Carlo Esterle e l'oligopolio nel settore elettrico

INVENTORI E GRANDI IMPRENDITORI

In questa corposa sottosezione illustro la vita di quei capitani d'industria e/o inventori che hanno sostanzialmente contribuito al progresso industriale del mondo occidentale con particolare riguardo dell'Italia.

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esterle 1

Carlo Esterle

Trento, 1° novembre 1853 - Milano, 7 settembre 1918
Il padre, medico, nel 1848 è delegato tirolese all’Assemblea costituente di Francoforte, dove perora l’italianità del Trentino e il suo distacco dalla Confederazione germanica. Dopo i preliminari di pace di Villafranca, la famiglia è costretta a emigrare e si stabilisce a Novara. Rimasto orfano del padre (1862), il giovane Esterle intraprende gli studi di Ingegneria civile presso la scuola di applicazione per ingegneri di Torino, e si laurea nel 1875. Trasferitosi con la famiglia a Roma durante la fase di rinnovamento urbanistico-edilizio della nuova capitale, si dedica alle costruzioni civili ma, alla fine degli anni Ottanta, a seguito della grave crisi finanziaria che colpisce il settore edilizio romano, si impegna per qualche tempo nelle costruzioni ferroviarie.
Nel 1890 assume la funzione di direttore della Società delle forze idrauliche di Tivoli, proprio mentre la Società anglo-romana per l’illuminazione di Roma si accinge a realizzare, da Tivoli a Roma, il primo trasporto a carattere industriale in Italia dell’energia elettrica a corrente alternata; ha così modo di cogliere appieno l’importanza e le grandi potenzialità di sviluppo del nuovo campo d’azione della produzione, del trasporto e della distribuzione dell’energia elettrica.
Alla direzione della Società delle forze idrauliche, Esterle entra in contatto con gli ambienti della Banca generale; viene così nominato anche direttore generale della Cassa sovvenzioni ai costruttori di Milano (verso la quale la Banca generale vanta consistenti immobilizzi). In questa veste agisce in stretto contatto con Otto Joel, allora direttore della sede di Milano, e poi di quella di Genova, della Banca generale.
Dopo la caduta di quell’istituto e la costituzione della Banca commerciale italiana, Esterle diventa consulente per gli affari immobiliari della direzione della nuova banca. Nel 1896 viene chiamato dalla direzione della banca alla guida della Società generale italiana di elettricità sistema Edison, proprio quando questa esce da un tormentato e incerto periodo iniziale e si accinge ad effettuare cospicui investimenti in nuovi rami di attività. Allo sviluppo della Società Edison, di cui sarebbe stato consigliere delegato fino alla morte, Esterle legherà la parte principale della propria attività trasformando, in poco più di un decennio, l’impresa elettrica milanese nella maggiore impresa elettrica italiana.
Durante il primo decennio di vita i risultati economici della Società Edison, costituita nel 1884, avevano risentito pesantemente della ristrettezza del mercato dell’energia elettrica (ancora condizionato dalla concorrenza dell’illuminazione a gas) e della rapida obsolescenza cui erano soggetti impianti e macchinari nella fase iniziale della parabola tecnologica dei sistemi elettrici. Ambiziosi progetti di sviluppo erano stati tuttavia predisposti nei primi anni Novanta: la realizzazione di un grande impianto idroelettrico a Paderno sull’Adda con una potenza installata di 9.500 kw (che al momento della sua inaugurazione sarebbe stato il maggiore d’Europa) e l’elettrificazione della rete tranviaria urbana. La caduta della Banca generale, alla quale la Edison si appoggiava, e la crisi bancaria del 1893-1894 avevano però impedito il reperimento dei capitali necessari per i nuovi investimenti. Solo nel 1895-1896 l’intervento di un gruppo composto da Banca commerciale, Banca Feltrinelli e Banca Zaccaria Pisa aveva garantito alla Società Edison i necessari sostegni finanziari. A quel gruppo la Edison si appoggerà poi per oltre un ventennio.
Nel marzo 1896 Esterle entra nel consiglio di amministrazione della società quale rappresentante della Banca commerciale; pochi mesi dopo viene nominato consigliere delegato. Sotto la sua guida l’amministrazione della Edison subisce profonde innovazioni sul piano della gestione finanziaria, della programmazione degli investimenti e nella difesa dalla concorrenza delle altre società elettriche che, a partire dagli ultimi anni del secolo, cominciano a sorgere sempre più numerose.
