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John Milton e il suo capolavoro: Il paradiso perduto


«Bambini affamati, vittime torturate dai loro oppressori, anziani indifesi considerati un odioso fardello dai loro figli; e tutta la solitudine, la povertà, e il dolore, si facevano beffa di ciò che la vita umana avrebbe dovuto essere. Desidero fortemente alleviare i mali del mondo, ma non posso farlo, e ne soffro.» (Autobiografia di Bertrand Russell)

Versi tratti dalla poesia "Orologio da rote" di Neruda

GRANDI PERSONAGGI STORICI Ritengo che ripercorrere le vite dei maggiori personaggi della storia del pianeta, analizzando le loro virtù e i loro difetti, le loro vittorie e le loro sconfitte, i loro obiettivi, il rapporto con i più stretti collaboratori, la loro autorevolezza o empatia, possa essere un buon viatico per un imprenditore come per una qualsiasi persona. In questa sottosezione figurano i grandi poeti e letterati che ci hanno donato momenti di grande felicità ed emozioni. Io associo a questi grandi personaggi una nuova stella che nasce nell'universo.

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«Descend from heav'n, Urania, by that name
If rightly thou art called, whose voice divine
Following, above th' Olympian hill I soar,
Above the flight of Pegasean wing.»

«Scendi, Urania, dal ciel, scendi, se questo
nome a te si convien, la cui divina
voce soave accompagnando, io m'ergo
sopra l'Olimpio monte ed oltre il volo
delle Pegásee favolose penne.»
(John Milton, Paradiso perduto, Libro VII, vv. 1-4, traduzione di Lazzaro Papi)


John Milton (Londra, 9 dicembre 1608 – Londra, 8 novembre 1674) è stato scrittore, poeta, filosofo, saggista, statista e teologo inglese. È considerato uno dei letterati britannici più celebri, apprezzati e influenti dell'epoca successiva a quella shakespeariana. Il suo capolavoro è il poema epico Paradiso perduto (Paradise Lost), pubblicato in una prima edizione di 10 volumi nel 1667 quando, ormai cieco e in povertà, il 27 aprile ne vendette i diritti per dieci sterline, e in una seconda edizione di 12 volumi nel 1674. L'opera, che dà vita a quello che viene considerato un vero e proprio dramma cosmico, fu da lui iniziata negli anni della produzione saggistica e, a mio avviso, è uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale. L'Areopagitica (del 1644), appello carico di fervore con cui sosteneva la libertà di stampa, è invece la sua opera in prosa più conosciuta. Milton scrisse anche 24 sonetti (in parte pubblicati postumi) e un breve trattato sull'educazione (Of Education, 1644).

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Educato in un ambiente puritano, dopo aver conseguito la laurea al Christ's College dell'Università di Cambridge, Milton avvertì insoddisfazione verso il clero anglicano; contemporaneamente, il crescente interesse per la poesia lo indusse a rinunciare a prendere gli ordini sacri. Vivendo con il padre, dal 1632 al 1638 nel Buckinghamshire, poté studiare, libero da ogni preoccupazione, i classici e la storia ecclesiastica e politica, specialmente su testi di Bembo, Dante, Petrarca e Tasso; per gli inglesi era prassi il viaggio in Italia.. Negli anni successivi viaggiò molto tra Francia e Italia, incontrando anche Galileo, e sarebbe sceso in Sicilia e in Grecia se non fosse scoppiata la guerra civile in Inghilterra; se non che, dopo essere tornato in patria e aver fissata la sua dimora a Londra, si dedicò all'insegnamento e alla scrittura di trattati religiosi e politici.
Milton ricoprì anche cariche di Stato: quando l'Inghilterra fu attraversata dalla guerra civile ed egli appoggiò con i suoi scritti la causa parlamentare, fu nominato nel 1649 segretario degli Affari esteri. Pochi anni dopo, nel 1652, fu colpito da cecità e per proseguire a scrivere dovette ricorrere all'aiuto di un segretario. Dopo la restaurazione di Carlo II Milton venne incarcerato, perché simpatizzante di Oliver Cromwell; però, venne liberato grazie all'influenza del suo amico e studente Andrew Marvell (che successivamente fu anche poeta). Morì a Londra nel 1674.
Opere
Oltre al Paradiso perduto, al quale farà seguire nel 1671 il Paradiso riconquistato — pubblicato con la tragedia I nemici di Sansone, ispirata alle vicende bibliche di Sansone —, la produzione letteraria di Milton annovera diversi importanti scritti. Risalgono al periodo compreso tra il 1625 e il 1640 il Lycidas, un'elegia pastorale in 193 versi, scritta nel 1637 in memoria di uno studente di Cambridge, in cui il poeta affronta il tema della morte che, specialmente se prematura, giunge a spezzare aspettative e ambizioni, e L'allegro e Il pensieroso, due poemetti terminati di scrivere nel 1631 ma pubblicati solo una quindicina di anni dopo.

