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Costanzo III, associato al trono da Onorio

I GRANDI PERSONAGGI STORICI - Imperatori romani


Ritengo che ripercorrere le vite dei maggiori personaggi della storia del pianeta, analizzando le loro virtu' e i loro difetti, le loro vittorie e le loro sconfitte, i loro obiettivi, il rapporto con i piu' stretti collaboratori, la loro autorevolezza o empatia, possa essere un buon viatico per un imprenditore come per una qualsiasi persona.

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Costanzo III

Flavio Costanzo, meglio noto come Costanzo III ( Naisso, 370 circa – Ravenna, 2 settembre 421), e' stato imperatore nel 421, assieme al cognato Onorio. Fu un generale vittorioso e il vero detentore del potere per la maggior parte degli anni 410.
Cristiano, nacque a Naissus (moderna Nis, in Serbia). Flavio Costanzo fu un soldato di carriera di origini non barbare che combatte' in Oriente in diverse campagne di Teodosio I, per poi trasferirsi nell'esercito d'Occidente dopo le campagne di Teodosio contro l'usurpatore Eugenio. Sali' fino al massimo grado, quello di magister militum, sotto Onorio. Secondo Heather e' possibile che sia stato un sostenitore di Stilicone: infatti fu proprio Costanzo a occuparsi di giustiziare i responsabili dell'esecuzione di Stilicone, tra cui Olimpio. Costanzo inizio' la sua scalata al potere intorno al 410, usando la violenza per eliminare i rivali: accuso' Allobicio di essersi accordato con l'usurpatore Costantino III, determinando la sua caduta in disgrazia ed esecuzione; poco tempo dopo, in seguito alle vittorie ottenute contro gli usurpatori Costantino e Geronzio, vendico' l'assassinio di Stilicone, facendo mozzare le orecchie e uccidere Olimpio.
Nel 411, nominato comes o magister militum, si risolse a recuperare per Onorio il controllo dei territori gallici e ispanici finiti in mano a usurpatori: comandando personalmente la fanteria, mentre a Ulfila spetto' il comando della cavalleria, sconfisse Geronzio, generale di Massimo (usurpatore in Hispania), e Costantino III ad Arelate.
Costantino si era ribellato ad Onorio (407), ma poi era entrato in contrasto col proprio generale Geronzio, che aveva proclamato imperatore Massimo (409); Geronzio aveva poi assediato Costantino dentro la citta' di Arles (411), ma l'arrivo delle truppe di Costanzo dall'Italia l'aveva messo in grossa difficolta', essendo allo stesso tempo assendiante ed assediato. Geronzio venne abbandonato dalle truppe e poi ucciso in Hispania. Tolto di mezzo il capace generale, Costanzo pose l'assedio alla citta' per tre mesi, finche' il generale di Costantino, Edobico, inviato oltre la frontiera a trovare alleati, non torno' con un grande esercito di franchi e alamanni. Di fronte alle mura di Arles, Costanzo affronto' e sconfisse Edobico, che venne poi tradito e ucciso da un suo amico. Costantino fu costretto ad arrendersi a Costanzo quando le proprie truppe renane lo abbandonarono per allearsi all'altro usurpatore, Giovino. Costanzo concesse un salvacondotto a Costantino, che si era fatto ordinare sacerdote, ma lo fece poi catturare e uccidere. Costanzo si occupo' poi di Giovino, eletto usurpatore da alani e burgundi e appoggiato dai visigoti: il generale romano fece in modo che i visigoti abbandonassero Giovino, che fu cosi' rovesciato.
Nel frattempo, pero', il comes d'Africa, Eracliano, rivale di Costanzo, si rivolto', nel tentativo forse di minare l'influenza di Costanzo su Onorio, ma il suo attacco all'Italia falli' venendo vinto in battaglia da un generale di Costanzo e ucciso. Costanzo uso' le proprieta' confiscate a Eracliano per coprire le spese per il suo primo consolato (414). Sconfitti tutti gli usurpatori, Costanzo ebbe ora a disposizione tutte le forze dell'Impero per poter tentare un attacco ai gruppi barbari che si erano stanziati in Gallia e in Spagna; prima di volgersi contro i visigoti, Costanzo decise comunque di assicurarsi la fedelta' delle truppe che in passato avevano appoggiato gli usurpatori, concedendo loro un aumento di stipendio.
