Rabindranath Tagore, grandissimo poeta bengalese.

«Umana cosa è aver compassione degli afflitti; e come che a ciascuna persona stea bene, a coloro è massimamente richiesto, li quali già hanno di conforto avuto mestiere, et hannol trovato in alcuni: fra’ quali, se alcuno mai n’ebbe bisogno, o gli fu caro, o già ne ricevette piacere, io son uno di quegli.»
(Giovanni Boccaccio, Decameron, Proemio)

GRANDI PERSONAGGI STORICI Ritengo che ripercorrere le vite dei maggiori personaggi della storia del pianeta, analizzando le loro virtù e i loro difetti, le loro vittorie e le loro sconfitte, i loro obiettivi, il rapporto con i più stretti collaboratori, la loro autorevolezza o empatia, possa essere un buon viatico per un imprenditore come per una qualsiasi persona. In questa sottosezione figurano i grandi poeti e letterati che ci hanno donato momenti di grande felicità.

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Rabindranath Tagore

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Rabindranath Tagore, chiamato talvolta anche con il titolo di Gurudev, nome anglicizzato di Rabíndranáth Thákhur (Calcutta, 7 maggio 1861 – Kolkata, 7 agosto 1941), è stato un poeta, drammaturgo, scrittore e filosofo bengalese insignito del premio Nobel “per la profonda sensibilità, per la freschezza e bellezza dei versi che, con consumata capacità, riesce a rendere nella sua poeticità, espressa attraverso il suo linguaggio inglese, parte della letteratura dell'ovest”.

«[...] Il piccolo, nudo, guardava il cielo, e nella sua mente smarrita salì una domanda: "Dove sarà mai la strada del paradiso?". Il cielo non rispose, solo le stelle scintillavano, lacrime nella notte silenziosa.» (Rabindranath Tagore, Domanda, da Lipika)

Bengalese, nacque il 7 maggio del 1861 nell'antica residenza famigliare di Jorasanko, a Calcutta, da una famiglia appartenente ad un'elevata aristocrazia che svolse un ruolo importante nella vita culturale, artistica, religiosa e politica del Bengala. Per la vita le fonti sono costituite dai ricordi narrati dallo stesso autore:
- Tagore R., Ricordi, Vol I e vol II ( 1917 My Reminiscences), traduzione di Antonio Fuortes, Carabba, Lanciano 1928.
- Tagore R., Oltre il ricordo (1917 Jivansmrti), traduzione dal bengali di Brunilde Neroni, Sellerio, Palermo 1987.
- Tagore R., A quel tempo (1940 Chelebela - My Boybood Days - Souvenirs d'enfance), tradotto da una pubblicazione francese, Gallimard 1964, a cura di Luciano Tamburini, Einaudi, Torino 1987;
e dalle biografie presenti nelle edizioni italiane: - Odette Aslan, Tagore. La vita il pensiero i testi esemplari, traduzione di Palmiero Perugini, Accademia 1973.
- Biografia contenuta nel volume Tagore R., Ghitangioli, a cura di Marino Rigon con una prefazione di Aurobindo Bose, Guanda, Milano, 1975.

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Il nonno Dwarkanath (1794 - 1846)


Il nonno Dwarkanath (1794 - 1846), soprannominato Il Principe, era un importante uomo d'affari che aveva stretti contatti con la Compagnia delle Indie: aveva investimenti in trasporti, esportazioni, assicurazioni, banche, miniere di carbone, indaco, agenzie immobiliari. Insieme all'amico Raja Ramohan Roy, aveva fondato la Chiesa Teista dell'India; fu uno dei primi indiani a ricevere onori nelle corti di Inghilterra in cui fece un viaggio nel 1842 e fu ricevuto dalla regina Vittoria. Il padre Debendranath (1817 - 1905), soprannominato Il Maharsi (il saggio) era un filosofo indù e riformatore religioso, attivo nel Brahmo Samaj, movimento religioso fondato nel 1848. Ciò non gli impedì di mantenere i suoi affari mondiali e di amministrare le proprietà materiali che includevano residenze nei diversi distretti del Bengala e la tenuta di Santiniketan vicino a Bolpur nel distretto di Birbhum.

