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Come preparare e leggere lo stato patrimoniale. Bilancio d'impresa N. 2.


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2 Passività e patrimonio netto

Nel definire lo schema per le passività il legislatore nazionale ha seguito un criterio basato sulla natura delle fonti; le fonti sono raggruppate nelle macroclassi A, B, C e D.

  • Le fonti proprie, sia interne che esterne, sono raggruppate nella macro classe B (patrimonio netto).
  • I debiti potenziali nella macro classe B (fondi per rischi ed oneri).
  • I debiti nella voce C (trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato) e D (debiti), con distinzione della natura del creditore.

La macro classe E può essere considerata, sostanzialmente come debiti.

Fig. 3 Schema di redazione del passivo dello stato patrimoniale

PASSIVO

 

 

A) Patrimonio netto

I. Capitale

II. Riserva da sovraprezzo delle azioni

III. Riserve di rivalutazione

IV. Riserva legale

V. Riserva per azioni proprie in portafoglio

VI. Riserve statutarie

VII. Altre riserve, distintamente indicate

…….
…….

VIII. Utili (perdite) portati a nuovo

IX. Utile (perdita) dell'esercizio

 

Totale A

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

x
x

 

x

x

x

x

x

x

x



 

 

 

x

 

X

B) Fondi per rischi e oneri
 

  1. per trattamento di quiescenza e obblighi simili;
  2. per imposte, anche differite;
  3. altri.

Totale B

 

 

 

x
x
x

X

C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato

Totale C

 

 

 

 

X

D) Debiti

  1. obbligazioni;
  2. obbligazioni convertibili;
  3. debiti verso soci per finanziamenti;
  4. debiti verso banche;
  5. debiti verso altri finanziatori;
  6. acconti;
  7. debiti verso fornitori;
  8. debiti rappresentati da titoli di credito;
  9. debiti verso imprese controllate;
  10. debiti verso imprese collegate;
  11. debiti verso controllanti;
  12. debiti tributari;
  13. debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale;
  14. altri debiti.

Totale  D

 

 

 

x
x

x
x
x
x
x

x
x
x

x
x

x
x

 

 

X

E) Ratei e risconti
- aggio su prestiti

- vari.

 

Totale E

 

x
x

 

 

x

X

TOTALE PASSIVO

 

X

A) Patrimonio netto o mezzi propri

Il patrimonio netto costituisce l'insieme dei diritti che i soci vantano nei confronti dell'impresa; non rappresenta un debito vero e proprio e per questo è anche chiamato mezzi propri. Questa voce si articola in tre categorie:

  • il capitale sociale,
  • le riserve,
  • il risultato dell'esercizio.

I. Capitale sociale

Corrisponde al valore nominale delle azioni, nel caso di una società per azioni, o alle quote di partecipazione sottoscritte dai soci, nel caso di società a responsabilità limitata o di persone.

II. Riserva da sovrapprezzo delle azioni

Quando una società decide di aumentare il capitale sociale può emettere le nuove azioni a un prezzo superiore al valore nominale; la differenza tra il valore delle azioni emesse ed il valore delle azioni al prezzo nominale rappresenta il sovrapprezzo.

III. Riserve di rivalutazione

In casi eccezionali (in presenza di inflazione, ad esempio) l'iscrizione all'attivo dei beni può avvenire ad un valore superiore a quello di costo. Per compensare il maggior valore iscritto all'attivo viene creata una riserva che esprime il maggior valore del patrimonio netto.

IV. Riserva legale

Obbligatoriamente, per coprire possibili perdite future, l'impresa deve costituire una riserva legale accantonando almeno il 5%  dell'utile netto annuale fino al raggiungimento del 20% del capitale sociale.

V. Riserva per azioni proprie in portafoglio

Accantonamenti obbligatori a fronte dell'acquisto di azioni proprie  o di azioni della società controllante; hanno funzione di garanzia nei confronti di terzi.

VI. Riserve statutarie

Accantonamento di utili che l'impresa è obbligata a realizzare in forza di specifici obblighi sanciti dallo statuto della società. Lo statuto stabilisce le modalità di costituzione e di utilizzazione di questa riserva.

