Harold Pinter e il teatro dell'assurdo


“Nobile ordigno di dentate rote
lacera il giorno e lo divide in ore,
e ha scritto di fuor con fosche note
a chi legger le sa: sempre si more".


Versi tratti dalla poesia "Orologio da rote" di Neruda

GRANDI PERSONAGGI STORICI Ritengo che ripercorrere le vite dei maggiori personaggi della storia del pianeta, analizzando le loro virtù e i loro difetti, le loro vittorie e le loro sconfitte, i loro obiettivi, il rapporto con i più stretti collaboratori, la loro autorevolezza o empatia, possa essere un buon viatico per un imprenditore come per una qualsiasi persona. In questa sottosezione figurano i grandi poeti e letterati che ci hanno donato momenti di grande felicità ed emozioni. Io associo a questi grandi personaggi una nuova stella che nasce nell'universo.

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pinter

Harold Pinter (Londra, 10 ottobre 1930 – Londra, 24 dicembre 2008) è stato un drammaturgo, regista teatrale, attore teatrale, sceneggiatore, scrittore e poeta. Ha scritto per teatro, radio, televisione e cinema. I suoi primi lavori sono considerati fra i capolavori del teatro dell'assurdo. Gli è stato assegnato il premio Nobel per la letteratura nel 2005 con la seguente motivazione "nelle sue commedie scopre il baratro che sta sotto le chiacchiere di tutti i giorni e spinge ad entrare nelle stanze chiuse dell'oppressione"
«Le prime rappresentazioni delle opere di Harold Pinter furono massacrate dai critici. Ad eccezione di Harold Hobson, scrissero tutti che era un autore eccentrico, inaccettabile, incomprensibile, che non aveva nulla da dire. Oggi forse è l'autore più rappresentato al mondo ma, come dice egli stesso, «Adesso sono diventato comprensibile, accettabile, eppure le mie commedie sono sempre le stesse di allora. Non ho cambiato una sola battuta!».» (Alessandra Serra)
Pinter nacque ad Hackney, un distretto nord-orientale di Londra, il 10 ottobre 1930, da una famiglia ebraica di origini ucraine e polacche, figlio di Hyman "Jack" Pinter (1902-1997), proprietario di una sartoria di capi d'abbigliamento femminile, e di Frances Moskowitz (1904-1992), una casalinga. Studiò presso la Hackney Downs Grammar School e, per breve tempo, alla Royal Academy of Dramatic Art (RADA). Pubblicò da giovane alcune poesie e iniziò a recitare in teatro col nome d'arte di David Baron. La sua prima commedia, The Room, fu rappresentata per la prima volta dagli studenti dell'università di Bristol nel 1957.