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Milton Detta il Paradiso Perduto alle Sue Tre Figlie, di Soma Orlai Petrich, 1862, Galleria nazionale ungherese, Budapest.


I libelli
Al secondo periodo letterario di Milton, 1640-1660, risalgono invece i libelli che, già dalla loro pubblicazione, lo resero famoso e nei quali attacca l'istituzione episcopale e si pronuncia in maniera favorevole per un ritorno dello spirito della Riforma (Of Reformation Touching Church Discipline in England, del 1641).
Un altro di questi libelli (The Reason of Church Government Urged Against Prelaty), scritto e pubblicato fra il 1641 e il 1642, contiene accenni autobiografici di rilievo storico. La tematica del divorzio, che lo scrittore appoggiò intorno al 1643, è invece affrontata in Dottrina e disciplina del divorzio (The Doctrine and Discipline of Divorce).
Ultimi scritti
Negli ultimi trattati da lui scritti intorno al 1660 — Difesa del popolo anglicano (Pro populo anglicano defensio) e Trattato del potere civile nelle cause ecclesiastiche (Treatise of Civil Power in Ecclesiastical Causes) — Milton affronta temi più strettamente teologici, pronunciandosi a favore di un'interpretazione assolutamente soggettiva delle Sacre Scritture con suggerimenti per un'effettiva riforma di governo. Per anni coltivò il desiderio di redigere uno studio completo sulla vita e la dottrina cristiana. Ormai completamente cieco sin dal 1652 si dedicò con l'aiuto di segretari a questo progetto sino alla morte, avvenuta nel 1674. Nella sua opera finale, De doctrina christiana, sosteneva che insegnamenti e usanze della Chiesa cattolica e delle Chiese protestanti non erano in armonia con le Sacre Scritture.
Basandosi sulla Bibbia rigettò la dottrina calvinistica della predestinazione in favore del libero arbitrio, usò le Scritture per sostenere che l'anima umana è soggetta alla morte e che non è duplice o scindibile dal corpo, come è comunemente ritenuto, e che quindi l'unica speranza per i morti è quella di una futura risurrezione dal sonno della morte. Inoltre sostenne, tramite le scritture, che Cristo, il Figlio di Dio, è subordinato a Dio, il Padre. Poiché le sue spiegazioni scritturali erano in completo disaccordo con l'insegnamento ufficiale della Chiesa, il manoscritto rimase sepolto in archivio per 150 anni prima che tornasse alla luce. Nel 1823, Giorgio IV, che sedeva al trono, ordinò che l'opera fosse tradotta dal latino e resa pubblica, ma quando due anni dopo fu pubblicato in inglese suscitò subito aspre polemiche negli ambienti teologici e letterari. Un vescovo dichiarò subito che il manoscritto era un falso, ma prevedendo tali reazioni e volendo confermare la paternità di Milton, il traduttore aveva corredato l'edizione di note in calce per evidenziare cinquecento paralleli tra il De doctrina christiana e il Paradiso perduto.
Importanza di Milton

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Oliver Cromwell e il suo segretario John Milton, ricevono una delegazione alla ricerca d'aiuto per i protestanti svizzeri, di C. W. Cope, 1872, Collezione privata.


