Rendiconto del cash-flow. Bilancio d'impresa N. 8


Se i triangoli inventassero un dio lo farebbero con tre lati.
Mentesquieu


Seguito di Bilancio d’impresa N.1  (I principi generali del bilancio), Bilancio d’impresa N. 2 (Lo stato patrimoniale), Bilancio d’impresa N. 3 (Il conto economico). Bilancio d’impresa N. 4 (La nota integrativa), Bilancio d’impresa N. 5 (Le altre relazioni del bilancio), Bilancio di impresa N. 6 (Il bilancio consolidato), Bilancio d’impresa N. 7 (Gli indici del bilancio).

Nei precedenti capitoli sono stati presentati, con sufficienti delucidazioni, i due rendiconti che costituiscono, con la nota integrativa, il bilancio: lo stato patrimoniale, che descrive la posizione patrimoniale e finanziaria alla fine dell'esercizio e il conto economico, che riporta la composizione qualitativa e quantitativa del reddito generato durante l'esercizio.
Esiste però un terzo rendiconto, quello finanziario che documenta i flussi di cassa o flussi monetari (cash flow) verificatisi durante il periodo amministrativo ed è pertanto denominato rendiconto del cash flow o rendiconto finanziario (statement of cash flow).
 Sebbene non obbligatorio in Italia, questo documento contiene importanti informazioni e viene prodotto a fini gestionali.
Lo scopo del rendiconto finanziario è spiegare i motivi che hanno determinato il cambiamento, in meglio o in peggio, della liquidità attraverso l'indicazione delle fonti e degli impieghi di cassa del periodo.
Giova osservare che, sia il conto economico, che il rendiconto finanziario sono schemi che riportano flussi verificatisi nell'esercizio, sono, cioè, rendiconti di flusso; mentre, però, il conto economico riporta flussi in base al principio della competenza, misurando i flussi in entrata come ricavi e quelli in uscita come costi, il rendiconto finanziario misura i flussi in entrata come incassi e i flussi in uscita come esborsi. Pertanto, mentre il conto economico pone in luce la capacità dell'impresa di generare reddito, il rendiconto finanziario segnala la capacità di produrre liquidità.

Esempio
Immaginiamo che il primo di marzo un'impresa realizzi un ricavo di 10.000 € e che il cliente paghi il primo giugno. In marzo l'impresa contabilizza ricavi per 10.000 € e, per quella vendita, nessuna entrata di cassa. Il primo giugno l'impresa incassa 10.000 €, e nel mese di giugno, nessun ricavo relativo a quell'incasso. Nello stato patrimoniale al 31 marzo l'avvenuta transazione è evidenziata da un aumento dei crediti commerciali pari a 10.000 €. L'effettiva entrata di 10.000 € è evidenziata dallo stato patrimoniale di fine giugno, con una riduzione dei crediti commerciali pari a 10.000 € e dal rendiconto finanziario.

Come detto, il conto economico utilizza il concetto di competenza per rettificare i flussi di cassa dell'impresa e ricondurli in linea con i ricavi e i costi di un dato periodo.
Mentre è molto importante che vengano identificati i ricavi e i costi di un dato periodo, le rettifiche, a volte, rendono difficile accertare esattamente quale sia stato il reddito del periodo. Il rendiconto del cash flow aggiunge molte informazioni su come l'impresa ha condotto le proprie operazioni durante il periodo coperto dai prospetti contabili. Non solo esso mostra i movimenti di cassa, ma costituisce un potente strumento per spiegare quali siano i legami tra i diversi indici di liquidità.
Il suo obiettivo è seguire il flusso monetario all'interno dell'impresa, mostrare quanto liquido è affluito nei conti dell'impresa, dove si è indirizzato e da dove è pervenuto.
Le regole del cash flow sono molto semplici: ogni volta che un'impresa emette un bonifico o un assegno si verifica un flusso in uscita, quando riceve un bonifico o un assegno, si verifica un flusso in entrata.
Questa è la regola base e la sua semplicità rende difficile trovare meccanismi o artifici di ingegneria finanziaria in grado di nascondere realtà indesiderate.
Comunque, nonostante la sua chiarezza, il rendiconto del cash flow non è assolutamente in grado di sostituire il conto economico. Quest'ultimo, infatti, distingue correttamente il denaro utilizzato per pagare la bolletta telefonica del bimestre precedente, dal denaro con il quale è stato acquistato un immobile che l'impresa utilizzerà, almeno, nei prossimi vent'anni.

Allo scopo di comprendere cosa significa costruire uno schema di rendiconto di cash flow è interessante procedere con un "test" su fonti e impieghi. I meccanismi di questo esercizio sono illustrati nella  tabella 1.
Alla destra dello schema dello stato patrimoniale sono state aggiunte due colonne, intestate, rispettivamente, "fonti" e "impieghi"; ogni variazione delle poste dello stato patrimoniale tra il 2004 e il 2003 viene inserita in una delle due colonne.
Se il cambiamento ha determinato un flusso di cassa in uscita, come nel caso delle attività fisse, la variazione viene registrata nella colonna degli impieghi, viceversa se si è avuto un flusso in entrata.
Il ragionamento che sottende questo tipo di registrazione è semplice; per incrementare il valore delle attività fisse da 22.500 a 32.500 euro l'impresa ha dovuto emettere un assegno da 10.000 euro (in questo test si ignorano gli ammortamenti e le rivalutazioni).
 Meno evidente è perché se le imposte dovute sono passate da 2.500 euro a 3.000 euro si ha una fonte di fondi. In effetti, l'ammontare dell'imposta da versare di 3.000 euro, presente nello stato patrimoniale del 2004, significa che un debito verso lo stato non è stato pagato, e l'impresa dispone di 5.00 euro di denaro governativo in più rispetto al 2003. Questa passività sarà pagata a tempo debito, scomparirà quindi dallo stato patrimoniale e sarà annotata come impiego di fondi.

