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Elogio della generosità

Ieri su sollecitazione di mia moglie ho visto un vecchio filn del 1994 "Può succedere anche a te" con la regia di Andrew Bergman e protagonisti Bridget Fonda e Nicolas Cage.

New York, Charlie Lang (Cage) è un poliziotto scrupoloso e onesto, amato da ragazzi e adulti del sobborgo del Queens, e sposato con una ambiziosa e petulante parrucchiera, Muriel. Un giorno entra col collega e amico Bo William in un bar a prendersi un caffè, non avendo spiccioli per la mancia, promette alla delusa cameriera Yvonne Biasi (Fonda), separata e derubata dal marito e in grave crisi economica, di tornare l'indomani o con la mancia, o con la metà dell'eventuale vincita della lotteria. Il biglietto si rivela vincente; la vincita stordisce Muriel, tanto ambiziosa quanto sciocca, ma Charlie è intenzionato a mantenere la sua promessa.
La faccenda va su tutti i giornali, e due milioni di dollari finiscono nelle tasche di Yvonne che compra il fast food in cui lavora, mentre Muriel si lancia negli affari guidata da un viscido individuo conosciuto alla festa dei vincitori della lotteria, Jack Gross. Mentre Muriel si fa sempre più scorbutica e assetata di lusso e di denaro, Charlie fa amicizia con Yvonne: i due pattinano, regalano biglietti ai passeggeri della metropolitana, affittano lo Yankee Stadium per una partita di baseball coi ragazzi del Queens.
Muriel, infastidita da questo "speperare" danaro per cause non legate al lusso, e gelosa del successo mediatico di Charlie e Yvonne, litiga violentemente con Charlie che è costretto ad andarsene. Yvonne, nel frattempo, è costretta anche lei ad abbandonare la casa perchè assillata dall'ex-marito, attore fallito, che vuole 50.000 dollari per poter fondare una sua compagnia teatrale. Charlie e Yvonne si ritrovano, fortuitamente, all'hotel Plaza e passano la notte insieme, ma il loro incontro finisce su tutti i giornali. Furiosa, Muriel fa causa a Charlie per portargli via tutti i soldi, compresi quelli donati a Yvonne, facendoli anche passare per falsi e manipolatori, e vince.
Yvonne, sentendosi in colpa, sparisce. Ma Charlie, temporaneamente ospitato da Bo e dalla sua famiglia, la ritrova e le giura che vuole lei e non i soldi. All'incontro assiste un giornalista travestito da barbone, a cui Yvonne dà da mangiare gratis nel suo locale, e che narra la romantica storia del poliziotto e della cameriera, intenzionati ad andarsene da New York per non essere più sotto i riflettori dell'opinione pubblica.
L'articolo del giornalista commuove la cittadinanza; vengono organizzate molte collete a favore dei due giovani che raccolgono ben 600.000 dollari, permettendo loro di rimanere a vivere a New York mantenendo i propri lavori, di divorziare e di sposarsi. Yvonne ricompra il ristorante e Charlie riprende a fare il poliziotto, in coppia con l'amico Bo.
L'ex marito di Yvonne abbandona la carriera d'attore e si riduce a fare il tassista e Muriel torna a lavorare come manicure dopo che il neomarito Gross è scappato all'estero con tutto il suo capitale. La generosità dei due giovani si manifesta anche con il perdono verso i rispettivi coniugi che erano stati gli artefici della loro disgrazia.