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Tagore con Einstein - 1930


Rabindranath era il più giovane di quattordici fratelli, molti dei quali divennero personalità importanti nel campo artistico e culturale. Non segue studi regolari: il padre si assume la sua educazione. All'età di undici anni, nel 1873, assieme al padre compie il suo primo viaggio fuori da Calcutta e visita Amritsar, Santiniketan, Dalhoisie nella zona himalayana. Nel 1874 muore la madre e lui vive col fratello maggiore Dwijendranath (1840–1926), poeta, musicista e filosofo, e la moglie di lui Kadambari (1858 - 1884). Pubblica le sue prime composizioni poetiche o drammatiche su riviste letterarie. Una delle prime è il poema Il lamento della natura. Nel 1878 compie il suo primo viaggio in Inghilterra e vi rimane 17 mesi. Henry Morley sarà il suo insegnante di letteratura e musica. Al ritorno in patria compone un dramma musicale Il genio di Valmiki e I canti della sera.

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Tagore con Gandhi - 1940


Nel 1883 sposa Mrinalini Devi (1874–1902), una bambina di dieci anni, scelta dalla famiglia. Va a vivere con la moglie a Ghazipur. Dall'unione nasceranno cinque figli. Nel 1890 compie il suo secondo viaggio in Europa: visita oltre all'Inghilterra, l'Italia e la Francia. Al suo ritorno pubblica numerose nuove opere: Il diario di un viaggiatore in Europa, Sonar Tarj La barca d'oro, Chitra, i drammi Fiume e Maledizione dell'addio. Si impegna attivamente nel movimento nazionale e diventa presidente della Conferenza Provinciale del Bengala. Dal 1897 al 1899 pubblica cinque nuove raccolte di poesie: Kanika, Katha, Kahini, Kaipana, Kashanika. Decide successivamente di ritirarsi dalla vita pubblica di Calcutta e di andare a vivere a Santiniketan, un possedimento del padre e luogo di ritiro spirituale. Fonda una scuola dai principi pedagogici ispirati ad antichi ideali indiani.
Nel 1902 muore la moglie, nel 1904 la figlia, nel 1907 il figlio più giovane. Il poeta è affranto dal dolore e scrive composizioni che riflettono il suo stato d'animo: Luna crescente, Soron, Nashta Nir Il nido distrutto, Chokher Bali Pugno renell'occhio. Dal 1907 al 1910 compone le 157 poesie che saranno pubblicate nella raccolta intitolata Gitanjali.
Nel 1912 compie il terzo viaggio in Europa. Il grande poeta irlandese W.B. Yeats, entusiasta dell'opera del poeta scrive la prefazione all'edizione inglese di Gitanjali (Canti d'offerta). Nel 1913 pubblica The Gardner, The crescent moon e Sadhana.Il mondo occidentale lo premia col Nobel per la letteratura nel 1913. Fu il primo Nobel letterario non occidentale nella storia del premio. L'Università di Calcutta nello stesso anno gli conferisce la laurea honoris causa.

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Jorasanko Thakur Bari, Luogo di nascita e di morte di Tagore