L'essenza e il pensiero di John Milton sono importanti sotto vari punti di vista. Innanzitutto, seppe integrare benissimo la vita da letterato e la carriera diplomatica. È stato grazie alla vittoria di Cromwell nella guerra civile che Milton poté trovare appoggi alle sue convinzioni e alle sue idee. Inoltre è stato sempre considerato il poeta più rappresentativo di questo periodo, poiché in lui sono sintetizzate tutte le qualità che devono essere presenti nel perfetto puritano. La riflessione di Milton sul diritto del popolo oppresso a uccidere il tiranno, ha influenzato il riconoscimento di John Locke del legittimo diritto di resistenza.

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Statua di Milton situata nella City of London School

IL PARADISO PERDUTO

«Better to reign in Hell, than serve in Heaven.»
«Meglio regnare all'Inferno, che servire in Paradiso.»
(John Milton, Paradise Lost, Libro I)

Paradise Lost è un poema epico in versi sciolti (blank verse). Racconta l'episodio biblico della caduta dell'uomo: la tentazione di Adamo ed Eva ad opera di Satana e la loro cacciata dal giardino dell'Eden. Pubblicato per la prima volta nel 1667, in dieci libri; seguì una seconda edizione, del 1674, divisa questa volta in 12 libri (in imitazione della suddivisione dell'Eneide di Virgilio) con delle piccole revisioni nel testo e l'aggiunta di una nota sulla versificazione. Il poema tratta il racconto ebraico-cristiano-islamico della caduta dell'uomo: la tentazione di Adamo ed Eva da parte di Lucifero, e la loro cacciata dal Giardino dell'Eden. Il fine di Milton, espresso nel primo libro, è "svelare all'uomo la Provvidenza eterna" (I, 26) e spiegare il conflitto tra tale Provvidenza eterna e il libero arbitrio.
Il personaggio principale del poema è Satana, l'Angelo caduto. Milton rappresenta Satana come un essere ambizioso e orgoglioso che sfida Dio Onnipotente, suo tirannico creatore, e muove guerra contro il paradiso, per esser poi sconfitto e fatto precipitare in terra. William Blake (1757-1827), grande ammiratore di Milton e illustratore del poema epico, disse di lui che "era un vero poeta, e stava dalla parte del diavolo senza saperlo". John Milton lavorò per Oliver Cromwell, e così scrisse di prima mano per il Commonwealth inglese. Si potrebbe sostenere che la fallimentare ribellione e il ristabilirsi della monarchia gli fece esplorare le sue perdite all'interno de il Paradiso Perduto. Alcuni critici affermano che egli simpatizzò per Satana nella sua opera, nella quale entrambi hanno sperimentato un ideale fallito.
La storia è innovativa nei suoi tentativi di riconciliare la tradizione pagana e quella cristiana: così come, Milton trovava la teologia cristiana insufficiente; prova a conglobare nella storia paganesimo, cristianità e classici greci: egli ammirava molto i classici, ma intendeva, con la sua opera, andare oltre ad essi. Egli prese ispirazione probabilmente da Blossio Emilio Draconzio il quale, nel primo libro (a posteriori denominato Hexaemeron) del suo De laudibus dei descrisse il Paradiso terrestre.
