Marcel Proust e la grandiosa opera della Recherche.

«Umana cosa è aver compassione degli afflitti; e come che a ciascuna persona stea bene, a coloro è massimamente richiesto, li quali già hanno di conforto avuto mestiere, et hannol trovato in alcuni: fra’ quali, se alcuno mai n’ebbe bisogno, o gli fu caro, o già ne ricevette piacere, io son uno di quegli.»
(Giovanni Boccaccio, Decameron, Proemio)

GRANDI PERSONAGGI STORICI Ritengo che ripercorrere le vite dei maggiori personaggi della storia del pianeta, analizzando le loro virtù e i loro difetti, le loro vittorie e le loro sconfitte, i loro obiettivi, il rapporto con i più stretti collaboratori, la loro autorevolezza o empatia, possa essere un buon viatico per un imprenditore come per una qualsiasi persona. In questa sottosezione figurano i grandi poeti e letterati che ci hanno donato momenti di grande felicità ed emozioni.

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Marcel Proust

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Proust nel 1900

Valentin Louis Georges Eugène Marcel Proust (Parigi, 10 luglio 1871 – Parigi, 18 novembre 1922) è stato uno scrittore francese, la cui opera più nota è il monumentale romanzo Alla ricerca del tempo perduto (À la recherche du temps perdu) pubblicato in sette volumi tra il 1913 e il 1927. La sua vita si snoda nel periodo compreso tra la Comune di Parigi e gli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale; la trasformazione della società francese in quel periodo, con la crisi dell'aristocrazia e l'ascesa della borghesia durante la Terza Repubblica francese, trova, nell'opera maggiore di Proust, un'approfondita rappresentazione del mondo dell'epoca in questione. L'importanza di questo autore, considerato uno dei maggiori scrittori della letteratura mondiale, è legata alla potenza espressiva della sua originale scrittura, e alle minuziose descrizioni dei processi interiori, legati al ricordo e al sentimento umano; la Recherche infatti è un viaggio nel tempo e nella memoria.

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I genitori di Marcel, Adrien Proust (luminare nel campo della medicina) e Jeanne Weil

Marcel Proust, Franz Kafka e Fëdor Dostoevskij sono, a mio giudizio, i tre più grandi romanzieri del pianeta; ognuno per una caratteristica propria e unica.

I luoghi dell'infanzia di Marcel, la casa della famiglia paterna a Illiers e quella della famiglia materna in Alsazia, sono molto importanti per capire la sua personalità e la sua opera. Illiers (dipartimento Eure-et-Loir), che ha cambiato il nome in Illiers-Combray in occasione del centenario della nascita di Marcel, una piccola cittadina a 114 km da Parigi e a 25 km da Chartres, sarà tra il 1877 e il 1880 il luogo delle vacanze di Pasqua e, a volte, dell'estate della famiglia di Marcel. Il nonno paterno, Louis Proust (1801-55), aveva una bottega di spezie sulla piazza del paese di fronte alla chiesa e aveva sposato intorno al 1827 Virginie Torcheaux (1808-89). Nel 1828 era nata Elisabeth, la zia, e nel 1834 Adrien, il padre di Marcel. Egli non menzionò mai nei suoi scritti i nonni paterni, e la casa delle vacanze, che avrà tanta parte nella Recherch, è quella della zia Elisabeth che aveva sposato Jules Amiot, commerciante di stoffe. La casa esiste tuttora ed è stata trasformata in museo.
Il padre, Adrien Proust (1834-1903), dopo essersi diplomato con una borsa di studio al liceo di Chartres, va a Parigi a studiare medicina: si laurea a pieni voti e inizia una carriera medica di successo come primario e professore universitario; riceve importanti incarichi dal governo per prevenire, mediante le stazioni di quarantena, il diffondersi del colera in Europa e, intorno al 1860-70, diventa un luminare nel campo dell'igiene. All'epoca di Marcel, Auteuil era un borgo alle porte di Parigi, ora completamente inglobata nella metropoli, luogo di villeggiatura fuori porta per ricche famiglie borghesi. Jeanne Weil (1849-1905), la madre di Marcel, discendeva da un'agiata famiglia ebrea di origine alsaziana, il nonno materno, Nathan Weil (1814-96), era un agente di cambio. La nonna materna Adèle Berncastel (1824-90), amante della musica e della letteratura (appassionata delle lettere di Madame de Sévigné), trasmetterà insieme alla figlia Jeanne, l'amore per la lettura e per le opere d'arte al nipote.
Nel 1873, quando Marcel ha 2 anni, nasce il fratello Robert (1873-1935) che seguirà le orme paterne diventando anche lui un medico di successo. Anche se per tutta la vita nutrì un profondo affetto per il fratello, non c'è traccia di Robert nella sua opera. Nella Recherche le due località sono sovrapposte, la descrizione della casa della zia Léonie a Combray corrisponde a quella di Illiers ma molte situazioni, come la famosa scena del bacio della mamma, sono accadute ad Auteil, e i personaggi dei nonni e dei prozii sono ispirati a quelli materni. Tutti gli anni, la famiglia di Marcel prendeva il treno il venerdì santo per passare le vacanze pasquali a casa degli zii. Una parte importante del soggiorno a Illiers erano le passeggiate per le campagne; erano essenzialmente due: una più breve in direzione di Méséglise, che egli poi chiamò la strada di Swann, ed una più lunga, la strada dei Guermantes.