Nel 412 i Visigoti di Ataulfo, abbandonata l'Italia, entrarono in Gallia. Nel 414 inizio' una offensiva militare contro i Visigoti; in risposta, Ataulfo nomino' imperatore Prisco Attalo, gia' usurpatore contro Onorio. L'intenzione di Ataulfo era di ottenere un ruolo politico di primo piano nell'Impero e per questo motivo sposo' Galla Placidia ed ebbe un figlio da lei, Teodosio, in modo da imparentarsi con la famiglia imperiale; non avendo avuto figli Onorio, il figlio di Ataulfo e di Galla Placidia avrebbe potuto vantare pretese al trono d'Occidente. Tuttavia ne' Onorio ne' Costanzo accettarono le pretese di Ataulfo, volendo si' indietro Galla Placidia ma non alla condizione di concedere al suo marito goto un ruolo preeminente a corte. Nel frattempo Costanzo, invece di arrischiare il suo esercito in battaglia, decise di sfruttare un punto debole dei Goti, la loro difficolta' di procurarsi i rifornimenti, bloccando loro tutte le vie di comunicazione: il blocco imposto da Costanzo ai porti gallici fu tanto efficace che i Visigoti abbandonarono la Gallia e la citta' di Narbona per l'Hispania, nel 415.
Prisco Attalo tento' di fuggire, ma fu catturato dalle forze di Costanzo e inviato a Ravenna , mentre il sovrano visigoto fu ucciso da un goto che era stato al seguito del rivale Saro (estate del 415). Morti Ataulfo e il suo successore Sigerico, nello stesso anno Costanzo stipulo' un trattato col nuovo re visigoto Vallia: in cambio di 600.000 misure di grano e del territorio della regione d'Aquitania, dai Pirenei alla Garonna, i visigoti, in qualita' di alleati ufficiali ovvero stato vassallo dell'impero (foederati), si impegnavano a combattere in nome dei romani i vandali, gli alani e i suebi, che nel 406 avevano attraversato il fiume Reno e si erano dislocati nella provincia d'Hispania. L'accordo prevedeva anche la liberazione di Galla Placidia, sorella di Onorio, catturata durante il sacco di Roma del 410, e la quale, nel 417, ando' in sposa a Costanzo, legandolo alla Casata di Teodosio. Il 1º gennaio 417 avvenne il matrimonio tra i due; nello stesso giorno Costanzo festeggio' il suo secondo consolato.
Grazie all'operato di Flavio Costanzo, rispetto al 410, l'Impero aveva recuperato la Gallia, sconfiggendo usurpatori e ribelli, e una parte della Spagna, annientando, grazie ai visigoti, gli alani. I goti condotti da Wallia ottennero dei promettenti ma effimeri a lungo termine successi contro i vandali e gli alani in Hispania, come narrato da Idazio:
« I Vandali Silingi della Betica furono spazzati via attraverso il re Wallia. Gli Alani, che regnavano su Vandali e Svevi, furono sterminati dai Goti al punto che... scordarono perfino il nome del loro regno e si misero sotto la protezione di Gunderico, il re dei Vandali [Asdingi] che si era stabilito in Galizia. »
(Idazio, Cronaca, anni 416-418.)
Ricevute da Wallia le province riconquistate di Cartaginense, Betica e Lusitania, Costanzo premio' Wallia e i visigoti permettendo loro di stanziarsi in qualita' di foederati (alleati dell'Impero) nella Valle della Garonna, in Aquitania, dove ottennero terre da coltivare. L'Aquitania sembra sia stata scelta da Costanzo come terra dove far insediare i visigoti per la sua posizione strategica: infatti era vicina sia alla Spagna, dove rimanevano da annientare i vandali asdingi e gli svevi, sia al Nord della Gallia, dove forse Costanzo intendeva impiegare i visigoti per combattere i ribelli separatisti bagaudi nell'Armorica.