Il poema si ispira al racconto biblico della rivolta di Lucifero e i suoi compagni, gli altri angeli ribelli. John Milton era puritano, come pure suo padre. Mentre il nonno paterno era cattolico.
La storia è suddivisa in 12 libri, contro i 24 dei poemi omerici dell'Iliade e dell'Odissea. Il libro più lungo è il IX, con 1189 versi, mentre il più breve, il VII, conta 640 versi. Ciascun libro è preceduto da un sommario, intitolato L'Argomento. Il poema, seguendo la tradizione epica, inizia in medias res ("in the midst of things"), e l'antefatto viene esposto nei libri V-VI.
L'opera di Milton narra due vicende: quella di Satana e quella di Adamo ed Eva. Quella di Satana (o Lucifero) rende omaggio agli antichi poemi epici di argomento guerresco. Inizia dopo che Lucifero e gli altri angeli ribelli sono stati sconfitti e scaraventati da Dio nell'Inferno. Nel "Pandemonio", Lucifero deve impiegare le sue abilità retoriche per far ordine tra i suoi seguaci; è affiancato dai suoi fedeli tenenti: Mammona e Belzebù. Alla fine della discussione, Satana si offre volontario per avvelenare la Terra, appena creata. Affronta da solo i pericoli dell'Abisso in un modo che ricorda molto quello di Ulisse e di Enea dopo i loro viaggi nelle regioni ctonie dell'Oltretomba.
L'altra vicenda è fondamentalmente diversa, una nuova sorta di epica: quella "domestica". Adamo ed Eva vengono presentati per la prima volta, nella letteratura cristiana, come dotati di attività anche prima di essere macchiati dal peccato: essi hanno passioni, personalità e sesso. Satana tenta Eva con successo, approfittando della sua vanità e ingannandola con la sua dialettica; Adamo, vedendo che Eva ha peccato, commette coscientemente il medesimo errore, mangiando anche lui il frutto proibito. In tal maniera, Milton ritrae Adamo come un personaggio eroico, ma anche come un peccatore ancor più grande di Eva. Dopo aver compiuto il peccato originale, essi hanno ancora caratteristiche sessuali, ma ora con una nuova sorta di sensualità che prima non possedevano. Dopo aver preso coscienza del loro errore, ossia di aver consumato il frutto dell'Albero della conoscenza, Adamo ed Eva iniziano a lottare. Ad ogni modo, le suppliche di Eva ad Adamo fanno sì che i due si riconcilino. Adamo intraprende un viaggio visionario con un angelo, nel quale è testimone degli errori dell'uomo e del Diluvio universale, ed è incommensurabilmente rattristato dal peccato che hanno commesso attraverso l'assunzione del frutto. Ad ogni modo, gli viene anche mostrata la speranza, e cioè la possibilità di redenzione, attraverso la visione di Gesù Cristo. Essi, successivamente, vengono banditi dall'Eden, e un angelo aggiunge che qualcuno potrà trovare "un paradiso dentro di sé". Adamo ed Eva, ora, hanno un rapporto più distante con Dio, il quale è onnipresente ma invisibile, a differenza del tangibile Padre nel Giardino dell'Eden.
(Durante alcune dissertazioni culturali sostenevo "Se fosse stata vera la lotta tra angeli fedeli e angeli ribelli, sicuramente l'esito fu una parità se non nuna vittoria degli angeli ribelli, come probabilmente pensava Milton. NDR)