The Birthday Party (rappresentato nel 1958) fu inizialmente un fiasco, nonostante la recensione positiva sul Sunday Times fattagli dal critico teatrale Harold Hobson. Tuttavia, il successo del suo lavoro successivo, The Caretaker (1960), la riportò in auge, facendole riscuotere un nuovo successo. Queste commedie ed altri dei suoi primi lavori, come The Homecoming (1964), sono a volte etichettate come "commedia della minaccia". Di solito cominciano con una situazione apparentemente innocente che diventa assurda e minacciosa poiché gli attori si comportano in modo inspiegabile sia per il pubblico che, a volte, per gli altri personaggi. Questo stile ha ispirato l'aggettivo "Pinteresque". Le opere di Pinter sono segnate dall'influenza di Samuel Beckett fin dall'inizio e i due divennero presto buoni amici.
Pinter negli anni settanta si dedicò maggiormente alla regia, cominciando come regista associato al Royal National Theatre nel 1973. I suoi lavori più recenti tendono ad essere più brevi e di argomento più politico, apparendo spesso come allegorie dell'oppressione. Fu negli anni settanta che Pinter si interessò maggiormente alla politica con un orientamento a sinistra. Egli cerca continuamente di portare all'attenzione dell'opinione pubblica casi di violazione dei diritti umani e di oppressione. Sui giornali britannici quali The Guardian e The Independent appaiono spesso lettere di Pinter.
Nel 1985 Pinter si recò in Turchia con il commediografo statunitense Arthur Miller, dove incontrò molte vittime dell'oppressione politica. Durante una cerimonia all'ambasciata statunitense in onore di Miller, invece dei convenevoli, Pinter parlò delle persone torturate con scosse elettriche ai genitali e per questo venne cacciato; Miller, per sostenerlo, lasciò l'ambasciata insieme a lui. L'esperienza di Pinter sull'oppressione in Turchia e la soppressione della lingua curda ispirarono la commedia del 1988 Mountain Language.
Pinter si oppose alla "guerra sporca" in Nicaragua e in generale al sostegno dato dagli Stati Uniti alle dittature latinoamericane; fu inoltre apertamente contrario sia all'invasione dell'Afghanistan che all'invasione dell'Iraq da parte degli Stati Uniti. Nel 2005 annunciò che avrebbe smesso di scrivere commedie per dedicarsi alla politica. Pinter fu dichiaratamente critico sulla guerra in Iraq e definì il presidente degli Stati Uniti Bush un "assassino di massa" e Blair un "idiota". Pinter fu un deciso oppositore dello stato di Israele per la sua occupazione coloniale della Palestina e sostenne il boicottaggio economico dello stato ebraico.
Pinter è stato insignito del CBE nel 1966 e proclamato Companion of Honour nel 2002, dopo aver precedentemente rifiutato la carica di cavaliere. È un sostenitore della coalizione RESPECT. Nell'ottobre 2005 l'Accademia di Svezia annunciò che Pinter era il vincitore del premio Nobel 2005 per la letteratura con la seguente motivazione: "nelle sue commedie [egli] scopre il baratro che sta sotto le chiacchiere di tutti i giorni e spinge ad entrare nelle stanze chiuse dell'oppressione". Nel 2006 gli viene invece conferito il Premio Europa per il teatro. Nel gennaio 2007 il primo ministro francese Dominique de Villepin gli ha assegnato la Legion d'onore.
Muore la vigilia di Natale del 2008 all'età di 78 anni. .
Lavori cinematografici
Per il cinema Pinter ha sceneggiato opere sue e di altri: The Caretaker per la regia di Clive Donner (1963), Il servo (1963) e L'incidente (1967) di Joseph Losey, Festa di compleanno di William Friedkin (1968), La donna del tenente francese diretto nel 1981 da Karel Reisz, Sleuth - Gli insospettabili diretto nel 2007 da Kenneth Branagh, e recitato nel film Mojo (1997) di Jez Butterworth e Mansfield Park (1999) di Patricia Rozema, adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Jane Austen. Nel 1982 gli viene conferito il Premio Flaiano per la sceneggiatura.
Vita personale
Nel 1977 Pinter causò uno scandalo pubblico lasciando la moglie, l'attrice Vivien Merchant, che aveva sposato nel 1956, per Antonia Fraser, la maggiore delle figlie del settimo Lord Longford, cattolica, che sposò poi nel 1980 dopo il proprio divorzio. La Merchant morì nel 1982. La commedia di Pinter Betrayal (1978) è a volte considerata una rappresentazione di questa storia d'amore, ma in realtà è basata su una relazione che l'autore aveva avuto sette anni prima con Joan Bakewell, una presentatrice televisiva. In seguito Pinter ebbe uno scontro pubblico con il registra teatrale Peter Hall perché questi nel suo Diario di Hall del 1983 lo raffigurava come sovente ubriaco. I due, tuttavia, ritornarono amici la stagione successiva. Grande amico del drammaturgo Simon Gray, ne diresse 10 lavori teatrali e alcune riduzioni cinematografiche. Nel 2002 si sottopose a chemioterapia per un tumore esofageo e da allora la sua salute rimase fragile. Pinter è stato un grande tifoso di cricket e presidente del Gaieties Cricket Club. È stato anche membro onorario della National Secular Society.
Premio Europa per il Teatro
Nel 2006 viene insignito del X Premio Europa per il teatro, a Torino, con la seguente motivazione:

""Harold Pinter debutta come attore nel 1951. Nel 2005 vince il Premio Nobel per la Letteratura. In questo mezzo secolo ha ricoperto svariati ruoli: drammaturgo, scenografo, regista, poeta ed attore. Ma il suo maggiore merito consiste nella riscrittura delle regole del dramma. La sua poesia nasce dal parlare quotidiano, con le sue pause, le sue esitazioni e le ripetizioni. Egli esplora costantemente in ambito teatrale, come Proust nella narrativa, il potere pervasivo della memoria. In una serie di opere straordinarie, a partire da La stanza (1957) fino a Anniversario (2000), egli ha demolito l’idea dell’autore onnisciente: invece di manipolare i personaggi verso una determinata conclusione, Pinter presenta i fatti così come appaiono lasciando allo spettatore una piena libertà di interpretazione. Ma, per quanto Pinter sia un vero e proprio poeta teatrale, il suo lavoro e la sua vita si basano sull’impegno morale contro l’ingiustizia. È uno scrittore politico ma non perché sostenitore di una determinata ideologia di partito, quanto per il suo attacco contro lo sfruttamento della dignità umana e del linguaggio da parte di chi governa. Pinter mostra diverse sfaccettature: umorista di Cockney, è anche uno sceneggiatore esperto, un attore di grosso calibro e un inglese amante del cricket. Le opere di Pinter sono rappresentate in tutto il mondo perché toccano un tasto universale. E ciò che tutti vi riconoscono è l’esperienza comune di una vita vissuta nella paura e nell’ansia, alleviata solo temporaneamente dal ricordo di una felicità passata. Pinter parla ad un pubblico universale e alle generazioni non ancora nate; questo fa di lui il destinatario ideale del Premio Europa per il Teatro.""

In quell'occasione Roger Planchon mise in scena, al Teatro Gobetti di Torino, The New World Order (1991), Press Conference (2002), Precisely (1984), Mountain Language (1988), One for the Road (1984) e Party Time (1991): sei brevi testi politici di Harold Pinter, nella traduzione francese inedita di Jean Pavans. Al Teatro Carignano di Torino andò in scena Pinter Plays, Poetry & Prose, con Charles Dance, Michael Gambon, Jeremy Irons, Penelope Wilton, testi di Harold Pinter, regia di Alan Stanford, Gate Theatre di Dublino.

Pinter mi ha accompagnato nel corso della vita attraverso la filmografia (Messaggero d'amore, Il servo, Gli ultimi fuochi) e le rappresentazioni teatrali e in tv, specie quelle di De Filippo.

Opere

Drammaturgie
La stanza (The Room, 1957)
Il compleanno (The Birthday Party, 1957)
Il calapranzi (The Dumb Waiter, 1957)
A Slight Ache (1958)
La serra (The Hothouse, 1958)
The Black and White (1959)
Il guardiano (The Caretaker, 1959)
Trouble in the Works (1959)
Last to Go (1959)
Request Stop (1959)
Una serata fuori (A Night Out 1959)
That's Your Trouble (1959)
That's all (1959)
Interview (1959)
Il candidato (1959)
Dialogue for Three (1959)
Night School (1960)
The Dwarfs (1960)
The Collection (1961)
L'amante (The Lover, 1962)
Tea Party (1964)
Il ritorno a casa (The Homecoming, 1964)
Il seminterrato (The Basement, 1966)
Paesaggio (Landscape, 1967)
Silenzio (Silence, 1968)
Notte (Night, 1969)
Vecchi tempi (Old Times, 1970)
Monologo (Monologue, 1972)
Terra di nessuno (No Man's Land, 1974)
Tradimenti (Betrayal, 1978)
Voci di famiglia (Family Voices, 1980)
Una specie di Alaska (A Kind of Alaska, 1982)
Victoria Station (1982)
Precisely (1983)
Il bicchiere della staffa (One for the Road, 1984)
Il linguaggio della montagna (Mountain Language, 1988)
The New World Order (1991)
Party Time (1991)
Chiaro di luna (Moonlight, 1993)
Ceneri alle ceneri (Ashes to Ashes, 1996)
Anniversario (Celebration, 1999)
Proust. Una sceneggiatura (Remembrance of Things Past, 2000) - basato sull'omonima opera di Marcel Proust
Press Conference (2002)
Apart From That (2006)

