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Glossario economico e finanziario.


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Sabatini (legge) La Legge 1329/65, meglio nota come "Legge Sabatini", è in vigore da oltre trent'anni e manifesta tuttora la propria validità. Tale legge soddisfa due esigenze essenziali nel mercato dei beni strumentali: -quella dell'acquirente dilazionando gli esborsi di cassa con il minor gravame possibile di interessi passivi; - quella del venditore di espandere il fatturato offrendo le condizioni di pagamento più convenienti per la Clientela, con adeguata tutela del proprio rischio d'impresa attraverso la formula dello sconto "PRO-SOLUTO".
Sabatini (nuova). Vedi articolo.
Salario di riserva (Sr). Valore monetario di un'ora di tempo libero.
Saggio di rotazione del capitale (Capital turnover). In analisi finanziaria, è il rapporto tra il fatturato dell'esercizio e i mezzi propri. Viene utilizzato per valutare di quanto il capitale proprio di un'azienda è in grado di finanziare l'espansione delle attività.
SAL. Stato Avanzamento Lavori. Usato sia negli appalti pubblici sia per stabilire, nel conto economico di un bilancio, la competenza di un'attività in un esercizio.
Salario di riserva (Sr). Valore monetario di un'ora di tempo libero.
Salario minimo contrattuale. Retribuzione di base spettante ai lavoratori dipendenti di una certa categoria professionale e di un certo settore secondo i parametri fissati dai contratti collettivi.
Saldo (balance). Rappresenta la consistenza numerica di un conto ottenuta dalla somma algebrica di tutte le sue componenti. Nelle banche, saldo disponibile dei fondi presenti in un conto corrente dopo aver sottratto gli oneri di tenuta dello stesso, gli addebiti e i depositi non ancora accreditati.
Saldo corretto per il ciclo economico. Il saldo dei conti pubblici corretto per gli effetti del ciclo economico fornisce una stima del saldo che si registrerebbe qualora il sistema economico si collocasse sul suo sentiero di crescita tendenziale, senza presentare fluttuazioni cicliche.
Saldo delle operazioni correnti con il Resto del mondo. Nella contabilità nazionale, è l’eccedenza delle entrate sulle uscite del Paese per le transazioni correnti con l’estero (merci, servizi, redditi dei fattori e trasferimenti correnti).
Saldo disponibile. Il saldo di un conto corrente di fatto disponibile per il cliente. È rappresentato dalla somma presente nel conto alla quale si devono sottrarre i depositi non ancora accreditati.
Saldo dovuto. La somma di denaro che deve essere corrisposta a intervalli regolari quando si apre un credito o un mutuo ipotecario, e più generalmente la somma che parifica, in un conto, l'ammontare dei crediti e dei debiti.
Saldo finanziario. Differenza tra il flusso complessivo delle attività finanziarie e quello delle passività dei diversi settori istituzionali. Concettualmente corrisponde all’accreditamento o all’indebitamento netto del conto del capitale della contabilità nazionale. Discrepanze tra questi due saldi possono essere determinate dalle diverse fonti utilizzate.
Saldo giornaliero. Procedimento con il quale tutte le operazioni monetarie eseguite nel corso della giornata vengono compensate le une con le altre.
Saldo minimo. È l'ammontare di denaro che deve essere depositato in un conto corrente bancario perché questo sia fruttifero di interesse e perché possano essere effettuati i servizi bancari offerti dall'ente creditizio.
Saldo minimo di compensazione. Saldo minimo che un debitore è obbligato a tenere sul conto di finanziamento ottenuto, per compensare la banca delle spese di mantenimento del suddetto conto.
Saldo primario. Risultato economico dell'attività pubblica dello Stato. È espresso dalla differenza tra entrate e spese statali, escluse quelle per interessi sul debito pubblico.
Saldo strutturale. Saldo dei conti pubblici calcolato al netto degli effetti del ciclo economico e delle misure temporanee. Nelle analisi della Banca d’Italia gli effetti del ciclo economico sono stimati sulla base di una metodologia, descritta nella Relazione annuale sul 2000; essa tiene conto, oltre che del livello del prodotto, anche della sua composizione e della distribuzione del reddito. I criteri seguiti per identificare le misure temporanee sono descritti nella Relazione annuale sul 2006 (cfr. il paragrafo del capitolo 11: L’indebitamento netto nel 2006).
Saldo tendenziale. Saldo dei conti pubblici valutato nell’ipotesi di assenza di interventi da parte dell’autorità responsabile della politica di bilancio.
Salvataggio. Intervento effettuato da istituzioni bancarie o di carattere pubblico in soccorso di un'azienda privata per evitarne il fallimento tramite iniezioni di liquidità, concessione di prestiti agevolati o esenzione fiscale.
S and P 500. Indice (vedi) della Borsa di New York calcolato sui 500 maggiori titoli.
S and P MIB. S and P MIB è attualmente il più significativo indice azionario della Borsa italiana. È il paniere che racchiude le azioni delle 40 maggiori società italiane ed estere quotate sui mercati gestiti da Borsa Italiana. Lo SandP MIB è quotato dal 2 giugno 2004, ma la sua piena operatività si è avuta dal 20 settembre 2004, ultimo giorno di vita del MIB 30 (paniere di 30 azioni), che ha sostituito. L'indice è nato in seguito ad una partnership tra Borsa Italiana e Standard and Poor's da cui entrambi i partner hanno trovato reciproco vantaggio: Borsa Italiana si è liberata dall'incombenza di seguire, aggiornare e gestire (tecnicamente e metodologicamente) qualcosa che esulava dalla sua attività principale e ha garantito al suo indice una maggiore visibilità (data la notorietà di Standard and Poor's), Standard and Poor's ha potuto aggiungere al suo paniere di indici anche quello della borsa italiana, sopportando solamente un costo marginale data la struttura apposita della quale è dotata, al fine di garantire maggiore notorietà. L'indice di borsa S and P Mib costituisce il nuovo benchmark del mercato borsistico italiano e resta l'unico indice sottostante di prodotti derivati. Esso rappresenta all'incirca l'80% della capitalizzazione del mercato azionario italiano.
Saving bond. Titolo di Stato emesso dal governo degli Stati Uniti per finanziare il fabbisogno statale: offre una remunerazione variabile a seconda delle condizioni del mercato dei capitali.
Say, Jean-Baptiste. Economista francese (Lione 1767-Parigi 1832). È il maggior esponente del pensiero economico classico dell'Europa continentale. Avversario dell'autoritarismo napoleonico quanto ammiratore della Rivoluzione, diresse dal 1794 al 1799 l'importante periodico Décade philosophique, littéraire et politique, mentre nel 1820 gli fu affidata la prima cattedra di economia politica al Collège de France. Figlio dell'illuminismo, Say intese la teoria economica come una specie di fisiologia sociale che avrebbe dovuto scoprire le leggi naturali e al tempo stesso razionali dell'economia. La sua fama è legata alla cosiddetta “legge degli sbocchi” o legge di Say, secondo cui “l'offerta crea da sé la propria domanda”: in un sistema macroeconomico, tale legge viene desunta dall'osservazione che il potere d'acquisto a disposizione di chi domanda beni risulta uguale al valore dei beni prodotti. Ma se i mercati sono pienamente concorrenziali e la moneta non viene tesaurizzata, ciò implica che non si possono realizzare a livello aggregato crisi di sovrapproduzione. Infatti, allorché si verifichi su un mercato un eccesso di domanda (o di offerta), il movimento dei prezzi relativi sarebbe sufficiente a eliminare quello squilibrio. La validità della legge di Say, da contrapporre al principio della domanda effettiva, produce alcune importanti implicazioni: secondo questa impostazione, infatti, l'economia raggiunge naturalmente la posizione di equilibrio di piena occupazione; la moneta non è efficace sulle grandezze reali ma influisce solo sul livello medio dei prezzi, in accordo alla teoria quantitativa della moneta; lo Stato non deve intervenire in economia, secondo il principio del laissez faire. Un altro rilevante contributo di Say è nel campo della teoria delle scelte individuali: in un periodo in cui tutti i principali economisti seguivano la teoria del valore-lavoro, Say vide nell'utilità individuale la principale determinante del valore delle merci. In questo senso egli è stato un precursore della teoria microeconomica neoclassica.
Scadenza. Data di pagamento di una cambiale o rimborso di un prestito. È anche la data di pagamento degli interessi e di rimborso di capitale a fronte di un prestito obbligazionario.
Scadenza dell'opzione. Ultima data utile per l'esercizio dell'opzione.
Scadenza di rimborso. Indica il grado di subordinazione del prestito. In caso di liquidazione dell'ente emittente, infatti, i portatori dei titoli rappresentativi di un prestito con un basso grado di subordinazione (es. Lower Tier 3) saranno soddisfatti successivamente agli altri creditori che godono di un grado maggiore (es. Senior).
Scadenza prorogabile. Scadenza prorogabile Facoltà, in possesso del sottoscrittore di una obbligazione, di prorogare la durata della stessa fino a una data precisata contenuta nel bando di sottoscrizione originario.
Scadenze combacianti. Per un portafoglio di attività e passività sensibili ai tassi d'interesse, è la caratteristica di avere durate finanziarie tendenzialmente simili, così da bilanciare gli effetti positivi e negativi delle variazioni dei rendimenti di mercato. L'esempio più comune è dato da quelle banche che, nell'ambito di una politica di Asset Liability Management, tendono a coprire i finanziamenti a lungo termine con depositi altrettanto a lunga scadenza.
Scadenze non coincidenti. Per necessità o per scelta, il non fare coincidere le scadenze di due flussi finanziari dello stesso ammontare ma di segno contrario. La situazione opposta è definita Matching the maturities.
Scaduto. È un titolo giunto a scadenza, che quindi va rimborsato al suo valore nominale. Estensivamente, un titolo che non è più in esistenza.
Scala. È un termine che nell'ambito economico rappresenta la dimensione del volume di produzione di una società, per esempio la produzione su larga scala. Indica anche il complesso delle caratteristiche dei titoli, se riferito alle emissioni di obbligazioni seriali (serial bond), come il tasso della cedola, il numero dei titoli, la scadenza, il prezzo di offerta, ecc.
Scala di equivalenza (per redditi e consumi). Una scala di equivalenza è un insieme di coefficienti correttivi utilizzati per dividere la spesa per consumi o il reddito familiare in modo da ottenere un una spesa o un reddito “equivalente”, che tengano conto delle economie di scala realizzabili all’aumentare della ampiezza familiare. Nel caso della spesa per i consumi, la scala di equivalenza di riferimento è quella di Carbonaro che assegna un coefficiente pari a 0,60, a famiglie di 1 componente; 1,00 per 2 componenti; 1,33 per 3 componenti; 1,63 per 4 componenti; 1,90 per 5 componenti; 2,16 per 6 componenti e infine un coefficiente pari a 2,40 a famiglie di 7 e più componenti. Nel caso dei redditi familiari, si adotta la scala di equivalenza Ocse modificata che prevede per ciascuna famiglia un coefficiente correttivo pari alla somma di più coefficienti individuali:1 per il primo componente adulto, 0,5 per ogni altro adulto e 0,3 per ogni minore di 14 anni.
Scala di offerta. Sono i prezzi di emissione, o i rendimenti, di titoli obbligazionari a differenti maturità che dopo essere stati sottoscritti sono successivamente offerti al pubblico a intervalli, in base alla diversa durata.
Scala mobile. Con il termine scala mobile era chiamato fino agli anni Novanta il sistema di aggiornamento automatico della retribuzione da lavoro dipendente rispetto all'aumento del costo della vita.La scala mobile veniva calcolata seguendo l'andamento variabile dei prezzi di particolari beni di consumo (l'indice era l'IPC, indice dei prezzi al consumo), generalmente di larga diffusione, costituenti il cosiddetto paniere. Un'apposita commissione aveva il compito di determinare ogni tre mesi le variazioni del costo della vita utilizzando - come indice di riferimento - appunto le variazioni dei prezzi di tali beni. Accertata e resa uguale su base 100 la somma mensile necessaria per la famiglia tipo, in riferimento ad un dato periodo per l'acquisto dei prodotti del paniere, le successive variazioni percentuali dei prezzi dei beni di consumo divenivano i punti di variazione dell'indice stesso del costo della vita. Nel 1975 la scala mobile, applicata fino ad allora al solo settore industriale, venne unificata agli altri settori con un accordo considerato storico stipulato tra la Confindustria e le tre maggiori organizzazioni sindacali.. Fra i vari successivi interventi legislativi, quello maggiormente incisivo è stato quello concretizzato nel Decreto Legge 1º febbraio 1977 n. 12 che regola le Norme per l’applicazione dell'indennità di contingenza. Con esso è stato introdotto il divieto di corrispondere, a lavoratori di settori diversi, trattamenti retributivi di scala mobile più favorevoli rispetto a quelli previsti dall'accordo per il settore industriale (cosiddetta abolizione della "scala mobile anomala"). Dagli anni 2000, l'indennità di contingenza è confluita in un'unica voce retributiva, insieme al salario base previsto dai contratti nazionali per ogni livello di inquadramento. L'indennità è aggiornata, come minimo, a cadenza annuale. Invece, la scala mobile, indennità di contingenza, aggiornata ogni mese con l'inflazione corrente, è rimasta invariata per alcune categorie quali politici, magistrati, giornalisti, con reddito maggiore di 5 volte la pensione sociale INPS. Il 14 febbraio 1984 un decreto del Governo Craxi taglia 4 punti percentuale della Scala Mobile, convertendo un accordo delle associazioni imprenditoriali con Cisl e Uil. Al decreto farà seguito la conversione nella legge 219 del 12 giugno 1984. La scala mobile è stata definitivamente soppressa con la firma del protocollo triangolare di intesa tra il Governo Amato I e le parti sociali avvenuta il 31 luglio 1992. Con la scala mobile è stata abolita l'indennità di contingenza ed è stato introdotto per tutti i lavoratori dipendenti (dirigenti esclusi) l’Elemento Distinto della Retribuzione. La scala mobile non teneva conto di un altro parametro economico, che può essere più importante dello stesso fattore inflattivo: l'aumento del PIL, o valore aggiunto per le imprese, oppure, in termini equivalenti, l'aumento della produttività del lavoro. La produttività è intesa come guadagno operativo per addetto, non come fatturato per addetto, e quantifica appunto il valore aggiunto di ogni lavoratore. Un aumento dei salari al di sopra della produttività, anche se in linea con l'inflazione corrente, è causa di nuova inflazione, a meno che questo aumento derivi da una corrispondente riduzione degli utili aziendali, da un drenaggio di denaro dalle imprese ai dipendenti. Se l'utile rimane invariato, si genera un aumento della moneta circolante non corrisposto da una crescita della ricchezza prodotta, e una spirale inflazionistica. Viceversa, un aumento dei salari, anche al di sopra dell'inflazione, ma entro la crescita della ricchezza nazionale, è una redistribuzione ai lavoratori dei guadagni di produttività. Secondo la teoria monetarista, gli aspetti più rilevanti sono che:

  • il costo del lavoro non determini un aumento della moneta circolante;
  • di secondaria importanza, il costo del lavoro non cresca più della produttività e della ricchezza nazionale, più che il suo collegamento con l'inflazione.

Gli aumenti salariali andrebbero visti in contrapposizione a una riduzione dei profitti aziendali. Se l'economia cresce poco, è un semplice travaso di moneta. Se la crescita di PIL e produttività è sostenuta, crescono sia utili che salari, ma l'impresa comunque guadagna meno di quanto avrebbe ovviamente senza una reditribuzione ai dipendenti.
Scalata (buyout o take over). Acquisizione di una quota di azioni di una società tale da assumerne il controllo. Viene realizzata attraverso un'offerta pubblica d'acquisto o la negoziazione diretta con gli azionisti di riferimento. In alcuni casi si parla di scalata ostile per individuare un'operazione di acquisizione della maggioranza (assoluta o relativa) dei diritti di voto al fine di sottrarre il controllo della società all'attuale azionista di maggioranza contro la sua volontà.
Scalper. Genere di speculatore la cui attività speculativa è esercitata a brevissimo termine, anche meno di un minuto, ed è finalizzata a ottenere un profitto da variazioni anche contenute delle quotazioni di Borsa se conseguenti a un notevole volume di affari.
Scalping. Strategia di negoziazione mirata a realizzare ogni opportunità di guadagno nel brevissimo periodo lucrando anche i minimi differenziali che si creano nel contesto di un mercato volatile.
Scambio (awap). In generale si tratta dello scambio di beni di investimento differenti: nel mercato dei titoli è lo scambio di obbligazioni con diversa durata, qualità e rendimento (bond swap); nel mercato dei cambi è lo scambio di flussi di pagamento periodici in divise diverse (currency swap); nel mercato di capitali fa riferimento allo scambio di flussi di pagamento periodici nella stessa divisa, determinati da tassi di interessi diversi (interest rate swap).
Scarico. Vendita di titoli o di altri beni di investimento eseguita per ridurre le perdite in caso di ribasso dei prezzi, oppure per abbassare drasticamente le scorte di tali beni con ricavo di contante per utilizzi diversi.
Scarpa verde. Accordo preso dall'emittente con il sindacato di collocamento secondo il quale, nell'eventualità di una domanda elevata da parte degli investitori, chi ha emesso il titolo autorizzerà un incremento del quantitativo collocato.
Scarto dal Pil potenziale. Scarto fra il PIL effettivo e quello potenziale in un determinato periodo.
Scarto di emissione. Differenza tra il valore nominale di un titolo e il suo prezzo all’emissione.
Scarto di garanzia. Differenza fra il valore attribuito ai beni costituiti in pegno in un'operazione di anticipazione garantita e l'ammontare del credito accordato.
Scarto quadratico medio (Standard deviation). Radice quadrata della varianza, ossia della sommatoria degli scarti rispetto alla media al quadrato. Misura la dispersione di una variabile intorno al suo valore medio.
Schema di Ponzi. Lo schema di Ponzi (spesso confuso con lo schema piramidale o il marketing multilivello) è un modello economico di vendita truffaldino che promette forti guadagni alle vittime a patto che queste reclutino nuovi "investitori", a loro volta vittime della truffa. Lo schema di Ponzi permette a chi comincia la catena e ai primi coinvolti di ottenere alti ritorni economici a breve termine, ma richiede continuamente nuove vittime disposte a pagare le quote. I guadagni derivano infatti esclusivamente dalle quote pagate dai nuovi investitori e non da attività produttive o finanziarie. Il sistema è naturalmente destinato a terminare con perdite per la maggior parte dei partecipanti, perché i soldi "investiti" non dànno alcuna vera rendita né interesse, essendo semplicemente incamerati dai primi coinvolti nello schema che li useranno inizialmente per rispettare le promesse. La diffusione della truffa spesso diventa di tale portata da renderla palese, portando alla sua interruzione da parte delle autorità. Le caratteristiche tipiche sono:

  • Promessa di alti guadagni a breve termine
  • Ottenimento dei guadagni da escamotage finanziari o da investimenti di "alta finanza" documentati in modo poco chiaro
  • Offerta rivolta, all'epoca in cui fu architettata la truffa, ad un pubblico non competente in materia finanziaria
  • Investimento legato ad un solo promotore o azienda

