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Alberto Fassini, all'epoca, il secondo produttore mondiale di Raion.

INVENTORI E GRANDI IMPRENDITORI

In questa corposa sottosezione illustro la vita di quei capitani d'industria e/o inventori che hanno sostanzialmente contribuito al progresso industriale del mondo occidentale con particolare riguardo dell'Italia.

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T - Franco Tosi
V - Vittorio Valletta - Giuseppe Volpi
Z - Lino Zanussi

Alberto Fassini
Moncalvo (Alessandria), 8 aprile 1875 - Roma, 8 ottobre 1942
Figlio di Mario Fassini Camossi, un esponente della piccola nobiltà piemontese, funzionario del Ministero dell'interno e, dal 1892, prefetto. Ammesso all'Accademia navale nel 1888, il giovane Fassini serve nella Regia Marina e lascia il servizio attivo nel 1900, per dedicarsi all'attività finanziaria. Il suo primo impegno imprenditoriale di rilievo riguarda la Società italiana Cines, controllata dal Banco di Roma, di cui diventa amministratore delegato: la Cines, costituita nel 1906, operava nel settore cinematografico e produceva in proprio le pellicole alla nitrocellulosa; nel 1907 aveva acquisito il primo impianto italiano per la produzione di fibre artificiali alla nitrocellulosa, avviato a Padova dal francese Hilaire de Chardonnet nel 1904. Fassini si trova quindi a gestire, da pioniere, la prima società italiana nel settore delle fibre tessili artificiali.
Costituisce nel 1912 a Roma la Cines seta artificiale, assumendo le cariche di amministratore delegato e direttore. L'impresa, con un capitale di 5 milioni di lire, opera in due stabilimenti, a Pavia e a Padova, e giunge a produrre tra il 1909 e il 1913 una quantità di fibra oscillante tra le 120 e le 150 tonnellate annue, consolidando la sua posizione.
Fassini torna alle armi nella prima guerra mondiale, adibito all'organizzazione della difesa costiera contro i sottomarini nel Tirreno e poi, col grado di capitano di corvetta, al ministero della Marina; è infine impegnato all'Ufficio propaganda. Dopo la guerra ha l'incarico di provvedere all'utilizzazione del naviglio mercantile confiscato all'Austria attraverso la creazione di due società di navigazione.
Il settore delle fibre artificiali vive nel periodo bellico una fase di passaggio con l'adozione generalizzata del sistema di fabbricazione alla viscosa, più economico e meno pericoloso del precedente alla nitrocellulosa: le prospettive aperte dal nuovo prodotto, che sembra destinato a sostituire le fibre tessili naturali, iniziano ad attirare nel settore nuovi capitali di investimento in un mercato internazionale dominato dall'inglese Courtauld, dalla tedesca Glanzstoff e dal francese Comptoir des textiles artificiels.
Proprio l'intervento del capitale francese di Comptoir, società della quale Fassini è fiduciario, ridisegna l'assetto del comparto in Italia e la transizione tecnologica verso la produzione alla viscosa. Dopo aver assunto il controllo azionario della Cines seta artificiale, nel 1916 Comptoir costituisce la Seta artificiale di Padova (di cui Fassini è consigliere delegato), che impiega 600 operai, mentre nel 1919 la stessa Cines assume la denominazione di Società Viscosa di Pavia.
Realizzata la conversione degli impianti produttivi alla nuova lavorazione, il gruppo industriale guidato da Fassini è il maggiore nel panorama nazionale: il settore è in grande fermento anche in Italia, perché offre ampi margini di profitto e attira l'interesse di altri gruppi finanziari e imprenditoriali. Nel 1917 nasce a Torino la SNIA che, dal 1920, sotto la guida di Riccardo Gualino, si rivolge al campo delle fibre tessili artificiali. Nel 1918 è costituita a Milano la Chátillon, soprattutto per l'iniziativa di Marco Biroli, già vicedirettore dell'azienda padovana di Fassini.
Nel corso degli anni Venti si inasprisce la concorrenza fra le imprese italiane, con una rapida espansione degli impianti il cui prodotto (denominato dal 1924 raion) è destinato essenzialmente alle esportazioni.
L'attività imprenditoriale di Fassini registra una svolta con la costituzione nel 1923 della società Generale italiana viscosa (con un capitale sociale portato nel 1925 a 125 milioni di lire). Tra il 1923 e il 1924 viene realizzato a Roma un nuovo stabilimento e nel 1924 Fassini costituisce e assume la presidenza di due nuove imprese: la Supertessile (con un capitale sociale di 60 milioni di lire), con stabilimento a Rieti, e la Meridionale seta artificiale, a Napoli (con un capitale sociale di 30 milioni di lire, poi denominata Meridionale industrie tessili).
In una fase di grande espansione della domanda di raion, i massicci investimenti nel settore da parte dei tre maggiori gruppi italiani (SNIA, Generale italiana viscosa e Chátillon) determinano un rapido aumento della produzione: l'Italia nel 1925 è il maggiore produttore europeo (con 14.000 tonnellate di raion contro le 12.000 di Germania e Gran Bretagna), seconda nel mondo dopo gli Stati Uniti. Nella seconda metà degli anni Venti si delinea la formazione di un cartello internazionale ad opera dei quattro maggiori gruppi (Courtauld, Glanzstoff, Comptoir e SNIA), che coprono il 75% della produzione mondiale; nel 1929 l'operazione di controllo del mercato fallisce e, nella fase di contrazione della domanda seguita alla grande crisi, la SNIA subisce un contraccolpo più forte delle concorrenti italiane, la Chátillon e la Generale italiana viscosa di Fassini. Nella fase di ristrutturazione del comparto che segna la prima metà degli anni Trenta cambiano i vertici delle imprese italiane concorrenti: Franco Marinotti assume la guida della SNIA e Furio Cicogna la direzione della Chátillon, che entra nell'orbita dell'IRI; nella risoluzione della crisi del settore acquista quindi un ruolo importante proprio lo Stato, direttamente imprenditore, ma anche organizzatore della Federazione sindacale dei produttori e del consorzio Italrayon.
