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Il faraone Akhenaton, il primo a introdurre una religione monoteista

GRANDI PERSONAGGI STORICI

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Akhenaton

Akhenaton

In questa sezione ho illustrato la vita di grandi personaggi del passato, allo scopo di tratteggiare le caratteristiche e i valori che hanno portato questi personaggi al successo. Da ciascuna sfumatura dei comportamenti di questi ciascuno di noi può trarre insegnamenti, stimoli, coraggio, intuizioni, entusiasmo per intraprendere un percorso che possa condurre al successo personale o della propria impresa.
In questo articolo tratto della vita di Akhenaton che ebbe il coraggio di sfidare i sacerdoti imponendo l'adorazione di un solo dio, la corona solare. Giova notare che 1.500 anni dopo anche i romani adoravano il Sol Invictus ("Sole invitto") un appellativo religioso usato per diverse divinità nel tardo Impero romano: Helios, El-Gabal, Mitra che finirono per essere assimilate, nel periodo della dinastia dei Severi, all'interno di una religione monoteistica.
La sua fama è dovuta anche al fatto di aver sposato Nefertiti, forse la prima "femminista" della storia dell'uomo e di essere padre di Tutankhamon.
Nefertiti affiancò il marito nella grande rivoluzione religiosa di Akhenaton che cercò di imporre il culto dell'unico dio Aton, il Sole, culto che causò, per un ventennio, stravolgimenti all'interno della antica religione egizia e alcuni disordini politici. Il suo regno accanto ad Akhenaton ebbe inizio nel periodo di maggiore prosperità della storia egizia per terminare in una momentanea disgregazione del Paese, con rivolte fomentate dal clero di Amon. Nessun'altra regina egizia appare saldamente legata al trono del marito quanto Nefertiti: le sue rappresentazioni al fianco di Akhenaton le conferirono onori fino ad allora ineguagliati, così come inedite furono le numerose scene di intimità e affettuosità della coppia reale giunte sino a oggi. Alcuni egittologi ritengono che Nefertiti abbia regnato brevemente come Neferneferuaton dopo la morte di suo marito (ca. 1334 a.C.) e prima dell'accessione di Smenkhara e di Tutankhamon (ca. 1332 a.C.); comunque, l'identificazione di Neferneferuaton con Nefertiti è oggetto di un dibattito.
Akhenaton, ma per i primi 5 anni di regno Amenofi IV o Amenhotep IV (Tebe, 1375 a.C. circa – Akhetaton, 1334-1333 a.C. circa), è stato un faraone della XVIII dinastia. Regnò per 17 anni, morendo probabilmente intorno al 1334 a.C..
Come già detto divenne celebre per aver abbandonato il tradizionale politeismo egizio a favore di una religione di stampo enoteistico(che mantiene, cioè, la credenza in più divinità pur adorandone una sola), introdotta da lui stesso e basata sul culto del solo dio Aton, il disco solare. La sua rivoluzione religiosa, duramente contrastata, si rivelò effimera. Pochi anni dopo la sua morte, i suoi monumenti furono occultati o abbattuti, le sue statue furono spezzate o riciclate e il suo nome fu cancellato dalle liste reali. Le pratiche religiose tradizionali furono gradualmente restaurate e i sovrani che pochi decenni dopo fondarono una nuova dinastia, senza legami con la XVIII dinastia, screditarono Akhenaton e i suoi immediati successori (Neferneferuaton, Smenkhara, Tutankhamon e Ay), appellando lo stesso Akhenaton "il Nemico di Akhetaton".
A causa di questa damnatio memoriae, Akhenaton fu completamente dimenticato fino alla scoperta, nel XIX secolo, del sito archeologico di Akhetaton (Orizzonte di Aton), la nuova capitale che egli fondò e dedicò al culto di Aton, presso l'attuale Amarna. Gli scavi iniziati dall'archeologo inglese Flinders Petrie nel 1891, e terminati nel 1937, fecero nascere un grande interesse nei confronti di questo enigmatico faraone. Una mummia scoperta nel 1907 da Edward Ayrton nella tomba KV55 della Valle dei Re potrebbe essere la sua: recenti analisi del DNA hanno accertato che l'uomo scoperto nella KV55 era padre di re Tutankhamon, ma l'identificazione di tali resti con Akhenaton è assai dibattuta.
L'interesse moderno nei confronti di Akhenaton e della sua Grande sposa reale Nefertiti deriva in parte dalla sua connessione con Tutankhamon (anche se la madre del giovane faraone non fu Nefertiti, ma una donna sconosciuta che gli egittologi hanno soprannominato The Younger Lady), così come dalla corrente artistica che incentivò e dalle sue idee religiose rivoluzionarie.
Prima parte del regno come Amenofi IV
Il futuro Akhenaton fu un figlio minore di Amenofi III e della Grande sposa reale Tiy. Il loro primogenito, il Principe ereditario Thutmose, successore designato di Amenofi III, morì relativamente giovane in circostanze completamente sconosciute, nella terza decade del regno del padre: fu così che il principe Amenofi divenne Principe ereditario.
Dibattito sulla coreggenza
Esiste un dibattito riguardo alla possibile successione di Amenofi IV alla morte del padre, contrapposta alla teoria di una coreggenza fra Amenofi III e Amenofi IV (durata anche 12 anni secondo alcuni egittologi). Studi correnti, fra cui quelli Eric Cline, Nicholas Reeves, Peter Dorman e di altri studiosi, si oppongono decisamente all'ipotesi di una lunga coreggenza fra il padre e il figlio e optano per un breve di periodo di regno condiviso (1 o 2 anni) o per nessuna coreggenza. Altri studi, pubblicati da Donald Redford, William Murnane, Alan Gardiner e, più recentemente, Lawrence Berman, nel 1998, escludono completamente la coreggenza.