Tab. 1 Esempio di fonti e impieghi di fondi

Stato patrimoniale in migliaia di euro

2003

2004

Fonti

Impieghi

Attività fisse

Attività correnti
Scorte                    
Crediti v/Clienti             
Cassa       

22.500


12.500
15.000
1.750

32.500


14.350
16.000
0

 

 


1.750

10.000*


1.850
1.000

ATTIVITA' TOTALI

51.750

62.850

 

 

Capitale sociale
Riserve
Debiti a lungo termine

Passività correnti
Debiti verso fornitori
Debiti a breve termine
Imposte dovute

18.000
9.500
8.000


13.750
0
2.500

18.000
10.750
9.000


17.000
5.100
3.000


1.250
1.000


3.250
5.100
500

 

PASSIVITA' TOTALI

51.750

62.850

12.850

12.850

 

* Questo valore misura la variazione intervenuta nelle attività fisse. Potrebbe, però, mascherare un'imputazione di ammortamento, controbilanciata da un valore maggiore di nuovi investimenti. Ad esempio, se un ammortamento di 2.500 euro è stato imputato al periodo, allora l'investimento totale è stato di 12.500 euro e sia le fonti che gli impieghi sono aumentati di 2.500 euro.

Per non commettere errori nell'attribuzione degli impieghi e delle fonti esiste una semplice regola, indicata in tabella 2.

 

Tab. 2 Regola per riconoscere impieghi e fonti.

Incremento di attività = Impiego
Diminuzione di attività = Fonte
Incremento di passività = Fonte
Diminuzione di passività = Impiego

Il test appena mostrato è una tecnica che permette di trasferire ogni variazione dello stato patrimoniale nel corrispondente movimento dei fondi. Il metodo è chiamato "metodo indiretto", infatti, invece di considerare tutti i flussi di cassa, come i pagamenti ai fornitori o gli incassi dai clienti, identifica solo le variazioni intervenute nei valori degli stati patrimoniali di chiusura.
Giova, però, fare una precisazione. Il metodo evidenzia solo le variazioni nette dei valori dello stato patrimoniale. Una variazione può, naturalmente, essere anche il risultato di due opposti movimenti nei valori dello stato patrimoniale, che non dànno origine a variazioni di cash flow; si rimanda, ad esempio, alla nota della tabella 1.
Potrebbe essere necessario esaminare attentamente ogni variazione, per verificare se sono intervenuti movimenti non visibili e la nota integrativa, in questo caso, può essere di grande aiuto.
Una volta che le fonti e gli impieghi sono stati identificati e risistemati, si possono utilizzare vari prospetti in grado di fornire informazioni su diversi aspetti della gestione aziendale. A esempio, sommando alla situazione di cassa a inizio esercizio il flusso netto dell'esercizio si potrebbe ottenere la situazione di cassa alla chiusura. Lo schema mostrato in tabella 3 illustra questo tipo di passaggio, con riferimento allo stato patrimoniale della Tab. 1.

Tab. 3 Situazione di cassa tra apertura e chiusura d'esercizio.

 

A)  Situazione di cassa a inizio esercizio 2004

Flussi di cassa (impieghi)
Attività fisse                                (10.000)
Scorte                                            (1.850)
Crediti verso clienti                      (1.000)   
B) Flussi in uscita totali                           (12.850)

Flussi in entrata (fonti)
Riserve                                           (1.250)
Debiti a lungo termine                    (1.000)
Debiti verso fornitori                      (3.250)
Imposte dovute                                  (500)
C) Flussi in entrata totali                           (6.000)

D) Flusso di cassa netto = (C - B)



 Situazione di cassa a fine esercizio 2004 = (A - D)

 

1.750

 

 

 

 

 

 



(6.850)



(5.100)

Analizzando la tabella 3 si possono fare i seguenti commenti: il cash flow a fine 2004 risulta negativo. Infatti, l'impresa ha speso 10.000 euro in attività fisse e questa somma non è stata compensata da un corrispondente valore dei flussi in entrata. L'acquisto è stato finanziato con flussi di cassa generati dalla gestione corrente giornaliera; il cash flow negativo spiega perché il current ratio sia passato tra il 2003 e il 2004 da 1,8 ad 1,2 e l'indice di copertura delle passività con il patrimonio netto sia sceso da 0,53 a 0,46.
 

Esistono due modalità per redigere il rendiconto del cash flow: il metodo diretto (direct method) consiste nel mantenere traccia di tutti i movimenti riguardanti incassi e uscite, codificando la natura di ciascun incasso o esborso. Con il metodo diretto si ottiene un rendiconto di entrate e uscite classificate per la natura dell'oggetto che ha determinato il flusso monetario.

Il metodo indiretto (indirect method) esprime i flussi di cassa partendo dall'utile netto e apportando un insieme di rettifiche in grado di rimuovere gli effetti dell'applicazione del principio della competenza per giungere alla determinazione esatta degli incassi e degli esborsi. Questo metodo è più diffuso perché mostra le relazioni esistenti con lo stato patrimoniale e con il conto economico.