Fassini, il primo imprenditore italiano a comprendere le potenzialità di mercato delle fibre artificiali, esce rafforzato dalla tormentata congiuntura, anche grazie alla sua affidabilità politica e alla sua posizione organica nei confronti del regime: iscritto al Partito nazionale fascista dal 1921, insignito del caporalato d'onore dal fascio di Firenze nel 1924, nel 1927 è il primo presidente della Federazione nazionale fascista produttori fibre tessili artificiali, ribattezzata nel 1934 Federazione nazionale fascista degli esercenti l'industria delle fibre tessili artificiali (con presidente ancora Fassini), nonché presidente del sindacato provinciale romano. È inoltre vicepresidente della Corporazione dell'ospitalità, deputato dal 1934 e, infine, membro nel 1939 del Consiglio nazionale delle corporazioni e del Comitato corporativo centrale.
Nell'ambito dell'Italrayon la posizione di Fassini appare come un riconoscimento della sua integrazione ai vertici del capitalismo industriale e finanziario nazionale: costituito nel 1931, il "consorzio totalitario" della produzione aveva la finalità di gestire la vendita interna e l'esportazione del prodotto totale dei gruppi SNIA, Chátillon e Generale italiana viscosa: eletto presidente onorario, Fassini è affiancato dal presidente effettivo Senatore Borletti, mentre il primo comitato direttivo è formato da Marinotti, Cicogna e F.M. Oddasso (amministratore delegato della Generale, di cui Fassini è presidente). Il cambiamento dell'organigramma del consorzio vede un periodo di presidenza di Ettore Conti, cui segue, nel 1940, la nomina a presidente di Felice Guarneri, mentre Fassini è ancora membro dell'ufficio di presidenza. L'Italrayon svolge negli anni Trenta un ruolo fondamentale per la stabilizzazione del mercato interno fissando i prezzi alla capacità di consumo, nel momento in cui la produzione mondiale si orienta verso un nuovo genere, il fiocco di raion. La produzione di fiocco consente all'industria del tessile artificiale italiana di mantenere in Europa il primato delle esportazioni nel corso del decennio. Allo scopo di realizzare un'integrazione ancora più organica tra i produttori sul versante delle vendite, e in prospettiva dell'organizzazione autarchica dell'economia di guerra, le maggiori imprese del settore - SNIA, Generale italiana viscosa ed ex Châtillon - costituiscono nel 1939 l'Italviscosa (con sede a Milano e un capitale sociale di 25 milioni di lire), sotto la presidenza di Marinotti. In concomitanza con questo passo viene decisa anche la ricapitalizzazione della Generale italiana viscosa, che muta nel 1940 la ragione sociale in CISA viscosa (Compagnia industriale Spa per le produzioni viscosa, con sede a Roma e un capitale sociale di 257.125.000 lire). È questo l'ultimo atto di Fassini ai vertici del settore delle fibre artificiali in Italia: viene riconfermato presidente della CISA, con Marinotti vicepresidente, mentre entra nel consiglio d'amministrazione della SNIA. L'operazione dà luogo di fatto a un unico gruppo SNIA CISA, vale a dire, data la differenza dimensionale delle imprese, all'assorbimento della CISA nella SNIA. Parallelamente all'impegno nel settore del tessile artificiale, Fassini svolge un'attività imprenditoriale costante nel settore turistico-alberghiero, quale presidente della Compagnia italiana turismo (CIT, costituita nel 1927), importante azienda per la gestione di uffici di viaggio, turismo e navigazione, nonché di spedizioni e trasporti, e della Compagnia immobiliare alberghi Africa Orientale (costituita nel 1936). Oltre ai due principali settori di intervento, si ricorda la sua presenza al vertice di una molteplicità di imprese, tra cui spicca la Società chimica dell'Aniene, con stabilimento a Roma, per la produzione di soda caustica, cloro e derivati. Tra le numerose cariche e onorificenze di Fassini devono essere menzionate: la nomina a barone (con motu proprio regio del 1924) e quella a cavaliere del lavoro nel 1925; la presidenza della Federazione italiana della vela e del Giardino zoologico di Roma. Muore a Roma nell'autunno del 1942. BIBLIOGRAFIA: Federazione nazionale fascista degli esercenti l'industria delle fibre tessili artificiali, L'industria nazionale delle fibre tessili artificiali, Roma 1943; F.M. Biscione, Fassini Alberto, in DBI, vol 45, 1995; M. Spadoni, Le fibre tessili artificiali in Italia dai primi del Novecento alla seconda guerra mondiale, tesi di dottorato, Università degli studi di Pisa, a.a. 1999-2000; A. Friedmann, Cines e Cines seta artificiale: appunti per una storia d'impresa, in “Le culture della tecnica”, 18, 2007, pp. 90-122.

Eugenio Caruso - 18 luglio 2017

 

Tratto da

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www.impresaoggi.com