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Henry Valentine Miller, ruppe, nei suoi nromanzi, il tabu del sesso




GRANDI PERSONAGGI STORICI Ritengo che ripercorrere le vite dei maggiori personaggi della storia del pianeta, analizzando le loro virtù e i loro difetti, le loro vittorie e le loro sconfitte, i loro obiettivi, il rapporto con i più stretti collaboratori, la loro autorevolezza o empatia, possa essere un buon viatico per un imprenditore come per una qualsiasi persona. In questa sottosezione figurano i grandi poeti e letterati che ci hanno donato momenti di grande felicità ed emozioni. Io associo a questi grandi personaggi una nuova stella che nasce nell'universo.

AMERICANI

Bellow - Buck - Eliot - Faulkner - Hemingway - Màrquez - Henry Miller - Neruda - O'Neill - Steinbeck -

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Henry Valentine Miller (New York, 1891 – Los Angeles, 1980) è stato uno scrittore, pittore, saggista e reporter di viaggio statunitense. È ricordato soprattutto per il suo tentativo di rottura con le forme letterarie del suo tempo, essendosi votato alla ricerca d'una tipologia inedita di romanzo da lui sviluppata con un personalissimo intreccio sperimentale di narrativa memorialistica, romanzo tradizionale, diaristica d'impostazione filosofica e saggistica d'analisi e critica sociale, il tutto articolato con un ampio utilizzo di tecniche letterarie d'avanguardia quali il flusso di coscienza e la scrittura automatica di matrice surrealista (cosa che, in effetti, fungerà d'apripista all'opera della Beat Generation). Le principali opere che seguono questa corrente sono: Tropic of Cancer (Tropico del Cancro), Black Spring (Primavera nera) e Tropic of Capricorn (Tropico del Capricorno). Miller scrisse anche memorie di viaggio e saggi di critica letteraria.
Miller nacque a Yorkville, un quartiere di Manhattan (New York), il 26 dicembre del 1891, figlio di Heinrich Miller e di Louise Marie Neiting, ambedue immigrati tedeschi. Da bambino vive nel quartiere di Williamsburg (a Brooklyn). Militante del Partito Socialista d'America (suo idolo del tempo, come da lui stesso affermato in un'occasione, era infatti lo scrittore ed intellettuale socialista afro-americano, riconosciuto come "il padre del radicalismo di Harlem", Hubert Harrison), frequenta per un solo semestre il City College di New York. Con i soldi che il padre ha risparmiato per mandarlo all'università, fugge con una donna divorziata di 37 anni. Nei successivi quattro anni vagabonda per gli Stati Uniti mantenendosi con lavori umili e precari.
Nel 1914 torna a New York per aiutare il padre nella conduzione della sua sartoria. Nel 1917 convola a nozze, più per gioco che per altro, con Beatrice Sylaus Wickens, con la quale ha una bambina. A questo periodo risalgono i suoi primi tentativi letterari. Dal 1919 lavora per cinque anni presso la Western Union in qualità di vice direttore del personale e scrive Clipped Wing (1922), dodici ritratti di colleghi. Poi nel 1924 inventa i «Mezzotints», fogli letterari da distribuire a mano nei bar di Manhattan, coinvolgendo in questa attività anche la moglie.

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Miller nel suo studio

Nel 1923 incontra la ballerina June Mansfield, che sposa l'anno successivo dopo aver ottenuto il divorzio da Beatrice. È June la prima a credere nel suo talento di scrittore, e nei sei anni successivi sarà lei a mantenere il marito, anche, quasi sicuramente, prostituendosi. In questi anni riesce a pubblicare, a proprie spese, una raccolta di 15 prose poetiche chiamata Mezzotints. Tra il 1928 ed il 1929 soggiorna brevemente a Parigi accompagnato da June. L'anno successivo si trasferisce definitivamente, senza la moglie, nella capitale francese e vi rimane fino allo scoppio della seconda guerra mondiale.
Nell'autunno del 1931 Miller trova occupazione nella redazione parigina del Chicago Tribune grazie all'amico Alfred Perlès, che vi lavora. Miller, che non può pubblicare personalmente articoli, ne pubblica alcuni sotto il nome dell'amico. Il periodo parigino è molto creativo per lo scrittore: viene fortemente influenzato dal surrealismo e stabilisce un'importante e influente rete di contatti con gli autori che ruotano attorno a Villa Seurat, proprietà dell'amico Michael Fraenkel, dove risiede; uno di questi autori è il giovane inglese Lawrence Durrell che diventa suo amico intimo e corrispondente per tutta la vita. In questo stesso periodo, Miller entra a far parte del salotto di Anaïs Nin.