La capacità di un'impresa di generare flussi di cassa operativi disponibili (free cash flow), che consentano di remunerare il capitale investito netto (e quindi nella forma di debiti e di patrimonio netto), riveste un'importanza fondamentale per l'impresa, e, pertanto, è molto importante il suo monitoraggio.
L'analisi delle cause che conducono alla generazione o all'assorbimento di cassa è indispensabile per apprezzare le performance aziendali,  nel breve, nel medio e nel lungo periodo, nonché per impostare correttamente i processi di valutazione del capitale e della solvibilità dell'impresa.

Il rendiconto finanziario è il principale strumento tecnico per valutare i flussi di cassa e come essi siano stati generati. Assieme allo stato patrimoniale e al conto economico, il rendiconto finanziario è uno dei tre pilastri del bilancio, nonostante la sua redazione non sia né imposta né regolata da obblighi di legge.
Scopo del rendiconto finanziario è l'identificazione dei flussi monetari attivi e passivi generati dalla gestione operativa, extra operativa e finanziaria, flussi che producono, nell'esercizio in cui essi sono avvenuti, l'incremento o la diminuzione di una determinata grandezza X.
È, quindi, possibile utilizzare, per il rendiconto finanziario, varie strutture, che differiscono in funzione della diversa natura della grandezza X, che può essere, per esempio, o la liquidità immediata,  o i debiti finanziari netti, o il capitale circolante netto.
Tra le varie strutture di rendiconto finanziario, per il momento, ne prendiamo in considerazione due:

  1. il rendiconto finanziario per saldi di liquidità immediata,
  2. la determinazione del cash flow con il metodo indiretto.

1 Determinazione del rendiconto del cash flow con il metodo diretto

Imponiamo che la grandezza X di cui si vogliono identificare tutti i movimenti che ne hanno causato una variazione è la liquidità immediata e cioè:

Cassa + Banche attive + Titoli a breve facilmente negoziabili

Liquidità immediata a inizio esercizio (A)

+  Margine operativo lordo, al lordo degli accantonamenti al fondo TFR
-/+  Incremento/decremento del capitale circolante netto
- Investimenti operativi
+    Disinvestimenti operativi
- Esborsi per utilizzo fondo TFR
- Pagamenti di imposta
=    Flusso di cassa prodotto dalla gestione operativa (B)
- Esborsi per acquisto di attività e partecipazioni non operative (o non strategiche)
+  Incassi per dismissioni di attività e partecipazioni non  operative (o non strategiche)
+/- Plusvalenze/minusvalenze generate dalla dismissione di attività non operative
+/-  Sopravvenienze attive/passive di altri episodi non ricorrenti
=    Flusso di cassa prodotto dalla gestione extra operativa (o straordinaria) (C)
+     Incassi per aumenti di capitale
- Pagamento di dividendi
+     Proventi finanziari
- Oneri finanziari
+  Emissioni di prestiti obbligazionari
+  Incremento di altri debiti a titolo oneroso
- Rimborsi di prestiti obbligazionari
- Rimborsi di altri debiti a titolo oneroso

=  Flusso di cassa prodotto dalla gestione finanziaria (D)

(B) + (C) + (D) = (E) = Flusso di cassa complessivo

Liquidità immediata a fine esercizio = (F) = (A) + (E)

Giova notare che ciascuna voce è costruita sommando tutti i movimenti in entrata e in uscita con la precisa codificazione dell'oggetto della transazione, consentendo di realizzare un elenco di esborsi e incassi classificati per natura.
Lo schema di rendiconto finanziario illustrato mostra, inoltre, gli "eventi" che hanno prodotto movimentazione nella "liquidità immediata", nell'ambito di ciascun'area, consentendo, quindi, di identificare dove è stata generata o assorbita cassa.

  • Area della gestione operativa. Vi si generano flussi ricollegabili all'attività industriale e commerciale dell'impresa, e presumibilmente, destinati a ripetersi, in misura più o meno accentuata, esercizio dopo esercizio.
  • Area della gestione extra operativa o straordinaria. Vi si generano flussi legati ad attività non direttamente collegabili al ciclo operativo dell'impresa oppure che sono fortemente discontinui per dimensione.
  • Area della gestione finanziaria. Si tratta di flussi legati alle scelte di finanziamento del capitale investito netto e alle esigenze di remunerazione di quest'ultimo.

2 Determinazione del cash flow con il metodo indiretto o sintetico.

Le imprese privilegiano, spesso, la determinazione del cash flow con il cosiddetto metodo indiretto, che parte dal risultato economico (utile netto o utile operativo) che viene rettificato da una serie di voci cui non si correla una manifestazione finanziaria quali, per esempio, ammortamenti e accantonamenti.
Il rendiconto finanziario per saldi di liquidità immediata, nel caso in cui venga costruito con il metodo indiretto, si presenta come segue.

Liquidità immediata a inizio esercizio (A)

+           Utile netto d'esercizio
+          Ammortamenti
+/-       Incremento/decremento di fondi e riserve
-/+       Incremento/decremento del capitale circolante netto
-/+       Incremento/decremento, al netto di ammortamenti del valore contabile, di immobilizzi e partecipazioni
+          Incassi per aumenti di capitale
-          Pagamento di dividendi
+          Emissioni di prestiti obbligazionari
+/-       Incremento/decremento del valore dei debiti a titolo oneroso
-         Rimborsi di prestiti obbligazionari

=             Flusso di cassa complessivo (B)

Liquidità immediata a fine esercizio = (C) = (A) + (B)

La determinazione del cash flow con il metodo indiretto può avvalersi di uno schema che metta in evidenza il contributo di ogni area di gestione, e che consenta di identificare il flusso di cassa operativo disponibile o free cash flow.