Personaggi principali

Satana
Satana, il protagonista assoluto del poema, è rappresentato come l'oggetto di ammirazione della storia, da imitare e celebrare come un vero eroe. Lotta duramente per vincere i suoi stessi dubbi e le sue stesse debolezze, e porta a compimento il suo obiettivo, ossia corrompere la specie umana. Satana è considerato il più interessante e avvincente dei personaggi del Paradiso Perduto, principalmente per la sua complessità e la sua astuzia. In un certo modo è simile al personaggio di Iago dell'Otello di Shakespeare.
Secondo un'altra corrente d'opinione, il ruolo di Satana eroe riprenderebbe il valore offeso di Achille, le astuzie e la scaltrezza di Ulisse e infine il viaggio di Enea alla ricerca di una nuova patria. Altri asseriscono che Milton utilizza Satana come personificazione dello spirito della Rivoluzione inglese e rappresentazione dell'onore e dell'indipendenza della nazione, fatti valere a dispetto di un governo imbelle. Tutte queste visioni di Satana vengono spiegate approfonditamente in The Satanic Epic, di Neil Forsyth.
Inizialmente conosciuto come Lucifero (portatore di luce), Satana era un orgoglioso angelo che non si considerava uguale agli altri. Il giorno in cui Dio nominò il Figlio suo successore al potere, Lucifero si ribella a causa della propria invidia, prendendo con sé un terzo dell'intera popolazione di angeli del Paradiso. Egli è enormemente pieno di sé, e sicuro di poter abbattere Dio; le sue parole sono sempre fraudolente e ingannevoli. Assume varie forme nel corso della storia, le quali sono il riflesso della sua decadenza morale e razionale. Prima è un angelo caduto di considerevole levatura; successivamente un umile cherubino, un cormorano, un rospo, e infine un serpente. Tutto ciò è la raffigurazione di un'incessante attività intellettuale, senza alcuna abilità di pensare secondo un'ottica morale. Sicuramente aveva una forte capacità di persuasione se riuscì a raccogliere attorno a sè un terzo degli angeli e portare Adamo ed Eva alla perdizione.

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Satana chiama le sue legioni, di William Blake (1804)


Adamo ed Eva
Adamo è forte, intelligente e razionale, nato per la meditazione e la prodezza, e prima della caduta è pressoché perfetto, esattamente come ogni essere umano sarebbe potuto essere. È però caratterizzato anche da imperfezione, dacché talvolta s'abbandona a imprudenze e ad atteggiamenti irrazionali. Come conseguenza della caduta, la sua ragione pura e il suo intelletto vengono da lui persi, e l'uomo non è più capace di conversare alla pari con gli angeli (come fece con l'Arcangelo Raffaele), ma è come unilaterale (come si vede, con l'Arcangelo Michele, dopo la caduta). Il suo punto debole è l'amore per Eva. Egli confida a Raffaele che la sua attrazione per lei è travolgente, qualcosa che la sua ragione non è in grado di vincere. Dopo che Eva si nutre dall'Albero della Conoscenza, egli decide di compiere lo stesso atto, essendosi reso conto che se lei è votata a ciò, egli deve seguirla nel suo destino infausto, per non perderla - anche se ciò significa disobbedire a Dio.
Eva è la madre di tutta l'umanità, inferiore ad Adamo nelle facoltà intellettive (perché l'uomo è considerato più vicino a Dio rispetto alla donna) e dotata di tenerezza e dolce grazia affettiva. Ella lo supera nella bellezza, per la quale ella stessa s'innamora della propria immagine al rimirarla nel riflesso in uno specchio d'acqua (qui v'è un richiamo al mito greco di Narciso). È proprio la sua vanità a essere sfruttata da Satana per persuaderla a nutrirsi dall'Albero della Conoscenza, per mezzo di lusinghe. Eva è chiaramente intelligente, ma a differenza di Adamo non è desiderosa di apprendere, essendo infatti assente nella conversazione di Adamo e dell'Angelo Raffaele nel libro VIII, e nelle visioni di Adamo presentate da Michele nei libri XI e XII. Eva non crede che sia suo compito andar in cerca della conoscenza in modo indipendente; preferisce invece che Adamo gliela trasmetta solo in un secondo momento. Il primo caso in cui evade dalla sua passività è quando s'avventura fuori da sola e finisce con l'ingerire il frutto proibito.
Alcuni studiosi argomentano che è errato pensare che Milton denigri le donne attraverso la sua raffigurazione di Eva. Attraverso Eva, egli esamina il ruolo della donna nella sua società, il ruolo positivo e importante che rivestono le donne nella divina unione del matrimonio. Alla fine del poema, dopo aver svelato le proprie forze e le proprie debolezze, Adamo ed Eva appaiono come una potente unità, l'uno complementare all'altro - non solo al lettore, ma anche a se stessi. La caduta serve un fine di scoperta di se stessi, ed è la Caduta Propizia, o la cosiddetta felix culpa.

