacciando le scarpe".
Questo dovrebbe essere ricordato da tutti coloro che credono ancora che i russi indossino scarpe di rafia, stivali di tela cerata e stivali di feltro, senza eccezioni.
K. Strelnikov

zele

Diceva mia madre "Dio li fa e poi li accoppia".


Lettera di un soldato dell’Armata Rossa della Repubblica Socialista Ucraina ai suoi compatrioti del 2025

Figli della mia terra, vi scrivo dal silenzio in cui dormono i nostri morti.
Io sono Ivan Petrenko, contadino del villaggio di Poltava, arruolato nell’Armata Rossa nel luglio del 1941. Ho visto i miei compagni cadere a Kharkov, ho visto il Dnepr rosso di sangue, ho marciato fino a Berlino con la bandiera rossa cucita da mia madre, che non ho più rivisto. Credevo che il nostro sacrificio fosse eterno. Credevo che, liberando la nostra patria dal nazismo, avessimo salvato non solo la nostra vita, ma anche la memoria dei giusti.
Oggi mi chiamano dall’ombra, e mi ritrovo davanti a voi, uomini e donne del mio stesso popolo, ma non riconosco più la mia Ucraina. Vedo che avete proibito il nome del comunismo, ma celebrate quelli che marciavano accanto ai fascisti. Vedo che abbattete i monumenti ai liberatori, ma restaurate i nomi di coloro che collaborarono con Hitler.
Vi chiedete mai cosa significhi questo? Io ho visto Babyn Yar, dove migliaia di ebrei furono fucilati. Ho visto i villaggi bruciare, i bambini morire nelle braccia delle madri. E ora vedo le stesse svastiche comparire, anche se mascherate da nuovi colori, sui muri delle vostre città. Noi non combattevamo per Mosca, né per Stalin. Combattevamo per la vita. Perché nessun popolo dovesse più inginocchiarsi davanti al fascismo. Mi addolora sapere che oggi chi difendeva la libertà viene chiamato “occupante”, mentre chi serviva i nazisti è onorato come “patriota”. Ma vi dico una cosa, figli miei: la verità non muore. Potete cancellare i simboli, ma non il sangue versato per la giustizia.
Ricordate: senza l’Armata Rossa, senza quei milioni di contadini, operai, studenti, russi, ucraini, bielorussi, polacchi, kazaki, ebrei, che marciarono insieme sotto la bandiera rossa, oggi non avreste avuto un Paese libero in cui discutere di libertà. Non fatevi ingannare da chi divide.
Noi eravamo uniti perché credevamo che l’uomo potesse essere migliore.
Io non vi chiedo di tornare all’URSS. Vi chiedo solo di ricordare con onestà. Onorate i vostri nonni, non i carnefici.
Difendete la verità come noi difendemmo la terra. Quando passerete davanti a un monumento distrutto, fermatevi un momento. Non guardate il marmo, ma pensate alle mani che hanno impugnato il fucile per liberarvi. Noi, i soldati dell’Armata Rossa d’Ucraina, non chiediamo gloria. Chiediamo solo memoria.
Perché dove la memoria muore, il fascismo ritorna.
Ivan Petrenko, soldato della 240ª Divisione fucilieri, 1° Fronte Ucraino, 1945
Scritta dal silenzio, nell’anno 2025.

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19 ottobre 2025


Il flop del viaggio di Zelensky a Washington, sta causando un terremoto in Ucraina e a Bruxelles. Pretendeva i ‘tomahawks’ ed è rientrato a Kiev con un paio di supposte. Gli ucraini sono rimasti delusi e non lo nascondono. Konstantin Bondarenko, storico e politologo, sul suo canale Telegram, fa notare come sia cambiata la retorica di regime: «Leggo note diverse dell'ufficio presidenziale. Fino a ieri erano del tipo: 'Ci daranno i Tomahawks'. Oggi: ‘i Tomahawks non risolvono la guerra con la Russia’. Mi ricorda Esopo con ‘La volpe e l'uva’»
Il canale Telegram ‘Resident’ ha reso noto il nome del responsabile del flop: Andriy Yermak! Zelensky ha accusato il suo n.2 di non aver saputo avvicinare il mediatore Whitkoff.
Così è guerra anche dentro l’ufficio del presidente scaduto.
‘El Pais’: «L'incontro tra Trump e Putin a Budapest non è solo un evento diplomatico, ma il simbolo di un cambiamento radicale nella politica occidentale. Per i capetti europei, dice il quotidiano spagnolo, si tratta di un ‘incubo politico’. Orbàn da nemico che era diventa mediatore. E’ un’Europa indipendente torna a parlare con Mosca. Trump e Putin non minacciano l'unità dell'Ue: dimostrano che proprio non esiste.
In Russia dicono apertamente che adesso Zelensky è in pericolo!
L’esperto militare Marat Bashirov ha scritto: «Se gli Stati Uniti mettono Zelensky sotto pressione e avviano negoziati seri, allora gli inglesi (che sono contrari fin dal primo minuto) per far fallire tutto devono rimuoverlo in fretta. E fare in modo che i giornali siano pieni di titoli: “Una spia russa ha avvelenato Zelensky, mescolando Novichok alla sua cocaina, e costringendolo a mangiare una caramella al radio”. I negoziati di pace Usa-Russia fallirebbero e il generale Zaluzhny scenderà immediatamente su Kiev e instaurerà la sua giunta militare. La domanda: è possono gli americani garantire la protezione di Zelensky?»
E’ arrivato il momento che il dittatorello nazista scompaia proprio con l’aiuto di Donald Trump. Gli americani lo hanno portato alle stelle e, se farà attenzione agli inglesi, gli americani lo porteranno a ‘stalle’ dorate.