Risulta evidente che il rischio di investimento in operazioni che sfruttano questa pratica è molto elevato. Il rischio è crescente al crescere del numero degli iscritti, essendo sempre più difficile trovare nuovi adepti. In Italia, Stati Uniti e in molti altri Paesi, questa pratica è un reato, essendo a tutti gli effetti una truffa. La tecnica prende il nome da Charles Ponzi, un immigrato italiano in USA che divenne noto per avere applicato una simile truffa su larga scala nei confronti della comunità di immigrati prima e poi in tutta la nazione. Ponzi non fu il primo ad usare questa tecnica, ma ebbe tanto successo da legarvi il suo nome coinvolgendo 40.000 persone e raccogliendo oltre 15 milioni di dollari. Lo schema di Ponzi si è sviluppato nel tempo in varianti più complesse, pur mantenendo la stessa base teorica e continuando a sfruttare l'avidità delle persone. Nel 2008 il finanziere Bernard Madoff truffò i rispiramiatori di ben 50.000 milioni di dollari grazie allo schema di Ponzi.
Schumpeter Joseph Alois. Joseph Alois Schumpeter (Triesch, 8 febbraio 1883 – Taconic, 8 gennaio 1950) è stato un economista austriaco, tra i maggiori del XX secolo. L'apporto più originale e caratterizzante dato da Schumpeter alla teoria economica è, probabilmente, costituito dalla sua concezione dello sviluppo. Opera che, nonostante la sua geniale originalità. Nella sua opera prima, L'essenza e i contenuti fondamentali dell'economia teorica (1908), aveva sostenuto l'affinità dell'economia alle scienze naturali, sostenendo che il suo studio dovesse essere tenuto separato da quello delle scienze sociali. Seguiva così le concezioni di Léon Walras, l'economista da lui più stimato, padre della prima formulazione completa della teoria di equilibrio economico generale, secondo cui il sistema economico si adattava ai fattori esogeni (istituzioni, evoluzioni politiche, eventi storici, ecc.) ed endogeni (preferenze dei consumatori, sviluppo tecnico, ecc.), tendendo all'equilibrio. Ma Schumpeter andò oltre: con il basilare Teoria dello sviluppo economico (1912), l'economista austriaco aggiunse a questo approccio "statico", un approccio "dinamico", adatto a spiegare la realtà dello sviluppo. Ecco l'originale definizione di sviluppo data da Schumpeter: «Ogni produzione consiste nel combinare materiali e forze che si trovano alla nostra portata. Produrre altre cose o le stesse cose in maniera differente, significa combinare queste cose e queste forze in maniera diversa». In un'ipotetica economia basata sul modello statico, i beni vengono prodotti e venduti secondo la mutevole domanda dei consumatori e il ciclo economico assorbe le influenze della storia, ma i prodotti scambiati rimangono sempre gli stessi, le strutture economiche non mutano, eccetera. Schumpeter fa notare che questo modello di economia non corrisponde alla realtà e lo supera con il già menzionato approccio "dinamico", in cui un nuovo soggetto, l'imprenditore, introduce nuovi prodotti, sfrutta le innovazioni tecnologiche, apre nuovi mercati, cambia le modalità organizzative della produzione. L'imprenditore può fare questo in quanto dispone dei capitali messigli a disposizione dalle banche, che remunera con l'interesse, ossia una parte del profitto aggiuntivo realizzato grazie all'innovazione. La teoria delle innovazioni, come strumento di crescita, consente a Schumpeter di spiegare l'alternarsi, nel ciclo economico, di fasi espansive e fasi recessive. Le innovazioni, infatti, non vengono introdotte in misura costante, ma si concentrano in alcuni periodi di tempo - che, per questo, sono caratterizzati da una forte espansione - a cui seguono le recessioni, in cui l'economia rientra nell'equilibrio di flusso circolare. Un equilibrio però, non uguale a quello precedente, ma mutato dall'innovazione. Le fasi di trasformazione sotto la spinta di innovazioni maggiori vengono definite da Schumpeter di "distruzione creatrice" (o "distruzione creativa"), alludendo, con questa espressione, al drastico processo selettivo che le contraddistingue, nel quale molte aziende spariscono, altre ne nascono, e altre si rafforzano.
Scissione. Operazione societaria mediante la quale un'impresa (detta scissa) divide tutto o parte delle sue attività o passività, per trasferirle ad un'altra impresa (detta beneficiaria), già esistente o di nuova costituzione. Ne esistono di due tipi: scissione totale, quando l'intero patrimonio dell'impresa scissa viene trasferito alla beneficiaria, e scissione parziale quando parte del patrimonio della scissa viene trasferito a una o più beneficiarie.
Scompenso di liquidità (Liquidity gap). Situazione finanziaria caratterizzata da un'insufficienza di mezzi liquidi per fra fronte agli impegni correnti.
Sconto. Procedura di emissione e quotazione dei Buoni del Tesoro, il cui prezzo è più basso del valore nominale che è anche il valore di rimborso. Nel campo dei finanziamenti bancari, il prestito concesso per il valore attuale stimato al tasso di impiego dell'ammontare che dovrà essere rimborsato alla scadenza. Più in generale, la differenza di prezzo tra due titoli paragonabili, come un'azione ordinaria e un'azione di risparmio. Nel settore cambi, la diminuzione di valore che va applicata al cambio spot per poter definire il cambio a termine, dovuto al differenziale negativo dei tassi d'interesse delle due divise. Infine, a livello commerciale, la detrazione dell'interesse anticipato dall'ammontare di un credito commerciale attuata per l'erogazione immediata della somma che sarà disponibile alla scadenza.
Sconto a termine. Quando il cambio a termine di una divisa nei confronti di un'altra è inferiore rispetto a quello a pronti, o spot, a causa del differenziale d'interesse tra le due divise.
Sconto commerciale. Vendita di titoli di credito commerciale, o trasmissione degli stessi come garanzia a chi eroga il prestito, per ottenere denaro contante. Utilizzata come forma di finanziamento aziendale a breve termine. La vendita diretta di titoli di credito commerciale viene chiamata Factoring.
Sconto di credito. Nella cessione del credito, per sconto di creditosi intende il contratto con il quale una banca (detta scontante) anticipa al cliente (detto scontatario), deducendo l'interesse, l'importo di un credito non ancora scaduto mediante cessione dello stesso (artt 1858 e seguenti del codice civile). Generalmente per sconto si intende il minor prezzo pagato dallo scontante, a fronte di un beneficio concesso allo scontatario.
Sconto non ammortizzato. Lo sconto non ammortizzato è dato, nelle emissioni di titoli obbligazionari, dalla differenza tra il prezzo di rimborso e il prezzo ricavato dal collocamento presso gli investitori, al netto delle quote del prestito ammortizzate durante il periodo di esistenza dello stesso.
Sconto titoli. Nelle operazioni di acquisto di titoli con scadenza futura, lo sconto è la differenza fra il prezzo pagato ed il prezzo di rimborso finale. Alla scadenza del titolo l'acquirente incassa il prezzo di rimborso finale. La differenza tra quest'ultimo e il prezzo di acquisto del titolo rappresenta lo sconto ed è la remunerazione per aver anticipato al venditore la somma da questi incassata. Lo sconto si applica anche alle cambiali: chi riceve in pagamento o in girata una cambiale può scegliere se incassarne l'importo alla scadenza oppure se accettare una somma inferiore a quella dovutagli, cedendo a terzi (di solito una banca o altra istituzione finanziaria) il titolo. L'acquirente del titolo nel determinare la misura dello sconto applica un tasso di sconto moltiplicando il valore della cambiale per 1/(1-td) dove t=tempo e d=tasso di sconto (d=discount).
Sconto interessi. Nella restituzione anticipata di un prestito o di un mutuo, lo sconto corrisponde a una quota, in genere percentuale, sugli interessi che si sarebbero ancora pagati se non fosse intervenuta l'anticipazione del saldo. In pratica, all'erogazione di un prestito o di un mutuo viene redatto un piano di ammortamento, nel quale è definito per ciascuna scadenza dei rimborsi rateali, l'ammontare del capitale residuo e degli interessi residui. Se il rimborso viene arrestato ad un certo momento del piano di ammortamento poiché il mutuatario desidera restituire l'intero capitale residuo, degli interessi che avrebbe continuato a pagare ne paga comunque una parte al prestatore, a indennizzo del mancato guadagno (e del lucro cessante).
Sconto commerciale. Nella pratica del commercio, lo sconto è quella riduzione del prezzo di vendita, praticata per spingere l'acquirente a compiere scelte più vantaggiose per entrambi. Lo sconto viene concesso per incentivare una vendita, in cambio di un pagamento immediato anzichè di un pagamento a termine, per cedere più facilmente merce invenduta o per indurre l'acquirente ad acquistare una maggiore quantità di beni. In Italia la concessione di sconti generalizzati alla clientela da parte dei negozianti al dettaglio (saldi), è subordinata ad apposita regolamentazione comunale, che disciplina i periodi nei quali è possibile effettuare la vendita con queste modalità. Nel commercio all'ingrosso lo sconto è solitamente concesso (ad altri grossisti o a dettaglianti) per volumi di merce venduta, al fine di incentivare un sempre maggiore approvvigionamento, che per il venditore in genere corrisponde a un abbattimento del costo unitario di produzione. Oppure viene concesso per facilitare lo smaltimento di merce la cui commerciabilità sia diminuita per ragioni di concorrenza, obsolescenza o comunque caduta dei segnali di domanda.
Scoperto (Overdraft). Rappresenta la differenza tra i prelievi che sono stati effettuati in un conto corrente e il saldo disponibile a una certa valuta. Nel caso sia concesso dalla banca, l'overdraft diventa un metodo di finanziamento aziendale.
Scoperto infragiornaliero. Credito accordato, a fronte del versamento di titoli a garanzia, dalla Banca centrale a un ente creditizio per un periodo inferiore a una giornata, attivato con l’avvio del Regolamento lordo (BIREL) nel giugno 1997.
Scorporazione. La divisione di una parte dei beni di un'azienda in una nuova entità giuridica, i cui titoli sono distribuiti ai detentori delle quote azionarie della società originaria.
Scorporo delle cedole. Serve a indicare una tecnica di gestione dei titoli a reddito fisso già esistenti che sfrutta caratteristiche e vantaggi degli zero coupon. Le cedole vengono separate dai titoli: sia cedole che titoli divengono così del tutto simili agli zero coupon.
Scorte. Vedi magazzino.
Scorte cuscinetto (Buffer stocks). Giacenze di prodotti detenute allo scopo di smorzare l'impatto delle oscillazioni di prezzo.
Script dividend. I dividendi script permettono agli investitori di ricevere nuove azioni al posto del pagamento della cedola; essi non hanno alcuna influenza positiva sulla disciplina di capitale di una società. L’azienda emette semplicemente più azioni, quindi non c’è un effetto disciplinante sulla liquidità disponibile per i nuovi investimenti. Inoltre i dividendi script non danno necessariamente un’indicazione circa la salute di un’azienda. Una società può offrire uno script dividend senza curarsi della propria situazione finanziaria perché questo tipo di dividendo non incide sulla liquidità di cassa. Se aggiungiamo gli effetti della diluizione che deriva dal maggior numero di azioni, i dividendi script offrono una povera alternativa rispetto ai reali dividendi cash.
Scuola di Chicago. La scuola di economia di Chicago è una scuola di pensiero, elaborata da alcuni professori dell'università di Chicago, basata su una descrizione delle istituzioni economiche pubbliche e private contemporanee, promuove inoltre ipotesi di riforme in senso liberale e liberista dell'economia. È osservabile una tendenza al libero mercato ma non è esclusa, in costanti e determinate situazioni, l'azione dell'intervento governativo e statale. I maggiori esponenti di tale scuola furono i premi Nobel Milton Friedman e George Stigler. L'atteggiamento economico di tale scuola fa da ponte tra la scuola neoclassica e la scuola austriaca. Gli insegnamenti della scuola di Chicago sono anche chiamati neoliberisti e caratterizzarono le politiche economiche dei governi statunitensi del presidente Ronald Reagan e del governo inglese del primo ministro Margaret Tathcher. I "Chicago Boys" furono un gruppo di giovani economisti cileni formati presso l'università di Chicago sotto l'egida di Milton Friedman e Arnold Harberger. Successivamente vennero assunti nell'amministrazione del ministero dell'economia cileno presieduto dal tecnico Josè Pinera durante il regime militare di Augusto Pinochet. Le politiche del ministero di Pinera si caratterizzarono per il processo di privatizzazione e liberalizzazione dell'economia del paese a seguito delle riforme colletiviste del governo di Salvatore Allende. Fu varata inoltre un'importante riforma del sistema pensionistico, basata sulla liberalizzazione e privatizzazione del monopolio pubblico della previdenza pensionistica. Tale sistema pensionistico è stato recentemente recepito anche da altri paesi. La teoria dei Chicago boys è stata applicata per anni in tutto il mondo e soprattutto in quei paesi che chiedevano prestiti al F.M.I.
SEAQ International (Stock Exchange Automated Quotations International). Circuito telematico dell’International Stock Exchange di Londra per la contrattazione all’ingrosso di titoli azionari esteri.
SEC (Securities and Exchange Commission). E' la Consob statunitense.
Seceti-ICCREA. Seceti spa e ICCREA (Istituto Centrale delle Casse Rurali e Artigiane) offrono servizi per il trattamento dei pagamenti al dettaglio rispettivamente al sistema delle banche popolari e a quello delle banche di credito cooperativo.
Secondo sottoscrittore. Membro, non "lead manager", del sindacato (consorzio) di emissione di un prestito, il quale garantisce il collocamento di una quota dello stesso. Su tale quota percepisce una commissione detta "underwriting fee", oltre alla normale commissione a fronte dei titoli effettivamente collocati
Second stage financing. E' il capitale per l'iniziale espansione di un'impresa che produce e vende i propri prodotti; generalmente è utilizzato per creare liquidità, capitale circolante e per le spese legate all'apertura di nuovi mercati.
Securitization. Processo di sostituzione dei tradizionali prestiti bancari, con forme di finanziamento rappresentate da titoli negoziabili. E' una delle cause della disintermediazione bancaria su scala mondiale.
Security. Locuzione inglese che indica il valore mobiliare in generale. Nel gergo finanziario viene impiegato nel senso più ristretto di azione o obbligazione.
Sede legale. Di una società, luogo in cui dall'atto costitutivo e dal registro delle imprese essa risulta avere il centro della propria attività.
Seed financing. E' il capitale fornito all'imprenditore che deve ancora avviare o ha appena avviato la sua attività. Di solito il seed financing viene erogato sulla base di un concept (una business idea) che non ha ancora preso la forma di un business plan vero e proprio.
Seggio. Definisce la postazione operativa che permette di operare direttamente nel mercato borsistico, negli ambienti destinati alla contrattazione.
Segmentazione. Suddivisione e raggruppamento di mutui ipotecari in aggregati omogenei per caratteristiche quali: pagamento, condizioni, durata. Per esempio una segmentazione del mercato di mutui ipotecari è data dalle Collateralized mortgage obligations.
Segmentazione del mercato. Situazione di imperfetto equilibrio in cui i corsi di strumenti finanziari comparabili differiscono fra i vari comparti del mercato.
Segmento di mercato. Borsa Italiana ripartisce gli strumenti finanziari negoziati nei comparti MTA ed MTAX in segmenti omogenei in base alla loro capitalizzazione. Nell'ambito di ciascun segmento gli strumenti finanziari possono essere ripartiti in classi omogenee dal punto di vista delle modalità e degli orari di negoziazione, tenendo conto della frequenza degli scambi e del controvalore medio giornaliero negoziato.
Segmento lungo. È la parte di una posizione composta in strumenti derivati, che permette di trarre un profitto dal rialzo dei prezzi. Nell'acquisto di uno straddle, per esempio, il long leg è dato dall'opzione call, mentre l'opzione put viene invece chiamata "short leg".
Segreto bancario. Obbligo di mantenere segreti i rapporti intercorsi tra una banca e i suoi clienti e di evitare rivelazioni sugli stessi ad altri clienti. Fanno eccezione, a parte il consenso del cliente, indagini penali, civili o tributarie, qualora ci sia ufficiale richiesta da parte degli organi preposti.
Seller. Venditore di un'opzione. Colui che cede a un'altra parte (buyer), in cambio del pagamento di un premio, il diritto di acquistare o vendere una determinata quantità di attività reale o finanziaria entro/a una data prestabilita.
Semestrale (Interim results). Prospetto che segue la stessa struttura del bilancio di esercizio e che le società quotate sono tenute a pubblicare.
Sempre verde. Particolare forma di prestito con la quale una banca mette a disposizione del proprio cliente una linea di credito per una durata non predeterminata.
Sensibile ai tassi. È una grandezza economica il cui valore è legato al livello dei tassi d'interesse, per esempio un titolo obbligazionario.
Sensitivity analysis. Studia il rapporto che intercorre tra le grandezze economiche e le variabili aziendali, individuando così la relazione tra le due variabili.
Sentenza dichiarativa di fallimento. Secondo il disposto dell’art. 16, nuova formulazione, la sentenza dichiarativa di fallimento, pronunciata in camera di consiglio, adempie a una serie di funzioni; tra queste possiamo ricordare, innanzitutto, l’individuazione, da parte del tribunale, tanto del giudice delegato per la procedura, quanto del curatore fallimentare. Oltre a imporre al fallito il deposito dei documenti elencati all'articolo 16 (qualora non vi abbia già provveduto), la sentenza de quo stabilisce il luogo, il giorno e l'ora dell'adunanza in cui si procederà all'esame dello stato passivo, nonché assegna ai creditori e ai terzi, che vantano diritti reali o personali su cose in possesso del fallito, il termine perentorio per la presentazione in cancelleria delle domande di insinuazione. Entro il giorno successivo al deposito in cancelleria, poi, la sentenza che dichiara il fallimento è notificata al debitore ed è comunicata per estratto al curatore e al richiedente il fallimento. La sentenza è altresì annotata presso l'ufficio del registro delle imprese ove l'imprenditore ha la sede legale e, se questa differisce dalla sede effettiva, anche presso quello corrispondente al luogo ove la procedura è stata aperta.
Sentimento. Gli analisti economici tentano di individuare quale sia la tendenza psicologica degli operatori dall'esame di variabili come il mutamento dei prezzi e il volume delle contrattazioni.
Senza garanzia. Cessione di un titolo di credito in cui il cedente non garantisce l’obbligazione in caso di insolvenza da parte dell’emittente del titolo. In questo modo il compratore del titolo ne acquisisce il rischio.
Senza interesse. È un prestito concesso gratuitamente, dove non è prevista nessuna corresponsione di interesse. La forma più comune è quella del prestito di titoli tra intermediari allo scopo di coprire posizioni scoperte della clientela.
Senza rimborso anticipato. È un'obbligazione non rimborsabile in anticipo dall'emittente rispetto alla data determinata dal piano di emissione del titolo. L'intervallo minimo di non redimibilità dei titoli obbligazionari statunitensi è solitamente di cinque anni.
Senza scopo di lucro. Fondazione o associazione il cui fine è quello di esercitare un'attività i cui proventi non sono successivamente distribuiti ai partecipanti al sodalizio, ma destinati a opere di beneficienza. Le università americane sono un tipico esempio di associazioni senza scopo di lucro.
Senza valutazione. Nelle agenzie specializzate nella valutazione della solvibilità e della bontà dei prestiti obbligazionari è il termine usato per indicare i titoli obbligazionari che non sono stati oggetto di valutazione, sui quali la società di analisi, quindi, non emette nessun tipo di giudizio.
S e P 500. Uno degli indici della Borsa di New York, è calcolato sui 500 titoli a maggiore capitalizzazione.
SEPA. La SEPA (Single Euro Payments Area – Area unica dei pagamenti in euro) è un progetto promosso dalla Banca centrale europea e dalla Commissione europea della cui realizzazione è responsabile il Consiglio europeo per i pagamenti (vedi). La SEPA mira a estendere il processo d’integrazione europea ai pagamenti al dettaglio in euro effettuati con strumenti diversi dal contante (bonifici, addebiti diretti e carte di pagamento), con l’obiettivo di favorire l’efficienza e la concorrenza all’interno dell’area dell’euro. In concreto i cittadini europei hanno la possibilità di effettuare pagamenti a favore di beneficiari situati in qualsiasi paese dell’area dell’euro, utilizzando un singolo conto bancario e un insieme di strumenti di pagamento armonizzati (vedi: Strumenti di pagamento SEPA). Nell’ottica SEPA, tutti i pagamenti al dettaglio in euro sono considerati “domestici”, venendo meno la distinzione fra pagamenti nazionali e transfrontalieri all’interno dell’area dell’euro.
Separazione (strip). Procedura di separazione della parte cedolare di un titolo obbligazionario da quella del capitale che origina un titolo sintetico Zero coupon, e a titoli che danno diritto fino alla scadenza a pagamenti periodici prefissati delle cedole. Tale procedura è frequente nei titoli garantiti da mutui ipotecari, quando si formano titoli Io (Interest only, solo pagamento di interesse) e Po (Principal only, rimborso delle quote capitale in un'unica soluzione). È quindi definito stripping nell'ambito dei titoli azionari l'acquisto di titoli per riscuotere dividendi.
Serie. Contratti di option relativi allo stesso strumento sottostante con il medesimo prezzo di esercizio e scadenza. Nei prestiti obbligazionari uno dei settori in cui è strutturata l'emissione che si contraddistingue da connotazioni proprie di durata, cedola e prezzo differenti da quelle delle altre serie appartenenti alla stessa emissione.
Serie di opzioni. Tutti contratti di option che hanno per oggetto il medesimo bene d'investimento, aventi lo stesso prezzo di esercizio e la stessa scadenza. I successivi acquisti e vendite di opzioni facenti parte della stessa serie si elidono, non rendendo necessario l'esercizio reciproco dei contratti.
Serie storica. Successione di dati statistici che rilevano l'intensità o la frequenza di una variabile in riferimento a modalità di tempo.
Servicer. Intermediario vigilato dalla Banca d’Italia (società finanziaria iscritta nell’elenco speciale ex art. 107 TUB o banca) cui, in base alle previsioni della legge 30.4.1999, n. 130, è affidata la verifica della “conformità delle operazioni di cartolarizzazione alla legge e al prospetto informativo” oltre all’esecuzione delle attività di riscossione dei crediti ceduti e i connessi servizi di incasso e pagamento.
Servizi di intermediazione finanziaria misurati indirettamente. Rappresentano per convenzione la differenza tra gli interessi sui crediti (impieghi) e quelli sui debiti (depositi). In passato erano calcolati per il complesso delle branche produttive e costituivano una posta correttiva del valore aggiunto dell’intera economia. Attualmente sono calcolati separatamente per i singoli settori istituzionali, consentendo una più corretta misurazione del risultato lordo di gestione, quindi del valore aggiunto, sia delle imprese, sia delle famiglie.
Servizi di sportello (Front office). In una banca, settore preposto all'esecuzione delle varie operazioni a diretto contatto con la clientela.
Servizi vari. Sono i servizi offerti da una banca che non fanno parte di quelli tipici della raccolta o del finanziamento, e che quindi comportano un costo fissato a forfait per il cliente. Sono degli esempi l’incasso di assegni, l’effettuazione di bonifici, ecc.
Servizio del debito. Si riferisce al pagamento degli interessi e delle rate di ammortamento sul debito accumulato.
Servizio del debito netto (DK). Nella contabilità nazionale liberale è' la differenza tra i redditi da capitale in uscita dalla PA e quelli in entrata. dato il valore molto basso di questi ultimi, il suo ammontare non si discosta molto dal servizio del debito in senso stretto.