Tornato in India nel 1914 pubblica le 47 liriche di Balaka. il poeta è molto scosso dall'infuriare della guerra. In questi anni avrà i suoi primi incontri con Gandhi da poco rientrato in India dal Sud Africa. Nell'aprile del 1916 riceve l'invito di tenere una serie di conferenze negli USA e in Giappone. Nel 1915 era stato insignito da Giorgio V dell'onorificenza di cavaliere della corona inglese, ma quando nel 1919, nel Punjab ad Amritsar, le truppe del generale Reginald Dyer sparano su una folla di manifestanti dando luogo a un terribile massacro, ricordato col nome di Jalianwalla Bagh, Tagore scrive una lettera di sdegno al viceré dell'India Lord Chelmsford e rinuncia all'onorificenza. L'Università Vishva-Bharati Nel 1921 realizza il progetto di trasformare la scuola di Santiniketan in un'università internazionale, La Vishva Bharati University. Ad essa devolve i proventi del premio Nobel e i diritti d'autore dei suoi libri. Compie una serie di viaggi nel mondo per raccogliere fondi per l'Università: nel 1924 è in Malesia, Cina, Giappone. Poi si reca in Argentina, nel 1927 è in Italia. Nel 1928 la serie di conferenze tenute in Inghilterra diventano una pubblicazione dal titolo The religion of Man La religione dell'uomo.
Dal 1928 fino alla morte crea circa 2400 opere, tra disegni e dipinti. Molte saranno esposte negli Stati Uniti e in Europa. A Roma, nel 2012, la Galleria Nazionale di Arte Moderna ha allestito una mostra dal titolo The Last Harvest - Una mostra internazionale di dipinti di Rabindranath Tagore.
Il pensiero di Tagore
Partendo dalla contemplazione della Natura, Tagore giunge ad una concezione monistica, al credo nell'Assoluto, l'Uno onnivadente che si trova nell'immensità dei cieli, nella varietà della natura, nella profondità della coscienza, come espresso anche dai testi filosofico-religiosi Upanishad. La visione cosmica di Tagore si configura nell'oscillazione tipicamente indiana fra panteismo e teismo, nella ricerca sospirosa di Dio e nell'accettazione della vita in ogni suo aspetto. Tagore è sempre colpito dallo spettacolo della natura, sia essa benevola o in trepidante attesa dell'imminente monsone, o sconvolta dal "cupo amore" delle nubi, per cui "geme la foresta / e trema il fiore" (Gitanjali, 35). E il Sole nel cielo appare al poeta come l'immagine della potenza cosmica: "Al Sole / generatore del mondo, / nella cui gloriosa luce / l'uomo primieramente vide la verace forma di Dio". Per il poeta ogni creatura vale in quanto è tale, senza le inique distinzioni di casta o di classe. Ne è un esempio l'amicizia tra la piccola bengalese Mini e il rude afghano che vede nella bambina la propria figlioletta lontana, fatto che conferisce al racconto Kabuliwalla (nel volume Il malefizio delle pietre) un valore morale universale.
Il nonno di Tagore, principe Dvarkanath, aveva fondato nel 1828 insieme con Rammohan Roy il Brahmo samaj, "la congregazione di Dio", il movimento teistico, ispirato da idee cristiane e islamiche, del quale il padre del poeta fu uno dei capi. E Tagore risentì dell'influsso di questa corrente di pensiero. Il poeta fu molto attento anche agli umili e ai derelitti, nei quali vedeva la presenza di Dio: "dove sta il più disprezzabile di tutti, / il più povero dei poveri / Tu regni" (Gitanjali 107).

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Upasana Griha (Prayer Hall, costruita da Debendranath Tagore nel 1863) Visva Bharati University.


Il testo e la musica dell'inno nazionale dell'India Jana Gana Mana, «Tu sei il dominatore delle menti di tutti»), sono di Tagore. Il testo è la prima delle cinque strofe di un poema di Tagore, Bharat Bhagya Vidhatandia, scritto in lingua bengalese, ed è stato adottato, tradotto in hindi, dall'Assemblea Costituente Indiana il 24 gennaio 1950. i primi dieci versi della sua canzone Amar Shonar Bangla, scritta nel 1905-1906, sono stati scelti come inno nazionale del Bangladesh dal 1972. Tagore è stato tradotto praticamente in tutte le lingue europee, risultando forse l'autore di origini bengalesi più noto in Occidente, anche grazie alla sua grande amicizia con il musicologo inglese Arthur Henry Fox Strangways, che si è impegnato a diffondere le sue opere in Occidente.