Non esistono prove definitive di una coreggenza fra Amenofi III e suo figlio Amenofi IV. Una lettera proveniente dagli archivi del palazzo di Amarna, datata all'anno 2 (anziché all'anno 12) del regno di Amenofi IV, da parte del re mitannico Tushratta, contiene espressioni di rammarico per il fatto che Amenofi IV non avrebbe mantenuto le promesse di Amenofi III di inoltrare a Tushratta certe statue d'oro pattuite come dote al momento del matrimonio fra il vecchio faraone e la principessa mitannica Tadukhipa (Lettere di Amarna, EA 27). Tale corrispondenza implica che, quando vi sia stata una coreggenza fra il padre e il figlio, questa non sarebbe durata più di un anno (siccome la succitata lettera implica l'avvenuta morte di Amenofi III entro l'anno 2 di Akhenaton).
Sul terzo pilone di Amenofi III al Complesso templare di Karnak, un rilievo (danneggiato per la damnatio memoriae che colpì Akhenaton e gli altri fautori del culto di Aton) mostra Amenofi III e suo figlio, il futuro Akhenaton, su una barca sacra. Il grande faraone starebbe presentando suo figlio ad Amon. L'iscrizione sottostante dice:
« Comandò a suo figlio di apparire, ricco di magnificenza, questo Re che gli diede vita, essendo quello suo figlio. Si unì con la sua bellezza, trasmettendogli i suoi piani per fare le cose che sono benefiche. Ha elevato le meraviglie di colui che lo ha portato al mondo ... [sotto l'immagine danneggiata] Io sono il suo figlio maggiore, che venne al mondo tramite lui [nome cancellato]. Io regno con il suo assenso, mi unisco alla sua forza, prendo possesso del suo potere ... Io sono il figlio che farà il bene per colui che lo ha generato. ».
Nel febbraio 2014, il Ministero Egiziano delle Antichità ha annunciato quella che è stata definita la prova definitiva che Akhenaton avrebbe condiviso il potere con Amenofi III per almeno otto anni, basandosi su ritrovamenti nella tomba del visir Amenhotep-Huy. La tomba in questione è oggetto di studi da parte di un team internazionale guidato dal Instituto de Estudios del Antiguo Egipto de Madrid e dal Dr. Martin Valentin. La prova consiste dei cartigli sia di Amenofi III che di Akhenaton incisi uno accanto all'altro; però ciò potrebbe limitarsi a significare che Amenofi III aveva già designato, prima di morire, il principe Amenofi come suo successore. Non esistono altri oggetti o iscrizioni che nominimo contemporaneamente padre e figlio assegnando a ciascuno i medesimi titoli regali. L'egittologo Peter Dorman ha respinto ogni ipotesi di coreggenza fra i due faraoni, basandosi sui rinvenimenti della tomba di Kheruef.
Atti dei primi anni di regno
Amenofi IV fu incoronato a Tebe, dove inaugurò una serie di progetti architettonici. Fece decorare l'ingresso meridionale del recinto del Tempio di Amon-Ra con scene di adorazione del dio solare Ra-Horakhty (fusione del dio-sole Ra e Horus). Inoltre decretò la costruzione di un tempio ad Aton nella zona orientale di Karnak; questo Tempio di Amenofi IV fu chiamato Gempaaton (Aton è stato trovato). Il Gempaaton cosisteva di una serie di edifici, fra cui un palazzo e una struttura denominata Hwt Benben (Palazzo della pietra Benben), dedicato alla regina Nefertiti. Altri templi costruiti per Aton, a Karnak, in quegli anni furono il Rud-menu e il Teni-menu, che potrebbero essere stati costruiti presso il Nono pilone. Nei suoi primissimi anni di regno, Amenofi IV non represse il culto di Amon e il Primo Profeta di Amon era ancora ancora attivo durante il 4° anno di regno.
Nell'iscrizione che accompagna la sua figura in atto di adorare Amon-Ra, nelle cave di arenaria di Gebel Silsila, il giovane re si definisce, insolitamente:
« Prima profeta di Ra-Horakhti che esulta all'orizzonte nel suo nome la luce solare [in egizio Shu] che è Aton.».
Amenofi IV compare con questo nome nelle tombe di alcuni aristocratici di Tebe: Kheruef, Ramose (TT55) e Parennefer (TT188). Nella tomba del visir Ramose, Amenofi IV appare sulla parete occidentale secondo gli stilemi dell'arte tradizionale, assiso in trono con Ramose al suo cospetto. Sulla parete opposta, Amenofi IV e Nefertiti compaiono alla finestra delle apparizioni con l'Aton dipinto nella sua forma di disco solare. Nella tomba del nobile Parennefer, Amenofi IV e Nefertiti compaiono in trono, con il disco del sole sulle loro teste. Fra gli ultimi documenti scoperti circa Amenofi IV con questo nome, vi sono le copie di due lettere da parte del funzionario Apy (o Ipy) al faraone: scoperte a Gurob, sono datate al 5° anno di regno di Amenofi IV, 3° mese di Peret, 19° giorno.

nefertiti

Nefertiti


Cambiamento di nome: da Amenofi IV ad Akhenaton
Dopo 5 anni, 8 mesi e 13 giorni di regno, il faraone arrivò nel sito della nuova città di Akhetaton (l'attuale Amarna). Un mese prima, Amenofi IV aveva ufficialmente mutato il proprio nome in Akhenaton. Il re cambiò buona parte dei suoi cinque nomi tradizionali; l'unico che conservò immutato fu il suo praenomen, o nome del trono: Neferkheperura.
Famiglia
Quando ancora si chiamava Amenofi IV, cioè al principio del proprio regno, Akhenaton sposò Nefertiti. Grazie alle iscrizioni, si ha notizia di sei figlie di Akhenaton e Nefertiti. Recenti analisi del DNA hanno rivelato che Akhenaton prese in moglie anche una delle proprie sorelle biologiche - la cosiddetta Younger Lady - con cui generò il principe Tutankhaton (poi Tutankhamon). I genitori di Smenkhara, successore di Akhenaton, non sono noti: sono stati ipotizzati Akhenaton e una sposa sconosciuta. Una sposa secondaria di Akhenaton, chiamata Kiya, è parimenti nota grazie alle iscrizioni; alcuni hanno ipotizzato che Kiya avrebbe raggiunto una posizione di grande rilevanza alla corte di Akhenaton per avergli generato Smenkhara, Tutankhamon o entrambi.
I figli di Akhenaton (sicuri o ipotizzati), con il probabile anno di nascita, furono[55]:
Smenkhara - 35° o 36° anno del regno di Amenofi III.