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Il liceo Condorcet, frequentato da Proust


A nove anni, Marcel ha un primo gravissimo attacco di asma, la malattia che lo tormenterà per tutta la vita, attribuita dai medici a cause psicosomatiche e aggravata dal diffondersi dei pollini in primavera. A quel tempo l'asmatico era considerato semplicemente "nerveux" (nervoso), e spesso i medici raccomandavano ai loro pazienti semplicemente di "darsi una calmata". Più tardi, per la salute cagionevole di Marcel, iniziarono i soggiorni al mare, in varie località della Normandia come Trouville e Cabourg. Dopo aver frequentato con ottimi risultati il Liceo Condorcet ed aver conseguito il premio d'onore nella dissertazione di francese agli esami di baccalaureato nel 1889, Proust si arruolò come volontario nel 76º Reggimento di fanteria di stanza ad Orléans. L'esperienza militare, anche se terminata in modo deludente, perché non venne considerato idoneo alla prosecuzione del servizio essendosi classificato penultimo del suo corso, corrisponde a un periodo di un certo benessere fisico: sia nel corpo sia nella sfera più profonda degli affetti, un tentativo di diventare come tutti gli altri. Tuttavia, le sue condizioni di salute non sono così buone: sa ormai di essere malato di asma cronica e inguaribile. Sarà nel personaggio del suo primo romanzo, Jean Santeuil, che egli rifletterà questa coscienza della salute perduta. Ma già in Jean Santeuil vi sono dei passaggi di cui si riconoscono in personaggi femminili le figure reali di giovani amici di Proust, come Lucien Daudet. A questo processo di mascheramento lo scrittore ricorrerà anche in seguito, e in Albertine, personaggio della Recherche, è riconoscibile una trasposizione della vicenda di Alfred Agostinelli, prima "prigioniero" dell'amore di Proust, poi "fuggitivo" verso un destino di morte.

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La classe di filosofia al Liceo Condorcet (1888-1889). Marcel è il primo a sinistra in seconda fila.


Certamente questo sforzo continuo di mascherare la sua inclinazione lo tiene in costante tensione e farà dire più tardi ad André Gide che nei colloqui con Proust questi si rimproverava per

«questa indecisione, che, per nutrire la parte eterosessuale del suo libro, gli aveva fatto trasporre à l'ombre des jeunes filles tutto ciò che i suoi ricordi di omosessuale gli proponevano di grazioso, di tenero e di affascinante, di modo che non gli era restato più per Sodoma che del grottesco e dell'abbietto».

Concluso il servizio militare, seguì alla École libre de sciences politiques le lezioni dello storico Albert Sorel (che non lo giudicò positivamente); a Parigi, mentre il grande filosofo era ancora professore di Liceo, frequentò alcune conferenze di Henri Bergson, suo cugino acquisito, che dal 1900 sarebbe approdato al Collège de France. Proust più tardi negò che la sua opera fosse influenzata dal pensiero del filosofo. Alla laurea in legge, nel 1893, seguì un breve periodo di pratica presso uno studio legale, che valse a Proust la convinzione che quella non fosse la sua strada.
Proust iniziò molto giovane a frequentare gli ambienti raffinati dell'alta borghesia e dell'aristocrazia, grazie alla posizione sociale ed economica della sua famiglia. Incontrò scrittori in vista, tra i quali probabilmente Paul Valéry e André Gide; nel salotto di Madeleine Lemaire, che frequentava insieme all'amico musicista Reynaldo Hahn, conobbe Robert de Montesquiou, di famiglia illustre, colto ed elegante, notoriamente omosessuale. Montesquiou, al quale già si era ispirato Joris Karl Huysmans per il protagonista del romanzo À rebours (Controcorrente), fornì a Proust molti elementi per il personaggio del barone Charlus nella Recherche.
Da un'altra figura delle cronache mondane, la contessa Elisabeth Greffulhe, nata Caraman-Chimay (cugina di Montesquiou), Proust trasse spunti per i personaggi della duchessa Oriane de Guermantes e della principessa di Guermantes.

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Giovanni Boldrini: Ritratto del conte Robert de Montesquiou, modello umano che Proust utilizzò per il barone Charlus della "Recherche"


In questi anni coltivò le sue ambizioni letterarie: nel 1894 pubblicò I piaceri e i giorni (Les Plaisirs et les Jours), raccolta di prose poetiche, ritratti e racconti, in cui egli appare uno scrittore promettente. Tuttavia l'opera, illustrata dall'apprezzata acquerellista Madeleine Lemaire, passò quasi inosservata, e fu accolta con severità da alcuni critici, primo fra tutti lo scrittore e giornalista Jean Lorrain, che fece anche velenose insinuazioni sulle amicizie maschili di Proust, in particolare sul legame con il diciassettenne Lucien Daudet, figlio dello scrittore Alphonse Daudet. Ne nacque un duello alla pistola, che finì senza ferite ma causò disagio e dolore nell'autore. Egli fu da quel momento considerato un dilettante; questa fama si mantenne fino alla pubblicazione dei primi volumi della Recherche.
Nel 1896, su pressioni del padre, trovò un incarico come volontario presso la Bibliothèque Mazarine; ben presto però ottenne un congedo per malattia, che venne prolungato per alcuni anni, finché fu considerato dimissionario. Continuò a vivere nell'appartamento dei suoi genitori (in Boulevard Malesherbes) fino alla morte di essi. Nell'estate del 1895 aveva intrapreso la redazione di un romanzo sulla vita di un giovane appassionato di letteratura nella Parigi elegante di fine secolo. Pubblicato postumo nel 1952, il libro, intitolato Jean Santeuil dal nome del personaggio principale, è rimasto incompiuto. Proust vi rievoca l'affare Dreyfus, del quale fu un testimone diretto, assistendo al processo. Fu uno dei primi sostenitori di una petizione a favore del capitano francese accusato di tradimento, e la fece firmare ad Anatole France, con il quale Proust aveva in comune di dichiararsi ateo. Inoltre a seguito del suo J'accuse, Zola, venne condannato per questo atto e posto a processo. Proust seguirà il processo di Zola sino alla sua conclusione.