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Satana osserva le Carezze di Adamo ed Eva, di William Blake (1808)


Dio
Il Dio miltoniano è onnisciente, onnipresente e onnipotente: ciò sta a dire che egli ha prescienza degli eventi futuri, però non predestina - cosa che negherebbe interamente l'idea del libero arbitrio. La difficoltà nell'interpretazione del personaggio di Dio nel Paradiso Perduto è che è più una personificazione di idee astratte che un essere reale; egli è incarnazione della pura ragione (infatti, vi è un'interpretazione che vede in Satana la passione che combatte la ragione, facendone un'anticipazione dell'eroe romantico). Egli permette che il male accada, ma crea il bene dal male. Il critico letterario William Empson (1906-1984) ha chiarito molti dubbi dei lettori sul Dio di Milton nella sua influente opera, che porta lo stesso nome.

Il Figlio
Il Figlio è la manifestazione di Dio nell'azione, il collegamento fisico tra Dio il Padre e la sua creazione, formando insieme a lui un Dio perfetto e completo. Personifica l'amore e la compassione e decide spontaneamente di morire per l'umanità, per redimerla, mettendo in luce la sua dedizione e il suo altruismo. Attraverso la sua forma umana, il Figlio verrà fatto discendere da Adamo, per mezzo del quale tutti gli uomini furono morti; ma egli sarà un secondo Adamo, per mezzo del quale tutti gli uomini saranno salvati. Nel Giorno del Giudizio, il Figlio apparirà nel cielo, avrà chiamato a raccolta da ogni angolo del mondo tutti, e condannerà i peccatori all'Inferno. L'ultima visione di Adamo, nel libro XII, è il sacrificio del Figlio come Gesù.

Composizione
Milton iniziò a scrivere Paradiso Perduto nel 1658, durante gli ultimi anni della Repubblica inglese. Le lotte interne tra le varie fazioni militari e politiche che segnarono la sorte della Repubblica vengono messe in luce nel Concilio dell'Inferno del libro II. Sebbene Milton probabilmente abbia terminato il lavoro all'incirca nel 1664, non lo pubblicò fino al 1667, a causa della pestilenza (1665) e del grande incendio di Londra (1666).
Milton compose l'intera opera mentre era completamente cieco, e aveva bisogno di amanuensi che lavorassero a pagamento per lui (è solo una leggenda quella secondo cui forzò le sue figlie a scrivere al suo posto). Il poeta affermò che uno spirito divino lo ispirava durante la notte, affidandogli i versi che avrebbe recitato al mattino. È oggetto di discussione se Milton si sia occupato di faccende come punteggiatura e suddivisione in capitoli. La terza edizione di Paradiso Perduto ignora la punteggiatura ritrovata nel sopravvissuto abbozzo del manoscritto che sarebbe stata inserita dall'amanuense, ma questa procedura è stata messa in dubbio. Anche alla metà del XVIII secolo una gran varietà di pubblicazioni presentarono un vasto repertorio di ortografie, anche di una stessa parola, all'interno del testo.