I ventidue anni della sua gestione vedono l’attuazione di un’accorta politica imprenditoriale che trova i suoi cardini nell’attenta cura posta nello stimolare, prima, e nel seguire, poi, lo sviluppo della domanda di energia; nell’abile sfruttamento delle posizioni di rendita acquisite dalla società; nella gelosa salvaguardia della zona di influenza conquistata; in una politica tariffaria e di bilancio capace di garantire, oltre ai consistenti dividendi, elevati margini di autofinanziamento; in una politica di espansione industriale e finanziaria, infine, mirante alla realizzazione di un complesso integrato di imprese elettriche nell’area lombarda, prodromo alla formazione di quei sistemi elettrici regionali nei quali l’oligopolio elettrico italiano si sarebbe strutturato dopo la Grande guerra.
L’elemento caratterizzante della nuova prassi imprenditoriale seguita da Esterle è costituito dall’approntamento di periodiche, accurate previsioni a medio termine dei fabbisogni finanziari per lo sviluppo delle attività sociali: una metodologia di programmazione ancora poco diffusa fra le imprese italiane.
Nel compito di promuovere la diffusione dell’impiego dell’elettricità, non solo per l’illuminazione ma anche come forza motrice, attraverso adeguate riduzioni tariffarie consentite dai minori costi della produzione idroelettrica, Esterle è coadiuvato dal giovane ingegnere Ettore Conti, futuro fondatore della Società per imprese elettriche Conti, al momento dipendente della Edison, con il quale instaura un duraturo sodalizio professionale.
Superate le iniziali difficoltà, la superiorità dell’elettricità quale fonte energetica porta a un’espansione continua della domanda e alla Edison si pone il problema di conservare la posizione di monopolio nell’area milanese sfruttando i vantaggi del firstcomer: Esterle mette in atto una politica di espansione indiretta assumendo, da parte della Edison, partecipazioni al capitale azionario delle società elettriche di nuova costituzione, dietro l’impegno, da parte di queste ultime, di riservare alla Edison tutta, o parte, dell’energia prodotta e di astenersi dalla distribuzione nella “zona Edison”. Nel primo decennio del secolo la Edison partecipa così alla costituzione della Società per imprese elettriche Conti, alla Società anonima per le forze idrauliche di Trezzo sull’Adda “Benigno Crespi”, alla Generale elettrica dell’Adamello.
L’attività di Esterle sulla scena industriale milanese non si limita alla gestione della Società Edison: uomo di fiducia della Banca commerciale, già nel 1898 era stato nominato nel consiglio di amministrazione della Società per lo sviluppo delle imprese elettriche in Italia, una finanziaria elettrica costituita dall’istituto milanese in concorso, dal 1911, con la zurighese Elektrobank (braccio finanziario della casa elettromeccanica tedesca Aeg). La Sviluppo, nella quale Esterle ricopre la carica di vicepresidente dal 1911 e di presidente dal 1916, svolge nel periodo prebellico un ruolo importante nella mediazione tra gruppi, italiani e stranieri, in lotta per la spartizione delle zone di influenza.
Nel 1899, inoltre, Esterle figura tra i soci fondatori dell’Associazione fra esercenti imprese elettriche in Italia (Aeie), l’organizzazione di categoria degli imprenditori elettrici di cui, nel 1902, è nominato presidente. A partire dal 1901 entra poi, spesso con la carica di presidente, nei consigli di amministrazione delle società elettriche che sorgono con la partecipazione della Edison e, su designazione della Banca commerciale, anche in società operanti in altri settori, quali ad esempio l’Isotta Fraschini, di cui è presidente dal 1907 al 1914.
Da queste posizioni di prestigio svolge un ruolo di mediazione e conciliazione degli interessi non solo nel settore elettrico, ma anche in altri comparti dell’industria italiana, risultando uno dei “tessitori” di quella struttura oligopolistica che l’industria elettrica italiana comincia ad assumere proprio in quegli anni.