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Jacques-Émile Blanche, Ritratto di Marcel Proust


Verso il 1900 abbandonò la stesura di questo romanzo per dedicarsi alla lettura delle opere di Thomas Carlyle, Ralph Waldo Emerson e di John Ruskin, scrittore, critico d'arte e studioso di estetica. Proust iniziò a tradurre le opere di Ruskin nel 1900, dopo la morte dello scrittore, avvalendosi in maniera considerevole della perizia in inglese di sua madre Jeanne Weil e, soprattutto, dell'amica Marie Nordlinger, di madrelingua inglese e cugina di Reynaldo Hahn, amico di Proust. L'opera di Ruskin ebbe tale importanza per lui che Proust dichiarò di conoscere "a memoria" alcuni suoi libri, compresi The Seven Lamps of Architecture, The Bible of Amiens e Praeterita.
Dato che non padroneggiava bene la lingua inglese, lavorò sulla base di una prima traduzione letterale fatta dalla madre, per poi elaborarla in francese raffinato con l'aiuto dell'amica Marie Nordlinger, cugina di Reynaldo Hahn. Pubblicò nel 1904 La Bible d'Amiens, e nel 1906 Sésame et les lys. Queste traduzioni furono accolte favorevolmente dai critici, come Henri Bergson, ma non ebbero successo editoriale. Sono tuttavia importanti per le ricche prefazioni e le note dettagliate che accompagnano il testo (Proust aveva compiuto dei "pellegrinaggi ruskiniani" nel nord della Francia, ad Amiens, e soprattutto a Venezia dove si recò con la madre). Numerosi altri viaggi furono compiuti da Proust insieme a un nuovo amico, Bertrand de Salignac-Fénelon, che darà origine al personaggio di Saint-Loup nella Recherche. Nel corso del lavoro di traduzione, Proust si distaccò progressivamente da Ruskin, fino a criticarne le posizioni estetiche. Cominciò così a elaborare la propria teoria sull'arte e sul ruolo dell'artista nella società. Proust rimprovera a Ruskin la sua "idolatria estetica" e afferma che l'opera d'arte dev'essere amata per sé stessa e non perché viene citata da uno scrittore. Questi giudizi sono affidati, nella Recherche, a due personaggi centrali come Swann e Charlus.
Proust soffrì per la morte del padre (26 novembre 1903) e soprattutto per la perdita della madre (26 settembre 1905), che lo lasciò a lungo in uno stato di prostrazione. Dopo la loro morte Proust preferì non ricevere più gli amici in casa propria e prese l'abitudine di fare inviti e di soggiornare anche per settimane intere all'Hôtel Ritz in Place Vendôme, uno degli alberghi più lussuosi di Parigi; ancora oggi questo albergo conserva al primo piano una stanza dedicata a Marcel Proust. Marcel Proust finisce la sua vita isolato ma prosegue a scrivere freneticamente, perfezionando la sua opera. Pubblica i due tomii, I Guermantes e Sodoma e Gomorra dal 1920 al 1922. Esausto, lo scrittore muore per una polmonite nel novembre 1922. Suo fratello, Robert Proust, assicurerà la pubblicazione degli altri manoscritti.

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La tomba di Proust


Per meglio capire come Proust sia potuto arrivare a comprendere fino in fondo l'animo umano può anche essere d'aiuto ricordare i più importanti tra i suoi amici. I lunghi anni trascorsi in società gli hanno procurato la cattiva fama di dilettante snob, in realtà egli ha utilizzato tutta la sua esperienza mondana per comporre la grande opera: nella miriade di personaggi sono stati utilizzati dettagli fisici, morali e comportamentali osservati per lunghi anni. Approfondire la conoscenza dei luoghi descritti da Proust permette di capire meglio la sua capacità di trasfigurare la realtà pur restandole fedele. È importante conoscere i luoghi proustiani perché l'enorme sensibilità dello scrittore ha avuto spesso contraccolpi in base ai mutamenti d'abitazione. Nello stesso modo i luoghi a lui cari sono stati largamente inseriti nelle sue opere. Molti ammiratori di Proust amano ripercorrere le strade e i luoghi da lui frequentati.
Alla morte della madre l'eredità venne divisa tra i due fratelli Proust. Jean-Yves Tadié, importante biografo, ha calcolato sulla base della minuta della successione presso il notaio, in valori 1990, un capitale di 42 milioni di franchi francesi (il cambio era di circa 300 lire e quindi sono circa 12 miliardi di lire, oggi circa 6 milioni di euro) a disposizione di Marcel Proust. Come investitore Proust appartiene alla categoria che compra quando un titolo sale e vende quando scende. La Borsa lo distrae dall'impegno della scrittura (così come il casinò d'estate ove gioca molto), e la sua sensibilità lo spinge verso titoli con un bel nome fantasioso ed esotico: Ferrovie del Messico, Miniere d'oro australiane, Ferrovie del Tanganica, Tram, Light and Power di Buenos Aires sono i suoi preferiti. Nel 1914, alla vigilia della grande guerra, Proust perse molto denaro per il ribasso che le Borse ebbero in quel periodo. Così Marcel è considerato completamente incapace di "fare il contabile", di capire appieno il valore del denaro: è molto generoso, dà mance e regali principeschi. Nel suo animo non tiene in alta considerazione i beni materiali, in particolare i mobili, le case (con il fratello terrà solo per 12 anni la casa dei genitori) e le collezioni. In tutta la Recherche in sostanza non ci sono numeri, né tanto meno prezzi (nel Tempo ritrovato dice: «Le opere che contengono teorie sono come oggetti su cui si sia lasciato il prezzo») e neppure le date in cui avvengono i fatti.
In questi anni, oltre a scrivere articoli di cronaca mondana, nati dall'assidua frequentazione dei salotti borghesi e aristocratici, Proust pubblicò dei pastiches di altri scrittori, in un esercizio di imitazione che potrebbe averlo aiutato a mettere a punto lo stile personale. Nel 1908 cominciò a dedicarsi a diversi frammenti che più tardi sarebbero confluiti nel libro Contre Sainte-Beuve. In una lettera del 5 o 6 maggio scrisse: "Ho in cantiere: / uno studio sulla nobiltà / un romanzo parigino / un saggio su Sainte-Beuve e Flaubert / un saggio sulle donne / un saggio sulla pederastia (non sarà facile pubblicarlo) / uno studio sulle vetrate / uno studio sulle pietre tombali / uno studio sul romanzo".
Da questi materiali disparati cominciò a prendere forma un testo narrativo, la cui trama a grandi linee era centrata su un io narrante, insonne, che di notte ricorda come da bambino aspettava che la madre venisse a chiamarlo la mattina. Il romanzo si sarebbe dovuto concludere con un esame critico di Sainte-Beuve e con la confutazione della sua teoria che per comprendere l'opera di un artista lo strumento più importante sia la biografia. Nel manoscritto incompiuto ci sono molti elementi che corrispondono a parti della Ricerca: in particolare, alle sezioni "Combray" e "Un amore di Swann" del volume primo, e alla sezione finale del volume settimo.
La difficoltà di trovare un editore, e un graduale cambiamento nell'impostazione del romanzo, indussero Proust a rivolgersi a un progetto diverso che contenesse tuttavia molti temi ed elementi di quello abbandonato.