Merytaton - 1° anno di regno di Akhenaton.
Maketaton - 3° anno di regno (forse dopo).
Ankhesenpaaton (poi Ankhesenamon) - 4° anno di regno.
Neferneferuaton Tasherit - 8° anno di regno.
Neferneferura - 9° anno di regno.
Setepenra - 9° anno di regno.
Tutankhaton (poi Tutankhamon) - 8° o 9° anno di regno.
Le spose di Akhenaton note con certezza: Nefertiti, Grande sposa reale.
Kiya, una moglie secondaria.
Tadukhipa, figlia di Tushratta, re di Mitanni, e già sposa di Amenofi III.
una figlia di Šatiya, signore di Enišasi.
una figlia di Burna-Buriaš II, re di Babilonia.
) Alcuni hanno pensato che Akhenaton potrebbe essersi unito ad alcune delle sue figlie (soprattutto Merytaton e Ankhesenpaaton) nel tentativo di generare un erede maschio - ma è una teoria molto dibattuta e priva di evidenze. Non è chiaro se, imitando Amenofi III, Akhenaton abbia elevato almeno una figlia al rango di Grande sposa reale; comunque, ciò non implicherebbe una relazione sessuale: quella di Grande sposa reale era principalmente una posizione onorifica, necessaria per ricoprire una posizione fondamentale a corte e assicurare il culto di alcune dee.
Merytaton, primogenita di Akhenaton e Nefertiti, è attestata come Grande sposa reale di Smenkhara nella tomba del funzionario Merira II, ad Amarna. Il suo nome compare inoltre accanto a quello di Akhenaton e della misteriosa Neferneferuaton come Grande sposa reale su un cofanetto nella Tomba di Tutankhamon. Lettere inviate ad Akhenaton da parte di sovrani stranieri menzionano Merytaton come Signora della Casa.
La rivoluzione religiosa
Amon, creatore, trascendente e creatosi da sé fu un dio di massima importanza per buona parte della storia egizia. Durante l'XI dinastia (2160 a.C. - 1944 a.C.) assurse al ruolo di patrono di Tebe, sostituendo Montu. Dopo la ribellione dei prìncipi tebani contro gli hyksos e con il regno di Ahmose (1539 a.C. - 1514 a.C.), Amon assunse un'importanza nazionale, esplicata dalla sua fusione con il dio-sole Ra nella figura di Amon-Ra. Durante il Nuovo Regno Amon fu di fatto il capo del pantheon egizio.
Quando l'esercito del fondatore del Nuovo Regno espulse i sovrani hyksos all'Egitto, la città d'origine del vittorioso faraone, Tebe, divenne la città più importante del Paese, la capitale della nuova dinastia. Così Amon, patrono della nuova capitale, divenne la divinità nazionale. I faraoni della XVIII dinastia, forse la più gloriosa della storia egizia, attribuirono ogni loro successo alla protezione e all'intervento di Amon e spesero una gran parte della loro ricchezza e dei bottini delle guerre nell'edificazione di templi dedicati ad Amon, cui diedero un prestigio ineguagliato. Il suo ruolo di protettore della regalità comportava un enorme potere per il suo tempio principale, situato a Karnak; questo, che oggi è il sito archeologico più vasto e ricco di tutto l'Egitto, nel corso dei secoli ricevette in dono terre e altre proprietà, al punto di diventare quasi uno Stato nello Stato e influenzare anche le scelte sulla successione al trono. Le dimensioni gigantesche di questo Grande Tempio di Amon, la cui sola sala ipostila misura 103 metri di larghezza, con 134 colonne di 24 metri di altezza, esprimono la potenza formidabile del clero di Amon, in grado di fare concorrenza all'autorità del faraone.
Il nuovo culto di Aton
Il dio Aton, cioè il disco solare, probabilmente frutto della speculazione teologica dei sacerdoti di Eliopoli, era inteso come manifestazione sensibile del dio Ra-Horakhti (Ra che è Horus dei Due Orizzonti), a sua volta fusione di Horus e del dio-sole Ra. Fece la sua comparsa nel Medio Regno e le fortune del suo culto ebbero inizio durante il regno di Thutmose IV, nonno di Akhenaton, nel primo decennio del XIV secolo a.C. Quando era ancora principe, nel corso di una battuta di caccia nella piana di Giza, il futuro Thutmose IV avrebbe avuto una visione della divinità della Sfinge di Giza, il dio solare Ra-Horemakhet (o Harmakis), come attesta la grande Stele del Sogno eretta fra le zampe della Sfinge stessa, che egli provvide a far restaurare in ossequio a questa esperienza della propria giovinezza. Esiste uno scarabeo, risalente al regno di Thutmose IV, su cui Aton è menzionato come divinità distinta mentre conduce il faraone alla vittoria in battaglia. Seguendo le aspirazioni mistiche del padre, Amenofi III dimostrò una predilezione per questo dio; fu il primo a istituire un colleggio sacerdotale e un tempio ad Aton. Come ha osservato l'egittologa Christine El Mahdy, « Il regno di Amenofi III era pieno di riferimenti all'atonismo quasi quanto quello di suo figlio Akhenaton. Perfino il palazzo di Malkata, costruito prima che Akhenaton nascesse, portava il titolo di "lo splendore di Aton" [...] »
Stesso nome (o "Aton risplende"[84]) l'aveva anche una imbarcazione che Amenofi III donò alla sua regina Tiy, che alcuni ritengono un'accesa promotrice di questo culto. A differenza delle altre divinità egizie, Aton non veniva rappresentato in forma antropomorfa, ma sempre come un disco solare i cui raggi erano lunghe braccia terminanti con mani, alcune delle quali reggevano l'ankh, simbolo della vita. I princìpi della religione di Aton si possono individuare sulle pareti della Tomba di Akhenaton: Aton era adorato come creatore di tutte le cose e come colui che si prendeva costantemente cura delle proprie creature; i suoi raggi davano vita alla sola famiglia reale, mentre, a sua volta, il popolo riceveva la vita da Akhenaton e Nefertiti in cambio della lealtà ad Aton. La notte era considerata un momento da temere mentre, quando il disco solare, Aton, splendeva in cielo, le azioni umane potevano aspirare al successo o alla perfezione.