Nel decennio 1905-1914 Esterle guida la Edison nella prosecuzione della politica di espansione indiretta sul mercato lombardo dell’energia: questa linea, in poco più di un decennio, farà assumere alla Edison il ruolo di una holding. La società elettrica milanese inoltre, continua ad appoggiarsi, per il credito ordinario e per la garanzia degli aumenti di capitale, al consorzio guidato dalla Banca commerciale; a suggello di una solidarietà ventennale, nel maggio 1915, al momento dell’“italianizzazione” della dirigenza dell’istituto, Esterle entra nel consiglio di amministrazione e nel comitato centrale della banca, consolidando una presenza di tutto rilievo nelle strutture dirigenziali dell’industria italiana. Già dal 1910, infatti, è presente nel consiglio di amministrazione di una trentina di società, in gran parte elettriche (presidente, tra le altre, della Conti, della Società unione esercizi elettrici Unes, della Orobia, della Negri, dell’Idroelettrica ligure, della Caffaro, consigliere della Adamello, della Trezzo e della Sviluppo), ma anche appartenenti ad altri settori (presidente della già ricordata Isotta Fraschini, Vicepresidente della Mediterranea e della Torinese tramways e ferrovie economiche; consigliere della Romana tramways e omnibus, dell’Aeg-Thomson-Houston, della Generale immobiliare). Fra il 1914 e il 1916 assume la presidenza della Accumulatori elettrici, della Bolognese, della Elettrica coloniale e della Bresciana; entra infine nel consiglio d’amministrazione della Società adriatica di elettricità (Sade), dell’Elettrica centrale, dell’Elettrica bergamasca, dell’Unione telefonica italiana e del Consorzio per l’elettrotrazione.
Nel 1910 Esterle è promotore della costituzione della Associazione fra le società italiane per azioni (Asia), la prima organizzazione intercategoriale degli industriali a carattere nazionale. L’Asia – di cui è presidente fino al 1916, e poi presidente onorario – raccoglie alla sua costituzione l’adesione di 181 società.
Esterle, dunque, nei primi decenni del secolo trasforma la società Edison in un potente organismo industriale e finanziario e conquista una posizione di notevole prestigio non solo all’interno del settore elettrico – di cui è ormai il leader indiscusso – ma anche nel più vasto ambiente imprenditoriale italiano, di cui promuove l’organizzazione e il coordinamento.
Nel dicembre 1913 viene nominato Senatore; il suo impegno politico diretto però, si svolge fuori dalle aule parlamentari e si concentra nel sostegno all’irredentismo trentino e, successivamente, agli ambienti nazionalisti e interventisti.
Il suo appoggio al nazionalismo inizia nel 1913, quando sottoscrive il progetto di una cordata di industriali – fra gli altri, Max Bondi, Dante Ferraris della Lega industriale di Torino ed Ernesto Breda –, a favore della trasformazione dell’«Idea nazionale» da settimanale a quotidiano. Nell’ottobre 1914, con Emilio Bruzzone (Unione zuccheri), Giovanni Agnelli (Fiat), Pio Perrone (Ansaldo) e Leopoldo Parodi (armamenti), è tra i primi finanziatori del quotidiano «Il Popolo d’Italia»; l’appoggio al quotidiano mussoliniano continuerà anche negli anni seguenti. Ancora alla vigilia di Caporetto, Esterle partecipa alle riunioni del Comitato interventista milanese con Benito Mussolini, Giovanni Battista Pirelli, e Luigi Albertini.
Nel maggio 1915, spinto, oltreché dalla solidarietà verso un conterraneo, dalle prospettive di commesse statali per forniture belliche in un settore del tutto nuovo, Esterle decide di patrocinare anche finanziariamente l’iniziativa della Società per lo sviluppo dell’aviazione in Italia – la futura Caproni –, di cui diventerà presidente.
Durante la guerra, Esterle ricopre inoltre un’importante carica pubblica: con L. Pontiggia (direttore generale dell’Associazione fra industriali d’Italia per la prevenzione degli infortuni) è uno dei due membri civili del Comitato regionale di mobilitazione industriale della Lombardia.
Il notevole incremento dei profitti registrato nel periodo bellico in tutti i comparti dell’industria italiana, che nel settore elettrico porta alla sostituzione di capitali nazionali al capitale tedesco, fornisce alla Società Edison nuovi, consistenti mezzi.
Inizia allora quel processo di concentrazione fra le imprese elettriche italiane, determinato dalla crescita della domanda, dal progresso tecnologico e dalle opportunità offerte dalle economie di scala, che nell’arco di pochi anni arriva alla formazione di ampi sistemi elettrici regionali: questo assetto resterà nel settore fino alla nazionalizzazione del 1962.
In questa nuova fase, Esterle è tra i primi a cogliere le opportunità di uno sviluppo oligopolistico e dall’inizio della guerra è tra i fautori del blocco alla costruzione di nuove centrali idroelettriche.
Nel luglio 1918 Esterle viene infine nominato membro della sezione XV (Utilizzazione delle forze idriche ed elettriche) della Commissione per il dopoguerra; ma la morte, avvenuta a Milano nel settembre del 1918, gli impedisce di partecipare alla seduta inaugurale dei lavori.