Servizio di compensazione e di liquidazione delle operazioni su strumenti finanziari. Servizio gestito dalla Banca d’Italia e finalizzato a consentire la compensazione e il regolamento delle transazioni su strumenti finanziari stipulate sui diversi mercati. Il servizio è stato dismesso il 23 gennaio 2004 in seguito all’avvio di Express II (vedi).
Settore. Insieme di società raggruppabili in una medesima categoria per il tipo di attività svolta.
Settore azionario. È il gruppo di titoli azionari che possono essere raggruppati in una categoria omogenea, grazie alle caratteristiche delle società emittenti. Un esempio di settore e quello delle costruzioni, delle assicurazioni, ecc.
Settore chiave. Settore economico considerato di primaria importanza nell'attività industriale di una nazione, come il settore automobilistico nella maggior parte dei Paesi sviluppati, o il settore estrattivo nei Paesi produttori di petrolio.
Settore detentore delle attività monetarie e finanziarie. Nella definizione adottata dal SEBC include gli Altri residenti (vedi) e le Altre Amministrazioni pubbliche (vedi).
Settore market. Insieme dei settori istituzionali eccetto la PA.
Settore pubblico. Settore statale, altri enti delle Amministrazioni centrali, Amministrazioni locali ed Enti di previdenza. Gli enti minori centrali, locali e previdenziali non corrispondono esattamente a quelli utilizzati dall’Istat nel definire le Amministrazioni pubbliche (vedi lo schema alla voce: Operatore pubblico).
Settore pubblico (non market). Settore istituzionale della PA.
Settore pubblico allargato. Comprende la PA e gli altri enti e imprese soggetti a un controllo diretto o indiretto da parte di qualche ente pubblico.
Settore primario. Nei calcoli del risparmio comprende: famiglie, società finanziarie e non finanziarie.
Settore statale. Stato (bilancio e tesoreria), Cassa DD.PP., Agenzia per la promozione dello sviluppo del Mezzogiorno (soppressa dal 15 aprile 1993, ai sensi del DL 3.4.1993, n. 96), ex Aziende autonome dell‘Amministrazione centrale. Tra le passività del settore statale sono incluse quelle relative alle altre ex Aziende autonome, il cui onere è stato posto a carico dello Stato (vedi lo schema alla voce: Operatore pubblico).
Settori istituzionali. Raggruppamenti di unità istituzionali che manifestano autonomia e capacità di decisione in campo economico - finanziario e che, fatta eccezione per le famiglie, tengono scritture contabili separate. Il Sistema europeo dei conti (SEC95) classifica le unità istituzionali in base alla funzione principale e alla tipologia del produttore. L’articolazione in settori istituzionali dei Conti finanziari è la seguente: 1) Società non finanziarie. Comprende le società e quasi-società private e pubbliche: tra queste ultime figurano le aziende autonome, le Ferrovie dello Stato, le aziende municipalizzate e consortili, le imprese a partecipazione statale, le altre imprese pubbliche. Per quasi-società si intendono quelle unità che, pur essendo prive di personalità giuridica, dispongono di contabilità completa e hanno un comportamento economico separabile da quello dei proprietari; esse comprendono le società in nome collettivo e in accomandita semplice, nonché le società semplici e di fatto e le imprese individuali con più di 5 addetti. 2) Società finanziarie. Si articola in quattro sottosettori: 2.1) Istituzioni finanziarie monetarie 2.2) Altri intermediari finanziari. Comprende società di finanziamento, SIM, società fiduciarie di gestione, fondi comuni e Sicav, altri OICR, altre imprese finanziarie; 2.3) Ausiliari finanziari. Comprende le unità istituzionali la cui funzione principale consiste nell’esercitare
attività strettamente connesse all’intermediazione finanziaria, ma non costituenti esse stesse intermediazione finanziaria. Vi appartengono autorità centrali di controllo dei mercati finanziari, quali la Consob e l’Isvap, enti vari preposti al funzionamento dei mercati, associazioni tra banche e tra imprese finanziarie e assicurative, società che gestiscono fondi comuni, mediatori e promotori finanziari, agenti di cambio con più di un addetto. 2.4) Imprese di assicurazione e fondi pensione. 3) Amministrazioni pubbliche. Si articola in tre sottosettori: 3.1) Amministrazioni centrali; 3.2) Amministrazioni locali; 3.3) Enti di previdenza e assistenza sociale. 4) Famiglie e istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie. Comprende gli individui o i gruppi di individui nella loro funzione di consumatori o in quella di produttori di beni e servizi, purché il loro comportamento economico e finanziario non sia tale da configurare una quasi-società. 5) Resto del mondo.
SGR (Società gestione risparmio). Sigla che indica le società di gestione del risparmio che amministrano i soldi versati dai sottoscrittori (piccoli e medi investitori) prevalentamente in fondi conuni di investimento.
Shock dal lato dell'offerta. Fattore perturbativo del mercato proveniente dalle fonti di approvvigionamento di un dato prodotto.
Shock petrolifero. Fase di forte inflazione collegata a un rincaro dei prezzi del petrolio. Importanti le crisi dovute a uno shock petrolifero del 1973 e del 1979.
Shoulder bond. Obbligazione ottenuta esercitando un'opzione.
SIA-SSB. Il nuovo gruppo SIA-SSB, che nasce dalla fusione per incorporazione di SIA (Società Interbancaria per l’Automazione) in SSB (Società per i Servizi Bancari), è operativo da maggio 2007. Esso gestisce la Rete nazionale interbancaria (vedi) e offre servizi di basi dati a supporto del sistema dei pagamenti; gestisce le piattaforme per i mercati finanziari italiani e per il sistema di compensazione europeo STEP 2 (vedi); fornisce servizi di compensazione al dettaglio per i pagamenti da regolare in BI-Comp (vedi); tratta operazioni con carte di debito e credito.
SIC. Standard Interpretation Committee; struttura della IASCF che elabora le interpretazioni dei princìpi contabili internazionali.
SICAV (Società di investimento a capitale variabile). Società assimilabile a un fondo comune di investimento aperto, con la differenza che il sottoscrittore assume la figura di socio, con la possibilità di influire, mediante l'esercizio del diritto di voto, sulla politica gestionale.
SICAV armonizzate. Sicav che rispondono agli stessi requisiti richiesti per i Fondi comuni armonizzati (vedi).
Sifi. Systematically important financial institutions. Sinonimo di Tbtg: Too big to fail.
Signoraggio. Per signoraggio viene comunemente inteso l'insieme dei redditi derivanti dall'emissione di moneta. Con riferimento all'euro il reddito da signoraggio generato dall'emissione della moneta è definito come reddito originato dagli attivi detenuti in contropartita delle banconote in circolazione e viene ricompreso nel calcolo del reddito monetario che, secondo l'articolo 32.1 dello Statuto del SEBC, è “Il reddito ottenuto dalle Banche Centrali Nazionali nell'esercizio delle funzioni di politica monetaria del Sistema Europeo delle Banche Centrali. STORIA...Nell'antichità, quando la base monetaria consisteva di monete in metallo prezioso, chiunque disponesse di metallo prezioso poteva portarlo presso la zecca di Stato, dove veniva trasformato in monete con l'effigie del sovrano. I diritti spettanti alla zecca e al sovrano erano esatti trattenendo una parte del metallo prezioso. Il signoraggio in tale contesto è dunque l'imposta sulla coniazione, noto anche come diritto di zecca. Il valore nominale della moneta e il valore intrinseco delle monete non coincidevano, a causa del signoraggio e dei costi di produzione delle monete. L'imposta sulla coniazione poi serviva a finanziare la spesa pubblica. Nel caso in cui lo Stato possedesse miniere di metallo prezioso, il signoraggio coincideva con la differenza tra il valore nominale delle monete coniate e i costi per estrarre il metallo prezioso e coniare le monete. Già con i romani, da Settimio Severo si può parlare di signoraggio: questo imperatore dimezzò la quantità di metallo prezioso contenuto nelle monete, mentre lasciò invariato il valore nominale. Con la rivoluzione industriale si assiste al graduale abbandono dei sistemi monetari fondati sui metalli preziosi e sulla convertibilità delle monete in metalli preziosi. La crescita degli scambi economici provocata dalla rivoluzione industriale rese necessario l'uso di monete la cui offerta potesse essere regolata a piacimento dalle banche centrali e non fosse vincolata dalla limitata disponibilità di metalli preziosi. Inoltre l'affermarsi di talune monete, sempre più diffuse e accettate negli scambi internazionali, rese obsoleto il ricorso ai metalli preziosi per regolare tali scambi. Infine l'affermazione del biglietto di banca e di altre forme di pagamento svincolate dall'uso di metalli preziosi si spiega con la praticità dei sistemi di pagamento che non obbligano a trasferire ingenti quantità di pesante metallo prezioso.
SIM (Società di investimento mobiliare). Intermediario finanziario che può operare sui mercati finanziari per conto proprio o per conto terzi. Relativamente al mondo dei fondi, le Società di Investimenti Mobiliare fungono da distributori.
Simbolo del titolo. Insieme di caratteri alfanumerici che permette di identificare il nome di un titolo, abbreviandone generalmente la lunghezza e rendendo così più agevole la comunicazione dei prezzi.
Sindacato di distribuzione. Insieme di caratteri alfanumerici che permette di identificare il nome di un titolo, abbreviandone generalmente la lunghezza e rendendo così più agevole la comunicazione dei prezzi.
Sindacato di emissione. Accordo con il quale due o più istituzioni si propongono di collocare presso il pubblico o presso determinati investitori istituzionali i titoli azionari o obbligazionari emessi da una società.
Sindacazione. Indica una collaborazione tra soggetti per poter realizzare un progetto comune: nuove emissioni di titoli azionari, finanziamenti sindacati per grandi opere, sono alcune delle operazioni che vengono maggiormente effettuate.
Sistema aureo. Il sistema aureo o gold standard è un sistema monetario nel quale la base monetaria è data da una quantità fissata d'oro. Si possono distinguere tre casi: nel primo l'oro viene usato direttamente come moneta (circolazione aurea); nel secondo viene usata cartamoneta totalmente convertibile in oro, dal momento che il valore in oro della moneta complessivamente emessa è pari alla quantità di oro conservata dalla banca centrale (circolazione cartacea convertibile totalmente in oro); infine, nel terzo caso, le banconote sono convertibili solo parzialmente, risultando il valore della quantità di banconote emessa un multiplo del valore dell'oro posseduta dallo stato (circolazione cartacea convertibile parzialmente in oro). Nel caso una moneta sia convertibile in un'altra moneta, a sua volta convertibile in oro, si parla di gold exchange standard.
Sistema della Federal Reserve. È l'autorità centrale della politica monetaria americana costituita da dodici differenti banche e da un certo numero di filiali. Il capitale delle banche che appartengono a questo sistema è in possesso delle banche nazionali statunitensi aventi la stessa localizzazione territoriale.
Sistema di Bretton Woods. Insieme di accordi economico-finanziari presi da più di 40 Paesi nel corso di una conferenza tenutasi nel 1944 a Bretton Woods, nella quale, tra l'altro, furono creati il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale.
Sistema di compensazione. Insieme delle infrastrutture, delle procedure tecnico-operative e delle norme giuridiche che consentono ai partecipanti di scambiarsi e compensare le reciproche ragioni di debito e credito, provvedendo al regolamento dei soli saldi finali a chiusura del ciclo operativo. I saldi possono essere calcolati su base bilaterale (cioè nei confronti di ciascuna controparte) o su base multilaterale (nei confronti del sistema nel suo complesso).
Sistema di regolamento lordo. Insieme delle infrastrutture, delle norme e delle procedure tecniche e operative che consente ai partecipanti di regolare singole operazioni o reciproche obbligazioni direttamente su conti presso la Banca centrale e, per le transazioni in titoli, presso i sistemi di deposito accentrato dei valori mobiliari (vedi anche: BI-Rel; Consegna contro pagamento).
Sistema di indicatori di allarmi. Meccanismo che, attraverso il controllo sistematico di determinati parametri, permette di segnalare una situazione critica.
Sistema di mercato nazionale. È il sistema utilizzato negli Stati Uniti per la trattazione di titoli di imprese che non sono quotate nelle Borse valori, ma che posseggono caratteristiche dimensionali, di redditività, di attività e di interesse per gli investitori tali da avere una certa rilevanza.
Sistema dinamico. Nella fisica matematica contemporanea il concetto di sistema dinamico nasce dall'esigenza di costruire un modello matematico generale in grado di descrivere l'evoluzione nel tempo di tutti i sistemi (fisici e non) secondo opportune leggi che legano lo stato presente a quello futuro. Il concetto di 'stato' è difficilmente definibile in senso generale a causa dell'enorme varietà di forme che esso può assumere: in generale esso può essere definito come l'insieme dei valori delle grandezze fisiche di un sistema, prese opportunamente come riferimento ovvero caratteristiche del sistema stesso, che ne definiscono la sua 'condizione' in un qualsiasi istante temporale; in altri termini si tratta di una descrizione sufficientemente esauriente del sistema al tempo t. Questo approccio, nella sua versione probabilistica, è preso in considerazione per descrivere, a esempio, l'andamento dei prezzi di un bene.
Sistema di regolamento lordo (vedi: BIREL e Consegna contro pagamento). Insieme delle infrastrutture, delle norme e delle procedure tecniche e operative che consentono ai partecipanti di regolare singole operazioni o reciproche obbligazioni direttamente su conti presso la Banca centrale e, per le transazioni in titoli, presso i sistemi di deposito accentrato dei valori mobiliari.
Sistema europeo dei conti nazionali e regionali. E' uno schema contabile utilizzato nella contabilità nazionale. La contabilità nazionale si presenta sotto forma di un insieme coerente di conti che, proponendosi di descrivere quantitativamente, in termini monetari, l'attività economica, costituisce un supporto utile per lo studio delle caratteristiche strutturali e dinamiche di un sistema economico, rispondendo alle esigenze dell'analisi e della previsione oltre che a quelle della politica economica. L'insieme dei conti è retto da una serie di relazioni del tipo "identità". La denominazione di conto trae origine dal fatto che i membri di ciascuna relazione possono essere considerati come le sezioni di un conto che rileva entrate e uscite, ricavi e costi, secondo schemi che si richiamano ai metodi contabili delle imprese e, in particolare, al metodo della partita doppia. Lo scopo essenziale di un sistema di contabilità nazionale è quello di classificare la complessa attività economica, di sintetizzarla in un ristretto numero di categorie fondamentali e di esporla in un quadro organico d'insieme rappresentativo dei circuiti economici.
Sistema europeo di banche centrali (SEBC). Il SEBC è composto dalla BCE e dalle Banche centrali nazionali dei 27 Stati membri dell’Unione europea, ossia comprende, oltre ai membri dell’Eurosistema, anche le Banche centrali nazionali degli Stati membri che non hanno introdotto l’euro nella terza fase della UEM. Il SEBC è governato dal Consiglio direttivo e dal Comitato esecutivo della BCE. Sistema monetario europeo 2 (SME2). (Vedi: Accordi europei di cambio II).
Sistema monetario europeo (SME). Accordo stipulato dalla maggior parte dei Paesi membri della Comunità europea con l'intento di legare tra loro gli andamenti delle valute nazionali, allo scopo di ridurne la variabilità, di realizzare un'unità di conto comune costituita da quantità fisse di divise nazionali, l'ecu, e di fornire la Comunità di un fondo di riserva in valuta, disponibile per le Banche centrali qualora dovessero intervenire sul mercato dei cambi per garantirne la stabilità.
Sistema nazionale dei conti. Schema generale di riferimento adottato dalla Commissione statistica delle Nazioni Unite per la rilevazione sistematica e integrata dei dati di flusso e di consistenza dell'economia e per la loro classificazione e rappresentazione in base a criteri di comparabilità internazionale.
Sistema pluridivisa. È un sistema finanziario dove si controllano i flussi finanziari in divisa, imponendo l'effettuazione di ogni operazione attraverso istituzioni finanziarie pubbliche o attraverso banche controllate dallo Stato.
Sistema pubblico di connettività (SPC). Il sistema rappresenta l’evoluzione della preesistente Rete unitaria della Pubblica amministrazione ed è volto ad assicurare il coordinamento informativo e informatico dei dati tra le amministrazioni centrali, regionali e locali. Esso consiste in una struttura tecnologica per il collegamento telematico tra le Pubbliche amministrazioni, che consente il dialogo e lo scambio di informazioni in condizioni di sicurezza, mediante accesso ai dati e alle procedure residenti nei sistemi informativi automatizzati di ciascun ente.
SIV (Structured investment vehicle). Il Siv è un fondo che si indebita sul mercato del commercial paper (vedi Abcp) e usa questi fondi per comperare titoli lunghi (Abs, Cmbs, Rmbs e altri titoli cartolarizzati). La differenza fra il rendimento di questi ultimi e il costo (più basso) del finanziamento a breve rappresenta l'utile del Siv. I titoli lunghi in portafoglio del Siv possono tuttavia perdere di valore, fino a scendere al di sotto delle passività (la "carta commerciale" emessa dal Siv) e così il Siv può diventare insolvente. C'è poi anche un rischio di liquidità: il Siv deve rinnovare continuamente i suoi debiti a breve e i mercati che lo riforniscono possono paralizzarsi se c'è una crisi di fiducia; e la stessa crisi può paralizzare i mercati dei titoli lunghi, impedendo al Siv di vendere questi ultimi per far fronte ai suoi impegni a breve.
Skewness. Caratterizza il grado di asimmetria di una distribuzione intorno alla propria media. Una skewness positiva indica l'orientamento verso i valori positivi (parte destra), mentre una skewness negativa verso i valori negativi (parte sinistra).
Sma. Sinonimo di media mobile semplice.
Small cap. Titoli a bassa capitalizzazione di Borsa. Società di modeste dimensioni e normalmente a basso livello di liquidità.
Smart money. Termine gergale utilizzato nel mondo finanziario per indicare gli investitori caratterizzati dalla maggior abilità, esperienza e conoscenza dei mercati.
Società. Per le varie tipologie di impresa si rimanda alla definizione di impresa.
Società a leva finanziaria (leveraged ccompany). Società che per finanziarsi utilizza, oltre ai mezzi propri, anche il debito a medio-lungo termine. Comunemente questo termine indica che il rapporto tra l'indebitamento e i mezzi propri è particolarmente alto. Di solito i fondi di terzi sono raccolti grazie a emissioni di obbligazioni.
Società a responsabilità limitata (S.r.l.) . La S.r.l. venne introdotta nel nostro ordinamento con il Codice civile del 1942 (in precedenza esisteva una società anonima per quote, che non si differenziava molto dalle altre società anonime). Il proposito era quello di creare un tipo sociale intermedio tra le società di persone e quelle per azioni. Il risultato non fu pienamente raggiunto, in quanto la S.r.l. era una società priva di una vera e propria disciplina autonoma, mancanza a cui suppliva il rinvio a quella della S.p.A.. Inoltre la struttura finanziaria era molto limitata e ciò rendeva la S.r.l. una società nella quale era frequente il fenomeno della sottocapitalizzazione nominale. Questo perché era vietata l'emissione di obbligazioni e vi era il divieto di emettere quote speciali (tutte le quote erano uguali e concedevano uguali diritti). Si accentuò il fenomeno del c.d. "finanziamento del socio" che consiste in un prestito fatto da un socio alla società, il quale non comporta un aumento di capitale e fa vestire al socio la doppia veste di socio e di creditore. L'effetto negativo è che quello che sarebbe potuto essere un aumento di capitale a vantaggio dei creditori (ad esempio in caso di insolvenza della società) diviene al contrario un credito concorrente con le ragioni dei creditori. Il tipo societario è stato profondamente innovato dalla riforma del diritto societario del 2003. Ora la S.r.l., corredata da una disciplina autonoma, si presenta come un modello intermedio e "ibrido" tra la S.p.A. e le società di persone: vi sono alcuni elementi, come la deroga completa del principio della responsabilità patrimoniale ex art. 2740, che la avvicinano alla S.p.A., assieme ad altri fattori, come la flessibilità organizzativa o la personalità delle quote, che sono propri delle società di persone. Questo pone un problema a livello interpretativo su quale disciplina utilizzare per colmare le eventuali lacune del modello S.r.l. Probabilmente la soluzione più coerente è quella di analizzare ogni singola S.r.l. in concreto, e di stabilire caso per caso se i soci abbiano inteso costruire una società più vicina al modello S.p.A. (ad esempio con una rigida corporazione normativa) o al modello personalistico.
Società bersaglio. Società il cui capitale è oggetto di un OPA
Società collegata. È una società nei confronti della quale un'altra società esercita un'influenza notevole. Si presume che tale influenza notevole possa essere esercitata quando nell'assemblea ordinaria si disponga di almeno un quinto dei voti (un decimo se la società ha azioni quotate in borsa).
Società controllante. È una società che esercita il controllo su una o più società. È denominata holding o società madre. Se, a sua volta, la società è controllata da un'altra società, viene definita sub-holding.
Società controllata (subsidiary). È una società nei confronti della quale un'altra società dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell'assemblea ordinaria o, comunque, di voti sufficienti per esercitare, in tale assemblea, un'influenza dominante. Ai fini del controllo si tiene conto anche dei voti spettanti a società controllate, a società fiduciarie e a persona interposta, mentre non si computano i voti esercitati per conto terzi. Il controllo può essere esercitato anche in virtù di particolari vincoli contrattuali.
Società controllata a scarso flottante (closed corporation). Società in cui la maggioranza delle azioni è in possesso di pochi soggetti e il rimanente dei titoli non viene scambiato sul mercato.
Società controllata ad ampio flottante. Società in cui la maggioranza del capitale è in possesso di pochi soggetti, ma che a differenza della Closed Corporation ha un elevato volume di titoli che viene scambiato sul mercato.
Società cooperativa. La società cooperativa è una società nella quale almeno tre soggetti gestiscono in comune una impresa che si prefigge lo scopo di fornire innanzitutto agli stessi soci (scopo mutualistico) quei beni e servizi per il conseguimento dei quali la cooperativa è sorta. Capisaldi del sistema cooperativo sono i principi di mutualità, solidarietà, democrazia. Funzione sociale. A norma dell'articolo 45 della Costituzione la Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. Lo scopo mutualistico. La cooperativa è un'impresa - in forma di società - nella quale il fine e il fondamento dell'agire economico è il soddisfacimento dei bisogni della persona (il socio): alla base della cooperativa c'è dunque la comune volontà dei suoi membri di tutelare i propri interessi di consumatori, lavoratori, agricoltori, operatori culturali, ecc. L'elemento distintivo e unificante di ogni tipo di cooperativa - a prescindere da ogni altra distinzione settoriale - si riassume nel fatto che, mentre il fine ultimo delle società di capitali diverse dalle coop è la realizzazione del lucro e si concretizza nel riparto degli utili patrimoniali, le cooperative hanno invece uno scopo mutualistico, che consiste – a seconda del tipo di cooperativa - nell'assicurare ai soci lavoro, o beni di consumo, o servizi, a condizioni migliori di quelle che otterrebbero dal libero mercato. La prevalenza mutualistica. Fondamentale è la distinzione tra:

  • cooperative a mutualità prevalente
  • cooperative non a mutualità prevalente, dette "cooperative diverse".

In base al Codice Civile sono società cooperative a mutualità prevalente, in ragione del tipo di scambio mutualistico, quelle che (art. 2512):

  • svolgono la loro attività prevalentemente in favore dei soci, consumatori o utenti di beni o servizi;
  • si avvalgono prevalentemente, nello svolgimento della loro attività, delle prestazioni lavorative dei soci;
  • si avvalgono prevalentemente, nello svolgimento della loro attività, degli apporti di beni o servizi da parte dei soci.

Il codice civile prevede criteri oggettivi per il calcolo della prevalenza e fissa i vincoli statutari da adottare per le cooperative a mutualità prevalente (art. 2513 e 2514). Le cooperative sociali sono considerate di diritto a mutualità prevalente. Le disposizioni fiscali di carattere agevolativo previste dalle leggi speciali si applicano soltanto alle cooperative a mutualità prevalente; inoltre queste ultime non possono trasformarsi in società a scopo di lucro, mentre l'eventuale passaggio da cooperativa a mutualità prevalente a cooperativa a mutualità non prevalente è disciplinato dall'art. 2545 octies. Il voto capitario. Le cooperative sono caratterizzate dal voto capitario dei soci, ovvero dal fatto che ogni socio ha diritto a un voto in Assemblea, indipendentemente dal valore della propria quota di capitale sociale: viceversa, nelle società per azioni i voti sono attribuiti in proporzione al numero di azioni (con diritto di voto) possedute da ogni socio. Ai soci cooperatori persone giuridiche tuttavia, può spettare un numero di voti superiore (fino a cinque) , e lo stesso si può dire per gli appartenenti alla categoria dei soci sovventori. Non è possibile il voto per delega, tranne nel caso in cui il socio sia rappresentato da un membro della famiglia, nell'ambito di una attività di impresa familiare. Altre peculiarità. Caratteristica propria della cooperativa è pure il principio di parità tra i soci (democrazia economica), che implica, tra l'altro, oltre al voto capitario, la necessità di un giudizio motivato sui motivi di ammissione o sul diniego di ammissione nei confronti di nuovi soci (art. 2528, quarto comma). Ulteriori caratteristiche fondamentali sono: - il principio cosiddetto della porta aperta (non è necessario modificare l'atto costitutivo a seguito dell'ammissione di nuovi soci: art. 2524); - il capitale variabile della società cooperativa (art. 2511). La partecipazione dei soci cooperatori al capitale sociale può essere rappresentata da quote (se si adotta la struttura di s.r.l.) o azioni (se viene adottata la struttura di società per azioni). Il Codice Civile riconoscendo la variabilità del capitale come un elemento peculiare delle società cooperative, non stabilisce un valore minimo da sottoscrivere, ma stabilisce quale debba essere il valore minimo della quota pro capite € 25,00. Nelle società per azioni, il valore dell'azione non può essere superiore a € 500. Struttura giuridica. Le cooperative sono regolate dalle norme specifiche presenti nel Codice civile, dall'articolo 2511 all'art. 2548, e, in quanto compatibili, dalle disposizioni sulla società per azioni (art. 2519 primo comma). Per le cooperative costituite da meno di 9 soci è obbligatoria (art. 2522, secondo comma) l'applicazione delle norme sulle s.r.l. (e possono essere costituite esclusivamente da persone fisiche, non da persone giuridiche). Le norme sulla società a responsabilità limitata possono essere applicate anche nel caso in cui si verifichi una delle seguenti condizioni (e l'atto costitutivo preveda espressamente l'applicazione di tali norme): - numero dei soci inferiore a venti, - attivo patrimoniale inferiore a un milione di euro. Le società cooperative godono di autonomia patrimoniale perfetta. L'art. 2518 dispone infatti che nelle società cooperative per le obbligazioni risponde soltanto la società con il suo patrimonio. Tipologie di cooperative. A seconda della natura dei soci e delle finalità che gli stessi intendono perseguire possiamo avere:

  • una Cooperativa di consumo: l'obiettivo è di acquistare e rivendere beni di qualità a prezzi vantaggiosi ai propri soci-consumatori;
  • una Cooperativa di produzione e lavoro: lo scopo consiste nel procurare lavoro alle migliori condizioni possibili per i propri soci-lavoratori;
  • una Cooperativa sociale: si tratta di cooperative di lavoro per la gestione di servizi socio sanitari ed educativi o finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate;
  • una Cooperativa di abitanti o Cooperativa edilizia: finalizzata alla costruzione di alloggi per i propri soci in un rapporto corretto tra qualità e prezzo;
  • una Cooperativa agricola o della pesca: si tratta di cooperative per coltivazione, trasformazione, conservazione, distribuzione di prodotti agricoli o zootecnici oppure finalizzate all'esercizio in comune della pesca o di attività ad essa inerenti.

Società di capitali. Le società di capitali sono definite tali in quanto l'elemento del capitale ha una prevalenza concettuale e normativa rispetto all'elemento soggettivo rappresentato dai soci. La partecipazione dei soci al capitale sociale può essere rappresentata da azioni o da quote a seconda della specifica tipologia societaria. Le caratteristiche delle società di capitali sono:

  • personalità giuridica e autonomia patrimoniale perfetta (la società risponde soltanto con il suo patrimonio). Fanno eccezione le s.a.p.a., dove i soci accomandanti sono obbligati soltanto nei limiti della quota del capitale sociale sottoscritta, mentre i soci accomandatari rispondono solidamente e illimitatamente.
  • responsabilità dei soci per le obbligazioni sociali limitata: i soci rispondono per le obbligazioni assunte dalla società nei limiti delle azioni o quote sottoscritte; in caso di insolvenza della società i creditori non possono rivalersi sul patrimonio personale dei singoli soci. Un'eccezione a questo principio si verifica quando il socio firma delle fideiussioni a garanzia di prestiti alla società: in quel caso il creditore può rivalersi sul patrimonio personale del socio-fideiussore.
  • potere di amministrazione svincolato dalla qualità di socio: il socio può solo esercitare funzioni di controllo e di partecipazione ad utili e perdite e contribuire, con il suo voto proporzionale alle azioni/quote possedute, a scegliere gli amministratori
  • organizzazione di genere corporativo, con organi definiti dalla legge (sia nella tipologia che nelle funzioni: assemblea dei soci, amministratori, collegio sindacale)
  • gestione con metodo collegiale a principio maggioritario: le decisioni vengono prese collegialmente, con diritti di voto proporzionati all'entità della partecipazione al capitale sociale

Le società di capitali si dividono in:

  • società per azioni (SpA);
  • società in accomandita per azioni (Sapa);
  • società a responsabilità limitata (Srl);

Società di gestione armonizzata. Società con sede legale e direzione generale in uno Stato membro dell’Unione europea diverso dall’Italia autorizzata, ai sensi delle direttive comunitarie in materia di OICVM (vedi), a prestare il servizio di gestione collettiva del risparmio.
Società di gestione del risparmio (SGR). Società per azioni alle quali è riservata la possibilità di prestare congiuntamente il servizio di gestione collettiva e individuale di patrimoni. In particolare, esse sono autorizzate a istituire fondi comuni di investimento, a gestire fondi comuni di propria o altrui istituzione, nonché patrimoni di Sicav, e a prestare il servizio di gestione su base individuale di portafogli di investimento.
Società di intermediazione mobiliare. (Vedi: SIM).
Società d'investimento. Società finanziaria, che investe in titoli emessi da altre società ed emette a proprio nome quote di partecipazione o azioni che colloca presso gli investitori. Per esempio i fondi comuni di investimento, sia aperti che chiusi.
Società d'investimento a capitale variabile. (Vedi: Sicav).
Società d'investimento a leva. È una società di gestione che ha la possibilità di indebitarsi con banche, obbligazionisti o altre istituzioni finanziarie allo scopo di accrescere il totale degli investimenti effettuati e, dove il capitale di terzi sia impiegato a un tasso superiore al costo del prestito, anche il rendimento. Il medesimo termine indica pure le società di gestione di fondi che possono emettere quote dette income shares e capital shares.
Società di persone. Le società di persone sono tali in quanto prevale l'elemento soggettivo, rappresentato dai soci, rispetto al capitale. Le società di persone non acquistano mai la personalità giuridica, cosa che invece avviene per le società di capitali, ma è sempre presente un certo grado di separazione patrimoniale tra il patrimonio della società e quello del socio che varia a seconda del tipo considerato. La responsabilità dei soci nei confronti delle obbligazioni sociali è:

  1. Illimitata, perché per i debiti sociali i Soci rispondono non solo con il proprio apporto, ma anche con tutto il patrimonio personale.
  2. Solidale, in quanto i creditori della Società possono rivalersi per l'intero ammontare del loro credito sul patrimonio di uno qualsiasi dei Soci, i quali, fatto salvo il regresso, rispondono l'uno per l'altro.
  3. Sussidiaria, perché essa scatta solo se il patrimonio sociale è insufficiente a pagare i creditori della Società ( i Soci godono quindi del beneficio della preventiva escussione dei beni sociali).

I tipi di società di persone sono: Società in nome collettivo (S.n.c) e Società in accomandita semplice (S.a.s).
Società emittente. È il soggetto che offre gli strumenti finanziari ai sottoscrittori, rendendosi garante degli obblighi derivanti dalla particolare categoria di appartenenza degli stessi.
Società fiduciaria. Società finanziaria che si occupa di gestire in nome proprio, ma per conto del cliente un determinato patrimonio in beni sia mobili che immobili.
Società finanziaria. Società la cui attività principale consiste nel fornire finanziamenti sia a individui che società. Contrariamente alla banca, non ha a disposizione una massa di depositi, ma unicamente capitale proprio e finanziamenti a lungo termine risultanti da prestiti obbligazionari. Tra le ulteriori attività svolte da una società finanziaria vi sono la consulenza, l'amministrazione di portafogli di titoli e la detenzione di partecipazioni.
Società finanziaria dipendente. Società finanziaria specializzata nell'erogazione di servizi finanziari quali crediti al consumo o locazioni finanziarie utilizzate da grosse imprese industriali.
Società in accomadita semplice. La società in accomandita semplice (o S.a.s.) è una società di persone che può esercitare sia attività commerciale sia attività non commerciale e che si caratterizza per la presenza di due categorie di soci:

  • i soci accomandanti: che rispondono delle obbligazioni contratte dalla società limitatamente alla quota conferita (responsabilità limitata). Al beneficio della limitazione della responsabilità limitata corrisponde una rigida esclusione degli accomandanti all'amministrazione della società. Tale divieto di immistione prevede, in caso di violazione, oltre ad esporre l'accomandante al rischio di esclusione dalla società, alla perdita del beneficio della responsabilità limitata. Lo stesso effetto si verifica nel caso in cui l'accomandante consente che il suo nome sia compreso nella ragione sociale. Il divieto di immistione nella s.a.s. regolare non arriva ad escludere del tutto il socio dalla possibilità, seppur marginale, di partecipare alla gestione della società. Diversamente nella s.a.s. irregolare il divieto di immistione assume invece carattere assoluto.
  • i soci accomandatari: che rispondono solidalmente ed illimitatamente per le obbligazioni sociali. Solamente ad essi è attribuita l'amministrazione (e la rappresentanza) della società.

Essa è disciplinata dagli articoli 2313-2324 del codice civile, sul modello della società in nome collettivo con gli adattamenti resi necessari dalla presenza delle due categorie di soci. L'atto costitutivo della società deve indicare espressamente i soci accomandatari e i soci accomandanti. Un eventuale creditore potrà rivalersi sul capitale della società (come per le S.r.l.) ed in parte sul patrimonio personale degli accomandatari (come per le S.n.c.). Sono soggette nell'esercizio ad avere una partita IVA, una iscrizione alla camera di commercio per le attività soggette ed un registro societario. La S.a.s. si distingue dalla Società in accomandita per azioni dal fatto che la prima fa parte della categoria delle società di persone, dunque si applicherà la disciplina della Società in nome collettivo con i normali adattamenti previsti per la presenza di soci a responsabilità limitata, alla seconda, invece, viene applicata la disciplina della Società per Azioni, infatti fa parte della categoria delle Società di Capitali; Il Capitale sociale della Società in Accomandita semplice è diviso in quote, in modo tale che ogni socio ha una quota di grandezza diversa proporzionale ai conferimenti apportati. Le quote di partecipazione non possono essere mai costituite da azioni come accade invece nelle Società in accomandita per azioni.
Società in accomandita per azioni. La società in accomandita per azioni (SAPA) è una società di capitali a responsabilità mista, in quanto alcuni soci (accomandatari) sono responsabili illimitatamente e solidalmente per le obbligazioni sociali, mentre gli altri soci (accomandanti) sono responsabili soltanto nei limiti del proprio conferimento (art. 2462). La denominazione sociale deve contenere il nome di uno o più soci accomandatari. L'amministrazione della società spetta di diritto ai soci accomandatari, che lo sono a tempo indeterminato. Gli amministratori possono essere rimossi dal loro incarico con la deliberazione a maggioranza dell'assemblea straordinaria, se tale rimozione avviene senza giusta causa, gli amministratori hanno diritto ad un risarcimento (art. 2466). La revoca degli amministratori deve essere deliberata con la maggioranza prescritta per le deliberazioni dell'assemblea straordinaria della società per azioni (art. 2456).
Società in nome collettivo. La società in nome collettivo (o S.n.c.) è un tipo di società di persone disciplinato dagli artt. 2291-2312 del codice civile in cui tutti i soci rispondono solidalmente e illimitatamente per i debiti sociali (art. 2291 c.c.). La responsabilità dei soci è illimitata in quanto rispondono con tutto il loro patrimonio personale per i debiti sociali ed è solidale in quanto i soci sono responsabili per l'intero debito e i creditori sociali possono pretendere il pagamento del credito da qualsiasi socio, che dopo aver estinto il debito, può esercitare l' azione di regresso nei confronti degli altri soci chiedendo il rimborso della loro quota, inoltre la responsabilità dei soci di una s.n.c è anche sussidiaria in quanto i creditori della società possono agire sul patrimonio personale dei singoli soci solamente dopo aver agito inutilmente sul patrimonio sociale. I soci di una s.n.c hanno il diritto di escussione preventiva del patrimonio sociale quindi non è il socio che ha l'onere di chiedere al creditore di agire prima sul patrimonio sociale ma è il creditore che per poter agire nei suoi confronti deve dimostrare di aver già agito inutilmente sul patrimonio della società e di non essere riuscito in questo modo a soddisfare il suo credito Ha normalmente a oggetto l’esercizio delle attività commerciali di dimensioni medio-piccole, è soggetta all’iscrizione presso il registro delle imprese, alla tenuta delle scritture contabili e al fallimento. Il codice distingue due tipologie di società in nome collettivo:

  • la società in nome collettivo regolare che si ha allorquando la società sia iscritta nel registro delle imprese. In tal caso l'atto costitutivo della società deve essere stipulato per atto pubblico o scrittura privata autenticata
  • la società in nome collettivo irregolare che si ha quando la società non è iscritta nel registro delle imprese.

Società multinazionale. Società operante in più mercati di Paesi differenti, generalmente attraverso società controllate operanti direttamente nei Paesi starnieri, e che fruttano alla società controllante almeno un terzo del totale del fatturato.
Società ombra. Generalmente si tratta di società che non svolgono alcuna attività, costituite in attesa di conferimenti, o per cercare di sottrarsi a imposizioni fiscali particolarmente onerose.
Società per azioni (Corporation). La Società per azioni (S.p.A.) è una società di capitali, in cui le partecipazioni dei soci sono espresse in azioni. Questo significa che il capitale sociale è frazionato in un determinato numero di titoli, ciascuno dei quali incorpora una certa quota di partecipazione e i diritti sociali inerenti alla quota stessa. In quanto società di capitali, le S.p.A. sono caratterizzate anche dall'autonomia patrimoniale perfetta, ossia dal massimo grado di autonomia patrimoniale. Il patrimonio della società, in altre parole, risulta essere completamente distinto da quello dei soci che, quindi, non sono chiamati a rispondere delle obbligazioni sociali. La responsabilità dei soci è limitata, in via di principio, alla sola quota di partecipazione. All'interno del Codice civile gli articoli che trattano della S.p.A. sono 2325 e ss..Origini. La nascita del modello societario "S.p.A." si fa risalire alle Compagnie coloniali dei secoli XVII e XVIII. Le esplorazioni e gli insediamenti coloniali necessitavano di ingenti finanziamenti e comportavano altresì alti rischi per l'investimento effettuato. Per attrarre i finanziatori, i sovrani presero a concedere la separazione patrimoniale tra la società ed i soci, cosicché questi ultimi non esponessero il loro intero patrimonio al rischio, ma solo il denaro investito nella Compagnia. Da notare come sia essenziale sin dall'origine il momento del finanziamento dell'attività. Le Compagnie coloniali non costituivano, quindi, un modello societario tipizzato, a cui i privati potevano ricorrere liberamente. La separazione patrimoniale e la conseguente possibilità di limitare il rischio al capitale investito erano, infatti, consentite solo in forza di un privilegio, assegnato dal potere sovrano alla compagnia e solo ad essa. Con le codificazioni napoleoniche, all'inizio del XIX secolo, la prospettiva cambiò. Venne introdotto un tipo generalizzato di società anonima, a cui i privati potevano ricorrere per ottenere, mediante il rispetto di determinate procedure, il beneficio dell'autonomia patrimoniale perfetta. Tipologie di SpA. A seguito della riforma del diritto societario del 2003 si possono individuare tre livelli di disciplina della S.p.A. a seconda del cosiddetto "modello socio-economico" sottostante. Il principio che anima questa tripartizione della regolamentazione è la considerazione delle profonde differenze che intercorrono tra una piccola impresa con pochi soci che decidono di utilizzare il modello organizzativo S.p.A. e invece una S.p.A. di grandi dimensioni con azionariato diffuso e frammentato e che faccia anche ricorso al mercato dei capitali di rischio. Si tratta proprio di una presa di coscienza di differenze reali. Si delineano quindi tre tipi:

  • S.p.A. modello chiuso: la disciplina è quella codicistica, salvo qualora il legislatore detti norme specifiche per le società che fanno ricorso al mercato dei capitali di rischio o alle quotate che non valgono per questo primo tipo.
  • S.p.A. modello aperto (ricorso al mercato dei capitali di rischio) non quotata: si applicano anche le regole dettate per le società che fanno ricorso al mercato dei capitali di rischio.
  • S.p.A. modello aperto (ricorso al mercato dei capitali di rischio) quotata: vi sono quattro piani successivi in cui cercare la soluzione ai quesiti normativi.
  1. Leggi speciali (es. T.U. Finanza D.Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58)
  2. Norme speciali per le quotate contenute nel Codice civile (es. 2441, 4° comma)
  3. Norme che si riferiscono alle società che fanno ricorso al mercato dei capitali di rischio (cfr. sopra)
  4. Diritto societario comune

Per determinare quando una società faccia ricorso al mercato dei capitali di rischio occorre fare riferimento alla norma risultante dall'art. 2325 bis c.c., al 1° comma: "...sono società che fanno ricorso al mercato dei capitali di rischio le società emittenti di azioni quotate in mercati regolamentati [e qui si fa riferimento alle quotate] o diffuse fra il pubblico in misura rilevante". La "misura rilevante" viene individuata dalla lettura dell'art. 116 del T.U. della Finanza del '98, che rimanda la definizione ad un regolamento della CONSOB. Però il legislatore del 2003, per evitare di concedere troppa arbitrarietà alla CONSOB nella definizione di questo modello socio-economico, ha voluto fissare questa misura a quanto indicato nel regolamento CONSOB del 1° Gennaio 2004 (art. 111 bis disp. att. D.lgs 6/03).

