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Nascita e storia dell'industria di produzione, Evoluzione del concetto di impresa.

Le circostanze che ci spaventano sono, o Lucilio, pił numerose di quelle che ci opprimono: soffriamo pił per la nostra immaginazione che per la realtą concreta.

Seneca Lettere morali a Lucilio.


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1. Evoluzione dell'impresa

È ben noto che l'industrializzazione ha origine in Inghilterra nella seconda metà del XVIII secolo e che si propaga rapidamente ad altri paesi. Questo periodo è passato alla storia con la denominazione di "rivoluzione industriale", a causa delle ripercussioni economiche e sociali che esso ha provocato, in particolare, la nascita del capitalismo (1).

Nel XIX secolo, l'industria inizia ad assumere caratteri ben precisi:

  • la separazione tra la proprietà dei mezzi di produzione e i produttori diretti,
  • l'accentramento della mano d'opera in un unico luogo di lavoro (la fabbrica),
  • l'impiego intensivo di macchine azionate da motori (in successione, idraulici, a vapore, elettrici),
  • la produzione di massa.

È, anche, opportuno osservare che, nella seconda metà del XIX secolo, Augusto Compte adottò il positivismo (2) per i suoi trattati di filosofia e sociologia (3), che si diffusero, rapidamente, in tutto il mondo occidentale; il positivismo fertilizzò il terreno per la crescita dell'industrializzazione.
 
Infatti, il positivismo afferma.

  • La conoscenza è ricondotta alla natura e richiede un metodo per analizzare i fenomeni. Il ricorso a cause o principi che non sono riconducibili al metodo scientifico non dà origine a conoscenza.
  • La scienza è garante di una conoscenza certa e accettata da tutti.
  • Gli uomini hanno come fine la felicità di tutti.
  • Il progresso è inarrestabile e legato alla scienza.

a fine del XIX secolo viene ampliato il suffragio universale, nascono i partiti socialisti e i sindacati. I sociologi dell'epoca introducono il concetto di "democrazia moderna", come quella condizione politica che consente al popolo di esprimere le proprie necessità attraverso mezzi giuridici atti a soddisfarle.

Con l'industrializzazione e con il capitalismo nasce l'era moderna che, nel bene e nel male, rivoluziona la vita familiare, sociale, politica, economica e culturale dell'occidente.

2. Transizione dall'impresa artigianale all'impresa fordista

Nella seconda metà del XIX secolo gran parte delle popolazioni dei paesi, oggi, industrializzati vive di agricoltura e gran parte dei bisogni delle famiglie, sia in termini di prodotti, che di servizi, viene realizzata all'interno della famiglia. Là dove non arrivano le competenze e le risorse proprie si ricorre ai piccoli commercianti o agli artigiani.
Le famiglie aristocratiche e la borghesia ricorrono, quasi esclusivamente, all'offerta dei grandi commercianti e artigiani che operano, per lo più, nelle città.
Alla fine dell'ottocento l'offerta di prodotti al settore privato (beni di consumo e beni durevoli) è caratterizzata da una scelta ampia e spesso molto sofisticata e il sistema produttivo poggia, come detto, sull'impresa artigianale; si pensi all'industria automobilistica che produce esemplari unici, le famose gran turismo, quasi su misura rispetto alle richieste del cliente. I volumi di vendita sono però modesti, l'automobile, ad esempio, è alla portata solo di coloro che dispongono di redditi elevati. Nel mondo dell'impresa artigianale è il cliente che si rivolge al fornitore che viene cercato e scelto in base alle caratteristiche del suo prodotto e alla sua fama.
In quello stesso periodo, peraltro, esiste già anche una grande industria manifatturiera e gli economisti dell'epoca avvertono che i vantaggi comparati (4) per il successo dell'industria sono sostanzialmente tre.

  • Vicinanza alle fonti di risorse naturali.
  • Abbondanza di capitali.
  • Abbondanza di forza lavoro.

Alla fine del XIX secolo, ad esempio, le dieci maggiori imprese statunitensi sono:

  • American cotton oil company
  • American steel
  • American sugar refining company
  • Continental tobacco
  • General electric
  • National leed
  • Tennesse coal and iron
  • People's gas
  • US leather
  • US rubber

tutte imprese che, ad eccezione della General Electric, godono dei vantaggi comparati succitati.
Ma anche allora valeva il principio introdotto, da Joseph Alois Schumpeter (5) e rielaborato, recentemente, dall'economista americano Lester Thurow e cioè «Il capitalismo è un processo di distruzione creativa secondo il quale nuove imprese piccole e dinamiche sostituiscono imprese grandi e vecchie, che non sono state capaci di adattarsi a nuove condizioni».
Coerentemente con questo principio, nel primo decennio del XX secolo, delle dieci prime imprese statunitensi, sopra elencate, è sopravvissuta solo la General Electric, l'azienda fondata da Thomas Edison, l'unica che non basa il proprio vantaggio comparato sulle risorse naturali. Questa evidenza dimostra che la ricchezza di un paese non è più un "diritto di nascita" legato al possesso di risorse naturali; capitale e lavoro hanno preso il sopravvento.