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Anais Nin
Le opere che scrive contengono dettagliati racconti di esperienze sessuali, in particolare le prime prove quali Moloch (1927), Crazy Cock (1930), ed il più tardo e scandaloso Opus Pistorum (1941). Continua a scrivere racconti anche se vengono vietati negli Stati Uniti per oscenità. Tropico del Cancro (1933), Primavera nera (1936) e Tropico del Capricorno (1938) vengono introdotti clandestinamente negli Stati Uniti. Uno dei primi riconoscimenti di Henry Miller come grande autore moderno è stato da parte di George Orwell che, nel saggio Inside the Whale (Dentro la balena, 1940) scrive:

« La mia opinione è che sia il solo scrittore in prosa che abbia immaginazione e valore, apparso negli ultimi anni tra i popoli di lingua inglese. Anche se si potrebbe obiettare che la mia sia una valutazione eccessiva, bisognerebbe ammettere che Miller è uno scrittore fuori dell'ordinario, a cui val la pena di rivolgersi più a lungo che con un semplice sguardo; dopotutto essendo come scrittore completamente negativo, non costruttivo e amorale, una specie di semplice Jonah, uno che accetta passivamente il male, una sorta di Walt Whitman tra i cadaveri ».

Miller intreccia ben presto una relazione con Anaïs Nin, il cui La casa dell'incesto gli serve da base per una sceneggiatura (Scenario. A Film with Sound, 1937), rimasta irrealizzata. Dal rapporto con lei e con la moglie verranno successivamente pubblicati un libro (Henry and June, 1986) basato sui diari di Nin e una narrazione (The Devil at Large, 1993, di Erica Jong).
Nel 1938 lancia una rivista con gli amici Lawrence Durrell e Alfred Perlès, chiamata The Booster, che però non ottiene riscontro di vendite.
Nel 1940 Miller rientra negli Stati Uniti dal soggiorno parigino e dal febbraio 1944 si stabilisce a Big Sur, in California, dove continua a scrivere opere che sfidano i valori culturali e morali americani. Tornerà però a ricordare gli anni parigini spesso, e a pubblicare scritti risalenti a quegli anni ma rimasti nei cassetti (come Quiet Days in Clichy, scritto nel 1939 e pubblicato nel 1956). Da un viaggio in Grecia, invece, riporterà gli appunti che diventeranno The Colossus of Maroussi (1941).
I libri Tropico del Cancro e Tropico del Capricorno furono pubblicati in inglese ma in Francia, da Obelisk Press e Olympia Press; e raggiunsero una certa notorietà tra i cittadini europei e tra le comunità americane espatriate. Introdotti di contrabbando negli Stati Uniti, hanno avuto notevole influenza sugli autori della Beat Generation, in particolare su Jack Kerouac, che adottò tecniche stilistiche e tematiche presenti nelle opere di Miller (il quale a sua volta scrisse la prefazione a The Subterraneans nel 1959).
La pubblicazione negli Stati Uniti, nel 1961, di Tropico del Cancro mette in causa le leggi degli Stati Uniti sulla pornografia. La Corte suprema degli Stati Uniti nella causa Grove Press, Inc. vs. Gerstein, citando Jacobellis vs. Ohio, dichiara il libro di Miller un'opera di letteratura: uno dei più importanti eventi nella storia della censura legata a quella che viene definita come Rivoluzione sessuale. Elmer Gerzt, l'avvocato che ha sostenuto con successo il primo caso per la pubblicazione del romanzo in Illinois, diventa amico intimo di Miller, e la loro corrispondenza verrà pubblicata in seguito.
Il ritorno a casa non mette Miller di buonumore, e anzi ne esce una critica della società americana con The Air-conditioned Nightmare (1941). Nello stesso anno raccoglie i suoi articoli di critica letteraria in The Wisdom of the Heart.