cage
Locandina del film

Il film è una storia melensa e sostenuta solo dalla bravura degli attori ma fa ragionare sulla Generosità. Questa è un'attitudine che sgorga spontanea nell'animo di persone comuni; generalmente i generosi lo diventano, anche grazie all'ambiente familiare o sociale in cui sono cresciuti. Nella mia vita ho conosciuto un gran numero di persone avare o ossessionate dal possesso di soldi. Le persone generose le trovi in tutti gli ambiti, a volte i benestanti sono generosi con i soldi e i meno abbienti con il lavoro gratuito. Persone generose per una predisposizione emotiva e non per un proprio tornaconto ne ho incontrate poche. Spesso le persone generose sono definite stupide, perchè mettono sullo stesso piano il benessere degli altri e il proprio. Lo stesso Dante, nella Divina Commedia, taccia i generosi di prodigalità e li condanna all'inferno. Nel medioevo molti artisti vivevano grazie al mecenatismo di nobili e signori, ma questa prodigalità era esercitata perchè gli artisti esaltassero lo stemma o il nome del benefattore. La generosità del monachesimo era dovuta, spesso, alla certezza del premio eterno. La generosità porta alla felicità; io stesso ricordo la mia gioia in quelle occasioni in cui sono stato generoso.

Rammento che Dante e Virgilio entrando nel IV Cerchio, vi trovano stipate moltissime anime. I dannati spingono faticosamente enormi macigni, divisi in due schiere che procedono lungo il Cerchio in senso opposto. Quando cozzano gli uni contro gli altri, si gridano a vicenda: «Perché tieni stretto il masso?» e «Perché lo fai rotolare?», quindi si girano indietro e riprendono la loro bizzarra giostra. Dante, chiede a Virgilio chi siano quei dannati e in particolare se le anime che vede con la tonsura siano effettivamente tutti chierici. Il maestro spiega che tutti loro in vita non spesero il denaro con giusta misura, peccando gli uni di avarizia e gli altri di prodigalità. Le anime con la tonsura furono effettivamente chierici, tutti peccatori di avarizia e fra loro ci sono anche papi e cardinali. Dante si stupisce di non riconoscere nessuno di loro, ma Virgilio chiarisce che il carattere immondo del loro peccato ora li rende del tutto irriconoscibili. Per l'eternità le due schiere di dannati si scontreranno nei due punti del Cerchio, finché il giorno del Giudizio gli avari risorgeranno col pugno chiuso e i prodighi coi capelli tagliati. Virgilio conclude dicendo che i beni terreni, affidati alla fortuna, sono effimeri e tutto l'oro del mondo sarebbe insufficiente a placare queste anime afflitte.

 Recentemente è stato presentato alla Camera il volume “Volontari e attività volontarie in Italia. Antecedenti, impatti, esplorazioni”, a cura di Riccardo Guidi, Ksenija Fonovi e Tania Cappadozzi (Bologna, Il Mulino, 2016), che approfondisce i caratteri e i significati dell’azione volontaria in Italia attraverso un lavoro collettivo e prospettive di diverse discipline. Il libro ha carattere dirompente: non esiste attualmente un altro contributo scientifico accessibile al grande pubblico che affronti lo stesso tema su una base statistica. In Italia 6,63 milioni (12,6%) di persone si impegnano gratuitamente per gli altri o per il bene comune: 4,14 milioni (7,9%) degli italiani lo fanno all’interno di organizzazioni e 3 milioni (5,8%) individualmente (dati Istat 2013).

PROFILI DEI VOLONTARI DEL TERZO SETTORE. Le loro 7 anime. 
Chi sono le persone che fanno muovere il Terzo Settore? I volontari che svolgono la loro attività all’interno delle associazioni sono 4,14 milioni (7,9% degli italiani). Un mondo eterogeneo in cui sono stati distinti sette profili di volontari: i fedelissimi dell’assistenza (il 29,6% dei volontari organizzati, 1.228 mila persone), le educatrici di ispirazione religiosa (il 25% dei volontari organizzati, 1.036 mila persone), i pionieri (il 13,6% dei volontari organizzati, 561 mila persone), gli investitori in cultura (il 10,3% dei volontari organizzati, 427 mila persone), i volontari laici dello sport (l’8,9% dei volontari organizzati, 368 mila persone), i donatori di sangue (l’8% dei volontari organizzati, 333 mila persone) e gli stacanovisti della rappresentanza (il 4,6% dei volontari organizzati, 190 mila persone).