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Ultima pagina della "Recherche"

L'opera più celebre: la Recherche Alla ricerca del tempo perduto (À la recherche du temps perdu) è un romanzo scritto tra il 1909 e il 1922 e pubblicato nell'arco di quattordici anni, tra il 1913 e il 1927, gli ultimi tre volumi postumi. L'opera è suddivisa per motivi editoriali in sette volumi:
- Dalla parte di Swann (1913)
- All'ombra delle fanciulle in fiore (premio Goncourt, 1919)
- I Guermantes (1920)
- Sodoma e Gomorra (1921-1922)
- La prigioniera (1923) La fuggitiva o anche Albertine scomparsa (1925)
- Il tempo ritrovato (1927)
- In Dalla parte di Swann Proust ha inserito un vero e proprio "romanzo nel romanzo" con il titolo Un amore di Swann.

Iniziato nel 1909, il romanzo Alla ricerca del tempo perduto venne elaborato durante anni di volontaria reclusione nella casa di Boulevard Haussmann, nei quali Proust, la cui salute già cagionevole era peggiorata, lavorava di notte, scrivendo a letto nella stanza foderata di sughero per isolamento acustico. Questa è ora riprodotta nel Museo Carnavalet di Parigi. Il primo volume, Du côté de chez Swann (Dalla parte di Swann) fu respinto dall'editore Gallimard su consiglio di André Gide, e venne edito a spese dell'autore da Grasset (1913). Il 30 maggio 1914, in un incidente aereo, Proust perse il segretario e compagno, Alfred Agostinelli. Il dolore per questa perdita si riflette in alcune pagine della Ricerca. Le edizioni Gallimard accettarono il secondo volume, À l'ombre des jeunes filles en fleurs (All'ombra delle fanciulle in fiore), che valse a Proust nel 1919 il premio Goncourt. Ricevette moltissime lettere di congratulazioni e si decise ad uscire di casa per frequentare le personalità presenti nella Parigi del dopoguerra. Nell'agosto del 1920 uscì il terzo volume, la prima parte di Le côté de Guermantes (I Guermantes), e nel 1921 la seconda parte insieme alla prima parte del quarto volume, Sodome et Gomorrhe (Sodoma e Gomorra). La sua salute peggiorava rapidamente, ma Proust non cessò di lavorare ai volumi successivi. Nell'aprile 1922 fu pubblicata la seconda parte di Sodome et Gomorrhe.
Il 18 novembre 1922, per una bronchite mal curata, Marcel Proust morì. Venne sepolto nel cimitero parigino di Père-Lachaise.
Gli ultimi tre volumi, alle cui bozze si era dedicato instancabilmente senza però completarne la revisione, furono pubblicati postumi a cura del fratello Robert. Il famoso ritratto di Marcel Proust eseguito da Jacques-Émile Blanche nel 1892 è conservato nel Musée d'Orsay di Parigi. Tutti i manoscritti delle opere letterarie di Marcel Proust sono conservati presso la Bibliothèque nationale de France.

Nel seguito do un breve riassuinto di ciascun volume.

Dalla parte di Swann (1913)