Il centro del culto di Aton era la città di Akhetaton (Orizzonte di Aton), fondata come capitale da Akhenaton intorno al suo 5° anno di regno sulla riva orientale del Nilo, 402 chilometri a nord dalla vecchia capitale Tebe (Luxor). Altre sedi del culto furono Eliopoli (fulcro del culto di Ra) e la stessa Tebe. Per delimitare il perimetro della città fece erigere 15 Stele di confine, con le quali dichirò l'appartenza di quel territorio ad Aton. Molto diverso da tutti gli altri templi egizi, il Grande tempio di Aton era, in gran parte, all'aperto per far accedere i raggi del sole. Non erano ammesse rappresentazioni antropomorfe o statue di Aton, sebbene fosse stato occasionalmente raffigurato come uomo dalla testa di falco durante il regno di Amenofi III; comunque, queste furono sostituite con raffigurazioni della famiglia reale intenta ad adorare il disco solare e a ricevere da lui l'ankh (il respiro vitale). I sacerdoti di Aton avevano meno incarichi rispetto al clero tradizionale, in quanto le offerte (frutta, fiori, alimenti) erano limitate e gli oracoli proibiti; inoltre, i templi di Aton non raccoglievano tasse. Siccome non esistevano rappresentazioni specifiche di Aton, il tradizionale rito quotidiano di purifcazione, unzione e vestizione della statua della divinità non veniva praticato ad Akhetaton; in compenso, il disco solare veniva omaggiato con le offerte della famiglia reale, bruciando incenso e cantando inni (come il Grande inno ad Aton) accompagnati da apposite musiche.
Alcuni recenti dibattiti si sono concentrati sulle modalità e la misura con cui Akhenaton costrinse il suo popolo ad assecondare le riforme religiose. Indubbiamente, col passare del tempo, il faraone continuò a rivedere gli epiteti di Aton e altri termini del linguaggio religioso per escludere sempre più i riferimenti ad altri dei; a un certo punto, ordinò una cancellatura su vasta scala dei nomi delle divinità tradizionali, specialmente quello di Amon, anche quando facente parte di nomi propri come quello del padre. La parola "madre", che aveva lo stesso suono del nome della dea Mut, sposa di Amon, fu privato del geroglifico dell'avvoltoio necessario alla sua scrittura, in quanto l'avvoltoio era simbolo di Mut stessa e della dea Nekhbet; il nome del dio Ra-Horakhti fu privato del geroglifico del falco, il che ne rese particolarmente ardua la lettura. Il dio Ra, il sole per eccellenza, non perse la sua presenza continua. Alcuni cortigiani cambiarono i propri nomi per rimuovere ogni riferimenti alle divinità, seguendo l'esempio di Akhenaton, che con questo nome sostituì il proprio nome originale Amenofi (Amenhotep, cioè Amon è contento). Quest'ultima non fu però, sembra, un'operazione obbligatoria o estesa alla totalità della popolazione, siccome ad Amarna sono stati individuati personaggi con nomi quali Ahmose (che significa Nato da Iah, dio della luna), proprietario della tomba nº3, o Thutmose (Nato da Thot), capo-scultore che realizzò numerosi ritratti della famiglia reale, fra cui il celeberrimo busto di Nefertiti. Un numero inaspettato di amuleti in faience scoperti ad Amarna mostra inoltre che gli abitanti di Akhetaton indossavano liberamente talismani degli dei Bes e Tueret, l'Occhio di Horus e altri amuleti delle divinità tradizionali; inoltre, in un nascondiglio di gioielli, nei pressi delle Tombe reali (ora al Museum of Scotland), è stato trovato un anello relativo alla dea Mut, sposa di Amon. Tutte queste evidenze archeologiche dimostrano che, anche se Akhenaton privò i templi delle divinità tradizionali dei loro finanziamenti, le sue politiche furono tolleranti, perlomeno fino a un certo momento, non precisato, verso la fine del suo regno. Tuttavia, i danni arrecati ai monumenti di Amon, il divieto del suo culto e la dispersione del suo clero rasentarono, secondo alcuni studiosi, la persecuzione religiosa. Come ha osservato l'egittologo Franco Cimmino:
« L'Aton era ormai un dio unico, autogenerato, che da solo aveva creato la vita e tutte le cose, e da solo compiva ciò che prima avevano fatto tutti gli altri dei, perché in lui coesistevano "milioni di vite". »
Al 12° o 13° anno di regno di Akhenaton potrebbe risalire il gesto più drammatico del regno di Akhenaton: « Akhenaton dimostrò di credere ancora nella magia del nome e dell'immagine, se pensò di annientare il potere del dio dinastico cancellando ovunque quanto potesse ricordarlo: i suoi simboli, le associazioni fonetiche, i segni visibili dei suoi attributi. Si trattò di un fatto clamoroso, perché si svolse su tutto il territorio egiziano e in Nubia [...]. L'azione fu repentina e inattesa, capillare e distruttiva, e venne compiuta in tempi brevissimi [...]; gli scalpellini, guidati da funzionari zelanti e fanatici, agirono ovunque martellando e cancellando iscrizioni e figure sui grandi monumenti e perfino sui piccoli oggetti. L'odio verso Amon si manifestò con violenza inaudita e i segni che componevano il suo nome vennero abrasi anche dove entravano a far parte di parole che non avevano nulla a che fare con il dio tebano. »
Akhenaton, con il suo monoteismo rivoluzionario, non pone più il sovrano come rappresentazione del dio; il faraone ora è "utile a Dio, che è utile a lui" come testimonia anche una stele commemorativa nel Tempio di Ptah a Karnak dove è scritto: «Dio ha fatto sì che le vittorie della mia maestà fossero più grandi [di quelle] di ogni altro re. La mia Maestà ha ordinato che il Suo altare sia fornito di ogni bene.». L'escatologia che sostituisce quella di Osiride, prevedeva che le anime dei morti, con il sorgere del sole, uscissero fuori sotto le sembianze di uccelli per rivivere tutto il giorno in un mondo parallelo a quello materiale. In alcuni inni ritrovati nella tomba del sacerdote Ay viene manifestato l'universalismo imperiale al quale, secondo alcune interpretazioni, mirava Akhenaton, che si auspicava la diffusione di una religione universale con al centro il dio di tutti gli uomini.