Società per azioni a responsabilità illimitata. È una forma di soggetto giuridico presente negi Stati Uniti dove il capitale della società è rappresentato da azioni, e dove la responsabilità dei soci risulta illimitata per ciò che riguarda le obbligazioni contratte dalla società nell'esercizio dell'attività. Le azioni possono essere liberamente cedute, e con esse passa al nuovo possessore anche la responsabilità illimitata.
Società semplice. La tipologia più elementare di società è la società semplice, disciplinata dagli articoli 2251-2290 c.c.. Essa può essere adottata esclusivamente per attività economiche di natura non commerciale. L’atto costitutivo, ai sensi dell’art. 2251 c.c., non richiede forme particolari, salve quelle richieste dalla natura dei beni conferiti, ad esempio nel caso di beni immobili Ai sensi della legge 580/93 l’iscrizione di tale tipo societario avviene in apposita sezione speciale del Registro delle Imprese. La società semplice non è dotata di personalità giuridica, ma solo di autonomia patrimoniale imperfetta, in quanto, ai sensi dell’art. 2267 c.c., i creditori della società possono far valere i loro diritti sul patrimonio sociale. Per quanto riguarda la responsabilità, ai sensi dell’art. 2267 c.c., per le obbligazioni sociali rispondono personalmente e solidalmente i soci che hanno agito in nome e per conto della società e, salvo patto contrario, gli altri soci. L’amministrazione della società può essere di tipo congiuntivo o disgiuntivo: nel primo caso le operazioni sociali possono compiersi solo col consenso della totalità dei soci amministratori, salvo che non sia diversamente stabilito nell’atto costitutivo, gli amministratori possono compiere, singolarmente, solo gli atti urgenti al fine di evitare un danno alla società; nel secondo caso l’amministrazione spetta a ciascuno dei soci disgiuntamente dagli altri, ciascun socio amministratore ha diritto di opporsi all’operazione che un altro voglia compiere, prima che sia compiuta, sull’opposizione decide la maggioranza dei soci, da calcolarsi sulla base degli utili attribuiti ai singoli soci. Ai sensi dell’art. 2260 c.c. i diritti e gli obblighi degli amministratori sono regolati dalle norme sul mandato; gli amministratori sono solidalmente responsabili verso la società per l’adempimento degli obblighi ad essi imposti dalla legge e dal contratto sociale, tuttavia la responsabilità non si estende a quelli che dimostrino di essere esenti da colpa. Le cause di scioglimento del rapporto sociale limitatamente a un socio sono la esclusione, il recesso e la morte del socio stesso; in quest’ultimo caso il rapporto cessa a meno che non sia diversamente stabilito nell’atto costitutivo, gli altri soci hanno la facoltà, inoltre, di continuare il rapporto sociale con gli eredi del defunto quando questi vi acconsentano. Le cause di scioglimento della società sono: il decorso del termine, il conseguimento dell’oggetto sociale o la sopravvenuta impossibilità di conseguirlo, la volontà di tutti i soci e la sopravvenuta mancanza della pluralità dei soci, qualora nel termine di sei mesi questa non sia ricostituita, le altre cause previste nel contratto sociale. Tuttavia, ai sensi dell’art. 2273 c.c., nel caso di apposizione di termine alla durata della società, la stessa è tacitamente prorogata a tempo indeterminato quando, decorso il tempo per cui fu contratta, i soci continuano a compiere le operazioni sociali.
Società straniera. Società di diritto straniero, nata e regolata da leggi emanate da un Paese differente rispetto a quello dove svolge la propria attività, di cui in ogni modo è obbligata a rispettare la normativa.
Società veicolo. Vedi Conduit.
Soddisfazione del cliente (customer satisfaction). La rilevanza della Customer satisfaction come obiettivo strategico è sostenuta da alcune tendenze evolutive del mercato. Tra le cause dell’orientamento alla soddisfazione del cliente, sono addotte quattro tendenze strutturali del rapporto domanda e offerta: Il progressivo incremento della pressione concorrenziale, che aumenta nelle imprese il bisogno di una vicinanza psicologica nei confronti del cliente. L’affermarsi di nuove fonti di vantaggio competitivo, connesse allo sviluppo delle risorse immateriali dell'impresa legate al valore aggiunto della marca, del prodotto, e in generale tutte le caratteristiche che avvolgono la fisicità del prodotto/servizio. L’aumento della complessità tecnologica dei prodotti/servizi. Questa caratteristica comune alla quasi totalità degli odierni mercati, manifesta i suoi effetti anche sui processi d’acquisto. Si rende infatti problematica per il consumatore la formulazione dei criteri di scelta chiari ed espliciti. Alla luce di questa esigenza si richiede allora una più attenta e attiva politica di servizi,che permea e avvolge il prodotto stesso ridefinendo le sue componenti intangibili a misura di utente. Una dinamica evolutiva della domanda caratterizzata più che in passato da un consumatore alla ricerca di prodotti e servizi di qualità superiore, e in generale un consumatore che cerca nel consumo l’integrazione di più bisogni. In estrema sintesi emerge chiaramente da questi punti come, da un punto di vista psicologico, il consumo non sia più limitato, nelle aspettative del consumatore, al solo beneficio materiale. I processi di consumo risultano allora intrisi di meccanismi di definizione di sé. Attraverso l'acquisto di un prodotto si definisce anche un'identità. Nel momento in cui la componente del servizio diviene fondamentale, avvolge e sostiene il prodotto in tutti i processi di consumo, la misura della soddisfazione del cliente diviene un caposaldo necessario per ottenere il vantaggio competitivo.
Soddisfazione della garanzia. Processo legale tramite il quale il creditore che non è riuscito ad avere il rimborso del prestito da parte del soggetto obbligato ha la possibilità di procedere giudizialmente con una vendita forzata del bene in garanzia, soddisfacendosi sul ricavato per la parte di sua competenza.
Sofferenze. Crediti al valore nominale nei confronti di soggetti in stato d’insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili.
Sofferenze nette. Sofferenze al netto dell’ammontare complessivo delle perdite di valore.
Sofferenze rettificate. Esposizione complessiva per cassa di un affidato verso il sistema finanziario, quando questi viene segnalato alla Centrale dei rischi: a) in sofferenza dall’unico intermediario che ha erogato il credito; b) in sofferenza da un intermediario e tra gli sconfinamenti dall’unico altro intermediario esposto; c) in sofferenza da un intermediario e l’importo della sofferenza è almeno il 70 per cento dell’esposizione complessiva verso il sistema finanziario o vi siano sconfinamenti pari o superiori al 10 per cento; d) in sofferenza da almeno due intermediari per importi pari o superiori al 10 per cento del credito
utilizzato complessivo per cassa.
Soggetto a ipoteca. Prevede l'acquisto di un bene immobile in cui l'acquirente si impegna a corrispondere le rate di rimborso dell'ipoteca. Il titolo di proprietà rimarrà al venditore fino al termine del rimborso.
Solvibilità. Capacità di un soggetto di far fronte regolarmente e puntualmente alle obbligazioni finanziarie assunte.
Sondaggio congiunturale. Dal 1993 la Banca d’Italia conduce, nel mese di settembre, un sondaggio tra le imprese nel quale raccoglie informazioni qualitative sulle tendenze congiunturali. Il campione è in linea di principio coincidente con quello delle indagini annuali sulle imprese industriali e dei servizi condotte dalla Banca d’Italia. I principali risultati vengono pubblicati in un riquadro del fascicolo autunnale del Bollettino economico; la documentazione dettagliata su risultati e metodi utilizzati nell’indagine è resa disponibile nei Supplementi al Bollettino statistico, Indagini campionarie (www.bancaditalia.it).
Sopra la pari. Definizione data alla quotazione di un titolo quando il prezzo di mercato è superiore al valore nominale.
Sopravvalutato. È un bene d'investimento, solitamente un titolo azionario, il cui valore espresso dal prezzo di mercato è superiore al valore reale. Nel momento in cui il mercato si rende conto di questa situazione, il titolo scende a livelli più adeguati.
Sopravvenienze (liabilities) attive e passive. Rappresentano ricavi e costi di natura straordinaria in quanto di competenza di esercizi precedenti. Esempi di sopravvenienze attive possono essere, crediti svalutati nei precedenti esercizi e recuperati pienamente, rimborsi non previsti, agevolazioni finanziarie maturate nel passato.
Sorveglianza. Attività di sorveglianza tramite sistemi elettronici che consente alle autorità degli Stati Uniti di controllare le situazioni di società finanziarie, di banche, ecc. o per individuare operazioni illecite su titoli.
Sospensione. Un titolo viene sospeso al rialzo o al ribasso quando il suo rialzo o ribasso percentuale supera il 20% in apertura e il 10% nella trattazione continua.
Sostegno. Azione concertata di uno o più gruppi finanziari mirata a mantenere, tramite operazioni di acquisto, la quotazione di un titolo sui livelli desiderati
Sostituto di imposta. Il soggetto che versa le imposte per conto del contribuente. Nel caso, a esempio, di un lavoratore dipendente il datore di lavoro versa lo stipendio al netto delle tasse, ovvero dopo aver tolto la somma da versare al fisco. Il sostituto è obbligato dalla legge al pagamento delle imposte e nel caso di non adempimento di questo obbligo le sanzioni sono a suo carico.
Sotto la pari. Si definisce così un titolo il cui prezzo di mercato è sotto il suo valore nominale.
Sottocapitalizzazione. Quando il capitale aziendale disponibile è insufficiente al mantenimento delle condizioni di equilibrio e sviluppo dell'impresa.
Sottoimpiego di capacità. Situazione di sotto utilizzo della capacità produttiva di un sistema economico, misurato ad esempio dal divario fra il prodotto potenziale e prodotto effettivo.
Sottoscrittore. Garante partecipante al sindacato (consorzio) di emissione di un prestito che assieme al lead manager e al co-lead manager ne garantisce pro-quota il collocamento.
Sottoscrittore capofila. Banca d'investimento che si occupa della gestione delle operazioni di sottoscrizione di nuova emissione di titoli, dalla formazione di un gruppo di sottoscrittori al collocamento presso gli investitori, fungendo anche da agente in rappresentanza di tutti gli appartenenti al sindacato di collocamento.
Sottoscrittore primario. Un lead manager che garantisce una nuova emissione nella sua totalità, prima ancora di averla lanciata, o di aver invitato altri subunderwriters a partecipare. Nella misura in cui questi parteciperanno, diminuirà l'impegno del primary underwriter, impegno che da quel momento per la parte residua si chiamerà "secondary underwriting commitment".
Sottoscrizione (subscription). Avviene quando un soggetto si aggiudica un titolo di nuova emissione al pagamento della somma richiesta.
Sottoscrizione di titoli. Garanzia in forza della quale un pool di banche si impegna ad acquistare a un dato prezzo in tutto o in parte i titoli di un'emissione, qualora questi non trovino collocamento sul mercato.
Sottoscrizione (under-writing). L'accettazione del contenuto e delle clausole presenti in un contratto. In campo assicurativo, la sottoscrizione della polizza e il conseguente pagamento di un premio da parte dell'assicurato obbliga la compagnia d'assicurazione al risarcimento del sinistro ove questo si verifichi. Nel campo degli investimenti, il processo di sottoscrizione è quello mediante il quale una società intenzionata a emettere nuovi titoli per le proprie esigenze di capitalizzazione, dà mandato ad alcune banche di investimento di coordinare l'operazione. L'underwriting, per le operazioni bancarie commerciali, è l'insieme di analisi finanziarie che un istituto di credito compie prima di concedere un affidamento.
Sottoscrizione di titoli. Garanzia in forza della quale un pool di banche si impegna ad acquistare a un dato prezzo in tutto o in parte i titoli di un'emissione, qualora questi non trovino collocamento sul mercato.
Sottoscrizione garantita. Impegno ufficiale sottoscritto da una banca di investimento nei confronti di una società emittente di nuovi titoli, ad acquistare la parte di titoli emessi durante un aumento di capitale e non collocati presso gli investitori.
Sottoscrizione negoziale. Sottoscrizione di titoli di nuova emissione che viene effettuata globalmente da un solo soggetto, il quale si accorda con l'emittente per le condizioni di sottoscrizione e di successiva cessione al pubblico dei titoli. In questo caso, mancando la raccolta di più offerte competitive, le condizioni vengono negoziate in anticipo con il sottoscrittore.
Sottostante. Per strumento sottostante ad uno strumento derivato, si intende quell'attività (non necessariamente finanziaria) da cui dipende il derivato. La tipologia del sottostante può essere estremamente vasta: a esempio, per stock option, si intende un'opzione il cui sottostante sono dei titoli azionari, ovvero la facoltà di comprare l'azione ad un prezzo stabilito ad una data prestabilita. Gli strumenti sottostanti di tipo finanziario possono essere:

  • Titoli di qualsiasi tipo (azioni, obbligazioni, ecc...).
  • Indici, es. Euribor, Mibtel, Nasdaq.
  • Valute
  • Tassi di interesse
  • Commodity
  • Fondi comuni di investimento

Sottostima. Vedere definizione di Underweighting.
Sottovalutato. Bene d'investimento il cui prezzo di riferimento sul mercato è inferiore a quello ottenuto valutandolo secondo specifici e adeguati criteri. Per esempio un titolo azionario può essere sottovalutato se, nonostante il buono stato della società, il titolo ha un prezzo inferiore al valore di liquidazione della stessa.
Sour. Le numerose qualità di greggio si distinguono per densità (e quindi leggerezza) e contenuto di zolfo. Sotto questo secondo aspetto, i greggi medium sour e sour sono quelli a più alto contenuto di zolfo.
Sovrapagamento. È l'eccesso di prezzo di un titolo, sul valore considerato adeguato, che un investitore è disposto a pagare valutando la particolare qualità del titolo in oggetto. È anche l'eccesso di prezzo dovuto a un atteggiamento di attesa pagato per acquistare un titolo il cui prezzo è in crescita.
Sovrapproduzione. In economia, la sovrapproduzione è l'eccesso di offerta di un determinato prodotto rispetto alla domanda del mercato. La sovrapproduzione porta a una discesa dei prezzi ed alla difficoltà di vendere la merce.
Sovraprezzo. E' il maggior valore, rispetto a quello nominale, delle azioni o quote emesse in sede di costituzione o di aumento di capitale. A esempio, in sede di aumento di capitale, rappresenta il prezzo che i soci entranti devono pagare per beneficiare dell'avviamento e del valore effettivo della società.
SPA. Società per Azioni. E' una società di capitali avente capitale minimo di 100.000 euro, suddiviso in azioni; ha piena autonomia patrimoniale e per le obbligazioni sociali risponde esclusivamente la società stessa con il suo patrimonio, in quanto i soci rispondono nei limiti del capitale da loro sottoscritto. E' soggetta alla nomina ed al controllo del collegio sindacale e può emettere prestiti obbligazionari.
Special data dissemination standard (SDDS). Iniziativa avviata e coordinata, dal 1996, dall’FMI. Mira a promuovere la produzione di statistiche economiche e finanziarie tempestive e affidabili da parte degli Stati membri dell’FMI che accedono o intendono accedere ai mercati finanziari internazionali, attraverso la definizione di standard comuni di compilazione e di diffusione dei dati. La partecipazione agli SDDS è volontaria e l’Italia vi ha aderito dal momento della loro istituzione (cfr. il sito internet www.dsbb.imf.org per maggiori dettagli sull’iniziativa).
Specialista. Membro di una Borsa attivo nelle quotazioni di uno o più titoli. Mantiene le posizioni su un certo numero di titoli, e interviene nel momento in cui le oscillazioni di prezzo diventano eccessive in conseguenza di momentanei squilibri tra domanda e offerta.
Specialisti. Categoria di operatori principali sull’MTS con particolari impegni e facoltà. Sono soggetti a requisiti patrimoniali e di operatività più elevati degli altri operatori principali. Sul mercato primario sono tenuti a sottoscrivere almeno il 3 per cento delle emissioni lorde annue, di cui l’l per cento in CCT, l’l per cento in BTP e CTZ e lo 0,5 per cento in BOT; sul mercato secondario devono mantenere una quota delle negoziazioni annue pari ad almeno l’l,5 per cento. Devono inoltre assicurare una presenza continuativa sul mercato per garantirvi adeguate condizioni di liquidità. Gli specialisti hanno, nel contempo, accesso esclusivo ad appositi collocamenti di titoli e sono gli unici operatori a proporre operazioni a titolo definitivo alla Banca d’Italia.
Speculazione. Acquisto di titoli in borsa con l'obiettivo di rivenderli a breve termine per realizzare un profitto, senza alcun interesse per le attività delle imprese di cui si comprano le azioni. Lo speculatore si distingue dall'investitore "normale" che, malgrado gli alti e i bassi della borsa, rimane fedele ai titoli scelti. Nonostante la sfumatura negativa di cui si è tinta la parola, la speculazione ha un ruolo importante nello stabilizzare il mercato, poiché equilibra l'andamento dei prezzi.
Spedizione. L'invio dei documenti utili alla reale apertura di un contratto di mutuo ipotecario già sottoscritto. Il finanziatore spedisce al beneficiario del prestito i documenti che gli permettono di ottenere il finanziamento, le cui clausole sono state precedentemente già sottoscritte.
Spending review. Da quando gli stati sovrani hanno iniziato a pensare, seriamente, alla riduzione dello stock di debito si è iniziato a parlare di spending revirw e cioè dell'analisi minuziosa di ogni capitolo di spesa, volta ad accertare e rimuovere sprechi di denaro pubblico, ma fino all'aprile 2012, in Italia, nulla è dato sapere sulle modalità e sui primi esiti di questo processo. Dovrebbe riguardare non solo l'amministrazione centrale dello Stato, ma anche le amministrazioni pubbliche soggette alla vigilanza dei ministeri. Il principio dovrebbe essere quello di identificare spese che non contribuiscono a raggiungere gli obiettivi che sono stati affidati alle diverse amministrazioni o che li raggiungono solo a fronte di spese molto più alte del necessario. La legge che istituisce le spending review richiede espressamente il contributo dei cittadini e degli esperti nell'identificare questi sprechi.
Spesa per pensioni di invalidità (GPI). Spesa della PA per pensioni di invalidità. Include le pensioni di guerra, le pensioni agli invalidi civili e le pensioni di inabilità o gli assegni ordinari di invalidità.
Spesa pubblica. Insieme delle erogazioni del settore delle amministrazioni pubbliche per consumi, trasferimenti e investimenti.
Spesa pubblica (contabilità liberale) (G). Spesa pubblica corrente. E' la somma degli acquisti, dei benefici di ritorno, degli stipendi pubblici e del servizio del debito netto.
Spesa pubblica discrezionale (contabilità liberale) (GD). Spesa pubblica al netto della spesa pensionistica, della spesa per la difesa e del servizio del debito netto. Si interpreta come la spesa su cui la PA ha un elevato potere discrezionale.
Spesa pubblica discrezionale netta (contabilità liberale) (GDN). Spesa pubblica discrezionale al netto delle vendite della PA.
Spesa pubblica discrezionale netta pro capite (contabilità liberale) (g). Ammontare di spesa pubblica discrezionale per residente.
Spesa sociale effettiva (contabilità liberale) (SSE). Spesa sociale nominale più spesa sociale mascherata.Include sia il costo dello stato sociale in senso proprio, sia il costo dell'assistenzialismo nell'erogazione di servizi dello stato minimo.
Spesa sociale mascherata (contabilità liberale) (SSM). Frazione dei consumi pubblici dello stato minimo (tutti i settiri eccetto sanità e istruzione) imputabile a politiche assistenziali. Si ottiene moltiplicando il valore dei consumi pubblici dello stato minimo per il tasso di sottoproduzione e spreco nell'erogazione dei servizi pubblici.
Spesa sociale nominale (contabilità liberale) (SSN). Spesa della PA nei quattro settori che definiscono lo stato sociale: previdenza, sanità, assistenza, istruzione.
Spese di impianto e di ampliamento. Sono i costi sostenuti in occasione della costituzione dell'impresa o in occasione di cambiamenti organizzativi, come fusioni o trasformazioni; sono considerati costi aventi utilità pluriennale. L'articolo 2426 del c.c. consente l'inclusione di tali costi tra le attività (voce B I 1. dell'attivo patrimoniale), previo il consenso del collegio sindacale, ove esista. L'ammortamento (voce B 10 a. dei costi di produzione) deve comunque completarsi in un periodo non superiore ai cinque anni. Finché l'importo non è completamente ammortizzato non possono essere distribuiti utili se non esistono riserve libere per un importo almeno pari alla parte non ancora ammortizzata.
Spese di manutenzione o di riparazione. Nell'ambito del reddito di impres sono, le spese di manutenzione, riparazione, ammodernamento e trasformazione, non capitalizzate (ossia, imputate ad incremento del costo dei beni ai quali si riferiscono). Tali spese sono deducibili nel limite del 5% del costo complessivo di tutti i beni materiali ammortizzabili risultante all' inizio dell'esercizio. L' eccedenza rispetto al limite del 5% è deducibile per quote costanti nei cinque esercizi successivi.
Spese di rappresentanza. Nell'ambito del reddito di impresa sono le spese volte a dare un'immagine positiva dell'impresa, anche in termini di organizzazione ed efficienza; sono caratterizzate dalla gratuità, in quanto in capo ai soggetti beneficiari non sorge alcun obbligo o dovere. Sono deducibli nel limite di 1/3 da ripartire in 5 anni (a esempio, di una spesa di 150 euro è possibile dedurre 50 euro in cinque anni). Sono tali, a esempio, i beni distribuiti gratuitamente di valore unitario superiore a euro 25,82, anche se recano emblemi, denominazioni o altri riferimenti atti a distinguerli come prodotti dell' impresa, o i contributi erogati per l'organizzazione di convegni e simili.
Spese fisse dello stato. Spese di importo e scadenze predeterminati a carico del bilancio statale aventi carattere di continuità e ricorrenza (ad es. stipendi, pensioni, fitti, canoni, ecc.). Il loro pagamento viene ordinato sulla base di ruoli compilati dalle competenti amministrazioni centrali.
Spese per immobilizzazioni. Investimenti a medio lungo termine e di immobilizzazioni tangibili e intangibili.
Spessore del mercato. Quantitativo di un determinato bene che può essere scambiato sul mercato in un periodo di tempo ragionevole senza provocare eccessive oscillazioni di prezzo.
Spezzatura. Quantità di azioni inferiore al lotto minimo per la quale viene inserita una proposta di negoziazione. Per le spezzature sono previste modalità di contrattazione specifiche.
Spillover. Parlando di inflazione con il temine spillover si intende l'impennata puntuale dei prezzi di alcuni prodotti. La presenza di spillover, pur contribuendo all'aumento dell'inflazione, ha un carattere limitato e non legato alle condizioni macroeconomiche generali. A esempio, l'aumento del prezzo dei prodotti petroliferi legata alla minore disponibilità di greggio a fronte di una domanda crescente, e' legato a cause che non dipendono da fattori macroeconomici, quali ad esempio i tassi di interesse, ma alla reale disponibilità del prodotto.
Spin off. Il termine anglosassone spin-off indica il fenomeno di creazione di una nuova unità economica, a opera di alcuni soggetti, che abbandonano una precedente attività svolta all’interno dell’impresa o di un'altra istituzione già esistente (ad es. Università, Laboratori di ricerca, etc.). La nuova realtà può essere considerata come una riorganizzazione più efficiente del processo produttivo. Lo Spin-off è contraddistinto da due aspetti principali:

  • La presenza di una forma di sostegno nei confronti dei creatori di una nuova impresa (non solo dall’impresa di origine);
  • La presenza di un processo di accompagnamento volontario, pianificato e non casuale.

Quindi, l’essenza dello Spin-off consiste nell’aiutare un aspirante imprenditore a trasformare un’idea, una potenzialità, un’opportunità produttiva, tecnologica o di mercato, che qualcun altro non vuole o non può sfruttare in termini commerciali, in una nuova impresa. Per definire Spin-off la creazione di una nuova impresa si sono proposte a livello europeo delle condizioni che devono essere soddisfatte:

  • creazione di una nuova impresa a partire da unità preesistenti (organizzazioni);
  • generazione di una nuova sorgente di attività (nuova impresa autonoma, produzione di nuovo bene, utilizzo di nuovo processo o nuova tecnologia);
  • presenza di misure di sostegno attivo da parte di un’organizzazione madre.

Pertanto non è definibile come Spin-off:

  • l’esternalizzazione (in quanto manca il requisito della novità);
  • la filializzazione (in quanto manca il requisito dell’autonomia);
  • i processi di uscita spontanei (in quanto manca il sostegno attivo).