Dalla parte di Swann o La strada di Swann (Du côté de chez Swann) è il primo volume dell'opera di Marcel Proust Alla ricerca del tempo perduto (À la recherche du temps perdu). A volte viene pubblicata separatamente solo la seconda delle tre parti di cui è composto, Un amore di Swann, che costituisce un romanzo nel romanzo. Diversi editori si rifiutarono di pubblicare questo volume, che infine sarà pubblicato a spese dell'autore, nel 1913, dall'editore Bernard Grasset. Nel 1919, inoltre, l'editore Gallimard, ne pubblicò una versione ulteriormente rivista e corretta da Proust. Tutti i volumi della Recherche sono caratterizzati da temi ricorrenti, il tempo e la memoria, dunque il racconto da parte dell'autore di esperienze autobiografiche.
Trama
Nella prima sezione in cui è diviso questo volume, il narratore rievoca la sua infanzia nel villaggio di Combray; mentre la seconda sezione narra dell'innamoramento di Charles Swann, una sorta di alter ego di Marcel, nei confronti di una giovane di nome Odette; infine la terza sezione introduce il personaggio di Gilberte, figlia di Charles Swann e Odette, la quale, dopo essere stata solo una compagna di giochi, diventa il primo amore del narratore. Nella prima sezione del primo volume, intitolata "Combray" (dal nome della residenza estiva in cui la famiglia trascorreva le vacanze) il protagonista, che sembra coincidere col narratore (e infatti si chiama Marcel), racconta della propria infanzia passata proprio nella città di Combray. La storia procede in modo molto lento con una dettagliata descrizione psicologica del narratore, attraverso un ricordo dei problemi che egli vive da ragazzo. Il narratore racconta del suo rapporto con la madre, di cui reclama la presenza la sera prima di coricarsi. Egli ricorda anche le sue prime letture, tra cui il romanzo François le Champi (1848-50) di George Sand e tratteggia l'universo culturale ed emotivo in cui vivono il protagonista e i personaggi della storia. Si sofferma su alcune persone significative della sua infanzia, tra le quali la zia Léonie e la gente del villaggio, e anche sui luoghi, come la vecchia casa grigia sulla strada, il giardino, le vie, le escursioni quotidiane e il parco dei signori Swann. Il primo volume dell'opera funge da preludio, introducendo temi e personaggi ricorrenti della “Recherche”, i quali subiranno poi una metamorfosi nel corso del tempo: infatti è in questa sezione che vengono introdotte le famiglie di Charles Swann e dei Guermantes, che lasceranno nel narratore un ricordo indelebile e il desiderio di riviverne e penetrarne il mondo affascinante. "Per molto tempo, sono andato a letto presto" sono le famose parole di apertura della Recherche pronunciate da un "Narratore" (il primo "io", voce narrante nonché personaggio principale) insonne che ricorda i differenti periodi della sua esistenza; evoca ricordi nella cittadina di Combray (sperimentati da un secondo "io", quello dell'"eroe" protagonista), luogo di villeggiatura della sua prima infanzia. L'"io" del Narratore fa da apertura e da chiusura di questa prima sezione, come pure dell'intera Recherche, ed è anche colui che definisce l'"io" del protagonista nei diversi periodi della sua vita che ritorneranno nella narrazione come esperienze di memoria involontaria nel Il tempo ritrovato, quando emergerà l'"io" senza tempo dell'autore-narratore. Memoria volontaria e involontaria In questa sezione è presente uno degli episodi più famosi del libro, quello in cui il protagonista, dopo aver imbevuto nel tè una madeleine, ricorda come egli era solito mangiarne da piccolo la domenica mattina prima della messa. È stato proprio durante la celebre scena della madeleine che l'eroe, in un periodo molto più tardo rispetto alla narrazione principale di "Combray", vivrà la sua prima esperienza di memoria involontaria (le altre seguiranno ne Il tempo ritrovato). Appena riconosciuto il sapore della madeleine imbevuta nel tè caldo che la zia aveva l'abitudine di preparare quando si trovavano a Combray, intere sezioni di memoria cominciano a venire a galla "proprio come nel giuoco in cui i giapponesi si divertono a mettere in ammollo in una ciotola di porcellana piena d'acqua piccoli pezzi di carta i quali, fino ad allora rimasti indistinti, cominciano a prender forma diventando fiori, case, personaggi coerenti e riconoscibili". L'autore si dedica poi alla storia della vita della famiglia del Narratore, della servitù e dell'intera popolazione di Combray, delineando i tratti umoristici di alcuni personaggi (lo snobismo dell'ingegnere Legrandin, la crudeltà della serva Françoise nei confronti della giovane sguattera delle cucine ecc.) La parte di Méséglise o di Swann e la parte di Guermantes Il Narratore discute poi delle passeggiate quotidiane fatte verso Méséglise (o Swann) e, quando il bel tempo lo permetteva, verso la parte dei Guermantes: entrambe le direzioni sono "giacimenti profondi del mio terreno mentale". Méséglise è associata con il cattivo tempo; questo è il lato degli odori, in particolare quello che il Narratore in lacrime riconosce nel biancospino; ma anche del desiderio carnale e del fallimento dell'intelligenza. È questa la parte in cui osserva la scena di lesbismo e sadismo tra la figlia di Vinteuil e la sua amica; è da questa parte infine che Gilberte Swann gli rivolge un gesto osceno. La parte dei Guermantes è associata invece col bel tempo, col desiderio di vita mondana (sogna un giorno di poter partecipare a un ricevimento organizzato dalla duchessa) e di altre esperienze intelligibili. Un amore di Swann La seconda sezione del primo volume, intitolata "Un amore di Swann" ("Un amour de Swann"), rappresenta un punto di svolta, l'andamento della vicenda si fa più veloce e interessante, diventando quasi una sorta di “romanzo nel romanzo” che può esser letto indipendentemente dal resto: questo è in realtà un passo indietro nella vita di Charles Swann[1], che ricorda la sua passione travolgente per Odette de Crécy,[2] una donna di mondo, raffinata e opportunista al tempo stesso. L'attrazione per Odette, che Swann incontra per caso in un circolo letterario, il salotto di Madame Verdurin, lo spingerà a frequentare sempre più spesso questo ambiente borghese. Il protagonista andrà poi frequentemente a trovare Odette, la quale gli dimostrerà una certa tenerezza e sarà proprio questo sentimento a far nascere in lui l'amore. Odette si faceva mantenere dalla famiglia, ma poi inizia a farsi mantenere da Charles, pur mostrandosi, al tempo stesso, disponibile verso altri uomini. Da qui nasce nel protagonista una gelosia morbosa, per cui lui vorrebbe conoscere il passato di Odette in maniera anche troppo dettagliata. Nel frattempo, Madame Verdurin capisce che il suo salotto rappresenta per Charles solo il luogo in cui incontrare la sua amata; da ciò nasce tra i due un'antipatia reciproca e la presenza di Charles non sarà più gradita. Proprio per questo motivo Odette continuerà a frequentare il circolo letterario, che diventerà per lei luogo di rifugio e tradimento. La storia d'amore si trasforma così in un rapporto tormentato, tanto da diventare la storia di una malattia: Charles da una parte vorrebbe lasciare Odette, ma dall'altra sa di non poterne fare a meno, nonostante tutto; Odette, invece, capisce di avere sempre più potere su di lui e ne approfitta, tanto da convincerlo in seguito a sposarla. Nomi di paesi: Il nome Nella terza sezione del primo volume, intitolata "Nomi di paesi: Il nome" ("Noms de pays: Le nom"), il narratore sogna a occhi aperti di viaggiare, visitando varie località. Combray rappresenta per l'autore un mondo infantile, chiuso e protettivo, che si contrappone ai paesi che invece vorrebbe visitare e sui quali fantastica a lungo, anche solo sui loro nomi, che gli ispirano suggestioni di vario tipo: è attraverso gli orari dei treni che vede per la prima volta Balbec e soprattutto Venezia. Questa parte fa eco al successivo volume All'ombra delle fanciulle in fiore; tale parallelismo sottolinea la delusione del sogno nascente del confronto con la cruda realtà: solamente l'arte è in grado di re-incantare il paesaggio e farlo vivere all'altezza delle aspettative del Narratore (come saranno per esempio i quadri raffiguranti Balbec di Elstir).