Romanzi
Kullus (1949)
I nani (The Dwarfs, 1952)
Latest Reports from the Stock Exchange (1953)
The Black and White (1954)
The Examination (1955)
Tea Party (1963)
The Coast (1975)
Problem (1976)
Lola (1977)
Short Story (1995)
Girls (1995)
Sorry About This (1999)
God's District (1997)
Tess (2000)
Voices in the Tunnel (2001)
Raccolte di poesie
Poems (1971)
I Know the Place (1977)
Poems and Prose 1949–1977 (1978)
Ten Early Poems (1990)
Collected Poems and Prose (1995)
The Disappeared and Other Poems (2002)
Six Poems for A. Warwick (2007)
Poesie d'amore, di silenzio, di guerra (2010)

Filmografia
Sceneggiatore

The Caretaker - Il guardiano, regia di Clive Donner (The Caretaker, 1963) - tratto dal dramma Il guardiano dello stesso Pinter
Il servo, regia di Joseph Losey (The Servant, 1963)
Frenesia del piacere, regia di Jack Clayton (The Pumpkin Eater, 1964)
The Quiller Memorandum, regia di Michael Anderson (1965)
L'incidente, regia di Joseph Losey (Accident, 1967)
Festa di compleanno, regia di William Friedkin (The Birthday Party, 1968) - tratto dal dramma Il compleanno dello stesso Pinter
Messaggero d'amore, regia di Joseph Losey (The Go-Between, 1971)
The Homecoming, regia di Peter Hall (1973) - tratto dal dramma Il ritorno a casa dello stesso Pinter
Langrishe, Go Down, regia di David Hugh Jones (1974) - Film TV
Gli ultimi fuochi, regia di Elia Kazan (The Last Tycoon, 1976)
La donna del tenente francese, regia di Karel Reisz (The French Lieutenant's Woman, 1981)
Tradimenti, regia di David Hugh Jones (Betrayal, 1983) - tratto dall'omonimo dramma dello stesso Pinter
Tartaruga ti amerò, regia di John Irvin (Turtle Diary, 1985)
L'amico ritrovato, regia di Jerry Schatzberg (Reunion, 1989)
Il racconto dell'ancella, regia di Volker Schlöndorff (The Handmaid's Tale, 1990)
Cortesie per gli ospiti, regia di Paul Schrader (The Comfort of Strangers, 1990)
Quel che resta del giorno, regia di James Ivory (The Remains of the Day, 1993) -
The Trial, regia di David Hugh Jones (1993) - Film TV
Sleuth - Gli insospettabili, regia di Kenneth Branagh (Sleuth, 2007)