Alla rivoluzione religiosa si affiancò anche un graduale - ma sempre più marcato - stravolgimento dei canoni artistici tradizionali: tale riforma artistica è denominata "stile di Amarna", e segnò una parentesi molto interessante all'interno della plurimillenaria arte egizia. Si passò dallo stile idealizzato, severo e ieratico dei monumenti a un curioso ed impietoso naturalismo, non esente da lampi di tenerezza (come si nota, per esempio, nella stele che raffigura Nefertiti con le figlie bambine). Prima della riforma di Akhenaton, l'arte egizia si basava su canoni tradizionali; le rappresentazioni in rilievi e pitture murali avevano le seguenti caratteristiche:
- la scuola tradizionale non si serviva della prospettiva nelle rappresentazioni murali, e le dimensioni dei personaggi esprimevano esclusivamente il grado di importanza dei personaggi raffigurati.
- la figura umana era così elaborata: testa, braccia e gambe di profilo, ma occhi e torace in posizione frontale
- il tutto modulato su una "griglia" ideale, le unità della quale erano sempre strettamente osservate per le proporzioni dei volumi.
Con Akhenaton si abbandonò il canone tradizionale della rappresentazione del corpo umano, ispirato a una nuova "griglia" della quale le figure occupano più unità, soprattutto in altezza; questa modifica rimase con i suoi immediati successori. Nelle immagini, in generale, fu impresso un maggiore naturalismo fino a raggiungere conseguenze impietose: abbandonata completamente l'immagine idealizzata, priva di difetti fisici, si procedette nella direzione opposta, sottolineando anche in misura estrema i difetti: la testa esageratamente allungata nella parte posteriore, occhi a mandorla, labbra rigonfie, mandibole prominenti, colli lunghi e stilizzati, ventri sporgenti e cascanti - con sagome talmente arrotondate da rendere difficile l'individuazione del sesso del personaggio.
Quest'ultima caratteristica ha suggerito ad alcuni studiosi del XIX secolo che tali rilievi e sculture rappresentassero i sintomi di una malformazione del sovrano, che gli avrebbero fatto sviluppare un corpo dai tratti femminili, con un bacino ampio e arti sottili - teoria che nel XX secolo si incentrò su una possibile sindrome di Marfan del sovrano. Oggi, gli storici e gli archeologi stimano che le immagini deformate del re come mere rappresentazioni artistiche, dal momento che non esistono prove sufficienti per determinarne una malattia cronica. Inoltre, tali deformazioni coinvolgono tutte le persone, non solo Akhenaton e i suoi famigliari, e perfino gli oggetti: i nastri posti sul retro della corona assumono una forma allungata e affusolata, proprio come le dita delle mani e dei piedi.
Con la scoperta della tomba di Tutankhamon, nel 1922, si è potuto osservare che il cranio della mummia del faraone adolescente è effettivamente allungato (sebbene non drasticamente) come nelle figurazioni di Akhenaton, Nefertiti e delle loro figlie. Di conseguenza, si è anche ipotizzato che questa tipologia di creazioni artistiche riflettesse attributi condivisi da membri della famiglia reale, con l'intento di offrire un'immagine unitaria della regalità. Lo studio del probabile scheletro di Akhenaton ha rivelato un corpo perfettamente sviluppato e dai tratti mascolini: il sovrano fu probabilmente rappresentato con tratti androgini in quanto divinità, associato quindi al mito creatore e, di conseguenza, né uomo né donna egli medesimo. Fra le innovazioni dell'arte amarniana rientrò anche un deciso mutamento dei temi delle opere. Una volta eliminati i temi religiosi tradizionali, dal momento che Aton era un dio astratto, simboleggiato dal semplice disco solare e mai incarnato in figura umana o animale, ebbero una grande diffusione le scene della vita famigliare della coppia reale con le figlie, in pose intime e affettuose. L'iconografia tradizionale del monarca intento a schiacciare e abbattere i proprio nemici furono sostituite da due immagini nell'atto di adorare Aton e presentargli offerte insieme alla famiglia o con la sola Grande sposa reale, in un'atmosfera molto più raccolta. Lo scultore capo Bek lasciò notizia che Akhenaton in persona chiese agli artisti di esprimere la realtà che vedevano; quindi furono raffigurate anche scene prese dalla vita animale, come cane da caccia che rincorre una preda in fuga.
Di tutte le implicazioni del regno di Akhenaton, quelle artistiche si rivelarono le più durevoli, sopravvivendo alla sua morte. La sua concezione politica, infatti, morì con lui: dopo i brevissimi regni di Neferneferuaton e Smenkhara, la corte fece ritorno a Tebe con Tutankhamon. Per quanto riguarda le sue idee religiose, anche queste morirono insieme a lui. Solo le riforme artistiche gli sopravvissero per qualche tempo, sebbene attenuate e molto distanti dagli esiti più eccentrici, e tracce di questo stile si possono riconoscere nella produzione artistica sotto Tutankhamon, Ay e Horemheb. Quando, alla morte di quest'ultimo, la XIX dinastia prese il potere, il ritorno all'ortodossa arte tradizionale fu portato a compimento.
Politica interna
Il sovrano scelse come consiglieri sua madre Tiye, la regina Nefertiti ed il sacerdote Ay, marito della sua governante. Nel secondo e nel terzo anno di regno, decise di celebrare un grande giubileo e iniziò la costruzione di almeno otto strutture in muratura a Karnak, dove, inizialmente, Amenofi IV regnò; la struttura più articolata fu il tempio ad Aton detto Gen-pa-Aton ("il Disco del Sole è trovato"), sui cui muri apparivano incise scene della celebrazione del giubileo e raffigurazioni della regina Nefertiti assieme alle figlie nell'atto di effettuare offerte al Sole (la coppia non ha avuto un figlio maschio e sarà la primogenita a prendere il posto della madre); un secondo tempio fu chiamato "Esaltati sono per sempre i monumenti del Disco del Sole" e comprendeva molte raffigurazioni di vita domestica a palazzo; un terzo tempio fu denominato "Robusti sono per sempre i monumenti del Disco del Sole", i cui rilievi descrivevano offerte al Sole, processioni e scene di palazzo con servi.