L’analisi effettuata sui regolamenti permette di capire che ci sono 3 diverse definizioni o tipologie di Spin-off:

  • Vengono definiti spin-off dell'Università esclusivamente quelle società per azioni o a responsabilità limitata alle quali l’Università partecipa in qualità di socio;
  • Società di alta tecnologia, costituite o da costituire, previste dal D.Lgs. 27 luglio 1999 n. 297 (Riordino della disciplina e snellimento delle procedure per il sostegno della ricerca scientifica e tecnologica, per la diffusione delle tecnologie, per la mobilità dei ricercator) e dal Decreto Ministeriale 8 agosto 2000 n. 593 (Modalità procedurali per la concessione delle agevolazioni);
  • Vengono definiti, all’interno del regolamento, due modelli di spin-off con differenti denominazioni: Spin off universitario è la società per azioni o a responsabilità limitata nella quale l’Università partecipa in qualità di socio mentre lo Spin off accademico è la società per azioni o a responsabilità limitata nella quale l’Università non abbia una quota di partecipazione.

Split. Incremento del numero dei titoli azionari di una società che lascia invariato il valore della stessa. Se, a esempio, un'impresa il cui capitale è rappresentato da 2000 titoli quotati 50 dollari annuncia uno split di due a uno - in cui cioè ogni titolo vecchio viene sostituito da due nuovi - al termine dell'operazione esisteranno 4000 titoli la cui quotazione di equilibrio sarà pari a 25 dollari, con un controvalore complessivo inalterato.
Spostamento (Switch). Movimento di fondi da un investimento a un altro come per esempio, il passaggio da titoli azionari difensivi a titoli ciclici, da un tipo di strumento derivato a un altro, da un fondo comune a un fondo della stessa categoria, ecc.
Spot price. Prezzo riferito al regolamento per contanti o alla consegna fisica, del titolo o della merce.
Spot next. Nelle operazioni in cambi sono le transazioni in divisa per consegna un giorno dopo la data di valuta. Una vendita di divisa per valuta spot next effettuata il lunedì, comporta la consegna il giovedì cioé un giorno dopo il mercoledì che rappresenta la valuta spot regolare
Spread. 1 (bid-ask spread). E' la differenza tra la proposta di prezzo in vendita (Ask) e la proposta di prezzo in acquisto (Bid) di un " market maker". 2. Si usa anche per indicare la differenza tra i rendimenti di diversi titoli di Stato, per esempio tra il Btp italiano e il Bund tedesco. 3. Negli strumenti derivati è una posizione costituita dall'acquisto di un contratto future o option, e dalla vendita simultanea di un altro contratto simile, ma che presenta almeno una differenza, a esempio. una diversa scadenza (Calendar spread). 4. Lo spread è anche quello applicato dagli istituti di credito alle operazioni di prestito, fiduciario ipotecario: lo spread viene aggiunto al costo del denaro e la somma dei due dà il tasso nominale. Quando stipuliamo un mutuo a tasso variabile, la banca stabilisce periodicamente quale interesse le dobbiamo pagare. Per fare questo, essa si basa su un indice generale (l'Euribor, a esempio, che fornisce la media dei tassi di interesse applicati in quel momento nell'Unione Monetaria Europea). A questo valore ogni banca aggiunge una "percentuale di guadagno", generalmente oscillante tra l'1% e il 2 %, che chiama Spread.Se l'Euribor fosse al 4,5% e lo spread applicato dalla nostra banca fosse del 2%, gli interessi da pagare ammonterebbero al 6,5% 5. Il credit spread denota il differenziale tra il tasso di rendimento di un'obbligazione caratterizzata da rischio di default e quello di un titolo privo di rischio (ad es., un titolo di stato a breve termine, quale in Italia il BOT.
Spread a farfalla. Metodologia operativa utilizzata nel mercato delle opzioni quando è prevista una fase in cui i prezzi dello strumento sottostante sono stabili o in calo. Si realizza vendendo due opzioni call con lo stesso strike (prezzo di esercizio) e comprandone altre due, una con uno strike elevato e l'altra con uno strike più basso.
Spread a termine. Differenziale tra il prezzo di un bene per consegna a pronti e quello per consegna a termine. I punti dello spread a termine, nel mercato dei cambi, sono chiamati anche Pips.
Spread calendario. Nel mercato degli strumenti derivati, pratica operativa secondo la quale si comprano e si vendono nello stesso momento due contratti con diversa scadenza.
Spread con opzioni. È l'acquisto e la vendita contemporanea di contratti option facenti parte della stessa categoria ma con almeno una caratteristica distintiva. Per esempio, uno spread può essere l'acquisto di un'opzione a breve scadenza e la vendita di una a lunga scadenza. L'obiettivo finale resta comunque la ricerca di un profitto dall'incremento o dalla diminuzione della differenza di prezzo tra i due contratti.
Spread denaro-lettera.Rappresenta la differenza tra la miglior offerta in vendita e la migliore offerta in acquisto. Più tale spread è percentualmente stretto più il titolo è liquido.
Spread di prezzo.Tecnica operativa, nel mercato delle option, dove un operatore acquista allo stesso tempo due contratti con le stesse caratteristiche ma con due prezzi di esercizio differenti.
Spread rialzista.Metodologia operativa che utilizza strumenti derivati avente lo scopo di trarre profitto da una tendenza rialzista dei prezzi. Per esempio, nel mercato dei future si ottiene uno spread rialzista comprando contratti con scadenza ravvicinata e vendendo contemporaneamente contratti a più lunga scadenza, mentre nel mercato delle option si ottiene comprando un' opzione call a basso strike vendendone contemporaneamente una dello stesso genere ma con strike più alto.
Spread ribassista. Nell'area degli strumenti derivati, è la strategia operativa che permette di trarre un profitto dal movimento al ribasso del mercato. Il bear spread con i future si realizza vendendo contratti con scadenza ravvicinata e comprando contratti a scadenza più lunga, mentre con i contratti di option il bear spread si realizza vendendo o acquistando opzioni call o put, ottenendo un guadagno nel caso di un ribasso dei prezzi.
Spread temporale. Tipo di operazione in strumenti derivati in cui vengono contemporaneamente acquistati e venduti contratti con le stesse caratteristiche, ma con scadenze differenti. Per esempio, un operatore può acquistare un contratto future con scadenza a luglio e venderne uno con scadenza a ottobre, cercando di guadagnare sulla variazione della differenza di prezzo fra i due contratti.
Spread verticale. Metodologia operativa nel mercato delle option che consiste nell'acquistare un contratto con un certo strike e nel venderne un altro con un prezzo d'esercizio differente. Questa posizione permette di ottenere un profitto dall'aumentare o diminuire della differenza di prezzo delle due opzioni.
Spreco e tasso di spreco (contabilità liberale). Dato un servizio pubblico che in un territorio ha un determinato costo si definisce spreco la riduzione dei costi che si potrebbe ottenere, a parità di output, adottando le pratiche dei territori più efficienti. Il tasso di spreco è il rapporto tra la riduzione dei costi possibile a parità di output e il costo iniziale.
Squilibrio.Situazione in cui non c'è corrispondenza temporale tra attività e passività sensibili ai tassi d'interesse di mercato. Per esempio, una banca che eroga prestiti a medio termine ricorrendo all'indebitamento a breve termine, esponendosi al rischio di perdite secondo l'evoluzione dei rendimenti di mercato.
Squilibrio del tasso di interesse. Raccogliere fondi sul mercato del breve, prestando a scadenze più lunghe, sfruttando a proprio beneficio i tassi d'interesse.
SSS. Un SSS (Securities Settlement System) è un sistema di regolamento titoli gestito da una società di gestione accentrata (o depositario, o CSD - Central Securities Depository) che, come esito della liquidazione delle operazioni in titoli, movimenta i conti titoli dei partecipanti (o aderenti) al sistema mediante scritture contabili (o giroconti). Il regolamento può avvenire secondo la modalità free of payment (FOP, quando il trasferimento dei titoli non avviene contestualmente con il trasferimento del denaro) oppure delivery versus payment (DVP, quando il trasferimento dei titoli avviene contestualmente con il trasferimento del denaro). Qualsiasi tipo di strumento finanziario, italiano o estero, rappresentato da titoli può essere accentrato presso il CSD (Central Securities Depository) e regolato a mezzo di scritture contabili senza alcuna movimentazione fisica dei titoli. Ai servizi offerti dal CSD possono accedere operatori italiani o esteri, in qualità di partecipanti diretti (ossia che accedono direttamente al sistema per conto proprio o per conto di un terzo committente e detengono un proprio conto titoli) o indiretti (ossia che accedono al sistema per il tramite di una altro aderente diretto). La modalità di accesso remoto è utilizzata da un soggetto estero (sia esso un intermediario o un sistema) per accedere al sistema in qualità di partecipante diretto intestatario di un conto titoli.
Stabilità. Legge di La legge di stabilità, insieme alla legge di bilancio, costituisce la manovra di finanza pubblica per il triennio di riferimento e rappresenta lo strumento principale di attuazione degli obiettivi programmatici definiti con la Decisione di finanza pubblica (vedi). Essa sostituisce la legge finanziaria e rispetto a quest'ultima prevede novità sia in ordine ai tempi di presentazione sia in merito ai contenuti. Il disegno di legge di stabilità viene presentato in Parlamento entro il 15 ottobre (in passato era il 30 settembre), un mese dopo la data di presentazione della Decisione di finanza pubblica. La modifica dei termini di presentazione dei due documenti tende ad avvicinare il momento della programmazione a quello di definizione della manovra di finanza pubblica. Ciò consente di disporre di un quadro macroeconomico e di bilancio più stabile, ma richiede anche che i contenuti della manovra siano maggiormente dettagliati nel corso della definizione del documento di programmazione. Risulta, infatti, più breve lo spazio che intercorre tra la data di approvazione della DFP e quella di presentazione della legge di stabilità, con una compressione del lasso temporale entro il quale definire puntualmente le misure che dovranno far parte della manovra di fine anno. La legge di stabilità presenta poi un contenuto più snello rispetto a quello della precedente legge finanziaria. Restano escluse dal suo contenuto le norme a carattere ordinamentale o organizzatorio, anche qualora esse si caratterizzino per un rilevante miglioramento dei saldi; le norme di delega nonché quelle relative ad interventi di natura localistica o micro settoriale. Gli interventi di sostegno e sviluppo dell'economia dovranno trovare collocazione in appositi disegni di legge collegati, e pertanto al di fuori della legge di stabilità. Per quanto riguarda la struttura complessiva della legge, si conferma la sua suddivisione in articolato e tabelle. Nella prima sezione, essa riporta: il livello massimo del saldo netto da finanziarie e del ricorso al mercato; la variazione delle aliquote delle imposte; l'importo dei fondi speciali; l'importo complessivo destinato al rinnovo dei contratti pubblici; le norme eventuali necessarie all'attuazione del Patto di stabilità interno (vedi) e alla realizzazione del Patto di convergenza (vedi); le misure correttive delle leggi che comportano oneri superiori a quelli previsti; altre regolazioni meramente quantitative. Le tabelle allegate alla legge di stabilità vengono ridefinite rispetto alla normativa previgente. In particolare, mentre le Tabelle A e B (che riportano gli importi dei fondi speciali per la copertura di nuovi provvedimenti legislativi, rispettivamente di parte corrente e in conto capitale) restano invariate, viene ridefinito, invece, il contenuto della Tabella C escludendo da essa le spese destinate al funzionamento degli enti pubblici (che presentano natura obbligatoria), e che d'ora in poi saranno determinate dalla legge di bilancio. La Tabella D, invece, assorbe le "vecchie" tabelle D, E ed F relative alle spese in conto capitale. Essa riporta gli importi destinati al finanziamento delle leggi che dispongono spese a carattere pluriennale in conto capitale, con evidenziazione dei rifinanziamenti, delle riduzioni e delle rimodulazioni. Si modifica, infine, anche la Tabella E che, a differenza di quanto avveniva in passato, riporta ora le riduzioni delle autorizzazioni legislative relative alla sola spesa corrente. Viene formalizzata la predisposizione in allegato al disegno di legge di stabilità di un prospetto riepilogativo degli effetti triennali sui saldi di finanza pubblica (saldo netto da finanziare, fabbisogno e indebitamento netto) derivanti dall'attuazione di ciascuna disposizione contenuta nella medesima legge. E' previsto inoltre che lo stesso prospetto venga aggiornato nel passaggio da un ramo all'altro del Parlamento in relazione alle modifiche approvate al disegno di legge durante la discussione parlamentare. Al fine di rendere più immediato e trasparente il raccordo tra gli effetti della legge di stabilità sul bilancio dello Stato e sul conto economico delle amministrazioni pubbliche, è prevista, a corredo del disegno di legge di stabilità, la predisposizione di una apposita nota tecnica illustrativa. Tale nota espone i contenuti della manovra, gli effetti sui saldi di finanza pubblica articolati nei vari settori di intervento e i criteri utilizzati per la quantificazione degli stessi, assorbendo parte del contenuto della soppressa Relazione Previsionale e Programmatica. Essa contiene, altresì, le previsioni del conto economico delle amministrazioni pubbliche e del relativo conto di cassa, integrate con gli effetti della manovra per il triennio di riferimento. La legge di stabilità, per la parte relativa alle spese sarà, di norma, articolata per missione e indicherà il programma cui le disposizioni si riferiscono. Ciò faciliterà l'individuazione degli effetti delle norme sulle diverse missioni che compongono il bilancio rendendo più immediata la percezione della variazione delle risorse disposta con la legge di stabilità rispetto al valore complessivo della spesa riferita ad una certa missione o ad un programma.
Stabilità e crescita. Patto di. Il Patto di stabilità e crescita (PSC) è un accordo, stipulato e sottoscritto nel 1997 dai paesi membri dell'Unione Europea, inerente al controllo delle rispettive politiche di bilancio pubbliche, al fine di mantenere fermi i requisiti di adesione all'Unione Economica e Monetaria dell'Unione Europea (Eurozona) cioè rafforzare il percorso d’integrazione monetaria intrapreso nel 1992 con la sottoscrizione del Trattato di Maastricht.
Stabilità Interno . Patto di Il Patto di Stabilità Interno (PSI) nasce dall'esigenza di convergenza delle economie degli Stati membri della UE verso specifici parametri, comuni a tutti, e condivisi a livello europeo in seno al Patto di stabilità e crescita e specificamente nel trattato di Maastricht (Indebitamento netto della Pubblica Amministrazione/P.I.L. inferiore al 3% e rapporto Debito pubblico delle AA.PP./P.I.L. convergente verso il 60%). L'indebitamento netto della Pubblica Amministrazione (P.A.) costituisce, quindi, il parametro principale da controllare, ai fini del rispetto dei criteri di convergenza e la causa di formazione dello stock di debito. L'indebitamento netto è definito come il saldo fra entrate e spese finali, al netto delle operazioni finanziarie (riscossione e concessioni crediti, partecipazioni e conferimenti, anticipazioni), desunte dal conto economico della P.A., preparato dall'ISTAT. Un obiettivo primario delle regole fiscali che costituiscono il Patto di stabilità interno è proprio il controllo dell'indebitamento netto degli enti territoriali (regioni e enti locali). Il Patto di Stabilità e Crescita ha fissato dunque i confini in termini di programmazione, risultati e azioni di risanamento all'interno dei quali i Paesi membri possono muoversi autonomamente. Nel corso degli anni, ciascuno dei Paesi membri della UE ha implementato internamente il Patto di Stabilità e Crescita seguendo criteri e regole proprie, in accordo con la normativa interna inerente la gestione delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo. Dal 1999 ad oggi l'Italia ha formulato il proprio Patto di stabilità interno esprimendo gli obiettivi programmatici per gli enti territoriali ed i corrispondenti risultati ogni anno in modi differenti, alternando principalmente diverse configurazioni di saldi finanziari a misure sulla spesa per poi tornare agli stessi saldi. La definizione delle regole del patto di stabilità interno avviene durante la predisposizione ed approvazione della manovra di finanza pubblica; momento in cui si analizzano le previsioni sull'andamento della finanza pubblica e si decide l'entità delle misure correttive da porre in atto per l'anno successivo e la tipologia delle stesse.
Stabilizzatori automatici. Meccanismi economici, legati a fattori istituzionali, tendenti a contenere le fluttuazioni cicliche. Un esempio è costituito dall’imposta personale sul reddito: data la progressività dell’imposta, un’espansione/contrazione dell’attività economica determina una crescita/riduzione del prelievo che attenua la variazione del reddito. Si dicono automatici perché i loro effetti si manifestano in assenza di provvedimenti discrezionali.
Stabilizzazione.Interventi attuati per garantire il maggior equilibrio possibile nel movimento di un complesso economico. Per esempio le operazioni effettuate dalla Banca centrale a mercato aperto con lo scopo di rendere disponibile la moneta necessaria per evitare tensioni sul mercato dei capitali. Il termine viene anche utilizzato nel caso di operazioni in titoli eseguite per ovviare alle momentanee mancanze di domanda e offerta che potrebbero provocare notevoli oscillazioni del prezzo.
Srl (Socierà a responsabilità limitata). E' la più semplice tra le società di capitali. Deve avere almeno 10.300 euro di capitale sociale e va costituita con atto pubblico (davanti a un notaio) da depositare in tribunale.
Stagflazione. In economia, per stagflazione (combinazione dei termini stagnazione ed inflazione) si intende indicare la situazione nella quale sono contemporaneamente presenti - su un determinato mercato - sia un aumento generale dei prezzi (inflazione) che una mancanza di crescita dell'economia in termini reali (stagnazione economica). La stagflazione è un fenomeno presentatosi per la prima volta alla fine degli anni sessanta, prevalentemente nei paesi occidentali; precedentemente inflazione e stagnazione si erano invece sempre presentate disgiuntamente. La contemporanea presenza di questi due elementi mise in crisi la teoria di John Maynard Keynes (e le successive teorie post-keynesiane) che, per oltre 30 anni, era stata la spiegazione più convincente per l’andamento dei sistemi economici, oltre che valido strumento di politica economica per i governi di paesi ad economia di mercato. Milton Friedman, Nobel in Economia nel 1976, era stato tra i pochi a discostarsi dalle visioni keynesiane e roosveltiane e a prevedere, nei suoi due libri Capitalism and Freedom e Storia Monetaria degli Stati Uniti, l'avvento della stagflazione. Nella visione keynesiana, la disoccupazione è causata da un livello non sufficiente della domanda aggregata, mentre l’inflazione è giustificata solo quando il mercato raggiunge il pieno impiego: a quel punto l’eccesso della domanda aggregata rispetto all’offerta aggregata, non potendo riversarsi sulla quantità reale (già massima e non espandibile), si riversa sui prezzi, incrementandoli e determinando un aumento del prodotto interno lordo nominale, ovvero dei prezzi e non delle quantità. Nella teoria keynesiana una situazione di disoccupazione non è compatibile con prezzi in aumento, ma con prezzi in diminuzione, per effetto della recessione. La stagflazione fu così inizialmente contrastata, conformemente alla teoria keynesiana, con l’applicazione di politiche economiche inefficienti ed a volte persino destabilizzanti, improntate ad una forte espansione: gli effetti di queste scelte aggravarono, però, ulteriormente la tendenza, già presente nei sistemi economici, al rialzo dei prezzi dei beni per di più senza drastici cali della disoccupazione, come auspicato invece dai governi. Il fenomeno fu principalmente spiegato col prevalere di comportamenti di monopolio sia nel mercato del lavoro (per la rigidità dei salari), che in quello dei prodotti per la presenza di cartelli (in special modo nei mercati delle materie prime). Dal momento che la teoria keynesiana non era in grado di spiegare correttamente questo nuovo fenomeno molti economisti superarono l’idea keynesiana, che fino ad allora era riuscita a spiegare e giustificare validamente i fenomeni presenti nelle economie di mercato, ritornando alle convinzioni della teoria economica classica.
Stagionalità. È la componente che nelle analisi delle serie storiche, può trovarsi nell'andamento di una grandezza economica che si verifica periodicamente, con intensità determinabili. Per esempio quando si parla di stagionalità rispetto alla produzione industriale, si fa riferimento alla flessione che essa può avere nel mese di agosto rispetto all'andamento annuale.
Stagionatura. È il periodo di tempo intercorso tra l'erogazione di un finanziamento e l'emissione di un titolo. Più il periodo è lungo, maggiore sarà la solidità riconosciuta dal mercato alla particolare operazione.
Stagnazione. Con stagnazione si intende una situazione economica caratterizzata dal persistere di modeste variazioni del prodotto interno lordo e del reddito procapite. Si distingue dalla recessione, nella quale per più periodi la produzione complessiva e/o pro capite diminuisce, e dalla stagflazione, nella quale la stagnazione si accompagna ad un'inflazione più elevata di quella compatibile con una crescita molto lenta. Nel corso degli anni novanta il Giappone ha registrato un lungo periodo di stagnazione. Dopo il boom azionario degli anni ottanta, il mercato azionario giapponese è crollato per effetto dello sgonfiamento di una rilevante bolla speculativa. I valori elevati dei titoli azionari e degli immobili hanno sostenuto l'indebitamento delle imprese e dei cittadini, e messo in crisi il sistema bancario quando imprese e cittadini sovraindebitati non sono stati in grado di rimborsare i prestiti ricevuti. L'eccessivo indebitamento ha quindi ridotto la capacità delle imprese di sostenere gli investimenti, recuperando competitività attraverso l'offerta di nuovi beni e servizi e dei cittadini di sostenere la domanda attraverso l'espansione dei consumi. Il tentativo di sostenere i consumi, gli investimenti e di impedire i fallimenti nel sistema bancario giapponese è avvenuto attraverso la diminuzione del tasso di sconto, che ha raggiunto livelli vicini allo zero, la svalutazione dello yen e la crescita della spesa pubblica, con un debito cresciuto ben oltre il 100% del PIL.
Standard and Poor's Corporation (S and P). Sussidiaria di McGraw-Hill, è una società che realizza ricerche finanziarie e analisi su titoli azionari e obbligazioni, fra le prime tre al mondo insieme a Moody's e Fitch Ratings.È ben nota per il suo indice di borsa S and P Mib in Italia, S and P 500 per gli Stati Uniti e S and P 200 per l'Australia.
Standard bancario. Giudizio di solvibilità dato a titoli appartenenti alle prime quattro categorie di obbligazioni a reddito fisso in ordine di qualità, secondo le classifiche di specifiche organizzazioni, come Moody's o Standard and Poor's.
Standard cartaceo. Sistema monetario dove la moneta è rappresentata unicamente da titoli cartacei, non convertibili in alcun bene fisico a prezzi determinati dall'autorità.
Standard normal distribution. Distribuzione normale caratterizzata da media pari a zero e deviazione standard uguale a 1. Nel caso le distribuzioni di frequenza possano essere approssimate da una normale standardizzata, allora circa il 68% delle osservazioni cadrà all'interno dell'intervallo pari a una deviazione standard, il 95% all'interno di due deviazioni standard, il 99% entro tre deviazioni standard.
Stand-By Arrangement. Strumento di finanziamento dell’FMI volto a fornire assistenza finanziaria di breve periodo ai paesi membri. L’ammontare del prestito è soggetto a limiti proporzionali alle quote del paese membro presso il Fondo. L’FMI può concedere assistenza finanziaria per ammontari superiori a tale limite solo in circostanze eccezionali. I finanziamenti sono erogati in tranche successive e gli esborsi sono subordinati al rispetto da parte del paese beneficiario di un programma macroeconomico concordato con l’FMI. La durata massima è triennale e il rimborso può avvenire in 8 rate nell’arco temporale compreso tra 25 e 48 mesi dall’erogazione.
Stanza di compensazione. Luogo in cui i soggetti, di solito le banche e gli altri operatori di borsa, con opposte posizioni creditorie e debitorie si occupano della chiusura delle stesse. Per estensione, nelle borse valori, si definisce stanza di compensazione anche la struttura incaricata della chiusura delle posizioni aperte in strumenti derivati mediante la consegna fisica o la compensazione con posizioni opposte.
Stanza di compensazione per le opzioni. È l'ente incaricato della gestione dei pagamenti e del regolamento dei saldi creditori e debitori esistenti tra tutti gli operatori che investono in contratti di option.
Startup. Con il termine startup si identifica l'operazione e il periodo durante il quale si avvia un'impresa. Si tratta di solito di imprese appena costituite, nelle quali vi sono ancora processi organizzativi in corso. Nello startup possono avvenire operazioni di acquisizione delle risorse tecniche correnti, di definizione delle gerarchie e dei metodi di produzione, di ricerca di personale, ma anche studi di mercato con i quali si cerca di definire le attività e gli indirizzi dell'impresa. Lo startup può anche essere collegato ad una offerta pubblica di vendita, ovvero a quell'operazione con la quale un'impresa immette sul mercato titoli propri, come le azioni. Questa operazione può essere concomitante con lo startup, in quanto un'impresa può decidere di quotarsi alla borsa valori proprio per agevolare la raccolta di capitale per avviare i propri processi produttivi. Le startup company, solitamente, presentano un alto rischio, ma anche una maggiore prospettiva di guadagno: infatti questo tipo di imprese, in caso di successo, possono essere vantaggiose in quanto, essendo state appena avviate, utilizzano generalmente una limitata quantità di capitale, lavoro e terreni.
Statistica aziendale. La Statistica Aziendale si può definire come la disciplina che fornisce l'insieme degli strumenti di stampo statistico necessari per una corretta ed approfondita analisi e gestione economica del sistema-impresa. Si serve dei dati reperibili mediante fonti contabili per elaborare previsioni sugli sviluppi futuri del sistema-impresa di riferimento; si delinea quindi come una più completa possibilità di analisi (di carattere ovviamente statistico) del risultato della disaggregazione aziendale nelle sue attività produttive. Esistono diverse impostazioni metodologiche nella disciplina che studia i modi di intendere la Statistica Aziendale e i suoi risultati, i più comuni sono 4 e gli studiosi del settore non sono ancora giunti ad una soluzione condivisa. Si suole distinguere le stastistiche aziendali in:

  • Interne: relative cioè all'organizzazione ed alla gestione aziendale, basate dunque su dati di origine aziendale;
  • Esterne: relative all'ambiente economico esterno all'impresa, basate su dati provenienti da mercati, concorrenti, settori di attività, ecc.

Statistica economica. La Statistica economica è una disciplina che unisce lo studio dei fenomeni collettivi (statistica) allo studio dei problemi allocativi di risorse scarse (economia). Da ciò si comprende come la statistica economica abbia per obiettivo e si interroghi sulla misurazione latamente intesa (dalla misura di grandezze e sistemi di grandezze economiche, all’analisi della dinamica e alle previsioni economiche, alla stima e alla verifica di modelli di comportamenti economici). Al fine di svolgere l'attività a cui è chiamata la statistica economia è impegnata nella ricerca (sia a livello micro che macroeconomico) di:

  • di metodologie e modelli di riferimento
  • elaborazione e gestione di sistemi di dati e di indicatori

Gli ambiti appicativi sono numerosi e vari. Di seguito ne sono elencati alcuni:

  • Analisi di mercato
  • Analisi territoriale
  • Aggregati macroeconomici e contabilità nazionale
  • Controllo statistico della qualità
  • Statistica aziendale

Stato minimo (contabilità liberale). Insieme delle funzioni della PA in settori diversi da previdenza, sanità, assistenza, istruzione.
Stato sociale (contabilità liberale). Insieme delle funzioni della PA nei settori: previdenza, sanità, assistenza, istruzione.
Stato patrimoniale. È uno dei tre documenti obbligatori del bilancio. Esso evidenzia gli impieghi in essere (attivo) e le fonti in essere (passivo) in un determinato istante, che coincide con il momento finale dell'esercizio. Vedi articolo dettagliato.

Schema dello stato patrimoniale

 

 

 

 

 

Elementi attivi del capitale di funzionamento

Elementi passivi del capitale di funzionamento

 

 

Attivo

Passivo

 

 

Investimenti a breve termine

  • Cassa
  • Crediti
  • Scorte
  •  
  • Banche
  • Fornitori
  • TFR
  •  

 

Mezzi di terzi

Investimenti a medio lungo  termine

  • Macchinari
  • Fabbricati
  • Partecipazioni
  •  
  • Capitale sociale
  • Riserve
  • Utile/perdite
  •  

 

Mezzi propri

 

Impieghi

Fonti

 

Stato sociale (Welfare state). Sistema sociale in cui lo Stato assicura a tutti i cittadini livelli minimi di reddito e i servizi ritenuti essenziali.
Stato stazionario. In economia ci si riferisce al concetto di crescita di stato stazionario per indicare situazioni nelle quali sia verificata l'uguaglianza tra tasso di crescita dello stock di capitale e tasso di crescita della produzione (PIL). In stato stazionario non si verificano accelerazioni o decelerazioni dei due tassi di crescita che, nel caso neoclassico, ovvero per elasticità dei fattori di produzione che sommano a uno, uguagliano la somma dei tassi di crescita della forza lavoro e del progresso tecnologico.
Statuto societario.E' il documento che contiene le norme ed i patti sottoscritti dai soci, per il funzionamento della società. Si considera parte integrante dell'atto costitutivo.
STEP 2. Sistema europeo di compensazione dei pagamenti retail di proprietà di EBA Clearing, avviato il 28 aprile 2003 per le operazioni di bonifico transfrontaliere. A partire dal 28 gennaio 2008 il sistema tratta anche bonifici SEPA (vedi). L’infrastruttura tecnica per l’elaborazione e la compensazione dei pagamenti immessi è offerta dalla SIA-SSB (vedi).
Step Up/Step Down. Indica se il valore della cedola pagata dall'obbligazione a tasso fisso cresce (step-up)/decresce (step-down) nell'arco della durata del prestito.
Stipendi pubblici (Wp). Redditi da lavoro dipendente della PA. Includono la retribuzione lorda e i contributi sociali a carico del datore di lavoro (effettivi e figurativi).
Stocastico. Dal greco stochazein, “tirare al bersaglio con l'arco”, cioè diffondere gli eventi in modo parzialmente casuale, sicché alcuni di essi hanno esito più favorevole. Se una successione di eventi combina una (componente casuale) con un (processo selettivo) in modo che solo certi risultati del casuale possano perdurare, tale successione viene detta stocastica.
Stocastico (oscilllatore). L’oscillatore stocastico si basa sul concetto che i prezzi di un determinato valore mobiliare, in un dato arco di tempo, tendono a posizionarsi vicino ai massimi nelle fasi rialziste e vicino ai minimi nelle fasi ribassiste. Di conseguenza, il posizionamento del prezzo vicino ai minimi di periodo in una fase rialzista segnala l’indebolimento della tendenza in atto. Lo stesso ragionamento può essere fatto in caso di posizionamento del prezzo vicino ai massimi di periodo in una tendenza ribassista. Il valore dell’oscillatore sarà sempre compreso tra 0 e 100. A seconda del valore assunto dall’oscillatore si identificheranno tre zone da utilizzare a livello operativo. Zona neutrale: compresa tra il valore 20 e il valore 80, che evidenzia un andamento giudicato normale per le quotazioni del valore mobiliare oggetto di studio. Zona di ipercomprato: compresa tra il valore 80 e il valore 100, che evidenzia una tendenza marcatamente rialzista nell’evoluzione dei prezzi e prelude ad una possibile correzione ribassista. Zona di ipervenduto: compresa tra il valore 0 e il valore 20, che evidenzia una tendenza marcatamente ribassista e prelude ad una possibile correzione rialzista.
Stocastico lento. L’oscillatore stocastico in alcune situazioni può mostrarsi troppo volatile rispetto all'andamento dei prezzi, offrendo una serie di falsi segnali. Per questo motivo si preferisce utilizzare una versione rallentata di questo oscillatore. Tale versione permette, infatti, di ridurre l'elevata volatilità dello stocastico, selezionando ed utilizzando solo i segnali più interessanti. Lo stocastico rallentato è rappresentato dalla media mobile semplice per h periodi dello stocastico regolare. In caso di valori di ipervenduto dei due oscillatori il taglio dal basso verso l’alto dello stocastico regolare sullo stocastico lento genererà un segnale operativo di acquisto. In caso di valori di ipercomprato valgono gli stessi ragionamenti effettuati in maniera simmetrica rispetto ai precedenti.
Stock option. Assegnazione di azioni ai dipendenti: è una particolare forma di incentivo concesso ai dipendenti o agli amministratori di un’impresa, al fine di renderli più partecipi all’andamento dell’impresa per cui lavorano. La logica dell’operazione consiste nell’offrire la possibilità di acquistare, a partire da una determinata scadenza (di solito qualche anno), un certo quantitativo di azioni a un prezzo prefissato: in tal modo il soggetto beneficiario dell’opzione si troverà maggiormente incentivato a determinare, con il proprio apporto di lavoro, l’andamento positivo dell’impresa in quanto maggiore sarà il valore di mercato del titolo al momento dell’acquisto e maggiore sarà la plusvalenza di cui beneficerà.
Stock picking. Processo di scelta di un particolare titolo, effettuata generalmente sulla base dell'analisi tecnica e/o dell'analisi fondamentale.
Stop loss. Soglia limite di prezzo al raggiungimento della quale scatta l'ordine di vendita, al fine di limitare le perdite.
Stralcio. Cancellazione di una posta in contropartita di un conto economico.
Stralcio di crediti. Cancellazione dall'attivo di bilancio di crediti ritenuti inesigibili.
Strangle. Transazione composita sul mercato dei contratti a premio, comprendente l'acquisto o la vendita di una serie di opzioni "call" e "put" con prezzi di esercizio rispettivamente al disotto e al disopra della quotazione corrente del sottostante.
Strategia di investimento. Programma operativo che il management di un'istituzione di carattere finanziario decide di percorrere per definire l'allocazione dei fondi disponibili scegliendo tra le varie alternative possibili. Questo programma può includere le frazioni del totale da riservare a un certo tipo di strumento, a un mercato, una valuta o un titolo in particolare, ecc.
Studi di settore. Metodologia di accertamento, basata sulla rilevazione di determinati dati contabili ed extracontabili, differenziati per settore di attività, per la determinazione, mediante utilizzo di una procedura di calcolo denominata Gerico, dell'ammontare dei ricavi e dei compensi da dichiarare. Non si applicano alle seguenti principali ipotesi: • ricavi superiori a 10 miliardi; • periodo d’imposta di durata inferiore o superiore a dodici mesi; • anno di inizio e anno di cessazione dell’attività; • modifica in corso d’anno dell’attività esercitata.
Strategia bottom up. Strategia di investimento che consiste nell'effettuare scelte di investimento basandosi non su considerazioni relative ai cicli economici dei settori ed ai cicli borsistici, ma sull'analisi dei singoli titoli. Può indurre a investire in uno specifico titolo a prescindere dall'andamento del settore di appartenenza. La strategia opposta è detta top down.
Strategia top down. Strategia di investimento volta ad individuare i settori e le industrie dai quali ci si attende una buona performance e i titoli più appetibili al loro interno. Si basa su un'analisi macroeconomica dei cicli economici settoriali. L'approccio opposto è detto bottom up.
Strass test delle banche. Lo stress test della banche o il programma di valutazione del capitale di vigilanza è una valutazione della riserva di capitale da parte della Federal Reserve americana e dalle autorità di vigilanza bancaria per determinare se le organizzazioni bancarie più grandi degli Stati Uniti hanno capitale sufficiente a reggere l'impatto di un ambiente economico difficile. L'operazione è limitata a organizzazioni bancarie con un patrimonio superiore ai 100 miliardi di dollari. Le organizzazioni del settore bancario incluse in questo esercizio comprendono il nucleo del sistema bancario degli Stati Uniti che rappresentano circa i due terzi del totale delle attività delle holding bancarie americane. Gli istituti bancari ammissibili, con consolidata attività inferiore a 100 miliardi, possono anche ottenere capitali dal Programma di acquisto del capitale (PAC). L'ammissibilità è coerente con i criteri e il processo deliberativo stabilito per l'identificazione di qualificate istituzioni finanziarie (QFIs) nel Programma di Acquisto di capitale esistente.
Strass testing. Processo di determinazione di quanto il valore di un portafoglio può diminuire in presenza di condizioni di mercato anormali. Si generano degli scenari di massima perdita potenziale (es. in caso di crollo del mercato azionario) e si rivaluta il portafoglio in base a questi scenari appositamente costruiti.
Stretta monetaria. Una stretta monetaria è una operazione compiuta da una banca centrale destinata alla riduzione dell'offerta di moneta circolante nell'economia. Lo strumento impiegato per realizzare la stretta è di norma un aumento del tasso di sconto. L'aumento del tasso di sconto, che si riflette su tutti i tassi di interesse, rendendo meno conveniente il ricorso al credito da parte delle imprese e degli altri soggetti economici che desiderano indebitarsi, riduce la domanda e conseguentemente anche l'offerta di moneta, poiché le banche ordinarie, che si rifinanziano presso la banca centrale cedendole titoli in cambio di moneta, si trovano a pagare un prezzo più elevato per rifinanziarsi. La stretta monetaria è uno strumento di politica economica il cui fine è di rallentare la crescita dell'economia. Il rallentamento si rende necessario quando il tasso di inflazione tende a crescere troppo velocemente, ma anche quando la domanda di beni e servizi implica un eccesso di importazioni che gravano sui conti con l'estero. In questi casi la stretta monetaria, rallentando la domanda di beni e servizi, il cui finanziamento da parte di imprese, settore pubblico e settore privato diventa più costoso, determina un rallentamento nella crescita dei prezzi e una minore domanda di beni e servizi provenienti dall'estero.
Strike price. Prezzo d'esercizio di un'opzione.
Strip. Contratto a premio composito con cui il datore del premio acquista la facoltà di ritirare una certa quantità di titoli oppure consegnarne il doppio.
Strumenti derivati. Attività finanziarie il cui valore è determinato da quello di altri titoli scambiati sul mercato. Tra gli strumenti negoziati sui mercati regolamentati si ricordano i future e le opzioni. Tra quelli scambiati sui mercati over-the-counter si ricordano gli swap e i contratti forward (Vedi strumento d.)ia.
Strumenti derivati a effetto leva (Leveraged derivatives). Strumenti derivati che impiegano moltiplicatori o altri meccanismi per accrescere i flussi monetari in rapporto al valore nozionale del sottostante.
Strumenti di mercato monetario. Sono titoli di debito emessi da privati o da autorità pubbliche, aventi scadenza inferiore all'anno, come Buoni del Tesoro, pronti contro termine, accettazioni bancarie, ecc.
Strumenti di pagamento SEPA. Il progetto SEPA prevede attualmente tre tipologie di strumenti (bonifici, addebiti diretti e carte di pagamento) che rappresentano servizi di base standardizzati a cui i diversi intermediari potranno aggiungere funzionalità ulteriori. In ambito EPC (vedi) sono stati definiti il “SEPA Credit Transfer Scheme Rulebook” e il “SEPA Direct Debit Scheme Rulebook”, in cui sono descritte le regole, le prassi e gli standard interbancari relativi, rispettivamente, ai servizi di bonifico e di addebito diretto. Per le carte di pagamento invece è stato definito un insieme di principi, regole e linee guida, dettagliati in un apposito documento denominato “SEPA Cards Framework”. Dal primo gennaio 2008 le carte di pagamento di nuova emissione sono conformi agli standard SEPA (che, tra l’altro, prevedono l’utilizzo della tecnologia del microchip); il 28 gennaio è stato invece introdotto il bonifico SEPA. Nel prossimo futuro (in concomitanza con il recepimento – entro il 1° novembre 2009 - della direttiva CE 13.11.2007, n.64 relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno) diverrà operativo anche l’addebito diretto SEPA.
Strumenti finanziari. Espressione che include: azioni, obbligazioni, titoli di Stato e altri titoli di debito negoziabili sul mercato; quote di fondi comuni di investimento; qualsiasi altro titolo normalmente negoziato che permetta di acquisire gli strumenti precedenti; derivati; le combinazioni di contratti o di titoli precedentemente indicati. Comprende anche i depositi bancari e perfino il contante.
Strumenti ibridi del patrimonio di base. Strumenti finanziari computati, entro limiti specifici, nel patrimonio di base in presenza di condizioni di permanenza nella disponibilità dei fondi raccolti e capacità di assorbimento delle perdite che garantiscano pienamente la stabilità patrimoniale delle banche. Tali strumenti possono essere classificati come innovativi o non innovativi in funzione della presenza o meno di incentivi al rimborso anticipato da parte dell’emittente (ad es.: clausole di step up).
Strumento derivato. In finanza, uno strumento derivato è considerato ogni titolo il cui valore è basato sul valore di mercato di altri beni (azioni, indici, valute, tassi ecc.). I titoli derivati hanno raggiunto solo recentemente una diffusione enorme nel mondo grazie alla globalizzazione dei mercati e alla contestuale introduzione dei computer per la trasmissione degli ordini. Esistono derivati strutturati per ogni esigenza e basati su qualsiasi variabile, perfino la quantità di neve caduta in una determinata zona. Gli utilizzi principali sono: arbitraggio, speculazione e copertura (detta hedging). Le variabili alla base dei titoli derivati sono dette attività sottostanti e possono avere diversa natura; possono essere un'azione, un'obbligazione, un indice, una commodity come il petrolio o anche un altro derivato. I derivati sono oggetto di contrattazione in molti mercati ma soprattutto all'over the counter, mercati alternativi alle borse vere e proprie creati da istituzioni finanziarie e da professionisti tramite reti telefoniche. Tali mercati di solito non sono regolamentati. Finalità. Gli strumenti derivati possono essere utilizzati per copertura di un rischio (hedging), utilizzando un derivato con effetto opposto all'operazione che si vuole coprire (ad esempio, una opzione put può coprire il rischio di un acquisto long di uno strumento finanziario; se le quotazioni calano, l'opzione put aumenta di valore più che proporzionalmente, riducendo la perdita maturata del sottostante). In questa configurazione risultano molto utili per coprirsi dai rischi di prezzo (oscillazioni del prezzo del sottostante), tasso (modifica dei tassi di interesse) o cambio (oscillazioni del tasso di cambio). Possono anche essere usati a sé stanti per scopi speculativi sfruttando quello che in finanza è chiamato l'effetto leva. Un terzo uso è quello di effettuare arbitraggi. Tipologie. Nascono nuovi derivati ogni giorno, con diversi profili finanziari e diversi gradi di sofisticazione. In gergo, le tipologie standard vengono dette plain vanilla, mentre i tipi più complessi sono detti "esotici". Le tipologie più note e diffuse sono:

  • Future
  • Opzione
  • Swap
  • Eonia
  • Fra
  • Irs
  • Esotici
  • Strutturati

Strumento sottostante. Per strumento sottostante ad uno strumento derivato, si intende quell'attività (non necessariamente finanziaria) da cui dipende il derivato. La tipologia del sottostante può essere estremamente vasta: a esempio, per stock option, si intende un'opzione il cui sottostante sono dei titoli azionari, ovvero la facoltà di comprare l'azione ad un prezzo stabilito ad una data prestabilita. Gli strumenti sottostanti di tipo finanziario possono essere:

  • Titoli di qualsiasi tipo (azioni, obbligazioni, ecc...)
  • Indici, es. Euribor, Mibtel, Nasdaq
  • Valute
  • Tassi di interesse
  • Commodity
  • Fondi comuni di investimento

Struttura del capitale. In finanza aziendale ed economia finanziaria, la struttura del capitale definisce il modo in cui un'impresa finanzia i propri investimenti tramite una qualche combinazione di debito, capitale di rischio (o equity, con voce inglese) o titoli finanziari di natura mista. La struttura del capitale è dunque la composizione o, appunto, "struttura," del capitale finanziario dello stato patrimoniale di un'impresa. A esempio, un'impresa il cui capitale è costituito per 20 milioni di euro da capitale di rischio e 80 milioni di euro di debito sarà per il 20% equity financed (finanziata tramite capitale di rischio) e per l'80% debt financed (finanziata tramite debito); il rapporto tra il debito di un'impresa e il suo capitale, in questo caso l'80%, è detto leva finanziaria, o con voce inglese leverage
Struttura del passivo. Composizione del capitale di prestito secondo scadenza.
Struttura finanziaria. Composizione delle fonti di finanziamento di un'impresa, come si evidenzia dall'analisi dello stato patrimoniale di bilancio. L'analisi della struttura finanziaria vaglia con attenzione i rapporti esistenti tra mezzi propri, capitale più riserve, e fondi di finanziamento di terzi, come debiti commerciali e a lungo termine.
Struttura per scadenze. Con riferimento ad esempio al portafoglio crediti di una banca, è la distribuzione degli impieghi sulla base della loro scadenza.
Subprime. I subprime, o "B-Paper", "near-prime" o "second chance" sono quei prestiti che vengono concessi a un soggetto che non può accedere ai tassi di interesse di mercato, in quanto ha avuto problemi pregressi nella sua storia di debitore. I prestiti subprime sono rischiosi sia per i creditori sia per i debitori, vista la pericolosa combinazione di alti tassi di interesse, cattiva storia creditizia e situazioni finanziarie poco chiare, associate a coloro che hanno accesso a questo tipo di credito. La tipologia subprime comprende un'ampia varietà di strumenti di credito, quali i mutui subprime, i prestiti d'auto subprime, le carte di credito subprime. Un'attività subprime si qualifica prevalentemente per lo stato della parte debitrice. Un mutuo subprime è, per definizione, un mutuo concesso a un soggetto che non poteva avere accesso a un tasso più favorevole nel mercato del credito. I debitori subprime hanno tipicamente un basso punteggio di credito e storie creditizie fatte di inadempienze, pignoramenti fallimenti e ritardi. Poiché i debitori subprime vengono considerati ad alto rischio di insolvenza, i prestiti subprime hanno tipicamente condizioni meno favorevoli delle altre tipologie di credito. Queste condizioni includono tassi di interesse, parcelle e premi più elevati. Coloro che proponevano i mutui subprime negli Stati Uniti hanno sottolineato il ruolo che questa tipologia creditizia ha nell'estendere l'accesso al mercato del credito a consumatori che non l'avrebbero altrimenti. Eppure gli oppositori hanno criticato l'industria del credito subprime per aver messo in atto pratiche predatorie, come l'aver accettato clienti che non avevano chiaramente le risorse per soddisfare i termini dei contratti. Queste critiche sono aumentate esponenzialmente a partire dal 2006, in risposta alla crescente crisi dell'industria statunitense dei mutui ipotecari subprime: centinaia di migliaia di debitori sono stati costretti all'insolvenza e per molte compagnie prestatrici è stata presentata istanza di bancarotta.

