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Gianluigi Aponte e la MSC Crociere

INVENTORI E GRANDI IMPRENDITORI

In questa sottosezione illustro la vita di quei capitani d'industria e/o inventori che hanno sostanzialmente contribuito al progresso industriale del mondo occidentale con particolare riguardo dell'Italia.

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T - Franco Tosi
V - Vittorio Valletta - Giuseppe Volpi
Z - Lino Zanussi

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Gialuigi Aponte


Sant'Agnello (Na), 27 giugno 1940
A 20 anni Aponte, in una fiammante divisa bianca con i bottoni dorati, governava i vaporetti nel golfo di Napoli, oggi da Ginevra dove ha il suo quartier generale, guida uno dei più grandi gruppi armatoriali del mondo, che ha fatto impallidire il mito del vecchio comandante Achille Lauro, suo conterraneo. Giornali in tutte le lingue gli hanno dedicato titoli e spazio e continuano a oggi, suoi simili a livello imprenditoriale ne studiano mosse e strategie e i ventitré mila dipendenti della Mediterranean Shipping Company, lo adorano come un eroe. Lo adorano anche per quel sanguigno attaccamento alla sua terra d’origine che lo ha portato ad assumere quasi la metà dei dipendenti, prelevandoli proprio dai luoghi della sua infanzia, infatti a Ginevra vive oggi, una nutrita comunità di sorrentini che lavora per lui.
La sua storia comincia nel lontano 1940 a Sorrento, ed è una di quelle storie da manuale per gli studenti delle Facoltà di Economia, quando da ragazzo che nasce e si ritrova a vivere sulla costiera più bella del mondo, dove da secoli ha una sola via d’uscita: diventare marinaio. Da molte generazioni gli Aponte hanno la marineria nel sangue, in paese se li ricordano dall’inizio del secolo scorso come padroncini di piccole imbarcazioni che trasportavano uomini e merci tra Napoli Calata Porto, Massa e Sorrento.
Per migliorare la propria condizione, i genitori di Gianluigi si trasferiscono prima della guerra nella Somalia italiana, dove gestiscono un Hotel chiamato “Croce del Sud”. Nel 1945 a 35 anni, purtroppo giovanissimo, muore il padre a Mogadiscio, quando Gianluigi, figlio unico, ha appena cinque anni. Questo segnò la vita dell’Armatore e fu la causa del ritorno, insieme alla madre Gina Gatti, a Sorrento. Cresciuto orfano del padre, Gianluigi dovette dunque imparare presto a contare soltanto su se stesso, con l’aiuto dello zio Giovanni, che gli trasferì la passione per il mare. Così come tanti suoi compagni, per dare sfogo alla sua vocazione, si iscrive all’Istituto nautico Nino Bixio di Piano di Sorrento, dove conseguirà il diploma con ottimi voti, distinguendosi sopratutto nelle materie tecniche. Nota di rilievo è che il suo affetto per quell’istituto è rimasto immutato nel tempo e a ogni richiesta d’aiuto da parte del Nino Bixio non si è mai tirato indietro. Infatti nella sala radar, tutt’oggi, si può trovare il primo dono che egli fece negli anni ’90, ancora utilizzato da chi frequenta il Bixio. Altre donazioni alla scuola si son susseguite nel corso degli anni e l’Istituto, in segno di riconoscenza, gli ha conseguito una medaglia d’oro.
Ed è così che poco più che ventenne, comincia la sua carriera sui vaporetti che solcano le acque del golfo di Napoli. Negli anni ’60 un uomo di ferro spadroneggia nel traffico navale, è Achille Lauro, la cui flotta solca tutti i mari del globo, è proprio su una di queste imbarcazioni che comincia a lavorare Gianluigi. Fa la gavetta nella Flotta Lauro, dove a poco a poco attraversa tutti i gradi della carriera, da allievo ufficiale a ufficiale di navigazione oceanica, fino al conseguimento della patente nautica di capitano di lungo corso, un lavoro duro il suo, che però lo irrobustisce nel carattere e nell’esperienza marinara. Ma nessuno, neppure lui stesso, poteva immaginare che un giorno avrebbe comprato le navi da crociera del vecchio Comandante.
Il segreto del suo successo lo troviamo nella sua perseveranza e tenacia, ben accoppiata dalle capacità della moglie svizzera Rafaela. Questo mix ha segnato il suo destino! Se per diventare un bravo marinaio, Aponte ha potuto contare sulle proprie forze, non si può negare che per altri obiettivi si è fatto aiutare non solo dal destino ma anche dall’amore.
