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Glossario economico e finanziario.


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Q - R

Quadro strategico nazionale (QSN). Il Quadro strategico nazionale è un documento che ogni Stato membro prepara e trasmette alla Commissione europea entro cinque mesi dall’adozione degli orientamenti strategici comunitari per la coesione. Il QSN, previsto dal Regolamento generale sulla politica di coesione comunitaria, è necessario per garantire un approccio programmatico strategico e un raccordo organico della politica di coesione comunitaria con le strategie nazionali degli Stati membri.
Qualità degli investimenti. Stima dei requisiti di valore e di liquidabilità delle attività di una banca, tramite l'attribuzione di rating al totale dei titoli e dei crediti detenuti in portafoglio dalla banca stessa.
Qualità dell'utile. Indica la maggiore o minore consistenza sostanziale degli utili conseguiti da una società, in particolare quelli derivanti dalle operazioni di gestione caratteristica.
Qualità di investimento. Termine utilizzato da specifiche agenzie di valutazione della solvibilità delle imprese, con riferimento a titoli obbligazionari di alta qualità che hanno ricevuto Rating pari o superiori a BBB o BAA, e che quindi sono ritenuti idonei anche per investitori istituzionali come i fondi comuni o i fondi pensione.
Quantità denaro. Quantità relativa all'ultimo ordine del migliore prezzo denaro.
Quantità lettera. Quantità relativa all'ultimo ordine del migliore prezzo lettera.
Quantitative easing. Si tratta del processo di "creare moneta" da parte delle banche centrali (in particolare utilizzata dalla FED) al fine di acquistare, per esempio, titoli di stato in mano ai privati. Si tratta di una strategia che viene messa in campo quando i tassi d'interesse sono vicini allo zero e l'istituto centrale ha pochi margini di manovra sul costo del denaro. Attraverso il quantitative easing vene allargata la massa monetaria presente in un sistema.
Quantitativo (volume). Numero di titoli trattati durante una giornata di contrattazione o in un altro periodo di tempo determinato. Gli analisti tecnici considerano il volume come uno dei dati da utilizzare per esaminare l'andamento e le caratteristiche di consistenza delle contrattazioni con lo scopo di effettuare previsioni sull'andamento futuro dei mercati.
Quantitativo minimo. E' il lotto minimo di titoli che può essere negoziato in Borsa.
Quarto mercato. È un mercato telematico statunitense per compravendite di pacchetti azionari di una certa entità fra investitori istituzionali, che in questo modo riescono a risparmiare sulle commissioni di intermediazione.
Quick ratio. Si è visto che il current ratio si basa anche sulla componente meno liquida delle attività correnti, cioè il magazzino o quanto meno quelle scorte permanenti che potrebbero essere considerate immobilizzazioni cautelative. Volendo, quindi, applicare un indice che tenga conto di queste considerazioni va analizzato il quick ratio o acid test o indice di liquidità, indice che si ottiene escludendo del tutto, dalle attività correnti, il valore delle rimanenze di magazzino:

Quick ratio = Attività correnti - Rimanenze
                     Passività correnti

Alcuni analisti sostengono che valori del quick ratio prossimi ad uno denotano una situazione soddisfacente, anche se la pratica consiglia di evitare allarmismi se l'indice è tra 0,6 e 1. L'uso del current ratio o del quick ratio dipende molto dal mercato in cui opera l'impresa. Nel caso in cui vi sia una forte rotazione del magazzino, come per le imprese che fanno grande uso di componenti elettronici, è preferibile il current ratio.
Quietanza di pagamento. Dichiarazione scritta del creditore che riconosce di aver ricevuto dal debitore quanto di sua spettanza. In caso di pagamento di una fattura commerciale è uso apporvi la firma di chi l'ha emessa sotto la dicitura "per quietanza".
Quorum. Numero legale richiesto per la validità di un'assemblea.
Quota azionaria. Quota di partecipazione in una SpA, un fondo comune, ecc. La share elementare è la singola azione la quale costituisce l'unità, non divisibile ulteriormente, in cui è ripartito il capitale sociale o il patrimonio del fondo.
Quota capitale e quota interessi. Quando stipuliamo un mutuo, in ogni rata restituiamo una parte del denaro preso in prestito e paghiamo gli interessi sul capitale che ci resta da rimborsare. Il totale della rata è quindi la somma della parte di capitale che restituiamo (quota capitale) e degli interessi dovuti (quota interessi). Quando a esempio paghiamo una rata fissa ("piano di ammortamento alla francese") le due parti che la compongono variano notevolmente, anche se la loro somma è costante. Nelle prime rate la quota interessi è molto alta poiché molto alta è la somma che ci resta da restituire, e la quota capitale (dovendo la rata rimanere costante) è quindi più bassa. Il rapporto si inverte nelle ultime rate: poiché abbiamo già restituito quasi tutto, gli interessi saranno ridotti e la rata sarà quasi esclusivamente formata dalla quota capitale.
Quota degli stipendi e dei sussidi sulla spesa pubblica discrezionale (O). Peso degli stipendi e dei sussidi sulla spesa pubblica discrezionale. E' un indicatore di arretratezza tecnologica della PA.
Quota dello stato minimo (M). Quota dei consumi pubblici non riconducibile allo stato sociale.
Quota qualificante. È la frazione del capitale sociale rappresentato da azioni che consente al possessore di richiedere la carica di direttore della società.
Quota di mercato (market share). Rappresenta la percentuale che l'impresa è riuscita ad assicurarsi del proprio mercato di riferimento.
Quota discrezionale (D). Quota discrezionale della spesa pubblica corrente. Nella contabilità liberale sono considerate non discrezionali le spese per la previdenza, per la difesa e per il servizio del debito.
Quota parte (Unit). Titolo rilasciato da un fondo comune di investimento a fronte del diritto del partecipante al patrimonio del fondo stesso.
Quota qualificante. È la frazione del capitale sociale rappresentato da azioni che consente al possessore di richiedere la carica di direttore della società.
Quotazione. Quotazione di un titolo in un predeterminato momento durante la sua quotazione "in continua".
Quotazione certo per incerto (Volume quotation). Quotazione del tasso di cambio in base al quale questo è espresso in numero di unità della valuta estera considerata per una unità di moneta nazionale.
Quotazione di offerta. Nel caso di titoli, valute, merci, o altre attività finanziarie, il prezzo, o il tasso, al quale l'operatore (Market Maker) si impegna a vendere il bene.
Quotazione informativa. Quotazione di un titolo fornita dal market maker senza l'impegno di effettuare alcuna operazione ai prezzi esposti, e perciò a puro scopo informativo.
Quoziente di tesoreria (Cash ratio). Rapporto tra contante e beni agevolmente convertibili in denaro e le passività correnti. E' un indicatore della liquidità immediata di un'azienda.
Quoziente Q (Q ratio). Detta anche Q di Tobin, economista che individuò questo rapporto. E' ottenuta come rapporto fra il valore di mercato del capitale aumentato delle passività nette e il costo di sostituzione delle immobilizzazioni ed è un indicatore della convenienza di un investimento.

R

Raccolta bancaria. Comprende i depositi e le obbligazioni.
Raccolta dei nomi. Insieme di nomi di possibili acquirenti dei titoli di nuova emissione, riportato in una lista tenuta dai sottoscrittori.
Raccolta diretta. Debiti per cassa verso clienti, residenti e non, per depositi a vista e a termine o con preavviso, conti correnti (saldi passivi), obbligazioni, certificati di deposito, operazioni pronti contro termine, prestiti e passività subordinate. Sono esclusi i debiti verso le altre banche, i fondi di terzi in amministrazione (ricevuti da Stato, regioni e enti pubblici), le passività per assegni circolari e altri titoli.
Raccolta indiretta. Titoli di credito e altri valori non emessi dalla banca depositaria, ricevuti dalla stessa in deposito a custodia, amministrazione o in connessione con l'attività di gestione di patrimoni mobiliari. E'. data dalla somma tra la raccolta amministrata (azioni, obbligazioni, fondi comuni, titoli di stato) e la raccolta gestita (polizze, assicurazioni, fondi pensione).
Raccolta netta. E' il flusso di denaro liquido che i bancari e/o i promotori delle reti fanno investire alle famiglie nei prodotti di risparmio. I riscatti sono l'opposto, ossia le somme che gli investitori ottengono chiedendo alle società di gestione del risparmio di riconvertire in liquidità le quote di fondi, o di altri strumenti finanziari, in cui avevano in precedenza investito. Quando la raccolta per un particolare prodotto (esempio, i fondi) supera i riscatti dello stesso prodotto in una data unità di tempo, la differenza positiva indica la "raccolta netta positiva". In caso opposto si parla di "raccolta netta negativa".
Raccolta totale. E'. data dalla somma tra la raccolta diretta e quella indiretta.
Racconto della finestra rotta. Il racconto della finestra rotta fu creato da Frédéric Bastiat nel suo saggio del 1850 "Ciò che si vede, ciò che non si vede" per chiarire la nozione dei costi occulti (o costi incidentali). Bastiat usa questo racconto per introdurre un concetto che chiama "l'errore della finestra rotta", che è collegato con la legge delle conseguenze non intenzionali, in quanto entrambi coinvolgono un incompleto calcolo delle conseguenze di un'azione. Gli economisti della scuola austriaca di economia citano frequentemente questo errore ed Henry Hazlitt gli ha dedicato un capitolo nel suo libro "L'economia in una lezione". Il racconto descrive la storia di un commerciante a cui un ragazzino rompe una finestra. I passanti simpatizzano con il commerciante, ma presto cominciano a suggerire che la rottura della finestra crea lavoro per il vetraio, che potrà comprare del pane, creando lavoro per il panettiere, che potrà comprare scarpe, creando lavoro per il calzolaio, ecc. Infine, i passanti concludono che il ragazzino non sia colpevole di vandalismo; lo ritengono invece un pubblico benefattore, avendo la sua azione generato benefici economici per tutti in città. Il racconto della finestra rotta originale del Bastiat suona circa così:

  • "Avete assistito alla rabbia del buon commerciante, James Goodfellow, quando il suo sbadato figlio ruppe un vetro? Se siete stati presenti a una tal scena, potrete sicuramente testimoniare che ogni spettatore, dei trenta presenti, apparentemente di comune accordo, offriva allo sfortunato commerciante questa consolazione: "È un vento cattivo quello che non porta benefici a nessuno. Ognuno deve vivere e che cosa sarebbe dei vetrai se i vetri non si rompessero mai?"
  • Ora, questa consolazione contiene un'intera teoria, che sarà bene spiegare in questo caso semplice, dato che è precisamente la stessa che regola infelicemente la maggioranza delle nostre istituzioni economiche.
  • Supponiamo che riparare i danni costi sei franchi, quindi l'incidente porta sei franchi agli affari del vetraio - aumenta il suo fatturato di sei franchi - ve lo assicuro; non ho niente in contrario, il ragionamento è giusto. Il vetraio viene, fa il suo lavoro, riceve i suoi sei franchi, si frega le mani e, in cuor suo, benedice il ragazzino. Tutto questo è quello che si vede.
  • Ma se, d'altra parte, giungete alla conclusione, come è troppo spesso il caso, che è una buona cosa rompere le finestre, che induce i soldi a circolare e che l'incoraggiamento del commercio sarà generalmente il risultato di ciò, mi obbligherete ad esclamare, "Fermi lì! La vostra teoria è limitata a ciò che si vede; non tiene conto di ciò che non si vede."
  • Non si vede che, poiché il nostro commerciante ha speso sei franchi per una cosa, non può spenderli per altro. Non si vede che se non avesse avuto una finestra da riparare, forse avrebbe sostituito le sue vecchie scarpe, o aggiunto un altro libro alla sua biblioteca. In breve, avrebbe impiegato i suoi sei franchi in qualche modo, che questo incidente ha impedito.