VII. Altre riserve

Comprende le riserve non inscritte in altre voci del patrimonio netto.

VIII: Utili o perdite portati a nuovo

L'assemblea dei soci può decidere di non distribuire tutto l'utile, ma di accantonarne una parte in previsione di esercizi meno favorevoli; anche le eventuali perdite possono, in parte, essere rinviate a futuri esercizi più favorevoli.

IX. Utile o perdita d'esercizio

Coincide con l'ultima riga del conto economico dello stesso esercizio.

B) Fondi per rischi e oneri

In questa macroclasse vengono inseriti accantonamenti destinati a coprire costi, o certi dell'ammontare ma incerti del quando, oppure incerti, sia dell'ammontare, sia del quando.

  1. Fondo per trattamento di quiescenza e obblighi simili. Sono fondi di previdenza del personale diversi dal trattamento di fine rapporto (TFR), come i fondi pensione sostitutivi o integrativi del trattamento previdenziale dell'Inps o di altri Istituti di previdenza.
  2. Fondo per imposte. Accantonamenti effettuati a fronte di debiti tributari probabili o di ammontare indeterminato. Non comprende quelli certi che vanno inseriti sotto la voce debiti tributari.
  3. Altri fondi. Rappresenta altri fondi non previsti tra i primi due come, a esempio, i rischi dei cambi, i rischi nel collaudo impianti, i rischi per rettifiche dei prezzi di vendita, i rischi per manutenzioni straordinarie di impianti di produzione.

C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato Il TFR accoglie le somme relative all'indennità di anzianità dei dipendenti e rappresenta un debito che l'impresa contrae con essi.

D) Debiti. Nella categoria debiti sono elencate, con separata indicazione delle quote scadenti entro o oltre l'esercizio successivo, tutte le forme di finanziamento attive al momento della redazione dello stato patrimoniale.

  1. Obbligazioni. Debiti obbligazionari emessi dalla società, a esclusione dei debiti obbligazionari convertibili.
  2. Obbligazioni convertibili. Obbligazioni che al momento della scadenza possono essere, a scelta dell'investitore, rimborsate o convertite in azioni.
  3. Debiti verso soci per finanziamenti da parte loro.
  4. Debiti verso banche. Raccoglie tutti i debiti verso le banche, sia di breve termine (a esempio, lo scoperto di conto corrente), sia di medio lungo termine (a esempio, i mutui).
  5. Debiti verso altri finanziatori. Debiti verso finanziatori diversi dalle banche come società finanziarie o persone fisiche.
  6. Acconti. Anticipi ottenuti da clienti a fronte di future forniture di merci o servizi.
  7. Debiti verso fornitori. Fatture passive ancora da pagare a fronte della fornitura di merci o servizi già acquisiti.
  8. Debiti rappresentati da titoli di credito.Debiti che hanno come supporto giuridico una cambiale o altro titolo di credito.
  9. Debiti verso imprese controllate.
  10. Debiti verso imprese collegate.
  11. Debiti verso imprese controllanti.
  12. Debiti tributari. Debiti verso l'amministrazione dello stato diversi dal fondo imposte (a esempio, saldo delle tasse di competenza dell'anno, IVA da versare).
  13. Debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale. Debiti maturati nei confronti di enti previdenziali e assistenziali per la parte di oneri sociali a carico dell'impresa e per le ritenute effettuate nei confronti dei dipendenti.
  14. Altri debiti. Voci che non hanno riscontro tra quelle precedentemente elencate.

E) Ratei e risconti passivi. Sono assimilati a debiti in corso di liquidazione; essi nascono a causa dello sfasamento temporale tra eventi economici (vendita o consumo di risorse) e finanziari (entrate o uscite di cassa).
I ratei passivi sono costi di competenza dell'esercizio ma pagabili in esercizi successivi.
I risconti passivi sono proventi percepiti entro la chiusura dell'esercizio ma di competenza di esercizi successivi.
Giova ricordare che i costi per le prestazioni dei servizi aziendali figurano nello stato patrimoniale solo sotto la voce ratei e risconti (vedi ratei e risconti attivi).


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