Flavio Gioviano ultimo imperatore dei costantiniani.

I GRANDI PERSONAGGI STORICI


Ritengo che ripercorrere le vite dei maggiori personaggi della storia del pianeta, analizzando le loro virtù e i loro difetti, le loro vittorie e le loro sconfitte, i loro obiettivi, il rapporto con i più stretti collaboratori, la loro autorevolezza o empatia, possa essere un buon viatico per un imprenditore come per una qualsiasi persona.

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Flavio Gioviano

Flavio Gioviano, imperatore romano dal 363 al 364. Nacque, probabilmente da stirpe barbarica, a Singidunum nella Mesia superiore; il padre, Varroniano, era comes domesticorum (Il comes domesticorum era una figura dell'apparato militare dell'Impero. Questo comes comandava infatti i protectores domestici - secondo l' interpretazione prevalente un corpo di guardia imperiale; secondo altre un collegio di alti ufficiali in stretta collaborazione con l'Imperatore, paragonabile al moderno stato maggiore dell'esercito).
Gioviano percorse i primi gradi della carriera militare sotto Costanzo II e divenne primicerius domesticorum sotto Giuliano.
Morto quest'ultimo combattendo contro i Persiani (26 giugno 363), al di là di Ctesifonte, senza aver designato un successore, l'esercito, dopo aver offerto invano la suprema carica al prefetto del pretorio Sallustio, acclamò augusto Gioviano; Sallustio era malaticcio e non se la sentì di accettare l'incarico.
Prima preoccupazione del nuovo imperatore fu quella di concludere una pace coi persiani, che gli consentisse di ritornare nel territorio dell'impero per consolidarvi il potere.
L'esercito romano, pur demoralizzato dalla perdita di un capo valoroso e amato, come Giuliano, e rimasto a corto di viveri, conservava comunque una discreta efficienza, ma, Gioviano ordinò la ritirata e accettò integralmente e senza quasi discutere i patti proposti dal re persiano Sapore per la pace: abbandono delle cinque provincie al di là del Tigri conquistate da Galerio nel 297 e delle fortezze di Singara e di Nisibi, di altre 15 in Mesopotamia, rinunzia da parte dei romani a ingerirsi dell'Armenia.
Firmata questa pace vergognosa (ignobile decretum la definisce Amm. Marcellino, XXV, 7, 13), Gioviano ricondusse penosamente l'esercito al di qua del Tigri, e giunse nell'ottobre ad Antiochia, dove la popolazione inveì contro di lui. Mentre si avviava a Costantinopoli, morì a Dadastana in Asia Minore il 17 febbraio 364 in seguito ad asfissia; la sua salma fu trasportata a Costantinopoli.
Cristiano convinto, aveva annullato le leggi di Giuliano in favore del paganesimo, ma in pratica dimostrò una certa tolleranza verso l'antica religione, limitandosi ad abolire la magia e l'arte divinatoria. Di fronte alle varie sette cristiane tenne un contegno incerto, anche a causa della sua scarsa cultura. Fu uomo mediocre, assolutamente impari alle contingenze che dovette affrontare.


Eugenio Caruso - 9 luglio 2018

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