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Henry Miller e Anaïs Nin a Parigi negli anni Trenta
Dopo la guerra scrive Time of the Assassins (pubblicato solo nel 1956), un libro su Arthur Rimbaud, riconosciuto come proprio maestro. Dopo molti libri in piccole case editrici e promozioni di amici artisti, e dopo Remember to Remember (1947), torna ai temi preferiti con Crocefissione in rosa (The Rosy Crucifixion, 1949-1960), una trilogia composta dai romanzi Sexus, Plexus e Nexus. Altri libri rilevanti, tra la memoria e il saggio, sono The Books of My Life (1951, sui suoi libri preferiti e di formazione), The Henry Miller Book of Friends (ritratti di amici) e A Devil in Paradise (tradotto come Paradiso perduto, 1960 e parte di Big Sur e le arance di Hieronymus Bosch). Nel 1955, intanto, l'amico Alfred Perlès ne scrive il ritratto in My Friend Henry Miller.
Scopre che ha una figlia, Barbara, nata nel 1919 da Béatrice Wickens, con cui aveva avuto una relazione, e ha due nuovi figli, Valentine (nata nel 1945) e Tony (nato nel 1948) da Janina Lepska.
Ormai considerato una specie di icona, nell'ultima parte della sua vita, rilascia alcune interviste. Dopo la morte nel 1980 sono pubblicate altre lettere (tra le altre, a due donne con cui ha avuto una relazione, Hiroko Tokuda e Brenda Venus, raccolte in Misteriosa cantabile e in Dear Dear Brenda, entrambi del 1986, quelle con Anaïs Nin, Storia di una passione del 1987, e con Lawrence Durrell, I fuorilegge della parola nel 1988).
Miller è stato anche pittore di acquerelli, scrivendo inoltre sul suo lavoro in questo campo, ed è amico intimo del pittore francese Grégoire Michonze. Prima della sua morte Miller recita nel film Reds di Warren Beatty, presentato al pubblico diciotto mesi dopo la sua morte. Nel 1986 viene pubblicata la biografia non autorizzata di Jay Martin Always Merry and Bright, nel 1991 quella di Robert Ferguson Henry Miller. A Life. Quando Miller muore a Pacific Palisades, vicino a Los Angeles, dove ha vissuto gli ultimi anni in una casa difficile da raggiungere, trascinando un carrello per la spesa nonostante l'età avanzata e rifiutando l'automobile, viene cremato e le sue ceneri vengono sparse al vento. I documenti di Miller sono stati poi donati all'UCLA Young Research Library Department of Special Collections.