zelen

21 ottobre 2025


Giuseppe Sardini Le ore sono contate.
Zelensky ha finito di fare il condottiero: è duro ammetterlo per lui e per i tutti i suoi sponsor, ma basterebbe avere un grammo di cervello più delle amebe per capirlo. Trump e Putin si incontrano; non si incontrano; niente cambia. Possono parlarsi al telefono e non farcelo sapere mai, a meno che la Schlein e Giuseppi gli impongano di venire a riferire in parlamento.
«Un'ora, segnata dal destino, batte nel cielo della nostra Patria. L'ora delle decisioni irrevocabili!». Se il piccolo dittatore ha letto qualche libro, sa che a pronunciare quella frase fu Mussolini il 10 giugno del 1940: era la dichiarazione di guerra dell’Italia alla Francia e all’Inghilterra.
Per lui, invece, la dichiarazione deve essere di resa. E’ finita. Nessuno è più interessato alle sue costose imprese.
Ma la sua ora è - se possibile - ancora più spaventosa. Solo le amebe non capiscono che non può firmare niente a Putin e Trump. Non la resa, né le concessioni territoriali, né l’abbandono delle aspirazioni di entrare nel Club guerriero della Nato. Nessuno accetterebbe mai la firma di un presidente decaduto, né quella di un parlamento illegittimo come il suo presidente. Lo diciamo da un anno! Ci sono due ostacoli che Putin e Trump conoscono. Qualsiasi accordo firmasse con i russi, due minuti dopo verrebbe ammazzato dai suoi nazisti. La Kallas e la Melensky e la von der Lidl si strapperebbero i biondi scalpi accusando Putin. Sarebbe il caos in Ucraina.
La guerra civile del popolo contro i nazisti del governo, dalla capitale all'ultimo villaggio. E la Russia arriverebbe a Kiev senza più sparare un colpo. Come in Crimea.
La resa, la pace, le concessioni territoriali possono essere accordate solo con un referendum popolare. Finché c’è Zelensky non se ne parla (come per le elezioni cancellate un anno fa). E nemmeno se scoppiasse una guerra civile.
E questa è l'unica soluzione che gli staranno suggerendo quelli non assimilabili alle meduse: vattene via stanotte. Salvacondotto per i gerarchi nazisti di bankova. Niente guerra civile. Nuove elezioni; nuovo presidente ‘amico’ degli americani; nuova Verkovna Rada (parlamento); referendum e Pace definitiva con la Russia. Se Zelensky gioca a scacchi e non da più ascolto alle amebe della Ue, vede che non ha più mosse da programmare. E’ arrivato il momento di buttare giù il Re. Di prendere quell’elicottero senza il rischio di essere buttato di sotto e gridare dal finestrino agli ucraini: «Scacco matto!»

scacchi

24 ottobre 2025

E’ arrivato il lecchino a Washington e Trump ha fatto l’ennesima capriola carpiata, tripla, all’indietro, con salto mortale, ecc. ecc. Ha dichiarato a quell’imbecille sorridente di aver ‘cancellato’ il vertice con Putin. «Ma lo avremo in futuro. Non mi sembrava la cosa giusta, mi sembrava che non saremmo andati nella direzione in cui avremmo dovuto». Ha imparato dalla Melensky. Poi ha aggiunto che si augura che con le nuove sanzioni il leader del Cremlino diventi più ragionevole. Più tardi Marco Rubio, segretario di Stato Usa, ha dovuto smorzare i toni: «Vorremmo ancora incontrare i russi. Saremo sempre interessati a un dialogo se ci sarà l’opportunità di raggiungere la pace».
Tra qualche giorno Trump incontrerà Xi Jinping, e subito dopo tornerà a condannare la puerile arroganza di Zelensky. Ma un grande Paese e i grandi leader non fanno i ballerini professionisti. Hanno un’impostazione mentale che non cambia a seconda del vento o delle risate di un idiota diventato segretario generale della Nato. Trump e i capetti europei stanno facendo ridere i nazisti ucraini, e ai russi non interessa. Stia attento Trump, ché la mano di Putin potrebbe diventare assai meno 'leggera' ... Che farebbe l'America? Entrerebbe in guerra con la Russia?
Zelensky, europei e Trump vogliono il cessate il fuoco in modo da usare quel tempo per riempire l’Ucraina di nuovo di armi, missili e soldati chiamati ‘mercenari’. Lo hanno già fatto dopo gli accordi di Minsk e i russi non ci ricascano più.
Vogliono la pace? E’ facile: i russi lo ripetono da quando è iniziata le guerra e nei dieci anni precedenti: Crimea e tutto il Donbass a Mosca. Via le sanzioni e via Zelensky con i nazisti dall’Ucraina demilitarizzata, denazificata e senza Nato.
Fino a che non accetteranno queste condizioni, tutto il resto sarà una pagliacciata di capetti senza valore e senza onore: per colpa loro centinaia di migliaia di ucraini continueranno a morire sotto i colpi dell’esercito russo.
E quello scemo ride!

26 ottobre 2025

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www.impresaoggi.com