+     Utile operativo al netto delle imposte
+     Ammortamenti operativi
=     Cash flow lordo (A)

+/-  Incremento/decremento del capitale circolante netto
+/-  Investimenti/disinvestimenti in capitale fisso operativo
+     Avviamento
+/-  Incremento/decremento di altre attività operative nette
=     Investimento lordo (B)

(A)- (B) = Cash flow operativo disponibile o free cash flow

  +/-  Plusvalenze/minusvalenze (al netto delle imposte) generate dalla dismissione di attività non operative
+/-  Sopravvenienze attive/passive (al netto delle imposte) e altri accadimenti non ricorrenti
-/+ Incremento/decremento di attività nette, immobilizzi e partecipazioni non operative
=     Cash flow complessivo prima della gestione finanziaria (D)

+     Proventi finanziari al netto delle imposte
-  Oneri finanziari al netto delle imposte
+/- Aumento/diminuzione dei debiti a titolo oneroso
+   Incassi per aumenti di capitale
-    Pagamento di dividendi
+    Emissione di prestiti obbligazionari
-  Rimborsi di prestiti obbligazionari
=  Flusso di cassa generato dalla gestione finanziaria (E)
Cash flow totale (o variazione della liquidità immediata) = (D) - (E).

Nella fig. 3 si riporta un esempio di rendiconto finanziario sintetico della società Impresa SpA che abbia redatto lo stato patrimoniale e il conto economico come dalle figure 1 e 2.

 

Fig. 1 Stato patrimoniale sintetico di Impresa SpA

Impresa SpA
Stato patrimoniale al 31 dicembre 2003 e al 31 dicembre 2004

ATTIVITA'

Cassa ed equiv

Crediti comm.net.
Rimanen. merci
Costi anticipati
Attività correnti

Terreno
Fabbr. imp. macch.
Fondo amm.
Immobilizzazioni tecniche nette
Avv. e brevetti

Attività immobilizzate
TOTALE ATTIVITA'

PASSIVITA'

Debiti verso fornitori
Costi posticipati
Debiti tributari
Passività a breve


Mutui ipotecari
Passività a lungo

Totale passività

Capitale sociale
Riserve di utili
Utili distribuiti
Capitale netto

TOTALE PASSIVITA' E CAPITALE NETTO

2004

   200.000

   400.000
   600.000
   200.000
1.400.000

   300.000

1.200.000
   700.000

500.000
100.000


900.000

2.300.000




300.000
100.000
200.000
600.000


400.000
400.000

1.000.000

   600.000
   600.000
   100.000
1.300.000


 2.300.000

2003

    70.000

   420.000
   560.000
   200.000
1.250.000

  300.000

1.080.000
   640.000

440.000
100.000


840.000

2.090.000




330.000
  60.000
200.000
590.000


340.000
340.000

930.000

600.000
460.000
100.000
1.160.000


 2.090.000

Variazione

130.000

- 20.000
  40.000
000.000
150.000

000.000

120.000
  60.000

  60.000
000.000


60.000

210.000




 -30.000
  40.000
000.000
10.000


60.000
60.000

  70.000

000.000
140.000
000.000
140.000


 210.000

Tipo di flusso


FCGC
FCGC
FCGC


FCIN

FCIN
FCIN

FCIN
FCIN

 

 





FCGC
FCGC
FCGC

 

FCFI
FCFI



FCFI
FCGC e FCFI
FCGC e FCFI

FCGC = Flusso di cassa della gestione corrente
FCIN = Flusso di cassa per gli investimenti
FCFI = Flusso di cassa finanziario


Fig. 2 Conto economico sintetico di Impresa SpA

 

Conto economico dell'esercizio 2004 di
Impresa SpA

Ricavi
Costo del venduto

Margine operativo lordo
Ammortamenti
Altri costi del periodo
Margine operativo netto
Oneri finanziari
Reddito prima delle imposte
Imposte
Reddito netto

3.000.000
1.800.000

1.200.000
60.000
720.000
420.000
50.000
370.000

130.000
240.000

100,00 %
60,00 %

40,00 %
2,00 %
24,00 %
14,00 %
1,70 %
12,30 %

4,30 %
8,00 %

Dividendi in contanti
Incremento riserve di utili

100.000
140.000

 

 

Fig. 3 Rendiconto dei flussi di cassa di Impresa Spa nell'anno 2004 con il metodo indiretto.