Romanzi, opere narrative, prose poetiche

  • Tropico del Cancro (Tropic of Cancer, 1934), Milano, Feltrinelli, 1964; poi in Opere, Milano, Mondadori
  • Parigi-New York. Andata e ritorno (Aller Retour New York, 1934), Roma, minimum fax, 2010
  • Primavera nera (Black Spring, 1936), Milano, Feltrinelli, 1968; Milano, Mondadori ("Oscar" n. 1328); poi in Opere, cit.
  • Tropico del Capricorno (Tropic of Capricorn, 1939), trad. Luciano Bianciardi, Milano, Feltrinelli, 1967; Milano, Mondadori ("Oscar" n. 1313; poi in Operecit.
  • Il colosso di Marussi (The Colossus of Maroussi, 1941), Milano, Mondadori ("Quaderni della Medusa" n. 26), 1948; trad. Franco Salvatorelli, Milano, Adelphi ("Biblioteca" n. 393), 2000
  • Prime impressioni della Grecia - Titolo originale: First Impressions of Greece Ibis Edizioni 2007 - A cura di Graziella Martina (note preparatorie a Il colosso di Marussi)
  • L'incubo ad aria condizionata (The Air-Conditioned Nightmare, 1941), trad. Vincenzo Mantovani, Torino, Einaudi ("Struzzi" n. 188), 1972; Milano, Mondadori, ("Oscar" n. 1914), 2006
  • Domenica dopo la guerra (Sunday After the War, 1944), trad. Giorgio Monicelli, Milano, Mondadori ("Medusa" n. 222), 1948
  • Ricordati di ricordare (Remember to Remember, 1947), trad. Vincenzo Mantovani, Torino, Einaudi ("Struzzi" n. 189); Roma, minimum fax, 2013
  • Il sorriso ai piedi della scala (The Smile at the Foot of the Ladder, 1948), trad. Valerio Riva, Milano, Feltrinelli, 1963 [racconto]
  • Crocifissione in rosa (The Rosy Crucifixion, 1949-1960):
    • Sexus (Id., 1949), Milano, Longanesi, 1970 (La Gaja Scienza, vol. 317); Milano, Mondadori ("Oscar" n. 1225), 1978
    • Plexus (Id., 1952), Milano, Longanesi, 1956; poi Milano, Mondadori ("Oscar" n. 1243), 1978; ("Oscar" n. 1922), 1986
    • Nexus (Id., 1960), trad. Adriana Pellegrini, Milano, Mondadori ("Oscar" n. 1258), 1979
  • Quiet Days in Clichy, 1956 [novella erotica]
    • I giorni di Clichy, trad. Mario Cicognani e Bruno Oddera, Milano, Longanesi, 1965-1978 (La Gaja Scienza, vol. 357); poi col titolo Giorni tranquilli a Clichy, Mondadori ("Oscar" n. 1253), 1990; Milano, ES, 1994-2010
    • Giorni tranquilli a Clichy, trad. Katia Bragnoli, fotografie di Brassaï, Collana Piccola Biblioteca n.722, Milano, Adelphi, 2018
  • Paradiso perduto (A Devil in Paradise, 1956), trad. Vincenzo Mantovani, Torino, Einaudi ("Coralli" n. 121; "Nuovi coralli" n. 119), 1961; Milano, Mondadori ("Oscar narrativa" n. 368; "Oscar Classici" n. 89), 1985 [Il libro è in realtà una sezione di Big Sur]
  • Big Sur e le arance di Hieronymus Bosch (Big Sur and the Oranges of Hieronymus Bosch, 1957), trad. Vincenzo Mantovani, Torino, Einaudi ("Gli struzzi" n. 190), 1968; Milano, Mondadori ("Oscar" n. 1733), 2000
  • Il meglio di Henry Miller (The Henry Miller Reader, 1960), a cura di Lawrence Durrell, trad. Adriana Pellegrini, introduzione di Antoine Denat, Milano, Longanesi ("Il meglio" n. 21), 1961
  • Rictus (Nights of Love and Laughter, 1955), trad. Adriana Pellegrini, introduzione di Kenneth Rexroth, Milano, Longanesi ("Gaja scienza" n. 140), 1960; Milano, Longanesi ("Libri pocket" n. 292), 1971; Milano, Rizzoli ("BUR" n. 274), 1982 [raccolta di 6 testi tratti da opere precedenti]
  • Come il colibrì (Stands Still like the Humming-bird, 1962), trad. Luciano Bianciardi, Milano: Rizzoli, 1970
  • Proprio pazza per Harry (Just Wild About Harry. A Melo in Seven Scenes, 1963), trad. Luciano Bianciardi, Torino: Einaudi, 1964 [dramma teatrale]
  • Insomnia ovvero il demone dell'Amore (Insomnia or the Devil at Large, 1971), trad. Costanza Rodotà, Roma, Castelvecchi, 2006 [racconto lungo]
  • Prime impressioni della Grecia (First Impressions of Greece, 1973), trad. Graziella Martina, Como, Ibis, 2007 [taccuino d'appunti sulla Grecia, da cui poi Il colosso di Marussi]
  • Il libro degli amici (Henry Miller Book of Friends: A Tribute to Friends of Long Ago, 1975), trad. Adalberto Chiesa, Genova, Il Nuovo Melangolo, 1995
  • Opus Pistorum (Id., 1941, ma pubblicato nel 1983), trad. Pier Francesco Paolini, Milano, Feltrinelli, 1984 [racconti pornografici]
  • Uccello pazzo (Crazy Cock, 1928-30 ma pubblicato nel 1991), trad. Vincenzo Mantovani, Milano, Mondadori ("Oscar Gabbiani" n. 32), 1992
  • Moloch (Id., 1927 ma pubblicato nel 1992), trad. F. Orsini, postfazione di L. Trevisan, Milano, Mondadori ("Oscar Gabbiani" n. 56), 1993 [Si tratta del primo romanzo scritto da Miller]
  • Natale a villa Seurat e altre prose (Mezzotints, 1924), trad. Alessandra Bruni, Pistoia, Via del Vento, 1999 [Il libro contiene 5 prose di 15 che compongono Mezzotints, prose composte a metà degli anni '20 a New York]
  • Parigi 1928 (Nexus II, 1961 ma pubblicato nel 2012), trad. Simone Garzella, Firenze, Passigli, 2010