L'errore nell'argomento dei passanti è che hanno considerato i benefici dell'acquisto della nuova finestra, ma hanno ignorato i costi nascosti al commerciante e agli altri. Egli è stato costretto a spendere i suoi soldi su una nuova finestra e quindi non potrà spenderli per qualcos'altro. Forse stava andando a comprare il pane, beneficiando il panettiere, che a sua volta avrebbe comprato delle scarpe, ecc., ma invece è stato costretto a riparare una finestra. Anziché una finestra ed un pane, ha soltanto una finestra. O forse avrebbe comprato una nuova camicia, beneficiando il sarto; in questo caso il guadagno del vetraio è la perdita del sarto ed il commerciante ha ancora soltanto una finestra anziché una finestra ed una camicia. Il ragazzino non ha portato alcun beneficio netto alla città. Invece, ha reso la città più povera del valore di una finestra. I Keynesiani sostengono che in alcune circostanze il ragazzino può realmente essere un benefattore, benché non il migliore possibile. Di fronte a risorse largamente inutilizzate (come nella Grande Depressione), John Maynard Keynes ha sostenuto che può avere economicamente senso costruire piramidi totalmente inutili al solo scopo di stimolare l'economia, aumentare la domanda complessiva e incoraggiare la completa occupazione. Invece secondo Clifford Hugh Douglas quella di Keynes è una visione demagogica, e il concetto stesso, "stimolare l'economia", è in sé assurdo: allora tanto varrebbe pagare ugualmente gli operai ed i fornitori di materiale, ma senza sprecare risorse per costruire materialmente la piramide. Douglas definisce ogni intervento fittizio nell'economia come un "drogaggio" dell'economia, e quindi un'economia pianificata come un "economia drogata". Gli economisti austriaci e Bastiat stesso, usano il racconto della finestra rotta in senso più sottile. Se consideriamo ancora il racconto, notiamo che il ragazzino è visto come pubblico benefattore. Supponiamo di scoprire che il ragazzino in realtà è stato assunto dal vetraio ed è pagato un dollaro per ogni finestra che rompe. Lo stesso atto sarebbe da considerare improvvisamente come furto: il vetraio sta rompendo le finestre per forzare la gente ad usare i suoi servizi. Tuttavia ciò che osservano i passanti è ancora vero: il vetraio guadagna a spese del panettiere, calzolaio e così via. Bastiat dimostra che la gente in effetti approva attività che sono moralmente equivalenti a quello del vetraio che assume un ragazzo per rompere le finestre. Un'interpretazione comune circa il Prodotto Interno Lordo è che un aumento del PIL significa che l'economia è più sana. Alcuni direbbero che questo interpreta la proverbiale “finestra rotta„ come positiva e che alcune forme dell'indicatore genuino di progresso (Genuine Progress Indicator) sarebbero un indicatore più realistico di salute economica.
Raggruppamento (di azioni). Operazione effettuata da una società per aumentare il valore nominale delle azioni: istituendo un rapporto di sostituzione tra azioni nuove e vecchie, si aumenta il valore nominale del nuovo titolo, diminuendo il numero di azioni circolanti.
Raffinazione. Insieme delle operazioni di trasformazione del petrolio greggio in derivati di diversa qualità (principalmente: GPL, benzina leggera, nafta, kerosene, gasolio e residui).
RAFI. Marchio depositato che sta per Research Affiliates Fundamental Index, è entrato nel linguaggio degli investimenti in Italia poichè gli indici FTSE RAFI sono utilizzati dai promotori di ETF della categoria Fondamentali quotati a Piazza Affari. Research Affiliates è la società di ricerche che ha sviluppato un criterio originale di selezione dei titoli. Si chiama "fondamentale" perchè non scelte le azioni in base alla loro capitalizzazione, ma usando fattori come il fatturato, i dividendi, il flusso di cassa e il patrimonio netto, noti appunto come fattori "fondamentali".
Ragioneria Generale dello Stato. La Ragioneria Generale dello Stato (RGS) è un organo centrale di supporto e verifica per Parlamento e Governo nelle politiche, nei processi e negli adempimenti di bilancio e ha come principale obiettivo istituzionale quello di garantire la corretta programmazione e la rigorosa gestione delle risorse pubbliche. E' a essa delegata la certezza e l'affidabilità dei conti dello Stato, la verifica e l'analisi degli andamenti della spesa pubblica. Sono di sua competenza la predisposizione dello schema di bilancio di previsione annuale, con i relativi provvedimenti di assestamento e variazione, del bilancio pluriennale dello Stato, del disegno di legge finanziaria e dei provvedimenti ad essa collegati. Inoltre, essa è chiamata a intervenire - in sede di esame preventivo - su ogni disegno di legge o atto del Governo che possa avere ripercussione diretta o indiretta sulla gestione economico - finanziaria dello Stato; ad assicurare l'uniforme interpretazione ed applicazione delle norme contabili; a svolgere, attraverso l'attività ispettiva, funzioni di controllo anche sulla gestione finanziaria degli enti pubblici. A questi ambiti di competenza, si aggiunge anche quello di proposta di iniziative di innovazione normativa nel settore economico-finanziario. I compiti della Ragioneria sono stati recentemente rafforzati per ottenere una maggiore completezza del monitoraggio e dell'analisi degli andamenti di spesa, ai fini degli obiettivi di crescita interna e del rispetto del Patto di Stabilità. Si stanno inoltre sviluppando attività che siano di supporto alla creazione di standard di gestione utili all'intera pubblica amministrazione. La Ragioneria Generale dello Stato è impegnata anche sul fronte internazionale, mantenendo numerose relazioni con diverse Organizzazioni, con l'Unione Europea, i suoi Stati membri e Paesi Terzi. La Ragioneria è chiamata a partecipare, in rappresentanza dell'Italia, a Comitati, Consigli e Conferenze intergovernative istituiti in ambito internazionale ed i suoi funzionari partecipano a Convegni e visite, finalizzati allo scambio di informazioni, metodologie e criteri in materie d'interesse comune. Negli ultimi tempi, inoltre, la Ragioneria Generale ha intensificato la proprie attività candidandosi a Progetti di Gemellaggio - finanziati dall'Unione Europea nell'ambito del Programma PHARE - allo scopo di fornire supporto e collaborazione ai Paesi candidati all'ingresso nell'Unione Europea.
Ragioni di scambio (Terms of trade). Rapporto in cui vengono scambiati due beni, è il prezzo di un bene in termini dell'altro.
Raid ribassista. È la vendita di notevoli quantità di titoli allo scoperto con l'obiettivo di trascendere fortemente i prezzi per poi ricomprare i medesimi titoli a prezzo inferiore.
Raider. È un soggetto individuale o societario che ha l'obiettivo di assumere il controllo di una società per sostituirsi al management della stessa. Può detenere i fondi necessari al rastrellamento dei titoli, o finanziarsi tramite un'emissione junk bond.
Rally. Indica un veloce rialzo delle quotazioni di uno o più titoli.
Ramo. È l’intervallo di tempo in cui i prezzi di un titolo hanno evidenziato una precisa tendenza a muoversi in una certa direzione. Questo termine indica anche uno dei segmenti in cui si può scomporre un’operazione in strumenti derivati: per esempio uno spread è composto da due differenti opzioni, ognuna delle quali rappresenta un leg dallo stesso.
Random walk. È un processo statistico dove ogni manifestazione di una variabile è indipendente rispetto a quelle precedenti e viene utilizzato per descrivere il comportamento di variabili casuali, o per spiegare il meccanismo casuale di formazione del movimento dei prezzi dei titoli.
Range. Intervallo di oscillazione delle quotazioni.
Range a termine. È un’operazione effettuata sul mercato dei cambi tramite la combinazione di acquisti di valuta e di opzioni sulla stessa, che permette di trarre un profitto dalle oscillazioni di cambio comprese o esterne ai due estremi di un intervallo di prezzi.
Ranking. Dall'inglese to rank, che significa mettere in fila, in riga, classificare, stimare, l'aggettivo è entrato nell'uso della finanza italiana per indicare un personaggio o una società preminente, di alto rango (rank) in una certa classifica. Come sostantivo, ranking è la classifica in cui enti, società, persone, squadre vengono inserite secondo un certo criterio, certe qualità o certi risultati (finanziari, sportivi eccetera).
Rapporti di bilancio. Indici ottenuti utilizzando grandezze riportate nel bilancio di un'impresa, che forniscono indicazioni sull'attività e la solvibilità aziendale. Esempi: Quick ratio, rapporto tra attività a breve termine e passività correnti; Current ratio, rapporto tra attività e passività correnti; Capital ratio, rapporto tra i mezzi propri e il totale delle attività.
Rapporti di liquidità. Sono rapporti di bilancio atti a valutare la liquidità di un'azienda, cioè la capacità della stessa di rimborsare il più velocemente possibile i debiti contratti. Tra i più usati: current ratio e quick ratio.
Rapporti interbancari. Rapporti di conto intrattenuti tra le banche sotto forma di depositi interbancari (liberi o vincolati), di conti correnti di corrispondenza e di finanziamenti.
Rapporto (gearing). Cfr. leverage - Il gearing è il rapporto fra la quotazione del sottostante e la quotazionedel warrant (nel caso di warrant con rapporto di concambio 1:1 cioè 1warrant=1 azione). Quindi un warrant che ha un gearing superiore rispetto a un altro (a parità di scadenza) in generale ha delle performances migliori in caso di salita del sottostante.Praticamente il gearing è un misuratore dell'effetto leva di cui può beneficiare un warrant.
Rapporto capitalizzazione/obbligazioni. Si utilizza per definire in che misura una società sia finanziata da emissioni di debito a lungo termine e si calcola dividendo l'ammontare totale delle obbligazioni che saranno ancora in vita tra un anno e lo stesso valore sommato dei mezzi propri.
Rapporto chiave. In analisi di bilancio, comparazione tra poste di bilancio capace di evidenziare in modo diretto gli aspetti fondamentali dell'attività di gestione. Tra quelli più importanti: il "return on asset", il "return on equity", il "price earning", ecc.
Rapporto del capitale circolante (Working capital ratio). Vedi current ratio.
Rapporto delle privilegiate. È il rapporto attraverso il quale è indicata la frazione della capitalizzazione di una società rappresentata da azioni privilegiate, e si calcola dividendo l'ammontare nominale delle azioni privilegiate esistenti per il totale della capitalizzazione, che è data dai mezzi propri più i prestiti obbligazionari eventualmente emessi.
Rapporto di capitale corretto. Viene utilizzato per valutare l'adeguatezza del capitale esistente a fronte degli investimenti. Si misura tramite il rapporto fra il capitale corretto e il totale degli investimenti.
Rapporto di capitalizzazione. In analisi di bilancio, i rapporti usati per rappresentare la ripartizione dei mezzi propri di un'azienda nelle differenti categorie di capitale sociale (azioni ordinarie, di risparmio, ecc.) e di riserve iscritte a bilancio.
Rapporto di cassa. In analisi di bilancio, rapporto tra il totale rappresentato da cassa e beni agevolmente convertibili in denaro e il totale delle attività dell'impresa. Un altro modo per calcolare il rapporto di cassa è dividere per il totale delle passività correnti, ottenendo un valore più idoneo a valutare le capacità di rimborso delle passività a breve termine.
Rapporto di collocamento. È il rapporto che indica quale percentuale dell'ammontare totale di una emissione di titoli di Stato già sottoscritti è stato acquistato dagli investitori finali.
Rapporto di concambio. In una fusione, numero e tipo di azioni della società incorporante (o risultante dalla fusione) da attribuire in cambio di un certo numero e tipo di azioni delle società incorporate o fuse. Il rapporto dipende dal valore di mercato relativo delle società che partecipano alla fusione.
Rapporto di conversione. Rapporto che indica il numero di azioni di compendio a cui si ha diritto, dato il numero di obbligazioni, in sede di conversione di obbligazioni convertibili
Rapporto di conversione in cassa. Tempo di cui necessita mediamente un'impresa per convertire in contante i propri crediti. Si calcola dividendo i crediti commerciali per il fatturato medio giornaliero.
Rapporto di copertura. Il rapporto fra le riserve per i rischi su crediti e il totale degli impieghi in sofferenza di un ente creditizio. Viene utilizzato per valutare in che termini la banca può sostenere le perdite dei finanziamenti originati dell'esercizio dell'attività di credito.
Rapporto di copertura del debito. È il rapporto tra il reddito societario netto e l'ammontare degli oneri provenienti dal debito in oggetto. Si utilizza per stimare l'idoneità di un'impresa nel far fronte ai propri impegni finanziari per mezzo dei ricavi dovuti all'attività operativa.
Rapporto di copertura delle offerte. In un'asta di titoli di Stato, il rapporto tra l'ammontare totale della domanda e l'effettiva emissione, o anche il rapporto tra il numero di richieste pervenute e quelle realmente soddisfatte.
Rapporto di credito. È un rapporto utilizzato nelle analisi di credito personale, dove si paragona l'ammontare delle spese mensili per l'abitazione e le tasse di un individuo al totale del reddito lordo mensile.
Rapporto di distribuzione. È la frazione dell'utile di esercizio distribuita, come dividendi, dalla società agli azionisti. Si calcola dividendo il totale dei dividendi per il totale degli utili.
Rapporto di esercizio. Detto anche multiplo o ratio, indica la quantità di sottostante controllata da ciascun warrant.
Rapporto di indebitamento. Indicatore impiegato nell'analisi di bilancio per la valutazione della solidità patrimoniale dell'impresa. E' dato dal raporto tra il capitale investito ed il capitale netto e fornisce un'indicazione dell'intensità con la quale l'impresa ricorre all'indebitamento per il finanziamento della gestione. Esso incide quindi direttamente sulla struttura finanziaria e sulla redditività aziendale, in relazione agli effetti positivi o negativi che scaturiscono in presenza di determinati livelli del costo dell'indebitamento. Quanto più è elevato il rapporto di indebitamento tanto maggiore è la dipendenza dell'impresa da terzi finanziatori.
Rapporto di liquidità a breve. Rapporto tra attività e passività correnti, utilizzato per valutare quando un'impresa è in grado di finanziare il proprio fabbisogno a breve termine per mezzo degli incassi provenienti dalla gestione.
Rapporto di riserva. È la frazione dei depositi contratti da un ente creditizio che deve essere mantenuta presso la Banca centrale in un conto solitamente infruttifero o remunerato a tassi più bassi di quelli di mercato, allo scopo di soddisfare i requisiti di riserva obbligatoria.
Rapporto di scoperto. Il rapporto fra i titoli che sono stati venduti allo scoperto e il totale delle operazioni eseguite. È un indicatore delle aspettative degli operatori nel breve periodo. Un rapporto simile viene calcolato dividendo le vendite allo scoperto effettuate dagli Specialist (membri delle Borse particolarmente attivi nella quotazione di uno o più titoli) e il totale delle vendite allo scoperto su un certo titolo.
Rapporto di spesa. Rapporto tra le spese che i sottoscrittori di quote di fondi comuni d'investimento devono sostenere per le operazioni di gestione e il valore globale delle quote di cui sono in possesso.
Rapporto di tesoreria (cash ratio). Rapporto tra contante e beni agevolmente convertibili in denaro e le passività correnti. E' un indicatore della liquidità immediata di un'impresa.
Rapporto di turnover. Misura il grado di mobilità, o di liquidità, di uno stock di attività finanziarie. È calcolato come rapporto tra il volume di scambi e la consistenza in essere di attività finanziarie.
Rapporto Fatturato/Attivo (Sales/Assets ratio). Indicatore di efficienza che fornisce una misura del grado di intensità con cui è utilizzato il capitale investito di un'azienda. E' dato dal rapporto fra il fatturato e la consistenza dell'attivo in un determinato periodo di riferimento.
Rapporto indebitamento/Mezzi propri. In analisi di bilancio, è il rapporto tra le diverse componenti del debito societario e i mezzi propri. Si può calcolare dividendo il totale delle passività per i mezzi propri (nel qual caso si focalizza l'attenzione sulla garanzia offerta dai mezzi propri in caso di liquidazione), oppure dividendo solo l'indebitamento a medio e lungo termine per i mezzi propri (dove si valuta l'impiego eventuale del debito per finanziare gli investimenti), o ancora, dividendo il totale dell'indebitamento a lungo termine e delle azioni privilegiate per i mezzi propri (in quest'ultimo caso si mette a fuoco il rapporto tra i titoli a reddito quasi fisso e i titoli a reddito variabile).
Rapporto operativo. È uno dei rapporti di bilancio in grado di qualificare un aspetto della gestione caratteristica di un'impresa. Il rapporto tra il reddito operativo e quello di esercizio è tra quelli più utilizzati.
Rapporto Passività/Capitale proprio (Debt/Equity ratio). Indice della struttura dei finanziamenti, è rappresentato dal rapporto tra il totale delle passività e i mezzi propri.
Rapporto prezzo/utile. È il rapporto che indica il numero di volte che il prezzo di un titolo azionario copre gli utili conseguiti (o che lo saranno) da una società.
Rapporto tra capitale circolante netto e vendite. Mentre il current ratio e il quick ratio considerano solo poste dello stato patrimoniale, questo indice di liquidità considera anche poste del conto economico. Il valore delle vendite riflette, in qualche modo, il flusso di cassa operativo dell'intero sistema. Questo rapporto, quindi, collega il surplus tra attività a breve termine e passività a breve termine al cash flow operativo annuale lordo. Questo indice riesce, spesso, a indicare tendenze che non sono individuate dagli altri due indici. È possibile, infatti, che il current e il quick ratio presentino valori stabili, mentre il rapporto tra capitale circolante e vendite sia in diminuzione. Ciò si verifica quando le vendite crescono rapidamente mentre i livelli del capitale circolante sono stabili, situazione che conduce a un'attività eccedente i mezzi propri, situazione chiamata overtrading. L'overtrading testimonia, quindi, una situazione in cui lo stato patrimoniale non ha risorse sufficienti per sostenere l'elevato livello di produzione, spinta, a sua volta, da una forte richiesta da parte della vendita. Questa situazione si verifica quando un'azienda cresce troppo rapidamente o quando l'azienda è sottocapitalizzata alla sua nascita. Il sintomo di questa situazione  è una costante insufficienza della cassa ad affrontare le necessità giornaliere. Nondimeno, la tendenza attuale è accettare, rispetto a qualche anno fa, valori più bassi del rapporto tra capitale circolante e vendite, in particolare, attraverso ristrutturazioni del ciclo operativo che consentano di ridurre fortemente il valore delle scorte.
Rapporto utili/prezzo. È il rapporto tra l'utile per azione e il prezzo corrente del titolo, ed è anche detto Earnings Yield, rendimento degli utili, poiché può essere utilizzato per comparare tra di loro investimenti differenti.
Rata costante. Rimborso di un prestito effettuato mediante il pagamento di rate costanti, composte da due differenti quote: quota capitale e quota interessi.
Rate (Instalments). Sono le rate di rimborso di un prestito.
Ratei e risconti attivi. Macroclassse D dell'attivo dello stato patrimoniale del bilancio d'impresa. Queste voci nascono a causa dello sfasamento temporale tra eventi gestionali (acquisti, vendite, consumo di risorse) ed eventi finanziari (pagamenti, incassi, uscite) e devono soddisfare il principio della competenza economica.

  1. I ratei attivi sono proventi la cui competenza economica si è sviluppata durante l'esercizio oggetto del bilancio, ma la cui esigibilità è rinviata ad esercizi successivi.
  2. I risconti attivi sono, invece, costi sostenuti nel corso dell'esercizio, ma di competenza operativa di esercizi successivi.