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Autografo proustiano dell'incipit - Longtemps je me suis couché de bonne heure

All'ombra delle fanciulle in fiore

All'ombra delle fanciulle in fiore (À l'ombre des jeunes filles en fleurs) è il secondo volume dell'opera di Marcel Proust. Il romanzo venne pubblicato solo nel 1918 dall'editore Gallimard, sei anni dopo il primo volume dell'opera, a causa dello scoppio della prima guerra mondiale. Nel 1919 il romanzo ricevette il premio Goncourt. Come accade in tutti i volumi dell'opera, anche in questo volume il suo titolo e quello delle sezioni in cui esso è suddiviso sono strettamente collegati agli avvenimenti narrati dall'autore. “Le fanciulle in fiore” infatti sono un gruppo di ragazze che il protagonista incontrerà a Balbec e tra le quali troverà un nuovo amore. Il titolo originario a cui l'autore aveva pensato era diverso, Le colombe pugnalate.
Trama
Il volume è suddiviso in due sezioni: "Nel giro della Signora Swann" ("Autour de Madame Swann") e "Nomi di paesi: Il paese" ("Noms de pays: Le pays").
Nel giro della Signora Swann
La prima sezione è incentrata su Odette Swann, moglie di Swann e madre della donna di cui si è innamorato il narratore, Gilberte. In questo volume, l'autore racconta delle conoscenze da lui fatte tra Combray e Parigi, di cui le più importanti sono sicuramente quella con il suo idolo letterario, lo scrittore Bergotte, e quella con una delle sue attrici preferite, la Berma. Marcel incontra Berma la prima volta che va a teatro, quando ella interpreta la parte della protagonista del dramma teatrale Fedra (Phèdre) di Racine. Segue poi la descrizione da parte dell'autore del rapporto importante tra lui e Gilberte, una ragazza con la quale aveva vissuto una storia d'amore nel periodo dell'adolescenza. In seguito il narratore si presenta alla famiglia Swann e, dopo questo avvenimento, nell'opera è presente una lunga descrizione del suo rapporto con il signor Charles Swann e la moglie di quest'ultimo, Odette de Crécy. Charles Swann prende in simpatia il narratore, trattandolo in modo amichevole, proprio come fa sua figlia. Odette chiede al narratore di farle visita più spesso, a patto che lui non sia ancora innamorato di Gilberte, con la quale ha litigato. Infatti il protagonista è ancora innamorato di costei, ma non è corrisposto, proprio per questo il loro rapporto andrà esaurendosi sempre di più, fino a terminare del tutto quando Marcel deciderà di andarsene a Balbec.
Nella seconda sezione, l'autore soggiorna per un certo periodo con la nonna e la domestica Françoise in un hotel di Balbec. All'inizio Marcel, non conoscendo nessuno del luogo, passa molto tempo da solo, parlando al massimo con alcuni amici della nonna. In seguito conosce il pittore Elstir, amico di Madame Verdurin, e il giovane Robert de Saint-Loup, che è imparentato con la famiglia Guermantes e presenta Marcel ad un componente della famiglia, lo zio, il barone di Charlus. Inoltre Marcel fa amicizia anche con un gruppo di fanciulle, che si fanno chiamare “fanciulle in fiore”. Di questa comitiva fanno parte Andrée, Rosemonde e Albertine, le quali osservavano il protagonista già da un po' di tempo prima di conoscerlo. Tra queste ragazze l'autore si innamora di Albertine e inizialmente si diverte a farla ingelosire, facendosi vedere insieme all'amica Andrée.

I Guermantes

I Guermantes (Le Côté de Guermantes) è il terzo volume dell'opera. Questo volume venne pubblicato dall'editore Gallimard in due tomi, di cui il primo, intitolato I Guermantes (tomo 1), nel 1920 ed il secondo, intitolato I Guermantes (tomo 2), nel 1921. Tra i vari volumi ci sono dei temi ricorrenti, che sono: il tempo e la memoria, dunque il racconto da parte dell'autore di esperienze autobiografiche. Come accade in tutti i volumi dell'opera, anche in questo volume il suo titolo e quello dei tomi in cui esso è diviso sono strettamente collegati agli avvenimenti narrati dall'autore. Guermantes infatti è il cognome di una famiglia di cui il protagonista diventerà amico.
Trama
Il volume si apre con la descrizione della famiglia Guermantes. Ha inizio la storia d'amore tra Albertine ed il narratore, che riesce a farsi accogliere dai Guermantes.
I Guermantes (tomo 1)
Nel primo tomo, il narratore, insieme alla sua famiglia, trasloca in un appartamento nel palazzo della famiglia aristocratica Guermantes. Marcel, inoltre, si reca, per la seconda volta nella sua vita, a teatro, per rivedere l'attrice Berma recitare la parte della protagonista del dramma Fedra (Phèdre) di Racine. Questa volta il protagonista non è più interessato all'attrice, ma ad un'altra donna, la duchessa di Guermantes, amica della principessa di Sassonia. Marcel poi si reca a Doncières, dove incontra nuovamente Robert de Saint-Loup, che si trova lì per prestare servizio militare. Si reca da Saint-Loup anche perché desidera che l'amico trasmetta alla duchessa delle buone referenze di modo che possa entrare nelle sue grazie. Proprio in questa occasione viene affrontato, per la prima volta nell'opera, l'argomento dell'"Affare Dreyfus", questione che aveva diviso la Francia in quegli anni. Dopo il soggiorno a Doncières, il narratore torna a Parigi, dove scoprirà che sua nonna è malata (morirà proprio nell'inverno successivo). Marcel a Parigi incomincia a frequentare il salotto di Madame de Villeparisis e qui incontra vecchie e nuove conoscenze, tra cui il duca e la duchessa di Guermantes, il barone di Charlus, Robert de Saint-Loup e sua madre, e la signora Swann (Odette de Crecy). Prima di recarsi in visita da Madame de Villeparisis, il narratore scopre l'identità dell'amante di Robert de Saint-Loup, che è la giovane attrice ed ex prostituta Rachel "quand du seigneur". Nel seguito del racconto, la malattia di sua nonna peggiora. Allora, per rallegrarla, su consiglio di un neurologo, convinto che tutte le malattie abbiano un'origine nervosa, Marcel decide di portarla agli Champs-Élysées ed è proprio durante una passeggiata che la donna avrà un attacco di cuore e morirà, nonostante le cure dei medici più famosi.
I Guermantes (tomo 2)
Nel secondo tomo, il narratore recupera il rapporto di amicizia con una sua vecchia fiamma, Albertine. Inizialmente Marcel non sa se l'amore che prova per lei sia vero oppure se sia solo una sensazione di nostalgia verso Balbec, il luogo in cui si erano conosciuti. Ad ogni modo i due torneranno ad essere una coppia con i loro momenti di alti e bassi.