 

Rendiconto dei flussi di cassa
nel 2004

REDDITO NETTO

Rettifiche:
Ammortamento
 CASH FLOW LORDO

Variazioni del capitale circolante netto operativo:
Riduzione dei crediti comm.
Incremento delle rimanenze di merci
Incremento/decremento dei costi anticipati
Riduz, debito verso fornitori
Incremento dei costi posticipato
Incremento/decremento dei debiti tributari

Totale delle rettifiche per variazioni del CCN

FLUSSO DI CASSA DELLA GESTIONE CORRENTE (A)

Acquisto di immobilizzazioni tecniche
Acquisto di immobilizzazioni immateriali

FLUSSO DI CASSA PER INVESTIMENTI (B)

FLUSSO DI CASSA OPERATIVO DISPONIBILE  (C = A + B)

Aumento dei debiti a lungo
Aumento del capitale sociale
Distribuzione di dividendi in contanti

FLUSSO DI CASSA FINANZIARIO (D)

VARIAZIONE DELLA LIQUIDITA' IMMEDIATA (E = C + D)


Cassa ed equivalenti al 31 dicembre 2003
Cassa ed equivalenti al 31 dicembre 2004
 

240.000


60.000

   


    20.000
- 40.000
 
       000

- 30.000
  40.000

      000

 

 

 

 
         

 

 

 

 



   60.000
        000 100.000

 

 

300.000

 

 

 

 

 

 




- 10.000

 

  290.000


 - 120.000

           000


- 120.000

 
  170.000

 

 

 

   - 40.000

 

  130.000



   70.000

  200.000

 

La fig. 3 è costituita da tre sezioni:

il flusso di cassa della gestione corrente,
il flusso di cassa per gli investimenti,
il flusso di cassa finanziario.

A sua volta, la somma del flusso di cassa della gestione corrente e del flusso di cassa degli investimenti costituisce il flusso di cassa operativo il cui valore le imprese devono monitorare accuratamente.

Il flusso di cassa della gestione correnterappresenta la liquidità generata/assorbita attraverso le sole operazioni di gestione; quelle attività che, quotidianamente, producono incassi dai clienti e pagamenti ai dipendenti e ai fornitori. Questa liquidità, pertanto, non è influenzata, né dalle operazioni di acquisto e/o vendita di immobilizzazioni, né dalle operazioni finanziarie.
Per determinare il flusso di cassa della gestione corrente è necessario apportare un insieme di rettifiche al reddito netto. Il reddito netto, infatti, è la differenza tra ricavi e costi, mentre il flusso di cassa della gestione corrente è la differenza tra incassi ed esborsi, riconducibili alle operazioni di acquisto, di trasformazione e di vendita. Come abbiamo visto in fig. 3, due sono le rettifiche che consentono di trasformare il reddito netto nel flusso di cassa della gestione corrente:

rettifiche per ammortamenti e altri costi non finanziari (cioè che non implicano un'uscita di cassa),
rettifiche per variazioni del capitale circolante netto operativo.

Le rettifiche per ammortamenti e altri costi non finanziari.  Lo stato patrimoniale di Impresa SpA (fig. 1) mostra che, al 31 dicembre 2003, il costo storico delle immobilizzazioni (per fabbricati, impianti e macchinario) é di 1.080.000 €. Poiché queste immobilizzazioni sono state acquistate, per la maggior parte, prima del 2003, anche i relativi esborsi si sono verificati prima del 2003. Dal conto economico del 2004 (fig. 2) si legge che la quota di ammortamento è stata di 60.000 €, e infatti il fondo ammortamento (desumibile dallo stato patrimoniale) aumenta di 60.000 €, tra il 2003 e il 2004. L'ammortamento riduce il valore netto dell'immobilizzazione, tuttavia l'uscita di cassa necessaria all'acquisto delle immobilizzazioni, già disponibili all'inizio del 2004, si è verificata in anni precedenti, pertanto, l'ammortamento non è un'uscita di cassa del 2004, sebbene il suo importo venga detratto dai ricavi al fine di determinare il reddito dell'esercizio. L'ammortamento è un costo non finanziario  perché l'esborso si è verificato al momento dell'acquisto del bene ammortizzato. Per passare da una competenza economica ad una competenza di cassa l'ammortamento deve, pertanto, essere sommato al reddito netto (fig. 3). Come l'ammortamento, anche altri costi non finanziari (svalutazione dei crediti, perdite di valore di alcune attività dello stato patrimoniale, perdite di valore di attività per rischi e oneri) devono essere sommati al reddito netto per passare dalla competenza economica a quella di cassa.

Le rettifiche per variazioni del capitale circolante netto operativo. La cassa, le rimanenze, i crediti commerciali e i costi anticipati sono attività operative perché determinate dallo svolgersi dell'attività dell'impresa. Analogamente, i debiti verso i fornitori e i costi sospesi (come salari maturati e non pagati) sono debiti operativi perché collegati allo svolgersi dell'attività dell'impresa. Attività e passività operative sono gli elementi costituenti il capitale circolante netto (CCN). Le principali cause di cambiamento del CCN sono, pertanto, operazioni come le vendite, gli acquisti, lo svolgimento delle attività di produzione, le attività commerciali, quelle amministrative e generali.
I ricavi generano crediti verso i clienti, così come molti costi di competenza generano debiti verso i fornitori o costi sospesi. Poiché, dunque, solo raramente la cassa rispecchia costi e ricavi, i costi e i ricavi non coincidono, nel caso più generale con esborsi e incassi. Qualora, pertanto, si intenda passare da una competenza economica ad una competenza di cassa è necessario capire come i cambiamenti di attività e di passività operative incidono sulla cassa. La fig. 3 mostra l'effetto di operazioni di rettifica necessarie per passare dalla competenza economica a quella di cassa; risulta una rettifica complessiva di - 10.000 € al reddito netto, chiamata " Totale delle rettifiche per variazioni del CCN". Il significato di questa operazione è quello di ridurre gli incassi di 10.000 € rispetto a quelli che si sarebbero avuti se il totale delle rettifiche per variazioni del CCN fosse stato uguale a zero.
Riassumendo, un incremento delle attività operative significa che un ammontare di liquidità è stata impiegata nei crediti commerciali, nelle rimanenze o nella riduzione del debito verso i fornitori, determinando un decremento della cassa, e viceversa. Per questo motivo, nei periodi di scarsa liquidità, le imprese tendono a tenere basso il valore delle attività operative.
Un incremento delle passività operative indica, invece, flussi monetari superiori a quelli che si sarebbero riscontrati in assenza di tale incremento, e viceversa. Per questo motivo, nei periodi di scarsa liquidità, le imprese tendono a tenere alto il valore delle passività operative. La fig. 4 mostra sinteticamente le rettifiche al reddito netto determinate da alcune combinazioni che influenzano il CCN.