Per riallacciare i rapporti con i grandi proprietari terrieri gallici, alcuni dei quali, lasciati in balia dei barbari, avevano preferito trasferire la loro alleanza dall'Impero ai barbari per scongiurare una possibile confisca dei loro terreni da parte dei nuovi padroni, Costanzo spinse Onorio a istituire un concilio delle sette province (della Gallia a sud della Loira), che si riuniva ogni anno ad Arelate. La prima seduta si tenne nel 418 ed e' possibile che abbia riguardato il problema delle terre da assegnare ai visigoti.
Nel frattempo, nel 417 Costanzo invio' Exuperanzio in Armorica, per sedare la rivolta dei bagaudi e restituire la Gallia nord-occidentale all'Impero, ed e' plausibile che Costanzo abbia pensato di intervenire persino in Britannia. Nel 420 inoltre una cronaca riporta che il generale Castino, sottoposto di Costanzo, combatte' contro i Franchi. Nel frattempo in Galizia, Gunderico, re dei vandali, rinforzato dagli alani superstiti, mosse guerra agli svevi: i Romani, nel 420, reagirono, spingendo i vandali a trasferirsi in Betica.
Costanzo ricevette l'onore del titolo di patricius, iniziando ad esercitare sempre piu' influenza sul debole Onorio; da Galla Placidia ebbe Valentiniano III e Giusta Grata Onoria, mentre l'8 febbraio 421 divenne co-imperatore, divenendo l'effettivo signore dell'occidente. Curiosamente, si lamento' della perdita di liberta' personale causata dall'assunzione della porpora. L'elevazione di Costanzo non fu pero' riconosciuta dal collega d'oriente, il nipote di Onorio, Teodosio II; si tramanda che Costanzo stesse organizzando una spedizione militare in oriente per far riconoscere i propri diritti, quando mori' all'improvviso, il 2 settembre 421, dopo appena sette mesi di regno. La carriera di Costanzo, che sali' dai vertici dell'esercito romano sino al soglio imperiale, influenzo' figure successive, tra cui Flavio Ezio e Ricimero; solo Petronio Massimo riusci' ad imitarlo, pero', regnando per un periodo ancora piu' breve.
Orosio loda Costanzo per essere stato il primo generale romano non barbaro dopo lungo tempo e per i suoi successi militari.
Olimpiodoro di Tebe lo descrive cosi':
"Era Costanzo qual vedevasi in pubblico, di volto malinconico e tetro; con occhi spalancati, con alta la testa, ma poi inclinandola sino al collo del cavallo, su cui era salito; e volgeva obbliquamente qua e la' lo sguardo a modo che pareva a tutti, come con frase antica si dice, figura degna d'impero. Pero' nelle une, e negli altri simposi era si giocondo e civile che molte volte a tavola gareggiava scherzando coi mimi."
