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Sir Thomas Wyatt, il Petrarca inglese

«Bellezza è verità, verità è bellezza, - questo solo
Sulla Terra sapete, ed è quanto basta.»
(John Keats, Ode on a Grecian Urn, vv.49-50)


GRANDI PERSONAGGI Ritengo che ripercorrere le vite dei maggiori personaggi della storia del pianeta, analizzando le loro virtù e i loro difetti, le loro vittorie e le loro sconfitte, i loro obiettivi, il rapporto con i più stretti collaboratori, la loro autorevolezza o empatia, possa essere un buon viatico per un imprenditore come per una qualsiasi persona. In questa sottosezione figurano i più grandi poeti e letterati che ci hanno donato momenti di grande felicità ed emozioni. Io associo a questi grandi letterati una nuova stella che nasce nell'universo.

I BRITANNICI

Beckett - Blake - Byron - Chaucer - Coleridge - Dickens - Donne - Dryden - Eliot - Keats - Kipling - Marlowe - Milton - Russell - Scott - Shakespeare - Shaw - Shelley - Wyatt- Wilde -Wordsworth - Yeats -

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Sir Thomas Wyatt by Hans Holbein the Younger

Sir Thomas Wyatt (Allington Castle, 1503 – 11 ottobre 1542) è stato un poeta e diplomatico inglese. La sua importanza per la letteratura rinascimentale inglese è fondamentale: è Wyatt a introdurre in Inghilterra la lirica petrarchesca e ad aprire – con l'importazione della forma sonetto – la strada alla grande sonettistica di fine Cinquecento, che toccherà il suo apice in autori come Spenser e Shakespeare.
Nato nel Kent nel 1503 e studente all'università di Cambridge, dopo gli studi trascorre gran parte della vita a viaggiare per l'Europa, scoprendo e approfondendo le poetiche umaniste e conoscendo in Italia la poesia di Petrarca, nonché acquisendo grandi doti di traduttore e interprete.

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Ritratto della regina Anna Bolena in una copia del periodo tardo-elisabettiano


Si vociferò di una sua relazione con Anna Bolena. A sostenerlo fu George Wyatt – nipote del poeta – che espresse in alcuni suoi scritti la convinzione su come diversi sonetti, fra i più appassionati del poeta, presero ispirazione proprio dalla loro relazione, sostenendo anche che la donna protagonista del sonetto Whoso list to hunt (traduzione e rilettura del sonetto petrarchesco Una candida cerva sopra l'erba) fosse proprio la Bolena, qui descritta come irraggiungibile e appartenente al re:

«Una candida cerva sopra l'erba
Verde m'apparve, con duo corna d'oro,
Fra due riviere, a l'ombra d'un alloro,
Levando 'l sole, a la stagione acerba.
Era sua vista sì dolce superba,
Ch'i'lasciai, per seguirla, ogni lavoro;
Come l'avaro, che 'n cercar tesoro
Con diletto l'affanno disacerba.
"Nessun mi tocchi", al bel collo dintorno
Scritto avea di diamenti e di topazi;
"Libera farmi al mio Cesare parve."
Ed era 'l sol già vòlto al mezzo giorno,
Gli occhi miei stanchi di mirar, non sazi;
Quand'io caddi ne l'acqua, ed ella sparve.»
(Whoso list to hunt tradotto da Thomas Wyatt e il sonetto originale Una candida cerva sopra l'erba di Francesco Petrarca, tratto dal suo Canzoniere.)

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Thomas Wyatt ritratto da Holbein.



Nel 1520 Thomas Wyatt sposò Elizabeth Brooke anche se, a detta di molti, fu una scelta forzata. Nel 1525 Wyatt accusò sua moglie di adulterio e si separò da lei; fu proprio in quel periodo che il suo interesse per Anna sembrò essersi intensificato. Fece esperienza dell'incarcerazione nella Torre di Londra ben due volte: nel 1536 con l'accusa di essere stato amante di Anna Bolena, nel frattempo diventata regina, ma venne poi rilasciato probabilmente grazie alla sua amicizia (e a quella della sua famiglia) col primo ministro Thomas Cromwell, e nel 1541, quest'ultima con la grave accusa di alto tradimento; ma l'intervento di Enrico VIII gli garantì la grazia. Morì nel 1542 all'età di 39 anni.

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Primo colloquio tra Enrico VIII e Anna Bolena. Olio su tela di Daniel Maclise, 1835.


Nella sua attività poetica hanno centralità le traduzioni dai Rerum vulgarium fragmenta del Petrarca: non si tratta di mere trasposizioni dalla lingua italiana a quella inglese, bensì di interpretazioni, che hanno in questo la loro grandezza. Come testimonia uno dei sonetti più celebri, Whoso list to hunt, traduzione e rilettura di Una candida cerva sopra l'erba, il testo di Wyatt è profondamente diverso.
Anche dal punto di vista metrico, il sonetto inglese comincia subito ad avere una forma autonoma già nel suo primo utilizzatore: allo schema metrico standard abba abba cde cde Wyatt introduce un'importante variazione, che andrà assumendo sempre maggiore rilievo soprattutto nei Sonnets di Shakespeare: il distico finale, che nello schema wyattiano si presenta così: abba abba cd dc ee.