La distruzione creativa ha portato alla scomparsa di vecchie imprese e alla nascita di nuove che hanno saputo adattarsi alle nuove condizioni.

All'inizio del secolo, infatti, la distribuzione della ricchezza inizia a interessare un numero sempre maggiore di persone che aspirano, non solo ad elevare il proprio livello sociale, ma anche a possedere beni di consumo e beni durevoli in grado di assicurare maggiori comodità, e, pertanto, le imprese devono adattarsi a questa nuova realtà.
Per rispondere a una domanda sempre più sostenuta, sono necessari due ingredienti: una produzione di massa e prezzi accessibili a un numero sempre maggiore di persone. Hanno, pertanto, successo quelle imprese che per prime adottano i principi delle economie di scala, della parcellizzazione del lavoro (6), della produzione di serie e della standardizzazione. Nasce il concetto di catena di montaggio. A questo proposito, giova osservare, che architetti statunitensi, sostengono che un modello di catena di montaggio fosse stato introdotto dai romani per la costruzione dell'Anfiteatro flavio, meglio noto come Colosseo. Per la sua costruzione, durata dieci anni e alla quale lavorarono decine di migliaia di operai e di artigiani, gli ingegneri romani dovettero suddividere il lavoro della manodopera in molte fasi: trasporto, taglio e sistemazione dei blocchi di travertino, trasporto, taglio e sistemazione dei blocchi di tufo, produzione dei mattoni (ce ne vollero più di un milione), produzione del cementizio, realizzazione degli archi, incisione delle pietre, lavorazione dei marmi, lavorazione del ferro e del legno, realizzazione degli affreschi murali, ecc. Queste attività dovevano procedere secondo schemi e tempistiche precisissime per i quali non è, probabilmente, usurpata la denominazione di primo esempio di catena di montaggio.

L'impresa che nasce all'inizio del secolo è chiamata "impresa fordista" in ricordo dell'industria che lanciò la motorizzazione di massa negli Usa; è del 1908, infatti, la prima utilitaria costruita dalla Ford utilizzando, per la prima volta, la catena di montaggio.

L'impresa fordista è chiusa, si presenta quasi come un corpo ostile sul territorio, la sua missione è la produzione di massa, le sue esigenze sono quelle di sfruttare al massimo impianti rigidi, di grandi dimensioni ed enormemente costosi, ogni componente del prodotto finale è realizzato all'interno della fabbrica, non esiste alcuna sensibilità circa i danni che la fabbrica produce sull'ambiente, né sulla sicurezza dei lavoratori, i consumi energetici sono enormi.

3. L'impresa orientata alla produzione

È nata la grande industria che si rivolge direttamente al consumatore e la sua missione è produrre. Le caratteristiche salienti dell'impresa orientata alla produzione sono:

  • il rapporto tra produttore e utilizzatore è monodirezionale, dal produttore all'utilizzatore;
  • il consumatore è "prigioniero" di un sistema transazionale che non controlla;
  • l'impresa è orientata a vendere ciò che produce;
  • l'impresa è convinta di esistere perché produce;
  • l'impresa parte da se stessa, concentra la propria attenzione sulla produzione e/o sul prodotto e si propone di conseguire il massimo profitto massimizzando i volumi di produzione.

1 Obiettivo del sistema economico capitalistico è la massimizzazione del profitto e il suo reimpiego per l'allargamento delle attività produttive, mentre nelle società precapitaliste il sovrappiù non era investito ma utilizzato per il consumo delle classi proprietarie.

2 Il termine fu introdotto da Saint-Simon per designare il metodo esatto delle scienze; Saint-Simon indicò, anche, la sua applicabilità alla filosofia.

3 Compte è considerato il fondatore della sociologia.

4 Oggi diremmo vantaggi competitivi.

5 Il grande economista austriaco famoso per la celebre tesi dell'interesse quale reddito dinamico, da cui la doppia implicazione: nessun profitto senza sviluppo, nessuno sviluppo senza profitto.

6 Taylor fu il fondatore dello scientific management, meglio noto come taylorismo. I principi operativi del taylorismo sono a) Il processo di produzione industriale viene ridotto a singole semplici operazioni. b) Si cronometra il tempo standard di ogni operazione. c) Il lavoratore deve essere istruito per arrivare allo standard. d) Il lavoratore deve concentrarsi sullo sviluppo delle sue capacità manuali. e) Il lavoratore acquisisce le necessarie capacità, anche stimolato da incentivi economici.


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