EDISON OGGI
Nell'estate del 2001 Italenergia (società costituita da Fiat, EdF, Tassara, Banca di Roma, Banca Intesa e San Paolo) lanciò un'OPA su Montedison e su Edison, acquisendone il controllo. L'operazione ebbe l'obiettivo di consolidare il secondo polo energetico nazionale, e comportò la dismissione di tutte quelle attività del Gruppo Montedison che, non rientranti nel settore energia, non erano più considerate core business. L'anno seguente, l'incorporazione di Edison, Sondel e Fiat Energia in Montedison diede vita a una nuova società chiamata nuovamente Edison. L'assetto di Edison venne nuovamente modificato nel 2005 quando il controllo della società passò attraverso un'OPA a Transalpina di Energia, società controllata pariteticamente dal gruppo Électricité de France (EDF) e da Delmi, di cui A2A detiene il 51%. Il 24 maggio 2012, in seguito ad un riassetto durato quasi un anno, Électricité de France (EDF) ha acquisito il controllo esclusivo di Edison, delistando le azioni ordinarie dalla quotazione alla Borsa di Milano. Nel settore energia elettrica Edison ha avuto una produzione nel 2014 pari a 17,6 TWh, corrispondente al 6,6% dell'intera produzione nazionale. Dal 2002 al 2007 Edison ha completato la costruzione di nuovi impianti eco-compatibili alimentati a gas per circa 7.700 MW. Con una disponibilità nel 2014 di 13,2 miliardi di metri cubi di gas, che copre il 17,9% del fabbisogno italiano, il Gruppo ha una presenza integrata nella filiera del gas naturale, dalla produzione all'importazione, distribuzione e vendita. La società dispone inoltre di 3 centri di stoccaggio di gas naturale in Italia. Edison è attiva nell'esplorazione e produzione di gas naturale e olio greggio, attraverso 60 concessioni e permessi esplorativi in Italia e 67 all'estero. Edison ha attività e uffici rappresentanza in Europa (Italia, Grecia, Regno Unito, Norvegia, Croazia, Bulgaria, Romania, Ungheria, Belgio e Turchia), Africa (Algeria, Egitto) e Medio Oriente (Israele). In Grecia, attraverso la Joint Venture con Hellenic Petroleum, Edison è il secondo operatore elettrico del Paese grazie a una capacità installata di 800 MW. Nel 2011 Edison ha inaugurato la centrale a ciclo combinato gas di Thisvi con una potenza installata di 420 MW. L'azienda è impegnata inoltre nella costruzione dell'Interconnettore Grecia-Italia. Nel Regno Unito Edison partecipa a tre licenze di esplorazione di idrocarburi. In Norvegia Edison partecipa a cinque licenze di esplorazione di idrocarburi nella piattaforma continentale norvegese. In Croazia Edison partecipa alla licenza di esplorazione di idrocarburi nel campo Izabela, situato nella parte settentrionale del mare Adriatico.In Algeria Edison International detiene partecipazioni nelle licenze di sviluppo idrocarburi nel blocco Reggane North. In Egitto Edison detiene diverse licenze per l'esplorazione e produzione di idrocarburi nel Paese: il 100% della concessione Abu Qir al largo del Delta del Nilo, il 20% nella licenza di produzione off-shore Rosetta, ha una partecipazione del 60% nella licenza West Wadi El Rayan del Western Desert e del 40% nella licenza di esplorazione di Sidi Abd El Rahaman al largo del Delta del Nilo. Edison è impegnata nella costruzione di tre principali infrastrutture di importazione del gas per l'Europa e l'Italia: il Terminale GNL Adriatico (conosciuto anche come rigassificatore di Rovigo), il gasdotto ITGI e il gasdotto Galsi. Il Terminale GNL Adriatico situato al largo di Rovigo (Italia) ha una capacità di rigassificazione di 8 miliardi di metri cubi di gas l'anno, pari al 10% del fabbisogno italiano di gas ed è operativo dal 2009. Il rigassificatore è il primo realizzato off-shore a livello mondiale. ITGI (Interconnector Italy-Greece-Turkey) è il gasdotto in fase di sviluppo che collegherà le aree del Mar Caspio e del Medio Oriente con l'Italia e l'Europa attraverso la Turchia e la Grecia. Il gasdotto avrà una capacità di trasporto fino a 10 miliardi di metri cubi di gas naturale all'anno. Edison e DEPA sono impegnate nel completamento dell'ultimo tratto del gasdotto ITGI, ovvero la sezione Grecia-Italia. Il gasdotto Galsi collegherà la Sardegna all'Algeria importando fino a 8 miliardi di metri cubi all'anno.

Risorse archivistiche e bibliografiche
In assenza di carte personali e di scritti e memorie per uno studio su E. si deve ricorrere alla documentazione sparsa in numerosi archivi pubblici e privati (i nuclei più importanti si trovano presso l’Archivio della Società Edison (Ase) a Milano e nell’Archivio storico della Banca commerciale italiana). Sulla Edison negli anni di E. si veda C. Pavese, La prima grande impresa elettrica: la Edison, in Storia dell'industria elettrica in Italia, 1: Le origini, 1882-1914, a cura di G. Mori, Roma-Bari, Laterza, 1992, pp. 449-521, con ampi riferimenti alla bibliografia precedente.

Eugenio Caruso - 13 giugno 2017

 


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