Cronologia delle opere e traduzioni italiane

  • 1881 Valmiki-Pratibha - dramma musicale - Il genio di Valmiki
  • 1881 Sandya-sangit - I canti della sera - poesie -
  • 1882 Prabhat-sangit - I canti del mattino - poesie -
  • 1890 Visarjan - tragedia in versi - Il sacrificio -
  • 1891 Manasi - poesie -
  • 1891 Manoscritto di ValKunta - dramma -
  • 1891 Il re e la regina - dramma-
  • 1890 Il diario di un viaggiatore in Europa
  • 1894 Sonar Tari - poesie -La barca d'oro, Guanda 1991
  • 1896 - 1914 Chitra - opera teatrale -
  • 1897-99 Kanika - Katha - Kahini - Kalpana - Ksanika - raccolte di poesie
  • 1904 Soron - 27 poesie - Shoron (Ricordi), Guanda, Milano 1995
  • 1904 - 1913 - The crescent Moon - Londra 1913 (Luna crescente), contiene traduzioni dal poemetto Sisu (Il bambino)
  • 1905 Ghare Baire - romanzo - La casa e il mondo, Carabba Editore Lanciano 1916 - La casa e il mondo, Pratiche, Parma 1999
  • 1906 Nastanirh - romanzo - Il nido infranto. Una storia d'amore, Guanda, Milano 2005
  • 1906 Chokher Bali - romanzo - Pugno nell'occhio
  • 1910 Raja - dramma -(The King of the Dark Chamber)
  • 1912 Dak Ghar - dramma - (The Post Office)
  • 1912 Achalayatan - dramma -(The Immovable)
  • 1912 My Reminiscences, Mac Millan Company, New York 1917, Ricordi, vol. I e vol. II, Traduzione di Antonio Fuortes, Carabba, Lanciano 1928
  • 1912 Gitanjali - poesie - Londra 1912 - pubblicato in Italia nel 1914 da G. Carabba Editore Lanciano nella collana "scrittori italiani e stranieri", con la traduzione di Arundel Del Re - pubblicato in Italia da Guanda 1964
  • 1913 The Gardener - poema - Il giardiniere, Guanda, Parma 1986
  • 1913 Sadhana - saggio - La vera essenza della vita. Sadhana, Corbaccio 2000
  • 1914 Balaka - poesie - Stormi nel cielo (Balaka), Guanda, Parma 1977 (da edizione 1963, Vishva-Bharati, Calcutta)
  • 1914 Gitimalya - raccolta di canzoni - (Wreath of Songs)
  • 1917 (scritto 1911) Jivansmriti - autobiografia - Oltre il ricordo, traduzione di Brunilde Seroni dal bengali - Sellerio, Palermo 1987.
  • 1922 Muktadhara - dramma -(The Waterfall)
  • 1926 Raktakaravi - dramma -(Red Oleanders)
  • 1926 conferenze - La religione dell'uomo, Rusconi, Milano, 1989
  • 1928 Lettere a un amico
  • 1928 Fireflies - Lucciole, 1932 Dui Bon - romanzo - due sorelle
  • 1932 Malanca - romanzo - Il giardino
  • 1932 Bansari - dramma in prosa -
  • 1934 Char Adhyaya - romanzo - Quattro capitoli
  • 1935 poesia - Ultima ottava
  • 1935 poesia - Viale
  • 1938 poesia - Luce serale
  • 1940 poesia - Il confine e Il neonato
  • 1940 - saggio pedagogico - Ideale d'insegnamento
  • 1940 Chelebela - My Boybood Days - racconti autobiografici - A quel tempo, Einaudi, Torino 1987
  • 1941 saggio - Crisi di civiltà

Negli anni settanta furono conosciute le poesie di Tagore, allora l'unica forma di comunicazione era la lettura, e io mi innamorai della sua raccolta Gitanjiali. Riporto qui due delle sue poesie.

Dov'è il tuo Dio?

Lascia queste nenie, canti e dir rosari!
Chi adori in questo solitario e scuro angolo di del tempio dalle porte chiuse?
Apri gli occhi e guarda! il tuo Dio non ti è innanzi.
Egli è là dove il contadino ara la dura zolla e lo spaccapietre lavora.
Egli è con loro, al sole e alla pioggia, e le sue vesti sono coperte di polvere.
Levati quel manto sacro e scendi come lui sul suolo polveroso!
Liberazione? dove si può trovare questa liberazione?
Il nostro maestro s'è preso lietamente sulle spalle i vincoli del creato e s'è unito a noi per sempre.
Esci dalle tue meditazioni e lascia in un canto i fiori e l'incenso!
Che male c'è se le tue vesti diventano lacere e sporche?
Va incontro a lui e stagli accanto nel lavoro, con il sudore della tua fronte.

Cosa offrire alla morte

Il giorno che la morte busserà
alla tua porta, cosa le offrirai?
Porgerò alla mia ospite la coppa
colma della mia vita: non lascerò
che se ne vada a mani vuote.
Tutta la dolce vendemmia
di tutti i miei giorni d'autunno,
di tutte le notti d'estate,
tutto quello che ho guadagnato,
tutto quello che ho spigolato
nella mia vita operosa,
lo porgerò a lei,
quando alla fine dei miei giorni
la morte busserà alla mia porta.


7 dicembre 2022 - Eugenio Caruso

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