ILGUARDIANO

Il guardiano, tradotto anche come Il custode (The Caretaker) è un'opera portata al debutto a Londra nel 1960. La pièce, la sesta di Pinter, fu il primo successo di critica e di pubblico dell'autore.
Trama
Aston, un trentenne fragile che in gioventù subì l'elettroshock, vive con il fratello minore Mick, un giovanotto ambizioso che ha poca pazienza con il fratello problematico. Un giorno Aston, la cui ingenuità lo rende incline ad essere imbrogliato, invita a casa sua Davies, un anziano barbone in cerca di rifugio dopo una rissa da cui Aston l'ha salvato. Appena arrivato a casa dei fratelli, Davies comincia a lamentarsi della confusione dell'appartamento, ma accetta comunque di trascorrerci la notte prima di dirigersi a Londra l'indomani. Il giorno dopo però Aston propone a Davies di restare più a lungo e lo lascia solo mentre va a sbrigare delle commissione. Mick ritorna a casa proprio mentre Davies cerca tra gli averi di Aston e, non conoscendo l'uomo, lo scambia per un ladro. Davies spiega la situazione al padrone di casa e Aston, appena tornato, conferma tutto. Mick, più intelligente del fratello, capisce che Davies porterà problemi e ne trova conferma quando, passati alcuni giorni, Davies non accenna ad andarsene. I tre si accorgono di avere qualcosa in comune: tutti loro sono dei falliti, incapaci di realizzare le proprie ambizioni, siano esse il giardinaggio (Aston), andare a Londra (Davies) o arricchirsi (Mick). Dato che Aston si è affezionato a Davies, Mick gli trova un lavoro come custode dell'appartamento; il vagabondo inizialmente rifiuta, dato che teme che qualcuno venga a cercarlo, ma poi cambia idea e accetta. Mick gli richiede delle referenze, ma Davies comincia comunque a lavorare anche se non è ancora andato a Londra a procurarsi le carte necessarie. Davies però rivela presto la sua cattiva natura e comincia a deridere Aston per la sua sciatteria e pigrizia, deridendolo velatamente per il suo disturbo mentale. Mick intima a Davies di smetterla, mentre Aston sogna di vendicarsi sui dottori che gli hanno fatto del male, pur continuando a posticipare la sua vendetta al momento (sempre posticipato) in cui finirà di costruire il capanno in giardino. Quando i litigi domestici si fanno sempre più frequenti, Aston ordina a Davies di andarsene, sentendosi ferito dall'ingratitudine dell'uomo che lui aveva soccorso ormai parecchie notti prima. Davies ignora l'ordine di Aston credendo che Mick sarà dalla sua parte, ma anche il più giovane dei fratelli gli intima di andarsene e Davies, riluttante, lascia la casa e si ritira nel giardino, da cui continua a guardare dentro l'appartamento. Rimasti soli, i due fratelli si sorridono con aria complice, lasciando intravedere la possibilità di un rapporto più stretto tra loro dopo l'esperienza comune.