L’Aponte giovanissimo viene descritto come un tipo particolarmente simpatico e attraente ed è grazie a queste doti che di lui si accorge Rafaela Diamant, svizzera, di origini israeliane, figlia di un ricco dirigente di banca. La bella ragazza è con sua madre Patrizia in vacanza a Piano di Sorrento, quando conosce l’elegante capitano e se ne innamora. Una storia, racconteranno, da fiction televisiva, stile Love Boat. A quel tempo, non esistendo il turismo di massa, il Golfo di Napoli era ancora la meta preferita dai facoltosi in cerca di emozioni. Quando lui, che non è mai stato un Don Giovanni, vuole seguire Rafaela per non perderla, comunica alla madre l’intenzione di sposarsi e trasferirsi, lei, per tutta risposta, gli pone la domanda: che diavolo può farci in Svizzera un uomo di mare sorrentino?
E fu così che dopo essersi sposato con Rafaela, nel 1969 Aponte entra per amore, e non certo per convinzione, nella ginevrina “Agenzia Bernie Cornfield”, dove prova a commercializzare con i Fondi. Questa parentesi della sua vita si concluderà senza infamia e senza lode, tanto che in seguito confessa di essersi sentito come un pesce sull’asciutto, “pensavo sempre al mare di Napoli”, il mare è un sogno, lui voleva diventare armatore, come il suo mito Achille Lauro.
Aponte è nato a mare, un mare che per la sua famiglia è stato motivo di vita. La sua famiglia lavora a contatto con il mare da trecento anni, dalla marineria pura, facendo la spola da Sorrento a Napoli con le loro imbarcazioni fin da quando ancora la via della costiera era quasi impraticabile. Il DNA di Aponte non mentiva, il mare era insito in lui. Quindi la non soddisfazione per quel lavoro lo induce a fare altre esperienze e solo dopo poco tempo abbandonò dalla sera alla mattina il lavoro in banca, prevalse prepotente la volontà dell’uomo di mare, che coltivava il desiderio nel cuore di seguire l’esempio dei suoi antenati e di Achille Lauro.
Così da Ginevra si trasferì prima a Londra e poi a Bruxelles, dove provò a occuparsi anche come broker di carichi marittimi. E fu proprio li che strinse rapporti di lavoro con alcuni soci stranieri, per imboccare la strada dell’armatore nel settore delle navi container. Era il 1969, ma sognava sempre di possedere una nave tutta sua e il sogno di li a poco si avvererà.
Infatti nel 1970 il suo sogno ha inizio e Aponte finalmente riesce a comprare la sua prima nave. Si tratta di una vecchio cargo tedesco, la Patricia, una nave alla quale ancora oggi è particolarmente legato, perché è quella con cui è iniziata la sua fortuna, l’ouverture che gli diede la possibilità di fondare la sua prima impresa, la Aponte Shipping Company. Nel 1971 Patricia viene affiancata da un’altra unità, acqusitata dalla Globus-Reederei: la Rafaela, il nome della moglie. Con queste imbarcazioni iniziò un servizio di linea verso la Somalia, grazie a commesse merci favorite da vecchi amici di famiglia, ancora risidenti in quella zona del Corno d’Africa. Siamo dunque agli albori di quella che sarà la compagnia MSC e Aponte intuì la strada giusta da seguire. Il progetto che sviluppò prevedeva rilevare vecchie navi a prezzo stracciato e dedicarsi completamente al trasporto containers. Visto i risultati ottenuti fino ad oggi, Aponte è stato davvero lungimirante, infatti la sua impresa è cresciuta fino a diventare un leader mondiale nel trasporto container, che opera con oltre 465 navi.
Da quel momento il suo iter imprenditoriale è stato un crescendo di successi, fino ad arrivare agli anni ’80, dove avvenne una svolta ancora più decisiva. Aponte riconverte tutta la flotta in navi solo container, perché capì che la strategia finanziaria con le navi comprate nel mercato dell’usato funzionava e che quella parte dello shipping poteva avere molte più possibilità di ascesa economica. Ma più di ogni altra cosa, ebbe chiaro anche, che doveva puntare sulla professionalità delle risorse umane per far sì che gli ingranaggi dell’impresa funzionassero bene.
Ebbe una geniale riflessione e una decisione vincente, assumendo nella MSC i marittimi della penisola sorrentina o comunque appartenenti all'Italia. La selezione dei suoi futuri lavoratori a bordo delle porta container, fu affidata a un ufficio tecnico con sede appunto in Costiera, la stessa strategia che usò per dipendenti e collaboratori della sede principale di Ginevra.