Ratei e risconti passivi. Macroclasse E del passivo dello stato patrimoniale del bilancio d'impresa. Sono assimilati a debiti in corso di liquidazione; essi nascono a causa dello sfasamento temporale tra eventi economici (vendita o consumo di risorse) e finanziari (entrate o uscite di cassa). I ratei passivi sono costi di competenza dell'esercizio ma pagabili in esercizi successivi. I risconti passivi sono proventi percepiti entro la chiusura dell'esercizio ma di competenza di esercizi successivi. Giova ricordare che i costi per le prestazioni dei servizi aziendali figurano nello stato patrimoniale solo sotto la voce ratei e risconti (vedi ratei e risconti attivi). Per approfondimenti si rimanda al seguente testo.
Rateo di interesse. Nel corso della durata di un titolo obbligazionario, gli interessi maturano giornalmente e vengono pagati ai possessori sotto forma di cedole alla scadenza di periodi prefissati. Alla data di "stacco cedola" ogni possessore ha il diritto di ricevere l'intero importo di interessi corrispondente alla cedola indipendentemente da quando è entrato in possesso del titolo stesso. In altre parole, non è rilevante aver acquistato il titolo prima o dopo l'inizio del periodo di maturazione della cedola. Questo significa che nel momento in cui si acquista o si vende un titolo obbligazionario il prezzo include la parte di cedola che è maturata nel corso del periodo. Questa frazione di interessi viene definita come rateo di interessi. Tale valore si calcola come prodotto tra il valore della cedola e la frazione di tempo trascorsa all'interno del periodo di maturazione della cedola stessa.
Rating. Esprime la valutazione, formulata da un’agenzia privata specializzata, del merito di credito di un soggetto emittente obbligazioni sui mercati finanziari internazionali, ovvero della probabilità che questi faccia fronte puntualmente al servizio del debito. Il rating fornisce agli operatori finanziari un’informazione omogenea sul grado di rischio degli emittenti e riveste una grande importanza per gli investitori che non sono in grado di effettuare autonomamente l’analisi del rischio di credito. L’assegnazione di un rating agevola per gli emittenti il processo di fissazione del prezzo e di collocamento dei titoli emessi. Per questi motivi, i soggetti che desiderano collocare titoli sui mercati finanziari internazionali sono indotti a richiedere una valutazione del loro merito di credito alle agenzie di rating. In alcuni casi, anche in relazione all’importanza del soggetto emittente, le agenzie possono assegnare d’iniziativa un rating che, in questo caso, viene definito «implicito». Le agenzie definiscono una graduatoria, diversa per le obbligazioni a breve e a lungo termine, in funzione del grado di solvibilità dell’emittente; questa graduatoria prevede, per il debito a lungo termine, un massimo di affidabilità AAA (assenza di rischio); sotto tale livello sono previsti vari tipi di classificazioni. Le principali agenzie di rating, circa una decina, sono dislocate soprattutto negli Stati Uniti. Le più rappresentative sono Standard & Poor’s e Moody’s, le uniche, tra l’altro, che forniscano una gamma completa di valutazione, differenziata sia per tipologia dell’emittente che per strumento finanziario.
Rating Action. Vedi Credit Watch.
Rating APT-EUROFOND E' il rating attribuito ai fondi comuni europei dal consorzio APT-Eurofond. APT è una società di New York indipendente di analisi finanziarie, con sedi a Londra, Parigi e Milano; Eurofond è il marchio scelto da La Stampa, Le Monde, El Pais, Sueddeutsche Zeitung, Tageblatt quando hanno commissionato ad APT l'analisi dei fondi comuni europei da pubblicare tre volte all'anno simultaneamente in Italia, Francia, Spagna, Germania e Belgio-Lussemburgo. Le 5 e le 4 stelle indicano eccellenza dei gestori nel garantire continuità alle performance corrette per il rischio secondo la teoria del Nobel Ross adottata da APT.
Rating del credito. Giudizio e analisi sulla idoneità da parte di un soggetto di rimborsare e adempiere alle obbligazioni contratte nel presente e nel passato.
Rating delle obbligazioni. È la valutazione che specifiche società di analisi danno a un'obbligazione, quindi un giudizio sulla capacità dell'emittente di assolvere i propri impegni di pagamento derivanti dall'aver emesso le suddette obbligazioni. I Rating generalmente variano tra AAA (valore massimo) a DDD (valore minimo).
Rating Moody's. Ecco la scala del rating Moody's dal giudizio più alto di massima sicurezza a quello più basso: Aaa, Aa1, Aa2, Aa3, A1, A2, A3, Baa1, Baa2, Baa3 (fin qui il rating è "da investimento"), Ba1, Ba2, Ba3, B1, B2, B3, Caa1, Caa2, Caa3, Ca, C (e questi 11 rating sono "speculativi" o "high risk" fino al default).
Rating Standars and Poor's. Ecco la scala del rating SandP dal giudizio più alto di massima sicurezza a quello più basso: AAA, AA+, AA, AA-, A+, A, A-, BBB+, BBB, BBB- (fin qui il rating è "da investimento"), BB+, BB, BB-, B+, B, B-, CCC+, CCC, CCC-, CC, C, D (e questi altri 12 rating sono "speculativi" o "high risk" fino al default).
Ratio. Indicatore dato dal rapporto di due valori, a esempio il rapporto tra l'utile e il patrimonio netto esprime il Roe di un'impresa.
RD. Rimanenze.
Ravvedimento operoso. Procedimento per regolarizzare errori e omissioni concernenti un determinato adempimento (a esempio, pagamento delle imposte o presentazione delle dichiarazioni). Questa sorta di autodenuncia, se fatta prima che l'ufficio delle imposte abbia iniziato le operazioni di controllo, consente di diminuire le sanzioni previste.
Reale. Termine impiegato per riferirsi a modifiche di grandezze economiche al netto delle variazioni del livello generale dei prezzi.
Real estate. Termine inglese entrato nel linguaggio degli investimenti e che definisce immobili, case, ed altre strutture simili, comprendendo anche il terreno, e l’aria e il sottosuolo, la cui proprietà conferisce il diritto alla edificazione. Real sta per reale, tangibile ed estate, oltre a significare “stato, classe sociale e ceto” vuol dire anche “proprietà terriera o immobiliare, beni, patrimonio, possedimento, podere, fondo”.
Recapiti locali. Sottosistema del sistema di compensazione BI-Comp (vedi) destinato al trattamento degli assegni e degli altri titoli di pagamento cartacei scambiati tra operatori aderenti alla medesima Stanza di compensazione (vedi). Dal 12 ottobre 1998 sono operative solo le Stanze di Roma e Milano.
Recessione economica. La recessione economica è una situazione macroeconomica caratterizzata da livelli di attività produttiva più bassi di quelli che si potrebbero ottenere usando completamente e in maniera efficiente tutti i fattori produttivi a disposizione. Si parla di recessione tecnica quando il Prodotto interno lordo (PIL) reale diminuisce per almeno due trimestri consecutivi; si ha recessione economica se la variazione del PIL rispetto all'anno precedente è negativa e ninore o uguale all'1%; se tale variazione è tra lo 0% e il -0,99% si parla di crisi economica .Quindi, se il PIL dell'anno precedente è uguale a 100 e quello dell'anno succesivo è 99, si ha la recessione. Se invece è di 99,5 si parla di crisi economica. A esempio, il valore del PIL in Germania nel 2002 è stato di - 0,1% (crisi economica), mentre nel 2003 è stato di - 2% (recessione economica). Sintomi delle fasi di recessione possono essere la diminuzione del tasso di crescita della produzione, l'aumento della disoccupazione, la diminuzione del tasso di interesse in seguito alla riduzione della domanda di credito da parte delle imprese, il rallentamento del tasso di inflazione causato dalla diminuzione della domanda di beni e servizi da parte dei consumatori. In alcuni casi, la recessione può essere associata con il crollo del prezzi (deflazione) o con un fenomeno conosciuto come stagflazione.
Recessione tecnica. L'economia di un Paese e' in ''recessione tecnica'' quando per due trimestri consecutivi si registra un calo congiunturale (rispetto cioe' al trimestre precedente) del prodotto interno lordo. Si tratta della recessione in senso stretto perche' si certifica un arretramento dell'economia per sei mesi consecutivi.
Recesso (socio). Facoltà di recedere dalla società concessa ai soci della stessa al verificarsi di determinate condizioni. Per le società di capitali, in genere, il recesso è esercitabile da parte dei soci dissenzienti dalle deliberazioni dell'assemblea che riguardano il cambiamento dell'oggetto o del tipo di società o il trasferimento della sede sociale all'estero; in tal caso è previsto il rimborso del valore delle azioni. Nelle società di persone il recesso è liberamente esercitabile qualora la società sia contratta a tempo indeterminato o per tutta la vita di uno dei soci, o per giusta causa (a esempio, per dissidio insanabile tra i soci).
Recuperi su crediti inesigibili. Se un debitore riesce a soddisfare tutto o parte di un diritto che il creditore aveva cancellato dalle proprie scritture avendolo valutato inesigibile, quest'ultimo si ritroverà un'entrata monetaria che farà accrescere la consistenza del conto di riserva per perdite su crediti.
Redditi derivati. Redditi la cui formazione dipende dall'azione della PA. Nella contabilità liberale includono gli stipendi pubblici (Wp), i benefici di ritorno (BB) e il servizio del debito netto (DK).
ReddiTest. ReddiTest è un software, disponibile sul sito dell'Agenzia delle entrate, che consente ai contribuenti di valutare la coerenza tra il reddito familiare e le spese sostenute nell'anno. Per utilizzare il programma è necessario scaricare il software e inserire i dati richiesti. Le informazioni, quindi, restano sul proprio computer, senza lasciare alcuna traccia sul web. Nel ReddiTest devono essere inizialmente indicati la composizione, il reddito e il comune di residenza della famiglia, e, successivamente, le spese sostenute nell'anno, suddivise in 7 categorie: abitazione, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, tempo libero e cura della persona, altre spese significative, investimenti immobiliari e mobiliari. E' possibile in qualsiasi momento modificare o integrare le informazioni riportate. Il ReddiTest è interessante anche perchè consente di seguire gli aggiornamenti del redditometro.
Redditi originari. Redditi che si formano direttamente sul mercato, senza la mediazione della PA. Nella contabilità liberale coincidono con il prodotto del settore market.
Redditività (Profitability). Attitudine di un investimento o di un'impresa a produrre reddito.
Redditività del capitale al valore di mercato. E’ dato dal rapporto fra l’utile netto di un’impresa e il valore medio della capitalizzazione di borsa dell’impresa stessa nel periodo considerato.
Redditività del capitale investito. È uno degli indici utilizzato per giudicare la capacità degli investimenti aziendali a produrre reddito. È dato dal rapporto tra il reddito operativo e il totale delle attività; è definito con l'acronimo inglese di ROI (Return on investment) o ROA (Return on assets).
Redditività del capitale proprio. È uno degli indici con il quale è valutata la redditività del capitale proprio investito in azienda. È dato dal rapporto tra il reddito dell'esercizio e il patrimonio netto; è definito con l'acronimo inglese di ROE (Return on equity). Redditività delle vendite. È dato dal rapporto tra il reddito operativo e le vendite; è definito con l'acronimo di ROS (Return on sales).
Reddito (Income). Flusso di beni (espresso solitamente in forma monetaria) acquisiti da un soggetto economico in un certo periodo di temporale quale corrispettivo per prestazioni di lavoro o di altro tipo.
Reddito comandato (Yc). Reddito disponibile del settore market dell'economia in caso di evasione nulla. Si può interpretare come l'ammontare di reddito su cui i produttori hanno piena signoria.
Reddito da capitale. Proventi generati dagli investimenti, per quanto riguarda i titoli rientrano in questa categoria dividendi, cedole, capital gain, premi di opzioni.
Reddito da investimento. Sono i proventi generati dall'investimento. In quelli in titoli, per esempio, possono essere percepiti sotto forma di dividendi, cedole, capital gain, premi di opzioni, ecc.
Reddito da premio. È il risultato reddituale che il venditore di un contratto di option riesce a ottenere se il diritto non viene esercitato.
Reddito da signoraggio. È il reddito connesso alla funzione di emissione della moneta ed è definito, nell’ambito del SEBC, come reddito originato dagli attivi detenuti in contropartita della circolazione in euro. Il reddito da signoraggio della BCE è rappresentato dalla remunerazione dei crediti nei confronti delle BCN dell’Eurosistema, corrispondenti alla quota di banconote in euro convenzionalmente assegnata alla BCE (pari all’8 per cento della circolazione complessiva dell’Eurosistema). Tale reddito viene distribuito alle BCN in proporzione alla rispettiva quota di partecipazione al capitale della BCE. L’ammontare del reddito da signoraggio della BCE può essere ridotto, con decisione del Consiglio direttivo della BCE, in relazione ai costi sostenuti dalla stessa per l’emissione e la gestione operativa delle banconote in euro. Inoltre il Consiglio direttivo può decidere di non dar luogo, in tutto o in parte, alla distribuzione del reddito da signoraggio al fine di: 1) assicurare che la ripartizione annuale complessiva degli utili non ecceda il profitto netto della BCE per l’esercizio; 2) destinarlo a un fondo di accantonamento costituito, nel bilancio della BCE, a fronte dei rischi di cambio, di tasso di interesse e di prezzo dell’oro.
Reddito disponibile delle famiglie. Aggregato dei redditi da lavoro e da capitale percepiti dal settore delle famiglie al netto dei trasferimenti verso altri settori.
Reddito disponibile totale (YDT). Somma di tutti i redditi, originari e derivati, al netto della tassazione totale.
Reddito dominicale. E' il reddito che viene attribuito al possessore di un terreno agricolo. E' stabilito dal catasto in base al tipo di terreno, e su di esso si paga un'imposta.
Reddito evaso (Ye). Reddito del settore market che, in caso di assenza di evasione, dovrebbe essere versato all PA sotto forma di imposte, contributi sociali o altri trasferimenti correnti. E' il gettito mancato della PA.
Reddito imponibile. Il reddito la cui somma complessiva definisce il trattamento fiscale a cui dovrà essere sottoposto.
Redditometro. Il redditometro è uno strumento di accertamento sintetico del reddito, che consente al fisco italiano una determinazione indiretta del reddito complessivo del contribuente, basata sulla capacità di spesa del medesimo. Attraverso il redditometro, l'Agenzia delle Entrate prende come riferimento il possesso o la disponibilità di taluni beni che sono "indicatori" di capacità contributiva e associa agli stessi un certo reddito, utilizzando appositi coefficienti e dati tratti da un Decreto ministeriale del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Così facendo, individua una sorta di reddito "congruo" in relazione al mantenimento di ogni bene. I singoli redditi associati ai beni vengono cumulati, con opportune aggiustamenti, dando vita al reddito sintetico complessivamente accertato in capo al contribuente. Qualora il reddito individuato risulti maggiore rispetto a quello dichiarato, e lo scostamento sia superiore a 1/5, l'amministrazione finanziaria sarà legittimata a emettere un avviso di accertamento, basato proprio su tale rideterminazione sintetica del reddito. La ratio è, in sostanza, che se il contribuente ha potuto permettersi certe spese, avrà dovuto pur finanziarle in un certo modo, che il fisco presume essere la percezione di redditi in nero. Spetterà a questo punto al contribuente dimostrare che il mantenimento dei beni che risultano in suo possesso è finanziato da redditi esenti (e come tali non suscettibili di dichiarazione), da smobilizzi patrimoniali, da elargizioni del coniuge o genitore o, in generale, offrire qualunque giustificazione che escluda la percezione di redditi non dichiarati al fisco.
Reddito misto. Proventi affluiti alle famiglie come remunerazione delle prestazioni svolte dai proprietari delle imprese non costituite in forma di società e dai loro familiari, che includono implicitamente la partecipazione agli utili delle stesse imprese.
Reddito monetario. Norme statutarie – Secondo l’art. 32 dello Statuto del SEBC il reddito monetario delle BCN riviene
dall’esercizio delle funzioni di politica monetaria da parte delle BCN stesse ed è definito – in generale – come reddito annuo originato dagli attivi detenuti in contropartita delle banconote in circolazione e dei depositi degli enti creditizi. È prevista la possibilità che, su delibera del Consiglio direttivo della BCE, dopo l’inizio della terza fase della UE il reddito monetario sia calcolato secondo un metodo alternativo per un periodo che non superi i cinque anni. L’ammontare del reddito monetario viene decurtato di un importo pari agli interessi pagati sui depositi degli enti creditizi. La somma dei redditi monetari delle BCN viene ripartita fra le stesse – attraverso la BCE – in proporzione alle quote versate di capitale della BCE, fatto salvo l’eventuale utilizzo dei redditi monetari, in base all’art. 33.2 dello Statuto, ai fini del ripianamento delle perdite della BCE (vedi: Ripianamento
delle perdite d’esercizio della BCE). Applicazione – Prima dell’avvio della terza fase il Consiglio direttivo della BCE – a causa delle rilevanti differenze esistenti tra i bilanci delle diverse BCN – aveva deliberato l’adozione di un metodo di calcolo alternativo. Tale metodo (cosiddetto indiretto), utilizzato per il triennio 1999-2001, non prendeva in considerazione i rendimenti effettivi degli attivi dei bilanci ma applicava un unico tasso di riferimento (convenzionalmente pari al tasso marginale sulle operazioni di rifinanziamento principali dell’Eurosistema) a un aggregato di passività monetarie nei confronti di controparti del settore finanziario dell’area dell’euro relative alle operazioni di politica monetaria denominate in euro (conti correnti inclusi i depositi di riserva obbligatoria; depositi overnight; depositi a tempo determinato; depositi collegati alle richieste di margini; depositi derivanti da operazioni temporanee di vendita finalizzate al drenaggio della liquidità; passività connesse all’emissione da parte della BCE di certificati di debito). Con decisione del 6 dicembre 2001 il Consiglio direttivo della BCE ha stabilito, nonostante il persistere di una certa disomogeneità tra i bilanci delle BCN, di abbandonare il metodo alternativo. Sulla base del citato atto normativo, per l’esercizio 2002, il calcolo del reddito monetario è stato effettuato con il metodo indiretto ma con l’inclusione, nell’aggregato delle passività monetarie (liability base), delle banconote in circolazione e di talune passività (nette) intra Eurosistema (connesse alle transazioni TARGET e all’allocazione delle banconote in euro all’interno dell’Eurosistema). A partire dall’esercizio 2003 viene adottato un metodo di calcolo semidiretto, in base al quale il reddito monetario (da accentrare) di ciascuna BCN è pari al reddito annuo che essa ottiene dai cosiddetti attivi earmarkable, detenuti in contropartita della liability base. Gli attivi earmarkable di ciascuna BCN sono costituiti da: rifinanziamento a istituzioni creditizie dell’area dell’euro relativo a operazioni di politica monetaria; crediti intra Eurosistema equivalenti al trasferimento delle riserve alla BCE; crediti intra Eurosistema (netti) relativi alla posizione TARGET (al netto della parte riferibile all’operatività delle BCN dei paesi nuovi membri della UE che accedono a TARGET per il tramite di una BCN dell’Eurosistema); crediti intra Eurosistema (netti) derivanti dall’allocazione delle banconote in euro all’interno dell’Eurosistema; un determinato ammontare di oro (ivi inclusi i crediti in oro) proporzionato alla quota di partecipazione al capitale della BCE. L’oro è considerato infruttifero. Qualora l’ammontare degli attivi earmarkable ecceda o sia inferiore all’ammontare delle passività monetarie (inclusa la circolazione), la differenza è compensata applicando alla stessa il tasso medio di rendimento delle attività earmarkable complessive di tutte le BCN. Dal 2008 tale differenza sarà remunerata utilizzando l’ultimo tasso marginale applicato alle operazioni di rifinanziamento principali dell’Eurosistema.
Reddito nazionale lordo disponibile. Corrisponde al PIL ai prezzi di mercato, più il saldo delle operazioni correnti con il Resto del mondo relative a imposte indirette sulla produzione e sulle importazioni, contributi alla produzione, redditi da lavoro dipendente, redditi da capitale e d’impresa, operazioni di assicurazione contro danni e altri trasferimenti unilaterali. Il reddito nazionale lordo disponibile si ripartisce fra i diversi settori istituzionali. Il reddito lordo disponibile delle Amministrazioni pubbliche coincide con la somma dei consumi collettivi di loro competenza e dell’avanzo di bilancio; quello delle imprese corrisponde agli utili accantonati; quello delle famiglie consumatrici è pari alla somma dei redditi da lavoro dipendente e indipendente, dei redditi da proprietà (al lordo degli ammortamenti), delle prestazioni sociali e del saldo dei trasferimenti, al netto delle imposte correnti su reddito e patrimonio e dei contributi sociali
Reddito netto o reddito dell'esercizio o utile dell'esercizio. È il risultato globale della gestione in un periodo amministrativo. Nel conto economico è il saldo finale (voce 23) nello stato patrimoniale è indicato tra le voci del patrimonio netto.
Reddito operativo (RO) o Margine operativo netto (MON) o Ebit. Nello schema di conto economico dell'articolo 2425 del codice civile la voce che può essere meglio assimilata al reddito operativo è la differenza fra il valore della produzione d'esercizio e i costi della stessa (A - B). Nel conto economico riclassificato a valore aggiunto, RO = MOL - Ammortamenti - Altri accantonamenti.
Reddito pro capite. E' dato dal reddito nazionale diviso la popolazione residente, rappresenta un indicatore dello sviluppo economico di un paese.
Reddito reale. Reddito di un soggetto, o di un'intera collettività, espresso al netto della componente di incremento del livello generale dei prezzi, che indica perciò la reale disponibilità di potere d'acquisto detenuta dal soggetto.
Reddito trattenuto. Reddito disponibile del settore market. E' ciò che il settore market riesce a trattenere una volta pagate le tasse e coincide quindi con la somma di reddito comandato e di reddito evaso.
Redemption fund. Il fondo, che è allo studio dell'eurogruppo (19 luglio 2012), dovrebbe accogliere la quota di debito pubblico dei paesi dell'eurogruppo superiore al 60% del Pil, con l’impegno degli stessi paesi a rimborsare i titoli entro scadenze fissate; in attesa di tali scadenze il fondo emetterebbe obbligazioni garantite da tutti gli Stati membri a tassi di interesse presumibilmente del 2%. Secondo alcuni economisti l'istituzione del fondo consentirebbe di abbattere gli spread. Ogni paese garantirebbe la parte del proprio debito affidando al fondo propri attivi patrimoniali.
Refactoring. Contratto in base al quale un concessionario di crediti, di norma un factor, ne effettua a sua volta a un altro factor.
Regime del risparmio amministrato. Tale regime si basa sul criterio del realizzo, ovvero la tassazione avviene solo al momento in cui i titoli vengono ceduti o rimborsati. In questo caso è affidata al contribuente attraverso la propria dichiarazione dei redditi.
Regime del risparmio gestito. Tale regime si basa sul criterio della maturazione, vale a dire che la tassazione viene applicata al termine di ogni anno dal gestore, il quale applica un'imposta sostitutiva del 12,5% sul risultato di gestione maturato nel corso dell'anno, a prescindere dal fatto che i titoli siano stati o meno ceduti.
Registro dei titoli. Documento reale o elettronico detenuto da un intermediario, che tiene la registrazione dei titoli posseduti in nome proprio o per conto della clientela.
Regola dell'incremento. Regola in atto nella Borsa degli Stati Uniti in base alla quale la vendita allo scoperto di un titolo può essere effettuata esclusivamente ad un prezzo di un uptick superiore a quello dell'ultima transazione.
Regola dello scoperto. L’autorità di Borsa degli Stati Uniti ha emanato un norma che vieta la vendita di titoli allo scoperto se il prezzo di esecuzione dell’operazione non è superiore di almeno un Tick al prezzo della compravendita immediatamente precedente. È una regola fatta per cercare di impedire i ribassi nelle quotazioni causati dalle speculazioni.
Regola di Ramsey. La Regola di Ramsey, in materia di efficienza della tassazione, afferma che se lo Stato vuole perseguire l'obiettivo di tassazione efficiente, cioè che l'effetto delle imposte distorca il meno possibile le scelte dei consumatori, allora deve tassare in maniera maggiore i beni che hanno poca o bassa elasticità della domanda ai prezzi.
Regolamento (Settlement). Estinzione delle obbligazioni delle controparti di una transazione.
Regolamento per cassa. Processo di estinzione degli obblighi finanziari utilizzato in diversi mercati di strumenti derivati. Per esempio, i future sugli indici di Borsa non prevedono la consegna alla scadenza di un paniere di titoli, ma l'assolvimento degli obblighi derivanti dal contratto tramite pagamenti di somme di contante stabilite secondo norme differenziate per ogni tipo di contratto. Nelle contrattazioni in titoli, il cash settlement avviene nel caso si richieda la consegna del titolo nello stesso giorno di contrattazione anziché nel giorno dell'esecuzione del contratto.
Regolazioni di debiti pregressi. Operazioni con le quali lo Stato regola in contanti o in titoli la posizione debitoria propria o di un altro soggetto pubblico, relativa a transazioni effettuate in esercizi precedenti.
Reinvestimento. Procedimento attraverso il quale un'azienda trattiene gli utili conseguiti nel patrimonio, invece di distribuirli ai soci, ottenedo in questo modo un elevato autofinanziamento.
REITs. Real Estate Investment Trusts, sono sostanzialmente dei fondi (chiusi) immobiliari. Per qualificarsi come REIT (Real Estate Investment Trust) una società deve presentare precisi requisiti previsti dal Tax Code statunitense, tra i quali: * investire almeno il 75% del totale dell.attivo in assets di natura immobiliare; * acquisire almeno il 75% dei profitti lordi dalla locazione di immobili o dagli interessi che maturano nell.ambito delle transazioni immobiliari. * pagare annualmente agli azionisti almeno il 90% del reddito imponibile in forma di dividendi.
Relazioni bancarie. Si tratta di operazioni di marketing bancario, che propongono al cliente un’assistenza completa per tutti i servizi bancari, offrendoli sotto forma di pacchetti integrati.
Relazione dei sindaci . È un documento redatto dal collegio sindacale che rappresenta l'organo di controllo delle società per azioni. In tale documento viene attestata la correttezza del bilancio e viene espresso un parere sulla destinazione degli utili.
Relazione della società di revisione.La relazione è redatta da una società di revisione e deve evidenziare, ai sensi dell'articolo 2409 ter del c.c. (o dell'articolo 156 del D.Lgs. 58/1998), i seguenti punti. 1. La regolare tenuta della contabilità. 2. La corretta rilevazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili. 3. Se i fatti di gestione sono esattamente rilevati nel bilancio. 4. Se il bilancio corrisponde alle risultanze delle scritture contabili e agli accertamenti eseguiti. 5. Se il bilancio è conforme alle norme che disciplinano il bilancio di esercizio e quello consolidato. In tali condizioni la società rilascia il parere, che può essere senza rilievi o con rilievi. La società può anche esprimere un giudizio negativo o dichiarare la impossibilità di esprimere un giudizio. La revisione è obbligatoria per le società con azioni quotate in borsa e per altre società ed enti ai sensi di leggi speciali o di provvedimenti amministrativi. Nelle altre società la relazione è predisposta dal soggetto incaricato del controllo contabile.
Relazione semestrale o Semestrale. E' richiesta dall'art. 2428 del c.c. per le società quotate in borsa.
Relazione sulla gestione. (bilancio d'impresa) È un documento redatto dagli amministratori ai sensi dell'articolo 2428 del c.c.; la relazione deve evidenziare la situazione della società e il suo andamento, nel suo complesso e nei vari settori in cui ha operato, anche attraverso imprese controllate, con particolare riferimento ai costi, ai ricavi e agli investimenti.
Relazioni bancarie. Si tratta di operazioni di marketing bancario, che propongono al cliente un'assistenza completa per tutti i servizi bancari, offrendoli sotto forma di pacchetti integrati.
Remunerazione dello scoperto. Remunerazione che è in grado di offrire un intermediario in titoli al cliente sui fondi generati dalla vendita allo scoperto di titoli. Si tratta di una procedura poco frequente.
Rendibot. Rendimento composto medio ponderato riferito all'anno commerciale dei BOT a sei mesi e a dodici mesi (relativo al mese precedente la stipula del contratto)
Rendicontazione. Attività attraverso la quale la Banca d’Italia, in qualità di tesoriere dello Stato, produce con cadenza periodica flussi informativi e documentali nei confronti delle amministrazioni e degli enti interessati, a giustificazione delle operazioni di entrata e di uscita eseguite. Tale attività rappresenta il necessario presupposto per l’elaborazione dei documenti contabili fondamentali dello Stato. Sulla base del DPR 20.4.1994, n. 367, recante disposizioni per la semplificazione e l’accelerazione delle procedure di spesa, sono state previste nuove modalità di rendicontazione, che sono state realizzate attraverso la sostituzione dei supporti cartacei con evidenze informatiche.
Rendiconto di cash flow. Nell'ambito del bilancio d'impresa esso mostra i flussi della liquidità aziendale; tali flussi possono essere in entrata e in uscita ed è importante capire quali siano le loro origini. Il rendiconto di cash flow dipende sia dallo stato patrimoniale sia dal conto economico in quanto raccoglie i movimenti intervenuti negli altri due documenti (Vedi rendiconto finanziario).
Rendiconto finanziario. E' un documento finanziario in cui un'impresa riassume tutti i flussi di cassa che sono avvenuti in un determinato periodo. Il documento, in particolare, riassume le fonti che hanno incrementato i fondi liquidi disponibili per l'impresa e gli impieghi che, al contrario, hanno comportato un decremento delle stesse liquidità. I riferimenti internazionali sulla compilazione di questo documento si ritrovano nel principio internazionale IAS n.7 e, per l'Italia, nel principio OIC n.12; quest'ultimo afferma che il rendiconto finanziario deve riassumere:

  1. l'attività di finanziamento (sia autofinanziamento che esterno);
  2. le variazioni delle risorse finanziarie causate dall'attività produttiva di reddito;
  3. l'attività di investimento dell'impresa;
  4. le variazioni della situazione patrimoniale-finanziaria.

Le finalità dei rendiconti finanziari sono: 1. Conoscere per effetto di quali cause è variata la situazione patrimoniale dell'impresa rispetto alla chiusura dell'esercizio precedente. 2. Esplicitare le modalità di reperimento delle risorse finanziarie. 3. Esplicitare le modalità di utilizzo delle risorse finanziarie. 4. Evidenziare le correlazioni esistenti tra le singole categorie di fonte e le singole categorie di impieghi. 5. Determinare le incidenze percentuali delle fonti e degli impieghi di risorse sul totale delle medesime. In sintesi, il rendiconto finanziario deve informare sulle modalità di reperimento (fonti) e di utilizzo (Impieghi) della risorsa finanziaria di volta in volta esaminata e individuata dal fondo di riferimento assunto nel rendiconto stesso. Prima di procedere a qualunque analisi occorre stabilire quale sia la risorsa finanziaria di riferimento. Non esiste una nozione univoca di risorsa finanziaria, può essere individuata in: 1. Capitale circolante netto (CCN). 2. Cash (cassa, saldo conti correnti attivi e passivi, titoli realizzabili a vista). La scelta del fondo di riferimento è funzionale alle esigenze conoscitive dell'impresa. Per approfondimenti si rimanda al seguente testo.
Rendimento (yield). Indica la percentuale della somma investita, quale risultato positivo di un investimento finanziario. Nel reddito fisso rappresenta il tasso d'interesse che allinea il prezzo del titolo alla somma dei valori dei flussi di cassa che il titolo andrà a generare in futuro. Nel caso di un titolo azionario è invece il rapporto tra il dividendo annuale del titolo e il prezzo di mercato dell'azione. Indica altresì il rapporto tra il reddito derivante da un investimento e la somma investita (rate of return) e viene indicato come percentuale del capitale investito.
Rendimento al rimborso. Il rendimento di un titolo obbligazionario riscattabile anticipatamente calcolato, nell'eventualità di rimborso da parte dell'emittente, all'inizio fino al momento in cui sarà possibile il rimborso anticipato.
Rendimento anomalo. Parte di rendimento non spiegabile dai movimenti di mercato.
Rendimento ante imposte. È il rendimento originato da un’investimento finanziario calcolato utilizzando il risultato ricavato prima della deduzione dell’imposizione fiscale.
Rendimento a scadenza. Il rendimento ottenuto acquistando un'attività finanziaria ai prezzi di mercato mantenendola fino al rimborso finale, usufruendo quindi dei pagamenti cedolari e della eventuale differenza tra il prezzo iniziale e quello del rimborso finale.
Rendimento a sconto. Rendimento di un titolo obbligazionario quotato a sconto ricavato dividendo il discount (cioè la differenza tra il valore facciale e il prezzo) per il valore nominale, e annualizzando il risultato per tenere conto del numero dei giorni che mancano alla scadenza.
Rendimento atteso. Rendimento che, operando sulla base di tutte le informazioni disponibili nel momento della previsione, ci si attende dall'investimento di un titolo, di un bene, di una materia prima.
Rendimento decrescente. Fenomeno per l'impiego di quantità incrementali di fattori produttivi determina aumenti meno che proporzionali del prodotto.
Rendimento degli investimenti (Return on asset - ROA). In analisi di bilancio indica il rendimento percentuale conseguito dagli investimenti aziendali. E' dato dal rapporto tra l'utile netto al totale delle attività.
Rendimento dei mezzi propri (Return on equity - ROE). Indice di redditività del capitale proprio ottenuto dividendo l'utile netto di una società per il patrimonio netto aziendale.
Rendimento del capitale investito (Return on investment - ROI). Indice percentuale che permette una valutazione sintetica della redditività del capitale investito in una impresa. Si calcola attraverso un rapporto tra il reddito operativo ed il capitale investito totale.
Rendimento di cassa. Rendimento mensile generato da un titolo di credito garantito da ipoteca, misurato tramite i flussi di pagamento futuri. Rappresenta il tasso interno di rendimento dell'operazione, nel momento in cui si eguaglia il prezzo del titolo alla somma dei valori attuali dei flussi di cassa generati dal titolo stesso.
Rendimento di scala. Variazione della produzione in rapporto alle variazioni di specifici fattori produttivi. I rendimenti di scala possono essere sia crescenti che decrescenti o costanti, legati come sono alla proporzione in cui cresce la produzione al variare dei rapporti.
Rendimento effettivo (Actual yield). E' il rendimento di un titolo obbligazionario calcolato tenendo conto della differenza fra valore nominale e prezzo di mercato e del futuro incasso delle cedole.
Rendimento effettivo annuale. È il rendimento annuo di un titolo i cui interessi vengono capitalizzati e investiti nuovamente al medesimo tasso per il periodo rimanente.
Rendimento equivalente. Rendimento di un titolo obbligazionario che non paga cedola acquistato a un prezzo più basso del suo valore nominale, espresso come percentuale del suo prezzo d'acquisto. Il rendimento equivalente si calcola dividendo la differenza tra valore facciale e prezzo di acquisto per il prezzo di acquisto, e moltiplicando il valore ottenuto per il rapporto tra il numero dei giorni che compongono l'anno successivo a quello in cui vi è stata l'emissione e il numero di giorni rimanenti alla scadenza.
Rendimento immediato. Rendimento cedolare ottenuto da un titolo a reddito fisso, calcolato dividendo la cedola corrisposta per il prezzo di acquisto del titolo.
Rendimento lordo (Gross yield). Reddito, espresso in termini di saggio percentuale annuo, ottenibile da un investimento finanziario, al lordo dei costi di finanziamento e di gestione dello stesso.
Rendimento medio. È il valore del rendimento che ci si può logicamente aspettare da un investimento, data una serie di risultati ipotetici con le relative probabilità che si verifichino. Nella teoria degli investimenti, questo termine è utilizzato frequentemente come sinonimo di rendimento atteso, quel rendimento che un soggetto razionale, con tutte le informazioni a disposizione, può attendersi dall'investimento. Il rendimento medio in un portafoglio, invece, si calcola tramite la media ponderata dei rendimenti medi ottenibili dai vari beni presenti, dove i pesi sono la percentuale del controvalore globale investita in ogni singolo titolo.
Rendimento medio annuale. Rendimento annuo dato da uno strumento finanziario pluriennale, i cui flussi di cassa intermedi vengono reinvestiti dopo il pagamento.
Rendimento medio effettivo. Tasso di sconto da applicare alle prestazioni future offerte dal titolo per ottenere un valore attuale
pari al corso o al prezzo di emissione.
Rendimento minimo. Il minore, tra rendimento fino a rimborso anticipato e rendimento a scadenza.
Rendimento netto. È il rendimento offerto da un titolo a reddito fisso dal momento in cui è stato acquistato al momento in cui viene venduto, calcolato considerando il prezzo di acquisto, l'ammontare delle cedole e il periodo rimanente alla scadenza. Lo stesso termine si riferisce anche a un qualsiasi investimento, e rappresenta il risultato reddituale espresso come percentuale della somma investita.
Rendimento nominale. Vedi: Nominal Interest Rate.
Rendimento reale. È il rendimento ottenuto da un investimento al netto della componente dovuta all'aumento dei prezzi causato dall'inflazione.
Rendimento reale post tassazione. Rendimento ottenuto valutando anche l'effetto dell'inflazione, oltre ai flussi di cassa depurati dell'effetto fiscale.
Rendimento reinvestito. Si tratta dello standard tipico del mercato britannico degli investimenti per i raffronti di performance. Per rispecchiare in pieno il rendimento ottenuto dagli investimenti, la performance dei fondi viene solitamente espressa come "rendimento totale", cioè comprensiva degli apprezzamenti di capitale e del reinvestimento delle distribuzioni di reddito netto in ulteriori unità o azioni su base periodica. In caso di fondi domiciliati in centri offshore, il reinvestimento viene normalmente negoziato su base lorda con la responsabilità fiscale dei singoli investitori determinata dal paese di residenza.
Rendimento richiesto. È il rendimento minimo che un investimento deve garantire per poter essere preferito ad altri investimenti dalle caratteristiche simili di durata, rischiosità, ecc.
Rendimento sul fatturato. Il rendimento di un titolo avente come riferimento per il calcolo la vita media dell'emissione. Per esempio nel caso di un'emissione per la quale sia previsto, da parte dell'emittente, il riacquisto periodico dei titoli, il rendimento di quest'ultimi tenderà ad allinearsi a un livello vincolato alla vita media residua del prestito, calcolata in considerazione dei riacquisti futuri.
Rendimento sulla vita media. Il rendimento di un titolo avente come riferimento per il calcolo la vita media dell’emissione. Per esempio nel caso di un’emissione per la quale sia previsto, da parte dell’emittente, il riacquisto periodico dei titoli, il rendimento di quest’ultimi tenderà ad allinearsi a un livello vincolato alla vita media residua del prestito, calcolata in considerazione dei riacquisti futuri.
Rendimento totale. Il risultato di un investimento sotto forma di percentuale rispetto all'importo investito. Il rendimento viene calcolato considerando i flussi di cassa prodotti dall'investimento, come dividendi, cedole, ecc. nonché l'ammontare del capitale che sarà ottenuto al termine del periodo. Il risultato viene generalmente espresso in percentuale e riferito al periodo convenzionale di un anno, in modo tale da poter facilitare i confronti tra le varie opportunità di investimento disponibili.
Rendiob. Rendimento medio delle obbligazioni emesse da istituti di credito. Più precisamente, con il termine Rendiob la Banca d'Italia definisce quel tasso di rendimento medio effettivo lordo generato dalla media mensile dei rendimenti di un campione di obbligazioni bancarie, quotate con significativi volumi sul MOT e con vita residua superiore all.anno. Sono esclusi dalla ponderazione i titoli con caratteristiche finanziarie particolari, a esempio obbligazioni convertibili, con warrant o con clausola di rimborso anticipato. Il Rendiob è utilizzato dagli operatori di mercato come parametro di riferimento nei prestiti ad indicizzazione finanziaria. Alcune disposizioni normative prevedono l'uso di detto parametro per talune operazioni di finanziamento ed ai fini fiscali, a esempio nell'applicazione della cosiddetta Dual Income Tax e nella determinazione delle agevolazioni fiscali concesse alle Organizzazioni non Lucrative di Utilità Sociale (ONLUS). I dati lordi giornalieri vengono diffusi di norma una volta la settimana (il lunedì) tramite circuito Reuters. I dati mensili sono oggetto di pubblicazione sul quotidiano .Il Sole 24 Ore. e sul Supplemento al Bollettino Statistico della Banca d.Italia Mercato Finanziario.
Rendistato. Rendimento medio dei titoli pubblici. E' calcolato come media mensile dei rendimenti lordi dei titoli pubblici soggetti a tassazione (riferite al secondo mese precedente quello di stipula del contratto) Con il termine Rendistato, Banca d.Italia definisce quel tasso generato dalla media mensile dei rendimenti di un campione di titoli pubblici a tasso fisso, attualmente costituito dai BTP, quotati sul MOT, con vita residua superiore all'anno. Il Rendistato è di frequente utilizzato dagli operatori di mercato come parametro di riferimento nei prestiti ad indicizzazione finanziaria. È noto inoltre l'uso di tale indicatore nell'ambito di operazioni di interest rate swap (scambio Rendistato contro Libor +/- spread). Alcune disposizioni normative prevedono l'uso di detto parametro per talune operazioni di finanziamento ed ai fini fiscali, come ad esempio il calcolo del tasso di riferimento per le operazioni di credito agevolato o l'applicazione della cosiddetta Dual Income Tax. I dati lordi giornalieri vengono diffusi di norma una volta la settimana (il lunedì) tramite circuito Reuters. I dati mensili sono oggetto di pubblicazione sul quotidiano .Il Sole 24 Ore. e sul .Supplemento al Bollettino Statistico della Banca d.Italia Mercato Finanziario..
Rendita definita. È la formula adottata di solito per gli enti pubblici previdenziali obbligatori, come l'INPS o la Social Security in America. La legge fissa sia i canoni per i versamenti, sia il criterio con il quale sarà calcolato l'assegno pensionistico, criterio che tiene conto degli anni lavorati e degli stipendi della carriera lavorativa. La rendita e gli altri eventuali benefici collegati (come la reversibilità) non sono in funzione del risultato della resa dei versamenti. L'Inps non ha un fondo che gestisce i versamenti raccolti ma paga le pensioni con i soldi dei lavoratori in attività. In America anche nel settore dei fondi pensione complementari sono presenti quelli a "benefici definiti", accanto a quelli a "contribuzione definita".
Rendita vitalizia. Prestazione patrimoniale periodica con durata uguale a quella della vita del beneficiario o di un'altra persona indicata nel contratto.
Renmimbi. Il Renminbi è la valuta della Repubblica Popolare Cinese, e letteralmente significa moneta del popolo. E' dunque sul Renminbi che si calcola il tasso di cambio ufficiale col dollaro e con le altre valute aventi corso legale. Lo Yuan è l' unità di base del Renmimbi, in cinese significa letteralmente «rotondo» ed ha la stessa radice di «won» e di «yen», monete rispettivamente della Corea e del Giappone. Ogni yuan vale 10 jiao che a sua volta è diviso in 10 fen. Il taglio più grande del renminbi è la banconota da 100 yuan. Il più piccolo taglio è la moneta o la banconota da 1 fen. Il Renmimbi è stato introdotto dalla banca centrale cinese nel dicembre del 1948, cioè circa un anno prima della rivoluzione comunista che fatto nascere la Repubblica Popolare Cinese.
Repurchase agreement. Vedi: REPO.
Requisiti di riserva. È l'ammontare dei fondi che una banca è obbligata a mantenere presso la Banca centrale a fronte dei depositi contratti con la clientela. Il conto serve essenzialmente alla Banca centrale per garantire il funzionamento del sistema creditizio e regolare la massa monetaria disponibile per l'economia.
Requisiti minimi di capitalizzazione. È il rapporto minimo che una casa di brokeraggio deve mantenere fra indebitamento e capitale liquidabile a breve termine, solitamente contante e titoli di Stato. Questo rapporto è oggi fissato intorno a 15 dalla Security and Exchange Commission.
Requisiti patrimoniali. Risorse patrimoniali minime richieste a banche, SIM, intermediari finanziari vigilati e SGR, commisurate al tipo di attività svolta e ai rischi finanziari sottostanti.
Requisiti per la quotazione. Sono i requisiti minimi che deve avere un titolo per essere quotato. Variano da Borsa a Borsa, ma di solito sono un numero minimo di azioni quotate, una serie di bilanci positivi e una capitalizzazione che non sia inferiore a un certo limite.
Residui attivi. Entrate accertate, ma non ancora introitate.
Residui passivi. Spese impegnate, ma non ancora effettuate.
Residuo fiscale (R). Differenza tra le entrate correnti della PA (tasse locali e vendite) e le uscite correnti al netto del servizio del debito. Differisce dal risparmio lordo della PA della contabilità ufficiale nazionale perchè ignora i redditi da capitale.
Resistenza. Nell'analisi di Borsa si chiama resistenza il livello di prezzo sopra il quale la quotazione del titolo ha difficoltà a salire. È il punto in cui la pressione sul mercato svolta dai compratori non riesce a superare la pressione esercitata dai venditori. Se l'interesse del mercato sul titolo aumenta e la pressione all'acquisto supera quelle alla vendita il prezzo sale al di sopra del valore della resistenza. Qualora, ad un successivo ribasso, il prezzo non scenda sotto il valore della resistenza si dice che la resistenza è stata perforata e la stessa diviene un supporto.
Resistenza fiscale del settore market (Rf) . Rapporto tra reddito evaso e gettito dovuto dal settore market.
Responsabilità bancaria. Negli Stati Uniti, la legge prevede che un debitore, il quale sia stato messo da una banca nella condizione di non potere rimborsare un finanziamento ottenuto dalla stessa, possa richiedere di accertare la responsabilità dell’ente relativa alla situazione di insolvenza. Per esempio, nel caso una banca interferisca con gli affari ostacolandone e impedendone la conclusione o non mantenendo le promesse di credito fatte, può essere ritenuta responsabile del mancato adempimento del debitore.
Responsabilità limitata. Figura giuridica inglese nella quale ci sono due differenti tipologie di socio, un partner incaricato delle operazioni di gestione e responsabile in modo illimitato delle obbligazioni contratte, e soci la cui responsabilità è limitata al capitale versato. In Italia, la figura che si avvicina maggiormente è quella della società in accomandita semplice o per azioni.
Restringimento. Momento economico connotato dalla scarsa diponibilità della moneta, per cui il costo del denaro è ad alti tassi di interesse. Nelle operazioni di mercato uno squeeze si ha quando manca una delle componenti di domanda o di offerta, perciò i prezzi hanno la tendenza a muversi in una direzione o nell'altra molto rapidamente.
Retail. E' la vendita al dettaglio, cioè direttamente al consumatore nel caso delle merci nei negozi e all’investitore nel caso della distribuzione di prodotti finanziari da parte di banche e società finanziarie o assicurative. La vendita retail presuppone di solito un contraente forte (la banca o simili) e un contraente debole, il consumatore-investitore, ed è protetta da misure regolamentari o legislative di tutela più stringenti di quelle in essere nei contratti tra operatori professionali o istituzionali o comunque ritenuti più qualificati.
Retail house. Società di intermediazione in titoli che presta il proprio servizio essenzialmente a investitori singoli, offrendo servizi sia indifferenziati che di gestione e consulenza specifica per ogni investitore.
Rete di sicurezza. Con riferimento al sistema bancario, rappresenta l'insieme degli strumenti predisposti per soccorrere istituzioni o gruppi di istituzioni in situazione di crisi e salvaguardare la stabilità globale del sistema medesimo.
Rete neurale. Tecnica di intelligenza artificiale (cfr. Tecniche di analisi - Tecniche di intelligenza artificiale).