COMMENTO

Thomas Wyatt è una personalità unica nel panorama della letteratura inglese. Dovete tenere conto che niente di ciò che lui ha scritto è stato pubblicato durante la sua vita. Fu il figlio chiamato Thomas Wyatt il giovane che prima di essere ucciso pubblicò le opere del padre. Wyatt u importantissimo come mediatore culturale. Enrico VIII si circondava di artisti e poeti e importava tantissime opere d’arte. Anche Thomas Wyatt fa qualcosa di simile. Importa in Inghilterra il petrarchismo. Cos’è il petrarchismo? Le tre gemme letterarie sono dante, petrarca e boccaccio. Quello che ha più influenza su tutta la cultura europea dalla fine del medioevo fino al 1600 è Petrarca, il quale diventa un bestseller internazionale e il petrarchismo diventa un linguaggio, il linguaggio delle corti. Le corti del rinascimento sono corti dove abbiamo un tipo di comportamento, di cerimoniale altissimamente codificato. Nelle corti nessuno può fare quello che vuole, comportarsi come vuole, nelle corti nessuno può parlare come vuole e parte dell’abilità del cortigiano perfetto è anche il fatto di saper comporre poesie nel grande repertorio stilistico e tematico che pertiene al petrarchismo. Nel teatro elisabettiano potremo vedere quanti personaggi che vivono all’interno della corte per fare qualcosa di un po’ diverso siano costretti a fingersi pazzi perché dal cerimoniale di corte non si scappa.
Per sfuggire dal cerimoniale di corte è fingerti pazzo come Amleto, ponendoti al di fuori di quelle regole. Il petrarchismo è prima di tutto un repertorio di immagini. Sono le immagini che appartengono alla poesia alta. L’immagine centrale è quella della donna. La donna del petrarchismo è una donna scritta e descritta da uomini. È la donna angelo dello stilnovismo ed è una donna che ha delle caratteristiche fisse, prima di tutto i capelli biondi (oro forbito), il petrarchismo è prima di tutto un repertorio di immagini.
Le caratteristiche fondamentali della donna petrarchesca sono: capelli biondi, gli occhi sono luminosissimi e sono qualcosa che porta l’io poetico che di lei parla verso la perfezione morale e anche verso dio, la donna petrarchesca mantiene la connotazione salvifica che aveva la donna dello stilnovismo. Ci sono poi delle limitazioni nella descrittibilità della donna, perché il petrarchismo essendo il registro più alto della poesia del tempo esclude tutta una serie di tratti fisici che sono ritenuti bassi, di stile basso. Quindi la donna petrarchista ha la pelle bianca, i capelli biondi, gli occhi luminosi, qualche volta ha per fino le mani e il resto del corpo non è pervenuto.
Ci sono degli studiosi del 900 che dicono che questo stile petrarchista sia profondamente misogino perché finisce per descrivere la donna a pezzettini. È un gesto di appropriazione estrema del corpo femminile, il quale viene metaforicamente quasi smembrato. Petrarchismo è uno stile profondamente maschile. È un discorso maschile sul corpo femminile. La donna esiste e pensa solo in funzione di ciò che lei è in funzione di colui che parla e che la descrive. Di sicuro non è una donna pari all’uomo. Sì, la mette più in alto ma mette più in alto l’immagine che lui ha di lei. Altro repertorio di immagini tipico del petrarchismo è la natura che viene evocata sempre in relazione al sentimento del poeta e fa da sfondo alla donna bellissima. Capelli d’oro all’aura sparsi e tutta l’evocazione della natura che c’è intorno. Il petrarchismo non è solo Petrarca. È un movimento che attraversa l’Europa. Ci sono centinaia di poeti petrarchisti lungo tutto il 400 e il 500. È un linguaggio internazionale della poesia di livello totalmente europeo.
L’Inghilterra di Enrico VIII importa questo stile così come importava qualunque altro oggetto di lusso dal continente e Thomas Wyatt è il responsabile numero uno. Altra caratteristica del petrarchismo che Wyatt importa è una caratteristica formale ovvero la forma sonetto.Il sonetto è il veicolo poetico numero uno del canone petrarchesco. Wyatt che è un uomo di grande intelligenza, ed è uno che ha viaggiato e che viaggia parecchio in missioni diplomatiche a cui viene inviato da Enrico VIII.
È uno che parla molte lingue e quindi è poliglotta, è un diplomatico, è un intellettuale e quindi chi meglio di lui per importare una forma non autoctona nella poesia. Fa tutte queste cose vivendo molto poco. Muore nel 1542. Poco meno di 40 anni. Ha una vita molto movimentata. Era vicino di casa di Anna Bolena e i due, probabilmente, hanno una relazione, prima che Anna parta per la sua vita pubblica peròi Wyatt era già sposato quindi non hanno mai formalizzato la relazione. Questo "legame" sarà un problema quando lei verrà accusata di adulterio e poi decapitata, infatti Wyatt finisce in prigione e la prigione gli dà l’occasione di scrivere uno dei capolavori dell’elegia del rinascimento che si chiama ‘chi vuol mantenere la sua ricchezza e il suo agio’ in cui lui medita sopra la vanità di tutto usando i termini dello stoicismo quindi tutto è vanità, tutto è illusione.