Tra il quarto ed il sesto anno di regno, dopo aver mutato parte della titolatura reale ed anche il suo nome da Amenofi (Amenhotep, "Amon è contento") in Akhenaton (Aton è soddisfatto o L'effettivo spirito di Aton) e quello della moglie in Nefer-neferu-Aton (Bella è la perfezione di Aton), trasferì la capitale in una città appositamente costruita 240 chilometri più a nord: Akhet-Aton, Orizzonte di Aton (oggi Amarna). Nella parte meridionale della città era previsto il palazzo per l'intrattenimento del sovrano, mentre il centro era occupato da un tempio e dal palazzo reale; il lato settentrionale ospitava il quartiere dei mercanti. I templi erano aperti verso il cielo e quindi seguivano la struttura di quelli solari di Eliopoli. La città era priva di qualunque sistema di fognatura. Lo scontro con il clero di Amon si fece più aspro nel 14º anno di regno quando oltre alla chiusura del complesso templare di Karnak, privato di tutte le sue proprietà, si aggiunge l'opera iconoclasta verso il nome stesso del dio, che venne scalpellato da tutti i monumenti. Inoltre anche il popolo covava risentimenti nei confronti del sovrano per la soppressione delle antiche divinità ed anche l'esercito mostrava segni di disappunto per l'immobilismo e la perdita dei territori asiatici.
Politica esterab
Durante il regno di Akhenaton, come già durante quello del padre, l'Egitto non seppe contrapporsi all'ascesa degli Ittiti perdendo, quindi, il controllo di una serie di stati vassalli dell'Asia Minore che rappresentavano una fonte di ricchezza per le casse reali. Una parte della corrispondenza diplomatica rinvenuta tra le rovine della nuova capitale (le Lettere di Amarna) è appunto composta da richieste di aiuto di sovrani dell'area palestinese dove bande di nomadi predoni Hapiru esercitavano razzie e disordini.
Malgrado le richieste di aiuto provenienti dagli alleati, ad esempio quelle inviate da Tushratta re di Mitanni, almeno da quanto riportato nelle fonti a nostra disposizione, non si hanno notizie di campagne militari nell'area siro-palestinese. Di questo atteggiamento pacifista seppe approfittare Suppiluliuma I, re ittita che, dopo aver portato sotto il suo controllo il regno di Mitanni, iniziò l'espansione nella zona d'influenza egiziana.
Durante il periodo amarniano si verificò una grave epidemia, probabilmente di peste bubbonica, poliomielite o un qualche tipo di influenza, che si originò in Egitto e dilagò in tutto il Levante mietendo molte vite, tra cui quella di Šuppiluliuma I, re degli Ittiti. Nel caso si trattasse di influenza, la sua origini deriverebbe dalla vicinanza tra esseri umani e determinati uccelli acquatici e suini: la sua diffusione pandemica potrebbe essere stata causata dallo sviluppo dei sistemi di allevamento e dalla prossimità degli animali con i loro escrementi. Alcune delle prime evidenze archeologiche di questo tipo di allevamento sembrano risalire al regno di Akhenaton e la pandemia che in quel periodo colpì tutto il Medio Oriente potrebbe essere il primo caso conosciuto di influenza. Tuttavia, la natura precisa di questa epidemia resta in gran parte sconosciuta; come suo possibile luogo d'origine è stata ipotizzata anche l'Asia con un'influenza scatenatasi fra esseri umani. Una serie di morti all'interno della famiglia reale egizia dovette colpire duramente Akhenaton e, in generale, tutto il regno. Fra le probabili vittime di questa epidemia, in un arco di tempo che va dal 12° al 17° anno di regno, figurano la regina madre Tiy (intorno al 13° anno di regno) e le giovanissime principesse Setepenra e Neferneferura, ma è possibile che ne siano morte anche la Grande sposa reale Nefertiti (dopo il 16° anno di regno) e la secondogenita Maketaton. Inoltre, la virulenza di questo morbo può essere stato uno dei fattori che spinsero al completo abbandono di Akhetaton durante il regno di Tutankhamon, e anche il motivo per cui le generazioni successive ritenevano che gli dei tradizionali si fossero rivolti contro Akhenaton.
Zahi Hawass ha ipotizzato che potesse trattarsi di peste nera, in base a segni di questa malattia scoperti nel sito di Amarna. Arielle Kozloff, nel frattempo, ha obiettato che una epidemia di poliomielite potrebbe invece aver portato a una di peste bubbonica. Tuttavia, la sua tesi secondo cui la poliomielite non sarebbe così virulenta come altre malattie è stata rifiutata in quanto ignora l'evidenza che le malattie risultano virulente quanto più restano presenti nella popolazione umana, come è stato osservato per la sifilide e la tubercolosi.
Morte, sepoltura e successione
Cronologicamente, l'ultima apparizione nota di Akhenaton e della famiglia reale amarniana è nella tomba del cortigiano Merira II, ed è datata al 2° mese del 12° anno del suo regno. Dopodiché, le fonti diventano oscure e lacunose almeno fino all'ascesa al trono di Tutankhamon (ca. 1323 a.C.). Le circostanze della morte di Akhenaton sono totalmente sconosciute: il lasso di tempo che si estende dalla metà del suo regno a Tutankhamon è uno dei più enigmatici e oscuri fra quelli studiati dall'egittologia.
Nel dicembre 2012 è stata annunciata la scoperta di una iscrizione datata esplicitamente al 16° anno di regno di Akhenaton, 3° mese di Akhet, 15° giorno - e che menziona anche la regina Nefertiti, in vita - in una cava di calcare a Deir el-Bersha, a nord di Amarna. Il testo riferisce di una progetto edilizio ad Akhetaton e permette di accertare che Akhenaton e Nefertiti erano ancora la coppia reale un anno prima della morte del faraone. Alcuni sigilli di anfore sono recano la data del 17° anno del suo regno, che fu sicuramente l'ultimo.