Saggi, pamphlet, disegni

  • Max e i fagociti bianchi (Max and the White Phagocytes, 1938), trad. Salvatore Rosati, Milano, Mondadori (Il pensiero critico n. 9), 1949; poi in Opere, cit.
  • Lettere su Amleto (Hamlet, 1939 e 1941), trad. e scelta di Vincenzo Mantovani, in Operecit. [saggio epistolare]
  • Il mondo del sesso (The World of Sex, 1940), trad. Valerio Riva, Milano, Mondadori ("Oscar" n. 1711), 1992 [saggio autobiografico e pornografico]
  • Il giudizio del cuore (The Wisdom of the Heart, 1941), trad. Fiorelsa Iezzi, presentazione di Maurizio Borghi, Milano, Christian Marinotti, 2006
  • L'angelo è la mia filigrana (The Angels Is My Watermark, 1942), trad. G. Ruffini, Milano, il Saggiatore, 1961
  • L'oscenità è la legge della riflessione (Obscenity on the Law of Reflection, 1945), Milano, All'insegna del pesce d'oro, 1962
  • Il tempo degli assassini (The Time of the Assassins, 1946), Milano, SugarCo, 1956; Milano, SE, 2013
  • I libri nella mia vita (The Books in My Life, 1952), Torino, Einaudi, 1976; Milano, Mondadori, 2007; a cura di R. Colajanni, Collana Biblioteca n.623, Milano, Adelphi, 2014.
  • Dipingere è amare ancora (To Paint is to Love Again, 1960), trad. L. Livi, L. Livi, Milano: Feltrinelli 1963; trad. Francesco Martini, Milano, Abscondita, 2003
  • Arte e oltraggio (Art and Outrage, 1959, con Lawrence Durrell e Alfred Perlès), trad. Luciano Bianciardi, Milano, Feltrinelli, 1961
  • Una tortura deliziosa. Pagine sull'arte dello scrivere (Henry Miller On Writing, 1964), a cura di Thomas H. Moore, trad. parziale di ?, Roma, minimum fax, 2007
  • Il mondo di Lawrence: un tributo appassionato (The World of Lawrence, 1935 ma pubblicato nel 1979), trad. Antonella De Nicola, Roma, Fioriti, 2003

Lettere

  • Misteriosa cantabile. Lettere a Hoki Tokuda (1986), introduzione di Joyce Howard, Milano, Bompiani, 1988
  • Cara, cara Brenda. Lettere d'amore di Henry Miller a Brenda Venus (Dear dear Brenda, 1986), Milano: Feltrinelli, 1986
  • I fuorilegge della parola. Lettere 1935-80 (The Durrell-Miller Letters, 1988), trad. Martino e Alina Marazzi, prefazione di Benedetta Bini, Milano, Rosellina Archinto, 1991
  • Lettere a Anaïs Nin, trad. Bruno Oddera, presentazione di Gunther Stuhlmann, Milano, Longanesi ("Olimpia" n. 26), 1971
  • Storia di una passione. Lettere 1932-53 (con Anaïs Nin, a cura di Gunther Stuhlmann), trad. Francesco Saba Sardi, Milano, Bompiani, 1989
  • Conversazioni a Pacific Palisades con Christian de Bartillat (Flashback, 1990), trad. Dolores Musso, Parma, Guanda, 1992
  • Se scopro un bel libro devo condividerlo con il mondo intero, estratti del carteggio con Blaise Cendrars 1934-1959, trad. di Federica Cremaschi, con una nota di Jonny Costantino, Brescia, Lamantica Edizioni, 2016

TROPICO DEL CANCRO

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Tropico del Cancro è il primo romanzo scritto da Henry Miller, pubblicato per la prima volta nel 1934 dalla Obelisk Press a Parigi. Negli Stati Uniti venne pubblicato per la prima volta nel 1961 dalla Grove Press, e portò a un processo per oscenità che spinse ad applicare e/o rivedere le leggi statunitensi sulla pornografia degli anni sessanta. Il romanzo divenne famoso, oltre che per la sua franca e spesso dettagliata descrizione del sesso, anche per la prosa colta ed elaborata che lo fanno considerare da molti come un importante capolavoro della letteratura del ventesimo secolo. Trama
Il romanzo è ambientato nella Francia del 1930, principalmente a Parigi. È scritto in prima persona, con molti riferimenti autobiografici come altri romanzi di Miller, e spesso fluttua tra il passato ed il passato prossimo. L'ambiente parigino, luogo rutilante e pieno di mollezze da intellettuali, è anche un mondo di lavoro, di preparazione alla guerra e di confronto politico. Il protagonista sempre a caccia di qualche soldo, si muove però nel mondo degli artisti falliti e degli esiliati volontari; persone inaffidabili e irresponsabili che vivono nelle strade, nei locali pubblici più infimi, nei postriboli, in tuguri, mangiando quando capita e stordendosi di alcool e fumo. Alcuni capitoli spesso seguono un riferimento narrativo stretto agli amici di Miller, ai colleghi ed ai posti di lavoro; altri sono scritti come delle riflessioni a flusso di coscienza. Vi sono molti passaggi che esplicitamente descrivono gli incontri sessuali del narratore, anche se il libro non si focalizza soltanto su questi argomenti.