Contesto
Senza dubbio, le influenze per Paradiso Perduto includono la Bibbia, l'educazione puritana e la prospettiva religiosa di Milton, nonché autori come Edmund Spenser e il poeta Virgilio. Milton compose l'intera opera con l'aiuto di segretari e amici, in particolare di Andrew Marvell, dopo aver perso la vista. Il 27 aprile 1667 un Milton cieco e impoverito vendette i diritti d'autore di Paradise Lost per 10 sterline.
In seguito Milton scrisse il ben più corto Paradiso riconquistato in cui espone la tentazione di Cristo da parte di Satana e il ritorno della possibilità di un paradiso. Questa prosecuzione non fu mai stimata allo stesso modo del poema che lo precedette.
Reazioni e critica
Il poema epico in questione è reputato una delle più grandi opere della letteratura inglese. Dal momento che è basato sulle Sacre Scritture si è pensato spesso che il suo significato nel canone occidentale si sia abbassato proprio a causa del crescente laicismo. Ma ciò non è parere unanime: anche gli accademici etichettati come laici comprendono i meriti di quest'opera. In The Marriage of Heaven and Hell, di William Blake, la voce del diavolo argomenta: Il motivo per cui Milton scrisse in catene degli angeli e di Dio, e in libertà dei diavoli e dell'Inferno, è perché egli era un vero Poeta e stava dalla parte del diavolo senza saperlo. Questa dichiarazione divenne la più comune re-interpretazione dell'opera nel XX secolo; ma tra critici come C.S. Lewis e successivamente Stanley Fish, tale re-interpretazione non è presente. Piuttosto, questi critici sosterrebbero che la teologia di Paradiso Perduto si conformerebbe molto ai passi delle Sacre Scritture su cui si basa.
La seconda metà del XX secolo vede l'interpretazione critica del poema miltoniano spostata su un piano politico e filosofico. Piuttosto che la concezione romantica del Diavolo come eroe dell'opera, è generalmente accettato che Satana sia presentato in termini inizialmente eroici, alla maniera classica, per poi scemare fino ad essere ridotto a un serpente mangia-polvere incapace persino di sottoporre a controllo il suo stesso corpo. Il lato politico subentra nella riflessione sull'attrito che sta alla base di tutto, quello tra le visioni gerarchiche e conservatrici dell'universo di Satana, e la contrastante nuova strada proposta da Dio e da suo Figlio, illustrata nel libro III. In altre parole, il senso principale dell'opera diviene non la perfidia o l'eroismo di Satana, bensì piuttosto la tensione tra i classici gerarchi conservatori da Antico Testamento (evidenziati nella visione del mondo di Satana, e anche negli arcangeli Raffaele e Gabriele), e i rivoluzionari da Nuovo Testamento (incarnati dal Figlio di Dio e da Adamo ed Eva), che rappresentano un nuovo sistema di organizzazione universale che si basa non sulla tradizione, la precedenza e l'abitudine irragionevole, ma su una sincera e cosciente accettazione del fato, nonché su una posizione scelta grazie ad abilità e responsabilità. Ovviamente, questo genere di critica è forte dei contenuti delle altre opere di Milton e della sua biografia, basandosi sulla sua vicenda personale di rivoluzionario inglese e critico della società.
Paradiso perduto decadde come stima critica e popolare durante il XX secolo a causa degli attacchi di F.R. Leavis e T.S. Eliot, a cui non piacque il linguaggio di Milton, visto come non scorrevole e innaturale. Voltaire è stato il più accanito sostenitore del plagio che Milton avrebbe commesso con il suo Paradiso ai danni de L'Adamo di Giovan Battista Andreini (Firenze 1578 ca- Reggio Emilia 1654) che l'inglese avrebbe letto durante il suo viaggio in Italia nel 1638.
Influenza culturale
Nel primo libro dell'opera compare per la prima volta il termine Pandæmonio, coniato da Milton per identificare la capitale dell'inferno, il palazzo edificato da Satana, dai termini greci pan (tutte le cose) e daímonion (demoniache). Il termine è stato ripreso in numerosissime opere. Anche la frase "Meglio regnare all'inferno che servire in paradiso" è stata citata innumerevoli volte.

LIBRO I

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19 settembre 2023 - Eugenio Caruso

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Tratto da

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www.impresaoggi.com