La tomba KV55 della Valle dei Re
La sua mummia fu traslata a Tebe dopo che la corte vi si trasferì definitivamente, durante il regno di Tutankhamon; recenti test genetici hanno stabilito che lo scheletro rivenuto da Edward Ayrton nel 1907 nella enigmatica tomba KV55 della Valle dei Re è quello del padre di Tutankhamon e quindi, probabilmente, si tratterebbe dei resti di Akhenaton. La tomba conteneva numerosi oggetti appartenenti all'epoca amarniana, fra cui una maschera funeraria regale deliberatamente distrutta. Anche il sarcofago fu profanato e sfregiato, praticamente distrutto, ma dopo la scoperta è stato restaurato e si trova in esposizione permanente al Museo egizio del Cairo. Il bordo della parte inferiore reca una preghiera ad Aton che fu originariamente intesa per una donna ma successivamente modificata per riferirsi a un uomo - con errori grammaticali che lasciano trasparire il sesso femminile del defunto originario. Lo stile di questo feretro e il linguaggio delle sue iscrizioni sono facilmente riconducibili al regno di Akhenaton. Alcuni studiosi ritengono che il destinatario originario di questo sarcofago fosse proprio Kiya(la ricchezza del reperto, comparabile, nello stile, al secondo dei tre sarcofagi di Tutankhamon, proverebbe l'elevato status di Kiya alla corte di Akhenaton). Un altro fatto decisivo per stabilire che tale sarcofago femminile fu adattato in un secondo momento per Akhenaton sarebbe un ureo in bronzo, recante il nome di Aton nella sua forma definitiva, fissato alla fronte della mummia. Altro indizio per considerare la tomba KV55 come sepoltura definitiva di Akhenaton sarebbe la presenza di quattro mattoni magici, collocati nelle posizioni ritualmente corrette, che recano il cartiglio di Akhenaton; a riguardo, alcuni archeologi, fra cui Alan Gardiner, conclusero che chi curò la sistemazione del sepolcro della KV55 - fedeli seguaci dell'atonismo - credeva sicuramente di seppellire Akhenaton.
Benché sia comunemente accettato che Akhenaton sia morto nel corso del suo 17° anno di regno, non è chiaro se Smenkhara sia diventato coreggente uno o due anni prima della morte di Akhenaton o se abbia goduto, invece, di un regno indipendente, anche se breve: qualora Smenkhara sia sopravvissuto ad Akhenaton e diventato unico sovrano, il suo regno non deve aver superato la durata di un anno. Successore di quest'ultimo fu Neferneferuaton, un faraone donna che sembra aver governato l'Egitto per due anni e un mese. Costei fu succeduta, probabilmente, da Tutankhaton (poi Tutankhamon), affiancato, a causa della sua tenera età, da un consiglio di reggenza guidato dal visir Ay, cognato di Amenofi III, zio di Akhenaton e, a sua volta, futuro faraone. Tutankhamon è stato a lungo ritenuto fratello minore di Smenkhara e figlio di Akhenaton e, possibilmente, della sposa secondaria Kiya (pochi egittologi hanno inteso Tutankhamon come figlio di Smenkhara). Nel 2010, esami genetici sulle mummie degli ultimi rappresentanti della XVIII dinastia, su Tutankhamon e sull'uomo della tomba KV55 hanno accertato che quest'ultimo fu figlio di Amenofi III e Tiy e padre di Tutankhamon (oltreché fratello della cosiddetta Younger Lady, a sua volta rivelatasi la madre di Tutankhamon): è quindi estremamente probabile che si tratti dei resti di Akhenaton[. È stato anche ipotizzato che, dopo la morte di Akhenaton, Nefertiti avrebbe regnato con il nome di Ankheperura Neferneferuaton; altri hanno proposto di identificare questo misterioso personaggio femminile con Merytaton. È possibile che la cosiddetta Stele della Coreggenza (UC 410), rinvenuta in una tomba ad Amarna, estremamente danneggiata, mostri la regina Nefertiti nelle vesti di coreggente, regnante contemporaneamente ad Akhenaton; ma ciò non è affatto sicuro, in quanto i cartigli furono raschiati e riciclati per contenere i nomi di Ankhesenpaaton e Neferneferuaton. Nel corso di un simposio del 2011 su Horemheb, al Metropolitan Museum of Art, la cronologia generale della tarda XVIII dinastia è stata così illustrata:
Re .................. .....Anni di regno (appross.)
Akhenaton .......................................17 anni
Ankheperura Neferneferuaton ............2+ anni
Ankheperura Smenkhara ................1-2 anni
Tutankhaton/Tutankhamon ...............10 anni
Ay......................................................3 anni
Horemheb........................................14 anni
Caduta dell'atonismo e damnatio memoriae
Con la morte di Akhenaton, il culto da lui fondato decadde. Tutankhaton mutò il proprio nome in Tutankhamon (Immagine Vivente di Amon) nel suo 2° o 3° anno di regno (ca. 1330/1329 a.C.) e fece ritorno alla capitale tradizionale Tebe, abbandonando Akhetaton, la quale finì rapidamente in rovina per poi essere sfruttata come cava di materiali da costruzione durante la XIX dinastia. Già i due immediati successori di Tutankhamon, Ay e Horemheb (principale sostenitore della cancellazione di Akhenaton e della sua eresia dalla storia), iniziarono a smantellare i templi che Akhenaton aveva fatto edificare, anche quelli a Tebe, impiegandone i materiali per edificare e decorare i templi di loro commissione. A partire dal regno di Horemheb (1319 a.C. - 1292 a.C.), che non aveva legami di parentela con i suoi predecessori, si attuò la completa esclusione di Akhenaton, Neferneferuaton, Smenkhara, Tutankhamon e Ay dalle liste reali e dalle cronache - attribuendosi di conseguenza tutti i loro anni di regno, oltre alle iscrizioni e alle statue, così da far apparire che la sua accessione al trono seguisse direttamente il regno di Amenofi III (considerato l'ultimo sovrano non ancora in lotta aperta con il clero di Amon), morto circa trent'anni prima, intorno al 1350 a.C. Akhenaton non figurò in alcun lista di faraoni compilata nelle epoche successive della storia egizia fino alla sua riscoperta nel XIX secolo da parte dell'archeologia.