L’originale motivazione che diede sulla zona ristretta della ricerca dei suoi marittimi da inserire nella MSC, fu ben precisa e con fondamento non solo campanilista, la spiegò con queste testuali parole: ”metti da un lato la fantasia, la furbizia e la vivacità italiana e dall’altro l’organizzazione svizzera, ne uscirà una miscela di esplosiva efficienza.”
Nel 1987 Aponte decide di potenziare ulteriormente il campo degli affari e in punta di piedi si affaccia nel settore passeggeri, nell’industria delle crociere, ampliando così il suo impero che stava crescendo anno dopo anno. Nel 1987 dunque decide di acquistare una quota di minoranza della Starlauro per poi arrivare alla piena acquisizione nel 1991, quando conclude di rilevare le altre quote azionarie della compagnia e diviene azionista unico. La Starlauro diventa così una divisione MSC con il nome di Starlauro Crociere e inizia il percorso di Aponte nel settore. Purtroppo nel dicembre del 1994, a causa di un incendio la nave Achille Lauro naufraga a largo della Somalia, ponendo fine all’avventura della Starlauro Crociere ed aprendo le porte a un totale rinnovamento.
Nel 2003 nizia di un programma di investimenti del valore di 5,5 miliardi di euro per costituire la flotta di navi da crociera più moderna al mondo. In poco più di 10 anni come compagnia di crociere, sono state costruite 4 splendide navi della classe Lirica, seguite dalle 4 maestose navi della classe Musica e dalle 4 ammiraglie della classe Fantasia. Tutte queste navi presentano il classico mix di eleganza tradizionale e design innovativo, marchio di MSC Crociere.
In Italia MSC Crociere ha come principali porti di riferimento Genova e Napoli per il Mediterraneo Occidentale e Venezia per il Mediterraneo Orientale. Tra gli itinerari offerti da MSC Crociere, una gran parte occupa il Mediterraneo con scali nei porti europei, come di Spagna o Francia, nelle città dell'Africa Settentrionale, come di Turchia o Marocco , il Mediterraneo Orientale e Isole Greche. Molte proposte riguardano anche il Nord Europa con tappe tra i fiordi Norvegesi e le capitali Baltiche, con partenze da Amsterdam e Copenaghen. Mentre nella stagione crocieristica invernale, grande spazio occupano il Sud Africa, i Caraibi, le Antille, l'America Settentrionale, Centrale e Meridionale. Negli ultimi anni sono state proposte crociere con scali nel Mar Rosso, nell'Oceano Indiano e Emirati Arabi.
Nel MSC Crociere diventa la prima compagnia di crociere al mondo a ricevere l'ambito riconoscimento "6 Golden Pearls" per i suoi eccezionali standard di sostenibilità ambientale, salute e sicurezza. Questo riconoscimento senza precedenti è stato conferito dall'agenzia di certificazione internazionale Bureau Veritas, come premio per la conformità ottenuta dall'impresa rispetto ai tre standard internazionali più elevati in materia di protezione ambientale, salute e sicurezza, e sicurezza alimentare. L'impresa continua a impegnarsi per salvaguardare l'ambiente marino e garantire una qualità straordinaria per i propri ospiti. Tra gli altri riconoscimenti ufficiali ci sono il Green Planet Award (per l'eco-compatibilità) e il premio CIAL (per il riciclo dell'alluminio). La qualità e la sicurezza alimentare, sono state riconosciute attraverso le certificazioni ISO 9001 e ISO 22000. MSC Crociere ha collaborato con la Venice Blue Flag, accordo per la riduzione delle emissioni nella Laguna di Venezia e da allora ha firmato altri accordi simili con le Autorità portuali di Civitavecchia e Genova, che limitano le emissioni di zolfo a livelli inferiori al limite legalmente richiesto. MSC Crociere ha avviato un'importante partnership a scopo umanitario con l'UNICEF, Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia. Annunciata nel mese di luglio del 2009, la collaborazione Get on board for children è finalizzata alla realizzazione di un progetto per aiutare i bambini e gli adolescenti disagiati di 126 comunità urbane in Brasile, contribuendo a garantire loro una educazione e una scolarizzazione adeguata. Nel suo primo anno di esistenza il progetto ha raccolto 2.000.000 Euro.

Eugenio Caruso - 1 maggio 2017

Tratto da

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www.impresaoggi.com