Sodoma e Gomorra

Sodoma e Gomorra (Sodome et Gomorrhe) è il quarto volume dell'opera. Questo volume, l'ultimo dell'opera ad essere stato edito quando l'autore era ancora in vita, è stato pubblicato dall'editore Gallimard in due parti, di cui la prima, intitolata Sodoma e Gomorra I venne pubblicata nel 1921 nello stesso volume che conteneva I Guermantes (tomo 2), e la seconda, intitolata Sodoma e Gomorra II, nel 1922. Sodoma e Gomorra prende il nome dalle due città che, secondo il racconto biblico, vennero distrutte per volontà divina, a causa dell'empietà dei comportamenti omosessuali dei loro abitanti. La scelta di questo titolo è probabilmente dovuta al fatto che Proust era convinto che l'umanità stesse andando verso il degrado totale, proprio come era stato per gli abitanti delle città di Sodoma e Gomorra. Tra i vari volumi ci sono dei temi ricorrenti, che sono: il tempo e la memoria, dunque il racconto da parte dell'autore di esperienze autobiografiche. Ma rispetto agli altri volumi, in questo viene data particolare importanza al tema dell'omosessualità, che è stato già affrontato nel volume precedente e sarà comunque affrontato anche in alcuni dei volumi successivi.
Trama
Cresce la gelosia per Albertine: Marcel prima sembra volerla lasciare e poi volerla sposare. Il primo tomo del quarto volume inizia con l'ultima apparizione nell'opera del signor Swann, il quale è affetto da una malattia incurabile. Al momento i protagonisti dell'opera si trovano, non più a Parigi, ma a Balbec e proprio qui continuano le vicende amorose di due coppie: da una parte, Marcel e Albertine, dall'altra, il barone di Charlus ed il violinista Morel. Nel secondo tomo, il narratore riesce a superare il grande dolore causatogli dalla morte della nonna, che era stata per lui un importante punto di riferimento. Sarà proprio il ricordo di lei a spingerlo ad abbandonarsi ad Albertine. Così la loro storia d'amore sboccerà e proseguirà bene fino a quando il narratore non farà una scoperta per lui sconvolgente. Marcel scoprirà che Albertine ha avuto dei rapporti omosessuali con la signorina Vinteuil e, alla luce di ciò, deciderà di ritornare con l'amata a Parigi.

La prigioniera

La prigioniera (La Prisonnière) è il quinto volume dell'opera. Pubblicato nel 1923, questo è il primo volume dell'opera ad essere pubblicato dopo la morte dell'autore, avvenuta nel 1922. Proust non riuscì nemmeno a vedere le bozze di stampa. Alcuni frammenti apparvero sulla Nouvelle Revue Française prima della pubblicazione dell'intero volume: due frammenti nel 1922 (La regarder dormir e Mes réveils), e altri due nel 1923 (Une matinée au Trocadéro e La Mort de Bergotte). Tra i vari volumi ci sono dei temi ricorrenti, che sono: il tempo e la memoria, dunque il racconto da parte dell'autore di esperienze autobiografiche. Rispetto agli altri volumi, in questo viene data particolare importanza al tema della gelosia. Esso è intitolato La prigioniera proprio perché il narratore per gelosia decide di imprigionare la sua amata, Albertine.
Trama
Il narratore racconta della sua convivenza con Albertine, di cui è molto geloso. Marcel, prima di sposare Albertine, è vittima di un senso di possesso e di gelosia morbosi nei suoi confronti. Il narratore probabilmente prova questi sentimenti dopo aver saputo di alcune vicende di tradimento che riguardavano la relazione omosessuale del barone di Charlus; per questo motivo fa sorvegliare la ragazza, la accusa di avere relazioni omosessuali e, alla fine, prova ad imprigionarla in casa sua, approfittando dell'assenza dei suoi genitori. Questa prigionia sarà sopportata per poco tempo da Albertine, la quale deciderà di scappare di casa di nascosto. Infatti, alla fine del volume, Marcel scoprirà dalla domestica Françoise che Albertine è andata via di casa e che gli ha lasciato una lettera di addio.