L'interpretazione di Akhenaton come rivoluzionario religioso ha prodotto molte speculazioni, dalle ipotesi degli specialisti fino a teorie marginali o non-accademiche. E' diffusa l'opinione secondo cui Akhenaton sarebbe stato uno dei primi monoteisti della storia; forse è più corretto dire che Akhenaton praticò la monolatria dal momento che non pare che abbia mai negato l'esistenza di altre divinità all'infuori di Aton.
L'idea che Akhenaton potrebbe essere stato un precursore o un pioniere del monoteismo che sfociò nell'Ebraismo è stata presa in considerazione da vari studiosi. Uno dei primi a interessarsi all'argomento fu Sigmund Freud, il fondatore della psicoanalisi. Basando le proprie argomentazioni sull'assunto che il Libro dell'Esodo tratterebbe di argomenti storici realmente accaduti, nel suo saggio L'uomo Mosè e la religione monoteistica, Freud ipotizzò che Mosè fosse stato un sacerdote di Aton costretto a lasciare l'Egitto con i suoi seguaci dopo la morte di Akhenaton; scrisse inoltre che il Mosè biblico fu in grado di portare a frutto i tentativi di Akhenaton di fondare una religione monoteistica. A seguito di questo libro, il concetto di un Akhenaton propriamente monoteista entrò nell'immaginario comune e nelle ricerche accademiche. Freud riteneva che vi fosse una connessione fra Adonai (il Dio biblico), Aton e il nome siriano del mitologico Adone, in una unità linguistica primordiale - in ciò, seguiva un'idea dell'egittologo Arthur Weigall.
Donald Redford ha concluso che, mentre Akhenaton si definiva figlio del Disco Solare e agiva come mediatore fra il dio e il mondo, per centinaia di anni prima di lui i faraoni avevano reclamato la stessa funzione e il medesimo ruolo sacerdotale (ogni faraone era supremo sacerdote del Regno): la vicenda di Akhenaton si distinse per l'enfasi posta sul rapporto tra il padre celeste e il figlio regale. Akhenaton si riferì a sé stesso con termini quali "tuo figlio, uscito dai tuoi lombi", "tuo figlio", "l'eterno figlio che è venuto fuori dal Disco Solare" e "tuo unico figlio venuto fuori dal tuo corpo". La relazione tra il padre Aton e il figlio Akhenaton era talmente stretta che si riteneva che solo il faraone conoscesse "il cuore di suo padre" e che, di conseguenza, Aton ascoltasse le preghiere del re. Come supremo sacerdote, profeta, faraone e dio in terra, Akhenaton si pose in un ruolo assolutamente centrale all'interno del nuovo sistema religioso: in quanto unico in grado di conoscere Aton, lui soltanto avrebbe potuto interpretarne il volere riguardo all'umanità.
I numerosi ritratti di Akhenaton con caratteristiche fisiche strane ed eccentriche quali un ventre cascante, grasse cosce su stinchi sottili e un viso assai stretto e allungato - così diverse dalle rappresentazioni tradizionali di faraoni atletici e sempre giovani - hanno portato numerosi egittologi a ipotizzare che Akhenaton soffrisse di un'anomalia genetica. Sono state proposte varie malattie.
L'egittologo e papirologo Dominic Montserrat, nel suo saggio Akhenaten: History, Fantasy and Ancient Egypt, ha scritto: « Esiste ora un vasto consenso fra gli egittologi che le forme esagerate dei ritratti fisici di Akhenaton [...] non sarebbero da interpretare letteralmente. »
Montserrat e altri hanno osservato che le caratteristiche fisiche sarebbero emblematiche di determinati simbolismi religiosi. Dal momento che il dio Aton era chiamato "la madre e il padre dell'umanità intera", Akhenaton sarebbe stato raffigurato con tratti marcatamente androgini in riferimento alla androginia del dio Aton: ciò richiedese "l'unione simbolica di tutti gli attributi del dio creatore nel corpo fisico del re medesimo" che avrebbe "rappresentato in terra le molte funzioni vivificatrici dell'Aton". Akhenaton definiva sé stesso Unico di Ra e potrebbe essersi servito dell'arte per evidenziare la propria differenza dagli altri essere umani. Una tale distanza dalle classiche rappresentazioni idealizzate è una caratteristica straordinaria del regno di Akhenaton.
Varie stele danneggiate o prive di iscrizioni rappresentano Akhenaton in compagnia di quello che sembra essere un coreggente, con corona da faraone, in atteggiamenti familiari, se non intimi (talvolta nudo). Siccome è noto che Smenkhara fu un uomo, queste immagini portarono alla teoria che Akhenaton fosse omosessuale - eventualità ritenuta poco probabile.
Questa teoria che decadde quando si scoprì che il coreggente fu una donna, quasi certamente moglie di Akhenaton. Negli anni '70, l'egittologo John Harris identificò la figura accanto ad Akhenaton con Nefertiti, argomentando che quest'ultima potrebbe essere stata nominata coreggente dal marito e forse perfino essergli succeduta per breve tempo come sovrano indipendente, dopo aver mutato il proprio nome in Smenkhara. Nicholas Reeves e altri ritengono che Smenkhare e Neferneferuaton (Ankheperura Neferneferuaton), che regnò accanto ad Akhenaton come coreggente per uno o due anni prima della morte di quest'ultimo, sarebbero stati la medesima persona. Su vari monumenti, i due compaiono seduti uno accanto all'altro. Nel 1988, l'egittologo James Peter Allen avanzò la possibilità di distinguere Smenkhara da Neferneferuaton, puntualizzando sul fatto che il nome Ankheperura è individuabile in grafie differenti a seconda che fosse riferito a Smenkhara o a Neferneferuaton. Quando inscritto accanto a Neferneferuaton, il praenomen includeva un epiteto riferito ad Akhenaton, per esempio "Desiderato da Uaenra" (Uaenra era il praenomen di Akhenaton). Non esistono attestazioni delle versioni "lunghe" di questo nome (praenomen + epiteto) in presenza del nomen Smenkhara - così come la versione "corta" non è mai stata rinvenuta accanto al nomen Neferneferuaton.

Eugenio Caruso

13-01-2017

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