I fedelissimi dell’assistenza. Dedicano mezza giornata alla settimana a chi ha bisogno di aiuto nel campo dei servizi sociali, della protezione civile e della sanità.

Le educatrici di ispirazione religiosa. Si dedicano alle attività educative e alla catechesi; un impegno settimanale vissuto come stile di vita, in particolare per le donne del Sud.

I pionieri. Laici ed istruiti, sperimentano modalità di impegno per l’ambiente e la collettività ai margini delle modalità organizzative tradizionali.

Gli investitori in cultura. Mettono a disposizione competenze professionali specializzate e offrono supporto organizzativo per iniziative culturali e ricreative.

I volontari laici dello sport. Sono allenatori e dirigenti di associazioni sportive dilettantistiche.

I donatori di sangue. Per lo più maschi, occupati, genitori e in buona salute, fidelizzati all’associazione; si mettono a disposizione una volta al mese.

Gli stacanovisti della rappresentanza. Sono dirigenti e organizzatori di associazioni che si occupano di politica, attività sindacale e tutela dei diritti; per un terzo è un impegno a tempo pieno.

PROFILI DEI VOLONTARI INDIVIDUALI
Caratteri salienti e profili dei volontari. Non di sole associazioni vive il volontariato: impegno diretto per gli altri o per la collettività.
Per la prima volta in Italia conosciamo chi si impegna gratuitamente a beneficio di persone al di là della propria famiglia o per la collettività e ambiente. Sono volontari che non operano all’interno di organizzazioni ma in modo informale. Il tasso di volontariato individuale è del 5,8%: sono 3 milioni gli italiani che si impegnano gratuitamente per gli altri in maniera diretta e non attraverso le organizzazioni. Sono stati individuati quattro profili di volontari individuali:
quelli che… danno una mano (il 34,2% dei volontari individuali, 852mila persone), quelle che… senza come si farebbe (il 28,4% dei volontari individuali, 707 mila persone), quelli che… scelgono di fare da soli (al 27,6% dei volontari individuali, 688mila persone), quelli che… per donare vanno diritti all’ospedale (il 9,9% dei volontari individuali, 246mila persone).

Quelli che… danno una mano. Offrono aiuto in casa o per pratiche burocratiche; rappresentano la ‘filiera corta’ dell’attivazione delle reti di prossimità.

Quelle che… senza come si farebbe. Offrono assistenza qualificata a persone in difficoltà; è una relazione di aiuto duratura, un vero e proprio servizio complementare all’autogestione famigliare. L’attività di cura è svolta in prevalenza da donne: la maggior parte (69,9%) lo fa per almeno 10 ore al mese, una su cinque (20,5%) per più di 40 ore al mese.

Quelli che… scelgono di fare da soli. Sono per lo più laureati, professionisti, impegnati con continuità (42,2% da oltre dieci anni, 17,5% da cinque a nove anni) per l’ambiente o cultura; rispetto ai volontari impegnati nelle organizzazioni, il tempo dedicato è minore (da due a quattro ore al mese).

Quelli che… per donare vanno diritti all’ospedale. Sono i donatori di sangue che dedicano un’ora al mese al di fuori delle associazioni. Per i donatori di sangue, la condizione socio-culturale influenza la decisione fra essere volontari individuali o volontari in associazione. Il profilo del donatore è straordinariamente simile tra chi dona il sangue attraverso le associazioni e chi lo fa in maniera diretta: maschio, fasce centrali di età, genitore, lavora, in buona salute, scarsa frequenza dei luoghi di culto. Dove origina quindi la differenziazione tra i donatori individuali e i volontari delle associazioni per la donazione del sangue? Nella condizione socio-culturale. Infatti il tipico donatore individuale fa l’operaio, non partecipa ad eventi culturali e non legge libri o quotidiani.

Eugenio Caruso

25-01-2021

Tratto da

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www.impresaoggi.com