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La fuggitiva o Albertine scomparsa

La fuggitiva o Albertine scomparsa (La Fugitive o Albertine disparue) è il sesto volume dell'opera. Questo volume, pubblicato nel 1925, è il secondo dell'opera ad essere pubblicato postumo, sebbene l'episodio del viaggio a Venezia fosse apparso già nel 1919, prima sul quotidiano Le Matin col titolo Madame de Villeparisis à Venise, e in seguito in versione più ampia su "Feuillets d'Art" col titolo A Venise. La prima edizione uscì col titolo Albertine disparue. Edizioni successive sono apparse sia col titolo Albertine disparue che La Fugitive, in quanto entrambi i titoli apparvero nelle diverse redazioni dei manoscritti di Proust. È una questione ancora controversa quale fosse stata la volontà di Proust al riguardo. In questo volume, come suggerisce il titolo stesso, si dà particolare importanza al tema della fuga e a quello della sofferenza amorosa, che si attenua lentamente attraverso l'oblio, altro tema importante. Il romanzo narra di come Albertine, per sfuggire alla gelosia di Marcel, decida di scappare e scomparire. Da questo deriva il secondo titolo di questo volume, ovvero Albertine scomparsa. L'episodio della prigionia, della fuga e della morte di Albertine, sono ritenuti basati su fatti realmente accaduti nella vita dell'autore. Infatti, Alfred Agostinelli, segretario e amante di Proust, sarà prima prigioniero, poi fuggitivo ed infine scomparso, morendo in un incidente aereo.
Trama
Nel primo capitolo, il protagonista, dopo la partenza di Albertine, all'inizio prova a fare l'indifferente nei suoi confronti, in seguito prova in tutti i modi a convincerla a tornare da lui. Ad esempio, Marcel invia il suo amico Robert de Saint-Loup a parlarle e convincerla a tornare da lui, in cambio di alcuni regali, come uno yacht e una Rolls-Royce. Ma, alla fine, ogni sforzo del narratore è vano e, come se egli non stesse soffrendo già abbastanza, accade una cosa terribile: Albertine muore in un incidente a cavallo. Marcel, venuto a conoscenza della notizia, apprende anche che Albertine, prima di morire, aveva deciso di ritornare a vivere con lui e ciò aumenta il suo dolore. A questo punto dell'opera, viene fatta una lunga descrizione di come il passare del tempo porti a dimenticare le cose e ad attenuare i dolori che affliggono l'animo umano. Nel secondo capitolo, il narratore incontra una sua vecchia conoscenza, Gilberte Swann, una donna con la quale aveva avuto una storia d'amore durante la sua adolescenza trascorsa a Combray. Questo incontro fa riflettere Marcel e lo porta a capire di aver ormai dimenticato Albertine, così come aveva dimenticato Gilberte quando era più giovane. Grazie a questa consapevolezza, il protagonista si sente pronto a partire per andare a fare un viaggio a Venezia. Il terzo capitolo rappresenta la rievocazione da parte del narratore del suo viaggio a Venezia. Questo viaggio ha rappresentato per lui l'addio definitivo alla giovinezza e anche a sua madre. Il quarto capitolo si apre con il matrimonio tra Gilberte ed il Marchese di Saint-Loup. Inizialmente il narratore pensa di essersi innamorato nuovamente di Gilberte, poi, una volta appresa la notizia del suo matrimonio, Marcel decide di dimenticarsi di lei, proprio come aveva fatto con Albertine. In seguito, il protagonista farà una scoperta sconcertante, ovvero che anche il marchese di Saint-Loup è omosessuale, proprio come lo è anche lo zio, il barone di Charlus. Questa tematica, insieme a quella del matrimonio, sarà ampiamente ripresa nel volume successivo, intitolato Il tempo ritrovato.

Il tempo ritrovato

Il tempo ritrovato (Le temps retrouvé) è il settimo ed ultimo volume dell'opera. Questo volume, pubblicato nel 1927, è il terzo ed ultimo volume dell'opera ad essere pubblicato postumo. Tra i vari volumi ci sono dei temi ricorrenti, che sono: il tempo e la memoria, dunque il racconto da parte dell'autore di esperienze autobiografiche. Questo volume è intitolato Il tempo ritrovato, proprio perché si narra di come Marcel, ormai avanti con gli anni, ricordi il proprio passato e lo percepisca in modo diverso da come lo aveva vissuto. Ogni avvenimento, infatti, assume un significato differente rispetto a quello che era stato per il protagonista, proprio perché ogni avvenimento è come se fosse un “tempo ritrovato”.
Trama
Dopo molti anni passati in provincia, il narratore torna a Parigi. Qui sono avvenuti molti cambiamenti nei circoli mondani che frequentava e che hanno perso il loro prestigio. L'opera si chiude con una riflessione sul tempo. Il settimo ed ultimo volume si apre con il narratore che soggiorna per qualche giorno nella villa di Gilberte. I due trascorrono del tempo insieme a ricordare la loro infanzia e il loro amore e sarà proprio questo ricordo a causare tristezza a Gilberte. La ragazza soffre perché prova nostalgia per quei tempi in cui era felice, a differenza di ora, che è triste, a causa dell'infedeltà del marito Saint-Loup. Poi segue una dettagliata descrizione di Parigi durante il periodo della prima guerra mondiale. Qui allora soggiornava il barone di Charlus, sempre alle prese con storie d'amore omosessuali. Nel 1918, ovvero nel momento in cui termina la prima guerra mondiale, il narratore, dopo essere stato in una casa di cura, si reca a un ricevimento della principessa Guermantes (madame Verdurin, rimasta vedova e subito risposatasi). Qui Marcel ha l'occasione di rincontrare dei suoi vecchi amici, ma purtroppo non riesce a riconoscerli, in quanto è passato molto tempo dall'ultima volta che li ha visti. Il protagonista al ricevimento si sofferma nell'osservare alcuni particolari, come l'irregolarità del pavimento del cortile e il rumore provocato da un cucchiaio appoggiato su un piatto. Questi particolari, per chiunque banali, sono significativi invece per Marcel, poiché fanno riaffiorare in lui alcuni ricordi gioiosi della sua giovinezza. Saranno proprio questi ricordi a convincere il protagonista a scrivere un libro al riguardo. Infatti il narratore pensa che la sua età avanzata rappresenti il momento migliore per scrivere questo libro, in quanto egli avrà modo di raccontare e giudicare i suoi ricordi da un punto di vista più maturo.

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28 gennaio 2023 - Eugenio Caruso

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