 

Quest’uomo mi conosce, quest’uomo mi segue, mi perseguita. Quest’uomo sa. Sa di me come donna, sa di me come femmina, quest’uomo respira con me, è accanto a me, mi annusa, il mio odore gli piace. Nessuno come lui sa prendermi, sorprendermi, quest’uomo sa possedermi. Nessuna mano se non la sua sa mettersi tra le mie gambe, le sue dita mi entrano dentro, sanno come muoversi e quanto, la mia voglia le impregna. Nessun umore è uguale e viscido, niente in letteratura eccelle quanto scrivere di quel misto di aspro e di sporco. È dei miei sapori interni che quest’uomo ha fame. Io gli servo. Io che quest’uomo non lo conosco. Mai visto in vita mia.

Mai visto, non ho potuto, non ne ho avuto il tempo, è morto 40 anni fa, e a 88 anni. Fernanda Pivano lamenta che Henry Miller è morto troppo presto, lui che era, ed è, troppa vita, lui che dirompe di vita. E la vita ma quando è felice, la vita come la vuoi e non la vivi, non ci riesci, non la abbracci, se non per brevi momenti. Tra un orgasmo e l’altro. La vita di Miller sono le pagine dei suoi libri, libri che sono diari, diari che sono ricordi, e ricordi di un tempo… lontano. Miller per strada, a Parigi, o in America, a New York, negli anni Trenta del secolo scorso: che sorso vitale, che sollievo scoprire che mentre in Occidente si slittava sul ghiaccio post 1929, eccolo, un uomo, lui, Henry Miller, lì per le strade sbertucciate, buie, livide, strade sempre diverse, e sempre le stesse, fatte a incavo, solco che è seno, è sesso di una donna, quale donna, Mona, no, è Mara, o è quella lì che batte, quella col sesso il più lurido, la più vacca che Dio ha messo in terra, e quale Dio, se non quello da bestemmiare nei Tropici?

La prima bestemmia scritta, la più infame, impronunciabile, la peggiore, quella di due parole, una che inizia con P e l’altra con D, quella scappata al primo degli uomini, a Adamo, anche se la Bibbia non lo dice, stai pur sicuro che non è stato Miller a scriverla, e però io a leggerla per la prima volta con lui. Vederla lì, e sapere che puoi, letteralmente imprecare e renderlo letterariamente valido. Farlo, chi te lo impedisce, Dio, il governo, la morale, la censura, quale Dio, quale governo, quale morale, quale censura, la morale c’è se tu hai, vuoi moralità. La moralità è la tua, non la mia. Lo puoi fare, puoi bestemmiare, al Cielo e sulla pagina scritta, come su pagina puoi scrivere di sesso, di quello che il tuo corpo è e quello che del tuo corpo un altro fa. Incredibile, leggere le pagine culturali di 80 anni fa e sapere Miller accusato di ricercare il successo tramite la pornografia, mezzo scemamente ritenuto il più facile per la fama. Davvero? Davvero è così scontato, naturale scrivere porno? Ma allora fallo, tu, fatelo, tutti, e a tutti bravi, e a tutti applausi. Veramente lo pensi possibile? Credimi, io lo so. Io so che dannazione è la parola sesso scritta. Non è tua amica, non è tua complice, è imbroglio, è condanna, è vomito che ti sale dallo stomaco e passa e non lo freni, esce dalla tua bocca e ti si imprime lì. Sul foglio bianco. E tu lo devi fissare, e spalmare, mescolare, poi leccare. Ingoiare e cacare. O vomitarlo di nuovo. Si ricomincia. Fissa, spalma, mescola…