Il credito Subprime si è evoluto quando domanda ed offerta si sono incontrate nel mercato. Con un ambiente economico in costante fluttuazione ed il debito dei consumatori in perenne crescita, i prestatori tradizionali sono diventati nel tempo più cauti e hanno abbandonato un grande numero di potenziali clienti. Statisticamente, circa il 25% della popolazione americana cade nella categoria subprime (punteggio di credito < 620). Dal 1998, il 25% dei mutui ipotecari concessi sono stati classificati come subprime. Parte delle potenziali sofferenze sono state ribaltate in crediti cartolari: obbligazioni "garantite" da mutui subprime ad alto rischio di insolvenza che gli istituti di credito hanno venduto ai risparmiatori, o collocato direttamente nel portafogli dei loro fondi di investimento. In questo modo, le perdite non sono evidenziate a bilancio, depennando i crediti inesigibili, e sono pagate dai risparmiatori. L'obbligazione, infatti, non è un titolo a capitale garantito in caso di fallimento dell'emittente, e i titoli subprime non sono garantiti dalla propria banca di fiducia, ma dal mutuo a rischio di sofferenza: se il mutuo non è pagato, non pagano interesse, e se è dichiarata l'insolvenza, non sono più cedibili, comportando la perdita del capitale.

Non c'è un profilo di credito ufficiale che cataloga un mutuatario come subprime, anche se negli Stati Uniti il termine viene usato convenzionalmente in riferimento a chi contrae un prestito avendo un "punteggio di credito" inferiore a 620. I prestiti subprime sono associati a garanzie basse o nulle dei debitori. Talora non sono chieste dagli istituti di credito; altre volte il cliente medio non è in grado di fornirle. Alla concessione di crediti privi di garanzie contribuiscono diversi fattori: la libertà di licenziamento e un mercato del lavoro flessibile che non consentono ai mutuatari di disporre di un reddito stabile e sicuro, il ricorso all'indebitamento per abitudini consumistiche ovvero per un reddito insufficiente per cui gli stessi beni dovrebbero garantire molteplici finanziamenti, una legislazione sfavorevole per i creditori in materia di recupero crediti, la presenza di coperture finanziarie dei rischi alternative alle garanzie fornite dal cliente.

Per avere accesso a questo mercato in crescita, i prestatori si assumono il rischio associato all'attività di credito nei confronti di debitori scarsamente affidabili, con un "punteggio di credito" basso o molto basso. Si crede che i prestiti subprime costituiscano un rischio addirittura maggiore per il prestatore, a causa delle suddette elevate caratteristiche di rischio della controparte. I prestatori usano diversi metodi per coprire questi rischi: in molti prestiti subprime, il rischio viene coperto con un tasso di interesse più alto; per quanto riguarda le carte di credito subprime, ai possessori vengono addebitate tariffe di mora più elevate, in aggiunta a varie tariffe annuali. Inoltre, a differenza delle carte di credito Prime, non viene dato generalmente ai clienti un intervallo temporale di "tolleranza", in cui i pagamenti possono essere ancora effettuati senza conseguenze, nonostante la scadenza. Una volta addebitate sul conto, le tariffe di mora possono anche spingere il credito oltre il limite previsto, e sfociare in ulteriori penali. Tutto ciò determina introiti più elevati per i prestatori, in una sorta di circolo vizioso.

Il subprime dà a coloro che contraggono un prestito l'opportunità di avere accesso al credito. Costoro usano questo credito concesso per acquistare abitazioni, oppure per finanziare altre forme di spesa, come l'acquisto di un'automobile, la ristrutturazione della casa, o persino rimborsare una carta di credito ad alti interessi. Ad ogni modo, a causa dell'elevato profilo di rischio dei clienti subprime, il costo di questo accesso al credito è un tasso di interesse più elevato. Generalmente, coloro che contraggono un prestito subprime presentano una varietà di caratteristiche peculiari di rischio, tra le quali:

  • Due o più pagamenti di crediti pregressi effettuati oltre 30 giorni dopo la scadenza negli ultimi 12 mesi, oppure uno o più pagamenti effettuati 60 giorni oltre la scadenza negli ultimi 36 mesi;
  • Dichiarazione di bancarotta negli ultimi 5 anni;
  • Insolvenza su un mutuo negli ultimi 24 mesi;
  • Alte probabilità relative di inadempienza come evidenziato, ad esempio, dagli score degli istituti di credito inferiori a 660.

Supermercato finanziario. Società finanziaria in grado di offrire un'ampia gamma di servizi di carattere finanziario, dai prestiti alla consulenza, all'intermediazione in titoli.
Supply-side economics. E' una teoria economica nata nei primi anni '70 dalle idee di Robert Mundell, Arthur Laffer e Jude Wanniski molto in voga nei primi anni '80 negli Stati Uniti durante la presidenza di Ronald Reagan. Essa nasce in aperto contrasto con le teorie keynesiane secondo le quali qualora la domanda aggregata di beni e servizi di una nazione non sia sufficiente a garantire il pieno impiego o comunque il raggiungimento degli obiettivi di politica economica prestabiliti è compito dello stato intervenire con misure di sostegno alla domanda. Essa sostiene che invece di intervenire dal lato della domanda, la politica economica deve intervenire sul lato dell'offerta (supply side) favorendo gli investimenti e per questa via l'offerta di beni da parte delle imprese. La crescita dell'offerta genererebbe una corrispondente crescita della domanda, rendendo inutili le ricette keynesiane.
Supporto. Nell'analisi tecnica di Borsa si chiama supporto il livello di prezzo sotto il quale la quotazione del titolo ha difficoltà a scendere. È il punto in cui la pressione sul mercato svolta dai venditori non riesce a superare la pressione dei compratori. Se il prezzo scende al di sotto del supporto e, ad un successivo rialzo, non dovesse recuperare il prezzo di supporto, allora è molto probabile che si abbiano ulteriori ribassi consecutivi nelle quotazioni. Il supporto diventerebbe in questo caso una resistenza. In altri termini, il supporto non è altro che un livello che si oppone al proseguimento di un trend discendente: visivamente, si puo' osservare che il titolo arresta la sua discesa, tentenna, rimbalza una o più volte per poi invertire la rotta o proseguire definitivamente nella direzione iniziale; in questo secondo caso, la violazione del supporto racchiude implicazioni fortemente negative per il successivo andamento delle quotazioni, dal momento che le forze che si opponevano all'ulteriore discesa vengono sconfitte. Una perforazione di più supporti in poco tempo viene definita, nel linguaggio finanziario, panic selling.
Supranational bond. Sono le obbligazioni che vengono emesse da Enti Sovranazionali, come la Banca Centrale Europea, il Fondo Monetario Internazionale o la Banca Mondiale. Queste obbligazioni hanno di solito rating molto elevato (AA o AAA). Di seguito elenchiamo gli emittenti supranational più importanti. WB World Bank EIB European Investment Bank IFC International Finance Corporation IADB Inter American Development Bank EBRD European Bank for Reconstruction and Development.
Surplus. Può avere due significati: indica ciò che rimane degli utili di una società dopo aver pagato i dividendi degli azionisti, oppure l'eccesso delle attività sulle passività costituito dal capitale sociale e dalle riserve di capitale. VEDI DEFICIT DI BILANCIO.
Surrogazione. E' il fenomeno del subingresso di un terzo nei diritti del creditore verso un debitore, per effetto del pagamento del debito da parte del terzo stesso. E' uno degli istituti che dà vita alle modificazioni soggettive del rapporto obbligatorio dal lato attivo. Il pagamento con surrogazione è disciplinato dal codice civile agli artt. 1201-1205. Il codice prevede tre distinte figure di surrogazione.

  • Surrogazione per volontà del creditore: si ha quando il creditore, ricevendo il pagamento da parte del terzo, dichiara espressamente e contestualmente di surrogarlo nei propri diritti (art. 1201 c.c.).
  • Surrogazione per volontà del debitore, il quale prende a mutuo una somma di denaro da un terzo al fine di adempiere il proprio debito e surroga il mutuante nei diritti spettanti al creditore, anche senza il consenso di questi (art. 1202 c.c.).
  • Surrogazione legale, è la surrogazione che ha la sua fonte nella legge ed è prevista in alcune ipotesi tassative (art. 1203 c.c.).

Sussidio. Il sussidio è una sovvenzione in denaro, un finanziamento a cui lo stato provvede con degli assegni erogati sottoforma di restituzione dell'imposta sul reddito, secondo dei limiti di reddito. Percepisce gli assegni familiari solo un'unica persona per ogni figlio. Si percepiscono gli assegni familiari per:

  • I figli del coniuge.
  • I bambini in affidamento, se vivono all'interno del nucleo familiare da un lungo periodo.
  • I figli dei propri figli, se sono stati accolti nel proprio nucleo familiare.

A determinate condizioni è possibile continuare a percepire gli assegni familiari anche per figli maggiorenni. Il limite di età di 27 anni se essi frequentano ancora la scuola (università), o stanno apprendendo un mestiere e i loro profitti non superano i 7.680 euro all'anno, dunque i profitti realizzati durante le vacanze dai giovani universitari non pregiudicano questo diritto. Gli orfani di entrambi i genitori ricevono direttamente 154 euro mensili di assegni familiari. Il sussidio in economia si applica sulle esportazioni. Un sussidio alle esportazioni è una somma di denaro che ricevono i produttori nazionali che vendono i loro prodotti all'estero; incentivando le esportazioni, tale sussidio aumenta il prezzo interno dei beni esportati. Le ragioni per cui un governo interviene sul commercio internazionale del proprio paese sono legate, di solito, a preoccupazioni relative alla distribuzione del reddito, alla protezione di settori ritenuti particolarmente importanti o all'equilibrio della bilancia dei pagamenti. Tuttavia, indipendentemente da quale di questi motivi ne sia la causa, l'erogazione di sussidi alle esportazioni, come l'imposizione di dazi sulle importazioni, hanno degli effetti sulle ragioni di scambio di un paese.
Svalutazione. La svalutazione è la perdita di valore di una moneta nei confronti di una o più monete (in regime di cambi fissi); quando invece ci si trova in regime di cambi variabili si parla di deprezzamento della moneta. Come svalutazione si può intendere anche la diminuzione del valore di una merce nei confronti della moneta, ed è un normale processo della commercializzazione. Svalutazione monetaria. In passato, quando le monete erano composte da metalli preziosi, il valore nominale era uguale al valore del metallo prezioso contenuto. Se i governanti sostituivano parte del metallo prezioso con metallo comune, allo scopo di emettere una maggiore quantità di denaro, la moneta finiva per perdere valore nei confronti delle altre monete. Infatti, una volta fuse, le monete rivelavano il loro vero valore e se questo non avesse coinciso con il valore nominale, la moneta contenente metalli poco nobili sarebbe stata rifiutata. Gli operatori economici avrebbero preferito usare monete il cui valore intrinseco fosse uguale al valore nominale. La moneta buona scacciava dunque la moneta cattiva. Ai nostri giorni non si usano più monete composte da metalli preziosi, le ragioni della perdita di valore di una moneta sono da attribuirsi all'operare della domanda e dell'offerta delle monete che servono a regolare le transazioni economiche. La svalutazione rende più costose le merci importate e di conseguenza può avere conseguenze sull'inflazione del paese che svaluta. E inoltre rende più convenienti i prodotti del paese che svaluta sui mercati esteri. Secondo alcune teorie economiche, per eliminare la svalutazione di una moneta nazionale basterebbe attuare un sistema a due monete, di cui una "di ghiaccio" "sacrificabile" a vantaggio di quella a valore costante. Come accade a Cuba, dove il Peso cubano convertibile viene a costituire la moneta a valore costante, mentre il Peso cubano semplice è la valuta sacrificabile. Grazie a questo sistema, in un'economia quale quella cubana, la moneta principale (la convertibile), esente da svalutazione, riesce ad essere la 13esima moneta di maggior valore nel mondo, e la seconda moneta delle Americhe dopo il dollaro statunitense. Svalutazione delle merci. Nel corso del periodo produttivo le merci vendute svalutano progressivamente nei confronti della moneta. Questo per la legge della domanda/offerta secondo cui tanto più un prodotto aumenta di quantità nei confronti di un prodotto che rimane uguale, tanto meno quel primo prodotto varrà nei confronti del secondo. Secondo questa legge quindi il valore totale (consistente nel totale delle unità prodotte) di quel bene rimane costante a prescindere dalla sua quantità esistente. Ovverosia se in un dato anno la quantità totale esistente di unità di quel prodotto vale una determinata cifra, e l' anno seguente la quantità di unità raddoppia, il valore totale rimane lo stesso mentre il valore della singola unità dimezza. Questo è il motivo per cui nonostante la produzione di beni aumenti costantemente il prodotto interno lordo non aumenta di pari passo. In teoria si può considerare il valore totale di un prodotto corrispondere al valore della totalità delle azioni del produttore nel mercato.
Svalutazione delle immobilizzazioni. Corrisponde al "consumo" di un'immobilizzazione non dovuto alla gestione interna, ma a fattori esterni (andamento negativo del mercato, abbandono di una linea di produzione).
Sviluppo economico. Si riferisce a quel complesso processo che trasforma un'economia o, più in generale, una società da pre-moderna a moderna. Nel ventesimo secolo il significato si è allargato fino ad includere anche un'altra accezione, oggi dominante. Lo sviluppo economico si riferisce oggi principalmente ad un processo di cambiamento - positivo - delle società povere del sud del mondo. Include un elemento di crescita, ovvero di aumento di indicatori quantitativi di ricchezza quali il prodotto interno lordo, ma anche di trasformazione qualitativa della società, quali cambiamenti nella qualità della vita legati, per esempio, al numero di medici per abitante, l'educazione e l'alfabetizzazione, etc. Un indicatore che cerca di prendere in considerazione entrambi gli aspetti è l'indice di sviluppo umano (ISU) o, nell'acronimo inglese HDI, sviluppato dalle Nazioni Unite agli inizi degli anni novanta. L'ISU è alla base del Rapporto sullo Sviluppo Umano, pubblicato periodicamente dall'UNDP (United Nations Development Programme, Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo). Nelle classifiche dei paesi più sviluppati si evidenziano enormi differenze se si prendono in considerazione variabili solo economiche o quelle considerate dall'ISU. Paesi molto ricchi, ma con scarsi o inesistenti sistemi di welfare hanno punteggi ISU molto bassi.
Swap Lo swap, nella finanza, appartiene alla categoria degli strumenti derivati, e consiste nello scambio di flussi di cassa tra due controparti. A esempio A può acquistare un bond a tasso variabile e corrispondere gli interessi che percepisce a B. B, a sua volta, acquista un bond a tasso fisso, percepisce gli interessi variabili di A e gli gira gli interessi a tasso fisso. Questa struttura (chiamata IRS, cioè interest rate swap) può essere utile per immunizzarsi da fluttuazioni di mercato o gestire fondi comuni (con la strategia CPPI). Nell'accordo di swap vengono stabilite le date in cui i pagamenti verranno effettuati e il modo in cui saranno calcolati. È possibile distinguere due tipologie di operazioni di swap sulla base dei flussi finanziari scambiati: 1. swap di interessi (interest rate swap, irs); 2. swap di valute (currency swap, cs). Un'operazione di "interest rate swap" (Irs) è un contratto che prevede lo scambio periodico, tra due operatori, di flussi di cassa aventi la natura di "interesse" calcolati sulla base dei tassi di interesse predefiniti e differenti e di un capitale teorico di riferimento. Il "currency swap" (Cs) è un contratto stipulato fra due controparti che si scambiano nel tempo un flusso di pagamenti denominati in due diverse valute. Si pone quale scambio a pronti di una determinata valuta e nel contempo in uno scambio di eguale ammontare, ma di segno opposto, ad una data futura prestabilita.
Swap a cedola zero. Swap di tasso di interesse in cui la corresponsione degli interessi da parte del contraente vincolato al tasso fisso avviene globalmente alla scadenza.
Swap debito/capitale azionario. È la conversione tra il debito di un Paese in via di sviluppo e titoli azionari di società facenti parte del Paese stesso, che viene eseguita dai governi dei Paesi interessati.
Swap debito/obbligazioni. Accordo per mezzo del quale un Paese in via di sviluppo converte il debito che ha nei confronti di altri Paesi o di organizzazioni internazionali tramite un'emissione di titoli a reddito fisso.
Swap di attività (asset swap). Scambio effettuato da una banca di un genere di attività con un altro. Per esempio la cessione a una contropartita di crediti commerciali a breve scadenza ricevendo a fronte crediti commerciali a media scadenza, oppure lo scambio di titoli a tasso fisso con titoli a tasso variabile, o ancora la combinazione di un titolo a tasso fisso con uno swap che ne rende variabile la cedola.
Swap di basi. Intesa tra due controparti di scambiarsi due flussi finanziari nella medesima valuta, la cui consistenza è legata a differenti tassi d'interesse di riferimento.
Swap di obbligazioni. Vendita e contemporaneo riacquisto di due obbligazioni differenti per scadenza, oppure per rendimento o per rating o, ancora, per cedola.
Swap "Plain vanilla". E' un contratto di swap di tassi di interesse sul dollaro US, in cui una parte corrisponde un tasso variabile basato sul LIBOR a sei mesi e riceve dalla controparte un tasso fisso riferito a un titolo di stato. L'operazione ha di regola una scadenza di 5-7 anni e un importo base di $ 50-100 milioni.
Swap sui tassi di interesse e sulle valute e sui tassi di inflazione. Operazione consistente nello scambio di flussi finanziari tra operatori secondo determinate modalità contrattuali. Nel caso di uno swap sui tassi di interesse, le controparti si scambiano flussi di pagamento di interessi calcolati su un capitale nozionale di riferimento in base a criteri differenziati (ad es. una controparte corrisponde un flusso a tasso fisso, l’altra a tasso variabile). Nel caso di uno swap sulle valute, le controparti si scambiano specifici ammontari di due diverse valute, restituendoli nel tempo secondo modalità predefinite che riguardano sia il capitale sia gli interessi. Nel caso di uno swap sul tasso di inflazione le controparti si scambiano flussi di pagamento calcolati su un capitale nozionale di riferimento e sulla base dell’andamento di un determinato indice dei prezzi dei beni di consumo nel periodo di riferimento del contratto (ad es. una controparte corrisponde un flusso a tasso fisso, l’altra a tasso variabile che dipende dalla variazione dell’indice).
Swap valutario domestico. Swap di divisa concluso tra un importatore (acquirente della divisa a una determinata scadenza) e un esportatore (che vende la stessa divisa alla stessa scadenza) con l'intermediazione di una banca anch'essa residente che opera da contropartita.
Sweet. Sono i greggi con poco zolfo (meno dello 0,5% del peso) e quindi più pregiati, perché è più agevole ricavarne la benzina.
SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunications). Rete telematica per il trattamento di operazioni finanziarie internazionali. Creata e gestita da banche, è accessibile a qualsiasi organismo la cui attività consista nel fornire al pubblico servizi finanziari e di pagamento.
Switch. Passaggio da un titolo a un altro (es. vendere un'obbligazione per comprare un'azione) o tra due titoli simili di due società diverse. Per chi è entrato in un fondo comune, un'operazione di switch consiste nel passare a un altro fondo della stessa società di gestione.
Syndacate. Sindacato (consorzio) di un prestito, i cui componenti principali sono: i "lead manager", gli "underwriters" ed i "selling group members".
Syndication. Termine con cui si indica una collaborazione tra soggetti al fine di realizzare un progetto comune; alcune delle operazioni che più di frequente vengono realizzate sono i finanziamenti sindacati per grandi opere e le nuove emissioni di titoli azionari.





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