 Fig. 4 Regole base per il calcolo del flusso di cassa della gestione corrente

Cambiamenti

Modifiche al reddito netto

 

Decrementi di attività operative
Incrementi di attività operative
Decrementi di passività operative
Incrementi di passività operative

 

Si sommano al reddito
Si sottraggono al reddito

Si sottraggono al reddito

Si sommano al reddito

Per completare la lettura del rendiconto del cash flow della  società Impresa SpA giova osservare che il flusso di cassa della gestione corrente è di 290.000 €. La rettifica relativa alla quota degli ammortamenti è di 60.000 €, di gran lunga superiore all'ammontare complessivo delle rettifiche attribuibili alle modifiche del CCN. Questa circostanza è comune a molte imprese, specie quelle, come Impresa SpA, che effettuano elevati investimenti in immobilizzazioni tecniche e che si trovano in situazioni di sostanziale stabilità nelle vendite. Per questo motivo, alcuni analisti finanziari, per determinare il flusso di cassa della gestione corrente, seguono la scorciatoia di sommare semplicemente la quota di ammortamento al reddito netto, trascurando, quando ritengono di poterlo fare, l'effetto delle variazioni del CCN.

Le rettifiche per investimenti. La fig. 3 riporta la terza categoria di flusso che incide sulla liquidità: il flusso di cassa per investimenti. Quando un'impresa acquista terreni o immobilizzazioni tecniche, l'ammontare degli investimenti si traduce in un'uscita di cassa. Nella maggior parte dei casi il decremento della cassa non è immediato perché, ad esempio, l'impresa compensa l'esborso accendendo un debito di pari importo. Gli effetti di una simile transazione sarebbero rilevati come un flusso di cassa in uscita per investimenti e un contestuale flusso di cassa finanziario in entrata derivante dall'aumento del debito finanziario.
Dalla fig. 1 abbiamo già notato che Impresa SpA all'inizio del 2004 possiede impianti e macchinari aventi un costo storico di 1.080.000 €; alla fine del 2004 l'ammontare di queste immobilizzazioni è invece pari a 1.200.000 €. La fig. 3 riporta, pertanto, l'incremento di 120.000 € del conto fabbricati, impianti e macchinari come "Acquisto di immobilizzazioni tecniche".
Sommando al flusso di cassa della gestione corrente (290.000  €), quello degli investimenti (- 120.000 €) si ottiene il flusso di cassa operativo, valore particolarmente importante perché è alla base dei criteri di valutazione strategica degli investimenti aziendali. Giova notare che l'investimento potrebbe essere stato maggiore di 120.000 €, ad esempio 150.000 €, e la differenza di 30.000 €  potrebbe essere stata colmata dall'incasso derivante dalla vendita di immobilizzazioni tecniche. Per avere informazioni sulle reali operazioni che i dati sottendono occorre fare riferimento alla nota integrativa.
Dall'analisi dell'area investimenti si possono trarre utili informazione anche sulla gestione operativa. Ad esempio, se in un certo periodo di tempo il CCN di un'impresa non si modifica sensibilmente e il valore delle immobilizzazioni tecniche è pari al valore dell'ammortamento, allora il flusso di cassa operativo coincide con il reddito netto. È questa la condizione tipica di quelle imprese che operano in settori maturi e stabili e che effettuano solo investimenti di mantenimento e non di sviluppo.

Le rettifiche per variazioni del flusso di cassa finanziario. Nella sezione relativa all'area finanziaria sono presenti flussi monetari che fanno riferimento a due voci.

  • Incassi relativi alla raccolta di debiti finanziari (a breve e a lungo termine) ed esborsi per la loro restituzione Le variazioni dei debiti legati alla gestione operativa sono, invece, presenti nella sezione relativa al flusso di cassa della gestione corrente.
  • Incassi per nuovi apporti di capitale ed esborsi per il pagamento dei dividendi.