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Caterina d'Aragona è ritratta mentre gioca a carte con Anna Bolena. Il dipinto è basato su un episodio descritto da George Wyatt nella biografia incentrata sulla vita del nonno, Thomas Wyatt.


POESIE


I find no peace, and all my war is done... Traduzione in inglese del sonetto CXXXIV del Petrarca
(Pace non trovo e non ò da far guerra...)

I find no peace, and all my war is done;
I fear and hope; I burn, and freeze like ice;
I fly aloft, yet can I not arise;
And nought I have, and all the world I season,

That locks nor looseth, holdeth me in prison,
And holds me not, yet can I'scape no wise,
Nor lets me live, nor die, at my devise,
And yet of death it giveth me occasion.

Without eye, I see; without tongue, I plain:
I wish to perish, yet I ask for health;
I love another, and thus I hate myself;

I feed me in sorrow, and laugh in all my pain.
Lo, thus displeaseth me both death and life,
And my delight is causer of thi strife

Remembrance

They flee from me, that sometime did me seek
    With naked foot, stalking in my chamber.

I have seen them gentle, tame, and meek,
    That now are wild, and do not remember
    That sometime they put themselves in danger
         To take bread at my hand; and now they range
         Busily seeking with a continual change.

Thanked be fortune it hath been otherwise
    Twenty times better; but once, in special,
In thin array, after a pleasant guise,
    When her loose gown from her shoulders did fall,
    And she me caught in her arms long and small;
         Therewith all sweetly did me kiss,
         And softly said, ‘Dear heart, how like you this?’

It was no dream: I lay broad waking:
    But all is turned, thorough my gentleness,
Into a strange fashion of forsaking;
    And I have leave to go of her goodness,
    And she also to use newfangleness.
         But since that I so kindly am served,
         I would fain know what she hath deserved

If amorous faith in heart unfeigned,

If amorous faith in heart unfeigned,
A sweet languor, a great lovely desire,
If honest will kindled in gentle fire,
If long error in a blind maze chained,
If in my visage each thought depainted,
Or else in my sparkling voice lower or higher
Which now fear, now shame, woefully doth tire,
If a pale colour which love hath stained,
If to have another than myself more dear,
If wailing or sighing continually,
With sorrowful anger feeding busily,
If burning afar off and freezing near
Are cause that by love myself I destroy,
Yours is the fault and mine the great annoy.

Unstable dream, according to the place,

Unstable dream, according to the place,
Be steadfast once or else at least be true.
By tasted sweetness make me not to rue
The sudden loss of thy false feigned grace.
By good respect in such a dangerous case
Thou brought’st not her into this tossing mew
But madest my sprite live my care to renew,
My body in tempest her succour to embrace.
The body dead, the sprite had his desire;
Painless was th’one, th’other in delight.
Why then, alas, did it not keep it right,
Returning to leap into the fire,
And where it was at wish it could not remain?
Such mocks of dreams they turn to deadly pain.

Each man me telleth I change most my device,

Each man me telleth I change most my device,
And on my faith me think it good reason
To change purpose like after the season.
For in every case to keep still one guise
Is meet for them that would be taken wise;
And I am not of such manner condition
But treated after a diverse fashion,
And thereupon my diverseness doth rise.
But you that blame this diverseness most,
Change you no more, but still after one rate
Treat ye me well and keep ye in the same state;
And while with me doth dwell this wearied ghost,
My word nor I shall not be variable
But always one, your own both firm and stable.

Tutti mi dicono che spesso cambio il mio intento
E, lo giuro su Dio, mi sembra ragionevole
Cambiare opinione così di sovente
Poiché mantenere sempre la stessa condotta
Si addice a coloro che tutti reputano saggi
Ed io non sono fatto in tal modo
Bensì sono trattato incoerentemente
E dunque emerge la mia incoerenza.
Ma proprio voi che tanto mi accusate
Non cambiate più, ma concedetemi sempre
Lo stesso trattamento e siate costanti.
E mentre con me dimora questo fantasma1 sfinito,
Né io né le mie parole saremo mutevoli
Bensì uniformi, se le vostre saranno ferme e stabili.


14 dicembre 2023 - Eugenio Caruso


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Tratto da

1

www.impresaoggi.com