Stare dentro una donna, un corpo, il corpo di una donna, dentro col pene, no, col pensiero, come se fosse importante, come se uno, dieci, mille sessi maschili che ti entrano e escono, fossero importanti. Valessero. Fossero amore, un sentimento, quando in realtà sono niente. Lo zero assoluto. Oh, beh, qualche volta, un pene dentro ti fa bene, ti fa godere, saziare no, saziare mai, non è possibile, ma tu, che ne sai, quando vedi, senti, la tua donna contorcersi, come se fosse vero, come se fossi tu a farla contorcere, e non quello che lei sta sognando, volendo sul serio dentro di lei immaginato nella sua mente, pensieri che della tua donna non potrai mai controllare, dove diavolo sta, in Sexus, un Tropico, dov’è che Miller nella sua donna sì entra dentro, ma dentro con la testa nelle natiche di lei, Miller che vi combacia, associa, dissocia il piacere supremo che quello squarcio dà, con quello a cui la natura lo ha pur destinato, quei grossi proiettili marroni, in quelle pagine di Miller pallottoline da coniglio. Letteratura escrementizia. Può il sesso di una donna, il delirio, il creduto possesso farti abbaiare, che dico, guaire, e in quell’incanto regalarti di un libro la chiusa?

Su Henry Miller ne hanno dette e scritte, George Orwell gli rimproverava di non essere uno scrittore impegnato, ma un menefreghista della politica, e dei destini del mondo. Come se cambiarlo, questo mondo, fosse possibile. Come se una sc*pata non valesse di più. O di meno. “Non voglio portare né una camicia nera, né una camicia rossa: voglio portare la camicia che mi pare”, diceva Henry Miller a Nanda Pivano, “io credo soltanto in ciò che è attivo, immediato, personale”. Miller non fa incaz*are per la sua insuperabile bravura, Miller ti fa incaz*are perché ti scopre, ti denuda nella mia, la tua mediocrità. Lui scrive e ti parla in prima persona ma è nelle sue frasi le più turpi, che tu vivi. Quelle gesta, sono le tue. Quei pensieri di Henry Miller immondi, li hai pensati, li pensi, li penserai pure tu. Quei soldi rubati, a un funerale, davanti al cadavere di uno dei tuoi migliori amici in realtà mai stato tale, perché mai te ne è importato qualcosa, quei 20 dollari sgraffignati… li hai rubati tu. Per andare a p*ttane alla faccia di tua moglie, madre dei tuoi figli, che ancora ti sc*pi di tanto in tanto, in mancanza di meglio. Mentre già sbavi di sbatterti la donna del tuo amico morto. A chi la vuoi raccontare? Quando quello che abbiamo tra le gambe si mette a pensare, non c’è alt, non c’è arresto. Quel pensiero non ti porta in nessun posto, ti porta dappertutto.

Barbara Costa

*Bibliografia minima: Fernanda Pivano, La balena bianca e altri miti, Il Saggiatore, 1995.