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IL COMPLEANNO

Il compleanno (The Birthday Party) è un'opera composta nel 1957, rappresentata per la prima volta all'Ars Theatre di Cambridge il 28 aprile 1958 e pubblicata a Londra nel 1959.
Trama
L'intero dramma si svolge nella casa di Meg e Petey, talvolta identificata come pensione.
Atto primo - mattina
Meg si prepara a servire la colazione al marito Petey. I coniugi hanno una banale chiacchierata, dalla quale si evince una certa infelicità di fondo e l'attaccamento di Meg nei confronti di Stanley Webber, un uomo sulla trentina, pensionante presso i due da circa un anno; poco dopo quest'ultimo entra in scena, trasandato e allucinato. Quanto Petey esce, Meg si prende cura del giovane alternando atteggiamenti materni e civettuoli ad azioni violente. A fine pasto, Meg annuncia a Stanley l'arrivo di due nuovi pensionanti: questa notizia sconvolge il giovane, che tenta invano di conincere la donna a cacciarli via. Il loro dialogo è interrotto da qualcuno che bussa alla porta d'ingresso: Meg esce di scena, mentre Stanley ascolta una voce che sembra arrivare dalla cassetta delle lettere; in realtà si tratta di Lulu, un'avvenente fanciulla venuta a consegnare un pacco per Meg. Anche lei sembra voler sedurre Stanley, ma di fronte alla sua resistenza va via lanciandogli velati insulti.
Rimasto solo, Stanley assiste all'arrivo dei due nuovi pensionanti, Goldberg e McCann: terrorizzato, origlia di nascosto i due parlare di un misterioso compito da svolgere, adoperando numerosi e intricati cliché burocratici. Torna Meg, che accoglie con mille cerimonie i due ospiti, per poi informarli che quel giorno è il compleanno di Stanley (sparito intanto dalla scena), e che lei vuole organizzare una festa. Goldberg e McCann propongono di aiutarla a rendere il party indimenticabile, occupandosi dell'organizzazione. Dopo che i nuovi ospiti di Meg salgono in camera loro, Stanley rientra e Meg gli consegna il pacco portato da Lulu: aprendolo il giovane vi trova un tamburo giocattolo, che comincia subito a suonare con forza, assordando Meg.
Atto secondo - sera
La casa di Meg e Petey è addobbata per il party di compleanno di Stanley; questi scende in sala da pranzo e incontra McCann: i due cominciano a parlare, ma ben presto tra i due emerge una forte tensione. McCann è infatti deciso a impedire a Stanley di lasciare la casa, e lo trattiene con metodi sempre più violenti; il comportamento e il linguaggio di Stanley iniziano quindi a farsi farraginosi: nega che sia il suo compleanno, insiste che Meg sia pazza e chiede a McCann se Goldberg gli ha detto perché lui sia stato portato in casa. Lo stesso Goldberg interrompe i loro discorsi mandando McCann a prendere il whisky per la festa. Al suo ritorno, McCann e Goldberg interrogano Stanley a proposito del suo passato con una serie di domande ambigue e retoriche: gli lanciano addosso accuse sempre più inquietanti, insinuando che lui abbia commesso azioni terribili, finché il giovane non collassa. Da quel momento in poi cesserà di parlare e muoversi, reagendo passivamente alle azioni degli altri personaggi. Entra Meg col suo vestito da festa, e il party ha inizio: Meg e Goldberg rivolgono a Stanley dei brindisi banali e retorici, che tuttavia sembrano commuovere ed entusiasmare tutti gli ospiti; arriva poi Lulu, che si lancia in atteggiamenti amorosi con Goldberg. La festa culmina con una partita a mosca cieca, durante la quale McCann schernisce ulteriormente Stanley rompendogli gli occhiali e intrappolando il suo piede nel tamburo giocattolo. Improvvisamente si verifica un blackout: nel buio Stanley aggredisce Meg tentando di strangolarla, poi si getta su Lulu per violentarla. L'atto si conclude con Goldberg e McCann che bloccano contro un muro Stanley, in preda a una risata maniacale.
Atto terzo - la mattina dopo
Petey fa colazione e Meg gli pone le stesse domande innocue del giorno prima, con importanti differenze che rivelano le conseguenze della festa (alla quale Petey non ha partecipato). La donna sembra credere che la festa sia riuscita perfettamente, e non fa minimamente cenno ai terribili avvenimenti verificatisi, continuando a parlare di Stanley come faceva il giorno prima. Nemmeno Goldberg e McCann ne fanno cenno, ma appaiono turbati e in preda alla fretta di lasciare la pensione. Quando Meg esce per la spesa, Petey inizia a esprimere a Goldberg la sua preoccupazione per le condizioni di Stanley dopo la festa, e per l'intenzione di Goldberg di portare il giovane da un personaggio sconosciuto chiamato Monty. Quando McCann entra, pronto a lasciare la pensione insieme al suo amico, Petey esce: i due hanno a loro volta un preoccupante scambio di battute a proposito di Stanley, confermando indirettamente che dopo la festa il giovane sia impazzito. Di fronte a questa rivelazione l'atteggiamento sicuro e strafottente di Goldberg sembra vacillare temporaneamente; tuttavia l'uomo sembra riprendersi dopo aver chiesto a McCann di soffiargli in bocca. Arriva Lulu, stravolta: la ragazza incolpa Goldberg per il modo in cui si è comportato la sera precedente durante eventi non visti avvenuti dopo la festa, ma McCann aggredisce la ragazza con commenti sgradevoli sul suo carattere, e la scaccia dopo averle chiesto di confessare i propri peccati. Entra Stanley, ormai privo di volontà, con gli occhiali rotti in mano e con abiti simili a quelli di Goldberg e McCann; i due lo bombardano con un elenco dei suoi difetti, chiedendogli di sottomettersi definitivamente e lasciare che siano loro a pensare per lui. Petey tenta di opporsi, ma quando gli viene chiesta la sua opinione in merito Stanley riesce solo a emettere versi sconlusionati. Goldberg e McCann lo conducono verso l'auto che lo aspetta per portarlo da Monty. Petey li affronta un'ultima volta dicendo "Stan, non lasciare che ti dicano cosa fare!", ma è costretto a indietreggiare a causa della sua paura verso i due uomini. Quando Meg torna dalla spesa, la partenza dei due uomini non sembra sconvolgerla, mentre è preoccupata dal fatto che Stanley non sia ancora sceso a colazione. Petey mente dicendole che il ragazzo sta ancora dormendo: confortata, Meg continua a decantare la perfetta riuscita del party, sottolineando che lei sia stata la vera protagonista della festa.

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23 luglio 2023 - Eugenio Caruso



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