RetLots (RNI). E' un sistema di esecuzione elettronica riservato ai desk centrali della clientela istituzionale gestito da Banca Caboto: Uffici Negoziazione Titoli, Fiduciarie, Private Banking, GPM. Non è accessible agli investitori privati. Permette di negoziare oltre 1.300 titoli obbligazionari (spezzature) attraverso canali tradizionali o telematici.
Rete nazionale interbancaria (RNI). Infrastruttura telematica di trasmissione di informazioni tra gli operatori del sistema italiano dei pagamenti gestita dalla SIA-SSB.
Retribuzioni lorde. Comprendono i salari, gli stipendi e le competenze accessorie corrisposti ai lavoratori dipendenti, al lordo delle trattenute erariali e previdenziali a loro carico.
Retrocessione (Give up). Per ciò che riguarda i tassi d'interesse, vendita di un'obbligazione con un determinato tasso per acquistarne un'altra con un tasso inferiore. Per ciò che riguarda il nome della controparte, comunicazione fatta al venditore da un broker sul nome del compratore, rendendo possibile la consegna dei titoli e il perfezionamento del contratto.
Retrodatare. Datare anteriormente un contratto, un documento o altro, rispetto alla data in cui è stato realmente concluso.
Rettifiche di valore di attività finanziarie (bilancio). Macroclasse D del conto economico del bilancio d'impresa. Gli investimenti di natura finanziaria, oltreché generare rendimenti, possono subire, nel corso dell'esercizio, modifiche di valore. Quando un investimento subisce un incremento di valore il relativo ricavo è chiamato rivalutazione, se, invece, subisce una diminuzione di valore il costo di natura finanziaria è chiamato svalutazione. In particolare si tratta di: 1) Rivalutazioni - Di partecipazioni - Di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni - Di titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono partecipazioni 2) Svalutazioni - Di partecipazioni - Di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni - Di titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono partecipazioni.
Rettifiche nette di valore su crediti e accantonamenti per garanzie ed impegni. E' il saldo tra le rettifiche di valore su crediti ed accantonamenti per garanzie ed impegni e le riprese di valore su crediti e su accantonamenti per garanzie ed impegni. Rappresentano la più importante correzione contabile del bilancio di una banca. Tale operazione è necessaria per tenere conto dell'effettivo valore economico dei crediti verso la clientela (rivalutazione o svalutazione dei crediti a seconda della stima del loro realizzo) iscritti all'attivo dello stato patrimoniale. L'ammontare di questa voce dipende dal livello dei prestiti incagliati in sofferenza, per i quali cioè i debitori hanno difficoltà di pagamento degli interessi o di rimborso del capitale. E' legata alla capacità della banca di controllare la solvibilità dei clienti che finanzia. Va comunque segnalato che in periodi di rallentamento economico gli accantonamenti e le rettifiche su crediti tenderanno ad aumentare.
Rettifiche nette di valore su immobilizzazioni finanziarie. Rappresenta il saldo tra le rettifiche di valore su immobilizzazioni finanziarie e le riprese di valore su tali immobilizzazioni. L'entità di questa voce dipende dall'andamento dei mercati finanziari in generale e dei tassi di interesse in particolare che incidono sui corsi dei titoli immobilizzati dalla società nel proprio bilancio, oltreché dall'applicazione da parte della banca di efficaci politiche di copertura da questi rischi del portafoglio immobilizzato.
Rettifiche nette su immobilizzazioni finanziarie. Le rettifiche nette di valore su immobilizzazioni finanziarie sono la differenza fra le riprese di valore su immobilizzazioni finanziarie e le rettifiche di valore su immobilizzazioni finanziarie. Esse rappresentano la più importante correzione contabile del bilancio di una hoding per tenere conto dell'effettivo valore economico delle immobilizzazioni finanziarie iscritte all'attivo dello stato patrimoniale.
Return on asset (ROA). In analisi di bilancio indica il rendimento pecentuale conseguito dagli investimenti aziendali. Si calcola rapportando il reddito lordo al totale delle attività (misura la redditività del capitale investito).
Return on equity. Rapporto di bilancio che indica la percentuale del fatturato convertita in utile di esercizio lungo l’esercizio di gestione. E' dato dal rapporto tra il reddito netto e il patrimonio netto di una società, risultanti dal bilancio di esercizio (vedi ROE).
Return on investment (ROI). E' il ritorno sugli investimenti (reddito operativo/attività operative medie nette) che misura la redditività della gestione caratteristica dell'impresa. L'utile netto, infatti, può essere influenzato da proventi straordinari, dalla gestione finanziaria o dalla diversa incidenza fiscale.
Return on sales (ROS). E' il tasso di rendimento lordo delle vendite che misura il rapporto tra il reddito operativo lordo della gestione caratteristica e i ricavi netti di vendita. L'indice fornisce informazioni sull'efficienza con cui l'impresa svolge la propria attività tipica.
Reverse convertible. Titolo che conferisce al portatore il diritto di incassare alla scadenza una cedola con rendimento superiore al mercato, ovvero di ottenere il rimborso dell'importo nominale o una quantità di azioni precedentemente stabilita dall'emittente.
Reverse floater. Obbligazione che paga un interesse variabile. La caratteristica dei reverse floater è che il loro rendimento varia inversamente all'andamento del tasso al quale sono indicizzati. Praticamente il reverse floater paga un interesse fisso piuttosto alto al quale va però sottratto un interesse variabile indicizzato solitamente al Libor o al Euribor.
Revisione contabile (audit). Valutazione e analisi del complesso delle scritture contabili di un'impresa allo scopo di appurare la conformità delle stesse sia con l'andamento della gestione aziendale che con i corretti principi contabili. La revisione contabile e la certificazione del bilancio sono atti obbligatori per tutte le società quotate in borsa.
Revoca di sistema. Revoca, per la durata di sei mesi, dell’autorizzazione a emettere assegni presso il sistema bancario e postale, comminata a un soggetto (persona fisica o giuridica) in seguito all’avvenuta iscrizione del suo nominativo nella Centrale di allarme interbancaria (vedi) per avere emesso assegni senza autorizzazione o senza provvista.
Riacquisto (buy back). Generalmente, l'atto di riacquisto di un bene che era stato precedentemente venduto allo scoperto, chiudendo in questo modo la posizione e monetizzando il risultato. Nel campo riguardante la finanza aziendale, l'offerta fatta da una società di ritornare in possesso di una parte dei propri titoli azionari o delle proprie obbligazioni, acquistandoli sul mercato ai prezzi correnti. In finanza internazionale, l'offerta fatta da un Paese debitore di ricomprare, ai prezzi correnti di mercato, dai creditori che ne sono in possesso i titoli di debito precedentemente emessi.
Riacquisto (buy in). Nelle contrattazioni di strumenti derivati con consegna a scadenza, è il riacquisto, operato da un venditore del medesimo numero di contratti venduti per liberarsi delle obbligazioni concernenti la posizione già esistente. Nel settore delle contrattazioni in titoli, quando il venditore non è in grado di provvedere alla consegna di questi ultimi, mettendo l'acquirente nella condizione di dover concludere l'operazione con una terza controparte, accreditando o addebitando al venditore la differenza di prezzo tra quello in origine e quello a cui l'acquirente ha effettivamente concluso l'operazione.
Riacquisto di azioni proprie. Operazione di acquisto sul mercato, da parte di una società, di azioni proprie al fine di incrementare l’utile per azione, difendersi da una scalata, ecc.
Riallineamento delle parità centrali. Nel caso di un sistema di cambi fissi o di bande di oscillazione, s'intende la ridefinizione delle parità fra i tassi di cambio all'interno del sistema.
Rialzista. Investitore che acquista titoli, beni o valuta con la previsione che il loro valore di mercato aumenti, così da rivenderli a un prezzo superiore a quello di acquisto (vedi ribassista).
Rialzo (Rally). Indica un rapido movimento al rialzo delle quotazioni.
Rialzo tecnico. Rialzo dei prezzi di un bene d'investimento che avviene in un periodo di tempo breve, generalmente come reazione a una lunga fase di prezzi in discesa. Solitamente un rialzo tecnico non lascia prevedere un'inversione di tendenza.
Riapertura delle aste. Possibilità concessa agli investitori istituzionali di acquistare un quantitativo di titoli superiore a quello inizialmente proposto in asta.
Riba (ricevuta bancaria). Ordine di incasso disposto dal creditore alla propria banca (banca assuntrice) e da quest’ultima trasmesso, attraverso una apposita procedura interbancaria su RNI, alla banca domiciliataria la quale provvede a inviare un avviso di pagamento al debitore.
Ribassista. Investitore che vende titoli, beni o valuta senza possederli con la previsione che il loro valore di mercato diminuisca. Al momento di consegnarli potrà comperarli a un prezzo inferiore rispetto a quello a cui li ha venduti (vedi vendita allo scoperto, rialzista).
Ribor (Rome InterBank Offered Rate). Rappresentava il tasso d'interesse calcolato come media semplice delle 10 migliori offerte di depositi, di importo superiore a 5 miliardi di lire - circa 2,5 milioni di euro, sul mercato interbancario dei depositi, rilevate a mezzogiorno di ciascuna giornata lavorativa. In Italia, questo tasso rappresentava il principale parametro di indicizzazione dei mutui a tasso variabile. Dal 4° gennaio 1999 è stato sostituito dall'Euribor.
Ribasso. Inversione di tendenza di un mercato o dell'economia, da andamento crescente a decrescente.
Ricapitalizzazione. Operazione che si effettua nel caso in cui un'impresa sia sottocapitalizzata, cioè quando il capitale proprio risulta inferiore rispetto alla massa degli investimenti. In tal caso si procede a un aumento reale del capitale, chiedendo ai soci, l'immissione di contante, per risanare la situazione di sottocapitalizzazione e raggiungere un equilibrio finanziario tra i mezzi propri e quelli provenienti dai prestiti ottenuti.
Ricavo. Si definisce in economia aziendale ricavo, l'utilita' economica che un'impresa crea attraverso l'attuazione del processo economico e, quindi, la vendita di beni e servizi da essa prodotti. I ricavi, dal punto di vista contabile, sono grandezze economiche misurate da grandezze finanziarie (denaro o crediti di funzionamento); pertanto, il termine ricavo non e' sinonimo di entrata di denaro, ma lo diventera' solo quando si avra' il reale pagamento da parte dei clienti. In generale, i ricavi si calcolano moltiplicando la quantità di vendita per il prezzo di vendita netto. Per questo il fatturato è una grandezza di flusso.
Ricavo marginale. In economia,e finanza il ricavo marginale indica la variazione del ricavo che risulta dalla vendita di una unità in più di prodotto. Analiticamente, è la derivata dei ricavi rispetto alla quantità venduta (che coincide con quella prodotta nell'ipotesi di scorte nulle). Il ricavo totale è il fatturato di un'impresa ed è pari al prodotto della quantità per il prezzo (che è riferito all'unità di merce). Il ricavo marginale è il ricavo aggiuntivo per ogni unità di merce venduta in più.
Ricavo operativo di una banca. Una banca genera ricavi attraverso l'attività più tradizionale rappresentata dalla differenza tra tassi attivi e passivi (il cosiddetto spread) e altre attività più legate alla raccolta indiretta, quali le commissioni nette. La banca percepisce, inoltre, i dividendi e le quote di utili delle società partecipate e, non da ultimo per importanza, il risultato dell'attività di trading (in particolare su titoli complessi e derivati) che risente dell'andamento dei mercati finanziari e fino a ora è stato influenzato dall'applicazione del mark to market (vedi) sugli strumenti finanziari fra cui i derivati e i titoli a essi legati, ora (2008) spesso illiquidi, cioè impossibili da vendere o acquistare per mancanza di domanda o di offerta.
Ricchezza. La ricchezza è la condizione di agio economico, tipicamente connessa alla larga disponibilità di beni materiali e denaro. La ricchezza è chiamata a misurare il benessere economico di un soggetto fisico (persone, famiglie, ecc.) o immateriale (società, impresa, lo Stato, ecc.) ed è un parametro utilizzato in economia e finanza che stima la quantità di beni tangibili e intangibili nella piena disponibilità del soggetto che abbiano valore di mercato e siano in grado di produrre reddito.
Ricerca operativa. Studio dell'efficienza dei comportamenti mediante l'applicazione di metodi matematici e statistici al fine di ottimizzare l'impegno di risorse limitate per il conseguimento di determinati obiettivi nell'ambito di un sistema dato di relazioni.
Ricevuta di deposito. Documento rilasciato contro il deposito di merci in magazzini generali.
Richiesta di lettera. È la richiesta avanzata da un acquirente potenziale di un titolo nei confronti degli investitori che già ne sono in possesso, e che quindi possono essere interessati alla vendita. Il simbolo OW viene solitamente posto accanto al nome dei titoli sui fogli riassuntivi dei mercati over the counter.
Richiesta di finanziamento. È un prestito, sotto forma di acquisto di effetti rivenienti da contratti di esportazione. Solitamente viene anticipato il valore facciale, sul quale il debitore corrisponde periodicamente gli interessi.
Richiesta di margine. È la richiesta fatta all'investitore, da parte dell'intermediario in titoli, di integrare il quantitativo di contante o titoli di Stato depositato in garanzia presso lo stesso intermediario. Questa richiesta viene avanzata quando il variare delle condizioni di mercato rende insufficiente il margine disponibile a tutelare l'intermediario dalle perdite.
Richiesta di prelievo. È una comunicazione scritta che un cliente notifica alla banca, dove chiede di ritirare dei fondi da un deposito fruttifero d'interesse, comunicazione che negli Stati Uniti deve generalmente essere data almeno sette giorni prima del momento del prelievo.
Richiesta diretta. Sistema di partecipazione alle aste del Tesoro degli Stati Uniti aperta a tutti gli investitori individuali. Questi ultimi possono sottoporre delle offerte non competitive (Noncompetitive Bid) direttamente all'emittente, evitando così di passare attraverso gli intermediari finanziari e di dover sottostare alle commissioni di sottoscrizione.
Riclassificazione del conto economico. La riclassificazione del conto economico consente di ottenere informazioni sulla struttura economica dell'impresa, sul contributo alla determinazione del reddito di ogni area gestionale, sulla capacità dell'impresa, nel suo insieme, di generare reddito. I due criteri più utilizzati per la riclassificazione del conto economico sono: - a valore della produzione e valore aggiunto, - a ricavi netti e costo del venduto. Nella tabella che segue è esemplificato questo secondo criterio.
Riclassificazione del conto economico secondo il criterio del valore della produzione. Esso consente di evidenziare: - i componenti positivi di reddito legati alla produzione. Non si parte, cioè, dai ricavi di vendita, ma dal valore della produzione, ottenuta indipendentemente dalla sua commercializzazione; - il valore dei beni e dei servizi acquistati esternamente, separatamente dal valore delle risorse interne impiegate nella produzione. Questo criterio di riclassificazione parte dal presupposto che il fatturato non consente di stabilire la reale dimensione economica dell'attività svolta dall'impresa, la quale potrebbe produrre per immagazzinare scorte, o realizzare impianti e macchinari per uso interno. È, pertanto, importante, ai fini di una chiara comprensione della struttura economica dell'impresa, fare riferimento al concetto di valore della produzione d'esercizio, che si ottiene aggiungendo o sottraendo al fatturato la variazione del magazzino, aggiungendo le produzioni interne in economia , e sottraendo l'acquisto di prodotti finiti destinati alla commercializzazione. Con la propria attività un'impresa trasforma materie prime, altri materiali, e servizi acquistati dall'esterno in prodotti e/o servizi destinati ad essere venduti o destinati ad un uso interno. Quindi, se al valore della produzione d'esercizio si sottraggono i costi di materie prime e di servizi acquistati dall'esterno si ottiene il valore aggiunto, cioè l'incremento di valore che l'impresa crea rispetto al valore dei beni e servizi che ha acquistato dall'esterno. Il valore aggiunto può coincidere con la capacità dell'impresa di remunerare tutte le risorse che concorrono alla produzione: - il costo del lavoro, - gli ammortamenti relativi alle immobilizzazioni, - gli oneri finanziari a favore dei terzi finanziatori, - le imposte dirette, - gli utili (perdita) dell'esercizio. Si può affermare che l'obiettivo sociale dell'impresa è massimizzare il valore aggiunto, al fine di remunerare le risorse che hanno contribuito ala sua formazione. Sottraendo dal valore aggiunto il costo del personale e gli altri costi interni, come le spese generali, si ottiene il margine operativo lordo (MOL) o EBITDA (Earnings before interests, taxes, depreciation and amortization), cioè la differenza tra ricavi e costi monetari collegati al ciclo acquisto - trasformazione - vendita. Il MOL può, ad esempio mettere in evidenza che l'elevato fatturato di un'impresa non è tanto legato alla sua capacità di vendita, ma ai costi di produzione elevati, legati, ad esempio, all'acquisto di materie prime molto care. Sottraendo dal MOL la quota consumata nell'anno degli ammortamenti e delle svalutazioni, si ottiene il margine operativo netto, o reddito operativo (RO) o EBIT (Earnings before interests and taxes), cioè la quota di reddito disponibile per la remunerazione del capitale finanziario, sia esso capitale sociale, o finanziamento di terzi. Anche un elevato valore del RO non è necessariamente sintomo di "buona salute", ma esso potrebbe testimoniare l'esistenza di elevati oneri finanziari. Giova sottolineare che l'analisi di MOL e RO è significativa confrontando i risultati dell'esercizio con quelli degli anni precedenti. Sottraendo dal RO gli oneri finanziari, che rappresentano la remunerazione del capitale finanziario di terzi e le imposte si ottiene l'utile (perdita) dell'esercizio.
Riclassificazione del conto economico secondo lo schema a ricavi netti e costi del venduto. Questa riclassificazione è la più utilizzata ai fini delle analisi di bilancio. I costi operativi vengono disaggregati in relazione alle diverse aree funzionali (produzione, vendita, marketing, servizi generali), consentendo, di valutare, pertanto, il contributo alla determinazione del risultato economico di ciascun'area e, quindi, di trarre informazioni sul livello di efficienza delle singole aree. Vedi tabella seguente:

Schema  di riclassificazione del conto economico a "ricavi netti e costi del venduto".

 + Ricavi per la vendita di prodotti
 + Ricavi per la prestazione di servizi
(-) Rettifiche
= Ricavi netti di vendita

(-) Costo industriale del venduto
= Risultato lordo industriale

(-) Costi generali e amministrativi
(-) Costi commerciali e distributivi
-/+ Altri oneri o proventi ordinari
= Reddito operativo o EBIT

-/+ Oneri e proventi finanziari
-/+ Oneri e proventi straordinari
= Utile prima delle imposte

(-) Imposte dell'esercizio
= Utile netto


Riclassificazione dello stato patrimoniale. La prassi ha, da tempo, suggerito alcuni schemi di bilancio più idonei per la comprensione di particolari aspetti della realtà aziendale; si tratta di schemi che sono redatti dalle società come "riclassificazione" degli schemi obbligatori. I criteri di riclassificazione rappresentano "tecniche di analisi del bilancio" che si basano su particolari aggregazioni delle poste; tali aggregazioni nascono dall'esigenza di acquisire e sintetizzare le informazioni utili per sviluppare, appunto, una particolare analisi tecnica. Giova notare che non esiste un unico criterio di riclassificazione del bilancio; ciascun analista può utilizzare un proprio schema in relazione agli obiettivi informativi e al livello di sintesi che desidera acquisire. Riclassificare uno stato patrimoniale significa, quindi, ordinare e raggruppare in modo coerente e omogeneo le poste secondo criteri che consentano: - una lettura sintetica e nel contempo esaustiva delle informazioni derivanti dallo stato patrimoniale secondo i princìpi civilistici, - la confrontabilità di classi omogenee relativamente a più esercizi. A) Uno schema di riclassificazione è, ad esempio, quello della riorganizzazione dello stato patrimoniale secondo il criterio di liquidità - esigibilità (vedi tabella). Le poste attive e passive dello stato patrimoniale vengono classificate con riferimento alla caratteristica delle stesse a diventare liquide (poste attive) o esigibili (poste passive) entro un breve periodo (dodici mesi, ad esempio), o medio, o lungo. Questo criterio di classificazione si pone l'obiettivo di separare le disponibilità liquide da ciò che è immobilizzato all'interno dell'azienda e destinato all'operatività. Pertanto, la liquidità è massima per i beni che sono già in forma liquida (cassa, attivo di conti correnti) e minima per le immobilizzazioni immateriali, ad esempio. L'esigibilità del debito, invece, è relativa al tempo necessario perché il debito venga a scadenza; la riclassificazione si pone quindi l'obiettivo di separare le fonti di finanziamento a breve, come i debiti verso i fornitori, da quelle a lungo (mutui e prestiti obbligazionari ad esempio). Il patrimonio netto è la voce con il minimo di esigibilità in quanto viene rimborsato alla cessazione di attività dell'azienda. B) Un altro schema di riclassificazione segue il criterio della pertinenza gestionale: le poste dell'attivo e del passivo vengono raggruppate in base all'appartenenza o meno alla gestione operativa dell'azienda. Fonti e impieghi vengono differenziati in base alla destinazione economica degli investimenti favorendo una lettura del bilancio in chiave di efficienza e di redditività. L'obiettivo è quello di identificare gli investimenti correlati alla gestione corrente e quelli che, pur appartenendo alla gestione operativa sono estranei a quella corrente, come impianti, macchinari, fabbricati. Per approndire l'argomento si invia al seguente testo.

Stato patrimoniale riclassificato per aree secondo il criterio della liquidità/esigibilità.

 

Le aree patrimoniali - finanziarie dello stato patrimoniale
Struttura degli impieghi e delle fonti in essere in un determinato istante

ATTIVITA'
Impieghi delle risorse finanziarie = investimenti

PASSIVITA' E  NETTO
Fonti delle risorse finanziarie = finanziamenti

AF    Attività fisse o immobilizzate = Investimento a medio - lungo termine.

PN  Patrimonio netto = mezzi propri o fonti proprie

CCL  Capitale circolante lordo o Attività correnti =  Investimenti a breve termine, ossia con rientro in denaro entro 12 mesi.

  • Rimanenze
  • Crediti
  • Liquidità.

PF   Passività fisse = Fonti di terzi a medio - lungo termine di restituzione

PC     Passività correnti = Fonti di terzi a breve termine (da estinguere entro 12 mesi)