La fig. 1 mostra che Impresa SpA all'inizio del 2004 ha un debito per mutui ipotecari pari a 340.000 € e che questo debito diventa 400.000 € alla fine del 2004. L'incremento di 60.000  € è dovuto ad un nuovo mutuo, operazione finanziaria che ha determinato un pari incremento della cassa, come mostrato in fig. 3 alla voce "Aumento dei debiti a lungo termine". All'aumento di un debito finanziario corrisponde, quindi, un aumento della cassa, così come alla riduzione di un debito finanziario corrisponde una riduzione della cassa. Ovviamente, il mutuo potrebbe essere stato maggiore di 60.000 €; per esempio, Impresa SpA potrebbe aver acceso un mutuo di 80.000 € e pagato una rata in conto capitale di 20.000 €  su quello esistente. Per avere informazioni sulle reali operazioni che i dati sottendono occorre fare riferimento alla nota integrativa.
Tra i flussi finanziari rientrano anche gli incassi relativi all'emissione di nuove azioni. La fig. 1 mostra che Impresa SpA non ha emesso azioni nel corso del 2004; il capitale sociale è rimasto, infatti, invariato. Rientrano tra i flussi finanziari i dividendi in contante distribuiti; la fig. 2 mostra che Impresa SpA ha distribuito dividendi per 100.000 €, nel corso del 2004, valore indicato nella fig. 3. In assenza di dividendi Impresa SpA avrebbe avuto un incremento della riserva di utili di 240.000 € e non di 140.000 €, la differenza di 100.000 € è costituita, infatti, da un flusso monetario in uscita che ha ridotto la riserva di utili.

Come si completa il rendiconto dei flussi di cassa. La variazione complessiva della cassa si ottiene sommando le tre categorie di flusso della fig. 3. Giova notare che l'incremento di cassa, pari a 130.000 €, corrisponde alla variazione dei valori della posta "Cassa ed equivalenti" tra gli stati patrimoniali del 2004 e del 2003 della fig. 1. Il rendiconto finanziario mostra che, nonostante il reddito netto del 2004 sia stato di 240.000  €, la cassa è aumentata solo di 130.000 €. Infatti, il flusso di cassa della gestione corrente è stato di 290.000 €, 100.000 € sono stati utilizzati per distribuire i dividendi e 120.000 € sono serviti per l'acquisto di nuove immobilizzazioni tecniche, finanziate, in parte da un nuovo debito di 60.000 € (290.000 - 100.000 - 120.000 + 60.000 = 130.000).

Per completare il quadro in fig. 5 si riporta lo schema di rendiconto finanziario del capitale circolante netto, allegato al documento n. 12 dei Dottori commercialisti e dei Ragionieri liberi professionisti.

In fig. 6 si riporta lo schema di rendiconto finanziario, in termini di liquidità, dei Dottori commercialisti e dei Ragionieri.

Fig. 5 Rendiconto finanziario di capitale circolante netto della Commissione per i princìpi contabili dei dottori commercialisti e dei ragionieri.

Società ABC
Rendiconto finanziario in termini di variazioni di capitale circolante netto per l'esercizio chiuso al 31 dicembre 200X

FONTI DI FINANZIAMENTO
Utile netto di esercizio …………………………….
Rettifiche in più o in meno relative alle voci che hanno determinato movimento di capitale circolante netto:

  1. Quota ammortamenti …………………………………………
  2. Quota indennità fine rapporto ………………………………….
  3. Capitale circolante netto generato dalla gestione reddituale  …

Assunzione nuovi mutui ……………………………………………
Aumento di capitale  ……………………………………………….
Valore netto contabili di cespiti venduti  …………………………..


50

 

130


30   

210


150

150

30

540

IMPIEGHI
Acquisto di immobilizzazioni tecniche  ……………………………
Trasferimento quote correnti dei mutui ai debiti a breve …………..
Pagamenti indennità di fine rapporto ……………………………….
Pagamento dividendi  ……………………………………………….

 

710

50

20

20

800

DIMINUZIONE CAPITALE CIRCOLANTE NETTO

260

DIMINUZIONE DETERMINATA DA:
Attività a breve

  1. Cassa e banche  ………………………………………………
  2. Crediti verso clienti  ………………………………………….
  3. Rimanenze  ……………………………………………………
  4. Risconti attivi  …………………………………………………

Passività a breve

  1. Conti bancari passivi  ………………………………………….
  2. Fornitori (forniture d'esercizio e immobilizzazioni)  ………….
  3. Ratei passivi  …………………………………………………..
  4. Fondo imposte  …………………………………………………
  5. Quota corrente mutui passivi  ………………………………….

DIMINUZIONE  ……………………………………………………

 



150

100

100

(10)
340


200

365

25

10

0
600
260

 

Fig. 6 Rendiconto dei flussi di liquidità della Commissione per i princìpi contabili dei dottori commercialisti e dei ragionieri.

Società ABC
Rendiconto finanziario che espone le variazioni nella situazione patrimoniale e finanziaria in termini di liquidità per l'esercizio  chiuso al 31 dicembre 200X

FONTI DI FINANZIAMENTO
Liquidità generata dalla gestione dalla gestione reddituale dell'esercizio:
Utile netto d'esercizio  ………………………………………………
Rettifiche in più o in meno relative a voci che non hanno avuto effetto sulla liquidità:

  1. Ammortamento dell'esercizio …………………………………
  2. Aumento dei crediti verso i clienti …………………………….
  3. Aumento rimanenze  …………………………………………..
  4. Diminuzione risconti attivi  ……………………………………
  5. Aumento fornitori  …………………………………………….
  6. Aumento ratei passivi ………………………………………….
  7. Aumento fondo imposte  ………………………………………
  8. Indennità di anzianità dell'esercizio

            Quota ……………………………………………………….
            Pagamenti …………………………………………………..

  1. Aumento dei conti bancari passivi  ……………………………

Liquidità generata dalla gestione reddituale  ………………………

  1. Aumento debiti verso fornitori, pagabili entro 12 mesi, per immobilizzazioni  ……………………………………………
  2. Assunzione nuovi mutui ……………………………………….
  3. Aumento di capitale  …………………………………………...
  4. Valore netto contabile dei cespiti venduti ……………………..