Sempre Olimpiodoro pero' riferisce che il matrimonio con Placidia lo rese avido:
"Costanzo ... era finalmente stato innalzato, siccome dicemmo, all'imperio. Molte lodi merito'; e quella spezialmente che non fu avido d'oro prima che sposasse Placidia. Quando pero' l'ebbe sposata, ne divento' avidissimo. ...accorsero a Ravenna da ogni parte persone da lui ingiustamente spogliate dei loro beni, e che li domandavano. Ma la bonarieta' di Onorio, e la troppa influenza che sopra di lui Placidia esercitava, resero inutili le querele, e percio' la forza e la potenza della giustizia.". Curiosamente, secondo sempre Olimpiodoro, si lamento' della perdita di liberta' personale causata dall'assunzione della porpora:
"Costanzo intanto fu fatto collega di Onorio nell'imperio: in tale dignita' inalzato sivvero da lui, ma contro cuore... Costanzo intanto cadde ammalato pel rincrescimento d'avere accettata la dignita' imperiale, poiche' non poteva piu', com'era solito, andare e venire liberamente ovunque volesse, ne' piu' avea la liberta' di divertirsi in giuochi e spettacoli, come prima; tali cose non essendo permesse a un imperadore. Percio' nel settimo mese del suo imperio, in conformita' anche a quello che un sogno aveva indicato, essendogli sembrato di udire: il sesto ando', ed incomincia il settimo, egli peri' per una pleuritide... ". Secondo Muratori:
"Ma se non merita fede questo istorico Pagano, allorche' dopo aver fatto si bell'elogio di Costanzo, cel vuole dipignere per uomo di debolissimo cuore; molto men la merita, allorche' soggiunge, che rimasta vedova Placidia, le mostro' tanto affetto l'Augusto Onorio, con baciarla anche spesso in volto... Queste senza dubbio son ciarle di uno Scrittor Gentile, nemico de' Regnanti Cristiani, o' ciarle de' Greci, sempre mal' affetti a i Latini. La Virtu', che maggiormente risplende' in Onorio, fu la Pieta'; e non n'era priva la stessa Galla Placidia.". (Antonio Lodovico Muratori, Annali d'Italia, anno 421.)
Costanzo fu indubbiamente un grande generale, che risollevo' le sorti di un travagliato impero. Nel 410 la situazione dell'Impero d'Occidente non poteva essere piu' disperata, con l'Italia in balia di Alarico, la Gallia in mano agli usurpatori e la Spagna occupata dai barbari; Costanzo riusci' nell'impresa di sconfiggere gli usurpatori gallici, di raggiungere un compromesso tutto sommato accettabile con i visigoti e di utilizzare i visigoti stessi contro i barbari della Spagna, sterminandone almeno una meta'.
Tuttavia non bisogna negare che, nonostante i successi di Costanzo, la situazione dell'Impero fosse ancora precaria: da un'analisi della Notitia dignitatum, Peter Heather ha potuto ricavare che dalle lotte tra il 405 e il 420 l'esercito comitatense romano occidentale perse quasi meta' dei suoi reggimenti, e le enormi perdite non poterono essere colmate adeguatamente, a causa della diminuzione del gettito fiscale dovuta alle devastazioni belliche, con conseguente improduttivita' dei campi, e alla perdita di vari territori finiti in mano barbara. La diminuzione del gettito fiscale comporto' infatti una diminuzione dei fondi a disposizione per mantenere e equipaggiare l'esercito, con conseguente difficolta' economica di arruolare nuove truppe: cosicche' le perdite enormi dovute alle guerre si dovettero colmare per lo piu' spostando reggimenti di limitanei nell'esercito campale, con conseguente perdita di quantita' (in quanto il totale delle truppe (comitatensi piu' limitanei) era diminuito) e qualita' (perche' i limitanei promossi a comitatensi non avevano ricevuto un addestramento adeguato), mentre furono relativamente pochi i nuovi reggimenti campali costituiti tramite reclutamento di nuove leve di prima classe ("veri" comitatensi o fanteria pesante).
Secondo Heather il decesso di Costanzo porto' a un peggioramento della situazione per l'Impero:
"Come quasi sempre avviene nei regimi a partito unico, quando Costanzo mori' non lascio' alcun delfino pronto a sostituirlo (lui stesso aveva fatto in modo che non ve ne fossero). E siccome Onorio era del tutto incapace di fare politica, tocco' tra i piu' eminenti tra i subordinati di Costanzo ristabilire l'ordine gerarchico all'interno dei propri ranghi. Il risultato furono dieci anni abbondanti di caos politico; finche' verso il 433 non fu ripristinata un'apparenza di stabilita'. ... La paralisi politica di Ravenna lascio' le forze armate straniere libere di perseguire i loro scopi, che nell'insieme andarono a tutto discapito dello stato romano. Per esempio il gruppo dei visigoti, ... franchi e alamanni, davano segni di agitazione. E si rimisero in movimento".
(Peter Heather, La caduta dell'Impero romano, p. 316 e p. 322.)

Eugenio Caruso - 30 luglio 2018

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www.impresaoggi.com