ANAIS NIN

Anaïs Nin, all'anagrafe Angela Anaïs Juana Antolina Rosa Edelmira Nin y Culmell (Neuilly-sur-Seine, 1903 – Los Angeles, 1977), è stata una scrittrice statunitense. Considerata una delle più controverse autrici del Novecento: donna affascinante, cosmopolìta e dall'eleganza oriental-mitteleuropea, è cresciuta tra l'Europa e New York, destando scalpore nell'ambiente letterario con la pubblicazione dei suoi racconti a contenuto erotico. La sua opera maggiormente conosciuta è probabilmente il Diario, una raccolta di scritti autobiografici in forma, appunto, di diario iniziata nel 1931 (e aggiornata fino alla morte), che è stata pubblicata a partire dal 1966.
Dal volume dei Diari nel 1986 sono state estratte parti che hanno costituito materia per il libro Henry and June: From the Unexpurgated Diary of Anais Nin - o Henry and June: From A Journal of Love: the Unexpurgated Diary of Anais Nin (1931-1932) - comprendenti estratti che vanno dall'ottobre 1931 all'ottobre dell'anno successivo, su cui è stato basato il film del 1990 Henry & June che racconta della sua relazione con lo scrittore Henry Miller e la moglie di questi, June Mansfield. In virtù dei suoi lavori, lo stile compositivo di Nin viene annoverato fra i maggiori contributi alla letteratura erotica, con scritti - redatti con stile da vera e propria grafomane - dalle cui pagine emerge l'enorme passione per la scrittura che ha coltivato fin dalla più giovane età.
Figlia di Joaquin Nin, un pianista cubano di origini spagnole, e di Rosa Culmell, una cantante cubana di origini francesi e danesi. Anaïs trascorse l'infanzia in Europa fino all'abbandono del padre. All'epoca aveva 11 anni, e nel Diario 1 ricorda come proprio in quell'occasione, tutt'altro che piacevole, sia iniziata la passione per la scrittura: inizierà il suo primo diario come una lunga lettera al padre andato via. Dopo l'abbandono paterno, Anaïs si trasferì con la madre e i fratelli prima a Barcellona e poi a New York, dove conobbe l'ambiente americano, studiò danza spagnola e visse con la famiglia finché, ventenne, si sposò nel marzo 1923 a L'Avana con Hugh Parker Guiler, di professione bancario e futuro cineasta sperimentale. Il matrimonio si rivelò presto un'amara prigione per la scrittrice che, anni dopo, si rifugiò in numerose relazioni adulterine, quasi a riscattare il senso di noia profonda che l'avvolgeva. A Guiler rimase sposata tuttavia fino alla morte, nonostante dal 1955 al 1966 fosse sposata con Rupert Pole (le nozze furono invalidate su richiesta della stessa Nin per evitare ai due coniugi guai a livello tributario).
Il primo libro pubblicato da Anaïs Nin, un saggio su D. H. Lawrence, autore di L'amante di Lady Chatterley. A Parigi Nin era arrivata nel 1929, poco prima della pubblicazione del saggio su Lawrence, richiamata dal fervido clima intellettuale della città che negli anni trenta ospita alcuni tra i più grandi artisti, scrittori, poeti, musicisti dell'epoca. Si stabilisce a Louveciennes, alle porte della capitale, dove inizierà a compilare - conservandola per una successiva pubblicazione - la prima parte del suo diario, che diventerà poi famoso come Diario di Anaïs Nin. A Parigi conobbe Henry Miller, si innamorò della sua rudezza, del suo modo di trattare le parole con fare burbero. Presto conobbe anche la moglie di Miller, June Mansfield, con la quale intrecciò una relazione: «Quando June mi è venuta incontro, ho visto per la prima volta la donna più bella del mondo», annotò nel 1931 nel suo diario. E nel diario parigino passeranno volti notissimi, come ad esempio quello di Antonin Artaud.
Il rapporto di Nin con la psicoanalisi è controverso. Iniziò già a Parigi, dove cercava di ritrovare se stessa. Ben presto andò in analisi da René Allendy e da Otto Rank, allievo di Sigmund Freud, con cui intreccerà relazioni amorose. Continuò a frequentare e a collaborare con il secondo anche a New York. La carriera da psicoanalista l'annoiò quasi subito, confusa tra sé stessa e le turbe dei pazienti, Anaïs tornò alla "sua" verità grazie alla letteratura. Negli anni cinquanta sperimentò l'LSD, come documentato nel saggio contenuto in The diary of Anais Nin, in cui la scrittrice descrive il modo in cui la sostanza agisce sulla creatività e sulla percezione del proprio subsconscio. Alla fine degli anni 1940 conobbe il regista underground Kenneth Anger, che nel 1953 la volle nel suo film Inauguration of the Plaeaure Dome.

Nin è stata un'esponente di spicco nel panorama della letteratura erotica femminile. Certamente influenzata dal piglio di Henry Miller (con il quale aveva intrecciato una relazione, oltre ad avere instaurato con lui una forte collaborazione sul piano più propriamente letterario), Anaïs scopre presto di non avere remore e si racconta. Negli anni quaranta un collezionista di libri diede 100 dollari al mese a Miller per scrivere racconti sul sesso. Lui ne rideva con l'amica-amante e poi decise di renderla partecipe. Anaïs scoprì così la libertà del sesso, diventando ben presto scrittrice apprezzata anche nel campo della letteratura erotica. Emblematico il suo più famoso libro Il delta di Venere.
La sessualità di Nin è complessa quasi quanto l'opera di auto-analisi, che sono i suoi diari. Annoiata dalla piega borghese che prese il matrimonio con Hugh, non si tirò indietro nell'intrecciare relazioni extraconiugali. A Parigi amò June, la moglie di Miller; intrecciò una relazione anche con Otto Rank, il suo psicoanalista. Nel volume III del Diario (1939-1944) annotò la propria infatuazione per la pittrice Bridget Bate Tichenor. Infine sarà addirittura bigama, vivendo un po' a New York col marito Hugo, e un po' in California con Rupert Pole, conosciuto in un ascensore a New York. Il matrimonio durò dal 1955 al 1966, quando Nin stessa richiese l'annullamento.


2 gennaio 2024 - Eugenio Caruso

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