Richiamo decimi. E' la richiesta di versamento ai soci dei decimi non versati in sede di costituzione o di aumento di capitale, effettuata da parte dell'amministratore: in genere in tal sede viene richiesto il versamento dei restanti 7/10.
Ricopertura di scoperto. Inatteso rialzo delle quotazioni di un titolo che causa una repentina chiusura delle posizioni scoperte, dando origine a ulteriori incrementi di prezzo.
RID (Rapporti interbancari diretti). Ordine di incasso di crediti che presuppone una preautorizzazione all’addebito in conto da parte del debitore. L’esecuzione dell’ordine prevede la trasmissione attraverso una apposita procedura interbancaria su RNI delle informazioni relative agli incassi da eseguire dalla banca del creditore (banca assuntrice) a quella del debitore (banca domiciliataria).
Riduzione, Stampa (Runoff). È la diminuzione dell’ammontare esistente di un prestito o di un finanziamento che si verifica man mano che il debitore rimborsa alle scadenze prestabilite le rate di capitale e di interesse dovute. È anche la richiesta di rimborso anticipato di fondi vincolati in un conto di deposito a tempo. Infine, il runoff è anche la stampa delle quotazioni di Borsa che avviene alla fine della giornata di contrattazione.
Riduzione del capitale. E' l'operazione mediante la quale un'impresa effettua la riduzione del proprio capitale sociale. Può essere facoltativa, a esempio, in presenza di esuberanza del capitale, o obbligatoria, a esempio, qualora a seguito delle perdite il capitale si riduca di oltre un terzo ed entro l'esercizio successivo la perdita stessa non risulti diminuita a meno di un terzo.
Riduzione di debito. Rappresenta la riduzione dell'ammontare esistente dei finanziamenti aziendali. Questo decremento è ottenuto per esempio mediante l'emissione di nuovi titoli a fronte di un'emissione in scadenza per un valore inferiore.
Rifinanziamento. È la ricerca di nuovi fondi, in aggiunta a quelli già a disposizione o che verranno rimborsati. Per esempio, attraverso l'emissione di un nuovo prestito obbligazionario a fronte di uno in scadenza o della contrazione di nuovi depositi in aggiunta a quelli già posti a copertura di operazioni di finanziamento.
Rifinanziamento anticipato. L'offerta di scambio di titoli di Stato in circolazione, prima della loro scadenza con titoli di nuova emissione.
Rifiuto. È la mancata concessione di credito nei confronti di un soggetto che aveva presentato domanda di affidamento presso una banca. Il rifiuto espresso da un intermediario nei confronti della consegna di titoli acquistati che non siano conformi alle regole stabilite.
Rifiuto di esecuzione. Quando un operatore di mercato si rifiuta di effettuare la contrattazione alla quantità minima richiesta e al prezzo che lui stesso aveva quotato.
Rimanenze (inventories). Vedi magazzino.
Rimanenze finali. Valore delle giacenze di magazzino rilevato al termine del periodo amministrativo.
Rimanenze iniziali. Valore delle giacenze di magazzino, è una componente di costo a carico del nuovo periodo amministrativo.
Rimbalzo. Quando il prezzo di un titolo sale fino a toccare una resistenza o scende fino a toccare un supporto, si dice che il supporto o la resistenza in questione vengono testati: viene messa alla prova la loro solidità. Se sono in grado di reggere il movimento in ascesa o in discesa dei prezzi si avrà un rimbalzo, altrimenti il supporto o la resistenza verranno sfondati e sostituiti da nuove resistenze o supporti.
Rimbalzo tecnico (Technical rally). Rialzo tecnico del prezzo di un bene di investimento che ha luogo in un periodo alquanto limitato di tempo, generalmente a seguito di una fase piuttosto lunga in cui i prezzi avevano una certa inclinazione al ribasso. Per questo motivo, in genere, un rimbalzo tecnico non lascia di regola prevedere la possibilità di una inversione di tendenza.
Rimborsabile anticipatamente. Diritto, del quale può usufruire l'emittente di un titolo, di rimborsare lo stesso prima della scadenza stabilita all'emissione, pagando un prezzo equivalente a quello di mercato con l'aggiunta di un premio chiamato Call Premium.
Rimborso. Acquisto da parte del debitore, a un prezzo prestabilito, dei titoli a suo tempo emessi. Dalla data di redemption i titoli richiamati non sono più fruttiferi d'interesse.
Rimborso aggiuntivo. Tipo di finanziamento che consente al prestatore il diritto di richiedere al debitore un rimborso ulteriore, nel caso in cui nei prestiti che interessano due valute, il deprezzamento di una di esse abbia fatto diminuire l'importo del finanziamento oltre una certa percentuale.
Rimborso anticipato. È il pagamento anticipato, rispetto alla data di scadenza, di un'obbligazione finanziaria.
Rimborso automatico. Presso alcuni fondi comuni, l'effettuazione di un pagamento periodico da parte degli stessi a favore del partecipante. L'importo viene definito dal valore dei dividendi che il fondo comune ha percepito nel periodo e dai capital gains conseguiti.
Rimborso obbligatorio. È una clausola di contratto tramite la quale il debitore è obbligato a rimborsare, prima della scadenza, una quota delle obbligazioni emesse, acquistandole sul mercato o ritraendole alla pari dai portatori, servendosi allo scopo dei fondi accantonati in un "sinking fund".
Rinnovamento (turnover). Il turnover indica il numero di volte che un determinato componente di un'azienda viene mediamente sostituito durante un detrminato periodo di riferimento. Per esempio il turnover delle scorte indica quante volte sono state rinnovate le scorte durante l'esercizio. In termini assoluti assume il significato di fatturato o numero di titoli di un determinato tipo negoziati in una giornata di Borsa.
Rinnovamento del capitale (capital turnover). In analisi finanziaria, è il rapporto utilizzato per valutare di quanto il capitale proprio di un'azienda è in grado di finanziare l'espansione delle attività. Si calcola dividendo il fatturato dell'esercizio per i mezzi propri.
Rinnovo (renewal). È la sostituzione di uno strumento di debito in estinzione con uno di nuova emissione dello stesso genere.
Rinnovo (rollover). Operazioni finanziarie che consentono di protrarre nel tempo un impegno finanziario esistente che è giunto a scadenza. Il rollover può essere effettuato su una posizione in titoli, o su una in valute straniere, ecc. Il rollover su un future avviene passando da un contratto con scadenza, per esempio, marzo a un contratto con scadenza giugno.
Rinnovo a lungo. La sostituzione di un precedente debito con scadenza inferiore a 10 anni con un nuovo debito di durata più lunga, fino a 15 anni e oltre.
Rinnovo del debito. Sono operazioni attraverso le quali si prolunga nel futuro un finanziamento, tramite un finanziamento formale di un prestito obbligazionario, i cui ricavi rimborseranno quello già esistente e vicino alla scadenza.
Rinnovo in avanti. È un'operazione in contratti option con cui si chiude una posizione su un'opzione e allo stesso tempo se ne apre un'altra su un contratto con una data di scadenza più lontana nel tempo.
Rinnovo in giù. È un'operazione in contratti option con cui si chiude una posizione su un'opzione e allo stesso tempo se ne apre un'altra su un contratto con un prezzo di esercizio inferiore.
Rinnovo in su. È un'operazione in contratti option con cui si chiude una posizione su un'opzione e allo stesso tempo se ne apre un'altra su un contratto con un prezzo di esercizio più elevato.
Rinvio di apertura. È la decisione, assunta dalle autorità di Borsa, di rimandare a un momento sucessivo della giornata l'inizio delle contrattazioni di un titolo, solitamente dovuta a una differenza troppo alta fra la domanda e l'offerta del titolo medesimo.
Ripianamento delle perdite d’esercizio della BCE. Ai sensi dell’art. 33.2 dello Statuto del SEBC, l’eventuale perdita d’esercizio della BCE viene ripianata, nell’ordine, come segue: a) viene utilizzato il fondo di riserva generale della BCE; b) su decisione del Consiglio direttivo della BCE, la restante perdita viene compensata con il Reddito monetario (vedi) dell’anno di riferimento in misura proporzionale agli ammontari assegnati a ciascuna BCN e fino a concorrenza dei medesimi.
Ripresa. È il periodo di sviluppo dei principali aggregati economici, come il Prodotto nazionale lordo, il quale indica che il sistema economico di una nazione sta entrando in una fase di espansione. In generale indica un periodo dove i prezzi di uno o più beni di investimento sono intonati al rialzo.
Riscatto del debito. Riacquisto di proprie passività da parte del debitore.
Rischio. È la probabilità che un evento negativo possa verificarsi, o la valutazione della possibilità che si verifichi una perdita o un mancato guadagno. Il rischio di tasso d'interesse indica quale oscillazione di valore subisce un investimento a causa di variazioni nei rendimenti di mercato. Il rischio di cambio indica come viene influenzato il valore di un bene espresso in valuta straniera al variare del rapporto di cambio. Il rischio di credito è invece quello a cui è sottoposto un ente creditizio che ha concesso del credito e che può non essere in grado di ottenerne la restituzione dal debitore. Il rischio politico invece è quello derivante dalla situazione politica di un Paese in cui sono stati effettuati degli investimenti.
Rischio al ribasso. La perdita presumibile di prezzo da parte di un titolo conseguente all'andamento negativo dei fattori economici capaci di influenzarne la valutazione.
Rischio di asimmetria delle scadenze. Rischio a cui è esposta un'istituzione creditizia in conseguenza dell'asimmetria nelle scadenze fra impiego e raccolta dei fondi.
Rischio di base. Nel mercato dei futures, è il rischio che a modificazioni del livello dei tassi di interesse gli strumenti derivati si comportino in misura diversa rispetto alle variazioni di prezzo dei titoli sottostanti. Nella gestione delle attività-passività, è il rischio che una variazione nelle condizioni del mercato dei capitali e dei tassi d'interesse determini cambiamenti nelle valutazioni delle attività produttrici d'interesse e nelle passività, capaci di provocare a loro volta variazioni indesiderate di valore nella struttura finanziaria dell'impresa.
Rischio di cambio. Indica il rischio cui é esposto chi investe in obbligazioni denominate in una valuta straniera. Dovendo ricevere una somma in valuta estera in data futura, l'investitore accetta il rischio di ricevere a quella data una somma inferiore o maggiore nel caso in cui il tasso di cambio abbia avuto un andamento sfavorevole o favorevole.
Rischio di credito. Eventualità per il creditore che un’obbligazione finanziaria non venga assolta né alla scadenza né successivamente.
Rischio di downgrade. Corrisponde all'eventualità che il Rating di un titolo obbligazionario venga ridotto a causa di un cambiamento nelle condizioni finanziarie dell'emittente. In questo caso, il rischio associato all'obbligazione ed il suo prezzo si riducono, mentre il rendimento si accresce.
Rischio di finanziamento. Rischio cui è esposta un'istituzione creditizia relativamente al reperimento dei fondi necessari a far fronte ai propri impegni finanziari, in particolare in presenza di un sfasamento temporale fra raccolta e impiego.
Rischio di inflazione. Indica l'impatto di una variazione del livello dei prezzi sul rendimento reale del titolo obbligazionario di segno opposto. In altre parole, se in dato periodo "t" i prezzi aumentano, a parità di cedola e ammontare del rimborso finale, il valore reale del titolo si riduce e con esso il rendimento ad esso associato.
Rischio di insolvenza. Considera la possibilità che l'emittente non sia in grado di onorare il suo impegno con il possessore del titolo. Questa eventualità si può concretizzare nel caso di gravi difficoltà economico-finanziarie incontrate dalla Società o dallo Stato emittente. Per prendere in considerazione questo tipo di rischio, è possibile fare riferimento alla valutazione svolta da società specializzate, le Agenzie di Rating.
Rischio di investimento. Con riferimento all'esposizione di una banca, rischio di perdita sulle attività a tasso fisso.
Rischio di liquidità. Rischio di perdita affrontato da un'impresa che, per far fronte ai propri impegni di tesoreria, ha necessità di liquidare parte dei propri investimenti a medio termine. Il caso più comune riguarda le banche che, per far fronte a richieste di rimborso di depositi, possono avere necessità di liquidare rapidamente investimenti.
Rischio di liquidità di mercato. È il rischio in cui incorre un titolo di credito, nel caso non possa essere monetizzato immediatamente al suo valore di mercato.
Rischio di mercato. La parte di rischio legata all'investimento azionario che può essere connessa all'evoluzione del mercato in generale e che non dipende dalle caratteristiche proprie di una singola azione.
Rischio di reinvestimento. È il rischio che i flussi di cassa positivi ricavati da un investimento, non possano essere reinvestiti nello stesso bene allo stesso tasso d'interesse. Un titolo obbligazionario ha un rischio di reinvestimento per l'ammontare dei pagamenti cedolari che non è detto possano essere reinvestiti allo stesso tasso nel titolo al momento del pagamento.
Rischio di scalata. Nel settore dei titoli obbligazionari, la possibilità che un titolo subisca un declassamento nella sua qualità, e perciò nel rating, dovuto alle conseguenze di una scalata della società emittente, come una ricapitalizzazione o un'emissione di nuovi titoli di debito.
Rischio limitato. È dovuto all'utilizzo di strumenti derivati che limitano la possibile perdita a un ammontare prefissato, come le option che consentono agli acquirenti di limitare la perdita all'ammontare del premio pagato, al contrario dei future che hanno una rischiosità teoricamente illimitata, con delle possibili perdite che possono anche superare il capitale investito all'inizio (a causa del sistema del margin).
Rischio lineare. Per un dato portafoglio, si ha quando, alla variazione dell'attività sottostante, il cambiamento del payoff del portafoglio rimane costante indipendentemente dal valore assunto dall'attività sottostante. Quando il payoff del portafoglio non è costante, si dice che il rischio è non-lineare.
Rischio operativo. Rischio di perdite derivanti dalla inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni; esso comprende il rischio legale, mentre non include quello strategico e di reputazione.
Rischio paese. Quantificazione dell'esposizione di un Paese straniero all'inadempimento delle proprie obbligazioni finanziarie, a causa di una particolare instabilità politica o sociale, oppure di una situazione economica negativa.
Rischio sistemico (o beta). Rischio che l’insolvenza o il fallimento di uno o più intermediari determini generalizzati fenomeni di ritiro dei depositi, provocando insolvenze o fallimenti a catena di altri intermediari. Nei sistemi di pagamento, rischio che l’incapacità di un partecipante ai sistemi di compensazione di assolvere alle proprie obbligazioni dia luogo all’inadempienza a catena di altri aderenti e/o di altri circuiti di regolamento.
Rischiosità del capitale. Sono regole accettate a livello internazionale che definiscono la consistenza economica e la rischiosità del capitale delle aziende bancarie. Per valutare questi elementi si considerano innanzitutto i rapporti tra capitale di rischio e impieghi e attività fuori dal bilancio, e le caratteristiche generali di liquidità e redditività delle classi di attività del bilancio della banca.
Rischio specifico. Rischio dei titoli azionari che può essere eliminato tramite la diversificazione di portafoglio.
Rischio standard. Il normale rischio che corre un istituto di credito nell'erogare i finanziamenti alla clientela. È il livello di rischio per mancato pagamento del prestito, assegnato a quei clienti le cui caratteristiche di solvibilità sono nella media di mercato.
Risconti. Vedi ratei.
Riscossione.. Seconda fase (vedi: accertamento e versamento) del processo di formazione delle entrate, nel corso della quale i crediti accertati vengono acquisiti e realizzati.
Riserva. Rappresenta una parte del patrimonio netto di un'impresa. Nella gestione ordinaria indica un accantonamento di fondi per tutelarsi da eventuali oneri verificabili in futuro.
Riserva di liquidità per i pagamenti urgenti. Funzionalità offerta dalla nuova versione di BI-Rel (vedi) per la gestione della liquidità. Consente ai partecipanti di riservare una parte della propria disponibilità sul conto di gestione per il regolamento dei pagamenti urgenti. Nel corso della giornata i partecipanti possono modificare in tempo reale l’importo da destinare alla riserva.
Riserva di rivalutazione monetaria. Si tratta della contropartita della rivalutazione delle immobilizzazioni autorizzata o imposta da norme di legge per adeguare i valori di bilancio al mutato valore economico della moneta.
Riserva di valore. Una riserva di valore è un bene (materiale o immateriale) che tende a conservare il suo valore nel tempo, e per tale motivo può essere detenuto per un utilizzo futuro senza il pericolo che si "deteriori". Il carattere di riserva di valore non può essere assente negli strumenti di pagamento, in quanto l'uso di uno strumento di pagamento presuppone il fatto che la sua temporanea detenzione non ne faccia perdere il valore (in termini di potere d'acquisto - vedi voce). Non a caso i primi strumenti di pagamento furono beni non deperibili, fino ad arrivare ai metalli preziosi (poi coniati sottoforma di moneta metallica), dotati di particolare resistenza; nel caso della moneta cartacea convenzionale la stabilità del potere d'acquisto (conservazione del valore di scambio) risiede nella garanzia rappresentata dalla gestione anti-inflazionistica della politica monetaria da parte della banca centrale. Per un dato bene la presenza del carattere di riserva di valore è condizione necessaria ma non sufficiente perché sia presente anche il carattere di strumento di pagamento (si può quindi avere una riserva di valore che non funge da strumento di pagamento, ma non si può avere uno strumento di pagamento che non abbia un minimo di proprietà di conservare il proprio valore nel tempo).
Riserva frazionaria. La riserva frazionaria è la percentuale dei depositi bancari che per legge la banca è tenuta a detenere sotto forma di contanti o di attività facilmente liquidabili. Per fare un esempio, se la riserva è il 2%, la banca deve tenere 2 euro in attività liquide o facilmente liquidabili ogni 100 euro di depositi, mentre può prestare i restanti 98 euro. Nei secoli passati i gioiellieri, che ricevevano in deposito l'oro, capirono che si poteva tenere in cassaforte solo una piccola parte dell'oro ricevuto in deposito, perché i nuovi depositi di metallo prezioso superavano di solito i prelievi di oro e solo in rare occasioni accadeva il contrario. Per affrontare quest'ultima evenienza, i gioiellieri tenevano parte dell'oro ricevuto sotto forma di riserva, usando la restante quota di oro per impieghi redditizi. Le stesse regole, applicate alla moneta, valgono per le banche moderne che dell'attività dei gioiellieri sono l'evoluzione. Lo scopo della riserva è dunque di garantire liquidità alla banca che altrimenti, in caso di improvvisi e imprevisti prelievi di denaro, rischierebbe l'insolvenza, non garantendo più efficienti strumenti di pagamento per la clientela. Il 2% che impone la legge di depositare presso la Banca d'Italia è la riserva obbligatoria; oltre a questa somma la banca si cautela mettendo a riserva libera un'altra percentuale dei depositi.
Riserva legale. Riserva obbligatoria prevista dalla legge. Si forma mediante l'imputazione di almeno la ventesima parte degli utili netti di ogni esercizio. E' iscritta nel patrimonio netto del passivo dello stato patrimoniale.
Riserva monetaria. La riserva monetaria è la quantità di metallo o altro bene che l'emittente di moneta deve tenere come garanzia delle banconote stampate. Solitamente la riserva è aurea poiché l'oro ha un alto valore per poco ingombro ed è un materiale non deperibile (non si ossida nel tempo). Inoltre, è facilmente monetizzabile; nel passato, dalle riserve d'oro potevano essere direttamente coniate monete. Per queste caratteristiche che lo rendono facilmente stoccabile e convertibile in denaro, è adatto ad essere la riserva delle monete nazionali. Il metallo di riserva può essere direttamente usato per coniare monete, che assumono così un valore intrinseco e tangibile, oppure essere conservato in lingotti presso i caveu della Banca Centrale. In entrambi i casi (coniazione sulle monete o stoccaggio della riserva in lingotti) è difficile verificare la consistenza e la purezza del metallo: che non si tratti cioè di oro arricchito con rame o di platino galvanizzato con oro. In generale la riserva deve essere un bene di valore pari alla moneta che viene stampata. Se il controvalore della riserva è solo una percentuale della moneta emessa, avviene la svalutazione, che costituisce un guadagno per l'emittente. La svalutazione è un trasferimento di ricchezza dagli utilizzatori all'emittente della moneta. In generale, la riserva può essere formata da qualunque metallo: ad esempio, Kennedy autorizzò la coniazione di monete garantite da argento. A fronte di un deposito delle riserve non immesse direttamente in circolazione come materiale di conio della moneta, dovrebbero essere note la base monetaria, ma anche i tagli di banconote emessi; noto il metallo che c'è in ogni moneta, si può calcolare il peso del metallo emesso per unità di base monetaria (praticamente il rapporto fra la riserva valorizzata in peso, anziché in termini monetari e la moneta circolante) e attribuire un cambio favorevole alle valute emesse contro una maggiore riserva, premiando le monete che hanno meno utilizzato la leva inflazionistica. Se la riserva viene conservata e non utilizzata direttamente nelle monete, è necessario comunque fare affidamento ai dati sulle riserve pubblicati dall'istituto emittente. Una separazione giuridica fra il proprietario del deposito in cui la legge impone di conservare le riserve di metallo (lingotti d'oro e d'argento, tipicamente) e l'emittente di moneta, potrebbe evitare un palese conflitto d'interessi. Le scorte sono una voce importante dell'attivo di stato patrimoniale e la loro valorizzazione è critica per molti bilanci. I magazzini delle imprese possono essere controllati da autorità indipendenti (es. Guardia di Finanza) per verificare l'effettiva esistenza delle scorte dichiarate e che non si tratti di uno dei modi per "gonfiare" l'utile. Un analogo controllo è possibile sull'effettivo possesso delle riserve. Un altro aspetto critico è se le riserve auree siano una proprietà delle Banche Centrali oppure dello Stato, che le affida in gestione per conto terzi, alla Banca Centrale. La domanda non è del tutto priva di senso nel momento in cui la Banca Centrale è parte dello stato, ma nello stesso tempo è una società le cui azioni sono proprietà di soggetti privati. Nel caso di una proprietà della nazione, la vendita di riserve auree dovrebbe essere un entrata caricata nel bilancio dello Stato, che ne è il proprietario. La soppressione del vincolo fra l'oro e la moneta nazionale ha posto in alcuni Paesi, come la Svizzera, un dibattito sull'utilizzo delle riserve auree eccedentarie, ovvero che non servono più alla Banca Centrale per la sua politica monetaria. La discussione verte sul'opportunità di mantenere il valore reale dell'oro e reinvestirlo, oppure vendere l'eccedenza, e sulla ripartizione degli utili (derivanti dal reinvestimento o dalla vendita) fra un fondo nazionale, enti locali e nazionali da un lato, oppure se caricarli nel bilancio della Banca Centrale. La riserva aurea è la tesaurizzazione di risparmi sul reddito nazionale o PIL, di una parte della ricchezza nazionale prodotta che non è stata destinata ai consumi o agli investimenti, che sono gli altri 2 impieghi possibili. Il proprietario della riserva aurea possiede un controvalore per coniare una moneta non garantita dal corso forzoso. La tematica è disciplinata in Costituzione, che prevede la partecipazione pubblica ai processi nazionali per l'utilizzo dei guadagni in conto capitale in conto interessi derivanti dalla riserva nazionale o da una sua vendita, per destinarli ad altri scopi di pubblica utilità, e il deposito delle riserve auree in una banca statale, in cassette di sicurezza direttamente ispezionabili dai cittadini svizzeri per concretizzare l'esercizio dei loro diritti di proprietà. La Costituzione disciplina la materia nella consapevolezza di un pericolo di conflitto di interessi con il mandato di politica monetaria della Banca centrale, se la gestione avviene nel lungo periodo. Se infatti la moneta è legata ad un obbligo di riserve auree, quando il prezzo del metallo tocca i suoi massimi ed è conveniente la vendita, è richiesta una politica tesa a limitare l'offerta di moneta, e a mantenere o rinforzare le riserve.
Riserva obbligatoria. La riserva obbligatoria nell’area dell’euro è disciplinata dall’art. 19 dello Statuto del SEBC, dal regolamento CE 23.11.1998, n. 2531, dal regolamento CE 1.12.1998, n. 2818, e dal regolamento CE 12.9.2003, n. 1745. Il regolamento della BCE ha stabilito che l’aggregato soggetto agli obblighi di riserva comprende le seguenti passività delle banche denominate in qualsiasi valuta: depositi, titoli di debito, strumenti di raccolta a breve termine. Sono escluse le passività nei confronti della BCE e delle banche centrali dei paesi che hanno adottato l’euro nonché delle altre banche soggette alla riserva obbligatoria dell’Eurosistema. Si applica una aliquota pari a zero alle passività con scadenza superiore a 2 anni e ai pronti contro termine, al 2 per cento alle rimanenti; viene riconosciuta una esenzione di 100.000 euro dalla riserva dovuta. L’Eurosistema ha adottato il meccanismo della mobilizzazione della riserva obbligatoria, che prevede un rispetto dell’obbligo in media. Fino al 23
gennaio 2004 il periodo di mantenimento della riserva obbligatoria aveva inizio il 24 di ciascun mese e termine il 23 del mese successivo. Dal 24 gennaio 2004 il periodo di mantenimento inizia nel giorno di regolamento dell’operazione di rifinanziamento principale immediatamente successiva alla riunione del Consiglio direttivo in cui si valuta l’orientamento della politica monetaria e termina nel giorno precedente la data del regolamento della corrispondente operazione nel mese successivo. Per le istituzioni soggette agli obblighi di segnalazione, i dati di bilancio di fine mese vengono utilizzati ai fini della determinazione dell’aggregato soggetto a riserva per il periodo di mantenimento che ha inizio nel secondo mese successivo a tale data. Le banche possono movimentare l’intero ammontare del deposito. La misura della remunerazione della riserva obbligatoria è pari al tasso medio delle operazioni di rifinanziamento principali effettuate dall’Eurosistema durante il periodo di mantenimento.
Riserva sovrapprezzo azioni. Si tratta delle somme fatte pagare ai soci in occasione degli aumenti di capitale sociale rispetto al valore nominale delle quote o delle azioni che vengono emesse in relazione agli aumenti stessi.Riserve di utili (revenue reserves). Accolgono quote di utili che non vengono distribuite ai soci o per disposizione di legge (riserva legale), o per disposizione statuaria (riserva statuaria o ordinaria), o per libera decisione dei soci (riserva facoltativa o straordinaria). Si tratta di fonti di finanziamento interne, destinate, di norma, a rimanere durevolmente a disposizione della società. Rientrano nel concetto dell'autofinanziamento.
Riserva statutaria. E' una parte degli utili che non viene distribuita ai soci per effetto di clausola statutaria.
Riserva tacita. Accantonamenti di risorse che non figurano esplicitamente in bilancio, derivante da sottovalutazioni di attività e/o sopravvalutazioni di passività.
Riserve bancarie. In un bilancio bancario, voci specifiche appartenenti alle passività o ai mezzi propri; come la riserva obbligatoria (Legal Reserve), che deve essere accantonata presso la Banca centrale per sostenere le eventuali richieste di rimborso da parte dei depositanti, o la riserva per perdite o rischi su crediti (Loan Loss Reserve), che serve a fornire alla banca risorse adeguate per far fronte alle possibili insolvenze dei propri debitori.
Riserve con vincolo di destinazione. Riserve di bilancio accantonate per far fronte a specifiche necessità finanziarie, per esempio le riserve per rischi su crediti.
Riserve di utili (revenue reserves). Accolgono quote di utili che non vengono distribuite ai soci o per disposizione di legge (riserva legale), o per disposizione statuaria (riserva statuaria o ordinaria), o per libera decisione dei soci (riserva facoltativa o straordinaria). Si tratta di fonti di finanziamento interne, destinate, di norma, a rimanere durevolmente a disposizione della società. Rientrano nel concetto dell'autofinanziamento.
Riserve frazionali. Frazione sul totale dei depositi di un ente creditizio che deve essere trattenuta presso la banca centrale. Questo rapporto, essendo in grado di influenzare la massa di credito disponibile nel sistema economico, rappresenta un'importante strumento di politica monetaria.
Riserve libere. Fondi che le istituzioni finanziarie possono mettere in offerta apertamente sul mercato come finanziamenti. Il totale è rappresentato dai depositi ai quali sono state sottratte le riserve che devono essere detenute obbligatoriamente presso la banca centrale.
Riserve libere delle banche. Biglietti della Banca d’Italia, monete del Tesoro (cosiddetta cassa contante); depositi liberi presso la Banca d’Italia; dall’ottobre 1990 riserve in eccesso, costituite dal saldo sul conto di riserva meno l’obbligo medio e, fino al maggio 1994, dai depositi liberi presso la Banca d’Italia delle banche con raccolta a breve termine non soggette a obblighi di riserva (vedi: Riserva obbligatoria); depositi liberi presso il Tesoro; margine disponibile in conto anticipazione ordinaria con la Banca d’Italia (quota non utilizzata del credito aperto). L’aggregato è al netto delle disponibilità delle banche presso la Banca d’Italia da imputarsi alle procedure di contabilizzazione della liquidazione mensile di borsa.
Riserve nette a credito. Questo termine definisce una situazione in cui il sistema creditizio dispone di riserve in eccesso rispetto a quelle depositate presso la Banca centrale. Viene solitamente interpretato come un segno di allentamento della politica creditizia.
Riserve nette a debito. Si tratta di un aggregato monetario negativo, rappresentante il surplus di fondi presi a prestito dalla Banca centrale rispetto a quelli resi disponibili dai versamenti di riserva obbligatoria degli enti creditizi. La presenza di riserve nette a debito è significativa di una diminuzione della massa monetaria da parte dell'autorità monetaria centrale.
Riserve obbligatorie. Percentuale dei depositi che una banca è obbligata a tenere presso l'autorità monetaria centrale in un conto solitamente remunerato a un tasso d'interesse inferiore a quelli di mercato. La percentuale di riserva obbligatoria è tra gli strumenti usati dalla banca centrale per gestire la liquidità del sistema finanziario.
Riserve prese a prestito. Fondi presi a prestito dalla Banca centrale degli Stati Uniti per poter mantenere la riserva obbligatoria al livello richiesto. Sono anticipazioni normalmente ottenute depositando in garanzia titoli di Stato.
Riserve primarie. Sono le riserve bancarie che non si possono usare per soddisfare le richieste della clientela. Ne fanno parte il contante in cassa, gli assegni non ancora riscossi e le riserve obbligatorie detenute presso la Banca centrale.
Riserve secondarie. Rappresentano mezzi finanziari di seconda linea detenuti dalle banche in investimenti a breve termine (Buoni del Tesoro), che consentono di ottenere una remunerazione e permettono di far fronte alle necessità di un'ulteriore liquidità nei confronti della Banca centrale.
Riserve tecniche a rischio assicurati. Riserve Tecniche allorché il rischio dell'investimento è sopportato dagli assicurati e riserve derivanti dalla gestione dei fondi pensione.
Riserve tecniche rissicurazioni. Totale Riserve Tecniche a carico dei riassicuratori.
Riserve totali. Le riserve di bilancio degli istituti di credito che possono essere poste a fronte degli ammontari che devono essere obbligatoriamente tenuti presso la Banca centrale in qualità di riserva.
Riserve ufficiali. Disponibilità in oro, valuta, diritti speciali di prelievo e posizione di riserva sul Fondo Monetario Internazionale detenute da una banca centrale.
Risparmio (Savings). Quota di reddito non utilizzato per le spese correnti.
Risparmio amministrato (regime). Regime di tassazione in materia di capital gain, in base al quale il gestore del patrimonio (a esempio, banche, SIM, fiduciarie, agenti di cambio, ecc.) applica l'imposta sostitutiva del 12,5% al risultato della gestione maturato, e quindi non effettivamente realizzato, nel periodo d'imposta. Possono optare per tale regime esclusivamente le persone fisiche che hanno conferito l'incarico di gestione patrimoni ai soggetti sopra elencati.
Risparmio gestito (Regime). Regime di tassazione in materia di capital gain, in base al quale il soggetto a cui sono stati affidati in custodia o in amministrazione i titoli (a esempio, banche, SIM, fiduciarie, agenti di cambio, ecc.) applica l'imposta sostitutiva del 12,5% alle plusvalenza effettivamente realizzate. Possono optare per tale regime esclusivamente le persone fisiche che affidano i titoli in custodia o in amministrazione i titoli ai soggetti abilitati (a esempio, banche, SIM, fiduciarie, agenti di cambio, ecc.).
Risoluzione. È un documento stilato dagli amministratori di una società, dove sono riportate le intenzioni e le direttive di comportamento futuro degli organi di gestione, o commenti di carattere propositivo sull'andamento della gestione passata e sulle decisioni future.
Ristrutturazione. Operazione di riassesto della situazione aziendale o finanziaria di una società.
Risultato ante imposte. Risultato d'esercizio al lordo delle imposte.
Risultato corrente. Il risultato corrente è la differenza tra il totale proventi (dividendi + interessi attivi + commissioni attive + profitti da operazioni finanziarie + riprese di valore su immobilizzazioni finanziarie + utile delle partecipazioni valutate al patrimonio netto + altri proventi di gestione) e il totale degli oneri (interessi passivi + perdite da operazioni finanziarie + commissioni passive + costi operativi + perdite delle partecipazioni + altri oneri di gestione).
Risultato lordo di gestione. Il risultato lordo di gestione rappresenta la parte di utile derivante dalla gestione operativa o caratteristica di una banca.
Risultato netto consolidato. Il risultato netto consolidato è la somma del risultato netto di competenza di terzi e del risultato netto di competenza del gruppo.
Risultato netto consolidato. Il risultato netto consolidato è la somma del risultato netto di competenza di terzi e del risultato netto di competenza del gruppo.
Risultato netto di gestione. Il risultato netto di gestione è la differenza fra il risultato lordo di gestione e le rettifiche nette di valore su crediti e su accantonamenti ai fondi rischi su crediti.
Risultato netto di terzi. Il risultato netto di terzi rappresenta la parte di utile netto di competenza degli azionisti terzi di società consolidate con il metodo integrale e non controllate al 100%.
Risultato ordinario. Il risultato ordinario rappresenta la parte di utile derivante dalla gestione ordinaria di una banca.
Risultato straordinario. Questa voce dipende dalla realizzazione da parte della banca di operazioni di natura straordinaria che determinano costi e ricavi di non ricorrenti.
Ritardo nei prezzi. È il ritardo nella comunicazione ininterrotta dei prezzi a cui sono state effettuate le contrattazioni. Questa situazione solitamente si verifica in concomitanza con giornate di contrattazione particolarmente intense.
Ritenuta alla fonte a titolo di imposta. Ritenuta definitiva effettuata dal sostituto d'imposta che esaurisce il debito tributario del percettore. Sono tali, a esempio, le ritenute effettuate dalla banca sugli interessi attivi di conto corrente nei confronti delle persone fisiche; tali interessi, infatti, in quanto già tassati a titolo definitivo non devono essere dichiarati.
Ritenuta alla fonte a titolo di acconto. Ritenuta effettuata dal sostituto d'imposta che non esaurisce il debito d'imposta del percettore; vanno detratte dalle imposte dovute in sede di dichiarazione dei redditi. E' tale, a esempio, la ritenuta del 20% effettuata sulle parcelle dei professionisti.
Ritenuta d'acconto. E' una trattenuta su un compenso assoggettato a tassazione corrisposto da un soggetto denominato sostituto d'imposta (titolare o meno di Partita IVA), nei confronti di un altro soggetto detto percipiente. Le tipologie di compensi soggetti a ritenuta d'acconto sono le seguenti:

  • Redditi da lavoro autonomo
  • Redditi da lavoro dipendente
  • Redditi da capitale ù
  • Altri redditi soggetti a ritenuta d'acconto

Ritenuta fiscale. Tipo di imposizione fiscale applicata sui redditi da capitale. Prevede la trattenuta a titolo d'imposta di una parte di quanto dovuto, da parte del soggetto che effettua il pagamento.
Ritenzione. È il numero di titoli che in una sottoscrizione di nuove emissioni viene consegnato ai partecipanti al sindacato di collocamento, al netto di quei titoli che sono tenuti dalla banca d'investimento capofila per semplificare il collocamento presso gli investitori istituzionali.
Ritorno (profitto). È il profitto, solitamente espresso in forma percentuale sul capitale impiegato, conseguito da un'impresa nell'esercizio dell'attività, o comunque derivante da un investimento qualsiasi. È anche la restituzione di un bene prodotto che è stato rifiutato perché non corrispondente alle caratteristiche fissate nel contratto di acquisto.
Rivalsa. Nel factoring con rivalsa (pro solvendo) il factor non si assume alcun rischio di credito. I crediti inesigibili vengono ritornati al cedente.
Rivalutazione. In un regime di cambi fissi o controllati, una divisa si rivaluta nel momento in cui diventa più cara rispetto a un'altra come conseguenza di decisioni delle autorità monetarie. In un regime di cambi flessibili, invece, si parla di apprezzamento della divisa.
Rivalutazione immobilizzazioni. E' l'adeguamento del valore di iscrizione del bene (in genere al costo d'acquisto), al fine di allinearlo a valori più prossimi a quelli correnti.
Rivoluzione industriale. La prima Vedi articolo.
Rivoluzione industriale. La seconda Vedi articolo.
Rmbs (Residential mortgage backed securities). Queste obbligazioni appartengono all'area delle Asset backed securities (Abs): si tratta di titoli cartolarizzati che hanno dietro prestiti immobiliari concessi per acquisto di edifici residenziali. Le emittenti sono società-veicolo create dalle banche, e i titoli sono segmentati secondo il grado di rischiosità. Ma è possibile anche creare titoli sintetici (Cdo) che comprendono Rmbs di diverso grado di rischio, dal subprime ai Mutui Alt-A alle ipoteche più affidabili. Come per le altre Abs, vi sono rischi di credito (la possibilità che il debitore ultimo fallisca) e rischi di liquidità (la possibilità che il titolo diventi illiquido perché il mercato, come è successo in molti casi nel 2007-2008, venga paralizzato dall'incertezza sull'effettivo valore dei titoli).
RO. Reddito operativo.
ROA. Il return on assets è un indice di bilancio che misura la redditività relativa al capitale investito o all'attività svolta (gestione caratteristica e patrimoniale). Si calcola come rapporto tra utile corrente ante oneri finanziari e totale dell'attivo.

ROA = {Utile\ corrente\ ante\ oneri\ finanziari\over Totale\ attivo}

ROACE. Indice di rendimento del capitale investito calcolato come rapporto tra l'utile netto prima degli interessi di terzi azionisti aumentato degli oneri finanziari netti correlati all.indebitamento finanziario netto, dedotto il relativo effetto fiscale, e il capitale investito netto medio.
Road show. Presentazione di una società che sta per essere quotata al mercato ufficiale. Viene solitamente fatta dal management della società agli analisti e agli investitori istituzionali.
ROCE. Acronimo inglese di Return on Capital Employed. Misura il ritorno di un'azienda sul suo capitale, e quindi misura il grado di efficienza con cui una società utilizza il capitale al fine di produrre ricavi. Si calcola dividendo l'utile prima degli interessi e delle imposte per la differenza tra le attività e le passività correnti.
ROD (return on debts). È un indice che rappresenta il costo medio del denaro a prestito = Oneri finanziari/(Valor medio delle passività correnti + Valor medio delle passività fisse).
ROE (Return on equity). È un indice della redditività operativa netta di un'impresa espresso dal rapporto tra l'utile netto e il patrimonio netto. Il Return On common Equity (ROE) è un indice di redditività del capitale proprio. Rappresenta l'indice globale dei risultati economici dell'azienda. È una percentuale che evidenzia il potenziale del capitale di rischio e la capacità dell'azienda di attrarre capitali (cioè quanto rende il capitale conferito all'impresa). Per poter dire se un dato valore di ROE è buono o cattivo bisogna metterlo a confronto con il rendimento di investimenti alternativi (BOT, CCT, depositi bancari, ecc.), cioè valutare il costo opportunità dell'investimento nell'azienda in questione. La differenza fra gli investimenti alternativi "sicuri" (BOT, CCT, ecc.) e il valore del ROE viene definita "premio al rischio" in quanto "premia" un investimento rischioso. Se il premio al rischio fosse 0 non avrebbe senso investire nell'attività rischiosa (un'impresa) in quanto è possibile ottenere la stessa remunerazione senza rischiare nulla.

\mbox{ROE}=\frac{\mbox{Reddito Netto di Esercizio}}{\mbox{Mezzi Propri}}\times 100

Alternativamente, si può ricavare il ROE dagli altri Indici di bilancio:

\mbox{ROE} = \mbox{ROI}\times\mbox{Leverage}\times\mbox{IGNC}

Il rendimento atteso di un investimento non risk-free è calcolabile come il tasso di interesse di investimenti risk-free, maggiorato di un premio di rischio. Generalmente si riferisce il tasso risk-free all'acquisto di un titolo di pari valuta e durata emesso da soggetto pubblico avente massimo rating; il premio di rischio può quantificarsi in una maggiorazione del 50% sul tasso risk-free. Gli extraprofitti sono le quote di utile aziendale che eccedono il ROE medio del mercato di appartenenza. Gli extraprofitti sono associabili a un rischio finanziario maggiore.

ROEV. Per il ramo vita delle società assicurative: Il Return on Embedded Value normalizzato (ROEV) è il principale indicatore di performance della società, che evidenzia la creazione di valore per gli azionisti. Non c'è uniformità di formule tra le diverse società. Un esempio di calcolo: ROEV=(2003 EV per share + 2003 Dividend per share)/ 2002 EV per share - 1; oppure ancora ROEV = (EV as of current year-end - EV as of previous year-end)/{(EV as of previous year-end + EV as of current year-end)/2} o meglio ancora Embedded value earnings/Embedded Value, dove Embedded value earnings=Net return on NAV+Life operation+Property and casualty operation+Assets under management.
ROI (Return on investment). Indice di redditività del capitale investito o ritorno degli investimenti). Il ROI indica la redditività e l'efficienza economica della gestione caratteristica a prescindere dalle fonti utilizzate: esprime, cioè, quanto rende 1€ di capitale investito in quell'azienda.

ROI={Reddito\ operativo \over Totale\ impieghi\ caratteristici}\times 100

dove per Reddito Operativo si intende il risultato economico della sola Gestione Caratteristica, mentre per Totale degli Impieghi Caratteristici si intende il Capitale Investito, ossia l'Attivo Totale Netto meno gli Investimenti Extracaratteristici (investimenti non direttamente afferenti all'attività aziendale: es. immobili civili). I maggiori difetti di tale indice sono due: 1) il ROI aumenta con il semplice susseguirsi degli esercizi. Ciò perché l'ammortamento cresce di anno in anno riducendo la base contabile; 2) al denominatore abbiamo un fondo, mentre al numeratore c'è un flusso: per rendere le due componenti omogenee è consigliabile utilizzare la semisomma del capitale investito all'inizio del periodo considerato e quello alla fine. Per poter giudicare questo indice bisogna confrontarlo con il costo medio del denaro: se il ROI è inferiore al tasso medio di interesse sui prestiti la remunerazione del capitale di terzi farebbe diminuire il Return on equity (ROE), si avrebbe cioè una leva finanziaria negativa: farsi prestare capitali porterebbe a peggiorare i conti dell'azienda. Viceversa, se il ROI dell'impresa è maggiore del costo del denaro preso a prestito, farsi prestare denaro e usarlo nell'attività produttiva porterebbe ad aumentare i profitti e migliorare i conti. Alternativamente, si può calcolare il ROI da altri indici di bilancio: ROI = ROS x ROT

Roll-over. In generale, le operazioni finanziarie che consentono il protrarsi nel futuro di un impegno finanziario esistente che giunge a scadenza.
ROS. Return On Sales (Ritorno sulle vendite).

ROS= {Reddito\ Operativo \over Ricavi \ Netti} \times 100

Il ROS rappresenta il reddito operativo medio per unità di ricavo. Tale rapporto esprime la redditività dell'impresa in relazione alla capacità remunerativa del flusso dei ricavi. Il rapporto RO/V=ROS, (dove V rappresenta il ricavo netto di vendita o vendita netta) esso rappresenta l'indice di redditività delle vendite misurato dal rapporto tra reddito operativo e ricavi netti sulle vendite, moltiplicato per 100. Dipende dalle relazioni esistenti tra ricavi e costi operativi ed esprime la capacità di profitto ottenibile nel corso del ciclo: acquisti di materie prime, lavorazione, vendita prodotto finito.

ROT. Il tasso di rotazione del capitale investito, abbreviato ROT, è una misura economica (indice) della rotazione del capitale investito.

ROT={Ricavi\ di\ vendita \over Capitale\ investito} \times 100

La variazione nel tempo (stessa impresa nel periodo T0 rispetto al successivo periodo T1) o nello "spazio" (impresa in relazione ai concorrenti) dell'indice dà un'indicazione dell'efficacia dei fattori produttivi (capitale investito) in relazione ad un determinato volume di ricavi. Rappresenta con il ROS la disaggregazione del ROI. Infatti:

ROI = ROS \times ROT

dove ROS=RO/V e ROT= V/Ci da cui ROI=RO/Ci. (Ci capitale investito).

Rotazione (turnover). È il rapporto tra l'ammontare delle vendite e, alternativamente, una serie di voci dello stato patrimoniale. Si ha pertanto:

  1. la rotazione del magazzino e in questo caso, per motivi di omogeneità, nel rapporto, alle vendite si sostituisce il costo del venduto,
  2. la rotazione dei crediti,
  3. la rotazione del capitale circolante lordo,
  4. la rotazione delle attività totali.

L'indice di rotazione indica la velocità con la quale gli investimenti corrispondenti a ciascuna delle voci citate, si trasformano in denaro. Più alto è questo ratio minori sono i problemi finanziari dell'azienda.
Rotazione del capitale proprio. Rapporto fra l'ammontare del fatturato e il capitale proprio di un'azienda in un dato periodo.
Rotazione elevata. Generalmente, la ripetizione continua di operazioni soggette a commissione non giustificate dall'attività del cliente, come la frequente sostituzione di un finanziamento con un altro praticamente dello stesso tipo. Nel campo della gestione dei titoli, l'effettuare molteplici operazioni di compravendita per conto dei clienti, da parte di alcuni intermediari, con il fine di incrementare le commissioni percepite anziché ottimizzare la gestione del portafoglio.
ROTE (Return on tangible equity). E' un indicatore che misura la redditività operativa di una banca. Oggi questo indicatore è più usato del «Roe» (return on equity), perché meglio riflette l'operatività di una banca. Il «Rote» si calcola infatti dividendo l'utile netto per il patrimonio tangibile: cioè il patrimonio da cui sono esclusi gli attivi intangibili (come l'avviamento). Questa esclusione serve per meglio riflettere la reale profittabilità operativa di una banca. Più il «Rote» è elevato, più la banca ha una buona performance operativa.
Rottura. Movimento di prezzo che supera una linea di tendenza, sia verso il basso che verso l'alto. In questo caso non è più possibile la descrizione dell'andamento del prezzo.
Round tripping. Fenomeno per cui, in presenza di fattori distorsivi di varia natura, un operatore trova convenienza nel raccogliere fondi in un dato mercato per poi reinvestirli nello stesso mercato.
Royalty. Diritto di un proprietario di un'attività o di una merce o di un terreno o di qualsiasi altra cosa in esclusiva, di ricevere da parte di terzi che la sfruttano, un compenso prestabilito.
Rsi. Relative Strength Index. Oscillatore che misura l'intensità direzionale dei movimenti di mercato, consentendo di individuare situazioni di ipercomprato e di ipervenduto. In particolare, un valore dell.Rsi superiore a 70 fornisce un.indicazione di vendita per il titolo, mentre un valore inferiore a 30 rappresenta un.indicazione di acquisto.
R squared. Indicatore che evidenzia la forza di una tendenza.
Rumors. Si tratta di indiscrezioni di Borsa, notizie che circolano tra gli operatori di mercato e che possono influenzare l'andamento dei titoli.
Rwa (Risk weighted assets). Si tratta delle attività per cassa e fuori bilancio - strumenti derivati e garanzie - delle banche, classificate e ponderate in base a coefficienti legati ai rischi secondo le normative degli organi di vigilanza - Banca d'Italia - per il calcolo dei coefficienti di solvibilità. Determinare il valore di queste attività è fondamentale per il calcolo del Core Tier 1 ratio: tanto più che le Rwa sono elevate, maggiore sarà il libvello di patrimonializzazione necessario per avere un Core Toer 1 su livelli di sicurezza.





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