 

 


50

 


130

(100)

(100)

10

115

25

10


30

(20)
200


350

 


250

150

150

30
930

IMPIEGHI DI LIQUIDITA'
Acquisto cespiti patrimoniali  ………………………………………
Pagamento mutui ……………………………………………………
Pagamento dividendi  ……………………………………………….

 


AUMENTO DI LIQUIDITA' ……………………………………..
Liquidità all'inizio dell'esercizio  ……………………………………
Liquidità alla fine dell'esercizio  ……………………………………

 

710

50

20
780



150

100

250

 

3 Come si utilizza il rendiconto dei flussi di cassa

La previsione dei flussi di cassa aiuta amministratori, imprenditori e manager a valutare i fabbisogni finanziari futuri. Per esempio, in fase di crescita dei ricavi l'incremento dei crediti commerciali, delle rimanenze e delle immobilizzazioni tecniche rende necessaria un'altrettanta rapida crescita delle fonti di finanziamento. Sebbene l'aumento dei ricavi possa determinare utili in crescita, esso può anche generare problemi finanziari perché il reddito è in grado di coprire solo una parte del fabbisogno finanziario complessivo. Un'impresa che si trovi in una situazione di scarsa liquidità deve prestare maggiore attenzione ai flussi di cassa piuttosto che al reddito: i fornitori si pagano in denaro contante non con gli utili.
D'altra parte coloro che concedono prestiti ad un'impresa vogliono sapere se i flussi di cassa futuri dell'impresa consentiranno, alle scadenze previste, di far fronte agli impegni finanziari.
Anche gli azionisti vogliono essere certi sull'adeguata liquidità dell'impresa perché essa condiziona la possibilità di distribuire i dividendi.
Per i motivi citati è di grande utilità il valore del cash flow operativo disponibile (free cash flow): questo valore, come si è visto, è calcolato sottraendo dal flusso di cassa operativo lordo gli esborsi per:

  1. garantire il normale rinnovo delle immobilizzazioni tecniche,
  2. pagare le quote in scadenza dei debiti,
  3. assicurare una normale distribuzione dei dividendi.

4. Applicazione dei princìpi contabili internazionali

Per i princìpi contabili internazionali il rendiconto finanziario è obbligatorio. Lo IAS 7 fornisce le indicazioni di massima sul contenuto del rendiconto finanziario, ma nessun dettaglio sulle voci obbligatorie che devono esservi rappresentate.
Lo schema che espone i flussi di liquidità è l'unico conforme allo IAS 7, secondo cui il rendiconto finanziario deve essere classificato in modo tale da evidenziare i flussi di cassa generati dalla gestione corrente, quelli generati dall'attività di investimento e quelli generati dalla gestione finanziaria.
I flussi generati dalla gestione corrente (current activities generated cash) sono quelli che scaturiscono dal ciclo acquisto - produzione - vendita. Tali flussi derivano, principalmente, dagli incassi per la vendita di beni, servizi e royalties e dai pagamenti ai dipendenti, ai fornitori di beni e servizi e all'amministrazione finanziaria per ritenute e imposte sul reddito.
Per la determinazione dei flussi di cassa generati dalla gestione corrente si può utilizzare il metodo diretto o il metodo indiretto, quest'ultimo, come già ricordato, più spesso utilizzato nella pratica.
I flussi di cassa generati dall'attività di investimento (operating investments cash flow) sono quelli che scaturiscono dai movimenti finanziari legati all'acquisto/vendita di immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie
I flussi di cassa generati dalla gestione finanziaria (cash from financing) sono quelli dovuti alle operazioni di finanziamento, all'acquisto di azioni proprie e al pagamento dei dividendi agli azionisti.
I flussi di cassa per interessi e dividendi pagati e ricevuti devono essere indicati separatamente, mentre i flussi di cassa extra operativi devono anch'essi essere indicati separatamente, ma all'interno dell'area cui si riferiscono.
A titolo esemplificativo si riporta uno schema di rendiconto finanziario in linea con  gli IAS.

 

+/-  Utile/perdita di natura operativa
+     Ammortamenti
+/-   Variazione del capitale circolante netto
+/-   Variazioni in altre attività/passività correnti.

=     Flusso di cassa generato dalla gestione corrente

- Oneri finanziari
- Imposte pagate

= Flusso di cassa netto generato dalla gestione corrente  (A)

- Acquisti di impianti, macchinari e immobili
- Acquisti di partecipazioni finanziarie (immobilizzazioni finanziarie)
- Acquisti di attività immateriali/avviamento
- Acquisto di partecipazioni finanziarie non immobilizzate
+ Vendita di impianti, macchinari e immobili
+ Cessioni di partecipazioni finanziarie immobilizzate
+ Interessi attivi
+ Dividendi incassati

=    Flusso di cassa generato dall'attività di investimento (B)

A - B = Flusso di cassa disponibile per gli investitori  (C)

+ Emissione di prestiti obbligazionari
- Rimborso di prestiti obbligazionari
+ Ottenimento di nuovi finanziamenti
- Rimborso di rate del debito finanziario
- Rimborsi di leasing finanziari
- Dividendi pagati (alla capogruppo e agli azionisti di minoranza)

=    Flusso di cass a generato dalla gestione finanziaria (D)

C - D = Incremento/decremento delle disponibilità liquide

Eugenio Caruso

23 novembre 2009

Tratto da Come preparare e leggere un bilancio.

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